Capitolo 9: Orgoglio

Mi sveglio prima del previsto con un solo pensiero in testa: musica. Mi faccio una doccia e mi asciugo i capelli continuando a canticchiare canzoni che non sento da troppo tempo. Mi vesto canticchiando, mi trucco canticchiando. La musica oggi sembra essere la protagonista della giornata e non mi dispiace affatto. Però la mia voce non mi basta, devo sentire la vera musica. Non sono mai stata molto intonata.

Una volta pronta decido di uscire per andare da Louis Dempson senza nemmeno fare colazione. - Avanti - esclama lui dopo che ho bussato più volte per farmi sentire. Mi sorride distogliendo lo sguardo da un libro che sta leggendo.-Oh, buongiorno Cassie.

Sorrido sedendomi davanti a lui. - Buongiorno. - Rimaniamo un po' in silenzio mentre cerco il modo di dirglielo.

- E così - inizia lui sfogliando le pagine del libro senza nemmeno leggere, - oggi vuoi uscire, eh? - chiede.

Cerco di non alzare gli occhi al cielo, proprio non riesco a ricordarmi che lui riesce a leggermi nella mente senza nemmeno chiedermelo o chiedermi semplicemente di cosa ho bisogno. - Già - rispondo quindi. - Credo di essere pronta ormai a uscire da sola.

Annuisce continuando a guardare il libro; lo chiude e guarda la copertina passandoci sopra le lunghe dita. - Ti capisco - ribatte mettendo da parte il libro e congiungendo le mani, poggiate sulla scrivania. - Voglio darti un'opportunità, Cassie, perché so che lentamente stai impazzendo. So quanto sia difficile per te, dopotutto prima che tutto questo iniziasse eri la ragazza più brava del tuo corso. - Annuisco, già nervosa. - E non avevi paura di niente, giusto? Ora invece hai paura di ogni singolo movimento.

Faccio spallucce guardando le mie mani. - Voglio solo uscire da qua - dico con un tono aspro.

- C'è una biblioteca molto bella - annuncia lui, - dove ti puoi comprare anche un Ipod o come si chiamano quegli affari con cui ascoltate la musica. La tecnologia avanza mentre noi rimaniamo indietro. Dobbiamo stare attenti o essa prima o poi sarà così all'avanguardia che non riusciremo nemmeno più a controllarla. - Tutto d'un tratto sembra perso nel suo mondo, ma poi scuote la testa e mi sorride. - Ovviamente è una biblioteca molto protetta.

- Perfetto.

- Bene - mormora lui alzandosi dalla sedia. - Questo - inizia scrivendo qualcosa su un biglietto, - è l'indirizzo. - Mi porge il biglietto e lo prendo subito senza nemmeno esitare. - Non mi far pentire di questa scelta, Cassie.

Faccio di no con la testa. - Non ti pentirai. - Anche se mi ricordo che l'ultima volta che ho detto così non è finita molto bene. - Buona giornata! - lo saluto io per poi andarmene. Sorrido mettendo il biglietto in tasca. Entro in camera solo per prendere il cellulare, lo controllo per pochi secondi e vedo che c'è una chiamata persa. Ah... Jack. Lo richiamo.

- Cassie? - chiede lui, preoccupato.

- Ehi! - esclamo io.

- Stai bene? - chiede, sempre preoccupato.

- Si, tranquillo - rispondo io. Spero che ogni volta non sia così, perché mi fa sentire in colpa sapere che pensa così tanto a me e soprattutto si preoccupa sempre così tanto. Ho paura che non si riprenderà mai dopo quello che è successo a mio padre. Forse non avrei dovuto raccontagli tutta la verità , forse ci saranno delle conseguenze e sarà lui a pagarle. Molto probabilmente le sta già pagando, preoccupandosi così tanto.

