Capitolo 19: Il collegamento
– Aiutaci, maledizione, Jeremy! – urla Louis.
Tossisco allentando il collegamento e sento altre urla. – Stupida ragazzina! – urla un demone sirena femmina dandomi uno scappellotto. – Parla, parla, parla! – urla ancora di più. Sto zitta continuando a cercare di trattenere le lacrime, nonostante tutto questo mi stia uccidendo... come se non stessi già morendo prima che mi prendessero.
L'altro demone continua a passarmi tutti i suoi tentacoli, bruciandomi la pelle. – Parla, ti conviene, Whitesun – gracchia esso. – Noi non ci arrendiamo.
– Nemmeno io, signori – ringhio io continuando a guardare la mia pancia. Sono troppo stanca, la mia testa è troppo pesante per alzarla, sennò a questo punto li starei guardando dritti negli occhi solo per dargli ancora più fastidio.
La sirena urla e mi tira un altro schiaffo, ma questa volta sulla guancia. Cerco di non sussultare, tuttavia è praticamente inutile. – Parla! Inutile ragazza!
– Non so cosa stia succedendo! – urla Jeremy spingendo Louis, pensa che lo stia soffocando, ma in verità è il collegamento con me che lo sta facendo. – Non ci capisco niente. Non ci sto capendo più niente. Non riesco a capire cos'è vero e cosa non lo è. Mi dovete aiutare, credo di star impazzendo e...
– Non stai impazzendo, Jeremy – mormora Ivy avvicinandosi un po' a lui e prendendo il suo viso. – È Cassie che sta cercando di mettersi in contatto con te. Io e papà lo percepiamo, e percepiamo anche che sta soffrendo molto.
– Cosa volete da lei? – ringhia Jeremy. – Non è più Cassie.
– Lo è, sennò a questo punto non ci sarebbe stato nessun collegamento – ribatte Louis, fulminando il ragazzo, con gli occhi verdi accesi come non mai. – So che le vuoi bene, Jeremy. Da qualche parte, dentro quel cuore che ora è di ghiaccio, l'ami ancora.
– Io non l'amo! – urla Jeremy cercando di alzarsi, ma è così debole che Ivy gli da una piccola spinta e ricade sul letto. – Credo veramente di star impazzendo...
– Stai impazzendo, Whitesun. Ti allontani sempre di più da noi – canticchia la sirena con la sua voce melodica. Peccato che faccia effetto solo ai maschi. – Parla adesso, tanto non hai scelta. Se non parli adesso, riusciremo ad entrare nella tua testa e sapremo tutto.
– Il problema è che non c'è niente nella mia testa – rispondo io in un sussurro. – Il mio fidanzato non mi dice niente di niente, miei cari nemici.
– Menti! – urla la sirena tirando un altro schiaffo, rido per non piangere.
– Mi piacerebbe anche a me sapere dove si trova, ma non me l'ha detto e sono felice di questo – ribatto io.
– Menti, menti, menti! – ripete la sirena dandomi un cazzotto. Cado all'indietro insieme a tutta la sedia, e la caduta mi fa rimanere senza fiato per un bel po'. – Cole Ruterful non ti lascerebbe mai marcire qua dentro.
– Avete fatto uno sbaglio a prendermi, cari miei – dico io continuando a ridere. – Il mio fidanzato non rischierà mai la sua vita per salvarmi. L'avete detto anche voi: ormai sono un caso perso.
– Balle! – urla la sirena dando un calcio alla sedia. Mi esce un gemito di dolore, mi mordo il labbro e così si sente a malapena. Devo continuare a tenere duro, sono stata preparata a tutto questo, non posso assolutamente dire niente né morire. Non qua. Non posso morire qua.
La porta si apre di scatto ed entra Isaac. – Signore, Lucy continua a voler entrare.
Un ringhio esce dalla bocca di Ivy. – Quella puttana... – Fa per andare vi,a quando il padre la ferma. – Cosa c'è? – urla lei. – Ci ha già rovinati una volta, non permetterò che accada un'altra volta! Quella sirena deve capire dov'è il suo posto.
– E qual è il suo posto, Ivy? – chiede il padre facendo ammutolire la ragazza. – Da Cassie? Non adesso. Non sono mai state veramente imparentate, lo sappiamo tutti noi.
