Capitolo 1; Il ritorno


Mi abbasso per prendere una palla di neve con tutte e due le mani e mi alzo, mi giro verso Jeremy ma sento subito qualcosa di estremamente freddo sbattermi sul mento. Urlo, arrabbiata, e così Jeremy scoppia a ridere quasi cadendo a terra tenendosi la pancia con le mani; ne approfitto e gli lancio la palla di neve. Mi guarda scioccato visto che sono riuscita a prenderlo in pieno viso, e dopo meno di pochi secondi inizia a correre verso di me. Scappo dalla sua presa ridendo come una matta, ma è alto e quindi le sue gambe sono tipo il doppio delle mie, quindi ci mette poco a buttarmi sulla neve gelida. Cade poco dopo anche lui perdendo l'equilibrio, o facendo finta di farlo visto che casualmente cade sopra di me attutendo – grazie a Dio – la caduta con le sue mani. Rido guardandolo negli occhi e sento ancora una volta quella strana gioia che non sentivo da veramente tanto tempo, ma che da quando le cose tra noi due sembrano essersi stabilizzate è diventata un'emozione molto presente. Il mio cuore fa un balzo quando mi toglie alcune ciocche di capelli da davanti il viso, concentrato.

- Ragazzi! – urla Isaac e sembra quasi arrabbiato. – Se proprio dovete, prendetevi una stanza! – aggiunge poi ridendo insieme a Ivy, facendoci capire quindi che ci sta solo prendendo in giro. Ormai sembra una cosa normalissima, i piccioncini non sono più loro due ma noi, molto probabilmente perché siamo "le uniche anime gemelle". I ragazzi che abitano con noi nell'Istituto ormai ci vedono così, sanno il nome di Jeremy ma non il mio. Si limitano a chiamarmi "Whitesun" o a volte "anima gemella di Jeremy". Non me la prendo più di tanto, non più almeno, perché semplicemente non m'interessa il parere delle persone che non reputo importanti.

– Non rompere! – esclama Jeremy, alza gli occhi al cielo e si alza. Mi porge una mano ma faccio finta di non vederla e mi alzo da sola. – Sempre la solita – borbotta lui ridacchiando, faccio finta di non averlo sentito e mi tolgo tutta la neve dal cappotto ancora più nero per colpa della neve ormai sciolta.

– Ti odio! Adesso devo rientrare per forza – mi lamento come una bambina. – Mi hai bagnata tutta! – esclamo io dandogli un cazzotto sul braccio, che però sembra non fargli male, anzi si mette a ridere e mi da uno schiaffo sul didietro.

– Tanto dobbiamo rientrare comunque, si sta facendo tardi e sai benissimo che non possiamo rimanere fuori quando fa buio – dice Jeremy mettendomi un braccio sulle spalle per incitarmi a entrare. Sa benissimo che sarei in grado di non ascoltarlo e giocare ancora con la neve come una bambina di cinque anni. Sbuffo entrando dentro l'Istituto e Jeremy rimane in silenzio, sicuramente contrariato dal mio atteggiamento da bambina. I tavoli sono già apparecchiati per la cena e devo cercare di attutire un altro sospiro per non far innervosire ancora di più Jeremy. Vorrei solo tornare fuori e divertirmi, ma a causa di Cole devo rimanere dentro l'Istituto, al sicuro.

Dopo essermi tolta i vestiti bagnati e averli cambiati con altri, scendo giù e mi siedo al mio solito tavolo, dove sono già seduti Ivy, Isaac, Scott, Eireen, Jeremy, Harry e la sua nuova conquista. Mi siedo vicino a Jeremy che stranamente sta parlando di moto con tutti i ragazzi del tavolo... e con Eireen, che sembra quella più interessata. – Da quand'è che ti piacciono le moto? – chiedo io ridendo.

– Da sempre, ma non sono discorsi per te, amore – risponde lui prima di darmi un bacio sulla fronte come conforto. Alzo gli occhi ridacchiando, scherzando tanto quanto lui, e inizio a parlare con le ragazze di argomenti abbastanza stupidi ma che sembrano metterci di buon umore.

