10. Il piccolo Tyler
BEATRICE POV
«Ciao piccolino, hai fame?»
È così adorabile, con i suoi occhioni chiari e i capelli neri proprio come Damiano.
Il naso e la bocca sono uguali a lui, mentre l'espressione e il viso leggermente lungo li ha presi dalla madre.
Se non avessi visto tutta questa assomiglianza con Damiano, avrei detto che questo non era suo figlio, che quell'Angela ha detto una bugia per estrarre dei soldi a Damiano.
A questo bambino è praticamente Damiano in miniatura.
Non c'è un solo Damiano, adesso c'è ne sono due.
«Spero proprio che tu non abbia preso da tuo padre, altrimenti non riuscirei mai a gestire due Damiani» dico accarrezzandogli i capelli lunghi e lisci.
Damiano sorride dolcemente, senza distogliere lo sguardo dalla strada.
«E proprio bello, lo sai?» chiedo, sciogliendomi quando Tyler mi abbraccia.
«Come hai detto tu, è tutto suo padre, dunque consideri anche me bello?» chiede con malizia.
Dovrei mordermi la lingua, se per tutte le volte che avrei parlato a vanvera l'avrei morsa, forse adesso sarei completamente senza lingua.
Non ho mai negato che Damiano non sia affascinante, se solo avesse un po' più di cuore dentro quel petto perfetto che si ritrova.
«Tu sei la versione vecchia, quindi sei già passato di moda» rispondo a tono.
«Come mai era in quella casa?» chiedo
Vedo i suoi occhi scurirsi di colpo, «era sua sorella» dice.
«Mi ha detto che Angela glielo ha lasciato lì un anno fa, e non si è fatta più vedere»
«Com'è possibile?» chiedo sgranando gli occhi, come può una madre non vederlo per così tanto tempo?
«E la malattia?»
«Lo chiederemo direttamente a sua madre, visto che era solo una grande bugia, sua sorella mi ha detto che è sano come un pesce»
«Sono contenta che ci sia stata almeno una persona a prendersi cura di lui»
«Ho lasciato un bell'assegno per ringraziarli, potrebbero anche fare dieci anni con tutti quei soldi» dice, «lì dietro c'è la sua cartella con tutti i vaccini e le visite, potresti dare un occhiata dopo?»
Annuisco, «certamente»
«Perché ti ha mentito sulla questione della malattia?»
«Sua sorella dice che Angela è dentro un giro non raccomandato, gli deve molti soldi a un uomo»
«Capisco»
Durante tutto il tragitto verso casa stiamo entrambi in silenzio, eccetto un paio di volte in cui Tyler doveva fare pipì o aveva fame.
«Vieni piccolino» mormora Damiano, scendendo dalla macchina, prendendolo in braccio.
Il suo viso che era colorato solo di nero, adesso mostra altri colori vivaci.
Credo proprio che questo bambino sia una svolta per lui, non potrei dire la stessa cosa per Angela. Non vorrei essere nei suoi panni.
Scherzare sulla malattia del figlio e non vederlo per così tanto tempo è davvero una cosa da meschini, doveva essere proprio nei guai fino al collo per inscenare questa messinscena mediocre.
«Ti piace?» chiede Damiano, mostrando la casa al piccolo, come se già se ne intendesse di case.
Sorrido a quella vista tanto carina e penso alla mia adorata Chloe e al mio amati Diego.
Dovrò fare qualcosa il prima possibile, non so se riuscirò ancora a resistere per a lungo.
Dovrò fare sì che Damiano si fida di me, cercherò un telefono o una via d'uscita per fuggire da questo inferno.
Nel frattempo però sarò anche più che facile, di farlo uscire dal suo cerchio vuoto, dove vede solo mostri.
Voglio che riesca a vedere anche le cose belle, e magari capirà anche che ciò che mi sta facendo è sbagliato e sarà lui stesso a riportarmi a casa.
Me ne andrò solo quando saprò che Damiano è fuori pericolo da sé stesso!