- Non ti fai sentire da giorni - sospira lui. - Lo so che non sono tuo padre ma sono l'unico che ti è rimasto, insieme ai tuoi nonni... Ma sei come sono fatti quelli. - Il mio cuore fa un balzo sentendo quella frase così vera e maledettamente priva di tatto. Le lacrime iniziano a litigare con i miei occhi per uscire mentre cerco di reprimerle con tutta me stessa. - Scusami, non dovevo... non dovevo dirtelo così.

- Tranquillo - ribatto io tirando su con il naso. - Dopotutto è la verità - aggiungo guardandomi i piedi. - Scusami ma devo andare a fare colazione.

Fa un sospiro. - Va bene. Ci sentiamo, ok? - chiede, riesco a sentire la tristezza pura nel suo tono.

- Si, va bene. Ciao - rispondo io per poi attaccare. Mi guardo intorno, mi gira la testa e forse è per lo sforzo che sto facendo nel trattenermi dallo scoppiare a piangere. M no, sto respirando molto velocemente e profondamente. Faccio un finto sorriso; è ancora troppo presto per farne uno vero.

La voce di Louis Dempson mi fa capire che è ora di andarmene. - Sveglia, miei giovani Cacciatori! La colazione vi aspetta. - Rimango ferma, in preda al panico, capendo che alla fine non è poi così presto visto che ora inizieranno ad uscire tutti i ragazzi. Ma a che ora si svegliano?! Dopo un po' sento tutte le porte aprirsi e dei corpi, che più che ragazzi sembrano degli zombi, camminano verso l'ascensore per scendere a fare colazione. Tra loro vedo Jeremy; lo guardo e vedo la sua mano intrecciata ad un'altra, così alzo lo sguardo per vedere a chi appartiene, ma non è così difficile da capire. Lui si accorge di me e mi guarda con la stessa intensità con cui lo sto guardando io. Delle scosse attraversano tutto il mio corpo e il cuore inizia a battermi forte.

Quando Biancaneve urla: - Basta! - mi rendo conto di quello che sta succedendo veramente. La ragazza è diventata tutta rossa e sta guardando malissimo Jeremy. - Io non ce la faccio più - continua. Non so bene se andarmene o no e dopo poco tempo sto facendo le scale per andarmene. Faccio colazione e poi me ne vado, non posso rimanere qua.

🗡️🗡️🗡️

Entro nella famosa biblioteca con accanto Ivy e rimango a bocca aperta. È enorme e... bellissima. - Wow - esclamo io guardandomi in giro. È di tre piani, deve essere abbastanza vecchia ma è comunque tenuta molto bene. È pieno di scaffali attaccati alla parete con i libri; l'unica differenza è quella che sono tutti libri di magia, demoni e Cacciatori. In mezzo alla stanza enorme ci sono scrivanie dopo scrivanie con delle lampadine e dei computer sopra. E questo è solo il piano terra.

- Già - dice Ivy sorridendo. - La prima volta che vidi questa biblioteca avevo dieci anni e stavo con mio padre. Rimasi ore a correre per i vari piani; a quell'età non facevo altro che studiare invece di combattere, quindi di certo non mi misi a leggere.

- È fantastico - continuo io salendo le scale. Il primo piano invece è pieno di scaffali e vecchie televisioni. Su ogni scaffale si trovano tutti i film possibili ed immaginabili. Ma più vado avanti e più capisco che a quanto pare il piano non è finito: ci sono delle porte nere ed enormi con dei nomi strani su di esse.

- Non puoi aprire - si affretta a dire Ivy prendendomi il braccio per fermarmi.

Mi giro per guardarla. - E perché?

- Perché è una sala. Un po' come il cinema per voi.

- Oddio. Potrei quasi abituarmi - esclamo io ridendo e facendo ridere anche lei.

Saliamo all'ultimo enorme piano. È pieno di muri neri con attaccati ad essi mp3 e varie attrezzature per sentire la musica con le varie cuffie integrate.

Il mio piano, penso ridendo.