Durante la cena però la voce di Louis fa azzittire tutta la sala. – Buonasera miei cari cacciatori, come ben sapete dalle 19:00 non si può più uscire dall'istituto per un preciso motivo, o meglio per una precisa persona: Cole Ruterful. Oggi sono andato a parlare con gli Anziani e a quanto pare nessuno l'ha più visto dall'ultima volta. Sicuramente sta cercando di mettere in sesto lui e i suoi guerrieri demoniaci per iniziare una nuova battaglia e prendersi quello che vuole – continua il preside dell'Istituto con una voce sicura e quasi arrabbiata. Le braccia forti di Jeremy mi stringono a lui sentendo quell'ultima frase. – Non vi mentirò, ragazzi: non sarà una passeggiata. Quando arriverà sarà perché avrà tutti i demoni con lui. Vi volevo parlare di questo, visto che non avevate notizie da molti mesi. Non mi sembrava giusto, ma purtroppo c'è poco da sapere. Detto questo, vi dico solo un'ultima cosa: allenatevi tanto, fino allo sfinimento. Perché? Perché secondo me e altre persone saremo i primi a essere attaccati.

– Perché proprio noi? – chiede un ragazzo che sta in mezzo alla folla. Abbasso lo sguardo, colpevole.

– Perché qua ci sono persone che vuole e a cui vuole fargliela pagare –risponde Louis con una voce autoritaria, lanciando un'occhiata verso il nostro tavolo.

– Perché non gli diamo i ragazzi che vuole allora? – chiede qualcun altro.

Il mio cuore fa un balzo e il corpo di Jeremy sembra vibrare dalla rabbia. – Tu sei matto! Egoista schifoso, perché non vai direttamente da Cole e gli lecchi i piedi?! – scatta subito Jeremy stringendomi ancora di più a lui.

– No, invece ha ragione! Perché dobbiamo rimetterci tutti noi solo per alcune persone? – chiede un altro ragazzo. Stringo la maglietta di Jeremy cercando di non urlare come una matta.

– Basta così! – urla Louis, chiaramente irritato. – Non facciamo finta di non sapere. È esattamente quello che stanno facendo alcuni di voi. Cole verrà qua comunque, perché è questo il suo scopo: uccidere tutti. È solo questione di tempo e noi quello ce ne abbiamo avuto abbastanza. Anche se sarà difficile e doloroso, non significa che perderemo. Siamo dei bravi Cacciatori e vi dirò una cosa - e ve la dirò non perché sto dalla vostra parte ma perché so quanto siamo forti. Sono sicuro che vinceremo. Lo sono, e non lo dico per darvi speranza, lo dico perché ne sono fermamente convinto. Detto questo, vi lascio mangiare. Vi auguro a tutti buona serata.

Applaudiamo tutti, un po' perché lo facciamo sempre e un po' perché il suo discorso ci ha dato speranza e carica, e poi ricominciamo a mangiare, o meglio loro iniziano a mangiare. Io mi mangio l'ansia.

Ivy mi guarda, un po' preoccupata e così le sorrido dolcemente. Avere una ragazza così dolce mi ha fatto diventare una ragazza un po' più carina nei confronti degli altri, non voglio farla soffrire e per aiutarla devo cercare di essere meno scontrosa, soprattutto nei suoi confronti. È difficile ma mi ci sto abituando, sto cambiando. – Stai bene? – chiede Ivy. – Non hai toccato niente.

– Sto bene, tranquilla – rispondo io continuando a sorridere. – Però ho sonno, quindi credo proprio che andrò a dormire.

– Andiamo – s'intromette subito Jeremy a bassa voce alzandosi dalla sedia.

– No, rimani qua. Posso dormire da sola una volta tanto – ribatto io lanciandogli un'occhiataccia. Forse non è esattamente vero, visto che negli ultimi mesi ho sempre dormito con lui, ma sono stanca di essere trattata come un agnellino indifeso. È bello da parte sua essere sempre così protettivo nei miei confronti, ma non capisce che sono una Cacciatrice esattamente come lui, forte e che sa proteggersi da sola. Ho paura, soprattutto la notte, ma ce la posso fare e sta notte voglio rimanere da sola e pensare a tutto il male che ho procurato. Tutti negli ultimi messi continuano a dirmi che non è stata colpa mia, che Cole è comunque oscuro e che avrebbe usato un'altra scusa per attaccare quest'Istituto per primo, come per esempio Jeremy, però io continuo a sentirmi in colpa e non solo per loro, ma anche per mia madre, mio padre, Ben... e chissà chi altro è morto veramente a causa mia! Chi è morto per proteggermi da chi voleva prendermi, e chi per avermi anche solo aiutata.

