Capitolo 22: Missione
Mi sveglio sentendo qualcuno bussare alla mia porta, ma non stavo dormendo veramente, avevo troppi pensieri, troppi rimorsi, troppa paura. – Avanti – dico io sedendomi.
La porta si apre e Scott entra. – Buongiorno, Cassie – mi saluta sorridendomi. – La colazione è pronta, siamo tutti a tavola, manchi solo tu. E in più Louis ci deve parlare, te compresa.
– Ci vuole parlare? Quanti siamo? Perché? – chiedo io.
– Calma, Cassie. Magari avrà una missione per noi – risponde lui sorridendo. – Sarebbe pure ora. Sto facendo la muffa qua dentro.
– Missione? Che significa? – chiedo io.
– Che andiamo ad aiutare qualcuno è in difficoltà – risponde lui. – Dai, andiamo. – Mi alzo e andiamo tutti e due nella cucina dove tutti ci stanno aspettando. Come la sera precedente, Louis sta al capotavola e Jeremy proprio accanto a lui. Entrambi sembrano abbastanza nervosi.
Mi avvicino all'orecchio di Scott. – Cos'hanno quei due? È Louis che manda avanti il tutto, non è così?
– Sì, senza di lui saremmo tutti spacciati – risponde Scott aggrottando la fronte. – Perché lo chiedi?
Jeremy Ruterful si accorge che lo sto fissando, ma purtroppo non nel modo in cui un innamorato guarda il suo amante. Il suo sorriso sparisce e i suoi occhi diventano più severi, proprio come la sua espressione. Il mio cervello elabora le informazioni che sto cercando di capire. – Perché Jeremy Ruterful gli sta sempre accanto? Per caso è il vicecapo? – chiedo infine.
– Vicecapo? Qui non esistono queste cose, Cassie – risponde Scott guardandomi contrariato. – Louis è quello che ha deciso di mettere su una casa con tutte le persone che erano in pericolo, però non è lui che comanda. Qui ognuno può dire la sua, nessuno ordina qualcosa a nessuno, a meno ché non sia veramente necessario. Però se la vogliamo mettere in questo modo... sì, Jeremy aiuta Louis.
Io e il ragazzo di cui non mi fido continuiamo a fissarci. L'aria tra di noi non è per niente amichevole, ma dopotutto è normale. Lui ha acconsentito a farmi fare del male da quel demone, ha acconsentito a farmi abortire e quasi farmi ammazzare. Ancora non mi ricordo molte cose, tra cui la fiducia e l'intensa storia d'amore che c'era tra noi due. E più vado avanti e più penso che non esista. Lui è un assassino.
Ed io non posso vivere con un assassino.
– Signori e signore – inizia Louis alzandosi. Jeremy continua a guardarmi male, fino a quando Louis non dice: – Gli Anziani saranno qui il più presto possibile. Finalmente hanno capito che Boston è nei guai, forse più di tutti gli altri. Sanno della posizione del Primo, sanno della Whitesun, sanno tutto. Purtroppo però ci vorranno ancora un paio di giorni. Abbiamo resistito fino ad adesso, possiamo benissimo resistere ancora un po'.
– Che significa che sanno della Whitesun? – chiede Isaac. – La uccideranno?
Trattengo il respiro e mi guardo intorno. Tutti mi stanno guardando, compreso Louis Dempson. – Non lo so – dice a bassa voce. – Ma ho paura di sì. Dopotutto, è stata fino ad ora con Cole Ruterful, e fino a poco fa portava in grembo suo figlio. – Mi guarda quasi con le lacrime agli occhi. – Cercherò di fare il mio meglio. Cercherò di spiegargli tutto nei minimi dettagli. Hai sbagliato andando da lui, ma so che ad un certo punto volevi aiutarci, volevi ucciderlo. Purtroppo poi ti ha fatto quegli incantesimi e... bé, è andata com'è andata.
Annuisco senza dire niente. Ho sbagliato, anch'io devo pagare. Sono uguale a tutti gli altri. È così che deve essere. Però voglio essere uccisa per i miei sbagli, non perché Jeremy Ruetrful lo vuole. Continuo a lanciare occhiatacce al ragazzo, giusto per dargli fastidio. Egli dice qualcosa all'orecchio di Louis, si alza e se ne va senza dire una parola.
– Cassie, non hai toccato cibo – borbotta Ivy avvicinandosi a me. Sussulto sentendo la sua mano appoggiarsi sulla mia spalla. Annuisco e inizio a fare colazione.
Finito di fare colazione, vengo chiamata da Louis, che mi dice di raggiungerlo tra cinque minuti in salone. Ne approfitto quindi per cambiarmi, mi metto gli abiti che mi hanno lasciato sul letto senza nemmeno guardarli e poi raggiungo Louis in salone.
Appena arrivo, mi fermo. Non ci sono solo io, non ha chiamato solo me, ma anche Scott, Ivy, una ragazza dai capelli neri, Isaac, Jeremy e un'altra ragazza dai capelli biondi. Louis sembra soddisfatto. – Fantastico! Allora, ragazzi, come potete immaginare, vi ho chiamati perché qualcuno ha bisogno di noi.
