→ Prima di cominciare
/ Genere /
→ Urban, Paranormale, Horror
/ Avvertimenti, rating /
→ Arancione - Violenza, tematiche delicate, contenuti forti
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/ Trama /
1866 circa.
Un bambino cammina senza meta nel Litlaus. Ma il punto d'arrivo è palese e lo reclama a gran voce da quando ne ha memoria: una massa oscura che si espande e ingloba l'intero orizzonte incolore. Bodvár non sa ancora che cosa sia Svart e cosa effettivamente voglia da lui, ma una certezza c'è: anche se seiðmaðr e condannato a vivere una vita inumana in veste di servo di Morte, ha scelto di percorrere la strada più facile che gli è stata promessa.
Quella dell'eternità.
Islanda, 2013.
Per la rettrice Benóný Hólmsdóttir è ormai giunto il momento di recarsi alla foresta di Hallormstaðarskógur per onorare il debito che ha con essa e l'imminente vuoto di potere causa scompiglio all'interno della stessa Cerchia. Johanna non è pronta al ruolo di leader e vecchie ferite mai del tutto guarite continuano a riaprirsi in lei; Bergljót è invece decisa a sfruttare le sue doti di Seconda per salvare l'insalvabile. Werner è vittima dei propri demoni passati e Björn ancora spera in un ritorno alla normalità. Resta solo una cosa da fare per non soccombere: stringere un'alleanza con la Cerchia di Danimarca nonostante gli antichi dissapori mai del tutto scomparsi.
D'altro canto, il seiðmaðr ha già iniziato la sua caccia alle streghe e i giochi sono appena iniziati. Mentre Gíta e Gaël tentano di adattarsi alla nuova condizione di reclusi a cui sono costretti, l'unica via per la sopravvivenza sembra quella della completa sottomissione. E più il tempo passa, più i dubbi sorti su verità mai svelate si rafforzano.
Cos'è veramente il Litlaus?
Cos'è Svart?
E perché Morte li ha abbandonati?
Ma soprattutto...
... Dove diavolo è finita Lóreley Dubois?
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/ Cast /
(... in aggiornamento)
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Date le circostanze, ho preso la decisione di sintetizzare gli eventi principali accaduti nel libro precedente per agevolare la lettura dei vecchi lettori che vogliono approcciarsi a questo seguito. Ovviamente, e rettifico caldamente, questa sintesi è necessaria solamente a chi ha già avuto modo di seguire le vicende contenute in Litlaus. Da qui in poi, quindi, è allarme spoiler della trilogia per i nuovi arrivati. A voi suggerisco di fare un passetto indietro!
Primo arco narrativo: Da Selfoss al Black Pearl
Dopo aver vinto un'esclusiva borsa di studio che potrebbe permetterle una svolta significativa nella vita, Lóreley Dubois si trasferisce nella capitale islandese per inseguire i suoi sogni. Qui fa la conoscenza di Bergljót, un'eccentrica fumatrice incallita, delle sorelle Bersisdóttir, nipoti della prima donna arcivescovo d'Islanda, di Werner, futuro proprietario della catena di supermercati Samkaup; di Björn, rappresentante del comitato universitario e di Johanna, parente dell'attuale rettrice in carica dell'istituto.
La svolta arriva con la predizione della morte di un altro studente, Gaël Elíasson, che tenterà il suicidio gettandosi dall'altura della Baia, sito industriale ai margini di Reykjavík. Ciò si realizza concretamente l'11 ottobre 2011 ma, per fortuna, Lóreley riesce nel suo intento e salva il ragazzo cieco da morte certa.
Da qui in poi, una voce che per anni è stata assopita in lei, quella di Testa di Cervo, torna a farsi sentire dai recessi più reconditi del suo spirito, infettandola a piccole dosi con ricordi che Lór sembra aver spontaneamente rimosso.
Parallelamente, Bergljót scopre l'innata dote di Lóreley. Ciò le permette di scoprire l'esistenza della Cerchia, dei gjöf (doni concessi dall'emissario di Morte, mamà, alla nuova generazione di adepti del culto) e del Litlaus, un limbo incolore popolato da creature grottesche, che conserva e smaltisce le anime dei defunti.
Lóreley si approccia per la prima volta al Litlaus proprio per volere di Ber, che la coinvolge senza mezzi termini in un Decanto programmato per liberare Edith da una maledizione molto particolare, la sanguisuga svangur, innescata da Richard per motivi sconosciuti. Nel mentre sono in atto le trattative per barattare la salvezza di Edith, Lór stringe erroneamente un patto con un abitante mutaforma del limbo, Radice, che le sottrae un capello per patteggiare. Una volta fatto ritorno alla realtà, la connessione assopita con Testa di Cervo continua a rafforzarsi grazie al capello scambiato con Radice.