In quest'ultimo periodo sono stata veramente male per mia madre, mio padre e Ben, molto probabilmente perché prima non avevo avuto il tempo necessario per onorare e ripensare alla loro morte. Ultimamente però molti di noi sono dovuti rimanere nell'Istituto ad allenarsi e basta. I demoni sembrano essere scomparsi, il ché ci ha messi ancora più in ansia. Non fare niente non aiuta per niente, ma almeno adesso che è arrivata la neve possiamo divertirci un po'.

Riguardo Jeremy invece sembra andare tutto bene, non abbiamo mai litigato e cerchiamo di stare più tempo possibile insieme e, credetemi, ci riusciamo senza problemi. All'inizio mi preoccupava la cosa di stare praticamente sempre insieme, avevo paura che lui si stancasse di me o che comunque questa cosa ci avrebbe dato fastidio o noia, e che ci saremmo lasciati; ma non è successo, anzi è successo il contrario, ci siamo avvicinati ancora di più.

Tutto potrebbe andare benissimo se non fosse per Cole. Per fortuna non si era più fatto sentire dopoil bigliettino con l'anello attaccato, però io sentivo – e lo sento tutt'ora – fin troppo vicino, e questo mi fa agitare.

– Non dire sciocchezze, Cassie. Vengo con te – risponde Jeremy, serio e infastidito. Da quando gli ho raccontato del biglietto è diventato abbastanza protettivo, ma in quest'ultime settimane sembra essere peggiorato. Cerca di non farlo vedere, ma la verità è che quando devo uscire con Ivy, lui cerca ogni singola scusa per accompagnarci, e questo mi da ancora fastidio. Credo mi stia nascondendo qualcosa, ma ogni volta mi dice sempre "non lo farei mai". La maggior parte delle volte lo lascio stare, perché sento la sua angoscia e finisco per sentirmi ancora più in colpa.

– Va bene – dico io. – Ci vediamo domani mattina – saluto i ragazzi.

– Ok, buona serata! – urla Isaac quando siamo un po' più lontani, facendomi diventare più rossa di un peperone. Come ho detto, ormai siamo il suo giocattolo preferito.

– Sta zitto! – urla Jeremy ridendo, per poi farmi avvicinare ancora di più a lui e darmi un bacio sulla tempia facendomi sorridere come una stupida.

Una volta arrivati in camera sua vado a prendere il mio pigiama nel suo armadio. Ormai ho uno spazio tutto mio dentro quell'armadio e questo mi fa ancora venire un po' d'ansia, ma allo stesso tempo mi fa sentire più sicura di me e della nostra relazione. Proprio mentre sto scegliendo un pigiama sento le sue mani appoggiarsi sui fianchi, mi stringe a lui e sento tutti i muscoli della mia schiena irrigidirsi. – Che hai? – mi sussurra all'orecchio facendomi rabbrividire.

– Niente – mormoro io posando la testa sul suo petto.

– Non mi mentire – ribatte lui passando le labbra sul mio collo.

Chiudo gli occhi e deglutisco cercando di pensare lucidamente. – Smettila – mormoro ridendo, per poi girarmi verso di lui e mettere le mie braccia dietro il suo collo. – Per caso ti devo ricordare com'è andata a finire l'ultima volta che hai iniziato questo gioco? – chiedo, divertita.

– E se volessi la rivincita? – chiede lui, chiaramente più divertito di me. Tutto d'un tratto faccio un tuffo nel passato. Quella sera è impressa dentro la mia mente e non uscirà molto facilmente. È stata la serata più brutta e più bella della mia vita. Quel giorno ho scoperto che Jeremy aveva un fratello oscuro e ho perso la verginità con lui, con il fratello giusto e che mi ama, ma sapendo una cosa che il giorno dopo Jeremy è venuto a sapere. Quello che è successo dopo... bé, lo paragono a un incubo. – Non farlo – bofonchia lui posando la sua testa nell'incavo del mio collo.

– Fare cosa? – chiedo io, perplessa, sembra quasi un'abitudine.

– Non... rovinare tutto – risponde lui.

Aggrotto la fronte e lo allontano da me per guardarlo negli occhi. Quello che mi ha appena detto mi ferisce, ma non ho intenzione di farlo vedere. – Che vorresti dire? Da quando rovino tutto? – chiedo io, irritata. Non riesco a mantenere la calma, non con lui e non quando mi fa sentire in questo modo.

– Non prendertela, Cassie. È solo che so quanto tu abbia sofferto, ma devi andare avanti, non puoi continuare a ripensare al passato. Io non posso...