– Chi? – chiede Isaac, elettrizzato.
– Io non credo che Cassie sia pronta per salvare vite – si affretta a dire Ivy.
– Lo penso anch'io, bambina mia; il problema è che quel qualcuno è una persona che la nostra Cassie conosce molto bene – ribatte Louis facendomi gelare il sangue. Tutti guardano il signore incuriositi, stranamente anche Jeremy Ruterful sembra incuriosito. – È Austin, Cassie – mormora guardandomi.
Tutti stanno trattenendo il respiro. – Ma ce l'hanno tutti con questo povero ragazzo? – esclama la ragazza dai capelli neri. – Eppure è un umano! Non dovrebbero nemmeno filarselo, i demoni. A meno che... forse Cole Ruterful vuole fare un dispetto a Cassie.
– No, Cole Ruterful ha altro a cui pensare – borbotta Jeremy alzando gli occhi al cielo. – Di certo non si mette a fare i giochetti con Cassie. Non gli interessa più, perché dovrebbe fare una cosa del genere? E poi dai, non ha cinque anni!
Gli lancio un'occhiataccia. Non può dire che non interesso più a Cole in quel modo. Non sono più un demone, provo dei sentimenti anch'io. – E tu che ne sai di Cole? Magari ha cambiato idea. Magari ha preso questo Austin per farmi un favore, per farsi perdonare. Anche se io non mi ricordo nemmeno chi sia questo Austin.
– Sì, perché ovviamente Cole, con tutto quello che deve fare, si mette a pensare a quello che potrebbe farti ritornare da lui. Ma per piacere, ragazzi, che fine ha fatto il vostro cervello? – continua Jeremy guardando tutti come se fossero degli stupidi.
– Ok, basta così! – esclama Louis spostando di poco Jeremy. – Austin non è stato ferito o preso da nessuno. È in pericolo, sì, ma in questo caso è lui stesso un pericolo per lui e per chi gli sta intorno.
La ragazza dai capelli neri aggrotta la fronte. – In che senso, scusa?
– L'hanno morso – provo a buttare la prima idea che mi viene in mente. Chiunque sia questo ragazzo, è stato molto importante nella mia vita e, se mi servirà a farmi ricordare una gran parte della mia vita, allora devo salvarlo, ci devo almeno provare. E da come Louis Dempson ha dato la notizia, o è stato morso da un vampiro o da un lupo mannaro.
– Non è stato morso.
– Oh, per l'amor del Cielo! E allora che è successo? – chiede la ragazza dai capelli neri.
– Il padre – mormora Ivy. Ho già capito, non ho bisogno che gli altri finiscano la frase per me e non m'interessa più di tanto se gli altri non hanno capito. Io ho quasi sempre lavorato da sola, quand'ero con Cole. Lui mi dava dei compiti da fare e dovevo svolgerli. Uccidere demoni che l'avevano tradito, qualsiasi cosa. Qua le chiamano "missioni".
– Il padre di Austin è un lupo mannaro – dicono all'unisono Jeremy, Scott e Isaac.
La ragazza dai capelli biondi tossisce. – Scusate, ed io che c'entro in tutto questo?
– Oh! Ragazzi, lei è Ellie. Sarà la nuova compagna di Scott – esclama Louis dandosi una pacca sulla fronte. Vedo Scott irrigidirsi e spalancare gli occhi, la ragazza dai capelli biondi ha le guance così rosse che sembrano pomodori.
– Ma, Louis... – inizia Scott prima che la sua voce si spenga del tutto.
– Non è ancora pronto, Louis – lo ammonisce Jeremy. – Prima Eireen, poi Harry. Non è pronto.
– Deve esserlo – ribatte Louis con quel tono di voce che non permette repliche. – Altrimenti perderà il posto. È per questo che ho chiamato Allison. – Tutti iniziano ad urlare contro all'uomo che non è giusto, che Scott è loro amico e che è sempre stato nella loro squadra, che adesso non può cambiare tutto solo perché Scott è stato così sfortunato da aver perso Eireen e che non è colpa sua se Harry è stato troppo sbadato. – Silenzio! – tuona però l'uomo facendo ammutolire tutti. Tutti tranne Jeremy, che non si è mai interessato alla conversazione. – Scott, a te la scelta.
C'è un momento di silenzio, tutti guardiamo Scott. Riesco quasi a vedere tutti i ragionamenti che sta facendo e quasi mi sento male per lui. Ricordo alcune cose di Eireen, ricordo come fosse innamorato di lei e come lei ricambiasse senza dubbi il sentimento. Ricordo quando ho visto il suo corpo freddo e pallido coperto da un solo telo, quando ero nella casa di Cole insieme a Jeremy Ruterful.
Scott sospira mettendosi indietro i capelli. – Va bene. Sono pronto – ringhia senza però guardare Louis e con quel tono che dice "in questo momento ti sto odiando" e "questa non te la faccio passare". Se ne va dandomi una spallata che quasi mi fa cadere, ma non gli dico niente e vado a prepararmi anch'io.
