veteres historiae

Or ora sono giunto a narrare

non d'un aedo, non d'un giullare

ma d'un viandante di pergamena provvisto

che narra di una creatura temuta pur da Mephisto.

Errando in modo incostante

aveva scritto un libro a dir poco gigante,

una lista con sigle e comitati

che nessuno ricorda quando furon coniati.

Vagabondò a lungo, lo sta ancora facendo,

quella lista sta tuttora redigendo

Nessuno sa se fine mai avrà

ma raccontar dall'iniziò si potrà.

Orsù prendetemi lira e cappello,

perché, sì, son menestrello

di cantare chiesto mi è stato

sedetevi, tutto vi verrà rivelato.

La foresta di Pattawd quel giorno era soleggiata, l'aria era fresca e si udivano nell'aria i cinguettii dei vari uccelli che abitavano il luogo.  V'era una radura, i viaggiatori la conoscevano come un campo per mettere le tende e accamparsi prima di ripartire, era sita circa al centro della foresta, la si riconosceva da lontano perché nei pressi di un alta quercia che spiccava tra gli altri alberi. Ivi, quel giorno, stava un bardo vestito da contadino, con solo una cetra, un cappello da pellegrino e un sacchetto in cinta, con qualche moneta d'argento. Sedeva su un ceppo in mezzo all'erba e intorno a lui si erano raccolte le genti del villaggio più vicino in cui era passato saltellando allegro, pargoli, giovincelli e persino adulti erano incuriositi da quel buffo figuro che si protraeva a suonare un pimpante motivetto con lo strumento, chiedendo, in rima, i nomi dei villici che lo stavano ascoltando. E fu così che si alzò in piedi su quella ceppaia, lanciò il suo cappello sul prato scoprendo la chioma di capelli biondi e gli occhi vispi da folletto, avviando il suo buffo balletto.

Tutto ciò che so è certo

sul nostro viaggiatore,

il piede lesto,

l'han visto in veste di cavalcatore

e quando errava nel buio pesto.

Fidatevi del vostro giullare

quello che so far è raccontare.

Fidatevi, io c'ero,

ho visto  la figura dal mantello nero!

L'aedo senza nome noto interruppe il suo canto repentinamente, lasciando il suo pubblico confuso. Si mise un braccio davanti al volto, chiudendo gli occhi, venendo colpito da una pigna venuta dal confine della radura, che rimbalzò sull'arto e cadde rotolando nel campo. Il suonatore emise un verso di dolore e si massaggiò la parte colpita, mentre un individuo incappucciato, stretto in una veste nera nonostante il sole, e con un grosso tomo rivestito di pelle scura sotto il braccio si avvicinava al luogo dove era radunata la piccola folla, sotto gli occhi di tutti, cantore compreso. Quest'ultimo aveva uno degli sguardi più furiosi che molti dei bambini avessero mai visto.

«Potevi cavarmi un occhio! Che ti dice il cervello?» Urlò indicando la pigna.

L'individuo intanto gli era arrivato appresso e si era levato il lembo di stoffa che gli copriva la testa, scoprendo il volto di una donna dagli occhi nocciola e dai capelli castani, che guardava il ragazzo di fronte a lei con una punta di divertimento.

«La mia mira sta migliorando, allora. Ti ho già detto di smetterla di seguirmi e di raccontare la mia storia come se non ci fossi! Non sono un personaggio mistico! Mi disturbi mentre scrivo!» affermò in modo scontroso sistemandosi il grosso libro contro il petto. «Piuttosto vai a coltivare nel campi o a lavorare nelle locande! Guadagnati da vivere, per il potentissimo dio dei condotti fognari!» continuò poi, e sarebbe andata avanti, se una bambina che non poteva avere più di undici anni, la figlia di qualche bracciante, senza dubbio, a giudicare dai suoi abiti, non le si fosse avvicinata e avesse richiamato la sua attenzione tirandole in lembo del mantello. Aveva i capelli scuri e tagliati corti e uno sguardo vispo ed energico.
La donna sorrise e si inginocchiò per arrivare alla sua altezza, guardandola.

«Ciao, sono suzuya_rin, tu come ti chiami?» chiese la viaggiatrice cordialmente, con un tono che il bardo non le aveva mai sentito usare.

«Sono _notte_di_luna» si presentò lei sorridendo a sua volta e poi catalizzando l'attenzione sul grosso e usurato volume che ella teneva in braccio «Quello che cos'è?» chiese indicandolo con innocente curiosità.

Suzuya_rin prese il libro e se lo mise sulle ginocchia, mostrandoglielo «Questa è una cosa che ho scritto io, durante i mie viaggi. Ci sono davvero tante storie, alcune me le hanno raccontate le persone che ho incontrato, altre le ho scritte dopo averle conosciute» spiegò lei, mentre la ragazzina stava ad ascoltare.

«Devi aver girato davvero in molti posti!» esclamò meravigliata.

«Sì, quasi non me li ricordo nemmeno tutti» affermò, sempre sorridendo, Suzuya.

«Ci potresti raccontare una di quelle storie, per favore?» chiese _notte_di_luna, al ché la donna si addolcì e annuì, sorpassando l'aedo e sedendosi sullo stesso ceppo dove stava quest'ultimo pochi minuti prima. «Preferisco farlo io che quel cantore senza licenza che mi ritrovo appresso, va bene, ogni storia ha il suo Assurancetourix, ma così si esagera» commentò aprendo il libro.

«Io avrei anche un nome, se può interessare...» disse il menestrello con una nota di rimprovero.

«Non te l'ho chiesto quando hai cominciato a seguirmi e non te lo chiederò in questo momento, perciò siediti» affermò indicando uno spazio a sedere tra un uomo dai capelli ricci che aveva capito chiamarsi Evgenij_Demoni_EFP e un giovane che si portava appresso una bottiglia di liquore, un tale che, secondo ciò che ricordava, era soprannominato Lo_Zio_Tom. Il ragazzo dai tratti di folletto, quindi, si sedette di malavoglia è massaggiandosi il braccio dolorante, anche se in cuor suo era pur sempre curioso. Di rado capitava, infatti, che il viaggiatore dal mantello nero si fermasse a raccontare le sue storie e quando accadeva si poteva viaggiare in terre lontane e sconosciute ascoltando storie di rivoluzioni.

Suzuya_rin aprì il libro, che altro non era che un insieme di pergamene rilegate e scritte a mano, iniziando a leggere della sua prima avventura.


«La vicenda che oggi andrò a narrare si svolge in una terra lontana, in un'epoca ancor più remota. V'era un baldo giovine, un tempo, egli rispondeva al nome di Decklon. Lo incontrai all'inizio del mio viaggio e quella fu la prima persona che aiutai...»

E fu così che la storia ebbe inizio.

*Angolo compreso tra gli asterischi*
Dopo decadi di "ho in mente di scriverlo, un giorno lo farò" l'ho fatto davvero! Certo, ho cambiato la mia età e quella di _notte_di_luna (con il suo permesso, grazie Luna, ti voglio bene) per "finalità di trama", però l'importante è che ce l'abbia fatta! Gioia gaudio! Anche se è solo l'introduzione, ma almeno così mi sentirò in colpa a non continuarla.
PS: sono talmente pigra con i nomi che Pattawd è l'anagramma di Wattpad, ma datemela buona, per favore...

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