Capitolo 1 - Il vero volto
Kenichi stava camminando per le strade del distretto 79 mentre guardava con attenzione ogni vicolo in cerca di qualche persona da arruolare nella sua organizzazione. A suo parere, la persona doveva essere assassina e priva di qualunque emozione. Una perfetta macchina da uccidere. Mentre camminava un gruppo di teppisti tentò di aggredirlo grazie alla forza del numero, ma con loro grande orrore, il loro obiettivo era tutto fuorché stupido o gracile. In meno di tre minuti aveva aperto i loro corpi dividendoli in due parti con la sua katana. Dopodiché ripulì l'arma mentre prendeva in giro quelli che reputava scarti alimentari.
-Poveri idioti ... credevate davvero di potermi sconfiggere grazie al fatto che eravate in sedici ? Io sono lo Shinigami più atroce della Soul Society. Io mi diverto a torturare e a rompere le ossa di tutti i nemici e uccido anche le persone più deboli. Nella Soul Society i forti vanno avanti e i deboli vanno al cimitero ... questa è la semplice verità- disse mentre leccava quel poco di sangue che aveva sulle mani. I pochi passanti che passavano di lì erano rimasti scioccati e avevano preferito levarsi di torno per evitare guai ben peggiori.
Mentre camminava di nuovo però sentì come un bisogno primario che doveva essere soddisfatto per potersi dire soddisfatto: combattere qualcuno di potente. Si guardò intorno e cercò anche di avvertire pressioni spirituali di alto livello che potessero aiutarlo nella ricerca di un avversario a dir poco degno.
Tutti i suoi tentativi però andarono a vuoto e stava iniziando a perdere la voglia di cercare. Proprio all'ultimo avvertì una presenza spirituale che non aveva mai percepito e fu sorpreso quando scoprì che era quella di Yamamoto.
-Beh, a quanto pare dovrò adattarmi a questo sfidante ... e chissà, magari riuscirà a scoprire chi sono davvero- pensò mentre con un sorriso che prometteva morte si dirigeva verso il suo avversario.
Yamamoto intanto stava camminando mentre muoveva la spada, che continuava a uccidere chiunque fosse abbastanza stupido da pensare di lanciarsi contro di lui con lo scopo di affrontarlo.
Anche lui però era ansioso di trovare qualcuno in grado di dargli una battaglia. Tutti questi idioti erano una massa di idioti che credevano di essere i più forti solo perché andavano in giro in gruppo.
Proprio allora si accorse che la sua nuova aggiunta era dietro di lui e lo guardò con aria infastidita.
-Mi auguro che tu abbia una valida motivazione per cui mi stai dando fastidio. Non sono in vena di prendermi cura di altri bambini, ne ho già- affermò.
-Non preoccuparti. Sono qui perché voglio sfidarti. So che stai cercando un valido sfidante e anche io lo sto cercando.
Quindi ecco la mia offerta. Se tu mi sfidi, sarò in grado di soddisfare la tua sete- propose e il capo capitano per tutta risposta attaccò il ragazzo con grande noia. Già si immaginava di vederlo tagliato in due ma con sua grande interesse bloccò il colpo con un dito.
Dopo provò ad attaccarlo con la sua stessa moneta e anche il Capo Capitano Yamamoto lo schivò. Subito dopo sentì il suo avversario dire alcune parole.
-Bakudou 63: Sajo Sabaku-
Era un incantesimo Kidō e delle catene arrivarono a legare l'avversario, che però riuscì in poco tempo a liberarsi.
-Sembra che tu sia anche un utente Kidō. Questo è interessante ... ma ciò non ti permetterà di schivare la morte- disse il Capo Capitano mentre si lanciava contro il suo avversario, che nel mentre sorride alla prospettiva che aveva davanti.
Tutti gli altri capitani stavano correndo per vedere cosa stava accadendo. Avevano percepito uno scontro tra due Pressioni Spirituali e una volta capito che erano di due persone che conoscevano, erano interessati a scoprire il motivo per cui stavano combattendo. Quando arrivarono si trovarono davanti a uno sguardo davvero irreale. Pezzi di detriti che fluttuavano a mezz'aria come se fossero fermi e sospesi nell'aria e fiamme nella stessa situazione.
Videro il Capo Yamamoto con la parte superiore del suo vestito completamente bruciata e alcune ferite sul petto. La parte inferiore dei pantaloni copriva soltanto la zona sopra le ginocchia, il resto era letteralmente scomparso, ridotto in cenere grazie al potere del suo Zanpakuto di fuoco. Quando però guardarono il suo avversario, scoprirono qualcosa: non era un lui, ma una lei. Del suo abito non era rimasto quasi nulla e il suo corpo era esposto del 95%. Era talmente esposta che anche le sue zone private erano quasi del tutto visibili.
-A quanto pare sei un avversario davvero forte, Yamamoto. Nessuno ha mai visto il mio corpo nudo, anzi no ... nessuno ha mai visto il mio vero volto- disse mentre prese i suoi occhiali e li allontanò dal volto per poi vederli sparire nel nulla -ma tu sei riuscito a farcela, motivo per cui ti meriti il mio rispetto-.
Non appena finì di parlare, si slegò i capelli dal fiocco che li teneva uniti e mostrò finalmente i suoi capelli lunghi e lisci neri. Il ragazzo assetato di sangue aveva lasciato spazio a una donna adulta che sembrava una persona completamente diversa da quella che avevano incontrato prima.
-Visto che abbiamo vinto entrambi, ti faccio un grande regalo: non solo avrai la mia totale fedeltà, ma per stanotte sarò la tua ragazza. Sbattimi pure se vuoi, sono tutta per te- disse con tranquillità.
Il Capitano della quarta divisione era stupefatto. Non si aspettava che quello che aveva sempre visto come un fratello minore fosse in realtà una lei. Allo stesso tempo aveva notato che il suo vero comportamento era totalmente differente da quello che ricordava. Davanti a sé aveva una sorella assetata di battaglia che era anche pronta a concedersi al suo avversario. Yamamoto non disse nulla.
Si allontanò e nel mentre disse alla ragazza di seguirlo o avrebbe visto la testa venire incenerita dal suo potere.
-Spero che tu mi sia totalmente fedele. Ho bisogno di donne spietate e di uomini pronti a uccidere. Te sei una donna dal grande potere, ma da quello che ho visto, limiti la tua vera forza per non causare danni. Questo è un male. In guerra si deve ricorrere a qualsiasi mezzo, anche quello più terribile e non devi guardare in faccia nessuno. Questo è tutto quello che ti dirò, il resto dovrai arrivarci da sola- affermò mentre camminava verso la caserma della Divisione Uno mentre la sua compagna lo seguiva. Quest'ultima, pur non dicendo nulla, era più felice di come era adesso rispetto a come era prima.
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