– Non puoi cosa? Non andare a letto con qualcuno? – chiedo io, arrabbiata e umiliata. – Tu non sai quello che ho dovuto sopportare là dentro – ringhio io guardandolo dritto negli occhi.

– Lo so, invece. Non sei stata l'unica a soffrire, sai? – chiede e rimango in silenzio abbassando lo sguardo. So che è arrabbiato, lo sento. – A meno che tu... Ti ha fatto qualcosa? – chiede lui, confuso. Sussulto e scuoto la testa. – Ti ha messo le mani addosso, Cassie?! – alza la voce, incredulo. Faccio per parlare, ma lui mi ferma. – Ti ha messo le mani addosso? – urla.

– No, no! – rispondo io cercando di prendere la sua mano, ma si allontana da me. – No, non l'ha fatto! – continuo io guardandolo mentre si mette le mani nei capelli, sembra volerseli strappare.

– Provamelo – dice lui, già a distanza di sicurezza. Non dico niente. – Vedi?! – urla. – Non me lo fai vedere! E questo mi fa pensare a tante cose! Ti ho sempre rispettata, Cassie. Ti ho aspettato, ho aspettato che tu me ne parlassi, ma continui a non parlarmene! – aggiunge facendomi solo sentire ancora più in colpa.

– Non mi ha menato, ok?! – chiedo io, già esasperata.

– Fammelo vedere allora! – esclama lui avvicinandosi a me, arrabbiato. Non c'è bisogno di dire altro, devo farlo e basta. Alzo una mano, la guarda e subito dopo la sfiora con la sua e, quando me la stringe, inizio a ricordarmi tutto: da quando Cole mi ha sbattuta al muro appena sono arrivata per aver detto quelle cose su Jeremy, fino all'ultima volta che mi ha uccisa.

Appena finisco di fargli vedere tutti i miei ricordi si distacca da me, ancora più arrabbiato. Abbasso lo sguardo e mi abbraccio da sola sentendo freddo, già sento la puzza di bruciato e non ha nemmeno iniziato. Rimane in silenzio fissandomi, mentre il mio sguardo continua a rimanere a terra. Si siede sul letto mettendosi le mani davanti il viso e, dopo aver capito che non mi avrebbe guardata, alzo lo sguardo per studiarlo meglio. Non sta facendo niente, se ne sta seduto sul ciglio del letto con le mani davanti al viso. – Jeremy... – inizio io avvicinandomi a lui.

– Fermati – risponde lui mettendo una mano davanti a me e facendomi così fermare. So cosa significa questo gesto, significa che non mi devo avvicinare, significa che tra un po' esploderà. Il suo potere si è amplificato molto in questi ultimi mesi. Fa un respiro profondo strofinandosi gli occhi e inizia a fissarmi senza dire niente, facendomi sentire tutt'altro che a casa. – Andiamo a dormire – aggiunge poi, un po' freddo. Lo guardo senza dire niente, perché non so se è arrabbiato o meno con me. – Ho sonno, voglio dormire, Cassie – continua alzandosi dal letto. Si chiude in bagno senza nemmeno sfiorarmi con la spalla.

Esco dalla sua camera per andare a prendere il mio spazzolino da denti, ma non prima di aver lasciato la finestra aperta per far passare la puzza di bruciato. Dopo aver preso lo spazzolino e altre cose che mi sarebbero servite la mattina successiva, entro in camera di Jeremy e lo sento urlare qualcosa d'incomprensibile. – Jeremy! – urlo io e lui, guardandomi scioccato, spegne alcune fiamme che vagano per la stanza e che non mi fanno respirare.

Mi abbraccia subito lasciandomi senz'aria nei polmoni. – Non farlo mai più – dice lui a bassa voce, il suo cuore sta battendo veloce. – Pensavo ti avesse presa – mormora stringendomi ancora di più e sento qualcosa spezzarsi in lui.

Lo guardo addormentarsi stringendomi a lui, mentre io continuo a pensare al fatto che sia peggiorato veramente troppo nelle ultime settimane. Credo che ci sia solo una persona in grado di farlo peggiorare in questo modo, ed è suo fratello. Non può essere entrato nell'Istituto, non dopo tutti gli incantesimi dei vari maghi e degli Anziani.

