Capitolo 40: Il Miracolo

Dopo un'intera nottata a cercare di chiamarlo, di tirarlo a me, riesco finalmente ad aprire gli occhi e trovarlo in camera mia.

Sta dormendo, non se n'è reso conto. Ha il viso contratto nonostante tutto, a conferma del suo malessere. Mi dispiace che si incolpi per quello che è successo ad Isaac, so che quello che mi ha detto è indirettamente rivolto a se stesso: si incolpa per aver dato peso a me e non ad Isaac.

Per questo mi limito ad avvicinarmi a lui. Senza svegliarsi sospira ed allunga un braccio per abbracciarmi. Lo stringo a me, baciandogli la clavicola. - Sono qua per te - gli sussurro.

- Mmmh - bofonchia Jeremy.

Non capisco bene la dinamica, non capisco come possa dormire in un sogno, ma forse è meglio così.

Passo l'indice sulla fronte contratta e Jeremy sospira, ma rilassa i muscoli per qualche secondo.

Rimango ad osservare quella fronte aggrottata e la mascella rigida. - Non è colpa tua - aggiungo a bassa voce. - Non è colpa tua.

- Per favore... - bofonchia Jeremy.

- Che cosa? - gli chiedo.

- Per favore...

Il braccio attorno a me si irrigidisce. Sospira, come in sofferenza. Vederlo così mi fa scoppiare in un pianto silenzioso. Tiro su con il naso e gli accarezzo il viso. - Ci sono io qua - mormoro.

- Isaac... Per favore...

Mi trema il mento, ma mi obbligo a non fare rumore. Non rispondo. Non posso fare niente per Isaac.

Mi allontano da lui con un movimento secco, che lo spinge ad aprire gli occhi e svegliarsi nel sogno. Mi metto seduta con le braccia conserte, chiudendomi in me stessa, spaventata dalla sua imminente reazione.

- Sta diventando un abitudine che non mi piace - borbotta lui sedendosi. Osserva davanti a sé la sua camera. - È assurdo come sembri tutto vero. È identica alla mia camera.

Non dico niente. Tiro su col naso e non provo minimamente a puntare gli occhi su di lui.

- Adesso tieni anche il broncio? - borbotta, affatto contento.

- È questo l'indirizzo per il posto dove volermi mandarmi? - ringhio.

Sospira e si tocca i capelli, nervoso. - Non proprio.

- Se sono qua - ringhio, - è perché lo volevi anche tu.

- Lo so - bofonchia, senza guardarmi. - Mi scuso per come mi sono comportato, per le modalità, ma penso davvero che questo legame sia una disgrazia.

Lo guardo, ferita. - Anche io.

Annuisce lentamente osservando, studiandomi.

- Non tornerò indietro, Jeremy - sospiro. - Ci ho pensato tanto. Non voglio tornare.

Un lampo illumina i suoi occhi celesti. - Non sai di che cosa stai parlando.

- Lo so - mormoro. - Ci sono già stata nel mezzo. Sono stata così vicina dal riabbracciare tutti...

- Non lo sai - ringhia. - È un insulto per tutti quelli che non possono aggrapparsi alla vita come fai tu.

- Possono insultarmi più tardi allora - borbotto. Scrollo le spalle. - Sono seria.

- Non ti credo - ringhia alzandosi dal letto. Inizia a fare avanti ed indietro per la stanza, nervoso. - Sai chi non ha possibilità di scelta? Isaac! E tu mi stai dicendo che, nonostante gli avvenimenti di oggi, non cambi idea sul fatto di tornare?!

- Esatto - sussurro senza muovermi dal letto. - Dovresti esserne felice.

- Oh, ma fottiti, Cassandra! - tuona alzando le mani al cielo. - Che cosa mi dici di Ivy? Lascerai sola anche lei.

- Ha te - replico. Ci ho pensato molto, mentre dormiva accanto a me. - Sei un ottimo amico, Jeremy. Più di quanto credi.

