Un magico richiamo

La stazione era gremita di gente. Chi va al lavoro, chi va a trovare un parente o un amico, ma soprattutto c'è la gente che parte per le vacanze. Anche Emma e Julieta si stavano preparando a partire. Sarebbero andate a Napoli e da lì in Costiera Amalfitana per tre settimane con alcune amiche. Ormai erano maggiorenni e anche loro avevano voglia di divertirsi, come tutti i ragazzi della loro età. Quella vacanza era programmata da oltre un anno e finalmente sarebbe diventata realtà.
Livia (un'amica): finalmente ragazze! Non vedo l'ora di partire... E poi una volta lì...
Julieta:...ci divertiremo da matti, lo so. È da giorni che lo ripeti, Livia!
Emma: ci siamo tutte? Livia, io, Julieta, Marta... Manca solo Alessandra...
Marta: Julieta, anche quest'anno ti ascolterai quella tua band?
Julieta: Uno, è una boyband, due, ovvio! Tra l'altro a luglio esce il nuovo singolo, o dovrebbe uscire, anche se manca Zayn, e questo mi dispiace molto, sapete bene quanto ci tengo...
Alessandra: già!
Emma: e anche Ale c'è! Ora andiamo...
Voce: attenzione prego, il treno per Napoli Centrale partirà tra un quarto d'ora dal binario 9.
Alessandra: ecco! È il momento, ragazze!
Marta: sì, finalmente!
Tutte: amiche per sempre, olè!
Si diressero dunque verso il binario, e lì lo videro. Il treno che le avrebbe portate in vacanza. L'anno prima non erano riuscite a prenderlo, perché erano arrivate tardi, ma ora erano pronte, perfettamente in orario e preparatissime per il viaggio. Stavano per salire sul treno, ma qualcosa le bloccò.
Livia: un momento, qualcuna deve andare in bagno?
Julieta: io
Emma: anche io, possiamo andare senza problemi, vero?
Marta: certo, vi aspettiamo qui
Le due sorelle dunque si allontanarono dal gruppo, dirette verso il bagno.

In un altro mondo, intanto, Cureharmony stava osservando le due ragazze. Lo stava facendo da molto tempo ormai e credeva che fossero pronte.
Chiamò quindi la sua socia, Curearcobaleno, per comunicarle che le due sorelle erano pronte.
Curearcobaleno: cara amica, tu credi che possano davvero essere pronte ad affrontare un compito così arduo? Dopotutto sono ancora giovani...
Cureharmony: è necessario. Hanno ormai l'età giusta per comprendere e potranno far rinascere Latinya, come dice la profezia.
Curearcobaleno: e allora richiamiamole qui, spiegheremo tutto non appena arriveranno.
Le due signore allora, pronunciate delle strane parole, mandarono dei segnali sulla Terra, destinati alle due sorelle gemelle che stavano partendo per le vacanze.

Uscite dal bagno, Emma e Julieta tornarono subito dalle amiche, ma mentre andavano sentirono qualcosa di strano. Una voce soave come una melodia e dolce come il miele le aveva appena chiamate per nome.
Emma: hai sentito anche tu, vero?
Julieta: se ti riferisci alla voce che ci ha chiamate, sì, certo che ho sentito. Mi ero girata ma nessuno pare averci chiamate, qui.
Corsero dunque fino al binario, dove le amiche le stavano aspettando.
Alessandra: eccovi, andiamo?
Emma: aspettate un attimo, ma l'avete sentita anche voi quella voce che ci stava chiamando?
Alessandra: ehm...no, voi ragazze?
Livia: di che voce parlate? Noi non abbiamo sentito niente!
Julieta: vi assicuro che è vero! Noi l'abbia... Ehi! Quella da dove proviene?
Emma: cosa?
La ragazza guardò e vide, sul binario opposto al loro una strana scia di luce dorata, che partiva da lì e andava chissà dove.
Le due sorelle si avvicinarono ad essa per vederla meglio e le amiche, non capendo, urlarono loro di allontanarsi.
Marta: che state facendo? Il treno è da questa parte!
Julieta: lo sappiamo, ma c'è questa...scia di luce...voi la vedete?
Livia: certo che no! Ma siete matte per caso?
Emma: no, perché?
Alessandra: a noi sembra!
Le due sorelle si guardarono. Possibile che le loro migliori amiche non potevano vedere e sentire ciò che avevano visto e udito loro?
Provarono a toccare la scia e all'istante una potentissima luce le avvolse completamente, il tempo sulla Terra si fermò e loro vennero trascinate via, senza che potessero fare alcunché.
Emma: ma che cosa...
Julieta: ehm... vas happenin?

