Capitolo 25: Una brutta persona
L'oscuritàora è come un marchio nella tua anima. Non se ne andrà mai deltutto. Non se ne andrà mai del tutto e te...
Misveglio di soprassalto, ma senza urlare, per una volta. Mi mettoindietro i capelli cercando di far rallentare il battito cardiaco.Cerco inoltre di pensare al fatto che adesso sono in una casa pienadi persone per bene, che non mi vogliono fare del male, al contrariodi Cole Ruterful. I ricordi si stanno facendo sempre più nitidi,così come tutto quello che mi ha fatto Cole. Forse...
Miblocco sentendo qualcosa camminare sulla mia mano, abbasso losguardo e vedo un ragno. Non di quelli innocenti, no, questo faveramente paura. Cerco di mantenere la calma, anche quando sembraimpossibile, cerco un attrezzo con la mano sinistra per poterloallontanare e poi uccidere. Avvicino un foglio all'aracnide, loallontano per poi ucciderlo con la lampada.
Faccioun respiro profondo cercando di tranquillizzarmi, anche se continuo atremare. Vedo un bozzo sotto le coperte che mi fa venire ancora dipiù la pelle d'oca, alzo le coperte: ci sono ragni dappertutto.Questa volta è più forte di me e lancio l'urlo più forte dellamia vita, uscendo da sotto le coperte e andando a rifugiarmi vicinola porta. Uno mi corre sulla gamba, mentre gli altri stannoarrivando. Me lo tolgo di dosso continuando ad urlare.
Laporta si spalanca e tutti iniziano ad imprecare. – Chiamate Jeremy!– urla Louis. – Correte! – Tutti entrano nella stanza e cercanodi ucciderli, ma sono veramente troppi. – Dove diavolo è Andrew? –tuona dopo un po'. Tutti urlano che sono troppi e che sonovelenosi, mentre essi cercano di raggiungermi tra i piedi deglialtri. Indietreggio fino ad arrivare alla parete. È inutile fuggire:vogliono me.
Poiil fuoco divampa nella stanza. Chiudo gli occhi per proteggermi dallefiamme e, quando sento di nuovo il freddo governare la mia stanza, milascio cadere a terra continuando a tremare. Mi metto indietro icapelli, guardando tutti i ragni morti nella stanza, bruciacchiati epuzzolenti. Louis si siede accanto e mi mette una mano sulla spalla.– Va tutto bene. Ti hanno morsa, Cassie? – Scuoto la testacontinuando a piangere. – Vieni qua, piccola – mormora luistringendomi contro il suo petto.
–Perché? – gli sussurro all'orecchio.
Luirimane in silenzio, sicuramente scioccato tanto quanto me per quelloche è appena successo. Cerco di calmarmi. Dio, sono dei ragni.Ho paura dei ragni e non dei demoni? Quant'è contorta questa cosa?Posso morire anche combattendo i demoni, non solo per essere statamorsa da dei ragni. – Devo portare in infermeria alcune persone,per accertare che stiano tutti bene. Va bene se ti lascio qua? – michiede Louis, sono sicura stia sentendo tutto quello che mi stapassando per la testa. Annuisco e così mi bacia la fronte. –Brava, Cacciatrice.
Lentamente,se ne vanno dalla stanza, tutti tranne Austin che mi stringe a sé, oalmeno fino a quando non mi distacco da lui e mi alzo. – Cosa c'è?– chiede lui guardandomi con un grande punto interrogativo. So chesta fingendo, sa benissimo cosa c'è che non va.
–Io mi sono fidata di te – ringhio guardandolo dritto negli occhi.Stringo i pugni per cercare di non picchiarlo e mantenere la calma. –E mi hai mentito. Ti sei preso gioco di me. E adesso non mi fido piùdi te. – Fa per dire qualcosa ma lo anticipo. – Mi sono fidata dite e ho fatto in modo che anche Jeremy si fidasse dite, cosicché anche tutti gli altri si fidassero di te. E tu mi hairingraziato mentendomi. – Prendo un respiro profondo primadi urlargli: – Tu sapevi che in questa casa ancora non sono labenvenuta, ma non ti è importato niente, vero? No, ti sei fidato dipiù di Cole Ruterful! Un ragazzo che non conoscevi, alla tua vecchiaamica! Come hai potuto?!