- Non è la stessa cosa - ringhia, furioso. - E non puoi lasciarmi la tua merda addosso pure da morta.

Rimango in silenzio un attimo di troppo, sbigottita. Conficco gli occhi dentro i suoi e lo vedo... Vedo l'esatto momento in cui capisce il significato di quelle parole. Ridacchio senza alcuna gioia. - Ivy è la merda che ti lascio addosso? - ripeto quindi.

- Non... Non intendevo questo - mormora, d'un tratto bianco in viso.

- Ah, no? - chiedo, furiosa. - Diamine, Jeremy! Ivy è forse la tua unica amica! E lei è la merda che ti lascio addosso?

Scuote la testa ed inarca le spalle, distrutto. - Non intendevo questo - mormora. - E lo sai, quindi smettila di trovare un appiglio per farmi essere il cattivo. Non lo sono. Non lo sono mai stato e ho smesso di continuare una farsa solo perché è più facile, rispetto a quello che mi aspetta!

- E che cosa ti aspetta?

- Io non lo volevo, tutto questo dolore - ringhia. Sembra tremare per la rabbia. - Ma lo accetto. Lo mastico, nonostante il sangue in bocca. Perché è quello che sono: il dolore è sempre stato mio compagno, da quando sono piccolo... Esattamente come lo è stato per te, Cassie. Esattamente come lo è stato per la maggior parte dei Cacciatori.

Le lacrime tentano di sfuggire nuovamente al mio controllo.

- Noi Cacciatori andiamo avanti, nonostante il sangue, nonostante le perdite. Tu no, tu non lo accetti, tu odi e scappi. Dici di essere cambiata, ma alcuni meccanismi sono difficili da sostituire, e questa tua decisione di non aggrapparti a me per sopravvivere... pur di scappare... n'è la conferma.

- Non giudicarmi.

- Tu lo fai sempre con me - ringhia Jeremy. - Cerchi sempre di portarmi a dov'ero prima, perché non credi nemmeno ai progressi delle altre persone. Perché forse hai paura anche dei cambiamenti negli altri, oltre ai tuoi. Perché vorrebbe dire una cosa diversa: vorrebbe dire che a volte scappare non basta, a volte scappare non è la soluzione migliore.

Stringo i denti, ma ormai è tardi: sbotto a piangere silenziosamente. Mi copro il viso con le mani, pur di non fargli vedere quanto tutta questa situazione mi stia uccidendo. Anche se è palese. Anche se è normale.

Jeremy sospira, ma non aggiunge altro e non si avvicina. Abbassa lo sguardo sui suoi piedi, lasciandomi un po' di privacy. - Dobbiamo svegliarci, abbiamo un compito ben preciso da svolgere - mormora poi.

Un singhiozzo esce dalla mia bocca, senza darmi nemmeno il tempo di rendermene conto. Ma Jeremy non si avvicina, a conferma del fatto che quello che è rotto... non tornerà mai più come prima.

È proprio questo che mi spinge a smettere di piangere. È anche la testardaggine, è l'orgoglio.

- Ti rendi conto di essere stata il cattivo della tua stessa storia?

Sgrano gli occhi e l'attimo dopo tutto svanisce.

🗡️🗡️🗡️

Jeremy non sta leggendo ad alta voce. Non ne ha bisogno: davanti a lui, ha la sua anima gemella e la sua migliore amica, che riescono a sentire i suoi pensieri.

Io ed Ivy ci limitiamo ad appuntare quello che riteniamo più importante.

Noto che si irrigidisce ancora prima di percepire i suoi pensieri. Parole sfuggenti: anime gemelle, vincolo, sciolto. Sgrano gli occhi e mi ritrovo a trattenere il respiro. È Jeremy che alza lo sguardo su di me, indeciso. I nostri sguardi si incrociano e mi sembra di sentire tutte quelle che sono le sue emozioni e sensazioni: paura, curiosità e sofferenza.