– Non lo sono mai state, perché ha cercato di rubarle il ragazzo – ringhia Ivy. – Vuoi sapere come la penso, papà? Vuoi sapere dov'è il suo posto? Dovunque tranne qua, dovunque tranne che vicino a Cassie, dovunque ci siano gli inferi. Dovunque, tranne che con noi Cacciatori e con quei pochi vampiri, sirene e lupi mannari buoni.
– In questo modo diventerà malvagia – borbotta Isaac.
– Lo è già – ringhia Ivy continuando a guardare dritto negli occhi il padre. – Non riusciamo a leggerle la mente, papà. Perché? È perché è malvagia. È oscura.
– Non c'entra niente questo – ribatte il padre. – Anche Cassie era diventata malvagia, eppure riuscivo a leggerle la mente.
– E allora cosa può essere?
– Non lo so, ma non possiamo cacciarla.
Jeremy continua a non dire una parola, è concentrato, sta cercando di pensare a qualcosa di sensato. Qualcosa che gli dica che tutto questo è solo un brutto sogno, che prima o poi si sveglierà e troverà me accanto a lui. E lui mi accarezzerà, e mi stringerà a sé e poi mi sveglierà solo per vedere che sono ancora viva e se lo amo ancora.
Scuote la testa capendo che ormai non è più quello che vuole. Lui non vuole più niente, perché niente è quello che prova.
Qualcosa mi brucia ancora di più la pelle e così urlo, se non sapessi di star morendo di dolore non penserei nemmeno che quello sia un mio urlo, che sia la mia voce. La mia voce non è mai stata così squillante. Vedo gli occhi di Jeremy Ruterful aprirsi di scatto e guardarmi, senza fiato quanto me. È troppo, le lacrime iniziano a scendere e la sirena inizia a ridere.
– Ora non sei più tanto dura, eh, Whitesun? – sogghigna la sirena con in mano un bastone che arde di fuoco. – Dicci dove si trova. Ora.
Rimango in silenzio, continuando a piangere. Non so nemmeno quanti giorni siano passati, ma non ce la faccio più, ho bisogno delle pozioni che tengono in vita me e quindi anche il mio bambino. Chiudo gli occhi sentendo le tenebre accogliermi piano, un caldo mi entra nella pelle riscaldandomi. È finita? No, sto semplicemente dormendo. Dormendo nel mio luogo, nelle tenebre; perché ormai è quello che sono. Tenebre.
Uno schiaffo mi fa svegliare un'altra volta. – Svegliati, stupida ragazzina! Ancora non abbiamo finito – urla la sirena a pochi centimetri dalla mia faccia. Tira un altro calcio alla sedia e mi ricordo di essere ancora a terra. – Tu, alzala – ordina la sirena al demone che, senza aggiungere altro, mi alza. – Bene, ora ti chiederò un'altra cosa.
– Non so niente di niente – mormoro io con gli occhi appena aperti.
– Chi è Jeremy Ruterful? – chiede la sirena attirando tutta la mia attenzione.
– Che c'entra ora Jeremy Ruterful?
Mi avvicina un'altra volta il bastone. – Rispondimi.
– Jeremy Ruterful è un traditore. Mi ha fatto del male.
La sirena scoppia a ridere e passa il bastone al demone, anche quest'ultimo sta cercando di non ridere. – Bella questa! – esclama la sirena continuando a ridere. – Ti ha fatto del male, in che senso?
– Non... non mi ricordo bene. So solo che mi ha fatto del male – rispondo io, confusa. – Cosa c'entra Jeremy Ruterful? – chiedo io, con il cuore che mi batte all'impazzata. – Voi lavorate per lui?
Questa volta anche il demone scoppia a ridere.
– Lavorate per lui, non è così? – chiedo io.
– Mmmh... – dice la sirena guardandomi attentamente. – Ti risponderò solo se mi dirai dove si trova il tuo caro fidanzato Cole Ruterful.
– Cosa volete da lui?! – urlo io. – Quello che state facendo è inutile! Io sto morendo. È inutile mettersi contro di lui, oramai.
– Sai cosa significa mettere al mondo un bambino demone? – chiede la sirena guardandomi. – Ma no, certo che non lo sai – si risponde da sola liquidandomi con un gesto di mano, – dopotutto il tuo fidanzato ha fatto in modo che non ti importasse nulla. Ha fatto in modo di creare una vera e propria creatura non dotata di cervello.
