🌹11. Gara 🌹
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Era in quel luogo ormai da ore bevendo e divertendosi con alcuni ragazzi, ma nemmeno quello riusciva a fargli dimenticare quelle lacrime... Lacrime che aveva causato lui stesso.
Posò la bottiglia di birra sul tavolino e si allontanò uscendo dal capanno, camminò verso un luogo un pò appartato e si sedette sull'erba osservando il circuito di terra dove alcune moto stavano gareggiando tra loro, sospirò tirando fuori una sigaretta accendendosela lasciando che il sapore della nicotina si mischiasse a quello della birra appena bevuta.
«Sapevo di trovarti qui...»
Non gli serviva neanche girarsi per capire chi fosse, la voce del suo miglior amico l'avrebbe riconosciuta anche tra mille.
«Cosa fai qui? Pensavo che ti eri preso una serata relax e soddisfazione...»
«Quello era l'intendo... Ma poi ciò ripensato e sono venuto qui volendo stare in compagnia del mio miglior amico...»
San ridacchiò e si sedette al lato di Taehyung passandogli una bottiglia di birra che venne subito afferrata.
«Come mai? Non era la persona che tu pensavi?»
«Non è quello... Ho solo deciso di fare altro...»
«Non hai neanche provato a dire che non pensavi alla rossa...»
Il moro ridacchiò nel sentire l'amico sbuffare, non poteva farci niente lo conosceva come le sue tasche e sapeva che quando qualcuno gli entrava in testa era difficile che riuscisse ad andare a letto con un'altra...
Allungò la birra facendo sbattere le bottigliette tra loro per poi bere un sorso lungo.
«Perché devo mentire? Quella rossa mi interessa, ma sai meglio di me che non farò mai niente se non solo provare ad aiutarla...»
«Amico dovresti provare... Credo che la signorina non sia immune al tuo fascino...»
Ridacchiò nel vederlo per la seconda volta sbuffare.
«E tu? Come mai sei qui e non con il tuo appuntamento?»
«Diciamo non è andato?»
San si girò a guardare l'amico con un sopracciglio alzato, lo guardò per bene in viso notando come quella frase fatta a domanda sembrava detta con un tono triste.
«Se chiedi a me come è andata... Che successo?»
«L'ho fatta piangere...»
Il ragazzo era ancora più confuso dopo ciò, non capiva come aveva potuto far piangere il suo appuntamento se neanche si conoscessero.
«In che senso? L'hai maltrattata? Tae che hai fatto?»
«Non ho fatto niente di tutto ciò San... Non parlavo del mio appuntamento ma di Minerva... L'ho vista prima alla pizzeria... Ha visto che ero a un appuntamento e quando l'ho seguita per fermarla e chiarire... Stava piangendo.»
Andò indietro con la schiena sdraiandosi sull'erba, poggiò la bottiglia tra le sue gambe e portò le braccia dietro la sua testa osservando il cielo, San in tutto ciò lo guardò sapendo ciò che provava per quella ragazza ma anche delle sue paure.
«L'ho ferita ancora una volta... Sono un idiota...»
«Sei solo un idiota innamorato che ha paura... Perché invece di allontanarla non le parli sinceramente?»
«Potrei dirti la stessa cosa sai? Perché tu non ci provi con la rossa?»
Anche il moro si buttò giù come l'amico osservando il cielo.
«Perché come te siamo incasinati con il locale... E poi penso che lei abbia già qualcuno... Oggi l'ho vista al centro commerciale con un ragazzo... Si sorridevano e comportavano come se ci fosse qualcosa...»
«Ahi... E concordo siamo incasinati con il locale e ciò che ci porta... Siamo due idioti allora...»
«Parla per te idiota, sei tu quello che fa piangere la ragazza di cui è innamorato, che per di più viene ricambiato...»
«Grazie tanto amico, sei veramente un aiuto in questi casi...»
I due si guardarono per poi ridere, entrambi sapevano che nel loro comportamento verso le ragazze vi era qualcosa e questo li portava a ferire oppure ad allontanare a chi tenevano.
«Che dici una corsa?»
«Vuoi essere battuto San? Sappi che ti farò mangiare la mia polvere...»
Il riccio si alzò porgendo la mano all'amico che l'afferrò e si alzò con il suo aiuto, si sorrisero camminando poi verso le loro moto per mettersi in posizione ma qualcosa attirò l'attenzione di San, o per meglio qualcuno.
«Non ci credo... Cosa ci fa quello qui?»
