Capitolo 7: Incubi
È la seconda volta in una sola notte che faccio sempre lo stesso sogno: Jeremy scappa da me per andare da qualche parte in un bosco, e dietro di me c'è Cole, quindi sono costretta a correre anch'io mentre cerco di chiamare Jeremy e chiedergli spiegazioni. Eppure Jeremy sembra non rispondermi, non mi guarda, non mi pensa; sembra stia mettendo la parola "fine" alla nostra storia e che riesca a lasciarsi alle spalle me, la sua anima gemella. Continuo ad urlare il suo nome mentre piango come non ho mai fatto, non in un sogno almeno. Tutto d'un tratto Jeremy si ferma e Cole mi prende sussurrandomi qualcosa d'incomprensibile, che dopo poco riesco a capire. – Ha scelto lei – mormora Cole abbracciandomi da dietro.
Jeremy si gira verso di me con i suoi occhi celesti scintillanti e spalancati. Nel sogno so da che cosa è spaventato, però ogni volta non riesco a ricordarmelo. Cole continua a tenermi in piedi con le braccia dietro la mia schiena per non farmi muovere, mentre le mie gambe continuano a cedere. – Mi dispiace – dice Jeremy ad alta voce per farsi sentire a me.
Un ramo lo prende e lo scaraventa al muro che si è appena creato, e il terrono inizia a tremare. Una donna esce dal terreno: il demone. – No! – urlo io singhiozzando.
La donna non è come quella in cui ci siamo imbattuti io, Jeremy e Delilah tanti mesi fa, nell'Istituto di Toronto. No, la donna ora è una ragazza. La ragazza è Paige. – Che spreco! – esclama Paige con la voce del demone che Cole ha ucciso quel giorno. – Una ragazza come te, Whitesun, con un ragazzo come lui. Che spreco. Lui è così bello e tu sei così... – Cerco di dire qualcosa, ma ho la gola secca e un nodo enorme in essa. – Lo prenderò come mio sposo – annuncia lei andando verso Jeremy.
Cerco di urlare, eppure non ci riesco. – Lascia stare, va bene così – sussurra Cole al mio orecchio. Scuoto la testa cercando di fargli capire che la penso in modo diverso, che voglio andare da Jeremy e liberarlo. La terra inizia ad inghiottire Jeremy, il quale mi guarda con gli occhi ancora spalancati. Cerco di dirgli che lo amo, che mi mancherà e che sarà sempre lui. Sempre. Ripete un'altra volta che gli dispiace, prima che la terra copri il suo viso e lo affondi. – No! – urlo io più forte che posso. Il cuore sembra essersi rotto in tanti pezzettini, che tagliano tutti gli organi in prossimità di quello che prima era il mio cuore. Lo stomaco si stringe fino a farmi rimettere e il corpo continua a tremare a causa del dolore lancinante.
L'ho perso. Ho perso la mia anima gemella.
– Cassie, svegliati! Cassie! – urla Jeremy scrollandomi le spalle. Apro di scatto gli occhi e sento il mio corpo completamente bagnato, un po' dal sudore e un po' dal mio potere: l'acqua. Jeremy mi guarda con gli occhi sbarrati, mi guardo intorno e mi accorgo che l'acqua arriva quasi all'altezza della bocca di Jeremy, che sta in piedi sul letto.
Faccio un respiro profondo guardandolo negli occhi: è qua. È qua, non è andato via. L'acqua scompare in pochi secondi e così Jeremy si siede sul letto. – Stai bene? – chiede. Lo continuo a guardare, un po' scioccata e un po' diffidente, e alla fine decido semplicemente di abbracciarlo. Mi stringe a lui, un po' incerto e poi sospira. – Cosa hai sognato? – chiede dopo un po'.
Rimango in silenzio stringendolo a me. Non voglio parlarne, non adesso. – Non me lo ricordo – mento quindi.
– Sì che te lo ricordi – ribatte lui stringendomi un po' di più. – Ma non fa niente.
