Recisione - parte II

Fade si risvegliò in preda all'agitazione, era bendata, legata ed era seduta su un pavimento freddo e umido senza roller ai piedi. Cominciò a urlare e imprecare, dimenandosi e cercando di slegarsi, ma ovviamente fu tutto inutile.

"Stà zitta!" ordinò una voce da lontano.

"Vieni qui e slegami, se hai il coraggio!" provocò la ragazza, ma non ricevette risposta.

"Toglimi questa benda di dosso e fatti vedere!!" continuava, strillando come un'indemoniata.

Dopo svariati minuti di insulti, si avvicinò una persona "Va bene, ti sbendo, ma vedi di tacere o ti imbavaglio!"

Alla vista di Fade si presentò una persona con un lungo camice bianco e un cappuccio a punta con solo due buchi a permettere la visuale. "Che diavolo è questa? Una specie di festa in maschera?! Oh ma guarda! Sono in costume anche io!" disse osservando la lunga veste bianca che le era stata messa addosso.

"Scusate ma è un po' umido qui, non potrei avere dei pantaloni e un piumino?"

"Ti ho detto di stare zitta!" tuonò la voce da dietro il cappuccio e l'uomo si allontanò tornando sull'uscio.

La ragazza obbedì e cominciò a guardarsi intorno in cerca di una possibile scappatoia al suo problema. Aveva imparato fin troppo bene a reprimere emozioni e, visto che era una poveraccia nullatenente, era quasi sicura che l'avrebbero rilasciata prima o poi.

Si trovava in una decrepita stanza di chissà quale edificio. Dall'arredamento, scarno e assai malandato, ne dedusse che doveva essere un ufficio di qualche fabbrica in disuso. Non trovando altri indizi cominciò a sfregare polsi e caviglie per tentare di allentare i nodi, ma fu tutto inutile, si causò solo abrasioni. Ritentò quindi la carta della diplomazia "Ehi, puffo brontolone! Perché non mi spieghi che succede?"

Stranamente ottenne una risposta. "Lo saprai a breve, sta arrivando il Gran Sacerdote."

Fade cominciò a intuire che non se la sarebbe cavata con un riscatto e cominciò a dedurre. All'improvviso, dinanzi la luce proveniente dalla porta, si stagliò una figura incappucciata, ma con l'abito totalmente viola. "Oh ecco il Grande Puffo!" lo schernì lei, mentre la figura solennemente le si avvicinava, seguito da sue seguaci in veste bianca.

L'uomo le si fermò di fronte scrutandola nella penombra, lei contraccambiò con uno sguardo feroce.

"Bene, slegatela e portatela di sotto!" disse solamente e se ne andò. Uno dei due scagnozzi prese un coltello e tagliò le corde che le stringevano le caviglie, l'altro la prese per un braccio e la fece alzare.

"Che gentleman!" disse e appena in piedi sferrò un calcio fra le gambe del tizio col coltello, che cadde a terra accasciandosi. Portare sempre i roller ai piedi aveva reso le gambe della ragazza robuste e veloci, tanto da sferrare calci estremamente efficaci ma, al contempo, non avendoli in quel momento ai piedi, risentì anche lei della botta e non poté fare a meno di accartocciarsi imprecando per il piede dolorante. Lo scagnozzo colpito si rialzò a stento con l'intenzione di vendicarsi.

"Brutta puttana! Ti ammazzo!" sbraitò, ma l'uomo che sorreggeva la ragazza lo fermò con un solo gesto della mano.

Il tizio si riprese: "Avrò modo di farmi ripagare quello che mi hai fatto" la minacciò "Lo sai cosa ti aspetta, verginella?" Fade non rispose, si limitò a guardare fissa i due buchi neri del cappuccio senza scorgervi niente dietro.

"Esatto" continuò lui senza attendere risposta "Siamo più di cinquanta seguaci di Satana e ognuno di noi ti ripasserà per benino, mentre tu urlerai e implorerai pietà fino a che non creperai!" A quelle parole la ragazza si sentì fiaccare, la sola idea di venire toccata da quelle persone in tunica le dava un nauseante ribrezzo e la scena descritta dal suo boia era l'ultima cosa che si sarebbe aspettata potesse accadere nella sua assurda vita.

L'uomo se ne andò zoppicando, ordinando all'altro di portarla di sotto immediatamente. Fade si accasciò priva di forze, sorretta dall'altro uomo, il quale cercava di trascinarla a peso verso la porta.

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