Capitolo 39: Uomo coraggioso

Louis continua ad osservarci, pensieroso mentre continuiamo ad esporre la nostra teoria.

Non sembra affatto convinto.

Passa gli occhi verdi da Ellie, che continua a parlare, a me. Rimango in silenzio e lo studio. - È una tua idea? - mi chiede.

Faccio spallucce. - Sì.

- Perché sei così ossessionata da questo argomento adesso?

- Perché ho la sensazione che possa aiutarci.

Ellie sorride a Louis. - Io ho sempre voluto visitare Madrid.

- Se avessi voluto fare un Erasmus avresti potuto chiederlo anni fa - la prende in giro Jeremy, che si trova proprio alle spalle di Louis.

Non ti ci mettere pure tu cerco di riprenderlo.

Passa lo sguardo divertito da Ellie a me. Inclina il viso, guardandomi con un sorrisino divertito, ma non aggiunge altro.

- Fatemi fare delle telefonate - borbotta Louis. - Sicuramente l'Istituto di Madrid sarà più informato di noi.

Annuisco. Non mi sembra affatto una cattiva idea. Non abbiamo molto tempo, Cole potrebbe attaccarci in qualsiasi momento, ma un paio di telefonate non hanno mai fatto perdere troppo tempo.

Un viaggio a vuoto sì.

- Eventualmente potranno andare Scott, Ellie, Georgia e Stephanie - annuncia Louis.

- Io e Cassie? - chiede Jeremy.

Non dico una parola. So che mi sta mettendo alla prova, per capire se sono veramente disposta a lasciare che altri prendano le redini di questa missione.

- Voi resterete qua, a Boston - replica duramente Louis, continuando a fissarmi.

Jeremy borbotta qualcosa a bassa voce, ma non riesco a capirlo.

- Qualcuno deve cercare il Mostro delle Ombre, giusto?

Tutti rimaniamo in silenzio. Ricapitolando: Scott ed Ellie a cercare i Draghi e noi a cercare il Mostro delle Ombre insieme ad Isaac e Ivy. Spero solo di riuscire a scovare qualcosa o qualcuno di interessante. Altrimenti sarà stato tutto tempo sprecato.

Quello che però mi dà una strana sensazione allo stomaco è la fiducia che sta riponendo su di noi Louis.

Deve essere veramente disperato.

È proprio Louis a ridacchiare, facendomi capire che mi ha letto nel pensiero. Alzo gli occhi al cielo. Prima o poi mi ricorderò di tenere a freno i miei pensieri con lui.

- Direi di lasciare Louis a fare queste telefonate - annuncia Jeremy, incitandoci a togliere il disturbo.

Ci alziamo dalle sedie e lasciamo lo studio in silenzio. Mi mordicchio il labbro inferiore così forte da fare strabuzzare gli occhi ad Ellie. Uno dei problemi per chi, come me, non sente dolore.

- Che cosa ti agita? - mi chiede la ragazza.

- Tutta questa situazione - mormoro io. Jeremy abbassa lo sguardo su di me, sovrappensiero. - Cole con l'intera spada... Ora può fare qualsiasi cosa. E noi stiamo andando alla cieca.

- Non abbiamo molte altre possibilità - borbotta Jeremy. - Ed è sempre meglio che stare fermi ad aspettare la fine.

Annuisco, su questo sono veramente d'accordo, ma è comunque una situazione critica. Sospiro. - Da dove partiamo? Con la ricerca, intendo.

- Direi di cercare in Biblioteca - risponde Jeremy. - È un po' pericoloso andare là, ora come ora, ma potremmo trovare libri che qua non ci sono.

Lo osservo, un po' nervosa. La biblioteca... Mi sembra passata un'eternità. Ora la musica è l'ultima cosa a cui penso.

- Quando andiamo? - chiedo.

- Appena Isaac ed Ivy sono pronti.

🗡️🗡️🗡️

- Non ho intenzione di fare partire Ellie e Scott senza una festa! - esclama Ivy, indignata. Alzo gli occhi al cielo, spazientita, ma una parte di me è felice che la mia amica non abbia perso la sua testardaggine... e la sua voglia di festeggiare anche quando ci sarebbe da piangere.

- Ci dobbiamo pensare proprio adesso? - chiede Isaac, affatto convinto. - Non mi sembra il momento adatto.

