9- Ritorno alla Città Oscura

-Andiamo a salvarla, allora- fece il lume, ed io fui molto felice di vederlo così entusiasta di aiutare.

-Non ci siamo ancora presentati per bene; io sono Boom- a quelle parole l'altro cambiò quel sorriso gentile con la sua solita espressione irritante, che però in quel momento non mi infastidiva più di tanto.

-Lo so. Io sono Sky- lasciò la mia mano e si girò verso il centro della stanza.

-Da lì sono andati nel regno dell'oscurità, se ci sbrighiamo dovremmo essere ancora in tempo-disse, allora io aprii immediatamente un portale e feci segno all'altro di entrare.

-Allora andiamo. Prima di arrivare alla città dobbiamo attraversare un lungo fiume- lui sorrise, per poi entrare nel portale.

Io lo seguii, e ci ritrovammo nello stesso luogo che visitò anche Dyana.

Il fiume era davanti a noi, e io materializzai la barca che doveva poi condurci in città.

Salimmo entrambi e il fiume iniziò a portarci verso la nostra destinazione.

-Ora che ci penso, Sky, tu sai praticamente tutto su di me, però io non so niente sul tuo conto. Ad esempio, come fai a leggere nel pensiero? Da quello che sapevo i lumi non dovrebbero esserne in grado- 

Lui stava continuando a guardare il paesaggio con faccia seria, ma quando gli chiesi di lui vidi un leggero sorriso dipingersi sul suo volto.

-Come mai ti interessa sapere del mio passato?-

-Sono solo curioso- la mia non era una bugia, ma non era neanche la verità.

È vero che ero curioso, ma volevo anche sapere chi era la persona con cui stavo andando a salvare mia figlia. Per quanto possa essere brutto dirlo, è stata colpa sua se ci ritrovammo in quel casino.

-Come vuoi, Boomy. Ma non aspettarti nulla di troppo entusiasmante. La mia vita non è niente di speciale, quindi ascolta in silenzio e non commentare, per favore-

Si era voltato verso di me, mantenendo il suo solito sorriso e quella espressione indecifrabile.

Rimasi in silenzio, pronto ad ascoltare con attenzione.

Allora lui iniziò a raccontare;

Tanto tempo fa, nel regno del bagliore, il re e la regina diedero alla luce una nuova creatura. I lumi hanno bisogno di un altro individuo per procreare, altrimenti l'energia non basterebbe per creare una vita.

Ci fu però un problema; anche utilizzando la loro luce insieme, non riuscivano a creare un erede. Per questo il re, sapendo che aveva già vissuto a sufficienza, si sacrificò e diede la vita per far nascere suo figlio.

Il re fu, insieme alla regina, il primo custode del nucleo, donatogli da un essere superiore che gli esseri umani chiamano "Dio".

Essendo la famiglia reale colei con il compito di costudire il nucleo, dovevano essere molto forti, quindi necessitavano di tanta energia per essere creati.

E così fu per il loro bambino, il principe del Regno del Bagliore. Alla perdita del marito però, la regina diede di matto e cacciò il figlio, proibendogli di essere il futuro re. 

"L'unico re era mio marito, e quel bambino non sarà mai come lui" urlò, mentre indicava quasi disgustata la creatura che aveva messo alla luce. Costretto a vivere fuori dal castello, il piccolo veniva emarginato. La gente aveva paura che stare in contatto con il figlio non voluto della regina li avrebbe messi nei guai, e quando scoprirono l'abilità del piccolo, ovvero saper leggere nel pensiero, lo esclusero ancora di più. La telepatia è un dono fatto alla famiglia reale, così da poter ascoltare i pensieri del loro popolo e sapere sempre di cosa hanno bisogno.

Ma fuori dalla vita a palazzo, questa abilità divenne un fardello che rese ancora più diverso quel piccolo lume, fino al punto di essere odiato da tutti. Masse di creature si spingevano alle porte del castello, chiedendo di cacciare quel bambino, e un giorno la regina li rese contenti, esiliandolo. Fu così che la creaturina incontrò il Fondatore, l'unico che fino a quel momento gli aveva mai teso una mano. Sapeva quanto i suoi scopi erano malvagi, ma vedeva in quell'ombra la sua unica speranza per continuare a vivere. Era comunque l'unico che non lo voleva morto e, per una volta, c'era qualcuno che aveva bisogno di lui.

Si fermò, il racconto era probabilmente finito. Guardava a terra, serio.

-Quel bambino ero io.. so che ho fatto delle cose orribili, aiutando nel suo intento il Fondatore, ma per una volta la mia esistenza non sarebbe stata inutile. L'idea che solo io potevo aiutarlo con il suo scopo mi accecò, facendomi pensare che quello che stavo facendo fosse la mia unica opzione-

Delle lacrime silenziose scesero dai suoi occhi, mentre stava con la testa chinata.

-Mi dispiace.. non sto provando a giustificare quello che ho fatto, voglio solo provarti che puoi fidarti di me- disse, con un filo di voce.

Poi si asciugò le lacrime, e mi guardò negli occhi.

Io gli sorrisi, nel modo più gentile che potevo.

-Grazie per aver voluto aiutarmi. Prometto che non dubiterò più di te- ci sarebbero state molte altre cose che avrei voluto dirgli, ma sono sicuro che quella era l'unica cosa che voleva sentirsi dire in quel momento. Perché era quello che pensavo, anche se aveva fatto cose brutte, voleva davvero aiutarmi.

Lui sorrise, poi tornò a guardare il paesaggio.

Passò un po' di tempo, in cui sulla nave regnava il silenzio.

Notai che aveva abbassato l'intensità della sua luce per non far scomparire la barca, e probabilmente anche per non rischiare di uccidere qualcuno nella Città Oscura.

-Prima sbaglio o mi hai chiamato Boomy?- ruppi il silenzio, e lui si girò sorridendo.

-Non ti piace come soprannome?-

-No, è fastidioso sentirmi chiamare così. Chiamami Boom e basta-

-Ok, Boomy..-

-TI HO DETTO CHE DEVI SMETTERLA DI CHIAMARMI COSÍ-

-Scusa scusa, però calmati.. Boomy..- lui scoppiò a ridere, mentre io lo guardai male e misi un finto broncio, che durò poco però, perché poi iniziai a ridere insieme a lui.

Dopo qualche chiacchera spensierata, lui si fermò un attimo, diventando di nuovo serio.

-Quando ti ho detto che ero il figlio della regina, tu non hai detto niente. Davvero a te sta bene così?-

-Perché non dovrebbe andarmi bene? Sto venendo aiutato dal principe del regno del bagliore, meglio di così non poteva capitarmi- 

Nel frattempo eravamo arrivati alla Città Oscura, quindi scendemmo e in fretta e furia corremmo verso la Torre Maggiore, pronti a combattere contro il Fondatore.

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