Mi-Sun e i Sette Nani (parte 4)

La pausa pranzo dei sette nani durava sempre un paio d'ore: una volta finito di mangiare c'era chi dormiva, chi prendeva il sole, chi parlava, cantava o scherzava. Quel giorno però il maknae e il timido Jimin avevano dei piani ben precisi: stare con i loro amati e riuscire a dichiararsi.

"Tae, che ne dici di fare una passeggiata?" disse ad un tratto Jungkook con voce più acuta del solito ed un tremolio alle mani che non passava inosservato. Tutto ciò risultò strano agli occhi del più grande: trascorrevano sempre l'ora di pranzo a giocare, parlare o camminare insieme, non aveva senso essere così..nervosi?

"Certo Kookie, ma stai bene? Non è che sei malato? Stai letteralmente tremando!" avvicinò così le labbra alla fronte del piccolo per accertarsi che non avesse la febbre.

A quel contatto gli si alzò davvero la temperatura: sentì il cuore scoppiare, la testa girare e il corpo sì caldo che avrebbe potuto far invidia al sole di quel primo pomeriggio estivo. "Si, si sto b-b-bene. And-andia-mo per favore" balbettando si allontanò da quella presa scottante mentre sentiva l'ansia cibarsi del suo stesso respiro.

I due così si incamminarono nel bosco e si distaccarono dal resto del gruppo che, nel frattempo, si stava rilassando in diverse attività: Namjoon era disteso sull'erba soffice con in mano il manga "One-Piece" che leggeva ad alta voce per Hoseok il quale, intanto, era seduto fianco a lui, con le gambe incrociate, ed ascoltava attento ed interessato il racconto: sognava anche lui di poter girare tra i mari, - come i protagonisti di quel fumetto, - con i suoi sei amici sentendo l'odore di salsedine e il vento perennemente tra i capelli. Voleva assaporare la libertà e invece si ritrovava senza aria, senza luce, senza via d'uscita dentro quella miniera che lo allontanava sempre più dalla vita vera. Nonostante questo lui sorrideva, lui era sempre contento: sognare non costava nulla e la sua felicità era a prescindere da ciò che aveva e riceveva. Lui amava la vita che gli era stata affidata.

Seokjin, intanto, se ne stava per conto suo con della giada tra le mani intento a creare un fermacapelli per la nuova arrivata: si sentiva in colpa per averla trattata con il suo solito modo di fare scorbutico e poco ospitale ma era fatto così, non ci poteva far nulla. Era sempre insofferente verso tutto e tutti, al contrario di Hoseok che sembrava avesse sempre la gioia nel cuore e, soprattutto, la tolleranza nell'animo. Pensava di potersi scusare e di farsi accettare con un regalo semplice ma utile: i suoi capelli avrebbero potuto risplendere ancor di più con un fermaglio di un materiale pregiato e tanto amato dai nobili.

Yoongi, invece, dormiva. E Jimin lo osservava.

I suoi piani si erano letteralmente disintegrati perché quel pigrone, il suo amato Yoongi, il suo preziosissimo nano, stava dormendo!

Avrebbe voluto piangere; milioni di pensieri gli stavano passando per la testa: "Jungkook si dichiarerà e io rimarrò solo""Sono un codardo, non riuscirò mai a farmi avanti""Perché capitano tutte a me?"

E intanto lo guardava quasi incantato: era supino con la testa appoggiata ad un borsone, come se fosse un cuscino, le mani sottili erano adagiate sulla sua pancia, il respiro si faceva via via sempre più pesante, le labbra piccole ma carnose erano socchiuse e sembravano essere davvero soffici.

Jimin deglutì rumorosamente: era lui il vero Dio, altro che Taehyung.

A gattoni si avvicinò lentamente al corpo dell'altro, poi si stese fianco a lui e poggiò la testa sul suo petto: non sapeva con quale coraggio stesse facendo tutto ciò ma ne aveva voglia, il suo era un desiderio represso da troppo tempo, era mosso dal bisogno disperato di contatto umano, del suo contatto umano.

E si addormentò anche lui, così, sopra il suo amico, in modo innocente e.. giusto. Erano fottutamente giusti insieme.