- Se l'Istituto conferma la nostra idea, partiranno tra due giorni. Forse anche domani!

- Penso che potranno sopravvivere anche senza una festa - ridacchia Jeremy.

- Oh, ma per piacere! - sbotta Ivy. - Amici ingrati! Come vi viene in mente di lasciarli andare senza salutarli?

- Stanno andando a Madrid, Ivy - ribatto, trattenendo una risata. - Potrebbero tornare in pochi giorni.

- O mesi! - esclama Ivy.

Osservo Jeremy, trattenendo un sorriso. Non si può dire di no ad Ivy, lo sappiamo tutti, ma ancora cerchiamo di non saperlo. Jeremy sembra capirmi al volo, quindi sospira ed annuncia: - Va bene, vada per la festa allora.

Ivy sorride, trionfante. - La faremo a tema.

- Adesso non esagerare, Ivy - borbotta Jeremy. - Niente tema.

- Oh, invece lo faremo a tema.

- Non lo faremo - ridacchio. - Accontentati della festa.

- E tema sia - annuncia Ivy.

- Niente tema! - esclamiamo io, Jeremy ed Isaac.

Ivy sogghigna, ma non aggiunge altro, e se ne va, accennando qualcosa riguardo alla Biblioteca. Isaac la raggiunge, piuttosto nervoso. Non sembrano aver superato del tutto la rottura.

- Posso chiederti cosa ti spinge a credere così tanto ai Draghi? - mi chiede d'un tratto Jeremy, facendomi sussultare. Lo guardo, leggermente confusa. - A tutti dici che è una sensazione, ma c'è altro?

Faccio spallucce.

Jeremy si rabbuia. - Davvero? Non ti fidi?

- Ho la sensazione che possano aiutarci - borbotto, sulle mie. - E secondo me, proprio perché in via di estinzione, tendono a proteggerli fino a dichiararli già estinti.

- Vedremo - mormora. - Spero possa portarci a qualcosa, Cassie.

Non dico niente per molto tempo. Ho la sensazione che stia crescendo una bomba sotto il nostro stesso tetto, ma non ho la più pallida idea di che cosa o chi possa essere. Addirittura Louis è diverso, da quando ho deciso di andarmene... o forse è strano da quando mi hanno trovato dagli Anziani?

Mi schiarisco la voce, nervosa. - Louis ti sta facendo capire qualcosa? Non lo vedi... diverso?

Aggrotta la fronte, abbassando lo sguardo a terra. - In realtà, sì.

- Pensi sia la paura?

Riduce le labbra in una linea fina, d'un tratto in pena. Qualcosa gli passa per la testa, ma non i rende partecipe dei suoi pensieri e non mi sento nella posizione di potergli chiedere qualcosa. - No, penso sia altro - sussurra lui.

- Te l'ha detto lui?

- No - replica, la voce ridotta ad un sussurro. - Ma stiamo parlando di Louis.

Rimango in silenzio, confusa. Non riesco a capire questa sua uscita. Che cos'ha Louis? Che cosa gli sta succedendo? Nonostante le ultime controversie, gli occhi di Jeremy mi preoccupano. - Sta... sta male?

- No, no - risponde immediatamente lui. - Ma ha... la tendenza a prendersi quello che gli altri non sono disposti a prendersi.

Mi ritrovo ad annuire, d'accordo. Eppure, non riesco a capire appieno il discorso. E, forse per la prima volta, non so se voglio farlo. - Pensi che Ellie e Scott troveranno il loro equilibrio, prima o poi? - cambio argomento.

Jeremy sembra lasciare il respiro che stava trattenendo. - Sicuramente - replica. - Louis le vede, determinate cose. Ancora prima di noi. Se li ha messi in coppia, significa che sono partner più che compatibili.

- Eppure sembrano non sopportarsi - bofonchio.

- Scott è attratto da lei - se ne esce Jeremy, facendomi sussultare. Lo guardo con occhi spalancati. - Non te ne sei accorta? La cerca spesso, nelle stanze, e risponde alle sue frecciatine.

- Pensavo... pensavo non la potesse vedere.

Ridacchia. - Questo è quello che vuole credere anche lui - ribatte. - Dopo Eireen... Non so quando sarà in grado di accettare un futuro diverso.

Rabbrividisco. Quello che era successo ad Eireen...

