Capitolo 11

Entrò come un razzo il direttore, lo guardai con schifo e cercai di non agitarmi.

"Allora Hinata, mi hanno detto che eri in colloquio quindi anche meglio, volevo comunicarti che da domani, ogni settimana avrai un incontro con i tuoi genitori." Disse Ukai, io non sentii più il respiro e in quel momento udii solo la voce di Kageyama che mi diceva di calmarmi.

Il respiro tolto.

La vista annebbiata.

E poi tutto nero.

Dopo un paio di ora mi risvegliai ed ero in infermieria, tremavo ed ero aul lettino freddo che c'era li...

Ero solo.

Quel pensiero mi fece venire un conato di ansia che ributtai giù.

Sentii delle voci nel corridoio e poi il mio psicologo entró dentro alla stanza, mi guardó, aveva degli occhi preoccupati e spalancati.

A vederlo cosi mi tornò su il conato e corsi per il bagno, ci arrivai per fortuna e rigurgitai tutto quello che avevo in corpo.

Kageyama mi posò la mano sulla schiena per calmarmi ma, la miriade di pensieri che avevo mi fece solo riagitare e con la gola che bruciava vomitai di muovo.

Andai in camera mia appena presa la terapia, dormii fino al giorno dopo e appena mi svegliai mi dannai di essere vivo.

Kageyama mi guardava con uno sguardo chs capivo, era normale la sua preoccupazione però io non avevo la minima voglia di guardare nessuno.

Andai dentro al bagno e mi feci una doccia per cercare la calma nell'acqua calda, ma niente, ero agitato come una molla.

Erano quasi le 10:00 e mi ero finito di vestire, jeans blu normali e una camicia verde acqua pastello.

Asahi che era tornato dalla notte mi urlò di scendere che avevo l'incontro.

Scesi.

Ogni passo un tremolio.

Avevo paura di vederli dopo tanto tempo.

Non ero a mio agio e sperai solo che Kageyama fosse dentro a quella stanzetta con me.

Aspettai due minuti in saletta e poco dopo lui uscí dalla sala dove si sarebbe tenuto il tutto e mi fece cenno di venire.

"Agitato?" Mi chiese e io gli diedi un'occhiataccia per poi entrare in quella saletta un tempo innocua..

La guardai e sentii solo un'aria calda, pesante piena di tensione.

Mia madre si alzó e si avvicinò per darmi un abbraccio ma indietreggiai, guardai la telecamera, ero all'inferno.

"Shō.. tesoro mio, come stai?" Mi chiese lei come se non fosse successo niente, aveva gli occhi lucidi color ambra come i miei e i capelli lunghi e mossi arancioni, sempre come me..

"Non lo so.." Risposi dopo attimi di silenzio, guardai mio padre, il capo chino e una smorfia sul volto.

"Ci sei mancato tanto." Disse lei con un sorriso simile a uno vero.

"Vero tesoro?" Disse dando una gomitata al marito, si cioè a mio padre...

E in risposto l'ultimo nominato borbottò un si incazzato.

"Scusi signor Hinata, sento un tono arrabbiato con suo figlio, ha qualcosa da dirgli? Da chiarire?" Chiese cordialmente Kageyama ricevendo da mio padre un'occhiataccia che gli intimidiva di stare zitto.

"Mio figlio sa perché sono incazzato con lui, se non avesse iniziato a uscire con quel ragazzo.. adesso non sarebbe qua dentro e adesso Natsu sarebbe ancora tra noi." Disse mio padre e io risi di scherno.

"Pensi davvero che la mia relazione con un ragazzo ai tempi della mia prima superiore abbia portato Natsu alla morte?" Chiesi irritato.

"Allora dimmi cosa è successo quel giorno!" Disse con tono pieno di odio nei miei confronti.


Inizio Flashback

Era il 6 Novembre 2017 e io andavo in terza superiore, Miyagi era bella come ogni giorno..

Non avevo la minima voglia di andare a scuola e per farmi scendere dal letto mia madre mi ci dovette far acendere a forza, allora mi vestii e mi incamminai per il mio instituto.

Incontrai il ragazzo di cui ero innamorato al tempo, aveva i capelli color nocciola e un sorriso perfetto.

Avevo capito di esser tattratto dai ragazzi in quel periodo li, e i miei non lo sapevano.

Passai tutta la giornata a scuola e poi io e questo ragazzo uscimmo, eravamo in classe insieme, lui era più grande di me, aveva la macchina e così decise di accompagnarmi a casa..

Andammo a prendere Natsu, la mia sorellina che amavo tanto e salí a bordo, la sgridavo mille volte perché non si metteva la cintura..

Facemmo un incidente in mezzo all'autostrada, un matto era venuto in contromano e ci prese davanti in pieno, due feriti e un morto diceva il notiziario.

Mi dovetti lasciare con il mio primo ragazzo.

Non ci stetti troppo male, dopo tutto ero piccolo...

Ma mi dovette lasciare pure Natsu, e quello fu il dolore più grande che provai nella mia vita.

Era la mia sorellina.

E io non mi ero preso cura di lei.

E poi subito dopo l'assistente sociale disse che non dovevamo fare il funerale, e poi mi prese e mise dentro questa comunità psichiatrica.

Fine Flashback

Sentii di non avere di nuovo il respiro. Kageyama mi guardava con certi occhi, come se avesse visto un fantasma.

Dalle mie labbra non uscí neanche una parola, non riuscivo a parlarne, erano passati solo due anni..

Chiusi gli occhi e pensai al suo visino felice, mi calmai leggermente, sorrisi e poi le lacrime solcarono il mio viso come un fiume in piena.

Era un pianto disperato e silenzioso.

"Su parla." Disse mio padre con tono duro.

"Di qualcosa!" Urlò alzandosi in piedi venendomi davanti, era una furia, ma in quel momento non avevo paura.

Sorrisi e mi arrivò una manata in pieno viso, rimasi con la testa girata verso sinistra, non mi mossi.

"Ma come si permette??" Urlò Kageyama furioso, mi venne davanti e iniziarono a urlare.

"È mio figlio e faccio quel che mi pare." Disse mio padre per poi correggersi.

"Anzi, io un figlio così non lo voglio, non conosco quest'essere e non ne voglio avere a che fare! Pure gay per lo più, mi fai schifo." Urlò per farsi sentire ma non mi mosse niente.

"Sapete cosa me ne fotte di essere giusto ai vostri occhi?" Dissi per poi uscire dalla stanza.

Spazio Mio

Allora ragazzuoli, questo capitolo è tutto per voi, spero vi stia piacendo la storia..

Nel caso mettete una stellina per farmelo capire e un commentino.

E noi ci rivediamo nel prossimo capitolo.

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