Jimin, però, non sapeva che Yoongi, in realtà, era sveglio: questi continuò a far finta di dormire pur di non interrompere ciò che l'altro stava facendo; sapeva che Jimin, per il troppo imbarazzo, sarebbe scappato via. A quel gesto così azzardato egli ne fu quasi onorato: stava mettendo da parte la timidezza e si stava esponendo solo per lui.

Gli mancò il fiato per un istante.

Poi, quando fu certo che Jimin si fosse addormentato, gli carezzò finalmente i capelli biondo platino che gli donavano l'aspetto di un angelo: aveva sempre paura di avvicinarsi a lui per via della sua timidezza, della sua innocenza, e temeva di spaventarlo e di sporcare, in qualche modo, il suo animo puro.

Jimin era la sua giada preziosa.

Si era sentito lusingato anche quando, il giorno prima, il piccolo aveva dimostrato una strana gelosia nei suoi confronti e, in quel momento, ebbe la certezza di essersi davvero innamorato di quell'angioletto che vegliava sempre su di lui.

Yoongi lo sapeva che Jimin, in un modo o nell'altro, lo osservava, lo aiutava e lo proteggeva nonostante il suo essere timido e riservato.

Jimin era genuino, sapeva di bontà.

Nel frattempo Jungkook e Taehyung camminavano senza dire una parola: quella situazione era straziante per il maknae che cercava di zittire i suoi stessi pensieri ma, tutto quel dannato silenzio glielo stava impedendo. Sentiva il rimbombo del cuore accelerare sempre più nella sua gabbia toracica, le mani stavano iniziando a sudare, la gola a seccare, gli occhi a bruciare..doveva dire qualcosa altrimenti sarebbe impazzito in quell'istante e non aveva proprio voglia di dare di matto avanti il suo Dio.

"Tae.." si schiarì la voce "Io, io d-devo d-dar-darti, io devo d-da-darti, io devo.."

Il più grande si fermò di scatto per prendergli le mani e guardarlo negli occhi.

"Kookie calmati! Cos'hai? Sei strano."

"Io, ecco..." lo sguardo del biondo non aiutava affatto, così, distogliendo gli occhi, si fece coraggio mentalmente.

"Tae io devo darti una cosa. Io, ecco, tieni.." sciolse le loro mani e prese due braccialetti dalla sua tasca.

"Io li ho fatti per noi, cioè, uno per te e uno per me, in segno del mio amore" non credeva di averlo detto in questo modo.

"Cioè, oddio Tae, io volevo dire.."

"Kook!" lo zittì il biondo "Ma sono bellissimi, li hai fatti tu con la giada?"

Il piccolo annuì imbarazzato mentre guardava per terra.

"Sei bravissimo! Mi stai chiedendo di essere il tuo fidanzato?" chiese con un sorriso ampio e coinvolgente.

"Io..beh.." si grattò la nuca nervosamente.

"Si, Kookie! Mille volte si" gli mise le braccia attorno al collo e gli saltò letteralmente addosso allacciando le gambe attorno alla vita e riempiendolo di tanti baci sulla fronte, sul naso e sulle guance.

In antichità il braccialetto di giada veniva donato alla propria amata come simbolo di unione e fedeltà e Jungkook li aveva fatti apposta per dichiararsi al suo hyung; anche se non era andata come aveva immaginato, si sentì al settimo cielo: il suo amore era ricambiato, non poteva ancora del tutto crederci.

Si lasciò baciare dappertutto mentre lo reggeva senza alcuno sforzo: il suo – ormai - fidanzato era leggero come una piuma e quegli schiocchi sul suo viso gli davano la forza di mille nani messi insieme.

I due, poi, vista l'ora, si apprestarono a tornare alla miniera con i braccialetti ai polsi, le mani intrecciate ed un sorriso innamorato, come se stessero in un'altra galassia o, addirittura, in un altro universo. Erano ubriachi di felicità e stracolmi d'amore.

Al loro ritorno Jungkook scorse Jimin tra le braccia di Yoongi e subito si ricordò di dover parlare al suo amico, di chiedergli come fosse andata, e, soprattutto, di capire cosa fosse successo date le circostanze ambigue.

"Dove siete stati, è tardi! Dobbiamo tornare a lavoro piccioncini" disse Namjoon con tono severo e dolce allo stesso tempo alludendo alle mani unite dei due.

