Capitolo 2 "Occhi Azzurri"

"Attenzione, siete il primo plotone della sesta compagnia della BRIPAC", questo fu ciò che il Professore disse a Palermo via radio.

Erano passati 5 mesi dall'inizio al Monastero, avevano passato tutto quel tempo a studiare il piano per entrare nella Banca di Spagna. L'obbiettivo era relativamente semplice: rubare la riserva nazionale d'oro, più di 90 tonnellate. Il Professore li aveva addestrati in tutto, da sparare, o almeno fingere di saperlo fare per intimorire gli ostaggi, a fondere l'oro, nel caso servisse... (perché sì, per portare fuori tutto quell'oro, aveva pensato bene di fonderlo, con dei forni industriali).

A capo della banda all'interno della banca, era stato posto Palermo, scelta approvata in pieno da lui, meno dai suoi compagni... in particolare da una persona ben precisa; Palermo aveva un talento innato per farsi odiare dal prossimo, se poi avevi anche la sfortuna di irritarti facilmente, era finita.

Ed ora eccoli lì, vestiti con uniforme militare, pronti ad entrare in azione: il Professore aveva pensato, che il modo migliore per avvicinarsi alla banca di Spagna, senza correre il rischio di essere catturati, fosse quello di sostituirsi ad una squadra militare, inviata lì per la sicurezza.

Firenze, i pochi minuti che aspettarono lì, in quel magazzino, li passò ad osservare i suoi compagni: ormai aveva imparato a conoscerli e a rapportarsi con tutti, chi più chi meno. Con Nairobi si trovava benissimo, ad esempio quando voleva scherzare e divertirsi, mentre Marsiglia quando voleva passare un pomeriggio tranquillo e sereno, o ancora Bogotà quando aveva bisogno di un consiglio; gli altri invece, a grandi linee si, erano amici, ma niente di così significativo.

"Signore e signori, siamo il primo plotone della sesta compagnia della BRIPAC, uno-sei BRIPAC, abbiamo 16 minuti e 45 secondi. Veloci!" ci pensò Palermo con le sue grida a risvegliare la ragazza dai suoi pensieri; mentre Denver e Stoccolma, ancora tesi per la loro storia, appiccicavano gli adesivi falsi sul lato del blindato, Palermo si avvicinò a Firenze, 

"Ascolta, non me ne frega un cazzo se ieri sera hai avuto paura del buio e non hai dormito, piantala di sognare ad occhi aperti e concentrati, capito?", le disse lui, puntandole contro la propria mano; la giovane però non si scompose minimamente. Con lentezza gli abbassò la mano, lo fissò negli occhi e con un sorrisino di scherno e gli disse: 

"Allora, punto primo, ieri sera ho dormito benissimo per tua informazione... punto secondo, mettiti in quella tua testolina bacata, che è il Professore che comanda, non tu, di conseguenza io ubbidisco solo a lui..." qui una leggera risata uscì dalla bocca della giovane, "dici di essere bravo ad addomesticare gli animaletti, come con Helsinki, ma fidati... ci sono esemplari che non si possono controllare, per cui ascolta un consiglio: risparmia il fiato. ok occhi azzurri (?) " detto ciò la ragazza fece per andarsene, ma Palermo le afferrò saldamente il polso; non strinse tanto, solo quel poco che bastava per farle voltare un po' la testa,

"Vuoi scommettere ragazzina?" gli sibilò lui, con uno sguardo di sfida.

"Ehi voi due, volete far saltare il piano!?" gli gridò Nairobi da sopra il camion, ciò costrinse i due a sbrigarsi; così, dopo un reciproco sguardo carico d'odio, salirono sul blindato e partirono.

Durante il viaggio, mentre andavano verso la Banca di Spagna, a Firenze tornarono in mente alcuni ricordi:


Firenze, 5 mesi prima

"Piacere di conoscervi, mi presento io sono Firenze".

disse la ragazza, osservando tutti i presenti.

Dopo qualche secondo, in cui non volò nemmeno una mosca, il Professore parlò:

"Bene, visto che nessuno ha obbiezioni, siediti pure in uno dei banchi liberi in fondo all'aula".

La ragazza obbedì, andando a sedersi dietro a colui, che aveva capito chiamarsi Palermo, il quale si girò non appena il Professore iniziò a parlare, (in fondo il piano lo aveva creato lui),

"Illuminami, perché il Professore ha fatto entrare nella banda una mocciosa inesperta senza alcun talento?" gli chiese a bassa voce, sfoggiando un ampio sorriso di scherno.

"Fidati, ho più talento io in un capello, che te in tutto il corpo" rispose prontamente la ragazza fissandolo negli occhi con sguardo duro; Palermo non si aspettava quella risposta da una novellina, ma di certo non avrebbe mai accettato di perdere contro una donna, ragion per cui sostenne senza difficoltà lo sguardo.

Dall'esterno la scena era alquanto affascinante: quei due si stavano fissando, decisi a non abbassare lo sguardo nemmeno per un secondo, come una guerra su chi fosse più forte. Marsiglia che era seduto nella fila opposta alla loro, li guardò velocemente e levò gli occhi al cielo.

Dopo un buon minuto passato a fissarsi, Palermo si girò nuovamente, sussurrando nel mentre "Non hai idea di chi ti sei messa contro ragazzina", "Stiamo a vedere, occhi azzurri", rispose la ragazza felice, pensando di aver zittito quell'arrogante, il quale invece aveva un sorriso più ampio di prima sul volto.

Marsiglia che continuava a spiarli ogni tanto di nascosto, venne risvegliato da Bogotà, che dopo essersi girato verso di lui, gli disse: "50 $ che prima del colpo quei due staranno insieme" gli disse l'uomo; la risposta di Marsiglia fu semplicemente, "Io dico che si uccidono prima".


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