Faccio per alzarmi, ma mi rendo conto troppo tardi di essere ancora legata alla sedia. – Come osi dire una cosa del genere? – ringhio io fulminandola con gli occhi.
Jeremy Ruterful alza le mani al cielo. – E va bene. Vi aiuterò, ma solo se voi aiuterete me.
– Come ti dovremmo aiutare? – ringhia Ivy.
– Come faccio a spezzare il collegamento? – chiede Jeremy seccamente. – Per quanto mi dispiaccia che questa Cassie stia soffrendo, sto provando dolore anch'io. E non capisco proprio il perché dovrei soffrire per una ragazza del genere. Ha fatto la sua scelta e ha scelto mio fratello, sono andato avanti e ora mi sta uccidendo con questo collegamento...
La voce si Jeremy si spezza completamente, quando Ivy gli tira uno schiaffo. La sua guancia destra inizia a tingersi di un roseo vivo, mentre guarda la ragazza con odio. – Tu ti lamenti tanto che lei non sia più la tua Cassie, quando non capisci che sei tu a non essere più il suo Jeremy – ringhia la ragazza fulminandolo ancora di più.
– Se ti dico che sei sexy, glielo vai a dire al tuo ragazzo? – chiede Jeremy avvicinandosi un po' al viso di Ivy ,che diventa sempre più rossa. Jeremy sorride guardandola. – Stai arrossendo, Ivy.
– Vuoi che ti dia un altro schiaffo, per caso? – ringhia lei allontanandosi da Jeremy.
– Vai, ci penso io a lui – dice Louis, mettendo una mano sulla schiena della figlia,ma continuando a lanciare occhiate di fuoco a Jeremy.
– Ci vediamo tra un po' in camera tua – urla Jeremy, scherzando, mentre Ivy si chiude la porta alle spalle. Il suo respiro si ferma un'altra volta e spalanca gli occhi appena sente qualcosa di caldo sfiorargli il collo. Nella stanza però c'è solo Louis e continua a stare fermo e a guardarlo male.
"Cassie" pensa Jeremy con una nota di malinconia.
Urlo un'altra volta. – Basta! Vi prego, basta.
– Allora sei viva – sogghigna la sirena. – Sei pronta per la sorpresina?
– Quale sorpresina? – mormoro io.
La sirena ride un'altra volta ma non l'ascolto e abbasso lo sguardo verso la mia pancia. Rimani con me penso. Continuo a rimanere viva solo per lui, solo per il bambino. Sennò adesso non avrebbe più senso continuare a vivere, tanto sto già morendo e sono sicura che Cole, per quanto mi possa amare, non verrà mai in mio soccorso. Ti amo ma amo di più la mia vita diceva sempre. Perché dovrebbe cambiare il suo motto e venire qua? Non lo farà mai. Stiamo parlando di Cole, ed è troppo attaccato alla sua vita per venire qua e salvarmi.
Il freddo continua a invadere il mio corpo, capisco che morirò qua. Morirò qua, ma perché fare tutto questo se poi mi devi lasciare a morire in una stanza con una sirena e un demone, che non sono nostri collaboratori? Il suo scopo è sempre stato quello del bambino? Non ero io che gli interessavo, bensì il bambino. Perché il nostro non è un semplice bambino, ma un bambino demone. Il successore di Cole Ruterful; suo figlio che, se qualcosa andasse storto, potrebbe prendere il suo posto.
– Oh, mio Dio – piagnucolo io rendendomi conto di quello che sta per succedere. Mio figlio è l'oscurità, anch'io lo sono, ma lui lo è più di qualsiasi altra creatura sulla terra.
– Già – sogghigna la sirena, anche se stiamo parlando di due argomenti completamente diversi.
La porta si apre di scatto e un uomo, dai lineamenti pungenti e dagli occhi bianchi, entra. Lo guardo con gli occhi sbarrati. – Tu – mormoro io.
– Mi fa piacere rivederti, Whitesun – mi saluta il Primo Anziano sorridendomi.
La porta si apre di scatto un'altra volta e questa volta ad entrare è Lucy. – Che cos'è successo prima?
