🌹17. Allenamento🌹


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Una volta fino lo spettacolo Wooyoung sorrise al pubblico facendo un piccolo inchino per poi lasciare il palco, sul suo viso vi era stampato un enorme sorriso il tutto grazie agli applausi che continuavano a fare il pubblico. Non pensava che un giorno le lezioni di piano, che il padre contro voglia gli faceva prendere, gli sarebbero servite e gli avrebbe portato molta soddisfazione.

Sorrise ancora di più quando davanti a lui si trovò Roxanne che sembrava sorpresa, forse proprio come San non si aspettava che fosse così bravo.

«Wow, Woo sei stato bravissimo... Riuscivi a far capire benissimo i sentimenti di quelle melodie...»

«Grazie Rox, sono sorpreso anche io di aver attirato così tanti applausi...»

«Li hai attirati perché sei stato bravo, non li senti? Ancora stanno applaudendo.»

In effetti solo dopo che Roxanne glielo aveva detto si rese conto che il pubblico ancora stava applaudendo, sorrise di nuovo alla ragazza.

«Si Roxanne ha ragione, ma ora andiamo nel mio ufficio ho bisogno di parlare con entrambi.»

San gli diede le spalle a entrambi camminando verso il suo ufficio, sapeva perfettamente che doveva dirgli qualcosa di più, ma non era proprio da lui, tanto meno farlo per qualcuno che non sopportava e credeva essere un figlio di papà... Anche se forse in una parte remota della sua testa sapeva che non era così.

I ragazzi si guardarono ma lo seguirono subito fino all'ufficio, una volta lì dentro si guardarono attorno visto che era la prima volta che entravano. Notarono come tutto fosse arredato con uno stile moderno ma semplice, tutto dai colori del marrone scuro e alcune linee dorate.

«Volete continuare a stare fermi lì o vi sedete?»

Si ripresero e avanzarono fino al divano nero di pelle dove si sedettero, osservarono San camminare verso un mobiletto e tirare fuori tre bicchieri insieme a una bottiglia di liquore per poi andare verso di loro.

«Roxanne sa già perché siamo qui, per questo metterò anche te al corrente...»

Poggiò i bicchieri sul tavolino versando due dita di liquore al suo interno, ne prese uno porgendolo a Roxanne facendo la stessa cosa con Wooyoung.

«Posso sapere almeno se è una cosa buona o cattiva?»

«Non so, dipende da cosa intendi per cattiva... Sai avevo in mente di legarti e appenderti sul soffitto mentre Roxanne balla sul tuo corpo.»

San fece spallucce buttando giù tutto il liquore mentre Wooyoung lo guardò con un sopracciglio alzato, non sapeva il perché ma pensava che il moro sarebbe stato capace di fare una cosa del genere.

«Potrei farlo...»

«Cosa? Rox vuoi davvero dargli corda?»

«Ehi! Il mio compito e quello di ballare e rendere felice il mio pubblico... Se devo farlo anche sul tuo corpo mi va bene.»

La rossa ridacchiò facendo spallucce mentre Wooyoung stava pensano di scappare a gambe levate, sbuffò mandando giù il liquore.

«Vedi lei mi appoggia... Ma sei salvo per stavolta, ciò che ti devo proporre non tratta di torture.»

«E di cosa allora?»

«Mentre suonavi ho avuto una piccola idea, che ho esposto a Roxanne...»

«Ok... Quindi di cosa si tratta?»

«Ballare tutti e tre insieme.»

Fu proprio Roxanne a dire quelle parole, era troppo euforica della cosa e non vedeva l'ora di iniziare, anche se solo nel momento in cui vide la faccia sconvolta di Wooyoung pensò di avere fatto un passo più lungo della gamba.

Wooyoung batté più volte le palpebre guardando prima una e poi l'altro, non aveva capito male le parole di Roxanne ma più ci pensava e più nella sua mente la parola fuggi era scritta a caratteri grandi.

«B-ballare? Aspettate voi mi avete sentito suonare e vi è arrivata l'idea di farmi ballare? Ho capito bene?»

«Proprio così, in realtà io volevo farti suonare mentre ballavamo... Ma Roxanne ha optato per propormi di farlo tutti e tre insieme senno niente.»

San fece spallucce indicando la rossa che ora stava guardando Wooyoung negli occhi, il ragazzo poteva vedere nel suo sguardo quella scintilla di determinazione.

«Ascoltatemi, io so suonare, parlare con persone altolocate, vi so anche preparare un piatto gourmet... Ma ballare, quello non lo so proprio fare... Perché non facciamo come ha detto San e basta?»

«Per me non cambia nulla se tu suoni o balli... Vorrà dire che ballerò solo io con Roxanne.»

