Le Ceneri della Fenice - parte II
La routine del gruppo musicale non poteva fermarsi e così, dopo un paio di mesi di preparativi, Nef fu costretto a lasciare Fade da sola negli studi. Lei lo salutò all'ingresso degli studi con in braccio Damian, che la imitava muovendo la manina. Il piccolo ancora non aveva imparato a parlare, ma già sapeva sgambettare da solo alla scoperta del mondo. Separarsene fu una tortura per l'uomo.
Il tempo passava e l'impegno del tour gli lasciava poco spazio per pensare al resto; per quel che poteva parlava al telefono con la ragazza per sapere se tutto procedeva per il meglio. Lei lo rassicurava dicendogli che stava seguendo il tour attraverso internet e lo minacciava scherzosamente di non fare stupidaggini con le fan, perché lo sarebbe venuto a sapere. Nel frattempo Damian aveva imparato a dire onomatopee incomprensibili, che urlava al telefono al suo papà.
Il resto della band lo prendeva per il culo, scherzando su come fosse diventato un frignone smielato, lui approfittava di quei momenti per tornare l'uomo di un tempo e mandarli tutti a cagare. Sul palco, però, dava il meglio di sé, era l'unico posto in cui dimenticava la sua vita privata: la professionalità di un musicista dipendeva anche da quello, in fondo.
Alla ragazza si ruppero le acque una sera che stava seguendo in streaming una delle ultime tappe. Chiamò la donna che l'assisteva chiedendole di far arrivare un'ambulanza e di prendersi cura di Damian. Si fece coraggio e salì sul mezzo che la portò all'ospedale, ma mano a mano che i minuti passavano il panico si impossessò di lei. Aveva tentato in tutti i modi di convincersi che ce l'avrebbe fatta da sola, ma più il dolore cresceva, più sentiva il bisogno di quell'appiglio che Nef rappresentava. Non resse più e chiamò il bassista sul cellulare, schiacciando il tasto rapido di chiamata.
Il telefono dell'uomo cominciò a vibrare nella tasca dei suoi pantaloni proprio nel mezzo del concerto; capì che qualcosa stava succedendo, ma non poteva deconcentrarsi proprio in quel momento. Strinse i denti e continuò a eseguire i giri di basso della canzone fino a che la vibrazione non cessò.
La ragazza era arrivata all'ospedale e aveva interrotto la chiamata quando i medici la portarono dentro. Le doglie cominciarono a prendere il sopravvento, gettandola in un vortice di disperazione; stesa sul letto da parto stringeva in mano il telefono mentre tentava di spingere come le dicevano i medici.
Il telefono nella tasca di Nef riprese a vibrare e questa volta lui cedette: abbandonò lo strumento che si rovesciò sulla sua cinghia di sostegno e rispose. Non capiva niente fra gli strilli del pubblico, la musica di sottofondo e Fade che gli urlava qualcosa sul fatto che il bambino stava per nascere.
Il resto del gruppo, orfano della base, si interruppe e la canzone scemò, tutti si voltarono verso il bassista che cercava di confortare la ragazza all'altro capo, camminando nervosamente su e giù per il palco.
Lo stadio ammutolì, tranne che per alcuni sporadici gruppi che fischiavano e si lamentavano di quella troncatura improvvisa; la stampa diede di matto cercando di mandare in onda la propria personale versione di ciò che stava accadendo, ma alla fine il bassista si avvicinò a uno dei microfoni. Con i capelli bagnati dal sudore e lo sguardo perso annunciò al pubblico che era nata sua figlia Michelle.
Il concerto riprese mentre la gente esultava. Fade con in braccio la bambina ascoltò le prime note della canzone, poi interruppe la conversazione.
Passò un altro mese e la band finalmente fece ritorno agli studi. Nef, appena sceso dalla macchina, si precipitò dentro, lasciando indietro gli altri.
La ragazza stava leggendo un libro seduta su una poltrona, quando bussarono alla porta. "Avanti" rispose pensando fosse la domestica, ma il bussare continuava insistente.
"Ho detto avanti!" e si alzò per andare ad aprire. L'uomo le si gettò al collo facendola spaventare, poi la baciò prendendole il viso.
Nef la osservò, aveva cambiato l'acconciatura in un caschetto asimmetrico che le conferiva un aspetto più adulto, aveva anche preso qualche chilo che però non rovinava l'aspetto longilineo della sua figura.
"Che hai fatto ai capelli?"
"Ci ho dato un taglio" scherzò.
La neonata si svegliò e cominciò a piangere, lui la sollevò dalla culla osservando quello scricciolo nella sua tutina bianca, mentre la ragazza gli portò anche Damian a completare il quadretto familiare. Il bambino lo riconobbe e tendeva la mano strillando, come sempre, cose incomprensibili.
La sera, messi a letto i due 'angeli', la coppia finalmente si concesse un po' di tempo per sé. Il bassista carezzò il corpo della ragazza che però si dimostrò tesa, agitata.
"Che c'è?" le chiese lui, notando il suo essere restia. "Niente, è solo che... dopo questa gravidanza, ho pensato che forse non ti sarei più piaciuta, guarda come sono diventata ciccia..."
Il bassista si morse un labbro trovandola invece molto eccitante. "Vorrà dire che avrò più parti morbide da mordicchiare" la rassicurò insinuandosi sotto i suoi vestiti.
"Ti amo" gli confidò. E quella frase lo trafisse come una lancia.
"Che c'è?"
"Niente. È che credo che... questa sia la prima volta che me lo dici"
"Credo che sia la prima volta che lo dico in vita mia" confidò.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top