Ivy ride insieme a me, ma per una ragione diversa. - Addirittura? - esclama dopo avermi letto nel pensiero.

Per la prima volta non mi dà più di tanto fastidio. - Fatti gli affari tuoi! - esclamo ridendo e dandole una spinta. Vado a prendere un CD e lo inserisco. Mi metto le cuffie e chiudo gli occhi sorridendo, gustandomi ogni nota, ogni voce.
Musica. Tutti i miei muscoli si rilassano.

🗡️🗡️🗡️

Dopo ore siamo ancora dentro la biblioteca ma ce ne stiamo per andare. Sto acquistando un Ipod mentre Ivy delle cuffiette celesti (dice che di questo colore le mancano).
Qualcuno inizia a fischiare e a chiamarci così mi giro, pronta a lanciargli uno di quei miei sguardi con le scintille, eppure qualcosa mi spinge a rimanere a bocca semichiusa.
Dei ragazzi con strani occhi ci stanno invitando ad avvicinarci. Tutto nella mia testa urla di lasciarli stare, ma c'è qualcosa di strano che mi spinge verso di loro. La sensazione è simile alla prima volta che ho visto Jeremy, come un filo che mi tira. Come se non bastasse sento anche una musica tanto inquietante quanto invitante.
Non voglio andare da loro, ma è più forte di me. Qualcuno però mi ferma, facendomi addirittura innervosire. - Non fare un passo in più - ringhia Ivy. - Credimi, sono capaci di portarti a casa loro.

- Chi sono? - chiedo guarndandoli, affascinata dalla loro bellezza e dalle loro voci.

- Sirene - risponde lei acidamente. - Si, esistono pure i maschi e non vivono solo nel mare. Purtroppo.

- Oh, mio Dio - mormoro guardandoli. Uno di loro mi sorride ed è più forte di me: ricambio il sorriso. Due di loro si avvicinano a noi, mi giro per guardare Ivy, in preda al panico. - Due stanno venendo qua.

- Lo so, lo vedo - risponde lei, nervosa tanto quanto me. - Ok, fai finta di stare calma, ok? Possiamo farcela. Non pensare a loro e vedrai che...

- Ciao - esclama uno di loro. Mi giro e mi rendo conto che è quello che mi stava sorridendo. Quasi gli cado addosso vedendo una tale bellezza a una distanza così ravvicinata; poco dopo sento ancora una volta una canzone che non sembra provenire da nessuna cassa del piano, ma semplicemente dalla mia testa. Se questo è uno dei poteri delle sirene posso capire il perché tutti non riescono a stargli lontano: ti mandano così in confusione che per un po' non riesci nemmeno a ricordare il tuo nome.

- Ciao - borbotta Ivy. - Mi dispiace, ma io sono fidanzata e lei...

Ma il ragazzo la interrompe. - Piacere, Liam. - Mi porge una mano facendo un mezzo sorriso. Lo guardo negli occhi con la bocca spalancata; ha degli occhi dorati... ma sono veramente dorati. Non ho mai visto un colore così acceso negli occhi di una persona. Il problema è che questo ragazzo davanti a me non è una vera persona. Abbasso lo sguardo e mi accorgo che la sua mano è pronta ad afferrare la mia. Non so nemmeno da quanto tempo stiamo così, mi sembra passato poco tempo ma un'eternità allo stesso momento. - Non ti mangio, tranquilla - aggiunge sorridendo ancora di più. Ha un sorriso al di fuori dell'immaginazione.

- Lo so - ribatto io ridendo, imbarazzata. Sono tutta calda... Fantastico! Viva il mio carattere! Stringo la sua mano e quasi mi sento cadere. - Cassie, piacere.

Mi sorride ancora di più. Faccio un passo verso di lui cercando di non cadere un'altra volta; è ridicolo. - Che bel nome - commenta Liam, la sirena.