Mi alzo scegliendo di cercare qualche indizio che mi porti a chiedere spiegazioni a Jeremy. Inizio con il suo computer, per poi andare avanti con la libreria; addirittura cerco nel carrello della sua televisione ma non trovo niente. Sbuffo mettendomi davanti a lui, che stranamente oggi ha il sonno pesante. Il mio sguardo si ferma sul suo comodino, prendo il suo libro e lo sfoglio fino a quando non trovo un biglietto piegato in due. Quando lo apro il mio cuore fa un balzo: questa è la scrittura di Cole.

"Ciao fratellino, vedo che avete messo le protezioni. Finalmente! Purtroppo per voi non serve a molto, se voglio parlare con Cassie o con te lo posso fare grazie al mio amichetto. È un bellissimo uccellino che prende i miei ordini alla lettera. Comunque, ho notato che le cose tra te e Cassie vanno alla grande... non farci l'abitudine. Tra un po' me la riprenderò.

Il tuo fratellino Cole Ruterful"

Lo richiudo sentendo le mie gambe tremare. Alzo lo sguardo, Jeremy si sta svegliando, molto probabilmente perché sta sentendo la mia paura. Gli tiro il biglietto, arrabbiata, e subito dopo gli do un cazzotto sul braccio per farlo svegliare del tutto.

– Ahi! – esclama Jeremy, arrabbiato. Odia quando lo svegliamo. – Cosa c'è? – urla poi, furioso, ma il suo sguardo da cattivo ragazzo sparisce quando si accorge che si tratta di me. – Cosa ci fai in piedi? – chiede, calmo e controllato.

– Ho una domanda migliore: perché non mi hai detto che Cole ti aveva scritto? – chiedo io, furiosa. Mi guarda scioccato, gli indico il foglio accanto a lui e così lo prende in mano. – Come puoi parlarmi di essere sinceri l'uno con l'altra se poi tu sei il primo che mi tieni le cose nascoste?!

– Cassie – inizia cercando di prendermi la mano, ma decido di tirargli uno schiaffo. Si mette una mano sulla guancia rossa e mi fulmina con lo sguardo. – Fammi spiegare – continua poi alzandosi.

Bé, decido di non farlo. – Lasciami stare – ringhio io andandomene.

– No, Cassie, per favore... – dice lui alzando il tono della voce prima che io chiuda la porta dietro di me.

Mi sdraio sul letto coprendomi dai piedi alla testa con la coperta. Magari così posso dormire, magari così posso sentirmi un po' più sicura... Ma no, non posso. Non sono riuscita a dormire per tutti questi mesi da sola, perché dovrei riuscirci proprio oggi? Stringo il cuscino tra le mie braccia cercando una rassicurazione, ma il cuscino è un cuscino e non può rassicurarmi per niente. Affondo nel cuscino per poi urlare e sfogarmi un po'.

Forse non avrei dovuto reagire in quel modo, forse l'avrei dovuta prendere bene, forse cercava solo di proteggermi. Ma come fa una persona a proteggerti se non sai la verità? È un po' come me e Austin, non potrei mai proteggerlo se lui non sapesse la verità, e me l'ha fatto capire proprio lui, quella sera che ha scoperto la verità grazie ad Allison/Biancaneve.

Il mio stomaco si contorce. Io e Jeremy abbiamo litigato. E se andasse da lei per sfogare tutta la sua rabbia, nell'unico modo in cui loro riescono a comunicare? Oddio, l'unico modo in cui comunicavano. Ora non comunicano più, non in quel modo almeno. Scuoto la testa, Jeremy si è preso la responsabilità di stare con me, non potrebbe mai tradirmi. Sa benissimo che non lo perdonerei mai. Posso amarlo alla follia, ma un tradimento è un tradimento.

Riesco ad addormentarmi e mi sveglio sentendo un corpo accanto al mio. Sorrido pensando a Jeremy, ma questo non può essere lui. La persona che sta accanto a me non ha tanti muscoli ed è perfino malnutrito. Apro gli occhi e inizio a tremare come una foglia, non riesco a muovermi a causa della paura e quando il suo braccio mi fa avvicinare ancora di più a lui sussulto. Chiudo gli occhi, incredula. Non sta succedendo veramente.

– Perché tremi, piccola? – mi sussurra quella voce che ormai conosco veramente molto bene. Un lamento incredulo esce dalla mia bocca sentendo quella voce. Cerco di alzarmi subito, ma lui riesce a prendermi il polso e a girarmi. Lo guardo con occhi spalancati, continuando a tremare. – Non avere paura di me – aggiunge sorridendomi. Strattono la mia mano e vado più lontano possibile da lui, appoggiandomi alla parete per non cadere visto che mi stanno tremando le gambe. – E va bene! Facciamo come dici tu. Non mi avvicino a te, ma non devi urlare.