Per questo, quando lo vedo appuntarsi la pagina, su cui so che ci tornerà quando sarà solo, non sono nemmeno troppo scioccata.

Ivy sembra essersi scollegata, sta osservando un punto fisso davanti a lei con le mani chiuse in pugni. Le nocche sono bianche.

Sospiro e le poso una mano sulla sua, ma nemmeno se ne accorge... E come darle torto: nemmeno io riesco a sentire nemmeno il calore della sua mano.

Jeremy osserva quel contatto tra me e lei, ma non aggiunge niente. Ritraggo la mano, sofferente, ed è a quel punto che Jeremy annuncia, dopo essersi schiarito la voce: - Torniamo a noi.

- Quindi il Mostro delle Ombre può essere ovunque - mormoro. - È ovunque ma allo stesso tempo non è da nessuna parte.

- Esattamente - bofonchia Jeremy. - Mi sembra una missione impossibile trovarlo.

- Non prova emozioni, o almeno così si dice - borbotta Ivy, la voce così bassa da sentirsi a malapena. Ha gli occhi gonfi e rossi di chi non ha smesso di piangere nemmeno un attimo. - Quindi non mi sembra qualcosa disposta a contrattare. Non desidera niente. Ha già tutto: è ovunque.

Stringo i denti, spaventata. - Forse non abbiamo speranza.

- Secondo Louis, non è così - ribatte Jeremy. - Dobbiamo trovare altro. Se c'è un capitolo riguardo le anime gemelle, vuol dire che le due cose potrebbero essere collegate.

- In che modo? - mormoro.

- Il miracolo.

Aggrotto la fronte e mi giro per osservare la mia amica. - Il miracolo? - chiedo, confusa.

Jeremy annuisce ed inizia a cercare qualcosa nel libro, sfogliando pagine su pagine. Per fortuna è Ivy che torna a parlare: - Come tutte le creature di questo mondo, c'è l'opposto ma compatibile.

- L'opposto ma compatibile?

- Il destinato - borbotta Jeremy.

- L'anima gemella? - chiedo. - Ma non ha un'anima.

- Tutto è creato e legato ad altro - replica Ivy, la voce priva di qualsiasi emozione. - L'opposto ma compatibile del Mostro delle Ombre... dovrebbe essere il Miracolo.

- Ovvero?

- Sarebbe la Creatura della Luce, ovviamente - bofonchia a Jeremy. - Come il Mostro delle Ombre, anch'essa è ovunque, ma da nessuna parte.

- Quindi stiamo puntando tutto sull'amore destinato? - chiedo, perplessa. - Del tipo "l'amore salva tutti"?

Nessuno risponde.

Sbuffo, affatto convinta. - Quindi adesso dovremo cercare non una creatura, ma due? Che si trovano ovunque?

- Potremmo catturarne una sola - propone Jeremy. - L'altra sarà attirata di riflesso.

- Quindi è più facile catturare il Mostro delle Ombre o il Miracolo? - chiedo.

Nessuno risponde. Perché nessuno sa la risposta.

- Diamo ad entrambi un corpo e potranno conoscersi, finalmente - mormora Ivy. - L'amore impossibile fa fare cose sciocche.

Faccio una smorfia, alquanto disgustata, ma non aggiungo altro. Sono due contro uno: se vogliono percorrere la strada dell'amore... così si farà.

🗡️🗡️🗡️

Cerco di non osservare Jeremy, fermo davanti alla porta della stanza che ospita il suo migliore amico, ancora in coma.

Cerco di andare oltre, davvero, ma.. mi fermo poco dopo l'infermeria. Vorrei andare anche io a trovare Isaac, tuttavia mi manca il coraggio. Non riesco ad immaginarlo fermo su un letto per più di cinque minuti, figuriamoci in coma da giorni.