– Niente d'importante – risponde Jeremy sorridendole. – Vieni qua – mormora alzando le mani, la ragazza corre da lui e lo bacia. Sento il corpo di Jeremy ricevere una piccola scossa, la stringe a lui mentre si sdraia e così la ragazza ride. – Tu sei l'unica che mi fa sentire qualcosa – le sussurra Jeremy stringendola ancora di più.
La ragazza sorride sulle sue labbra e lo accarezza. – Tu sei l'unico che mi ama. Non credo di aver mai amato così tanto un ragazzo.
Quelle parole devono essere come miele per un ragazzo normale, ma Jeremy Ruterful non è un ragazzo normale e vuole solo divertirsi. Quindi tutto il suo corpo si irrigidisce, non vuole che qualcuno provi cose che lui non sarebbe mai capace di provare. Lui non ama Lucy, lui ama solo sé stesso e gli sta bene così. Sta con Lucy solo perché, come le ha detto, è l'unica che le fa provare qualcosa. Provare nel senso che sente il suo tocco e riesce quindi a farlo divertire, perché ormai con Allison non funziona più. Non riesce a sentirla, non veramente.
– Niente emozioni, Lucy – le ricorda Jeremy.
– Sì, è vero, ma è impossibile per me non provare qualcosa per te. Ho fatto di tutto per te, Jeremy Ruterful, e continuerò a farlo – dice la ragazza dando ancora più fastidio a Jeremy. – Ho rinunciato a mia cugina Cassie per stare con te. Tanto tempo fa, ho dovuto farlo con prepotenza, ma adesso lo vuoi anche tu.
– Smettila, Lucy – borbotta Jeremy sedendosi. – Stai rovinando tutto.
La ragazza rimane in silenzio, guardandolo malissimo. – Continui ad amare Cassie, non è così?
– Io non provo niente per nessuno.
La ragazza non aggiunge niente per tanto, forse troppo tempo. Continua a guardarlo, però invece di essere triste, è arrabbiata, arrabbiata a morte. Si alza dal letto e lo guarda un'ultima volta. – Ti pentirai di avermi detto questo, Jeremy.
– Come faccio a pentirmi di una cosa, se non provo niente?
La ragazza si gira e se ne va sbattendo la porta.
–Perché? Perché l'ha fatto? Lei dovrebbe essere la legge – chiedo io con le lacrime agli occhi. In qualche modo, riesco benissimo a ricordarmi di lui, riesco a ricordare tutto quello che abbiamo fatto, tutte le volte che l'ho visto nel Palazzo Antico e ho pensato che il pericolo fosse solo il Secondo. A quanto pare, mi sbagliavo veramente di grosso: il pericolo era davanti a me - sì - ma non era il Secondo, era il Primo. Non immaginavo che mi odiasse così tanto, dopotutto, solo una volta ci siamo scambiati delle frecciatine, e dopo sembrava tutto essere tornato normale. Era il Secondo quello che mi odiava, ma forse mi ero sbagliata pure su questo, forse il Secondo non mi odiava affatto. Tutto sommato, ora quello che mi voleva morta - morta davvero - è il Primo Anziano.
Il Primo fa una mezza risata. – La legge è una sciocchezza, Whitesun.
– Perché ha fatto una cosa del genere?
Sbuffa. – Perché mi sono stufato di essere quello che sono. Quegli stupidi Anziani sono troppo orgogliosi per capire che la legge che hanno creato non va bene.
– Cos'ha che non va?
– Tutto. Quattro stupidi uomini immortali che decidono tutto. Il fatto che voi Cacciatori dobbiate eliminare mostri. Tutto è sbagliato. Tutto.
Forse è vero. Gli Anziani possono essere veramente cattivi, possono uccidermi se vogliono e nessuno potrebbe dire niente. Perché loro sono la legge. O almeno questo è quello che tutti dicono, la verità è che non hanno mai ucciso nessuno a meno ché non sia stato necessario; non ho mai sentito di qualcuno che era stato ucciso ingiustamente dagli Anziani... però, forse, era perché facevano in modo di non farlo dire. No. Mi sto facendo influenzare dal Primo.
– Quindi è lei il capo? – chiedo io cercando di capirci qualcosa.
– Il capo... – il Primo si ferma sbuffando. – Tu non puoi immaginare che c'è dietro tutto questo.
– Jeremy Ruterful?