I giorni passano e il quadro della situazione appare finalmente chiaro a tutti grazie anche alla collaborazione di Werner: servendosi del suo gjöf, Richard ha richiamato a sé molteplici svangur, contaminando spontaneamente Edith e sottomettendo Johanna al suo volere. Il delirio del ragazzo ha che vedere con la morte del fratello gemello causata dalle violenze del pastore Bersi, ancora a piede libero nonostante le accuse di pedofilia.
La vicenda raggiunge il suo apice con l'organizzazione di un comitato stampa al Black Pearl Apartament, dove Lóreley è presente per supportare il lavoro di sua madre. Gli esiti sono catastrofici: Richard muore schiacciato da un lampadario di gemme e la stessa Lór rischia di morire a causa di un'ennesima maledizione passatole in maniera consapevole da Edith.
L'arco narrativo si chiude con la partenza inaspettata di Edith, il nuovo isolamento di sua sorella Gíta, l'arresto di padre Bersi e il miracoloso ritorno della vista di Gaël.
A ciò si aggiunge un altro nodo da districare una volta per tutte. Chi è, per lei, Testa di Cervo?
Secondo arco narrativo: Dal Black Pearl al dono della vǫlva
Dagli eventi del Black Pearl, le tensioni in famiglia si fanno pressanti e gli incontri fortuiti con Gaël pure. Una svolta nel loro rapporto deriva, però, da una seconda presenza che si è legata a Lóreley durante il Decanto per liberare Edith, la tanto chiacchierata Dísella Stewart. Lór scopre quindi di essere vittima di una spire di possessione, un legame innaturale che potrebbe spodestarla dal suo corpo terreno e rilegarla così nel Litlaus.
Nonostante le antipatie onnipresenti tra le due, Johanna si fa avanti per aiutare Lór a liberarsi dello spettro. Qui, effettivamente, vengono a galla una parte dei motivi che da sempre incrinano i rapporti tra Gaël e tutti i partecipanti della Cerchia: Dísella Stewart, sua fidanzata storica, altro non è che la quinta vittima di Paskúm, personaggio seriale costruito ad hoc dalla rettrice Benóný Hólmsdóttir, che da anni santifica (e sacrifica) potenziali portatrici del dono della vǫlva a madre Morte affinché quest'ultimo torni nelle mani della Cerchia, legittime (forse) proprietarie della dote. Gaël e la sua famiglia sono strettamente sorvegliati poiché discendenti del seiðmaðr, l'ultimo portatore del dono e sospettato di averlo sottratto consapevolmente circa cento vent'anni prima. Le vittime? Donne che sono entrate in contatto con la salma mummificata del seiðmaðr, custodita in un cunicolo alle pendici del vulcano dell'Hekla.
Nel mentre tutti i nodi vengono al pettine, Testa di Cervo mette Lóreley al corrente del suo passato e le svela la sua vera identità: il suo nome è Bodvár Løvenfeldt, ultimo portatore del dono della vǫlva, scelto da madre Morte per porre fine alla supremazia della Cerchia in Islanda e all'interscambio ultramillenario col Litlaus. L'uomo ormai spettro, difatti, è riuscito a legarsi a lei grazie a sua madre Anaïs Østergaard, accidentalmente caduta nella fenditura in cui era rilegata la salma del mistico. Data la gravidanza inaspettata, Anaïs è stata costretta a tirarsi fuori dai giochi e a mantenere per anni un profilo basso, dato che proprio Lóreley è figlia di una relazione extraconiugale con un vulcanologo francese, Marcel Dubois, allora capo della spedizione.
La carriera di Anaïs, quindi, è costretta ad arrestarsi ancora prima di cominciare, e il suo nome non figura più in nessun rapporto per non scatenare ulteriori scandali nella vita di Marcel. Ciò permette a Bodvár di continuare a vivere come simbionte di Lóreley mentre la Cerchia brancola nel buio per circa vent'anni.
Devastata da ciò che è stato e ciò che potrebbe essere, una volta slegatasi da Dísella Stewart grazie a un rito di smaltimento, Lóreley sceglie di abbandonare gli studi per trasferirsi in Francia sotto consiglio dello stesso Bodvár.
Lóreley, ormai, è sola ed è completamente soggiogata da Bodvár. Prima di partire, comunque, l'uomo lascia intendere le sue vere intenzioni: preso il controllo del corpo della ragazza, dichiara apertamente guerra rettrice Benóný Hólmsdóttir.
Finale: Dal dono della vǫlva al 6 aprile 2013
Passato un anno e mezzo, le vere intenzioni di Bodvár sono ormai palesi. L'uomo non intende morire veramente, come aveva precedentemente rivelato alla giovane, ma desidera un ritorno alla vita, poiché mai gliene è stata concessa una per volere di Morte. Lóreley capisce di non avere più scampo: Bodvár conosce tutto di lei, è imprendibile e la sta contaminando affinché possa riappropriarsi del dono, che si è inspiegabilmente legato a lei.
Lór sceglie quindi di rispettare le volontà di suo padre, raccontando tutte le vicende che l'hanno condotta sino a lì prima di lasciarsi andare.
Di lei non si sa più nulla a partire dal 6 aprile 2013.
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