Jeremy fa fermare la macchina proprio davanti un bosco infinito. L'aria in macchina è veramente dura, quasi m'imbarazza non sentire nessuno parlare. Scott lancia un'energia così negativa che la sua nuova compagna di battaglia cerca di stargli più lontano possibile. Isaac è nel sedile anteriore, vicino a Jeremy e sembra abbastanza nervoso, per non parlare di Ivy.
– Cosa sta succedendo? – mormoro io a Ivy.
Lei sussulta, chiaramente l'ho sorpresa. – Emh... la nuova ragazza si sente fuori posto, poverina. Non posso darle torto, dal modo in cui Scott la guarda. Scott è incazzato nero con Louis. Isaac è preoccupato per te e Jeremy, visto che è da un bel po' che non combattete insieme, mentre...
– Mentre Jeremy è molto infastidito dal fatto che tu, Ivy, continui a leggerci nella mente, quando non hai l'autorità per farlo – finisce Jeremy con un tono amaro. – E tu, Cassie, dovresti smetterla d'impicciarti. È già tanto che Louis ti abbia fatto uscire da quella galera che tutti chiamano "nuova casa".
– Jeremy – borbotta Isaac. – Non prendertela con loro. Ivy cerca solo di rendersi utile. E Cassie cerca di capirci qualcosa, visto che non si fida molto.
– Soprattutto di te, Jeremy – ringhia Ivy. – Chissà per quale motivo.
– Ehi, Ivy! Non hai il diritto di rinfacciarmi niente, hai capito? – sbotta Jeremy. – Per me Cassie può pure uscire da questa macchina e non tornare mai più. L'ho portata in quella galera solo perché continuavate a parlarmi di lei chiedendomi di ritrovarla. Quindi smettila di fare la finta santarellina, vorrei ricordarti che adesso è qua e sta per combattere con me.
– E questo che vorrebbe dire, scusami? – chiedo io guardandolo dallo specchietto retrovisore. – A me non fa piacere combattere con te, che ti credi? Mi hai praticamente uccisa. Pretendi pure che ti ringrazi? Non succederà mai. Non mi fiderò mai di te e quando morirai, perché fidati che succederà molto presto, io verrò al tuo funerale solo per festeggiare la tua morte.
Tutti iniziamo a litigare come non mai. Io prendo per i capelli Jeremy cercando di togliergli ciocca per ciocca, mentre continua ad urlarmi che sono una ragazzina e che dovrei ringraziarlo, perché se fosse stato per quelli che mi avevano rapita io sarei già morta. Ivy urla a Scott dicendogli di smetterla di tenere il muso, che quella povera ragazza non c'entra niente con la morte di Eireen. Isaac urla a Ivy dicendole di smetterla di urlare contro Scott, perché sta reagendo in modo piuttosto naturale.
– Basta! – tuona la ragazza nuova. – Cos'avete che non va? Sbaglio o siamo qua per salvare una vita? E invece guardatevi: tutti vi lamentate e vi urlate contro. Bella squadra, complimenti. Proprio non capisco il perché Louis vi abbia scelti, siete tutti delle teste bacate.
C'è un momento di silenzio in cui tutti noi cerchiamo di non sotterrarci per la vergogna. Poi io decido di dire: – Io non appartengo a questo gruppo. Non da quando vi ho traditi per andare da Cole.
– Spero scherzi, Cassie – mi dice Isaac guardandomi. – Prima del tuo arrivo, non sapevo nemmeno l'esistenza di Scott, o di Harry. Ci hai fatti conoscere, ci hai fatti avvicinare e ci hai fatti diventare un gruppo.
– Forse Isaac ha ragione. Ma hai ragione pure tu, Cassie: ci hai traditi e per questo non ti reputeremo mai veramente una di noi – ribatte Jeremy stringendo il volante della macchina.
– Jeremy, non dire così. Cassie è una di noi – s'intromette Ivy posando una mano sulla spalla di Jeremy. – E anche tu fai parte di noi. Tutti noi. Sei nei nostri cuori da tanto tempo, ogni tanto fai il coglione, ma questo sei tu, Jeremy Ruterful. E hai sofferto troppo per fartene una colpa.
– Mi manca Eireen. Mi manca Harry. Quella testa di cetrioli sarà anche stato un donnaiolo, ma sapeva essere tuo amico – mormora Scott. – Mi manca il mio amore. All'inizio mi mancava così tanto che a volte non riuscivo nemmeno più a respirare. È un dolore che non se ne va, non ancora. Mi chiedo se riuscirò mai ad amare ancora.
– Ci riuscirai, Scott – singhiozzo io. – Ci riusciamo tutti, alla fine.
– Esattamente. Alla fine – dice lui guardando lo schienale. – Ognuno di noi potrebbe morire da un momento all'altro. Io potrei morire anche stanotte, per quanto ne so.
– Farò di tutto per far sì che questo non accada – sussurra Jeremy tenendo gli occhi chiusi. – Siete miei amici. Vi voglio bene.