Il tono che usò San malizioso non piacque per niente a Wooyoung che strinse i pugni e si mise dritto con la schiena, sapeva bene cosa voleva dire con quella frase e lui non poteva permetterlo in nessun modo.

«No, posso provarci... Tanto quanto sarà difficile?»

Il moro ghignò alle parole del ragazzo sapendo di aver colpito in pieno.

«Chi lo sa... Dipende tutto dalla nostra prima ballerina.»

Roxanne ghignò divertita, se quei due pensavano che ci sarebbe andata leggera sbagliavano di grosso.

«Preparatevi... Da domani inizieremo.»

I due si guardarono sentendo nel suo tono una nota di minaccia, speravano che non fosse così ma il giorno dopo si resero che la rossa non era così tanto un angelo come pensavano e come la vedevano quando ballava.

Si erano presentati in anticipo alla palestra di Jimin, dove il ragazzo appena li vide li squadrò da capo a piedi scuotendo il capo in segno di negazione, ma ignorarono la cosa almeno fino a quando non iniziarono gli allenamenti e i due capirono che quei due erano il diavolo in persona.

Avevano provato e riprovato fino al pomeriggio, si erano fermati solo per pranzare per poi iniziare di nuovo, ci provavano a fare i passi giusti o solo riuscire a seguire il ritmo ma era così difficile.

San aveva ballato in passato ma mai a quei livelli e si era trovato a fine allenamento imprecando contro se stesso per aver avuto quella idea, mentre Wooyoung non essendo abituato a tutto ciò si trovò sdraiato a terra con il respiro pesante e le ossa tutte indolenzite.

«Che dici Rox, gli fai fare un altro pò di allenamento?»

«Potrei farlo Jimin, voi due che dite?»

Entrambi si misero in piedi di corsa e presero le loro cose uscendo, anche se si lamentavano per il dolore, di corsa dalla palestra volendo solo tornare a casa e riprendersi un pò.

«Li hai proprio fatti a pezzi.»

Jimin ridacchiò passandogli un asciugamano e una bottiglietta d'acqua.

«Non è colpa mia, li avevo avvisati che si dovevano preparare...»

Fece spallucce prendendo l'asciugamano mettendoselo attorno al collo per poi prendere la bottiglietta e buttare giù un lungo sorso, Jimin la guardò con un sopracciglio alzato. Conosceva molto bene sua cugina e sapeva bene che le sue avvertenze erano solo una semplice frase e niente più.

«Rox... Cosa gli hai detto?»

«Ma niente... Gli ho solo detto preparatevi, da domani si inizia... Dici che dovevo dire di più?»

«Li hai solo avvisati che avreste iniziato le prove oggi, non che sarebbero stati duri... Dovevi avvisarli cugina.»

Ancora una volta la vide fare spallucce e andare verso il suo borsone.

«Io scommetto che non durano tutta la settimana... Entrambi getteranno la spugna.»

«Se ti dico che voglio vedere se arriveranno a farlo?»

«Dico che tu hai qualcosa ed hai paura di dirmelo.»

La rossa sospirò mettendosi seduto alla panca poggiando la testa al muro, chiuse gli occhi e fece alcuni respiri profondi.

«Il problema e che... A parte il fatto che la prima volta che ballo con altri ragazzi che non sei tu... E questo mi mette molto a disagio... Ecco il problema e che... Dio perché e così difficile ammetterlo?»

Jimin sorrise nel vedere la cugina impanicata, si avvicinò mettendosi seduto al suo fianco tenendo lo sguardo sullo specchio davanti a loro.

«Ti piacciono vero? Sai è normale... Sono due bei ragazzi...»

«Mi piacciono? No, se fosse solo piacere allora capirei... Ma dannazione, quei due sembrano risvegliare ogni tipo di voglia che ho... Però... Non posso pensare a loro così...»

«Perché no? Non devi mica crearci una storia... Puoi anche solo andarci per una volta a letto, o due, l'importante che metti in chiaro tutto.»

«In questo momento mi sembra di parlare con le ragazze... Anche loro mi hanno proposto di fare la stessa cosa... Ma hanno aggiunto di farlo con entrambi nello stesso momento...»

Il biondo la guardò per poi scoppiare a ridere divertito dalle ultime parole, conosceva bene Dalia e Minerva specialmente la loro mente... Era per questo che quelle tre erano perfette tutte e tre insieme, ognuna che compensava le altre.

«Smettila di ridere idiota... Non posso pensarci che ne ho parlato con te.»

«Tranquilla cugina, tanto non lo dirò a nessuno... Ma a parer mio questi giorni ti faranno esplodere. Quei due ti piacciono e pure tanto, dovresti lasciare il passato alle spalle e pensare al presente...»