Rabbrividisco al solo pensiero di poterlo perdere. Non posso perderlo. Forse adesso sono io che ho bisogno di lui, ho bisogno di lui vicino a me, attaccato a me, come se fossimo una sola persona. Mi distacco un po' solo per riuscire a baciarlo, si irrigidisce sotto le mie mani, incerto sul da farsi, eppure quando mi siedo sopra di lui per avvicinarlo ancora di più lo sento rabbrividire sotto di me.
– Cassie – sussurra cercando di avvertirmi di non farlo. Sono imbarazzata, di solito non riesco ad espormi così tanto, ma con lui è tutto diverso e potrei addirittura uccidere tutti per salvarlo. Con lui sono una persona diversa, vorrei essere una persona migliore, tanto quanto lui prova ad essere migliore per me, e ogni giorno ci provo, esattamente come lui. Infilo timidamente le mani sotto la camicia nera e gli stringo i fianchi, mi prende il viso con tutte e due le mani e il bacio diventa qualcosa di più, che mi ricorda vagamente la passione che sembrava quasi scomparsa. Con le mani tremanti raggiungo i bottoni della camicia per fargliela togliere, però mi ferma. – Perché? – mi chiede guardandomi dritta negli occhi, mentre mi tiene per i polsi. Scuoto la testa con le lacrime agli occhi e mi avvicino ancora di più a lui per baciarlo. – No, aspetta – mi ferma un'altra volta facendomi staccare. – Non lo stai facendo per me, vero?
– No – mormoro io e la mia voce sembra distante e rauca. Vorrei solo scoppiare a piangere. Da quando ho scoperto questo nuovo mondo, non faccio altro che avere paura e sto iniziando ad essere veramente stanca. Per una volta, cerco di aggrapparmi a lui e non pensare ad altro. Devo farlo, perché sento che sto per scoppiare e ridurmi in tanti piccoli pezzettini. Ho tanta paura di perderlo e non riuscirei a sopportarlo, non adesso, non con tutto quello che sta accadendo.
– Lo sai che io sono tuo, vero? – chiede lui guardandomi negli occhi. Sembra convinto di quello che sta dicendo, il problema è che per ora non sappiamo nemmeno cosa succederà domani.. quindi come si fa ad essere sicuri di una cosa così piccola, se messa a confronto con tutto il resto? – Cos'hai sognato di così spaventoso? – chiede poi aggrottando la fronte, preoccupato.
– Tu lo sai che ti amo, vero? – sussurro io guardandolo negli occhi, so che l'espressione che ho in questo momento è più quella di una bambina terrorizzata che quella di una ragazza che sa come ammaliare un ragazzo, ma purtroppo per lui sono più una bambina che una ragazza.
Jeremy mi prende di scatto i fianchi e mi fa avvicinare a lui, così tanto che il mio petto è completamente schiacciato contro il suo. Adesso riesco sentire i bottoni della sua camicia premere sulla mia maglietta, e riesco a sentire anche i suoi muscoli che sembrano tendersi come non mai. Ci guardiamo per pochi secondi negli occhi, le sue mani stringono di più i miei fianchi e avvicina la sua bocca alla mia.
– Ti amo anch'io – mi bofonchia all'orecchio e lo morde facendomi rabbrividire. Lo faccio sdraiare sotto di me, c'è come un contatto visivo tra di noi dal quale non posso e non riesco a staccarmi, e con le stesse mani tremanti di pochi minuti fa riesco a slacciargli i bottoni della camicia. Guardo ogni millimetro del petto del mio ragazzo e più lo guardo e più mi sembra perfetto. Dovrebbe essere il contrario, vero? Mi sorride, mi afferra e mi tira verso di sé per baciarmi un'altra volta.
– Ragazzi! – urla Ivy aprendo di scatto la porta. Jeremy mi allontana subito e mi fa mettere accanto a lui, visto che io sono così scioccata e imbarazzata che non riesco a muovermi. Il volto di Ivy diventa sempre più rosso per l'imbarazzo. – Scusatemi, ma non c'è tempo. Si tratta di Christian. Dovete correre di sotto... Le guardie lo stanno punendo con la frusta! – balbetto Ivy.