Sei troppo buona, ricordati che lui è il tuo aguzzino. Mi ricorda la mia vocina.
Ma non posso farne a meno di aiutare anche coloro che mi fanno un torto, in fondo tutti meritiamo una seconda possibilità, no?
«Bea puoi aiutarmi con questo?» chiede Damiano distraendomi, mentre ha in mano latte e biscotti.
Rido e mi avvio verso di loro, «mettilo nel pentolino, io penso a rompere i biscotti e metterli nel biberon»
«Adesso è buono?» chiede Damiano per la millesima volta, in meno di due minuti, «non ancora» dico assaggiando il latte con il cucchiaino.
«Scusa» dice toccandosi la nuca, «e solo che sono agitato. Non so come sia fare il padre, e ho tanta paura che lo faccia troppo caldo e che si bruci»
Rido gentilmente, «Damiano ti abituerai» dico, «non scoraggiarti»
Damiano il boss temuto e pericoloso, ha paura?
Paura che suo figlio di bruci col latte caldo!
Il mio cuore si sta sciogliendo, anche se non dovrebbe, lo so. Ma questo suo cambiamento, questo suo lato premuroso mi rende davvero felice.
⧼Amore aiutami non so come farlo⧽
Rido guardando Diego cambiare il pannolino a Chloe, ⧼ti ci abituerai, tesoro⧽
Ride e inizia a togliere le alette per pulire il suo culetto, ma una volta aperto il pannolino di ferma, ⧼no scusa amore, ma proprio non riesco. Fa un pochino puzza⧽ si gira verso Chloe, ⧼no amore, fa molto più puzza di un pochino. Mi puoi spiegare che cazzo si mangia?⧽.
Mi avvicino a lui e tolgo il pannolino, lui si distanzia un po', ⧼non dirmi che il boss più temuto della Sicilia ha paura solo di un po' di popò⧽ rido di gusto.
⧼Non fare la stronza, senti che puzza?⧽
Rido perché ha ragione, ⧼devo darti un po' di ragione!⧽ esclamo divertita, mentre prendo la spugna per lavarla.
⧼Prendi questo, buttalo⧽ dico porgendo il pannolino sporco, mi guarda stizzito, ⧼no no, voglio imparare a mettere il pannolino. Vai a buttarlo tu⧽ dice passandomi accanto e avvicinandosi a Chloe, finalmente pulita.
Rimango di sasso, e zitta e muta vado a buttare il pannolino, rivolgendogli senz'altro le mie occhiatacce omicide.
⧼Tesoro, quando fai cacca, devi fare meno puzza, va bene?⧽ chiede a Chloe, che in risposta sorride al padre, ⧼brava bambina mia⧽.
Lacrime cercano di invadere i miei occhi ripensando al ricordo, ma le rimando subito indietro.
«Bea?»
Mi riprendo subito quando mi sento chiamare, «si, dimmi»
«Stai bene? Non rispondevi e mi sono preoccupato»
«Ero un po' distratta»
«Lo vedo, guarda qui» mi indica la tazza completamente bruciata, toccandosi la nuda come per dirgli che gli dispiace.
O cazzo, per quanto tempo ho pensato?
«Cavolo, scusa» mormoro agitata, «dallo a me, me ne occupo io» dico sorridendo.
«Allora intanto lo porto in bagno, non vorrei mi facesse la pipì per tutta la casa»
«Si vai» dico frettolosamente.
Metto nuovamente il latte sul fornello, e una volta pronto lo porto sul divano dove mi attendono padre e figlio.
«Sei stato bravissimo, lo hai finito tutto, sai anche Chloe lo mangia sempre tutto, se fosse più grande avreste potuto giocare insieme» dico senza fermarmi un attimo di parlare, solo dopo mi rendo conto di essere in lacrime al pensiero di Chloe lontana da me.
«Ti manca?» chiede Damiano.
«Come potrebbe non mancarmi?» chiedo scorbutica, in fondo tutto questo è solo per colpa sua.
«Sei e sarai una mamma fantastica, Bea» mormora.
Annuisco, accennando un sorriso.
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