L'accordo - parte II
Quella notte Fade aspettò un'ora piuttosto tarda per uscire dalla sua stanza. Scivolò furtiva fra i corridoi: non poteva permettere che qualcuno la vedesse e ricominciassero i pettegolezzi. Preso l'ascensore e raggiunto il primo piano, arrivò fino all'ultima porta del lungo corridoio, squadrò per un momento il bassorilievo che vi era scolpito sopra cercando di capire dove avrebbe potuto bussare. Alla fine optò nel dare un paio di colpetti sulla fronte del demone di legno.
La porta si aprì con uno scatto, invitandola a entrare, lei la spinse e fece capolino rimanendo a bocca aperta. La stanza si presentava molto diversa da come l'aveva vista quella prima e unica volta: era decisamente meno maleodorante - una cosa sopportabile, insomma - ed erano stati rimossi gran parte degli oggetti satanici e kitsch che la arredavano, fatta eccezione della stampa del sabba e della pelle d'orso.
"Che fine hanno fatto tutte le cianfrusaglie?"
"Le ho vendute" rispose lui, disteso sul letto a strimpellare il basso.
"Deve essere stato davvero convincente quel libro, cambierai anche la porta?"
"Piccola" disse sedendo sulla sponda del letto e posando il basso su di esso "Quando un'icona è creata non può essere distrutta. Agli occhi degli altri devo continuare ad essere un musicista maledetto. Yeah!" aggiunse schernendo se stesso mimando un paio di corna con la mano "In altre parole, no. La porta rimane dov'è."
"Siedi qui" riprese invitandola a raggiungerlo e lei obbedì.
"Vedi, monella, quella cosa dell'icona... ecco come spiegare... Fra quattro mesi la band partirà per un tour di concerti, quindi tu capisci che per tutto quel tempo io rimarrei a secco se noi... ma non posso perché devo mantenere la mia fama, però insomma se tu volessi... con me..."
La ragazza era confusa: fra tutti i 'dialoghi dell'assurdo' che aveva avuto, quello era decisamente uno dei più strampalati. Si limitò a guardarlo con gli occhi strabuzzati.
"Ok, ricominciamo da capo. Sai quella cosa che è successa nel privè il mese scorso?" Lei fece un'espressione fra il contrariato e l'ovvio. "Ecco, se volessimo rifarlo, tu ci staresti?"
Di nuovo quella sfrontata sincerità che creava sentimenti contrastanti in lei. Voleva abbassare lo sguardo ma si trattenne. "Sì" rispose.
L'uomo stentava a crederci, ma colse la palla al balzo per continuare "Ecco, come già detto, a breve la band inizierà un tour. Staremo via per cinque mesi e in quei cinque mesi, insomma, non è detto che io, anzi, sicuramente mi vedrò con altre donne. In conclusione, se ricominciassimo a frequentarci, non è che te ne uscirai con storie del tipo che io sarei soltanto tuo e menate simili?"
Lei rifletté. Perché avrebbe dovuto dire una cosa del genere? Chi si credeva di essere? Aveva vissuto per anni senza nessuno, che ci fosse stato o no, non avrebbe fatto differenza.
"Va bene" rispose disconnessa. "Va bene, cosa?" si sincerò lui. "Sarò una delle tue puttanelle." "Ehi, vacci piano con le parole che mi ecciti! Allora, ti ricordi come si fa?"
Fade non aveva niente da perdere e in fondo moriva dalla voglia di riprovare, gli saltò letteralmente addosso facendolo capitolare sul letto. "Aspetta! aspetta!" urlò lui "Così mi si sfascia il basso!"
[...]
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Nota dell'autrice: la cosa si fa piccante, ma siccome non c'ho voglia di cadere nella banalità di 50 sfumature de stocazzo, ogni volta che ci sarà una scena di sesso ci metterò [...]!
Immaginatevi voi le scene porcelle, che io mi vergogno!
A proposito di stocazzo, ho iniziato un nuovo romanzo parallelo a questo che si intitola "STO CAZZ Amee - Da fangirl a superstar in 2,9 sec." Ovviamente è una parodia per far ridere visto che questa storia invece è basata tutta sulla tristezza! ENJOY!
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