–Ho sbagliato anche io, mi dispiace. Puoi dire quello che vuoi, me lomerito. Ma, ora come ora, sei l'unica persona che mi rimane.Ancora... ancora non so che fine abbia fatto mia madre. Mio padrecontinua a non rispondere...
–Hai sprecato la tua chance, amico! – urlo io, prima di riprendereil controllo sul mio corpo ed abbassare il tono di voce. – Potevoaiutarti, ma hai preferito l'aiuto del ragazzo che mi ha ridotta inquesto stato. Queste sono le conseguenze, le tue conseguenze.Io sto affrontando le mie da sola, forse è meglio che tu faccia lostesso.
–Non dare tutta la colpa a Cole Ruterful – borbotta lui. – Seistata tu a decidere da chi parte stare. Lui non ti ha obbligata afare niente.
–Oh, così adesso lo difendi! – esclamo io. – Mi ha obbligata adeglutire ogni singolo goccio di quella schifosa pozione! – Prendola prima cosa che mi capita per le mani e gliela tiro. – Quindi nonosare difendere quel mostro! Ho fatto l'errore di andare dalui, ma volevo stare con lui e continuare ad essere me stessa, non undemone che si dimentica ogni cosa che il suo fidanzato vuole che sidimentichi! Ha preso la mia identità! Io non ero più nessuno, erosolo un suo giocattolo che poteva usare a suo piacimento e tu osiprendere la sua posizione?
–Non intendevo...
–Silenzio! – tuono io. – Vai fuori da camera mia. Vai fuori dallamia vita!
–Forse anche tu dovresti dare una seconda chance alla gente, sai? –tuona lui. – Il mondo non gira intorno a te, mia caraWhite-qualsiasi-cosa-tu-sia! Non sei l'unica a fare errori ed ioalmeno ho avuto la decenza di fermarmi il prima possibile, dicapire quale fosse la parte dei buoni. Tu quanto ci hai messo? Primati sei fatta ingravidare e poi ti sei stancata di Cole Ruterful e seitornata da suo fratello. Ma quando capiranno che stai solo giocandocon i loro sentimenti?!
Miaffretto a tirargli uno schiaffo. La mano mi pulsa, cerco di nonfarlo vedere. – Vattene dalla mia camera – ringhio trattenendo astento le lacrime. – Vattene via! Ora!
Sbuffae se ne va lasciando la porta aperta. Proprio là, davanti la porta,c'è Jeremy, che continua a guardarmi. E chissà da quanto tempo cistava ascoltando. – Vuoi una mano a togliere tutti questi ragni,oppure vuoi fare da sola?
–Perché invece non mi dici anche tu quanto io sia una personaterribile ed egoista? Tanto per completare il pacchetto. Anzi, perchénon chiami anche Isaac e gli altri? Così sì, che completiamo ilpacchetto!
–Come non detto. Ci vediamo in giro, allora – dice lui andandosene.
Sussulto.– No, aspetta! – esclamo io, giusto in tempo. Si gira verso dime. – Tu credi che mi vedranno sempre come la ragazza senza cuore,che ha lasciato il ragazzo buono per stare con quello cattivo e poisi è fatta ingravidare?
Sospiraentrando in stanza, scalcia un po' di ragni morti e quando èproprio davanti a me inizia a parlare. – Credo che la gente pensiquello che le conviene. Le stai antipatica? Allora vedrai che perloro sarai sempre la cattiva della situazione. Le stai simpatica?Allora vedrai che cercheranno sempre una scusa a tutto quello che haifatto, ma devi stare attenta, Cassie, perché anche la gente a cuistai simpatica si può stancare di difenderti, se tu continui a fareerrori. Fai passare un po' di tempo. Per ora sei tu la ragazza cheè stata più vicino al nostro nemico, è ovvio che loro ti vedanocome una minaccia. Ma sono sicuro che, tutta la gente che ticonosceva prima di tutto questo, riuscirà a vederti ancora come lamagnifica ragazza, piena di coraggio che sei stata.