- Mio fratello non ha portato altro che tristezza e rabbia - borbotta Jeremy, sovrappensiero. - Deve... morire.

- Perché devi farlo proprio tu? - sussurro delicatamente. - Non lo trovo giusto. Ho paura... ho paura che possa crearti-

- Non lo farà - ringhia Jeremy. - Deve essere così. Non ammetterò altro. Devo essere io a porre fine alla sua vita.

- Jeremy, è tuo fratello - sussurro. - Potrebbe farlo chiunque altro.

- Ne abbiamo già parlato - ringhia, irrigidendosi. - Lascia fare a me.

Parlo ancora prima di pensare: - Potrei farlo anche io.

Mi osserva duramente. - Tu? - mi chiede. Annuisco. - Lo faresti, pur di non lasciarmi questo fardello? - domanda. Annuisco, con occhi grandi. Perché è vero: lo potrei fare, per lui. Non lo trovo giusto, non voglio vederlo sofferente per aver ucciso suo fratello. - Non ti credo. Non ci riusciresti mai.

- E tu sì? - gli chiedo duramente io. - Stiamo parlando-

- Di mio fratello - conclude lui ringhiando. - L'hai già detto.

Sospiro capendo di non poterlo persuadere del contrario: non c'è soluzione, sarà lui ad uccidere Cole. Mi alzo dalla sedia, mentre la Cassie testarda che è in me continua ad urlare di combattere, di convincerlo a desistere.

Ma sto cercando di cambiare, no?

La decisione spetta a Jeremy. Spero solo che sia seguito da una persona. Una psicologa dei Cacciatori. Una psicologa vera, non quella maga psicologa che mi ritrovo ad avere io.

Quella donna... ancora qualcosa in lei non mi convince. Prima di tutto la sua natura di maga. Anzi, prima di tutto la sua professione da psicologa.

- Vado a fare un pisolino - annuncio. - Cerca di non disturbarmi nei sogni.

Jeremy ridacchia. - Non lo definirei "disturbare".

Gli lancio un'occhiataccia. - Non ti chiamerò, per cui cerca di non disturbarmi.

- Io arrivo sempre quando chiami - si limita a dire, senza emozione, come se fosse un dato di fatto.

Non lo guardo un attimo di più, mi giro e me ne vado, sentendo il petto pesante quasi quanto la mia anima.

Perché lo so: arriva sempre quando ne ho bisogno.

🗡️🗡️🗡️

Sospiro osservando l'enorme edificio che un tempo ho amato ed odiato tanto.

La biblioteca.

Ricordo la musica, le sirene e il mio primo appuntamento con Jeremy, a vedere un film.

Mi sembra una vita completamente diversa questa. Ed è assurdo come la mia vita sia stato un susseguirsi di cambiamenti radicali. Sono passata dal perdere mia madre e venire a conoscenza dell'esistenza dei vampiri. Ho passato un periodo di apatia totale, forse addirittura di onnipotenza, dovuto al fatto di conoscere una realtà diversa rispetto a quella dei comuni mortali.

Pensavo di essere invincibile.

Poi mio padre è morto, a causa mia. E sono venuta a sapere che anche la morte di mia madre era colpa mia. Ma non è stato sufficiente nemmeno questo: in realtà, non sapevo niente. Solo un pezzettino di verità, in confronto a quello che conosco adesso.

Forse avrei dovuto dare ascolto alla mia paura: sarei dovuta scappare, tornare ad essere una comune mortale, in mezzo ai mortali ed alla menzogna.

Dopotutto, non si sta mai troppo male nella bolla della menzogna.

Se il nostro Istituto è stato distrutto, la Biblioteca sembra sempre protetta da una strana magia, che forse mi ricorda proprio quella dei maghi: non invecchia mai, non c'è mai niente fuori posto.

A parte le sirene. Che però non si trovano più nemmeno davanti all'edificio. Perché, anche se la biblioteca sembra immacolata, tutto attorno a lei è cambiato.

Ora ci nascondiamo tutti.

Ivy rabbrividisce. - Sembra di stare nel sottosopra di Boston.

- Stranger Things? Davvero? Ti sembra il caso? - le chiede Jeremy, piuttosto nervoso.

Ivy scrolla le spalle. - In realtà, sì.

Trattengo una risata. - Qualcuno ha avuto il tempo di vedere un po' di TV - la prendo in giro.