- Mi dispiace ma lei è destinata già ad un ragazzo e purtroppo per te lo consoce - ringhia Ivy mettendomi un braccio sulle spalle e facendomi allontanare da lui.

- Dici? - chiede Liam continuandomi a guardare in quel modo. - Strano, perché pensavo fosse destinata a me - aggiunge facendomi ridere.

- Liam, dobbiamo andare - dice l'altro ragazzo. Anche lui ha gli occhi dorati come Liam, ma ha i capelli biondi mentre quelli di Liam sono neri.

- Peccato - borbotta Liam guardandomi dalla testa ai piedi. - Ci vediamo. Stesso posto. - Annuisco e lui alza le mani incrociando le dita. - Incrociamo le dita, eh. - Rido ancora una volta abbassando lo sguardo. - Ciao Cassie - mi saluta guardandomi con quel suo sguardo fantastico.

- Ciao - bofonchio io guardandolo mentre se ne va.

Ivy mi trascina via e mangiamo, ma sembra sempre più agitata e così dopo aver finito di mangiare ce ne andiamo all'Istituto.

- Devi stare attenta con Liam - borbotta Ivy guidando. - Le sirene sono veramente pericolose. Dicono che possono pure far dimenticare alle persone di essere destinate pur di baciarle. Ti rendi conto? Tutto questo perché vogliono controllarci! Sono esseri egoisti e spregevoli che hanno un solo scopo nella vita: rovinare la vita dei mortali.

- Tutto è pericoloso - borbotto io guardando avanti a me, poco interessata alle parole della mia amica.

- No, vedi? Sei sotto l'incantesimo di quel Liam adesso. Svegliati! - esclama lei per poi scioccare le dita.

Sussulto non sentendomi più stordita. - Dio, ma come fanno? - chiedo alzando il tono della voce. Di certo non voglio perdere il controllo del mio stesso corpo.

- È il loro scopo. Spero solo che non ti perseguiti adesso solo per baciarti... Sono vermente ostinati! E le ragazze sono anche peggio! Una volta è successo ad un mio amico e lui l'ha dovuta baciare! Fortuna che è riuscito a focalizzarsi sul motivo per cui lo stesse facendo.

- Tutto questo è pazzesco! - esclamo io continuando a guardarmi in giro, sinceramente non so se sono ancora tornata in me, riesco ancora a sentire la stessa canzone inquietante. In più mi gira la testa, sono ancora confusa ma non come prima, forse se faccio passare un po' di tempo passa.

Ivy parcheggia la macchina ed entriamo nell'Istituto dove troviamo Jeremy e Isaac parlare, seduti al tavolo. È sabato, quindi ognuno può fare quello che vuole. È un po' come la scuola, quindi la stessa cosa vale per la domenica. Però noi abitiamo nella nostra scuola.

- Ehi - li saluta Ivy con il fiatone. Si siede vicino ad Isaac mentre io rimango in piedi a guardare un punto senza vederlo veramente. - Non potete capire che ci è successo!

Jeremy mi guarda subito, preoccupato, e Isaac fa la stessa cosa guardando però Ivy. - Cos'è successo? State bene? - chiede accarezzandole le braccia.

- Ci siamo imbattute con delle sirene... maschi - risponde Ivy guardando Issac.

Gli occhi di Isaac si riducono in fessure. - Li odio. Quei deificanti devono sempre rovinare tutto - borbotta mettendo il muso come un bambino.

Ivy sorride. Quanto le può piacere vedere Isaac in preda alla gelosia per lei?! - Tranquillo, amore. Io sono riuscita a rimanere concentrata - esclama lei abbracciandolo, ma guarda Jeremy con uno sguardo preoccupato.

- Perché "io sono risucita"? - chiede Jeremy guardandola.

- Vieni, Cassie. Siediti qua - dice Isaac facendomi posto vicino a Jeremy. Mi siedo imbarazzata e lo guardo per un po', ma al posto di Jeremy c'è Liam con i suoi occhi dorati. Sorrido e gli accarezzo la guancia, ma lui si irrigidisce e mi toglie subito la mano facendomi capire che si tratta di Jeremy. Lo guardo confusa.