Louis si siede accanto a me e sospira. - Siete stati molto bravi, nonostante la situazione con Isaac siete riusciti a trovare le informazioni necessarie sul Mostro delle Ombre.

- Ma non sappiamo come trovarlo...

Louis si guarda attorno. - Sono sicuro che troverete il modo - mormora. - Dopotutto, non dimenticatevi che è ovunque... quando tutto si fa buio.

Si alza e, dopo essersi ravvivato la giacca, avanza verso l'ascensore con noncuranza.

- Lo sai, non è così? - gli chiedo. Si gira, con una strana luce negli occhi. - Hai capito come trovarlo.

Mi sorride. - Lo hai capito anche tu, Cassie.

- Non è così.

- Tra i tuoi pensieri, ho trovato la risposta - aggiunge Louis, prima di andarsene definitivamente.

Bofonchio, stressata, ed incrocio le braccia.

Quando Jeremy esce dall'infermeria, mi alzo immediatamente in piedi. Sbuffa, accorgendosi di me. - Che cosa c'è? - ringhia.

- Portiamo luce nel buio.

- Cosa? - chiede lui, aggrottando la fronte.

- Il Miracolo - borbotto. - Al contrario del Mostro delle Ombre è umana.

- Non mi risulta - risponde lui, confuso.

- Pensaci, Jeremy - mormoro. - Chi è tra di noi che ha il dono della luce?

Sgrana gli occhi e fa un passo indietro. - Scott non lo accetterà mai.

- I suoi poteri non sono ancora stati determinati - bofonchio io. - Ma se ci pensi...

- Ha solo diciassette anni, Cassie - ringhia. - La sua anima gemella ne ha... quanti?

Rabbrividisco. - Ma potrebbe essere, non è così?

- Dipende, in realtà - ribatte Jeremy. - Potrebbe essere stata sua madre, o magari è sua figlia.

- Proviamo! - esclamo. - Lui sentirà comunque il potere.

- Scott non ce lo perdonerà mai.

Lo so, me ne rendo conto. Ma vale la pena tentare.

🗡️🗡️🗡️

È un'ora che passeggiamo nel bosco, un'ora che sentiamo le lamentele di Scott. E come dargli torto, visto che non siamo potuti essere troppo espliciti.

Eravamo rimasti ad una festa di addio prima del viaggio in Spagna, ed invece si sono ritrovati in un busco, di notte, senza illuminazione.

- Bel ringraziamento, davvero - continua Scott, poco dietro di me. - Non me l'aspettavo così, l'ultima sera a Boston.

- A casa ti aspetta una bella torta - scherzo io.

- Per essermi congelato il culo qua fuori per fare... Niente?

Jeremy ridacchia, ma non aggiunge niente. Sento il suo sguardo addosso, perché non era d'accordo sul non dire niente al gruppo. Ivy sa tutto, semplicemente perché come il padre ha la tendenza ad entrare nella mente degli altri senza il permesso.

Nonostante questo, non ha detto niente. Non parla quasi mai. Per una volta, vorrei poter essere in grado di leggerle il pensiero... Modificarlo, cancellarle i pensieri terrificanti che sicuramente le stanno distruggendo il cuore.

È Jeremy a stufarsi per primo. Si ferma e quasi non me ne accorgo, dato il suo modo di muoversi così silenziosamente. Il buio attorno a noi ci toglie qualsiasi speranza di poter vedere qualcosa. Ma, se vogliamo prendere il Mostro delle Ombre, purtroppo l'unico modo è quello di non usare luce.

A parte lei.

- Potrei accendere un fuoco con le mie stesse mani - se ne esce Andrew. Dal modo in cui ci manda occhiatacce da quando ci siamo messi in cammino, mi sembra l'unico ad aver capito realmente la situazione ed il suo ruolo all'interno di essa.

- Potrei farlo anche io - replica Jeremy. - Ma non è il fuoco che ci serve, adesso.

