papà Manu e papà Mone.


« Fallito anche a 'sto giro. »

La voce di Manuel raggiunge con qualche istante di ritardo le orecchie di Simone, intento a scrivere al computer la relazione da consegnare ed illustrare il giorno dopo in ufficio. 

Gli è facile farlo, ha già appuntato ogni cosa in un paio di fogli volanti sui quali di tanto in tanto getta uno sguardo per avere conferma che ciò che sta scrivendo sia corretto e prosegue con il tamburellare sui tasti con le dita lunghe e affusolate. 

Non ha ben compreso le parole del marito, non solleva lo sguardo dallo schermo, si limita a mugugnare un distratto « Mh? » 

« Ho fallito anche 'sta volta, Simò!»

Questa volta le parole arrivano forti e chiare.
Si concede qualche istante per un rapidissimo brainstorming tra sè e sè per cercar di capire a che cosa possa riferirsi l'altro. 
Fallito? Manuel? 
Schiude lievemente le labbra mentre nella sua mente si affollano improbabili ragionamenti. 

Uno più insensato dell'altro.

« Manuel,  non ti seguo.» ammette, mentre chiude ad icona, seppur a malincuore, il documento sul quale sta lavorando. « Di che stai parlando, scusa? »

Ottenuta la sua completa attenzione, Manuel si avvicina veloce alla scrivania, tiene in una mano una tazzina di caffè da cui beve un brevissimo sorso prima di chiudere con l'altra mano, in un colpo secco, il laptop del marito.

«No! Stavo lavorando-» piagnucola l'altro, stringe lentamente i pugni con fare plateale portandoli alla bocca come avesse appena assistito alla più cruenta delle scene. 

«Simò tu me devi ascoltà. E nun te distrarre.» lo ammonisce, mentre prende posto sedendosi su di un angolo della scrivania. 
« Qua hai un padre disperato a cui dà conforto.»

«Immagino già il dramma che si sta consumando nella tua testa.»
Lo prende in giro, conosce perfettamente la sua vena melodrammatica e come questa prenda facilmente il sopravvento, soprattutto quando si tratta di argomenti legati a Jacopo.

Inforca quindi gli occhiali, lasciandoli in bilico perfetto sulla punta del naso. 
Corruccia le labbra in una smorfia da saputello, poggia i gomiti sul scrivania e giunge le mani.

Lo scruta con attenzione e «Il suo psicologo personale è pronto ad ascoltarla, paziente Ferro.» 
 Recupera carta e penna  e lo incoraggia nuovamente, «Mi dica tutto.»

«Smettila de fà il coglione.» lo rimprovera subito il marito, con espressione triste e dispiaciuta.
«Dai Simò, te prego. Io sto a vive veramente 'n dramma! Non so più che fare!» 

«Se solo mi spiegassi a che cosa caz-»

«Lo sai a che me riferisco! Nun je piace niente de quello che je prendo io!»

In un moto di esasperazione, Simone porta entrambe le mani ai capelli e quasi se ne strappa via un paio quando questi rimangono impigliati nella fede che porta al dito dal giorno in cui ha sposato il suo Manuel. 

Con i polpastrelli prende a massaggiarsi le tempie, con piccoli movimenti circolari, per mantenere la calma e non esplodere contro il maggiore che è ancora lì seduto su di un angolo del tavolo con la testa bassa, gli occhi completamente coperti dai ricci leggermente sudati che ricadono in avanti, appiccicandosi sulla fronte. 
Si tortura le mani, con aria afflitta. 

« Ancora cò 'sta storia Manuel?!  T'ho detto che è 'na tua fissazione! » 
Quasi urla, nel tentativo di spronarlo a reagire e ragionare.
Poggia le mani sulle cosce dell'altro e prende ad accarezzarle piano, chinandosi quanto più possibile su di lui per intercettare i suoi occhi. 