– Tu non puoi entrare qua – dico io con quel filo di voce che mi rimane.

Ride di gusto. – Come se quegli stupidi incantesimi potessero fermarmi – risponde lui guardandomi divertito. – Dai, non tremare. Da quand'è che hai così paura di me?

– Da quando ho capito chi sei – ribatto io chiudendo a pugno le mie mani, le mie unghie feriscono la mia stessa pelle ma non posso farne a meno.

Annuisce, comprensivo. – Direi che è passato un bel po' di tempo però, adesso dovresti esserti tranquillizzata – aggiunge lui incrociando le braccia.

– Vattene.

Fa una smorfia disgustata. – E perché dovrei? Sono qua con la mia ragazza! – esclama lui, ancora più divertito. Negli occhi ha una strana luce, quella luce che mi ha fatto capire tante cose, che mi ha spaventato per mesi.

– Non sono la tua ragazza – ringhio io, solo perché non so che dire, la sua presenza mi manda il cervello in fumo ed è tutta colpa dell'energia negativa che emana.

– Ah già, è vero... adesso stai con il mio fratellino – mi prende in giro lui fulminandomi con gli occhi. – Come ci si sente, eh? A mettersi con un fratello e poi con l'altro, intendo – aggiunge avvicinandosi a me.

– Non ti avvicinare! – urlo io andando a sbattere contro il muro dietro di me. – Jeremy! – urlo io, in preda al panico. – Jeremy! – urlo ancora prima che Cole riesca a mettermi una mano davanti alla bocca. Sussulto e lo guardo negli occhi, la paura mi sta uccidendo il corpo dall'interno e il panico mi fa immobilizzare.

– Sai, è da un po' che volevo venirti a prendere. Ieri sera appena mi hanno detto che stavate litigando ho capito che era il momento ideale per prenderti – mi mormora lui avvicinandosi a me per parlarmi all'orecchio. Mi mordo l'interno della guancia per schiarirmi le idee e poi lo spingo con tutta la mia forza. Fa alcuni passi indietro e così ne approfitto per tirargli un pugno sul naso e subito dopo un calcio nelle parti basse.

Apro subito la porta per poi iniziare a correre, mi guardo indietro per vedere se mi sta rincorrendo, ma non c'è nessuno, e anzi vado a sbattere contro qualcuno cadendo a terra. Alzo lo sguardo, terrorizzata, ma vedo solo Eireen. – Cassie... che succede? – chiede lei. – Appena ho sentito le urla sono uscita dalla camera – aggiunge poi, preoccupata, aiutandomi ad alzarmi.

– Dov'è Jeremy? – chiedo io continuando a tremare come una foglia a causa dell'adrenalina e della paura.

– È di sotto, perché? – chiede lei accarezzandomi dolcemente il braccio, ma così facendomi fa solo arrabbiare.

– Deve venire, c'è... c'è Cole in camera mia – balbetto io allontanandomi dalla sua mano e abbracciandomi da sola. Non voglio essere consolata, voglio solo che tutto questo finisca. Come ha fatto ad entrare? Gli incantesimi dovrebbero funzionare! Chi ha dalla sua parte? Come fa ad avere così tanto potere da riuscire ad annullare gli incantesimi degli Anziani?! Ho così tante domande e non ho una risposta decente.

Eireen spalanca gli occhi e corre in camera mia, ma poco dopo tempo ritorna con la fronte aggrottata, sembra confusa. – Cassie, non c'è nessuno in camera tua – annuncia lei, perplessa.

– Se ne deve essere andato – rispondo io freddamente. – Non mi credi? Pensi che sia così fuori di testa da... – urlo io, ma la voce di Jeremy m'interrompe.

– Che sta succedendo qua? – chiede lui, serio e per niente infastidito, anzi ha qualcosa di diverso e questo qualcosa mi fa solo arrabbiare di più. È sicuro di sé, crede di aver ragione e non si sente affatto in colpa. Ecco cos'ha: non si sente in colpa, crede di essere dalla parte giusta.

Lo guardo dalla testa ai piedi senza dire niente, ancora più arrabbiata, e così Eireen parla per me. – Dice di aver visto Cole entrare nella sua camera.

– Non sono matta! È la verità! – tuono io guardandola, in questo momento vorrei veramente darle un pugno in faccia. Non sono stupida o altro, so quello che ho visto e di certo non me lo posso essere sognato! O forse... No, non è possibile. Era reale.