Non mi risponde, ma l'occhiata che mi lancia è sufficiente a farmi ridere.

- Sempre attenti, mi raccomando - mormora Jeremy, impugnando la pistola ed avvicinandosi alla porta.

- Se succede qualcosa, potete sempre usare me come scudo - aggiungo. Jeremy mi lancia un'occhiata di fuoco, al che faccio spallucce e borbotto: - Bisogna essere pratici, no? Sicuramente sono quella che sente meno dolore, tra noi.

- Sappiamo proteggerci senza lo scudo naturale, Cassie - mi risponde Jeremy, il tono di chi non vuole più sentire una frase del genere.

Trattengo un gesto di mano che sminuzzi il suo modo fare affari divertente. - Si vede che non sei più abituato alle missioni - lo prendo in giro. - Sei così spaventato da non riuscire nemmeno a stare ad una battuta.

- Ti devo ricordare che cosa è successo al nostro amico, dopo che era stato "troppo divertente"? - ringhia Jeremy.

Spoiler, non troppo spoiler: era morto.

- Questa è la giornata Ricordiamo I Nostri Amici Morti - mormoro, non più in vena di scherzi.

Nessuno risponde. Jeremy fa un cenno ad Isaac di aprire la porta e così il suo amico lo accontenta subito. Jeremy, davanti alla porta, è già pronto a sparare con la pistola in mano e la sicura tolta. Io, poco più dietro, ad un'angolazione leggermente diversa.

Ma davanti a noi non c'è nessuno. Niente puzza di demone. Solo il silenzio, a conferma della differenza negli anni.

Avanziamo, con Jeremy davanti, lentamente e con le pistole in mano.

Raggiungiamo la biblioteca. È tutto in ordine, ma leggermente impolverato. Nonostante tutto, mi sembra ancora più bella.

- Ok, voi cercate, io rimango di guardia - bofonchia Jeremy.

Annuiamo tutti e ci sbrighiamo a raggiungere gli scaffali.

Passiamo ore e ore, fino a quando la luce del sole non sparisce completamente. Sembrano esserci solamente due libri interessanti sul Mostro delle Ombre, ma non abbiamo il tempo di leggerli.

Li afferro malamente e li infilo dentro lo zaino. Mi guardo intorno, in allerta. - Lo sentite?

- Puzza di demoni - ringhia Jeremy. - Sbrigatevi.

- Avete trovato altro? - chiedo ad Isaac ed Ivy.

- Forse... - mormora Isaac.

Lo guardo infilarsi un libro dentro lo zaino.

- Jeremy...

Un ululato ci fa irrigidire. Sgrano gli occhi, spaventata. - Che cavolo era quello? - chiedo a bassa voce.

Jeremy impreca. - Non loro.

- Loro chi?

- Accovacciati! - tuona Jeremy.

Poco dopo un'esplosione. Ascolto Jeremy e mi ritrovo a terra. Accanto a me, Ivy. Delle scheggie di legno le si sono conficcate in un braccio. Trattengo il respiro e mi avvicino a lei, tremando.

Sta piangendo in silenzio e questo mi strazia il cuore. Mi fa segno di guardarmi, probabilmente anche io ho qualcosa ficcato da qualche parte. Scuoto la testa.

Un mostro entra dal corridoio. Non penso di averlo mai studiato, né mi sembra di averlo mai visto da qualche parte.

- Almeno è stato educato, non ha sfondato la finestra! - esclama Jeremy.

Il suo commento mi fa riprendere dallo shock. È enorme, ha la testa di un alligatore ed il corpo... È simile...

Alligaptor mi informa Jeremy. Non lo guardo, tenendo sempre lo sguardo fisso sul mostro, che si sta avvicinando a me ed Ivy.

Mi alzo in piedi e mi metto davanti alla mia amica, che non riesce ad alzarsi a causa del dolore. Sparo due colpi, ma il mostro sembra soltanto più rallentato.

Merda.

Non ho portato la spada.

Sgrano gli occhi. Il mostro, a pochi metri da me, si abbassa e sembra quasi sfregare le zampette anteriori, più corte rispetto a quelle posteriori. Apre l'enorme bocca, mostrando i denti aguzzi e... Marci.

Uno strano ululato esce nuovamente dalla sua bocca, lasciando un fetore disgustoso. Trattengo un conato di vomito solamente perché lo vedo caricare per farmi fuori.