Quando la luce svanì, le ragazze si trovavano in una bellissima piazza, di fronte ad una fontana dietro la quale si trovava il più bel castello che avessero mai visto. Sembrava fatto di cristallo!
Molto più in là c'era uno strano vortice luminoso di colore viola, dietro il quale il paesaggio era molto diverso, coperto da fitta nebbia e da una coltre oscura.
Emma: ma dove siamo finite?
Julieta: non ne ho la più pallida idea... Ma ora le nostre amiche si staranno chiedendo dove siamo... Proviamo ad avviarci verso il castello... Ci deve essere un qualche re o regina qui, no? Gli chiederemo di riportarci a casa
Emma: va bene, però se non ci riusciamo resteremo qui, vero?
Julieta: in quel caso si, rimarremo qui per tutto il tempo necessario, se ci sarà da aspettare aspetteremo, farei di tutto pur di tornare a casa.
Così si incamminarono verso il castello. C'era una leggera brezza che faceva ondeggiare le foglie degli alberi dell'immenso giardino che stavano attraversando e che precedeva i cancelli della reggia. Mentre camminavano si accorsero che i passanti le osservavano e borbottavano cose tipo 'ma queste chi sono?' 'ma saranno loro?' 'le Prescelte sono qui, ora non avremo più nulla da temere' e via dicendo.
Arrivate ai cancelli si fermarono. Si erano accorte subito di due guardie in divisa azzurra che sorvegliavano l'ingresso.
Una di esse prese la parola poco dopo e chiese
Guardia: chi siete?
Emma: siamo Emma e Julieta. Ci siamo ritrovate qui per caso... sembrava come se qualcuno di questo mondo ci avesse chiamato...
Julieta: esatto... Vorremmo vedere il vostro sovrano o sovrana...
La guardia fece cenno di seguirla. Aprì il cancello e le ragazze entrarono nell'immenso salone d'ingresso. La guardia le condusse fino a una porta decorata in argento e disse loro di aspettare un momento.
Guardia: vostre maestà, sono arrivate le due ragazze.
Cureharmony: molto bene, falle entrare.
Guardia: agli ordini.
Ragazze, entrate pure. Le nostre sovrane vi stanno aspettando.
Julieta: d'accordo. Vieni Emma.
Le due sorelle, entrate, furono abbagliate. Non avevano mai visto una sala così bella. Era tutta bianca con alle pareti dei decori argentati che rappresentavano delle battaglie magiche. In fondo alla stanza, su un trono d'oro massiccio, sedeva un'anziana signora, che indossava un abito lilla e una corona d'argento tempestata di diamanti. Accanto a lei c'era un trono simile, sul quale sedeva un'altra signora, anch'essa anziana, vestita di rosso porpora con una corona d'oro tempestata di gemme di tutti i colori. I capelli di quest'ultima erano multicolore, anche se ormai stinti, mentre l'altra aveva ormai i capelli bianchi. Entrambe avevano un'aria autorevole e benevola, e sembravano molto sagge.
Cureharmony: ben arrivate, Emma e Julieta. Vi aspettavamo con ansia.
Non preoccupatevi, presto vi spiegheremo tutto.
Emma: ma voi come fate a conoscerci?
Cureharmony: devi sapere che noi sappiamo molte cose. Alla vostra nascita... siete gemelle, giusto?
Julieta: sì, ma noi vorremmo...
Curearcobaleno: dopo. Dicevamo, quando siete nate abbiamo intercettato la vostra magia. Ma abbiamo preferito aspettare prima di chiamarvi qui... Spero abbiate compreso...
Emma: sì, ma come facciamo con le nostre amiche? Saranno preoccupate per noi... Dobbiamo tornare indietro...
Cureharmony: non vi dovete preoccupare per questo. Quando voi siete arrivate qui il tempo sulla Terra si è fermato e, una volta che vi spiegheremo tutto, cosa che richiederà un po' di tempo, potrete tornare alla vostra vacanza.
Ci state?
Curearcobaleno: sì...vi spiegheremo tutto con calma. Tranquille, non abbiamo intenzioni ostili...
Emma: tu cosa dici?
Julieta: io direi di restare. Il mio sesto senso mi dice che possiamo fidarci e sai che io non mi sbaglio mai.
Emma: va bene. Resteremo.

Spazio autrice:
eccomi qua con il primo capitolo della saga di Julieta. Spero che vi piaccia!

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