Io e Jeremy non ci guardiamo nemmeno, corriamo fuori dalla mia camera per andare in soccorso del nostro piccolo amico e, appena mi accorgo che in mezzo a tutta quella gente ci sono solo due persone al centro – una con la frusta e l'altra accovacciata a terra – faccio subito per andare da Christian, quando Jeremy mi ferma stringendomi il polso. – Tu stai ferma qua. Ci penso io – mi avvisa freddamente, non aspetta nemmeno una risposta e va da loro. – Basta! Basta! – urla Jeremy correndo verso Christian. Tutti si scansano, ma nessuno aiuta. Uno dei collaboratori di Alan continua a frustare il bambino senza dare ascolto a Jeremy, così quest'ultimo di mette in mezzo e si accovaccia sopra Christian per proteggerlo.
Scatto verso di loro praticamente volando dalle scale e mi metto davanti a Jeremy stringendolo a me. La schiena va subito in fiamme e in pochissimo tempo sento la scossa di adrenalina e il collaboratore caccia un urlo, poi però ricomincia a frustarmi, facendomi urlare.
– Cassie? – bofonchia Jeremy accorgendosi solo adesso di me. – No! – tuona alzandosi e facendomi così cadere a terra. Apro gli occhi e l'unica cosa che riesco a vedere sono i solchi lasciati dalla frusta sul bellissimo viso di Jeremy. Spalanco la bocca, incredula, l'aria non entra più nei miei polmoni: è uno spettacolo orribile. Jeremy non urla nemmeno, geme a causa del dolore e ad un certo punto è così stremato che cade a terra battendo le ginocchia sul pavimento. Lo abbraccio subito e faccio in modo che il suo viso si appoggi sull'incavo del mio collo. Sento ancora la frusta lasciarmi dei segni sulla mia schiena, ma ormai il corpo mi fa così male che non sento i nuovi colpi.
– Spostatevi! – urla il collaboratore sopra i piagnistei di Christian. – Deve essere punito!
– Basta così! – ordina qualcuno, un ragazzo. Le frustate cessano immediatamente, prendo un respiro profondo e mi lascio finalmente cadere a terra, sfinita.
– No, no, no. Cassie? – balbetta Jeremy, sembra quasi sotto shock.
– Cosa diavolo ti è venuto in mente? – urla quel ragazzo. Giro un po' la testa verso le urla e il mio cuore fa un altro balzo: è il figlio di Alan.
– Signore, sto facendo quello che mi ha ordinato di fare suo padre – risponde un po' incerto il collaboratore.
– Bé, mio padre in questo momento non c'è e ha lascio a me l'Istituto. Sai cosa significa? – chiede lui avvicinandosi al collaboratore. – Sai cosa significa? – ripete urlando dal momento che il collaboratore sembra non rispondergli. – Significa che devi starmi ad ascoltare e questo non si deve fare! – tuona il figlio di Alan. Mi distacco da Jeremy e guardo il figlio del preside che urla al collaboratore di smetterla. È una scena fantastica e quasi mi ricredo su di lui. – Vattene. Vattene prima che ti licenzi – ringhia.
Il collaboratore se ne va, arrabbiato, salendo le scale. So che il figlio di Alan mi sta guardando, quindi decido di fare lo stesso. Credo di essere anch'io sotto shock, perché continuo a tenere la bocca spalancata e a starmene in piedi davanti a Jeremy, immobile. – Grazie – dico io, ancora incredula per tutto quello che sta succedendo.
Si avvicina a me e mi posa una mano sul collo sorridendomi. – Chiamatemi tre maghi. Ora! – ordina a tutti i Cacciatori, che sembrano ascoltarlo. – Mi dispiace per tutto questo – mi sussurra guardandomi negli occhi. Deglutisco ancora immobile, cerco di muovermi ma anche questa volta non ci riesco.
– Sta' tranquillo – dice Jeremy a Christian stringendolo a lui. Vado da loro ed afferro il viso di Christian, il quale sta singhiozzando. L'abbraccio con le lacrime agli occhi e alzo lo sguardo su Jeremy, eppure la sua espressione mi fa capire che è arrabbiato con me. E geloso.
– Cassie, vieni – borbotta il figlio di Alan prendendomi il braccio e trascinandomi da un mago. – Ci sono anche per voi – annuncia guardando Jeremy e Christian.