Facciouna smorfia. – Ma quella ragazza non c'è più.
–No, è vero, non c'è più. Ma al suo posto non c'è una stupidaragazzina, c'è una ragazza che è cresciuta, che ha visto ecompreso tante cose. C'è una ragazza più grande ed esperta. Unaragazza che adesso sa bene cos'è giusto e cosa no. C'è unaragazza migliore; addirittura migliore della vecchia Cassie.
Trattengole lacrime, che tentano di uscire. – Lo credi davvero? – mormoroguardando i suoi occhi, che ora come ora, non sembrano più quelli diun mostro che ha cercato di farmi del male.
–Ma certo. Conoscono tutto di te, Cassie. È per questo che adesso nonsi fidano tanto di te: perché hanno visto sia la parte peggiore, chequella migliore di te. Ma sbagliano, stanno sbagliando di grosso.Perché è proprio di quelli di cui hai visto tutte le suecaratteristiche, che non devi avere paura. Devi avere paura, invece,delle persone di cui conosci solo una parte, quella buona. Loro, adesempio, non conoscono la mia parte peggiore, tu la conoscevi. Loronon sanno come ti ho trattato per un bel po' di tempo. Loro nonsanno il modo in cui ti sei fatta trattare, solo per cercare di farmidiventare quello di prima.
–Non lo sanno?
Faspallucce. – Magari lo sanno, ma non l'hanno visto e questa è laparte più importante. Loro ti hanno vista mentre eri quello che eri.Loro non hanno mai visto me in quel modo.
Annuisco,abbassando lo sguardo. – Grazie. Per avermi detto questo e per averucciso quei ragni.
Accennauna risata e, proprio in questo momento, riesco ad intravedere i suoiocchi emanare un po' più di felicità del solito. – Di niente,Cassie.
– Emi dispiace – mormoro io. Riesco quasi a vedere un lampo di gioianei suoi occhi. – Mi dispiace di averti lasciato, di aver fattotira e molla con te e tuo fratello. Sono una persona orribile, ma stocercando di migliorare.
–Entrambi abbiamo fatto i nostri errori ed entrambi ne stiamo pagandole conseguenze. Anche se, forse, per te la conseguenza è un po'troppo severa – mormora lui.
–No, non lo è – ribatto io. – Non lo è, credimi. Me lo merito.
–Ti meriti la morte? – chiede lui facendo una smorfia disgustata. –Hai fatto un singolo errore, Cassie. Tutto il resto non è statacolpa tua. Non eri tu, quella di una settimana fa o di mesi fa!
–Lo so, ma se non avessi fatto quel singolo errore, a questo puntosarei la stessa Cassie Moonic, con i capelli lunghi e biondi scuri,con gli occhi neri e soprattutto con l'anima nonmarchiata dall'oscurità. Un singolo errore. Quest'errore èstato grande, Jeremy.
Abbassalo sguardo, continuando a pensare. Riesco a percepire vagamente isuoi pensieri. Sta cercando di capire cosa sia giusto dire e cosa no,ma non ci riesce, perché sta guardando la situazione in modo nonobiettivo. Accenno una risata. – Cosa c'è? – chiede lui.
–Sto cominciando a percepire i nostri poteri – rispondo io. Èstrano ammetterlo, ma mi fa bene sapere che forse solo una piccolaparte di me sarà per sempre invasa dall'oscurità. E che, tutto ilresto della mia anima, sarà invasa dalla bontà. Bé... forse nondalla bontà, ma da qualcosa che non è né una cosa, né l'altra.Proprio come tutti gli altri umani. Perché nessuno può essere unapersona completamente buona. Nessuno. Perché la perfezionenon esiste.
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