15. Primi allenamenti

❝ Ho i tuoi baci sul collo, sono come ferite
Tu mi sai fare male, sì, tu mi fai impazzire
Ma se non ci sei attorno, qua mi va tutto storto. ❞

DIEGO POV

La aspetto fuori la porta con un sorriso sornione sul volto «pensavi davvero che dopo un anno di astinenza, ti avrei lasciato in pace?» dico con tono più che malizioso.

Ad accogliermi c'è una Beatrice in accappatoio, «questo non ti serve, giusto?» dico slacciando la cintura dell'accappatoio, per dare spazio al suo corpo nudo.

Una volta aver aperto l'accappatoio, la mia vita si annebbia alla vista del suo intimo, da mandarmi letteralamente fuori strada.

Un top/reggiseno rosso con delle catenine che poggiano delicatamente sulle tette, e una mutandina in pizzo altrettanto rossa da togliermi il fiato.

«Vuoi proprio farmi impazzire, eh?»

«Sono colpevole» dice alzando le mani in segno di arresa, afferro le sue mani e la sbatto contro il muro, tenendo la stretta dei suoi polsi sopra la sua testa, «sei colpevole e illegale con questo intimo addosso»

«Allora arrestami» dice sensualmente.

«Con piacere, piccola delinquente» sogghigno malizioso.

La prendo a mo' di principessa e la butto, poco elegante, sul letto.

Non abbiamo mai amato le buone maniere, preferiamo essere rudi, divoratori, come animali appena usciti dalle gabbie.

L'adrenalina, il pericolo, il piacere.

«Fai di me ciò che vuoi» dice allargando le gambe per farmi mettere in mezzo di esse.

«Non avevo intenzione di chiedere il tuo permesso» dico afferrando il suo capezzolo destro, già turgido, per essere stuzzicato da me, geme piano, «perchè come sai» afferro l'altro capezzolo con la bocca mordicchiando e succhiando, «faccio sempre ciò che voglio» concludo entrando un dito dentro la sua fessura bagnata, sentendola trasudare.

«Sei fradicia»

«Ho appena fatto la doccia»

«Bugiarda» entro due dita, facendola urlare, «sei fradicia grazie al mio tocco»

«Sono fradicia di te» mugola, quando aggiungo il terzo dito.

«Sei così stretta»

«Allora provvedi tu» farfuglia ormai alle stelle.

E non ho nemmeno fatto la metà delle cose che avevo in mente di farle.

«Di-ego più veloce» aumento la velocità dei movimenti, mentre con una mano stritolo delicatamente il suo capezzolo e con la bocca succhio l'altro. Aggiungo il pollice facendo dei cerchi sul clitoride per farla arrivare al culmine del piacere.

«Cazzo si, Diego» urla, «ancora, sì, ancora per favore»

Va in cerca del mio cazzo con la sua mano e io, da gentiluomo, la lascio fare.

Esce il mio membro, incatenato per troppo tempo dentro i miei boxer e mi sega come Dio comanda, facendomi provare il desiderio, imprigionato per ben un anno, in un solo istante.

«Aah, cazzo, Diego» mormora venendo nelle mie mani, «cazzo Bea»

Entrambi ci liberiamo dei nostri umori, «voglio prosciugarti tutta» mormoro, scendendo con la bocca fino alla sua entrata bagnata, con il pollice continuo a fare circoli regolari sul clitoride già gonfio, mentre con la lingua viaggio dentro la sua entrata, come se volessi divorarla.

«Hai un sapore buonissimo, cazzo»

«Aah Diego» dice inarcando la schiena, «per favore ti voglio dentro»

«Cosa vuoi Bea?»

«Voglio che mi sfondi, solo come tu sai fare» urla.

Prendo i suoi polsi e li posiziono sopra la sua testa, e di colpo, bruscamente, entro dentro di lei.

Il mio cazzo ha bramato per troppo tempo la sua intimità, «ti amo Bea»

«Ti amo Diego»

Ci buttiamo a pancia in sù sul letto, affaticati, sudati ma felici come non mai.