Alzo nuovamente la pistola, sparo tutti i colpi che possiedo, di cui uno in testa. Il mostro ulula ancora, questa volta ferito gravemente.

È Jeremy però che riesce ad ucciderlo, con un colpo secco, gli trapassa il collo e poi gli stacca la testa dal corpo.

Ha gli occhi ridotti i fessure ed il sangue nero su tutto il viso.

Si gira verso di noi e ci osserva, con il respiro affannato. - Bisogna sempre portare le spade, Cassie - mi ringhia.

- Lezione imparata - borbotto.

Jeremy osserva Ivy e fa per raggiungerla, quando si immobilizza. Il mio cuore sussulta dal dolore, perché mi sembra di capire il suo pensiero nel momento esatto in cui si ferma: Isaac.

Ci giriamo verso l'unico corpo a terra. L'unico corpo che non si muove.

Ivy urla. Urla così forte da uccidermi.

È Jeremy a correre verso il suo amico. È lui ad accovacciarsi. È lui che osserva l'enorme pezzo di legno massiccio che trapassa il suo corpo. È lui che si inzuppa del sangue del suo amico.

Ivy continua ad urlare. Eppure io mi sento completamente estraniata. Non sento niente. Non mi sembra di essere nemmeno là.

Isaac...

Isaac non si muove.

🗡️🗡️🗡️

Sento parole sparse.

Coma farmacologico.

Ferite troppo gravi per la magia.

Polmone forato, costole rotte ed emorragie gravi.

Per un Cacciatore come lui, morire per colpa di un legno volato a causa di un demone... Ancora non è morto. Me lo devo ricordare più volte in poche ore. Perché il suo corpo immobile non fa altro che indurmi a pensare al contrario.

Jeremy si trova poco lontano dalla stanza di Isaac. Ha in mano un libro, lo osserva attentamente in silenzio.

Mi fermo accanto a lui, senza dire niente. Sospiro, troppo in difficoltà per fare altro. All'inizio penso di posare una mano sul suo braccio, per dargli conforto, ma poi... A volte è difficile ricordare quello che più è difficile accettare.

Non lo posso consolare. Non in questo modo. Non posso toccarlo.

Chiudo gli occhi, frustrata.

- Ha preso questo libro - mormora Jeremy, senza staccare o sguardo dal libro. - Per lui doveva esserci qualcosa di importante sul Mostro delle Ombre.

Studio quel viso tanto bello quanto pericoloso. Mi ricordo tutte le piccole espressioni, i lampi dentro gli occhi... Non so che cosa dire. - Vogliamo leggerlo intanto che... si sveglia? - propongo, a bassa voce.

- Non si sveglierà, Cassie - mi riprende, stringendo l'oggetto tra le mani. - Lo sai benissimo. Non fare finta di non saperlo. Li sento, i tuoi pensieri.

Stringo i denti, per non piangere. - Non è detto.

Ride senza alcuna gioia. - Se vuoi prendermi per il culo, fallo pure! - sbotta, girando il viso verso di me. - Dopotutto, in questo sei sempre stata molto brava.

Ok.

Ok, è disperato e arrabbiato. Non lo pensa davvero.

Digrigno i denti. - Isaac è forte - ringhio. - Non ha bisogno di queste parole.

- Vaffanculo, Cassie! - mi ringhia addosso Jeremy. - Vaffanculo.

Sto cercando di cambiare, ma cazzo... Me lo sta rendendo molto difficile. - Conosci l'indirizzo? - ringhio.

Lo sento ringhiare come un cane. Non mi stacca gli occhi di dosso e sembra volermi attaccare alla giugulare. Ma non abbasso lo sguardo. Se vuole litigare per sfogarsi, sono pronta.

- Era l'unica persona che mi era rimasta - sputa rabbioso. - L'unica. La mia famiglia. L'unico che non ha mai mollato.

- Non lo sta facendo neanche adesso - ribatto.

- Vaffanculo! - tuona scaraventando dall'altra parte del corridoio il libro. - Vattene a fanculo! Non voglio vedere la tua faccia da traditrice in questo momento!

Per un momento lascio che il dolore mi afferri il cuore. Socchiudo le labbra, ferita.

- Mi resti solo tu, capisci? - urla lui, con le lacrime agli occhi. - Mi resta l'anima gemella che ha scelto mio fratello! Mi rimane solo questa cosa! Quest'anima sporca!

