Capitolo 12
Kageyama voleva venirmi dietro. lo notai dal suo sguardo ma, ero di fuori, Asahi si avvicinò a me e io lo scansai.
Uscii dalla porta principale per avvicinarmi al cancello, volevo andarmene e sparire per sempre.
"Fermati Shōyō!" Mi urlò Kuroo che era in turno, camminai dritto e non mi girai, sentii solo la fantastica 'Bohian Rapsody' dei Queen nelle mie orecchie e poi un tonfo.
Cosa era?
Ero io?
Perché stavo cadendo?
Perché mi dimenavo?
Asahi e Kuroo mi stavano tenendo a mood di contenimento per terra, e io urlavo.
Non me ne resi manco conto.
Avevo dellw lacrime attorno agli occhi che affrontavano il mio viso per poi cadere per terra, mi dimenavo e ad un certo punto sentii solo la sua voce.
"Hinata boke calmati." Disse Kageyama, li vicino c'erano i miei genitori che mi guardavano storti, e quel pensiero mi fece avere uno scatto di agitazione più forte di quello e ribaltai senza pensarci Asahi.
Kuroo provó un'altra manovra e lo spinsi, lui cadde da terra e poi saltaii il cancello.
Ero fuori e iniziai a correre come l'altro giorno, il fiato corto che cercava di star tranquillo ma l'aria nei miei polmoni non arrivava.
Girai l'angolo e continuai a correre finché non mi ricordai manco dove fossi, arrivai a una stradina stretta vicino a un parco.
Vidi degli alberi li vicino, il vento primaverile tra i miei capelli e poi notai lui.
Vidi una familiare testa a budino.
"Ken..ma?" Chiesi e lui si staccó leggermente dalla sua switch, mi gurdò annoiato.
"Shō che cosa ci fai tu qui?" Mi chiese von un sopracciglio alzato dopo qualche secondo, deglutii rumorosamente e non seppi come rispondergli.
"Torna in struttura, se ti beccano qua son cazzi sia tuoi che miei.. dio mio sono appena uscito dall'isolamento." Disse lui e abbassai la testa.
"Io non voglio più tronarci la." Ammisi, mi guardò con uno sguardo preoccupato, spense la switch e portó l'attenzione tutta su di me.
"Ma non avevi l'incon-" Cercó di dire che scoppiai a piangere tra le sue braccia, si stavo davvero male, e le sue capienze affettive erano pari a quelle di una sedia però... era mwglio di niente.
Gli raccontai tutto e lui ovviamente non mi fece tralasciare niente, avevo gli occhi ancora lacrimosi e lui mi fece la fatidica domanda.
"Kageyama di qui, Kageyama di la, non è ti sarai fissato con lo psicologo?" Mi chiese con un sopracciglio alzato, sentii prender fuoco tutto il viso e negai il tutto.
"Okey... Allora da quanto va avanti la situazione?" Mi chiese e riabbassai la testa.
"Da un po' purtroppo..." Dissi per poi sentire una voce chiamarmi più volte.
Mi girai di scatto e vidi Kageyama.con dietro Kuroo, feci un bel respiro e decisi di non correre, ora mai ero li, solo mi dispiaceva per Kenma.
Infatto mi girai per scusarmi ma lui era già entrato nel parco, girai gli occhi al cielo, sempre il solito.
I miei sbalzi d'umore incredibili mi fecero riprendere in un baleno.
"I tuoi sono andati via.. vieni dentro, per favore?" Mi chiese e io gli sorrisi come non avevo mai fatto con le ultime lacrime agli occhi mezze asciugate.
Iniziai a camminare e Asahi mi mise una mano sulla testa per farmi capire che c'era.
"Sto bene, ci sono anche io." Dissi tranquillamente e lui mi sorrise debolmente, aveva gli occhi lucidi e volevo sapere il perché stesse così.
Ritornammo dentro e mi risvegliai dal mio stato di trance solo quando Kags chiuse il cancelletto.
Entrai dentro e vidi Kenma sul divano con la switch che gli faceva come prolungamento della mano, si giró di scatto verso di me e i suoi occhi da gatto molto ipnotici si spalancarono.
Mi prese per il colletto e davanti a tutti mi trascinò al piano superiore. nella nostra stanza, non mi riuscii manco a girare o a dire una parola.
"Scusa se sono andato via." Disse e poi intrecciò le dita e accavallò le gambe, segno che ora si parlava sul serio.
"Ti è venuto a prendere il tuo psicologo?" Mi chiese con tono piatto e calmo, quasi inquietante.
"E Asahi." Risposi annuendo.
"Ti rendi conto che è sbagliato?" Mi chiese e io lo guardai torvo.
"Siamo solo due ragazzi che si paicciono mica uccidiamo." Dissi con un tono acido non mio.
"Lui è uno psicologo. E tu un fottutissimo utente di una orrenda struttura psichiatrica." Spiegò cose che sapevo già, annuii distrattamente.
"Come pensi di tenere una cosa del genere nascosta." Mi guardó più turbato del solito.
"Tu...non lo dirai mica, giusto Kenma..?" Chiesi dubbioso e impaurito.
Lui chiuse un attimo gli occhi e poi si alzó tranquillamente, mi guardó e poi sbuffó.
Iniziai a pregarlo manco fosse la madonna e poi mi chiuse la bocca con una mano per farmi stare zitto.
"Ti preeeeeeeeeeeeego." Mi stappai e lo pregai di nuovo.
"Ahhh. Okey. Però. Stai. Zitto." Scandì tutte le parole e io lo abbracciai quasi piangendo.
"Dopo tutto, non sei l'unico che ha un cuore.." Mormorò e io urlai dalla gioia. Kenma Kozume era innamorato e io non ne sapevo niente anche se probabilmente sapevo che nella sua testa c'era un tenero gatto nero.
Divenne tutto rosso.
E mi diede un pizzicotto, urlai di nuovo e più forte, e ad un certo punto la persona che stavamo pensando entró in stanza preoccupato quasi sfondandola.
"COSA SUCCEDE RAGAZZI!?!?" urlò il gatto nero puntando lo sguardo su la testa a budino vicino a me.
Io risi troppo, sotto i colpi di Kenma e non smisi mica.
"Si sentono le vostre urla da sotto. Lo psicologo ha chiesto un po' meno baccano che è in colloquio con un Oikawa. E sapete che lui si agita subito." Disse Kuroo e Kenma lo guardó come al solito, cambiava solo che il suo viso stava tendendo fra il rosso e il rosa.
"Si... Ci dispiace Kuroo.." Disse Kenma con una vocina che gli avrei rinfacciato.
"Tranquillo Kozume.. comunque puoi chiamarmi Tetsūro." Disse il ragazzo corvino uscendo dalla stanza con un leggero rossore sulle gote.
"Non una parola." Mi ammutolì subito Kenma e io feci segno che non avrei parlato però iniziai a ridere.
"Meglio che tu stia zitto mister. Chissà cosa starà facendo lo psicolgo con il suo amico Oikawa...." Disse ironico però pensai solo una cosa..
Mi ci mancava solo la gelosia..
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