– Proprio così – esclama la ragazza nuova dopo un po' di silenzio. – Ora andiamo ad aiutare questo povero ragazzo che non capisce cosa stia succedendo.
Usciamo tutti dalla macchina un po' storditi per la discussione appena fatta. S'irrigidiscono tutti tranne me appena entriamo nel bosco, soprattutto Ivy. – Questo non mi piace – mormora lei.
Mi guardo intorno non capendo il motivo. Ok, il bosco è molto oscuro. Basta guardare il buio che ci circondava e pensare che pochi secondi prima stavi morendo di caldo e c'era un sole che spaccava le pietre. Ma siamo Cacciatori di demoni, non possiamo veramente avere paura del buio. – Cosa c'è? – chiedo quindi.
– Sei diventata umana, Cassie? – chiede Jeremy, che è proprio accanto a me. – C'è un demone in questo bosco, e non vorrei che fosse Austin.
– Non sento niente, ormai sono abituata a vivere con i demoni – ringhio io guardandolo.
– Bella compagna di battaglia che mi sono trovato. Veramente, complimenti a me stesso – borbotta lui alzando gli occhi al cielo. Lo guardo cercando di trovare qualcosa da dire, ma la verità è che ha ragione: faccio schifo come compagna di battaglia. Come posso combattere i demoni quando nemmeno li percepisco?
– Ehi, e tutto quello che vi siete detti pochi minuti fa? – chiede la nuova arrivata. – Smettetela. Jeremy, sei più piccolo di lei se continui a fare così. Per piacere, comportatevi da adulti e non fatemi pentire di essere venuti qua con voi.
Già adoro questa ragazza.
Continuiamo a girare senza vedere niente. Un lupo mannaro dovrebbe ululare, ma c'è un silenzio che quasi mi fa scappare a gambe levate. C'è qualcosa che non va, ma non so se è perché qua non c'è il lupo mannaro che stiamo cercando o perché non conosco l'iniziazione di uno di essi.
– Lui è qua, smettila di farti tutti questi problemi e concentrati – sussurra Jeremy continuando a guardarsi intorno. Lo guardo sbalordita e se ne rende subito conto. – Riesco a leggerti nella mente a volte. Puoi farlo anche tu.
– Posso leggerti nella mente? – chiedo continuandolo a guardare.
– Guarda davanti a te – borbotta lui.
– Emh... ragazzi? – ci chiama Scott. Ci giriamo subito e vediamo un lupo ringhiare ad una ragazza per terra, Ellie. Tutti tratteniamo il respiro, non sapendo cosa fare. Jeremy alza la pistola ma la butto subito a terra.
– Sei stupida o cosa? – tuona Jeremy guardandomi malissimo. Il lupo smette di ringhiare e guarda verso di noi. Jeremy mormora qualcosa che sembra vagamente ad una parolaccia.
– Lo stupido qua sei te – ringhio io continuando a guardare il lupo che fissa me come se fossi il suo prossimo spuntino. In men che non si dica, mi ritrovo a terra con il lupo che mi continua a ringhiare contro. Cerco di tenerlo il più lontano possibile, usando i muscoli che ho alle braccia per fare in modo che non si avvicini ancora di più.
– Un sedativo. Serve un sedativo – dice Ellie. – Isaac, il sedativo!
– L'ho dimenticato in macchina – esclama Isaac.
Sento lo sparo e subito dopo il lupo inizia ad ululare. Peccato che dopo poco ricomincia a ringhiarmi. Lo guardo dritto negli occhi, sono scuri e per niente nuovi per me. Lentamente riesco a ricordarmi di questo ragazzo che adesso è un lupo. Riesco a ricordare il padre, praticamente assente nella vita del figlio. Riesco a ricordare ogni singolo momento passato insieme a questo ragazzo.
– Austin, sono io. Sono Cassie – mormoro io continuandolo a guardare. Il lupo però sembra arrabbiarsi ancora di più. – Ok, ho capito perché fai così. Sei arrabbiato. Lo capisco. Non ti ho nemmeno lasciato un biglietto di addio, non ti sono stata vicina. Ti giuro che non sapevo niente di te e del tuo... dono.
– Prova a sparare un'altra volta! – esclama Ellie.
– No, Ivy. Fermati. Aspetta – s'intromette Jeremy, sicuro di sé.
Con una mano cerco di accarezzare il pelo morbido e quasi nero del lupo. – Austin, ti prego, ritorna in te. Abbiamo ancora tempo, ti devo raccontare un sacco di cose. – E il lupo, con mio grande stupore, si allontana e inizia a guardarsi intorno con la coda in mezzo alle zamoe. Vedo le sue zampe cambiare forma, le sue unghie diventare umane, il suo viso diventare più umano... fino a quando non ho davanti Austin. Corro da lui senza pensarci due volte, qualcuno mi tira un giacchetto e così lo metto attorno alla vita di Austin.
– Cassie? – mormora lui tremando. – Che cosa sta succedendo?