"Ce l'avete fatta a mettervi insieme!" intervenne Hoseok andandoli incontro e saltellando attorno ai due.

A quelle parole Jimin aprì gli occhi un po' stranito; ci mise qualche secondo per capire cosa stesse succedendo: 1- Jungkook era riuscito a dichiararsi a differenza sua e 2 - stava letteralmente addosso il petto del suo hyung! Si alzò di scatto facendosi tutto rosso in viso mentre Yoongi apriva gli occhi e gli sorrideva soddisfatto.

"Scusa, scusa, scusa" disse il nano angelico alzandosi di fretta e furia e correndo dai due innamorati, nuova attrazione della giornata.

Yoongi non fece in tempo a dir nulla che quello già se ne era andato; continuò solo a sorridere e ad ammirarlo da lontano, pensando che Jimin fosse uno spettacolo a cui non avrebbe mai voluto mancare.

I sette nani lavorarono sodo fino al calar del sole, cantando di tanto in tanto per svagarsi ed alleggerire la fatica. Come loro solito, a fine giornata, si abbracciarono sorridenti per poi mettersi in marcia col carico di giada in spalla ed una melodia tra le labbra.

Tutti, ormai, avevano capito della relazione tra Jungkook e Taehyung: non facevano altro che congratularsi ed intenerirsi di fronte i due innamorati che si tenevano per mano, ma Jimin? Jungkook non aveva ancora avuto modo e tempo di parlare con lui. Che cos'era successo con Yoongi? Come mai prima li aveva visti dormire abbracciati ed ora, invece, non si guardavano neppure? Il maknae pensò di chiedergli spiegazioni dopo cena, con anche la presenza della principessa: una figura più esperta avrebbe potuto comprendere la situazione meglio di lui.

I suoi pensieri, però, vennero interrotti da un urlo e subito i suoi piani si disintegrarono sul nascere:

"PRINCIPESSA!" gridò Namjoon accorrendo verso la fanciulla sdraiata, come se fosse morta, dinanzi la porta d'ingresso.

I nani erano straniti e scioccati: cos'era successo?

Il leader si accasciò su di lei e le sfiorò il viso, poi, notando una mela mordicchiata accanto il suo corpo, disse allarmato "Ragazzi non avvicinatevi!"

I piccoli amici rimasero interdetti senza sapere cosa fare o pensare: Taehyung stringeva forte la mano del suo fidanzato per dargli coraggio; Seokjin iniziò a singhiozzare mentre aveva tra le mani il regalo che le aveva fatto; Hoseok, invece, iniziò a pregare, e Jimin, preso dal panico e dalla tristezza, si strinse sul braccio di Yoongi incurante della propria timidezza e della reazione che avrebbe potuto avere l'altro. Di risposta il nano dai capelli blu si girò verso di lui e lo avvolse completamente tra le sue braccia; poi, con fare rassicurante, gli carezzò il capo e gli fece poggiare la testa sul suo petto. "Shh, piccolo, andrà tutto bene"

"Hobi, prendimi un sacchetto di plastica" ordinò il leader cercando di mantenere il più possibile la calma, e lui obbedì senza chiedere spiegazioni: si fidava del proprio "capo".

Quando gli porse la bustina, Namjoon la avvolse attorno la mela per poi dare nuove indicazioni:

"Portatela sul letto, lavatela, copritela..insomma prendetevi cura di lei; io devo analizzare questa mela e fare alcune ricerche! Salveremo la piccola ad ogni costo!"

I nani non fecero domande e, ritrovando la lucidità persa, fecero quello che gli era stato detto: insieme trascinarono la fanciulla sul letto di Yoongi, poi le sistemarono il vestito e le misero il nuovo fermaglio fatto da Seokjin tra i capelli. Non sapevano cos'altro fare: ormai la loro unica speranza risiedeva nel loro nano più saggio, Namjoon.

Il leader passò tutta la notte ad analizzare la mela; vi chiederete, con cosa? Nessun laboratorio scientifico, ampolle chimiche e strumenti ad alto rischio di incendio: egli utilizzava una semplice lente d'ingrandimento. Lui era noto per una spiccata intuizione e un grande spirito di ricerca, così, quando ipotizzò che quella mela fosse stata avvelenata, iniziò a sfogliare vari libri di magia nera.

