2- Il fiume d'inchiostro

C'erano troppe cose che meritavano una risposta, ma al momento le due priorità erano "come faceva quella bambina a vedermi e a poter parlare con me?" e "cosa le ha fatto il lume?".

Sicuramente le ombre più anziane sapevano molto più di me, ma purtroppo mi era un po' difficile parlargli..

-Boom, posso chiederti una cosa?- fece Dyana.

-Dimmi- sentirmi chiamare col mio nuovo nome mi rendeva stranamente felice.

-Perché non potevi stare alla luce della lampada?-

-Vedi.. io sono un'ombra, una creatura dell'oscurità, e stare a stretto contatto con la luce per me è.. pericoloso.. anche quando camminavo fuori, facevo attenzione a non finire troppo vicino ai lampioni, altrimenti..-

-Altrimenti?-

Mi incupii all'improvviso. Non ne capivo il motivo, ma ho sempre avuto una brutta sensazione riguardo alla luce, come se ci fosse qualcosa di brutto che essa mi fece, tanto tempo fa.

-Te l'ho detto, è pericoloso per noi ombre stare alla luce..-

-Ho capito, ma cosa vi succede?-

-..non ha importanza, ok?-

-Ma io voglio saperlo!-

Tristezza.. una profonda e dolorosa tristezza.. Perché provo tutto questo? Sento che sto per perdere il controllo..

-SMETTEREI DI ESISTERE, HAI CAPITO?!- alzai la voce, quasi istintivamente. Non volevo urlarle contro, ma dentro di me si alzò un turbinio di emozioni che ero sicuro di aver già provato. In realtà non avevo mai saputo cosa fa la luce alle ombre, eppure in quel momento ero convintissimo che sarei potuto morire toccandola.

La bambina mi guardò spaventata, poi mi sorrise e avvolse le sue mani intorno al mio petto, che era la parte più alta che poteva toccare.

Era quello ciò che gli umani chiamano "abbraccio"? Aveva un calore familiare..

Le poggiai una mano sulla testa, poi lei la alzò e mi guardò in faccia.

-Scusami.. non volevo urlare in quel modo.. è che, tutte queste emozioni.. sono nuove per me- le dissi.

Lei però non sembrava arrabbiata, e si limitò a sorridermi.

In quel momento mi sentivo protetto e amato. Sentivo di essere importante per qualcuno.

Però quella sensazione non era affatto nuova, eppure non riuscivo a ricordare di qualcun altro che mi aveva trattato così.. gentilmente?

Sentivo che era qualcosa accaduto moltissimo tempo prima, ma non vi diedi troppo peso. Avevo cose più importanti a cui pensare.

-Non preoccuparti, è colpa mia che ho lasciato la luce accesa. Prima di andare a dormire leggo sempre qualche libro, e questa volta mi sono addormentata nel bel mezzo della lettura, lasciando la mia lucina accesa-

-Tu.. hai visto cosa è uscito da quella luce?-

-Perché? è uscito qualcosa?-

Per fortuna non si era accorta di niente. Ma non potevo restare con lei, dovevo andare a riferire tutto agli anziani, però forse avrei dovuto portarla con me nel regno delle tenebre..

-Senti bambina.. ti andrebbe di venire con me nel mio mondo?- le chiesi, e lei accettò.

Allora, dopo molto tempo, riaprii il portale che portava nel mondo delle tenebre. C'era però un piccolo problema, io ne venni esiliato. Il motivo non lo ricordavo, era successo quando avevo appena vissuto per il mio primo millennio.

Allora andai dall'altra parte del portale che avevo aperto e Dyana mi seguì.

L'ingresso del regno delle tenebre era un luogo senza nulla, un immenso prato dall'erba nera e il cielo grigio.

L'unica sfumatura in quel monotono paesaggio era un fiume che sembrava d'inchiostro.

Quel fiume ci avrebbe portati nella Città Oscura dove, nella torre più alta che sovrastava tutti gli altri edifici, si riunivano ogni giorno gli anziani con il compito di verificare che nel regno terrestre fosse tutto normale.

Poggiai la mia mano nell'acqua del fiume, che era più densa di quella presente nel mondo umano, e da essa si formarono alcune ramificazioni sulla sua superficie. Quella specie di tentacoli formarono un'imbarcazione.

-Boom.. non vedo niente.. è tutto troppo buio- si lamentò Dyana. Allora io feci spuntare dalla mia mano una lanterna, materializzatasi grazie all'oscurità che noi ombre emaniamo.

Poi avvolsi la mia mano in quello che doveva essere lo stoppino della candela e generai un fuocherello azzurro dalle sfumature blu.

-WOWW, COME HAI FATTO?!!- lei mi guardava sbalordita, io le sorrisi e le spiegai il mio trucco.

-Vedi, sia le creature della luce che quelle del buio non hanno una massa costante, ma possono modellare la materia di cui sono composti. Quel fuocherello blu che vedi è un'alternativa per noi ombre alla luce, perché è formato anch'esso di massa oscura, che è la stessa che mi compone-

-..non ho capito nulla, ma è fichissimo-

Le diedi la mano per aiutarla a farla salire sull'imbarcazione che avevo creato, poi salii anche io.

Ci lasciammo trasportare dal fiume, le quali acque erano calme e il flusso costante.

La barchetta veniva mossa dolcemente dalle poche curve del fiume, e Dyana aveva gli occhi che le brillavano a causa di tutte quelle novità.

Io stavo tenendo la lanterna, che era appoggiata vicino a me, e la bambina si affacciava dalla barca e con la mano sfiorava la superficie dell'acqua.

A un certo punto di quel percorso, la barca cominciò a sprofondare sotto la superficie del fiume.

Dyana era spaventata, così si lanciò tra le mie braccia e mi strinse.

-Cosa sta succedendo..?- mi chiese, guardandomi.

Io le sorrisi, poi le feci notare che l'acqua evitava sia noi che la barchetta, scorrendoci intorno.

-Non preoccuparti, la nostra destinazione si trova sotto il fiume, quindi è normale che andiamo in basso-

Lei allora guardò quel liquido scuro che ci scorreva intorno e allungò il braccio per toccarlo.

Al contatto con la sua mano, emise un piccolo schizzo che le andò a bagnare il visino.

Lei rise, poi prese dell'acqua nelle sue mani e la lanciò contro di me.

Rimasi un attimo sorpreso da quel gesto, ma quando lei scoppiò a ridere venne spontaneo ridere anche a me.

-Fra quanto arriviamo?- mi chiese poi.

-Ci vuole ancora tanto tempo, tu non preoccuparti però. Dormi intanto-

Allora lei si mise seduta e si appisolò subito.

Non capivo a cosa servisse per gli umani dormire, quindi provai a imitarla.

E quando mi misi sdraiato e cominciai a rilassare tutti i muscoli, persi per un attimo il contatto con la realtà. Mi ero addormentato.

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