Perchè è vero che Manuel esagera ed esaspera ogni cosa, ma l'idea che possa arrivare a dispiacersi tanto da farsi venire gli occhi lucidi, lo preoccupa comunque.

Passa in rassegna le sue lunghe e folte ciglia, il cuore si rasserena quando nota che non sono state intaccate da lacrime. 

«Te sei convinto de robe che non esistono!» insiste. 

 «Te non hai capito cos'è appena successo.» dice l'altro, mestamente.

Simone rotea quindi gli occhi e torna a chiedere spiegazioni «Racconta. Avanti.»

 « Gli ho comprato un pigiamino stupendo oggi. Prima de tornà  a casa.»

 «Eh.»

«Simò, non ho sbagliato niente. Ho preso perfino la taglia giusta a 'sto giro-» 

«Eh. Diciamo che la taglia è importante Manu. Quello dell'altra volta-diciamo che non andava.» 

«L'ho capito. L'artra volta ho sbagliato io, ok! Me stà bene, je stava stretto, va bene.
Sò io la merda, l'ho fatto piangere! Me dispiace, ho chiesto scusa! » si giustifica freneticamente

 « ma questo no, questo je verrebbe perfetto. Guarda, Simò! » estrae dalla tasca uno stropicciato foglietto che mostra nervosamente al compagno. 

 «'O vedi? Me sò segnato la taglia 'stamattina prima de annà a lavoro. È quella giusta, no?!»

Allarga il foglietto e lo avvicina agli occhi del compagno che deve necessariamente tirare indietro la testa per poter mettere a fuoco. Un "3-4 ANNI" scritto a caratteri cubitali trionfa su quel piccolo pezzo di carta. 
Rotea nuovamente gli occhi, esasperato. 
Sembra assurdo che Manuel abbia avuto la necessità di appuntarsi una cosa del genere, ma tant'è. 

«Si, è lei. E quindi? Te prego Manuel vieni al dunque, ho 'sta cosa da finì- » piagnucola, pensando al tempo di lavoro perso. Finirà col fare nottata su quei fogli, già lo sa. 

«E quinni non je piace Simò!» urla quasi disperato.
 «C'ha pure i dinosauri sopra! I dinosauri, 'o capisci?»

 «I dinosauri!!» ripete ancora.

«Cioè , sò annato proprio sul sicuro!
 'Sto ragazzino ce sta crescendo, in mezzo ai dinosauri.»
 
Scatta in piedi, in quell'impeto di frenesia.
Inizia ad elencare, aiutandosi con le dita,  «E a culla, e il pupazzetto, e 'o zaino pe scola, e a magliettina...c'ha tutto a forma de dinosauro! »

Si ferma un attimo per riprender fiato.

«Questo ce stà a diventà paleontologo pe quanto ama 'sti cazzo de dinausauri ma quelli de 'sto pigiama che j'ho presto io je fanno schifo Simò!» 

Si morde la lingua per aver alzato troppo la voce e aver detto "la parola con la S che non si dice"

 «Schifo, totale! » ripete, questa volta bisbigliando.

Simone, dal canto suo, continua a guardarlo divertito. 
Non riesce proprio a prender sul serio questi drammi che vive Manuel ogni volta che Jacopo rifiuta qualcosa. 
Drammi che lui riesce ad evitare solo perché porta con sé il piccolo in ogni negozio e lascia scegliere a lui cosa acquistare. 

Ride sommessamente, stringendosi ritmicamente nelle spalle. 
Nasconde il viso con una mano per non scoppiare a ridere di fronte al marito che sembra davvero vivere la tragedia del secolo. 

« Simò, m'ha guardato in faccia con quegli occhioni stupendi che c'ha, e c'aveva tutto er disappunto der monno! »

«Addirittura, Manuel! La stai a fà tragica, dai.»
Prova a tagliar corto, con tono più o meno serio.
Viene tradito da una piccola lacrima che affiora e riprende a ridere.