Il Primo accenna un sorriso e il mio cuore si ferma per un po'. So che il fratello del mio fidanzavo c'entra qualcosa, sicuramente il capo è lui. Ma... allora perché continua a stare con Louis Dempson e gli altri? Forse non vuol morire. Va' dalla parte di chi pensa che vivrà, che vincerà. Chiunque pensi solo a se stesso, farebbe una cosa del genere, e Jeremy Ruterful sembra proprio quel tipo di persona. Non credo sia meschino, credo che voglia solo salvarsi la pelle... non gli importa come, l'importante per lui è rimanere vivo. Ma... cavolo, sto fantasticando su un mio nemico, sto cercando di trovare una parte umana in un mio nemico; chi voglio prendere in giro? Se è il capo, è meschino. – Sì, diciamo di sì.
– E il ragazzo che mi ha rapita?
– Il ragazzo... oh! Stai parlando di Matt! – esclama dopo un po' il Primo. – Già, quel povero ragazzo ha dei seri problemi mentali. Certo, con un padre come Alan... La sorella era una ragazza forte. Tu l'hai uccisa, lo sai, vero?
– Non è vero.
– Oh, sì che è vero – sogghigna il Primo. – Sei diventata come noi, cara Whitesun. Sei oscura. Sai... ho sempre pensato che lo saresti diventata. Dopotutto, il tuo nome significa Bianco Sole, in questo nome c'è qualcosa di oscuro. Più che oscuro, doloroso. Non credi, Whitesun?
– Non c'è niente di oscuro in quel nome. È pura luce, quel nome. La luce che riesce a creare dopo la morte di tutti i vampiri e lupi mannari – ringhio io guardando il Primo come se fosse spazzatura puzzolente.
– Credo ci siano due modi diversi di vedere questo nome – ribatte il Primo avvicinandosi a me. Mi alza il mento posando un suo dito sotto di esso. Sento il mio corpo irrigidirsi, il freddo provenire dal dito del Primo entrarmi nelle vene, nelle ossa, come la morte. – Questo demone che porti in grembo ti sta uccidendo. Se non fosse per la tua voce, non ti avrei nemmeno riconosciuto, sai? Ti sta uccidendo, Cassie. Sarai tutta ossa prima del dovuto. Voi Whitesun siete destinate a morire subito.
Mi mette una mano sulla pancia e questo mi fa scattare. Faccio per alzarmi, ma per l'ennesima volta mi ricordo troppo tardi di essere legata. – Non toccare il mio bambino! – gli urlo in faccia.
Scoppia a ridere e si allontana un po' da me, mi da le spalle ed apre di scatto le tende facendo entrare tutta la luce. Chiudo di scatto gli occhi, non essendo più abituata a questa luce così intensa. I raggi del sole mi bruciano la pelle; per la parte umana di me è una delizia, mentre quella oscura lo odia. Continuo a tenere gli occhi chiusi,non riuscendo ad aprirli. Per quanto mi dispiaccia ammetterlo, la parte oscura ha la meglio: non resisto più a questo caldo.
– Chiudi quelle tende! – urlo io dopo un po'.
Il Primo ride. – Non sopporti la luce del giorno. Ormai non sei più una Whitesun, mia cara Cassie Moonic, ormai sei un demone. – Si avvicina a me e mi sento un pochino meglio sentendo il freddo che emana. – Sei come noi, adesso. Quindi perché farci guerra a vicenda?
– Siete voi che mi volete morta.
– Ma tanto stai già morendo! – esclama il Primo ridendo e distaccandosi da me. Non riesco a respirare con questo caldo, il mio viso è impregnato di sudore e sto ansimando. – Non ha senso farci la guerra per qualcuno che sta già morendo.
– È quello che ho detto a quella stupida sirena – ringhio io lanciando un'occhiataccia alla sirena che prima mi stava massacrando.
– Ehi! – urla lei avvicinandosi a me. Il Primo Anziano alza una mano e la ragazza si ferma, immobilizzata dal ghiaccio. In quel momento vorrei esserci io dentro, perché più passa il tempo e più questo caldo mi sta facendo impazzire. Non riesco veramente a respirare!