– Oh, ma quanto sei gentile – ringhia Jeremy fulminandolo con gli occhi.
– Jeremy – esclamo io cercando di fargli capire che la deve smettere. Ci ha appena aiutati, non possiamo permetterci di essere anche orgogliosi. Eppure Jeremy inizia a fulminare anche a me.
Ci facciamo guarire dai maghi, i quali rimangono in silenzio fino alla fine del loro lavoro, e poi Jeremy prende Christian e lo trascina di sopra senza nemmeno aspettarmi. Sento la voce di Alan arrivare dal piano di sotto ed è più forte di me: mi fermo ad ascoltare. Il padre chiede al figlio com'è andata abbracciandolo. Il figlio alza lo sguardo su di me e sembra veramente impaurito. Ci metto veramente poco a capire il perché, conosco i metodi di Alan e so che lo punirà. È per questo che sembra essere così contro queste punizioni, perché molto probabilmente lui è stato il primo a ricevere le punizioni di Alan.
– Cassie – mi chiama freddamente Jeremy. Lo guardo con le lacrime agli occhi, lui guarda prima Alan e poi fa cambiare posizione a Christian continuando a guardarmi con diffidenza. – Andiamo.
– Voi.. voi andate, io vi raggiungo tra un po' – balbetto. Rimane a guardarmi per un po', poi scuote la testa e se ne va, Christian mi saluta con la mano e così ricambio il saluto sorridendo. Quando se ne vanno mi giro per guardare Alan che parla con i suoi collaboratori, il figlio invece sembra continuare a tenermi d'occhio con la coda dell'occhio e mormora qualcosa, però sono troppo lontana per capire quale ed è di lato, quindi non posso nemmeno cercare di capirlo guardando le labbra. Si gira un po' verso di me e ci riprova. Questa volta lo capisco, mi sta dicendo "vattene". Scuoto la testa per dirgli che non me ne vado e mi risponde con uno sguardo omicida, per poi passare a suo padre che lo sta guardando altrettanto male.
Alan inizia a parlare al figlio gesticolando, cerco di sentire qualcosa ma parlano a bassa voce e sono troppo lontana. Sussulto quando Alan tira uno schiaffo al proprio figlio. – Perché l'hai fatto? – tuona Alan.
– Li stava ammazzando, papà – sbotta il figlio senza però incrociare lo sguardo del padre.
– Ti sei rincoglionito, Matt? – urla Alan dandogli un altro schiaffo. – Hai ventuno anni e ancora sei una femminuccia! Dopo tutto quello che ti ho insegnato!
Faccio per andare da loro per proteggere Matt, quando qualcuno mi prende e mi trascina via. – Lasciami! – esclamo, anche se non so nemmeno di chi si tratta, so solo che è un maschio.
– TI sei impazzita o cosa? – urla Scott. – Volevi essere punita un'altra volta? Cosa sei, masochista?
La porta della camera di Jeremy si apre e, come sempre, spunta lui a peggiorare la situazione. – Che succede qua? – chiede Jeremy venendo da noi con le braccia incrociate, evidente segno di chiusura nei miei confronti. Eppure fa allontanare un po' Scott da me e gli lancia un'occhiataccia. – Ripeto, che succede qua?
– Ho appena salvato la vita alla tua ragazza – risponde Scott guardandomi male.
– Non ho bisogno di essere salvata! – sbotto io spingendolo.
– Bé, allora sei semplicemente matta – ringhia Scott.
– Perché le avresti appena salvato la vita? – chiede Jeremy interrompendoci.
– Perché stava per andare a salvare il figlio di Alan da lui. Ti rendi conto? L'avrebbe uccisa! – esclama Scott guardando Jeremy. So che Scott mi vuole bene, è un bravo ragazzo, ma in questo momento non posso fare a meno di essere arrabbiata con lui, perché non solo mi si sta mettendo in mezzo tra me e Matt, ma anche tra me e Jeremy.
Jeremy si gira di scatto verso di me, però faccio finta di niente e continuo a fulminare Scott con gli occhi. – Adesso ci penso io. Grazie, Scott – ribatte freddamente Jeremy.