- Mi sa che volevano Cassie - risponde Ivy guardandomi, mentre io decido di guardare il tavolo, più imbarazzata che mai. - Soprattutto uno di loro. Ha detto che la vuole rivedere, quindi non credo sia finita qua.

- Questo significa che non l'ha ancora baciata - ribatte Isaac, ancora più preoccupato.

- No, sono riuscita a mandarli via ma lei è rimasta imbambolata per tutto il tempo. - Le lancio un'occhiataccia e lei fa spallucce. - È vero, Cassie. Purtroppo non sono riuscita a farla rimanere concentrata. Mi dispiace.

- Ma gli hai detto che è già destinata ad un altro ragazzo? - chiede Isaac. Sorrido ricordando quello che mi ha detto Liam. - Perché sorridi? - chiede poi. - Perché sorride? - chiede guardando Ivy. - Ragazzi, è inquietante. Non ho mai visto nessuno così imbambolato.

- Sorrido perché mi ha detto che pensava fosse destinato a me - rispondo io accennando una risata.

- Ragazzi - mormora Isaac. - È veramente inquietante.

- Io me ne vado - dice Jeremy alzandosi dalla sedia.

- Cosa? Dove? Perché? - chiede Isaac, in preda al panico. - Non puoi lasciarci in questo modo. Non quando ci sta Cassie in questo stato. Aiutaci! Forse sei l'unico che può svegliarla.

- Vado da Allison perché sinceramente questi sono discorsi inutili. Ormai l'ha catturata, appena si saranno baciati sarà come nuova - risponde Jeremy indicandomi. Alzo lo sguardo per lanciargli un'occhiataccia. - Sta in un altro mondo e ormai ce la siamo giocata - aggiunge per poi andarsene arrabbiato.

Sbatto più volte le palpebre sentendo la testa meno leggera. Aspetta... cosa?

- Ok, mi sa che adesso è tornata veramente tra noi - borbotta Isaac. - Cassie, ci sei? E cosa più importante, sei tra noi Cacciatori che abbiamo la capacità di pensare?

- Si, ci sono - rispondo io guardandola.

- Fantastico. Non è più imbambolata - esclama Isaac per poi mettere un braccio sulle spalle di Ivy. Sono veramente perfetti insieme, per l'ennesima volta mi chiedo come possa essere possibile. - Forse è meglio se vai da Jeremy. Secondo me c'è rimasto male. - Mi alzo, arrabbiata. - O... forse è meglio se non ci vai - aggiunge lui guardandomi.

- Ehi! - urlo io, arrabbiata.

Jeremy si gira alzando gli occhi al cielo e facendomi arrabbiare ancora di più. - Mi dispiace ma sono in ritardo, Cassie. Parliamo un'altra volta, ok? - chiede con un tono superiore.

Accelero il passo e prendo il suo braccio per cercare di farlo girare con tutta la mia forza, ma si gira da sola sfuggendo alla mia presa. - Non te ne vai così, hai capito? - chiedo, infuriata. - Non sono una delle tue bambole con cui puoi giocare quando ti pare. Sono una persona che devi rispettare tanto quanto io rispetto te, è chiaro?

- Perché? Perché sei ammaliata dalla tua bella sirena dagli occhi dorati? - chiede lui, arrabbiato. - Ho da fare e, al contrario di te, io vado subito al dunque con le persone.

La rabbia bolle dentro le mie vene, così tanto che alzo la mano pronta a dargli uno schiaffo, ma lui riesce a prendermela subito e la stringe facendomi quasi male. I suoi occhi sono come schegge in questo momento e il mio cuore sembra quasi ferito. - Vai - ringhio. - Vai a letto con la tua bella Biancaneve - finisco mentre la rabbia esce da ogni singolo poro. - Tranquillo, se proprio me lo chiedi allora anch'io andrò al dunque con Liam. - Lo spingo e così toglie la presa dal mio polso. Me ne vado con passo veloce e deciso. Non sono mai stata così arrabbiata con lui... forse.