- Non per molto tempo, per tua fortuna - ringhio io. - La mia pazienza ha un limite, testa di cazzo.

- Levati dalle palle, Cassandra! - tuona Jeremy.

Oh, wow! È così arrabbiato da chiamarmi col nome intero. - Io sto qua quanto voglio.

Mi mostra addirittura i denti, ringhiando. - Io non ti voglio qua.

- Sto qua per Isaac - replico.

- Avrei potuto salvarlo - mi ringhia addosso finendo a pochi centimetri dal mio viso. - Se solo non fossi stato così concentrato su di te, sulla tua vita... Avrei potuto salvarlo. Avrei dato importanza anche alla sua, di vita.

Sussulto. - Sei ingiusto.

- Tu lo sei - conclude. - Questo maledettissimo legame lo è.

Si gira e se ne va, lasciandomi da sola.

- Jeremy! - esclamo io, ma non lo raggiungo. Non lo fermo. Perché lo so: adesso non si farebbe fermare.

Mi affretto a prendere il libro. Lo tengo stretto al petto, in cerca di qualche sollievo... ma non sento nemmeno la pressione di un oggetto inanimato. Sospiro, esausta. Questa situazione è ingestibile. Pensavo potesse essere una soluzione spettacolare, non provare dolore fisico, non provare... niente. Ma ogni cosa ha il suo lato negativo, e quello del mio nuovo strano potere mi sta divorando l'anima.

Anche se, in fin dei conti, non è che ci sia ancora molto da divorare. A quello ci ha pensato già la magia nera, il mio sangue nero.

🗡️🗡️🗡️

Cerco di tirare, di chiamare questo strano legame che c'è tra me e Jeremy, per sognarlo, per cercare di parlarci o supportarlo, ma mi sembro tagliata fuori.

Penso sia lui a volermi fuori. E lo capisco. Eppure... Non l'ho mai visto così in difficoltà. Solitamente sono quella egoista, quella che non aiuta mai... Eppure, in questa occasione, non riesco a non pensare a come possa sentirsi Jeremy. Isaac è il suo migliore amico, il suo unico amico...

Dannazione, Ivy. La stanno ancora guarendo i maghi, eppure mi devo fare trovare pronta, davanti la sua camera. Perché almeno lei avrà bisogno di conforto. Dopo tutto quello che è successo tra loro due, il lasciarsi, ma non lasciarsi mai davvero.

Delle lacrime appannano la mia visuale. Non posso credere che non potrò più parlare con Isaac, non mi insulterà più per aver trattato male il suo migliore amico, non cercherà più di trovare una soluzione a tutto.

L'immagine di lui davanti a me, per la prima volta, al primo ballo dell'istituto mi fa sbottare a piangere. Mi ricordo il ragazzo timido ed impacciato, che poi si è trasformato in uomo in così poco tempo... E non me ne sono nemmeno resa conto fino ad oggi.

Quando liberano Ivy, ci rechiamo in camera sua. Non faccio alcun commento sullo stato della camera, che è così in disordine da non avere nemmeno modo di sedermi da qualche parte senza calpestare qualche vestito. La osservo sdraiarsi al letto, portarsi le coperte oltre il viso e chiudersi in quel bozzolo.

Non le dico niente. La ascolto singhiozzare, ma non posso fare niente.

Sono del tutto inutile in questo momento, ma non la lascio mai da sola. Esattamente come ha sempre fatto lei: non mi ha mai lasciata, anche quando tutto attorno a me si stava sfasciando, anche quando prendevo pessime decisioni.

C'è sempre stata per me. Quando ero scappata da Cole, lei è stata la prima a cercarmi, capendo la vera situazione. Non mi ha mai giudicato per gli errori commessi, mi ha sempre riaccolto tra le sue braccia.

Se c'è una persona tanto simile alla famiglia per me... mi rendo conto... so che è sempre stata lei. Non Jeremy, non Louis... ma lei.

Mi siedo sul letto vicino a lei, faccio per posarle una mano su quella che dovrebbe essere una spalla, ma mi blocco. Mi trema il mento per lo sforzo che sto facendo pur di non sbottare a piangere nuovamente.

Prendo un respiro tremolante e spengo la luce, per poi sdraiarmi proprio accanto a lei, senza toccarla o senza aggiungere altro.





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