Scott mi guarda un'ultima volta e se ne va in camera di Eireen, la quale ci stava guardando da chissà quanto tempo. Sta diventando l'ombra di Scott, e non so quanto possa farle bene. È una ragazza molto riservata e timida, molte volte mi ricorda un po' me, ma si sta attaccando veramente troppo a Scott. Più volte ho cercato di fare amicizia con lei, eppure si chiude a riccio e va da lui, così ho iniziato ad osservarla e sono arrivata alla conclusione che ha solo lui, non ha nemmeno un amico o un'amica.
Mi giro verso Jeremy, che mi sta fissando da un po'. – Cosa? – sbotto io, nervosa.
– Sei nervosa? Te la stai prendendo con me? Io me la dovrei prendere con te! Stavi per andare a salvare un ragazzo che ieri sera non ha fatto altro che provarci con te solo per fare felice il padre! Volevi una conferma sta' mattina? Bé, non ce l'hai e non ce l'avrai – ringhia lui.
Il mio cuore fa un balzo per prendere la ricorsa e iniziare a battere così veloce che mi sembra di star correndo da ore. Jeremy cerca di andarsene, ma gli prendo subito la mano. – No, no, no – lo imploro io con voce tremolante. – Ti prego, no. Non farlo. Non farlo. Non lo sopporterei.
– Non lo sopporteresti? – urla Jeremy girandosi verso di me e alzando la sua mano in modo tale che non possa far altro che lasciarla andare. – E a me non ci pensi, Cassie? Ho commesso molti errori con te, Cassie. Ti ho fatto del male e mi dispiace, ma questo non significa che io sia costretto a reggere tu che flirti con un altro ragazzo!
– Io non stavo flirtando con nessuno – mormoro io, in uno stato confusionale.
– Ti ha messo le mani sul collo e ti sorrideva in quel modo.. quel modo che usano solo i ragazzi che ci stanno provando con una! E tu l'hai lasciato fare e io ero dietro di te, Cassie. L'ho visto!
– Ero scioccata, Jeremy! – urlo io.
– Eri scioccata?! Anch'io lo ero! Avevo detto alla mia ragazza di rimanere in cima alle scale per fare in modo che non le succedesse niente e poi mi sono reso conto che non sentivo più nessuna frustata, ma non era perché ero svenuto o altro, era perché la mia ragazza non mi aveva ascoltato! E Christian piangeva mentre la mia ragazza urlava per il dolore! – sbotta Jeremy con le lacrime agli occhi. – Perché non fai mai come ti dico, Cassie? Perché riesci sempre a fare di testa tua e non mi ascolti mai? – chiede, e sembra veramente distrutto.
Cerco di parlare, apro la bocca ma non esce niente, così mi avvicino per accarezzargli il viso, eppure lui si allontana indietreggiando. – Jeremy? – lo chiamo io cercando inutilmente di non far tremare la mia voce.
– Devo andare da Christian. Ha bisogno di me. Per favore, non entrare in camera mia – ringhia lui prima di andarsene e lasciarmi da sola... o quasi.
– Che scena toccante – commenta Paige e ormai è proprio davanti a me, con un vestito fin troppo corto rosso. – Come sto? – chiede lei facendo una piroetta. – Avevo pensato di fare una visitina a Jeremy. Sembrava così stressato poco fa.. magari un po' di esercizio fisico non gli farebbe male. Può servirgli, non credi?
– Credo che tu debba capire che Jeremy non ti vuole – ringhio io, arrabbiata.
Scoppia a ridere facendomi arrabbiata ancora di più, così tanto che sento il mio viso diventare paonazzo. – Sì, e vorrebbe te, giusto? – chiede lei alzando le sopracciglia. – Perché sbaglio o ti ha appena lasciata?
– Non mi ha lasciata – ribatto subito io. – Noi facciamo sempre così.
– E questo non fa altro che rendervi ancora più tristi come coppia – borbotta lei guardandomi con aria superiore. – Non credi che si stuferà tra un po'? Di tutti questi litigi, di te – chiede guardandomi negli occhi e per la prima volta rimango in silenzio. Sono quasi sicura al cento per cento di essere impallidita. Sembra proprio che l'incubo di questa mattina si sita avverando. Jeremy se n'è andato e Pagine sta andando da lui. – Vado – aggiunge sorridendomi. – Augurami buona fortuna.