- Jeremy - lo avverto io, nervosa. Non dovrebbe essere il Mostro a venire da noi?

Jeremy scuote la testa. - Non è arrivato fino ad oggi, di certo non lo farà adesso che vede sei ragazzini girare per il bosco.

- Ma che cosa state dicendo? - chiede Scott.

- Ellie - la chiama Jeremy. - Vieni qua.

- No - ringhia Scott, fermando Ellie. - Lei non va da nessuna parte. Tu ora mi dici che cosa sta succedendo.

Jeremy rimane in silenzio per un momento. - Ellie, come si chiamava tua mamma?

- Emh... Stephanie - borbotta Ellie. - Perché?

- Che potere aveva?

- Perché? - chiede nuovamente Ellie, questa volta più spazientita.

- Perché dobbiamo capire chi vuole.

- Ellie, andiamocene - ringhia Scott. - Brutti stronzi, ci state usando come cavie.

- Non è una cavia - lo fermo io. Cerco di afferrare il braccio di Scott, ma con un gesto fulmineo mi ritrovo a terra. Avrebbe fatto molto male, come caduta, se solo fossi in grado di sentire dolore.

- Scott! - esclama Jeremy, arrabbiato. - Davvero non ti fidi di noi?!

- No che non mi fido! Esattamente come voi bastardi, visto che non ci state dicendo niente! - tuona Scott. - E tu, Cassie, toccami di nuovo con le tue mani da mostro e giuro su dio che ti ammazzo.

Non mi alzo da terra, ferita. Apro la bocca per replicare, ma mi esce solo un rantolo.

- Pezzo di merda - ringhia Jeremy.

- Via, Ellie - digrigna i denti Scott ad Ellie. - Ora.

Un muro di fuoco si innalza davanti ai nostri amici, i quali sono costretti a fermarsi di scatto. Osservo Jeremy, che non sta avendo alcun problema nella gestione del suo potere. Guarda il fuoco con decisione, senza alcuno sforzo. Per un attimo mi ritrovo catturata da questa scena, rapita dalla bellezza della sua natura.

Scott si gira verso Jeremy ed inizia a correre.

- Scott, sei impazzito?! - urlo io.

Quando sta per acciuffare Jeremy, che non si è mosso di un centimetro, è proprio lui a scansarsi all'ultimo e, con una mossa fulminea, atterrarlo.

- Ragazzi, basta! - esclama Ellie.

Aziona il tuo potere, mi chiede Jeremy. Non capisco bene per quale motivo. Un attimo di troppo più tardi, mi ritrovo a creare una barriera d'acqua davanti ad Ellie.

Scott cerca di correre da lei, ma lo blocca immediatamente il fuoco.

Guardo Jeremy, con il cuore martoriato dal dispiacere. I nostri due amici ci stanno guardando come dei mostri.

Ivy, con un lieve sussulto, si posiziona davanti a Jeremy, come a proteggerlo. Andrew ci osserva con un sorrisino divertito. - Potrei uccidervi tutti. Tutti. Con uno schiocco di dita.

È in questo momento che accade. L'acqua e il fuoco vengono neutralizzati dal... Nulla.

Buio.

Silenzio.

Nessuno si azzarda a dire qualcosa. Addirittura Scott non aggiunge più niente. Non riesco a vedere niente, addirittura la presenza di Jeremy (che grazie al nostro legame riesco a sentire) inizia a sbiadire. Trattengo il respiro, d'un tratto in preda ad un panico forse mai provato. 

- Jeremy? - lo chiamo. Alzo una mano, nella speranza di poter sentire la sua... e per la prima volta riesco a sentire qualcosa: freddo, gelo. Ritraggo di scatto la mano, come scottata dal gelo. Brucia. - Che diavolo è?! - urlo. 

Sono abbastanza convinta che nessuno di noi possa sentire altro se non il silenzio che tale creatura sta creando attorno a noi. Siamo completamente isolati. 