Eireen alza le mani. – Non sto dicendo questo, Cassie – esclama lei guardandomi negli occhi.

Faccio per risponderle quando Jeremy m'interrompe, un'altra volta. – Cassie, ne sei sicura? – mi chiede, rimanendo fermo e assolutamente freddo, come un professionista. Potrebbe essere un preside perfetto, addirittura un Anziano.

La sua professionalità mi fa solo arrabbiare ancora di più. – Se ne sono sicura? Ah, non lo so, dimmelo tu! Dopotutto mi sono solo svegliata con lui accanto – tuono io spingendolo.

Jeremy sbianca e fa un passo indietro dovuto alla mia spinta. – Adesso? Vuoi dire che è stato tutta la notte con te? – mi chiede lui con la stessa voce di prima.

– Non lo so, non lo so! – urlo io gesticolando. – So solo che mi sono svegliata e lui era là, che mi teneva stretta a lui e ha iniziato a... – la mia voce s'incrina e le lacrime iniziano ad appannare i miei occhi.

Jeremy si mette i capelli indietro, furioso, per poi dare un cazzotto al muro. – Perché cazzo te ne sei andata?! – tuona lui attaccandomi. – Dovevi rimanere là con me, come tutti i giorni! – urla ancora di più, mi mette le mani sulle spalle e mi fa fare alcuni passi indietro facendomi appoggiare al muro. Sussulto e lo guardo impaurita. – Devi sempre fare come vuoi te, non è vero? Tutti devono fare come dici tu e mai...

– Jeremy, basta! – esclama Eireen spostandolo delicatamente da me. – Credo sia già abbastanza scioccata. – Jeremy mi guarda un'ultima volta e poi se ne va sbattendo la porta della sua camera. Mi metto i capelli indietro, nervosa come non mai. Non ho mai smesso di tremare. – Sta tranquilla. Vai in camera e cerca di rilassarti, io vado a informare Louis Dempson – mormora Eireen stringendomi la mano. Annuisco e faccio come dice lei.

Dopo essere entrare in camera mi guardo in giro, di Cole non c'è più nemmeno l'ombra. Uno strano uccello entra dentro la mia camera facendomi sussultare; un foglio di carta gli esce dal becco. Apre la bocca e il biglietto cade proprio sulle mie mani. Lo guardo andarsene via, gracchiando un po'.

"Non dovevi farlo, piccola. Penseranno che sei matta, penseranno che stai mentendo perché hai paura. Non ci crederanno mai e, credimi, questo biglietto non sarà una prova.

Preparati alla distruzione, ma soprattutto preparati perché sto venendo a prenderti.

Il tuo Cole Ruterful"

In pochi secondi il biglietto va in fiamme. Lo faccio cadere a terra, ma scompare prima di toccare il pavimento. Mi guardo intorno, impaurita. Non è possibile, mi dovranno credere. Devono credermi!

La porta si apre di scatto facendomi sussultare, Louis inizia a parlarmi a vanvera, ma non riesco ad ascoltarlo, non veramente almeno. Continua a parlarmi fino a quando non capisce che non ho intenzione di ascoltarlo, quindi figuriamo parlargli. – Va bene, Cassie, mi devi ascoltare un attimo. Sei sicura di quello che dici? – chiede infine avvicinandosi a me. Lo guardo negli occhi, confusa e spaventata. Forse ha ragione Cole, non mi crederanno mai. – Va bene, ok. Devo informare gli Anziani – aggiunge Louis annuendo.

– Ma nemmeno ha parlato – mormora Eireen aggrottando la fronte.

– Io non ne ho bisogno, Eireen – ribatte Louis. Lei abbassa lo sguardo e così Louis se ne va. Eireen lo raggiunge poco dopo.

Mi guardo intorno, lui è ancora qui. Mi sta osservando e io glie la sto dando vinta, scommetto che sta ridendo in questo momento. Mi siedo sul letto facendomi il più piccola possibile. Ricomincio a pensare, per cercare di dare un senso ai fatti che sono appena accaduti. Insomma, io non so cosa sia successo durante la battaglia di mesi fa. Non so niente. Non so con cosa confrontare tutto questo, è per questo che devo scoprirlo.