Ormai è ora di cena e ho appena finito di farmi la doccia dopo un allenamento veramente stressante. Il nuovo professore è veramente serio e sembra urlarti addosso anche se sbaglia a mettere i piedi insieme. È tutto così stressante. Mi siedo sul letto, stanca, e penso che potrei anche non andare a cena e dormire.
Rabbrividisco all'idea di Paige dentro la camera di Jeremy. Il mio incubo sembra essersi avverato veramente, e pensare che questa mattina Jeremy era con me e stavamo insieme nel letto. Se solo ci fossero i miei genitori qua, se solo fossero ancora vivi, gli chiederei un consiglio, li abbraccerei e piangerei insieme a loro. Mi tranquillizzerebbero accarezzandomi la schiena e baciandomi i capelli, poi avrei smesso di piangere e sarei stata a parlare con loro per ore. Mi avrebbero fatta ridere e saremmo andati a mangiare un gelato o una cioccolata calda tutti insieme. Prego veramente Dio che tutto questo finisca, che tutti i ricordi svaniscano, poi però qualcuno bussa alla porta. – Qua ragazza che cerca di vestire e assolutamente non vestita – annuncio io ancora sdraiata sul letto.
La porta si apre e riesco a malapena a mettere bene l'accappatoio. Non è nemmeno Jeremy, è Matt, ed ha la bocca spalancata. – Pensavo scherzassi sulla parte "non vestita" – balbetta lui.
– Come puoi ben vedere non scherzavo – borbotto io, imbarazzata. È evidente che non voglia avere nessuno intorno, soprattutto in queste condizioni, eppure chiude la porta dietro di lui e viene verso di me. – Che ci fai qua?
– Ti volevo ringraziare per essere rimasta mentre mio padre faceva quello che faceva – risponde lui, sembra tanto imbarazzato quanto me mentre si siede accanto a me, se non fosse per il fatto che quella mezza svestita sono io. – Ho visto che stavi per venire da me.
– Matt – lo chiamo io, in difficoltà. – Ho addosso solo un accappatoio e mi stai guardando in un modo che non mi piace.
Matt fa un'espressione scioccata e posa una mano sul petto. – Come ti sto guardando? Cassandra Moonic, io ti vedo solo come un'amica – ribatte lui facendo una smorfia addolorata. Lo guardo, all'inizio diffidente e poi compiaciuta. – Sto scherzando, Cassandra. Credo tu lo sappia ormai. Ti sto guardando perché non credo avrò altre possibilità di vederti in questo stato.
Trattengo il respiro e guardo la porta davanti a me, più imbarazzata di prima. Cerco di coprirmi un po' di più e sospiro, sento il cuore fare strane acrobazie e le mani iniziano a tremarmi un po'. – Ti prego, Matt. Credo che quello che ti abbia fatto tuo padre sia veramente orribile, ma.. – mi fermo a guardarlo. – Io amo Jeremy e questo non cambierà mai.
– Questo lo so, ma se solo tu.. stessi con me.. Ormai mia sorella ha accalappiato Jeremy, me l'ha detto oggi pomeriggio. Mio padre vuole che io e te stiamo insieme, proprio come mia sorella e Jeremy.
– Stai scherzando, vero? – chiedo io ridendo, perché tutto quello che mi sta dicendo non ha assolutamente senso, eppure lui sembra ancora più serio. – Matt, mi stai chiedendo di stare insieme a te solo per fare contento tuo padre. Tu cosa vuoi?
– Voglio che mio padre sia felice – sussurra lui guardandomi negli occhi e per la seconda volta in un giorno riesco a vedere la sua vita distrutta a causa del padre.
Scuoto la testa, incredula. – No, questo è quello che vuole tuo padre. Tu cosa vuoi? – chiedo io, sicura di me. So che se andiamo avanti a discutere la sua attenzione verso il mio corpo scemerà e mi sembra di esserci quasi riuscita, perché ha uno sguardo perso. So che non è un cattivo ragazzo, so che è semplicemente segnato da quello che è successo con suo padre, vorrei veramente aiutarlo, però sembra un compito troppo arduo addirittura per me. Alla fine questo è solo un ragazzo con dei problemi con il padre, problemi seri che non posso risolvere, e non credo sia mentalmente limitato.