Taehyung si fermò guardando l'amico per poi voltare lo sguardo nella direzione dove stava guardando, cercò di capire cosa o chi aveva attirato la sua attenzione vedendo solo un gruppo di ragazzi e ragazze che se la ridevano bevendo.
«Di chi parli?»
«Il figlio del sindaco... Deve essere proprio cretino se viene qui...»
«Oppure sta solo cercando di uscire dall'ombra del padre... Se non erro mi hai detto tu che quando quel giorno lo hai conosciuto il padre ti è sembrato un tipo che sta troppo in mezzo...»
Il moro sbuffò scuotendo il capo, non per negazione, ma perché qualcosa dentro di lui lo portava a pensare di dover tenere sotto controllo quel ragazzo.
«Andiamo... La gara ci aspetta...»
Diede un ultimo sguardo al ragazzo spingendo poi la moto verso la linea di partenza seguito dall'amico.
Nel mentre dall'altra parte della pista Wooyoung si stava divertendo, almeno in parte, a stare in quel posto.
Era la prima volta che ci andava e non era tanto sicuro di quello che vedeva, alla fine lui era stato fino a quel giorno un figlio modello, uno che obbediva, anche se contro voglia, agli ordini del padre... E quello non era obbedire ma andare contro a ogni regola che gli era stata imposta...
Sospirò guardandosi attorno in cerca di qualcosa che gli avrebbe fatto cambiare idea su quel luogo e sembrava averla trovata, dall'altro lato della pista di moto vi era una figura che lui riconosceva molto bene... Una persona che gli faceva rabbia solo a vederlo.
«Cosa hai visto Woo? Qualche bella pulzella?»
Il ragazzo si girò verso l'amico guardandolo con un sopracciglio alzato, a volte se ne usciva con certe parole di altri tempi che non stavano né in cielo né in terra.
«Pulzella? Lix tu certe volte mi preoccupi...»
«Ehi sono un ragazzo acculturato e che conosce le buone maniere...»
«E ora cosa c'entrano le buone maniere? Ahhh lascia stare finirò per pentirmene se rispondi... Comunque no nessuna "Pulzella" solo una persona che conosco...»
Riportò lo sguardo dall'amico sulla pista osservando come il moro salisse in moto mettendosi il casco, diede gas e al via partì lasciando la maggior parte dei gareggianti indietro, notò come solo una persona sembrava tenere il suo passo.
«Però è bravo...»
«Adesso ti interessano i ragazzi Woo?»
Si girò a quella domanda portando lo sguardo su uno dei tanti amici che lo guardava con quel ghigno che lui voleva fare sparire, scosse il capo cercando di calmare il nervoso che gli saliva solo nell'averlo vicino.
«Almeno io attiro anche se sono maschi... Tu invece per attirare una ragazza devi farla ubriacare...»
«Come scusa?»
La nota di rabbia che sentì nella sua voce fece ghignare Wooyoung che si poggiò al tavolino fatto con un barile e una tavola di legno rotonda messa sopra, guardò negli occhi il suo fantomatico amico.
«Sei diventato sordo? Ho detto testuali parole: tu per attirare una ragazza devi farla ubriacare per farla venire con te... Se vuoi te lo posso pure scrivere da qualche parte...»
Vide il ragazzo diventare rosso di rabbia e muoversi verso di lui forse per dargli un cazzotto, però tutto ciò non si realizzò perché Felix si mise tra di loro.
«Adesso basta, Carl tu smettila di prendere per culo e tu Woo smettila di colpire basso... Siamo qui per divertirci e non per litigare tra noi...»
«Dillo al principino, ogni sera sembra che abbia la luna storta e non si può scherzare con lui...»
«Puoi scherzare con me se non mi stai sul cazzo...»
Felix scosse il capo fermando di nuovo Carl nell'avanzare, per evitare che succedesse altro prese l'amico e lo tirò via con la scusa che andavano a prendere altre birre, Wooyoung sbuffò seguendolo senza dire niente...
«Si può sapere cosa ti prende? Lo sai che Carl scherza in quel modo... Possibile che ogni sera dovete litigare e noi dobbiamo dividervi?»
«È un coglione... Odio il suo modo di scherzare...»
Il biondo si fermò e si girò a guardare l'amico con un sopracciglio alzato, sapeva bene che non era il fatto dello scherzo a farlo innervosire.
«Woo... Siamo amici da molto tempo... Credi che non l'abbia capito? Tu non ti sei innervosito perché lui scherza in quel modo ma perché alla fine ha ragione.»
