Fortemente contrastanti - parte I
Una mattina la ragazza si alzò spossata, si reggeva a stento e si trascinò scalza verso il bagno. Raggiunse la tazza e vomitò dentro tutto quello che aveva in corpo. Poi, febbricitante, si accasciò. La raccattò Nef parecchio tempo dopo, udendola lamentarsi, mentre andava a rilassarsi nel suo privè.
Fu chiamato un dottore ma lei non ne voleva sapere di farsi visitare, da sempre, quando si ammalava, aspettava che la febbre scemasse da sé. Alla fine cedette ma pretese che nessuno fosse presente. Sopratutto Nef.
A conclusione della visita il dottore uscì e disse a Jag, l'unico rimasto fuori ad aspettare, che la febbre sarebbe scesa da lì a pochi giorni.
Il ragazzino bussò alla porta presentandosi, entrò e si sedette accanto al letto. La ragazza ansimava, gli occhi le bruciavano e sentiva delle voci lontane mischiarsi con i rumori reali.
"Starai meglio..." le disse con voce malinconica. "Io fra poco devo partire: ho una cosa da fare a cui non posso rinunciare. Non so se ci rivedremo più... Ogni volta, non so mai se l'esperimento avrà successo..." sussurrò "Ma sai, l'idea di essere per sempre un bambino mi piace: essere bambini dà grandi privilegi, ad esempio che nessuno ti prende mai sul serio..."
Ma lei non lo sentiva, le sue parole si persero fra le mille voci che la stavano chiamando.
Dopo parecchi giorni di convalescenza Fade si rialzò dal letto. Il dottore aveva detto che con l'antibiotico si sarebbe rimessa a breve, ma la ragazza non lo prese aspettando, invece, una guarigione spontanea. Nel frattempo rifiutò di vedere chiunque l'andasse a trovare.
Il medico visitandola, aveva capito che c'era qualcosa di più oltre la febbre e si era raccomandato di eseguire un esame al più presto. Ed eccola, seduta in bagno, che teneva uno stick per il test di gravidanza in mano e un magone nel cuore. «Quello mi ammazza...» pensò frustrata.
La sera aspettò l'uomo nel privè. Lo aveva supplicato di concederle la chiave durante una pausa sigaretta del pomeriggio, rimanendo molto vaga sull'argomento da trattare.
Il bassista si presentò con un'abbondante mezz'ora di ritardo; entrando notò l'umore nero della ragazza e subito si rese conto che non si sarebbe dovuto aspettare nulla di buono.
"Ascolto" disse senza nemmeno salutare.
"Ecco, il medico, quando stavo male mi ha dato questo..." disse lei mostrando la scatola del tester.
Per Nef non c'era bisogno di aggiungere altro. "Non sarai mica incinta?"
Lei non rispose.
"Dimmi che non sei incinta, cazzo!"
"Non posso dirtelo!"
Lui le si gettò addosso prendendola per un braccio e tirandola su dal divano "Merda, Fade! Ma non prendevi i contraccettivi? Merda! È un tentativo di incastrarmi? Lo stai facendo per incastrarmi, vero?" urlò lui furibondo scuotendola. Aveva i nervi a fior di pelle per l'imminente partenza e quella era l'ultima notizia che avrebbe voluto sentire.
"No, è che quelle pillole mi facevano star male... e poi la 'stanza n°7'... avevo paura... mi spiace..." si giustificava confusa.
"Ti dispiace un cazzo! Sei incinta, stronza!! Ma non credere che ti lasci tenere il bambino! Domani ti porto in ospedale!"
"Bene!!" si dimenò "Preferisco ammazzarlo piuttosto che fargli avere te come padre!!"
Quelle parole gli fecero salire il sangue al cervello "Allora non lo vuoi? Dimmi che non lo vuoi!!"
"No!!!" strillò lei "Lasciami mi fai male!!" ma lui non mollava.
"Dimmi perché non lo vuoi!!" ordinò.
"Perché ti detesto!" crollò infine.
L'uomo lasciò la presa.
Andandosene aggiunse "Domani mattina fatti trovare pronta alle otto" e sbatté la porta lasciandola sola.
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