– Te – risponde semplicemente lui e non faccio nemmeno in tempo a ribattere che mi ritrovo a baciarlo.
– No, Matt – dico io cercando di farlo allontanare. – Matt, non sto scherzando – aggiungo quando sembra non fermarsi, nonostante stia cercando di allontanarlo con entrambe le mani. – Matt! Smettila! – esclamo e il cuore sembra uscirmi dal petto e correre al posto mio, il più lontano possibile da questo ragazzo. – Matt.. non è questo che vuoi – bofonchio con voce tremolante, eppure sembra non sentirmi: si mette sopra di me mettendomi le mani sopra la testa. – Ti prego – lo supplico io. – Matt – lo chiamo piangendo. Faccio un respiro profondo per cercare di tranquillizzarmi, visto che non riesco nemmeno a pensare, ma non riesco a liberarmi e questa è l'unica cosa a cui riesco a pensare. – Matt.. per favore – lo supplico ancora, e ancora. Il mio cuore rimbomba dappertutto. Non era questo che volevo. Finalmente riesco a dargli una ginocchiata in basso e così si accascia sul letto, lo spingo e corro fuori dalla camera.
Appena esco da essa tutti i ragazzi stanno andando verso l'ascensore per andare a cenare, ma si girano e iniziano a guardarmi, alcuni di loro fanno commenti sul mio "vestito" e così Ivy interviene subito. – Sta' zitto, coglione – ringhia venendo verso di me. – Cassie, che succede? Va tutto bene? – chiede mettendomi le mani sulle spalle. – Respira. Perché stai tremando?
La porta dietro di noi si spalanca e quando mi giro riesco solo a vedere un ragazzo, che non stimo più e di cui ho paura, che sembra fuori di sé. – Cassie – mi chiama semplicemente lui, senza fiato, con gli occhi sbarrati.
Ivy posa un braccio sulle mie spalle con fare protettivo. – Cassie, dimmi che non è quello che penso – ringhia fissando Matt. Non posso rispondere, non ci riesco, e Matt ha il fiatone e sembra spaventato. – Che hai fatto alla mia amica?! – sbotta Ivy andando verso di lui, ma le prende subito le mani per fermarla. Purtroppo Matt è troppo forte anche per lei.
– Ehi! Ehi! – tuona Isaac spingendo Matt, il quale lascia Ivy. Isaac la prende e la fa allontanare, mettendola quasi dietro di lui. Mi sembra di assistere ad uno spettacolo da lontano, invece poi mi rendo conto di esserne la protagonista. – Cosa sta succedendo?
– Ci ha provato con Cassie! La voleva violentare! – urla Ivy cercando di andare un'altra volta da Matt, Isaac però è più forte anche di Matt, quindi Ivy di certo non potrebbe spostarlo di un centimetro.
– Che cosa? – urla Isaac, scioccato, lasciando andare Ivy per andare da Matt, che prende e sbatte al muro. – Che diavolo hai fatto? Le hai messo le mani addosso?!
– Isaac, smettila – mormoro io.
– Le hai messo le mani addosso, brutto rincoglionito? – tuona Isaac.
– Isaac – lo richiamo io cercando di dividerli, ma Isaac lo fa di sua spontanea volontà e rimane a guardarlo con quella sua espressione omicida.
– Aspetta che lo venga a sapere Jeremy – ringhia Isaac avvicinandosi minacciosamente a Matt. – A quel punto, ti ritroverai sul punto di morte, e lo pregerai di porre fine alla tua misera vita.
Ho un completo buco nero che non mi permette di ricordare quello che è successo nelle due ore passate in camera di Ivy, senza però averla accanto. Ho addosso una sua tuta e mi fermo a pensare a quanto possa essere strano vedere Ivy in tuta. Poco prima di uscire e non tornare, mi ha portato una camomilla per cercare di tranquillizzarmi, dal momento che non la smettevo di tremare. Inoltre, aveva aggiunto che giravano un po' di voci riguardo Matt e Jeremy. Secondo alcune persone, Jeremy aveva picchiato Matt senza nemmeno fermarsi un secondo, e Matt non si era opposto nemmeno una volta.