– Va tutto bene, Austin. Sono qui. Tra un po' tutto avrà più senso. Te lo prometto – sussurro io accarezzandogli il viso bollente.
– Cassie, promettimi una cosa – dice Jeremy con una voce tremolante. Faccio per girarmi ma lui urla: – Fermati, Cassie! Promettimi questo, ok? Promettimi di non muoverti, per qualsiasi motivo. Anche se senti qualcuno urlare, o un rumore strano, non muoverti.
– Non capisco – rispondo io. – Perché dovrei stare ferma? È un gioco o cosa?
– Non è un gioco, Cassie – s'intromette Ivy con voce tremante. – Ecco, vedi... era tutto un trucco. C'è una trappola sotto i tuoi piedi. C'è una bomba sotto i tuoi piedi, Cassie.
Sento le lacrime salire fino ai miei occhi. – Mi avete incastrata? Perché?
– Non siamo stati noi – esclama Isaac. – Qualcuno ci ha teso una trappola.
Li guardo tutti, cercando di capire se stanno dicendo la verità e mi sembra di si. Abbasso lo sguardo verso Austin, che è svenuto. Faccio un respiro profondo per non farmi prendere dal panico e scappare come una matta. – Quindi adesso che cosa si fa? – chiedo. Tutti rimangono in silenzio e così mi esce un singhiozzo. – Potete prendere Austin?
Jeremy si avvicina guardando attentamente dove mette i piedi. Perlustra tutto il territorio circostante fino ad arrivare a me. Accenna una risata amara. – Sei sempre stata poco fortunata, Cassie, ma questa volta hai superato ogni limite. – Non faccio nemmeno in tempo a mandarlo a quel paese che ha già preso e allontanato Austin. Mi guarda dritto negli occhi e sembra quasi provare qualcosa.
– Ok, e adesso? – mormoro io guardando i mie compagni.
– E adesso cerchiamo di capire qualcosa in più su questa bomba – risponde Isaac avvicinandosi tanto quanto Jeremy. – Nei telefilm è sempre quello rosso, di filo – borbotta.
–Solo per questo, proverei con l'altro – dice Jeremy guardando Isaac. Si accovaccia anche lui cercando di capirci qualcosa. Tutti e due iniziano a togliere le foglie e qualsiasi altra cosa che intralci la loro ricerca. Si fermano dopo un paio di minuti.
– Avevi detto di provare con l'altro, giusto, Jeremy? – mormora Isaac. – Bé, quale tra i due?
Tutti si avvicinano. – Forse dovremmo chiamare qualcuno che ne capisca qualcosa – s'intromette Ellie guardando prima i fili e poi me, più preoccupata che mai.
– Sì, dai! Chiamiamo la polizia. Penserà sicuramente a disinnescare la bomba, non penserà al fatto che c'è un ragazzo completamente nudo e altri sei ragazzi armati! – ringhia Scott guardandola male.
– Qual è il tuo problema? – tuona la ragazza. – Smettila di fare il saputello. Visto che sei così bravo e intelligente allora perché non proponi qualcosa, invece di stare là impalato a non far niente? Ci credo che Harry è morto, con un compagno di battaglia così non poteva non succedere!
Tratteniamo tutti il respiro vedendo la faccia cadaverica di Scott. Quasi tutti guardano male Ellie e così quest'ultima, esasperata, se ne va da qualche parte. Scuoto la testa, capendo l'oppressione che sta provando quella povera ragazza.
– Ok. Che ne dite di pensare a qualcosa d'importante? Come, per esempio eh, la vita di Cassie? – chiede Ivy guardando tutti con gli occhi sbarrati.
– Chiamiamo Louis – propone Scott. – Sicuramente ci darà una soluzione! Non può non darcela. È sempre stato lui a tirarci fuori dai casini, ricordate? Soprattutto in quest'ultimo periodo.
– Cosa ne sa Louis di bombe? E poi vorrei ricordarvi che c'è il tempo qua – risponde Jeremy indicando la bomba. – Ed è pure poco.
– Quindi che facciamo? – chiedo io. – Proviamo un filo e basta? Saltiamo tutti in aria se è quello sbagliato. Dobbiamo ragionare. Dobbiamo pensare. Ci deve essere un collegamento, un qualche indizio, qualcosa!
–Oh sì, perché chiunque abbia messo questa bomba avrà pensato "ma si! Diamogli qualche indizio". Quella persona ci vuole morti, Cassie – ribatte Jeremy, come se fosse più intelligente di tutti. Solo io, o meglio la vecchia me, so quanto in verità cerchi di essere almeno uguale agli altri.
– E che ne sai? Potrebbe benissimo essere uno psicopatico che vuole solo divertirsi un po'. Magari è proprio qua vicino e ci sta guardando, e sta godendo nel vederci nel panico più totale – ringhio io.
–Sì, e il film horror in cui stiamo recitando come si chiama? – chiede lui alzando gli occhi al cielo.
– Vita. Si chiama vita – rispondo io fulminandolo con gli occhi. – O almeno questa è la vita di noi Cacciatori. Non credo che un comune normale rischi la vita tutte le volte che mette fuori il piede da casa sua.