E se andassi da Cole? E se andassi da lui e facessi il doppio gioco? No, lo scoprirebbe. Scoprirebbe che ho qualcosa che non va, che sto mentendo. E allora cosa posso fare? Andare da lui e provare a sconfiggerlo una volta per tutte? Ma dov'è? Bé, per quanto questa scelta sia suicida potrei farlo, potrei andare là e stare per poco tempo con lui per poi ucciderlo. Peccato che stiamo parlando di Cole, è bravo come Jeremy. E se... e se mi facessi insegnare da Jeremy un bel po' di mosse? Potrei diventare brava come lui, potrei dirgli che mi serve per proteggermi da Cole in caso si ripresentasse, e così lui in poco tempo riuscirebbe a insegnarmi tutto. E anche se capisse che gli sto nascondendo qualcosa, senza un vero e proprio contratto non può sapere nulla.

Mi alzo dal letto ed esco dalla mia camera, busso alla porta di Jeremy e la apro senza aspettarlo. – Jeremy, ti devo parlare... – mi fermo vedendo Allison e le sue mani sul suo collo. Jeremy sta in una posizione molto strana, la sta tenendo lontana ma continua a stare seduto accanto a lei. Mi chiedo perché non sia morta durante la battaglia, al perché non sia morta nonostante le sue condizioni pietose. Deglutisco sentendo il sangue gelarsi dentro di me. L'ha fatto veramente? Non pensavo ne sarebbe stato capace e invece eccolo qua, tra le braccia di Allison, un'altra volta.

– No, Cassie... – inizia Jeremy alzandosi dal letto. Lo guardo senza dire niente, non riesco a fare niente. Tutto questo è colpa di Cole, solo colpa sua. Se non fosse successo niente sta mattina, adesso lui starebbe con me, quelle mani sarebbero state le mie, se solo Cole non avesse rovinato tutto.

Mi sveglio soltanto dopo aver sentito le mani di Jeremy, che molto probabilmente hanno appena toccato Allison, sulle mie braccia fredde. Ci metto tutta la mia rabbia e forza per spingerlo, fa un paio di passi indietro senza dire niente. Guardo per pochi secondi Allison, che sembra addirittura contenta. Li ho scoperti e lei è contenta?! Me ne vado da là cercando di chiudere la porta, ma Jeremy l'afferra di scatto fermandola, eppure non riesce a fermare me.

Scendo le scale velocemente, praticamente esco volando. Jeremy continua a urlare il mio nome mentre io mi fiondo fuori dall'Istituto, ma per una volta sono più veloce di lui. Entro in macchina e l'accendo con un po' di difficoltà, visto che mi stanno tremando le mani, però riesco a partire nonostante Jeremy continui a battere le mani sul vetro del mio sportello. Accelero così tanto che mi spavento un po', ma riesco subito a riprendere il controllo della macchina e me ne vado, lasciandomi indietro le urla di Jeremy e Jeremy stesso.

Dopo un po' fermo la macchina, prendo l'arma di emergenza dentro la macchina ed entro dentro il bosco sapendo che Cole mi sta aspettando. Dopo pochi passi me lo ritrovo davanti, lo guardo con disprezzo senza dire niente mentre il mio cuore sembra pompare odio e rabbia.

– Guarda un po' chi si rivede – esclama lui avvicinandosi a me. – Arrabbiata? Mi dispiace per quello che è successo, ti volevo avvertire ma non mi sembravi molto contenta quando hai letto il mio ultimo biglietto.

– È tutta colpa tua – ringhio io avvicinandomi ancora di più a lui con la spada in mano.

– Non te lo consiglio, piccola. Per quanto tu possa piacermi, continuo a scegliere la mia, di vita – mi avverte lui, ma faccio finta di non averlo sentito e gli do un calcio, che lui para subito. Lo guardo negli occhi mentre continua a tenermi la gamba con una mano. – Vuoi continuare oppure ti arrendi? Ti consiglio quest'ultima scelta, sinceramente.

La rabbia non mi fa capire più niente, alzo la spada e lo ferisco al petto facendogli un taglio abbastanza profondo. Però poi sento Jeremy urlare il mio nome, è vicino e questo mi distrae. Cole ne approfitta e con una mossa secca fa cadere la mia spada a terra e mi tappa la bocca con la mano. Cerco di liberarmi ma è troppo forte e io sono troppo minuta in confronto a lui. Continuo a dimenarmi fino a quando non appare un mostro davanti a me, che prende la mia spada e mi ferisce alle gambe. Lo guardo darmi il colpo di grazia e così scivolo addirittura dalle mani di Cole, cadendo a terra e svenendo o morendo... Alla fine è lo stesso, mi sarei svegliata comunque.

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