Le lacrime ricominciano a scorrere lungo il mio piccolo viso, poso la tazza di camomilla sul comodino e scoppio letteralmente a piangere, con tanto di singhiozzi.
La porta si apre di scatto ed è più forte di me: sussulto alzandomi dal letto. Per pochi secondi penso che possa essere di nuovo Matt, ma quando i miei occhi riescono a mettere a fuoco vedo solo il viso preoccupato di Jeremy. – Oh, Cassie.. – sussurra lui venendo verso di me a grandi passi, mi abbraccia e questo non fa altro che farmi piangere ancora di più. – Mi dispiace così tanto – aggiunge giocando un po' con i miei capelli, per poi posare il mento sulla mia testa. – Ti prego, non fare così. Non tremare, non piangere.. Dio, non avrei dovuto lasciarti da sola – continua stringendomi ancora di più a lui. So che adesso si sente in colpa, so che non è veramente colpa sua, eppure una parte di me concorda con lui. – Ti prego, Cassie, smettila. Per favore. Ti imploro! – esclama prendendomi il viso con entrambe le mani per guardarmi negli occhi. – È tutto finito, ok? Per favo... Cassie, basta, ti prego.
Mi allontano da lui per asciugarmi il viso, mi faccio forza e lo guardo dritto negli occhi. – Sei stato con lei?
Jeremy spalanca gli occhi e impallidisce. – Cosa? – chiede.
Indietreggio, quella non era esattamente la risposta che mi aspettavo. Ancora una volta, il mio cervello sembra come spegnersi, e le lacrime ricominciano a scendere. – Sei stato con lei! – urlo io.
– No, no.. Cassie...
Cerca di afferrarmi il braccio, ma riesco a sfuggire alla sua presa e gli tiro uno schiaffo. – Non mi toccare! – tuono spingendolo, e per la prima volta si lascia spingere e indietreggia. Sembra perso, sembra ferito, sembra confuso. – Sei stato con lei – mormoro mettendomi indietro i capelli.
– No, Cassie...
– Vattene – taglio corto io. – Jeremy, vattene. Non ti voglio più – ringhio piangendo. – Vattene via! – urlo spingendolo un'altra volta.
– Non mi cacciare, per favore – balbetta lui.
– Io lo sapevo – sussurro, la mia mente sembra un turbino di pensieri che si mischiano tra di loro facendomi venire solo un grande mal di testa. – Sapevo che non mi potevo fidare di te! Sapevo che non eri mia! Sapevo che quel sogno era vero.. che lo sarebbe diventato, almeno. Lo sapevo. Tu non sei mio. – Prendo un respiro profondo, smetto di piangere e lo guardo negli occhi con fermezza. – Ed io non sono tua – finisco, decisa. Mi congratulo con me stessa quando il volto di Jeremy cambia espressione e colore.
– Cosa? – balbetta lui, incredulo, e sembra sapere solo questa parola. – Cassie, non ci sono andato a letto. Noi ci apparteniamo.
– No, non più – rispondo io. Non gli credo, so che è successo qualcosa tra loro due dal modo in cui mi guarda e dal modo in cui il suo cuore batte così velocemente. – Ora vattene.
– Stai passando una brutta giornata e.. e io posso aspettare – continua a balbettare lui. – Cassie, non mi puoi lasciare. Noi due siamo.. siamo diversi. Non possiamo stare separati, lo sai anche tu.
– Hai spezzato il nostro "legame" quando sei andato a letto con Paige. E ora vattene. Non te lo chiederò un'altra volta – ribatto con freddezza.
E finalmente se ne va.
Rimango di nuovo da sola, sommersa dal silenzio, e tutto quello a cui riesco a pensare è che non riesco a respirare. Voglio tornare ad essere l'adolescente di una volta, voglio uscire da questo Istituto e non tornarci più, perché da quando sono qua la mia vita non ha fatto altro che peggiorare.
Oh, Cacciatori, sono così stanca di essere una di voi. Quindi perché non smettere di esserlo?
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