«Non è semplice Jimin, ho sofferto tanto in passato e poi... Poi ce anche Mingi.»

Si girò verso la cugina non capendo cosa c'entrava Mingi, anzi sapeva bene tramite i racconti di Dalia dell'ossessione del ragazzo ma non pensava minimamente che per Roxanne fosse un problema.

«Rox forse dovresti parlare seriamente con Mingi, se la sua presenza ti causa tutto questo problema diglielo...»

«La sua presenza non è un problema ma la sua ossessione per me lo è... Anche se fino a oggi avevo sempre detto alle ragazze che non fosse vero e si inventavano tutto.»

«Lo facevi perché lui alla fine ti ha aiutato in passato... Credo il fatto che tu lo voglia tenere vicino sia per ripagarlo di tutto ciò che ha fatto per te.»

Roxanne sospirò e si alzò, prese la sua borsa camminando verso l'uscita.

«Ci vediamo domani Jimin...»

«A domani Rox.»

Uscì dalla stanza e dalla struttura andando verso la macchina, buttò il borsone nei sedili posteriori e poi salì mettendo in moto dirigendosi verso casa.

Aveva tanto bisogno di una doccia calda per far rilassare i suoi muscoli e anche mettere qualcosa nello stomaco... Sapeva però che alla fine doveva pensare alla piccola chiacchierata fatta con suo cugino.

Sapeva che doveva mettere un freno a Mingi, mettendo in chiaro che lei non provava niente per lui, che per lei era solo un amico fidato e che era grato di tutto l'aiuto che gli aveva dato in passato, però poteva essere così difficile il tutto? Si, per lei lo era perché ci teneva alla sua amicizia e sapeva che fare ciò lo avrebbe allontanato se non perso.

E poi c'era quell'altra situazione: i due manzi che da un periodo non facevano altro che infestare i suoi sogni, erano così diversi l'uno dall'altro: San era testardo, sicuro di sé, determinato e dannatamente intimidatorio con quello sguardo che sembrava perforarla fin dentro spogliandola di ogni vestito... Mentre Wooyoung era dolce, allegro, talentuoso e affascinante con i suoi modi che l'avevano fatta sciogliere fin dal primo momento che l'aveva conosciuto.

Così diversi tra loro eppure entrambi riuscivano a dargli la stessa sensazione, riuscivano a farla sciogliere con un solo sguardo o un solo sorriso.

Entrò in casa e buttò il borsone all'ingresso andando verso il bagno, non si preoccupò neanche di spogliarsi verso la stanza visto che abitava da sola, entrò e avviò l'acqua della vasca buttando una bomba nell'acqua, aspettò che si riempì per poi entrare e iniziare a rilassarsi.

«Ci voleva proprio... Anche se in compagnia sarebbe meglio...»

Sospirò lasciando andare i pensieri fino a quando essi non la portarono a pensare proprio ai due manzi, quei due che la notte con i loro tocchi e le loro labbra la facevano sospirare di desiderio e voglia...

E gli sembrava strano ma pensò anche all'allenamento di quel giorno, dove entrambi la tenevano stretta a loro e sfioravano la sua pelle... Dove sentiva i loro respiri sul suo collo portandola a desiderare di avere di più. E proprio quei tocchi, quei respiri e i sogni la portarono a muovere la mano sinistra sfiorando il suo seno fino a scendere giù, portarla tra le sue gambe iniziando a muovere le dita tra le sue labbra dandosi piacere.

La stanza oltre il calore dell'acqua che aveva creato una leggera nebbiolina era invasa da lievi gemiti mischiati al rumore dell'acqua, gemiti che man mano divennero sempre più forti fino a quando non si lasciò andare gemendo i loro nomi.

Rimase ferma con la testa poggiata al bordo della vasca e gli occhi chiusi mentre cercava di calmare il suo respiro, si portò un braccio sul viso coprendo gli occhi.

«Devo fare qualcosa... Se vado avanti così dovrò dare ragione a Jimin...»

Si alzò finendosi di lavare e uscì, mangiò qualcosa per poi buttarsi subito a letto ignorando il suo telefono che squillava di continuo... Non aveva voglia di parlare con nessuno specialmente se quel qualcuno erano le sue amiche, non perché aveva qualcosa contro di loro... Ma perché sapeva perfettamente che loro due riuscivano a capire perfettamente il suo stato e se le sarebbe ritrovate fuori casa. Così silenziò il telefono e si addormentò, lasciando che i sogni focosi la tormentassero anche quella sera.


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Ed ecco il nuovo capitolo di Lap Dance, scusate il ritardo e spero che il capitolo sia di vostro gradimento.

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