« Avrà pensato "Guarda 'sto coglione che non sa manco compramme 'n pigiama."» 
Torna a mordersi la lingua per l'ennesima parolaccia scappata, spera solo che il piccolo, che intanto è rimasto a giocare con Dante, sia abbastanza distante da non sentire niente. 

Si siede di nuovo sul tavolo accanto al marito, riassumendo la stessa posizione.
«C'avrebbe pure ragione..»mormora. 

Simone sbuffa ancora qualche risatina prima di avvicinarsi nuovamente alle sue gambe.
Gli dispiace pure, aver riso così tanto, ora che lo vede così. 
Triste e affranto per un pigiamino rifiutato. 

Con una lieve pacca sulla coscia, attira la sua attenzione «Oh. Amore, ascoltami.» 

«Eh.»

«Jacopo ti adora.» 
Scandisce bene quelle parole, con la speranza gli entrino bene in testa e se ne convinca.

«Ti ama! Quando non ci sei, chiede sempre di papà Manu- persino oggi, quando sono andato io a prenderlo a scuola! Ha chiesto subito a mio padre dove fosse papà Manu.
Probabilmente prima era un po' stanco- o preso dai giochi con mio padre- ma lui ama e apprezza ogni cosa che fai per lui!» 

«Lo pensi sul serio?»

«É così! Tu sei papà Manu e sei indispensabile! »

Con quelle parole, riesce a strappare un sorriso al maggiore. 
Il cuore fa una piccola piroetta quando quest'ultimo si china a baciarlo e con le braccia lo avvolge, stringendolo a sé.

«Tu mi fai sentire sempre così, Simò. Indispensabile.»

Accarezza piano la guancia del marito e torna a depositare un altro bacio sulle sue labbra. 

«Ti va di tornare a casa? Il piccoletto sarà pure bello stanco.»

«Si. Andiamo và.»

Raggiungono insieme il salotto di casa Balestra dove Dante, seduto su di una poltrona, mima con la labbra un " non fate rumore".
Il silenzio è assoluto e riempie ogni angolo della casa. 

Si avvicinano quatti quatti alle sedute poste al centro della camera. 
Allungano lo sguardo al divano di fianco, sotto suggerimento di Dante che lo indica ripetutamente con un dito, senza abbandonare quella smorfia supplicante del rispetto di quel silenzio che gli ha permesso di far addormentare Jacopo dopo un'estenuante, ma bellissima, sessione di giochi, durata l'intero pomeriggio.

Il piccolo sta dormendo rannicchiato sul divano di pelle rossa, sotto la sua amata coperta cucita a mano da nonna Virginia.
Il visino poggia su di un cuscino che Dante ha portato direttamente dalla vecchia camera di Simone. 

Con movimenti estremamente lenti e silenziosi, Simone lo prende in braccio, avendo cura di non svegliarlo. 
Riesce nell'impresa, lo avvolge tra le braccia e si sposta verso l'ingresso della casa, attendendo Manuel che recupera i giochi sparsi qua e là, lo zainetto del piccolo. 

«Dante, dov'è il pigiama nuovo di Jacopo? L'ho lasciato qua me pare solo che-»

«Ha voluto indossarlo!» spiega Dante, sottovoce.
 «M'ha detto che avrebbe dormito solo se gli avessi messo la maglietta di papà Manu e i calzini di papà Mone. L'ho fatto ed è crollato poco dopo. »

Un sorriso quasi commosso si fa largo sulle labbra di Manuel, ringrazia Dante per la cura e l'amore rivolti al piccolo e lo saluta con un cenno e un silenzioso abbraccio.

Si avvicina al compagno, guarda con tutto l'amore del mondo quel piccoletto che tiene tra le braccia.
Si china a lasciare un bacio sulla sua guancia prima di aprire lentamente la porta d'ingresso. 

É in quell'istante che il piccolo si sveglia per un istante, si sistema tra le braccia di Simone, poggia il visino stanco sulla sua spalla. 

 «Papà Manu e papà Mone, andiamo a casa?»


Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top