– A volte, le sirene esagerano – borbotta il Primo guardando il demone. – Per caso vuoi diventare come lei? –chiede. Il demone inizia a scuotere la testa mentre è nell'unico angolo dove c'è l'ombra. Potrei ucciderlo... pur di prendere il suo posto, in questo momento. – Comunque – continua il Primo, – non mi sono mai state troppo simpatiche. Le sirene, intendo. Sempre con quell'aria "sono più bello io". Fissati di dover piacere a tutti, fissati che un bacio possa cambiare qualcosa. Sono superficiali... o magari hanno solo paura di rimanere soli.
Sta davvero scherzando?
– Puoi... Chiudi quella tenda – balbetto io chiudendo un'altra volta gli occhi. – Per favore, solo... Chiudi quella tenda.
Inizio a respirare solo quando l'ombra governa di nuovo questa stanza. Sospiro, non sentendo più quell'orribile formicolio sulla pelle, quella luce troppo intensa.
– Io devo uscire – annuncia Jeremy Ruterful mettendosi un giacchetto di pelle nero.
– Dove devi andare? – chiede Ivy.
Jeremy si gira con l'indice alzato, fa per dire qualcosa, ma poi chiude di nuovo la bocca e le sorride. Pensa che sia una ragazza veramente attraente con quei suoi capelli mossi rossicci, gli enormi occhi verdi... Continua a sperare che, prima o poi, lei gli cada tra le braccia. Isaac è suo amico, è vero, ma a Jeremy non gliene importa niente. Lui non prova amore per Isaac, lui non prova un bel niente. – Per te, posso rimanere – ribatte quindi Jeremy sorridendole.
La faccia di Ivy diventa ancora più tesa dopo aver sentito quest'affermazione. – Scordatelo, Ruterful.
– Ruterful – le fa eco Jeremy toccandosi il mento. – È sexy, non credi?
– Fai schifo, lo sai, vero? Sono la ragazza del tuo migliore amico!
– No, non faccio schifo, sono maledettamente sexy. Maledettamente sexy e maledettamente solo, è per questo che ho il mio fascino: perché non voglio amici e quindi sembro un'anima in pena. E voi ragazze romantiche amate i ragazzi distrutti e solitari.
Ivy fa una smorfia di disgusto e se ne va scuotendo la testa. Jeremy accenna un sorriso compiaciuto e se ne va sbattendo la porta alle sue spalle. Entra nella prima macchina che vede e parte senza pensarci due volte. Ogni tanto pensa a me; addirittura si preoccupa per il fatto che io non stia più cercando di collegarmi con lui. Pensa che io sia morta e, per quanto non voglia mostrare alcuna emozione, ha paura.
– Quindi? Hai intenzione di dirci dov'è Cole Ruterful, prima o poi? – chiede il Primo. – Oh, per caso ti ho disturbato dal tuo collegamento con Jeremy Ruterful? – mi prende in giro il Primo, quindi scoppia a ridere. – Sai, la tua è un'arte! Prendere un fratello e poi lasciarlo per l'altro, per poi ripetere la stessa cosa un miliardo di volte. Ma ora non puoi più farlo, non è così? Ora Cole Ruterful è il tuo fidanzato ed è così che deve rimanere. Oh sì, perché lui ti ama davvero tanto, non è così? Ti ama così tanto che verrà a prenderti, prima o poi. Viva, si spera.
– Io e Jeremy Ruterful ci siamo sempre odiati. È per questo che ci ha traditi, è per questo che mi ha fatto del male.
Il Primo scoppia a ridere per l'ennesima volta. – Ti ha fatto del male? – chiede lui continuando a ridere. – Oh, mio Dio. Questa sì che è buona!
– Cosa sta insinuando? – sbotto io.
– Cara, la mia Cassandra, se qui c'è qualcuno che ha fatto qualcosa a qualcun altro... quella sei tu. Hai disintegrato il povero Jeremy Ruterful. L'hai sempre fatto e sempre lo farai. E adesso che non ha più sentimenti, sarà il Cacciatore più forte del mondo. Ucciderà suo fratello se ce ne sarà bisogno, e ucciderà te senza batter ciglio.
– Io non ho disintegrato nessuno!
– Cassandra, Cassandra, Cassandra – mi chiama lui avvicinandosi un'altra volta a me, appoggia le sue mani sui braccioli della sedia e mi guarda dritta negli occhi. – Tu sei stata la rovina di Jeremy Ruterful.
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