– Basta scherzare! – tuona Ivy. – Mancano tre minuti.
Il mio cuore smette di battere, guardo gli occhi verdi accesi della ragazza che una volta era la mia migliore amica. Tutti iniziano a muoversi, inquieti, ma ho paura addirittura di muovere un singolo muscolo. Potrebbe succedere da un momento all'altro, potrei morire e far morire tutti. – Dovreste andarvene – quasi urlo io. – Entro dieci secondi, possibilmente. E correre come non avete mai fatto.
– Non se ne parla nemmeno – ringhia Scott.
– Saltiamo in aria tutti in questo modo! Non ce n'è bisogno – esclamo io. – La più intelligente è Ellie, che se n'è già andata da un pezzo.
– Ti piacerebbe, vero? – chiede Ellie arrivando praticamente correndo. – Ok, ragazzi. Dobbiamo andare ad esclusione. Io voto per quello al centro.
– Andiamo a voti adesso? – chiede Scott, incredulo.
– Non abbiamo altra scelta, Scott – ringhia Ellie.
Jeremy sta in silenzio, mentre guarda intensamente Ellie per cercare di capire cosa fare. Abbassa lo sguardo verso i fili e poi guarda me. Annuisce. – Non c'è altro modo. Dobbiamo andare a voto. Anch'io voto quello al centro.
Isaac li guarda tutti più di tre volte. – Io voto quello rosso.
Ivy mi guarda con le lacrime agli occhi. – E se stessimo sbagliando? E se stessimo sbagliando filo? Io non ce la faccio a votare. Non posso. – Non dice altro per un po' e poi, strappandosi praticamente la pelle dalla faccia, mormora: – Quello a destra.
Scott ci guarda scioccati. – State veramente votando quando c'è in gioco la vita di tutti noi?
– Le proposte sono sempre aperte, Scott. Ma ti manca un minuto. Cosa intendi fare in questo minuto? – ringhia Jeremy fulminandolo con lo sguardo.
Scott abbassa lo sguardo. – Quello rosso – mormora.
– Fantastico! Adesso dobbiamo scegliere tra quello rosso e quello al centro! Come facciamo? – chiede Ivy guardandomi.
Annuisco capendo cosa vuole dirmi Ivy. – Ok, allora io propongo... quello al centro.
Jeremy annuisce. – Qualcuno ha delle forbici o qualcosa del genere? – chiede. Ellie gli porge un oggetto stranissimo, che non ho mai visto. Jeremy la guarda con un grosso punto interrogativo nello sguardo e lei scuote le spalle. – Va bene. Allora vado, ok, Cassie? – chiede infine guardandomi.
–Vai – mormoro io con le lacrime agli occhi.
Jeremy prende il filo attentamente, lo mette tra le due lame affilate dello strano strumento, chiude gli occhi e taglia. Tutti tratteniamo il respiro, io chiudo gli occhi aspettando il botto e poi la fine.
Ma non accade niente.
Apriamo tutti gli occhi dopo un minuto e ci guardiamo in giro. Io non provo nemmeno a muovermi, ma mi viene così tanto da ridere che scoppio. Tutti mi seguono ed iniziano a ridere anche loro. – Prima di ridere dovresti provare a fare un paio di passi e venire da noi – s'intromette Jeremy, serio come non mai.
Faccio spallucce e li raggiungo con le gambe tremanti. Appena mi rendo conto che siamo tutti vivi mi butto tra le braccia di Ivy, la quale continua a sorridere come se non ci fosse un domani. Però appena mi butto tra le sue braccia la sento trattenere il respiro, tutti urlano il mio nome, Ivy mi butta a terra facendomi sbattere la testa su una radice di un albero.
C'è silenzio per i primi secondi, poi Isaac urla il nome di Ivy e tutti iniziano ad urlare. Quando apro gli occhi, vedo che tutti stanno intorno a Ivy. Corro là, inciampando di tanto in tanto, sposto Scott ed Ellie per vedere la ragazza che mi ha appena salvato la vita. È pallida, con le lacrime agli occhi e una freccia dentro la sua spalla sinistra. Mi avrebbe preso in piena testa.
– Prendete la macchina e venite qua! – urla Jeremy guardando Scott e Ellie, che corrono via dopo poco. – Isaac, spostati! – tuona lui spingendo l'amico. – Cassie, vieni qua. Isaac, se proprio vuoi essere d'aiuto, tienile la mano e mettile un fazzoletto in bocca.
Mi avvicino a lui e lo guardo, aspettando che mi dica qualcosa. – Cosa devo fare? – mormoro io. Lui alza gli occhi e incontra i miei, è spaventato a morte. – Tiriamo via insieme, ok? – chiedo io mettendo le mie mani sopra le sue.