BEATRICE POV

«Gambe un po' più divaricate» ordina Diego dietro di me, «quando la afferri devi tenere la mano sinistra sotto quella destra, in questo modo ti darà più forza» mormora Diego, insegnandomi la posizione per sparare, o perlomeno ci sta provando.

«Eh no tesoro, così mi sembri una papera. Guarda me» mormora dall'altro lato Aleandro in direzione di Maggie.

Un sorriso si fa largo sul mio viso alla loro vista, sono così tanto carini quanto divertenti insieme.

«Lo capisci che questa sicura è troppo dura da togliere?» risponde Maggie a tono.

Aleandro si passa una mano sulla faccia, «amore la pistola è finta, ovvio che la sicura non si toglie. Secondo te ti davo una pistola vera per le prove?» mormora, «cosi avresti ucciso qualcuno per sbaglio. Prima dobbiamo imparare la posizione esatta, dopo ti insegnerò a sparare»

«Diamine che figura di merda, non potevi dirmelo sin dall'inizio?»

«Quei due sono fantastici» mormora Diego, perdendosi anche lui in quella coppia meravigliosa.

«Giá, li amo tantissimo» rispondo, riprendendo il mio allenamento.

«Ok molto bene, adesso tieni» mi porge una pistola, una Glock, credo sia l'arma che usano maggiormente, «chiudi un occhio, alza la pistola a questa altezza, prendi la mira e spara»

Boom, «porca puttana, dovrei avere paura di te?» mormora Diego scioccato, visto che ho preso il centro esatto del tiro.

Prendo la pistola e con fare teatrale soffio sulla canna, come un cowboy esperto, «che posso dirti, ho un gran culo»

Si avvicina al mio orecchio, «di questo non avevo nessun dubbio» sussurra divertito, «continua ad allenarti sparando, io arrivo tra poco» mormora, andando incontro ad uno dei suoi uomini e sparire da dietro la porta.

Continuo a prendere la mira e per mia fortuna prendo sempre il centro nel tiro, rendendomi orgogliosa delle mie stesse azioni.

Mezz'ora dopo fa rientro Diego, con una faccia poco serena, «che succede?» chiede Aleandro, andando verso la sua direzione.

«Ne parliamo dopo» lo liquida Diego, venendo verso la mia direzione.

«E' successo qualcosa di brutto?» chiedo preoccupata, mi rivolge un sorriso rassicurante, «nulla di irrisolvibile»

«Sai che voglio che mi rendi partecipe nei tuoi affari?»

«Tuo padre» mormora, bloccandosi.

Con lui si blocca anche il mio cuore...

Mi ero dimenticata di mio padre, quel peso che portavo nel cuore era scomparso ma ora, solo a nominarlo mi manca il fiato.

«Cosa è successo?»

«Vuole parlarti ma non sei obbligata»

Annuisco, «non voglio» dico tremolante

«Va bene principessa, va tutto bene» dice abbracciandomi, per farmi calmare.

«C'e qualcos'altro, vero? Te li leggo negli occhi»

«Sono un libro aperto per te a quanto pare» sogghigna divertito, «i miei uomini hanno trovato Tiago morto»

Un'altro tonfo mi percuote la testa, nonostante cacci via il passato, lui ritorna sempre a tormentarmi.

Dovrei sentirmi felice, serena, risollevata della sua morte, per il male subìto da lui ma, una parte di me prova tristezza per un'altra vita persa.

«Non sentirti in colpa» dice Diego, leggendomi nel pensiero, «avrebbe meritato la morte molto tempo fa per quello che ti ha fatto, persona del genere devono solo morire»

«Come è succ-esso? Voglio dire... come è morto?»

«Si è suicidato con le catene attorno al collo» risponde secco, privo di emozioni.

Annuisco, «dì hai tuoi uomini che andrò a parlare con mio padre, un ultima volta»

«Sei sicura?»

Annuisco, «mai stata più sicura» dico cauta, mentre dentro di me ho una tempesta interminabile.

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