Delle lacrime iniziano a minacciare il mio orgoglio. Ho paura. Non so cosa fare. Probabilmente metterci contro un Mostro nato insieme al Mondo non è stata poi un'idea così intelligente. 

Nonostante il dolore, a cui non sono più abituata, decido di avanzare. Devo trovare almeno Jeremy. La paura mi sta spingendo a cercarlo, a trovarlo... 

Sento il gelo entrare dentro, sorpassare la mia pelle, consumare addirittura le ossa. Non penso di aver sofferto così tanto, è un dolore cieco, un qualcosa che ti consuma... un po' come il dolore che ho provato con il Pugnale per uccidere le Whitesun. 

Avanzo nel nero. Alla ricerca di Jeremy. Sta bene? Non riesco a sentire il nostro potere, non riesco a sentire i suoi pensieri e nemmeno eventuali dolori. Provo a sentirlo, a tendermi verso di lui... ma cado continuamente nel buio e la paura diventa soffocante. 

Poi, finalmente, il buio si fa meno intenso. E mi ritrovo davanti un corpo. Un corpo alto e robusto. Lo abbraccio, riconoscendolo immediatamente. 

- Tutti voi - inizia una voce mai sentita prima, una voce che sembra provenire dal vento, dal buio e dal cielo, - vi permettete di giocare con chi non gioca più da quando è nato. 

Trattengo il respiro ed alzo gli occhi su Jeremy, che invece cerca di guardarsi attorno, nella speranza di vedere qualcosa.

- Avete la presunzione di poter salvare il mondo, tramite me - ringhia la voce. - La presunzione di mettere in atto una messa in scena per catturarmi. 

- Volevamo solamente...

- Fingere di voler fare male alla mia gemella? - tuona la voce, facendomi sussultare. - Vi osservo da quando siete nati. Osservo tutti. E pensate di avere l'astuzia necessaria per prendervi gioco di me

- Non era nostra intenzione - ribatte Jeremy. - Ma capisco che essere un mostro del genere possa portare a determinate manie di protagonismo e persecuzione.

- Stare insieme a quella maga psicologa ti sta dando alla testa - borbotto io.

Tutto il buio attorno a noi si dissolve. Jeremy cerca immediatamente di acciuffare una torcia, ma lo blocco. Così lo costringerà ad andarsene.

Il buio ora è attorno alla figura della nostra amica, Ellie.

Scott cerca di raggiungerla, in preda al panico ed alla confusione, ma il buio lo inghiottisce nuovamente. E con lui sembra essere meno clemente. 

Ellie è una figura indistinta, così tanto che mi spinge ad andare da lei. Ma è Andrew a fermarmi, questa volta. Dall'occhiata che mi lancia, capisco che lui, al contrario di noi ragazzi, aveva già tutto sotto controllo da tempo.

Poco dopo è la luce a caratterizzare il bosco. Una luce non forte, fioca. Una luce delicata, che però riesce a neutralizzare il buio del Mostro.  Ed è proprio la luce di Ellie. 

Rimaniamo per un attimo confusi. Ci aspettavamo tutto questo, solo... prima dell'arrivo del Mostro. Esattamente com'era successo a me, il mio potere si era liberato in un caso estremo. Nel caso di Ellie, probabilmente il suo potere si è liberato grazie al suo opposto: il buio l'aveva inghiottita.

La luce che emana si indebolisce ancora di più. Le esce il sangue dal naso ed ha il respiro affannato. Passano pochi secondi e la luce si spegne... il corpo di Ellie cade a terra, ma il buio non la nasconde più.

Se n'è andato.

Il Mostro... è scappato.

Scott è il primo a correre da lei. E ci ferma con un urlo: - Non provate ad avvicinarvi! Non provateci nemmeno!

E lo ascoltiamo. Perché i suoi occhi non sono mai sembrati così cattivi e decisi. Dopotutto, Louis aveva ragione: come partner non sono affatto male.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top