Jeremy abbassa lo sguardo verso Ivy. – Sei pronta, piccola? – chiede lui guardandola. Lei continua a scuotere la testa e a parlare, ma non esce niente di sensato col fazzoletto in bocca. – Mi dispiace – mormora lui chiudendo gli occhi e iniziando a tirare. Così inizio a tirare anch'io. La freccia è fuori dal corpo della ragazza in pochi secondi, ma le sue urla sono così forti da farmi piangere. Il sangue inizia ad uscire troppo velocemente, Jeremy diventa ancora più pallido e Isaac sembra pronto a svenire da un momento all'altro.
– Vi prego, non lei – mormora Isaac guardandoci piangendo. – Per piacere! Non te, amore mio. Non posso stare in questo posto di merda senza di te. – Stringe la mano di Ivy dondolandosi avanti e indietro.
Io non faccio altro che pensare al fatto che mi ha salvato la vita. Non posso lasciarla qua, non per una semplice freccia. – Va bene, allora... – mormoro io cercando di pensare lucidamente. – Lo sbaglio che abbiamo fatto è stato quello di togliere la freccia, immagino. Quindi... – Prendo l'orlo della mia maglietta e la strappo abbastanza da riuscire a cercare di far fermare il flusso del sangue.
– Ferma, la maglietta è sporca – ringhia Jeremy prendendo il mio polso e stringendolo.
Gli lancio un'occhiataccia, ma fa finta di niente e stringe ancora di più la presa. – Non ti devi preoccupare, Jeremy. Il mio giacchetto è sporco, non la mia maglietta. Non abbiamo altra soluzione. – Lui annuisce e mi lascia fare.
Poco dopo, la macchina si ferma davanti a noi e Scott e Ellie ci aiutano a mettere delicatamente dentro di essa Austin e Ivy, che è sempre più pallida. Le accarezzo i capelli e così lei cerca di sorridere. – Andrà tutto bene. Vedrai che ti salverai. Ne sono certa.
Ma sto mentendo.
Mi giro per guardare anche Austin, il quale sta iniziando a svegliarsi, e questo significa che molto probabilmente si spaventerà e si trasformerà un'altra volta in un lupo mannaro. Infatti, già inizia a girarsi intorno, a ringhiare.
– Scordatelo, bello – ringhia Scott prendendolo da dietro e infilandogli l'ago del sedativo nel collo. Austin fa un verso strano e si accascia sul sedile un'altra volta. Guardo male Scott, sembra non accorgersene all'inizio, ma quando se ne rende conto mi fissa e chiede: – Che cos'hai da guardare?
– Potevi essere meno crudele con lui – borbotto io girandomi e continuando ad accarezzare Ivy.
– Meno crudele? Guarda Ivy. Come faccio a non essere crudele? È per colpa sua se Ivy adesso sta così – ringhia Scott mettendo il broncio.
Sento la rabbia salire e scoppiare nel mio petto. – Non è colpa sua se è quello che è! È colpa di suo padre, che non ha avuto nemmeno il coraggio di dirglielo! So benissimo che cos'è successo, e mi dispiace davvero tanto, ma non possiamo dare la colpa a un povero ragazzo confuso. Sono sicura che lui non c'entra niente con la bomba e la freccia.
– Lo vedremo – borbotta Scott.
Continuiamo a rigirarci sulle sedie, aspettando che Andrew e i suoi amichetti escano dalla stanza di Ivy e ci dicano come va, se sopravvivrà o meno. Adesso me lo sento che non muore. Mi fido di Andrew, sarà pure stupido a volte, ma con la magia è veramente un mito. E mi hanno detto che anche i suoi amichetti non sono per niente male.
Abbasso lo sguardo verso le mie mani con il sangue di Ivy ormai secco. Cerco di togliermelo, ma non ci riesco. Continuo a provarci fino a quando Ellie non mi mette una mano sopra, mi fermo guardandola. – Devi bagnarle. Sta' tranquilla, ok? Sai che non è colpa tua, vero?
Annuisco continuando a guardarla dritta negli occhi. È una bella ragazza, ma non credo sia giusta per Scott. Non so se Scott riuscirà ad interessarsi a qualcuno, non ancora almeno. È passato troppo poco tempo. Eppure ogni tanto vedo che Ellie si gira per guardarlo, lui nemmeno se ne accorge naturalmente. Anche in questo momento lo sta facendo, lo sta guardando. – Cosa sta succedendo? – le chiedo io, chiedendole indirettamente se le piace il ragazzo che la tratta malissimo.
Lei sussulta, ma quando si gira verso di me accenna un sorriso timido e le guance le si colorano un po' di rosa. – Mi dispiace avere un compagno di battaglia che mi odia in questo modo. Non volevo dire quella cosa su Harry, è che sento il suo odio passarmi fino alle ossa. Ed è orribile.
– Non ti odia. Odia tutto il mondo – mormoro io abbassando lo sguardo. – Anch'io sarei incazzata con il mondo se mi avessero ucciso il ragazzo che amo.
– Si dicono parecchie cose su di te – inizia lei. – Qual è la verità? Ami Jeremy?
