LE NUOVE USCITE #15: THE LIGHTHOUSE - EYE OF PURGATORY (LUGLIO 2021)

Artista: Eye Of Purgatory

Titolo: The Lighthouse

Tipo: Full-Lenght

Genere: Melodic Death Metal

Data di rilascio: 18 giugno 2021

Etichetta: Transcending Obscurity Records

Formati: CD, Vinile, Digitale

Durata: 35 mn 49 sec

Paese: 🇸🇪

Valutazioni:

78% - truemetal.it

70 - metallized.it

3.0 - angrymetalguy.com

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L'album che recensirò oggi è "The Lighthouse" degli svedesi Eye Of Purgatory.

Non conoscevo la band prima d'ora e l'ho scoperta grazie all'iscrizione al canale YouTube della loro attuale etichetta discografica, però l'unica informazione che vi posso dare prima di cominciare a parlare delle tracce del disco, è che la mente che ha generato questo progetto è Rogga Johansson - in questa band alla voce e alla chitarra - che ha un'impressionante lista di altri progetti attivi, da come si può vedere dal suo profilo su Metal Archives.

Bene, vediamo come sono i pezzi.

And from the Fog... apre l'album con questa piccola instrumental melodica e che strizza l'occhio al prog con quelle tastiere che si ripresentano anche sulla title-track (e che saranno praticamente onnipresenti, come avremo modo di vedere): una canzone veramente "svedese", con quello stile melodic death metal che ricorda gli Amon Amarth e che non rinuncia a un fattore di "catchiness", tipico del metal che è più popolare.

Tra l'altro le tastiere danno un tocco a metà tra un sound alla Edge Of Sanity e tra il gothic; sono decisamente prepotenti ed esuberanti.

Fornever to Awaken sfrutta la formula precedente, e in certi punti ha dei riffs ancora più "orecchiabili", ma sono affiancati da sonorità che mi ricordano molto un ibrido tra Children Of Bodom e spunti old school death metal.

Arriva un po' di varietà con Carved in a Stone Bleeding , che risulta un po' più "unica" rispetto alle canzoni precedenti, perchè mescola in sè sonorità black metal e quindi risulta più oscura.

Tale oscurità sarà illuminata da Pieces of a Fading World , una traccia in una certa misura coinvolgente, specialmente per il lavoro della tastiera e del basso, ma che allo stesso tempo mi lascia perplessa per la linea melodica iniziale (e che si ripresenta più volte), perchè mi sembra piuttosto simile ai riffs di una traccia precedente.

Fortunatamente They Silently Await ha un'intro molto melodica ed atmosferica, veramente necessaria per creare un minimo di diversità a questo punto dell'album e che si addice alle tinte black ispirate alla quarta traccia.

La terzultima Where Slowly Life Fade, nonostante abbia dei benedetti riffs che ancora mi sanno di "già sentito", sembra la più curata per via dell'inserimento della chitarra in pulito in background in accompagnamento a quella distorta: crea una melodia molto godibile!

Rotting Pathways e l'ultima Rebirther riutilizzano la formula prevalente in questo album: tanto melo-death e tastiere che addolciscono il tutto.

Bene, facciamo un resoconto di quanto descritto.

Quest'album non è assolutamente insufficiente, ma penso possa avere dei punti deboli: la ripetitività di alcuni riffs, che sembrano rielaborati in più varianti molto simili e in generale la forte tendenza a mantenere delle strutture statiche alle canzoni. Tutto sommato questa criticità può essere collegata al fatto che Rogga sia così fortemente produttivo: è prevedibile che le idee non possano essere sempre impressionanti, è piuttosto fisiologica come cosa.

Ma ha anche dei lati positivi: in primis, penso possa avere un sound potenzialmente commerciale, o meglio, lo avrebbe avuto se fosse uscito anni prima, quando i Children Of Bodom e gli Amon Amarth erano praticamente all'Olimpo del metal e, quei riffs che possono risultare un po' ripetitivi, sono d'altro canto molto memorizzabili e catchy, specialmente se si decide di ascoltare una canzone singolarmente, piuttosto che nel contesto dell'album per intero.

Per concludere, se siete delle persone come me che preferiscono un tipo di metal organico e dalla produzione tendente al primitivo, vi consiglio di ascoltare i brani singoli, nel caso stiate nel mood per ascoltare qualcosa di meno abrasivo; se invece siete abituati a sonorità moderne e curate, questo album potrebbe fare per voi!

Prima di dare il voto al full-lenght, vi lascio una traccia da ascoltare per farvi un'idea e decidere se intraprendere l'ascolto del disco o meno:

Where Life Slowly Fades

https://youtu.be/XlgfAVnTbH4

IL MIO VOTO PER QUEST'ALBUM E': 7

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E una nuova recensione è finita! Da oggi inserirò una traccia alla fine, e lo farò anche per le recensioni precedenti, alcune delle quali avranno anche un voto aggiornato.

Come al solito fatemi sapere le vostre impressioni nei commenti e, se volete sapere di più della band, nei commenti son linkati i loro canali ufficiali!

Alla prossima uscita!

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