Connessioni - parte III
I due si recarono nel privè dei sotterranei, il bassista schiavò con calma la serratura, divertito nell'osservare i comportamenti della ragazza. Lei sembrava nervosa, come se sapesse di star facendo una stupidaggine, ma lottasse con se stessa per andare fino in fondo.
Entrati, si accesero le luci soft. L'uomo la invitò a sedersi mentre si dirigeva dietro al bancone. Lei osservò quella stanza e non poté fare a meno di pensare all'ultima volta che vi era stata, stesa su quel divano, totalmente incapace di difendersi dall'irruzione di lui nel suo spazio prossemico. Deve aver pensato che fosse una vera impedita, ma ora non aveva importanza, quelle erano cose vecchie e voleva solo passarci sopra.
"Ehi birbantella, stai pensando a quanto sei stata imbranata quella sera?" chiese lui facendo sbuffare la ragazza per il disappunto.
"Non preoccuparti" continuò fra il tintinnio di bottiglie che si spostavano "Ti sei più che riscattata" gracchiò in una risata sarcastica.
Il musicista pensò di iniziarla con qualcosa di leggero e versò del prosecco in un calice, mentre per lui stillò del rum in un bicchiere basso. Le si sedette accanto porgendolo il bicchiere e la invitò a brindare. "Salute" disse facendo scontrare i vetri e osservò le sue reazioni.
Lei dapprima guardò nel bicchiere poi annusò il contenuto. Quindi provò ad assaggiare. Ebbe una reazione esagerata come se avesse bevuto succo di limone concentrato. Nef la guardava divertito attraverso il bicchiere da cui stava sorseggiando.
"Ma fa schifo! La roba frizzante non mi piace!" disse posando il bicchiere sul tavolino di fronte, poi rimase a fissarlo, come se si aspettasse altro. Nef alzò un sopracciglio.
"Che vorresti fare? Guarda, bimba, che questa non è roba per te." Ma era inutile, Fade aveva preso il suo bicchiere, lo osservava tenendolo con due mani. Nef si mise comodo a godersi lo spettacolo. Il bicchiere era intiepidito dal calore delle mani dell'uomo, Fade ne faceva ruotare il contenuto come aveva visto fare a lui, poi assaggiò.
Una forte vampata di calore le bruciò la bocca e tutte le viscere, risalendo fino alla base della nuca. La ragazza strinse forte gli occhi per reggere la botta, poi si riprese.
"Buono" sentenziò sotto lo sguardo incredulo di lui: non si aspettava proprio di avere di fronte un'intenditrice. Si limitò a prendere un altro bicchiere e posare la bottiglia sul tavolo di fronte a loro.
Come andò avanti la notte Fade non se lo ricordò. Si svegliò la mattina in preda a un lacerante mal di testa. La sorpresa fu che era riversa sul divano con Nef che le dormiva sopra.
"Cazzo" ebbe solo la forza di dire. Si mosse, cercando di scrollarselo di dosso, aveva metà del corpo indolenzito perché schiacciato dal peso di lui. Provò a ricostruire gli eventi guardandosi in giro; c'erano bottiglie vuote e bicchieri rovesciati per terra, erano entrambi senza maglietta ma lei aveva ancora i roller ai piedi, chissà che diavolo avevano combinato. Fatto sta che si sentiva di merda e aveva una nausea incredibile.
Cominciò a spingere l'uomo per divincolarsi e lui si svegliò "Ehi monella, non hai rispettato le regole" biascicò ancora in preda ai fumi dell'alcol. "Vaffanculo, spostati" gli rispose senza forze. Tentò di reggersi in piedi sui pattini ma cadde, mentre lui rideva da solo. Non riuscendo a muovere un passo, la ragazza pensò bene di aggrapparsi al primo oggetto che trovò a portata di mano e ci vomitò dentro tutto il rum e i ricordi della sera precedente: era il secchio per lo champagne.
Alla caffetteria Nef venne accolto con un'ovazione, decisamente canzonatoria, dagli altri membri del gruppo.
"Cazzo sei ancora vivo!" disse il batterista. Sushi gli fece una foto con lo smartphone per immortalarlo. Era uno straccio: barba sfatta e occhiali da sole per nascondere due occhiaie profonde come la sua voce che si era abbassata a forza di ridere e urlare per tutta la notte. Camminava barcollando e non riusciva a mettere due parole in fila a formare una frase di senso compiuto. Lo doveva ammettere, una sbornia del genere era da tanto che non se la prendeva.
Ted diede la mazzata finale: "Te lo ricordi, vero, che oggi abbiamo la riunione per i diritti sull'album del tour?"
L'uomo crollò sulla sedia della caffetteria biascicando qualcosa. I tre gli passarono subito un caffè abbondante.
Fade passò tutto il giorno chiusa nella sua camera, il mal di testa non le passava ma si sentiva particolarmente calma. Era vero che bere non fa più pensare a niente, certo il prezzo da pagare non valeva il gioco. Nonostante l'emicrania, riuscì a scrivere sul suo diario.
8 Gennaio 2002
L'amore è una concezione.
[...]
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