Questa volta sono io ad essere in imbarazzo. – Jeremy Ruterful mi ha torturata. Non mi fido nemmeno, figuriamoci se posso arrivare ad amarlo. No, Cole Ruterful è stato il mio fidanzato per un bel po' di tempo. Era tutta una menzogna, io non ero io e lui cercava di avere il controllo su tutto, soprattutto su di me.
Rimaniamo in silenzio ancora una volta, ma per fortuna dopo poco tempo la porta della camera di Ivy si apre ed esce un Andrew fiero di sé stesso. – La vostra cara amica sta bene. Ha solo bisogno di un po' di riposo. Louis, se vuoi puoi entrare.
Tutti ricominciamo a respirare sul serio, il peso allo stomaco diventa meno pesante e le lacrime ricominciano a scorrere. Mi giro verso Ellie, che accenna un sorriso e poi va verso Scott. Isaac corre dentro quando Louis gli chiede di entrare insieme a lui. Jeremy si mette indietro i capelli continuando a sorridere alla porta della camera di Ivy. Mormora qualcosa, annuisce e se ne va.
– Possiamo parlare? – chiede Ellie a Scott con la faccia in fiamme.
Scott la fissa per un momento e poi sbuffando accetta. Faccio finta di andarmene quando in realtà mi accovaccio alla parete del corridoio che mi porterà in camera mia. – Cosa c'è di così tanto importante? – chiede Scott con una voce che fa capire del suo sentimento di repulsione verso di lei.
– Mi dispiace per prima. Mi dispiace averti detto quelle cose e mi dispiace averti risposto sempre con quel tono acido – risponde lei. C'è un momento di silenzio dove immagino che stia aspettando una scusa da parte di Scott, ma invano. Così sospira. – Senti, Scott, io non so perché ti sto tanto antipatica. Però non mi conosci nemmeno e mi fa male pensare che il mio compagno di battaglia mi odi in questo modo. Vorrei, quindi, ricominciare daccapo.
– Ma cosa stai facendo? – chiede Jeremy facendomi sobbalzare. Lui guarda dove stavo guardando io poco fa e poi ride. – Li stai spiando? Davvero? Cosa sei, una loro fan?
– Non li sto spiando – ringhio io. – Sto cercando di capire perché lui ce l'ha tanto con lei. Non ha senso. Cioè, un po' forse ha senso, però mi dispiace per lei. – Mi fermo a pensare al fatto che in poche parole mi sto confidando con il mio nemico.
– Non capisci? Louis ha esagerato questa volta. Mettere al fianco di Scott una ragazza. Il messaggio è palese: questa ragazza fa per te. Sposatevi.
Non posso fare a meno di farmi scappare una smorfia di disgusto. – Quindi Ivy e Isaac si dovrebbero sposare? Quindi io e te ci dovremmo sposare? – Mi fermo a pensarci e scoppio a ridere. – Ma per piacere! Sei veramente così ottuso da pensare che Louis faccia le coppie in base all'amore, che tra parentesi non esiste nemmeno nel nostro caso.
– Ivy e Isaac si amano. Louis fa le coppie in base a come una persona si trova con l'altra. Due fidanzati riusciranno ad essere più uniti, o un fratello e una sorella, o due migliori amici. Per esempio, prima che tu arrivassi all'istituto, ero il compagno di battaglia di Isaac. Poi però il nostro "infinito amore" ha fatto cambiare idea a Louis.
– Dovevo proprio essere matta – borbotto andandomene.
– Lo sai qual è l'altro motivo per cui ci ha messo in coppia? – chiede lui alzando la voce per farsi sentire da me. Mi fermo e aspetto la risposta, ma senza girarmi. – Perché io e te siamo fatti per combattere insieme. Quando eri tu e non una principessina, avevamo la stessa coordinazione, potevamo capire cosa stesse per fare uno e aiutarlo, potevamo sentire le emozioni dell'altro. Potevamo praticamente fare tutto, prima che tu decidessi di lasciarmi per mio fratello.
Mi giro per guardare la sua faccia e capire se è veramente ferito o no. Cerco anche di capire in che modo è ferito, se c'entra l'orgoglio o la pura sofferenza di essere stato abbandonato dalla persona che amava. E non riesco a capire niente. Non riesco a capire se sta dicendo la verità, non riesco a capire niente. La sua faccia è una maschera da cento e lode.
Mi chiedo come sarebbe riuscire a capire cosa sta provando, o a cosa sta pensando. Deve essere una cosa bella, se solo non fosse lui, il ragazzo che mi ha torturata fino alla fine e poi mi ha salvata per fare un favore ai suoi amici.
– Com'è entrare nella mente altrui? – chiedo io, con l'aspro in bocca.
– Bello. Soprattutto quando si ha a che fare con una ragazza come te, con la quale non capisci niente di niente. È meno complicato – ringhia lui, cercando di farmi sentire in colpa. – Non che abbia più importanza, no? Ormai sei un demone.
Più che farmi sentire in colpa, mi fa sentire un mostro. Mi giro e me ne vado senza fargli capire quanto mi abbia ferita dicendomi quell'ultima frase.
Ormai sei un demone.
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