Wooyoung guardò Felix negli occhi non proferendo parola per qualche secondo, sospirò e abbassò il capo grattandosi dietro la nuca un pò in imbarazzo... Sapeva che prima o poi il suo segreto sarebbe uscito fuori, come sapeva che il suo amico sarebbe stato il primo a capirlo.
«Scusa Lix, dovevo parlarne con te fin da subito...»
«Non preoccuparti, lo so che hai tenuto il segreto perché tuo padre ha una mentalità chiusa... Però con me puoi parlare tranquillamente...»
«Lo so amico, ma la paura di essere scoperto era tanta... Lo sai poi come avrebbe reagito mio padre...»
Felix si avvicinò all'amico poggiando una mano sulla sua spalla.
«Tranquillo, io ti sarò sempre vicino... Ora andiamo le birre ci aspettano... Ma cosa?»
I ragazzi si girarono verso la pista delle moto dove delle auto con delle sirene iniziarono a seguire che stava scappando, altre auto si fermarono e degli uomini armati cercavano di bloccare a terra chi stava scappando.
«Dannazione una raid in pieno... Andiamo Woo prima che ci prendano...»
Senza aspettare oltre i due ragazzi iniziarono a correre cercando di scappare da quel posto ma vennero bloccati da alcuni uomini che si misero con le armi alzate intimandoli di mettersi in ginocchio insieme ad altri sconosciuti...
Stavano per farlo quando due moto si avvicinarono a tutta velocità facendo cadere a terra gli uomini fermandosi proprio davanti Wooyoung e Felix.
«Salite veloci...»
I due ragazzi si guardarono un attimo titubanti, ma tutto ciò sparì non appena Wooyoung riconobbe uno dei motociclisti, si alzò velocemente e tirò con sé Felix spingendolo verso l'altro motociclista, salirono e in poco tempo le due moto sgommarono e partirono cercando di scappare dalle auto volanti.
I due ragazzi si strinsero forte ai motociclisti e chiusero gli occhi sia per la paura di essere presi e sia per la velocità, era la prima volta che gli succedeva una cosa del genere e se li prendevano sicuramente il padre gli avrebbe rinchiusi a vita in casa.
San guardò dagli specchietti le volanti che sembravano aumentare a ogni curva, non poteva farsi prendere e tanto meno poteva permettere che il ragazzo che ora era aggrappato come un koala finisse nei guai... Già immaginava cosa avrebbe fatto il padre.
Portò il suo sguardo su Taehyung facendogli un semplice cenno del capo venendo ricambiato, in poco tempo lo vide dare gas alla moto e cambiare strada portandosi dietro metà volanti.
«Tieniti forte e non staccarti...»
«Non ci penso mica...»
Ghignò divertito nel sentire la paura nella voce del suo compagno, questo non lo fermo, anzi, prese e accelerò all'improvviso sentendo la presa attorno alla sua vita farsi più stretta... Ridacchiò nel sentirlo borbottare qualcosa di incomprensibile per poi pensare alla strada e cercare di liberarsi della polizia.
Per un bel pò sembrava non esserci nessuna possibilità di liberarsi di loro almeno questo fino a quando non entrò in un vicolo abbastanza stretto da non poterci entrare, seguì quel vicolo girando in un altro, spense la moto e si nascose dietro un cassonetto abbastanza grosso da coprirli.
«Ora fai silenzio...»
Si tolse il casco e scese dalla moto facendogli segno di fare lo stesso, poggiò il veicolo al muro prendendo poi il castano per mano tirandolo verso una porta, bussò e vennero aperti subito da una donna bassa e di mezza età che li guardava con un sopracciglio alzato, scosse il capo e li lasciò passare.
«La finisci di cacciarti nei guai San?»
«Lo sai nonna Ilda che i guai sono il mio pane quotidiano...»
Il ragazzo sorrise alla donna lasciandole un bacio sulla guancia.
Wooyoung guardò i due osservando di più la donna, era bassa più del moro, grossa di fisico e il suo viso aveva le rughe delle donne anziane, il tutto era incorniciato da capelli bianchi legati in uno chignon basso... La cosa che colpì il ragazzo erano gli occhi della donna che sembravano essersi illuminati nel vedere San, sorridevano come il sorriso che aveva stampato in volto.
«E tu chi sei?»
Il castano si riprese dai suoi pensieri osservando la donna un attimo confuso, ma si ricompose e fece un piccolo inchino per rispetto della donna.
«Io mi chiamo Wooyoung... Mi dispiace essere arrivato così...»
«Tranquillo... Andate di là vi porto qualcosa da mangiare...»
La donna sorrise e sparì dietro una porta lasciando i due ragazzi da soli che finalmente si potevano guardare negli occhi e parlare.
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