Di tanto in tanto lo andavano a trovare Hoseok, con un sorriso rassicurante e un po' di caffè, Seokjin, che lo tartassava di domande ansiogene e pressanti e Jungkook, il quale si limitava solo a guardarlo con occhi speranzosi ma allo stesso tempo tristi; poi questi tornava da Taehyung, il quale si trovava nella camera della fanciulla, e si sedeva vicino a lui in silenzio.

Yoongi, invece, si era addormentato sul divano del soggiorno con ancora Jimin tra le braccia: non si erano staccati nemmeno un secondo da quando avevano trovato la Principessa sul vialetto di casa priva di sensi. Yoongi si sentiva in dovere di proteggerlo, di rassicurarlo e Jimin glielo lasciò fare come se fosse un cucciolo ferito e abbandonato in autostrada.

Era ormai sorta l'alba quando Namjoon svegliò tutta la casa in preda all'esaltazione:

"Ci sono! Ragazzi ho trovato!" urlò quasi in lacrime di gioia.

Taehyung, Jungkook, Hoseok e Seokjin si precipitarono nel "laboratorio" del leader mentre Yoongi e Jimin, pur svegliandosi, rimasero accoccolati ancora un po': solo lì erano al sicuro da tutto.

Namjoon, anche se aveva l'aria stanca e distrutta, sorrideva a trentadue denti per i progressi che aveva fatto e disse:

"Ho studiato tutti i volumi della magia nera e, visti i sintomi della ragazza, sono arrivato alla conclusione che si tratta del <dolce veleno>"

I quattro nani annuirono non molto convinti

"Può sembrare un controsenso: un veleno può essere dolce? Ebbene si, cari miei! E' un veleno potentissimo che può essere sciolto solo con, cito testuali parole del libro, <il dolce bacio del vero amore>"

"Basterà quindi darle un bacio?" chiese il maknae con fare ingenuo: egli alludeva ad un semplice schiocco sulla guancia.

"Ah piccolo Kookie, come sei innocente. Il libro intende un vero bacio! Quello che si danno i fidanzati" disse Namjoon intuendo che i due innamorati non avessero ancora fatto il passo successivo.

Jungkook pensò che presto o tardi anche lui avrebbe dovuto dare un vero bacio al suo amato e questo gli mise un po' di pressione; Taehyung invece non ci fece caso.

"Glielo darò io" si propose Seokjin e i suoi occhi si illuminarono di colpo.

"Seokjin si è innamorato?!" intervenne Yoongi entrando nel laboratorio ancora sbadigliante e con Jimin sottobraccio "Questa si che è una novità"

"No, io, cioè..voglio solo essere d'aiuto" rispose il diretto interessato diventando rosso dalla vergogna e dalla rabbia "E poi siete voi due la vera novità a quanto pare!" cercò, così, di spostare l'attenzione verso i due nani abbracciati.

A quelle parole Jimin si staccò all'istante dall'amico diventando tutto rosso, ma Yoongi gli impedì di andar via: gli prese il polso e, trascinandoselo di nuovo tra le sue braccia, disse "Non cambiare argomento, qui dobbiamo aiutare la ragazza!"

Il piccolo si strinse così nel suo petto nonostante la vergogna che lo stava divorando vivo: decise di non farci caso e godersi quei momenti decisamente ambigui per uno come Yoongi.

"Non funziona così!" continuò il leader "Sun è una principessa: dovremmo trovare qualcuno di più..come dire, più simile a lei"

"Vuoi dire un principe?" disse Hoseok.

Namjoon annuì; poi, però, tutto il suo entusiasmo svanì di colpo.

"Ma dove lo troviamo un principe disposto a fare questo per noi?"

"Lo so io!" disse Hoseok, riportando come sempre l'allegria e la speranza.


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Sono stata tutto il giorno fuori e non ho potuto aggiornare..se riesco stasera posto l'epilogo di You made me again...inoltre pubblicherò anche la presentazione di una nuova storia (una Yoonminseok) Ci tengo molto a questa nuova storia potrebbe interessarvi ahaha bye <3

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