Dopo un'ora ancora sento la rabbia bollire dentro di me. Conosco un solo modo per reprimerla: combattere. Così, dopo aver preso una spada ed essere andata nella sala con il solito manichino, inizio ad allenarmi.

Peccato che dopo poco più di venti minuti qualcuno bussa alla mia porta. - Cassie... c'è Liam fuori dall'Istituto, chiede di te - annuncia Ivy, preoccupata. - Mio padre ha detto che se vuoi puoi uscire, ma mi ha detto di dirti di stare attenta e di rimanere concentrata. - Annuisco prendendo l'asciugamano, esco dalla sala e Ivy mi raggiunge. - Cassie - inizia. - Per favore, per l'amor di Dio, non adnare da lui! Lo so che lo stai facendo per ripicca perché Jeremy sta con la ragazza, ma pensa a quello che po' succedere.

- Che può succedere? - chiedo alzando le mani al cielo. - Che ci baciamo? Perché da quello che ho capito è questo il loro scopo. Bé, che avvenga allora! - esclamo io. Do l'asciugamano a Ivy che ormai è rimasta scioccata e avanzo verso la porta dell'Istituto.

- Cassie - mi chiama Isaac, ma io faccio finta di niente. - Che succede? Dove va? - chiede a qualcuno, Ivy immagino.

- È furiosa. Sta andando da Liam - risponde Ivy.

Quando esco riesco subito a riconoscere Liam davanti alle scale mentre mi sorride come prima. Rimango per un po' a guardarlo, ma rimanendo sempre concentrata.

- Che ci fai qua? - chiedo io continuando a rimanere concentrata, ma è più forte di me e la musica che inizia nella mia testa non fa altro che peggiorare tutto. Alla fine non credo che qualcuno riesca veramente a rimanere del tutto concentrato quando ti trovi una sirena davanti. È bellissimo.

- Avevo paura di non rivederti - risponde lui. - Vieni. - Mi avvicino a lui. - Sai com'è, l'Istituto protetto. Non che ti voglia far del male - aggiunge guardando i miei occhi scuri. Mi accarezza lo zigomo destro facendomi rabbrividire. - Come potrei fare male ad una bella creatura come te?

- Lo so - rispondo io perdendo la testa un'altra volta. - Che... che non mi vuole fare del male, intendo.

Ride continuando ad accarezzarmi. - Che fai sta sera? - chiede andando subito al dunque.

- Ho da fare - rispondo io continuando a guardarlo dritto negli occhi. Fa quasi male guardarli, ma è come vedere un qualcosa che è troppo bello per non fare male; purtroppo però vuoi continuare a guardarlo.

- Peccato... Ti volevo portare a cena fuori - risponde lui facendomi ridere dall'imbarazzo. - Ma - continua accarezzandomi un'altra volta il viso, - a quanto pare non si fa niente.

- Già - borbotto io guardandolo, ammaliata. - Mi dispiace.

Mi sorride dolcemente facendomi fare un passo in avanti. - Non fa niente - ribatte continuando ad accarezzarmi. Sbatto più volte le palpebre per cercare di ritornare in me, e ci riesco, ma lui si avvicina a me per baciarmi.

- No - dico io mettendo una mano sul suo petto. Rimango ferma continuando a toccarglielo senza il minimo pudore: ha dei muscoli pazzeschi. - Sono destinata ad un ragazzo.

- Lo so - risponde lui guardandomi con un mezzo sorriso. - Ma a quanto pare lui non tiene a te quanto tu tieni a lui... sennò non saresti qua, giusto? - Lo guardo, un po' ferita. - Alla fine è solo un bacio - dice accarezzandomi la guancia. - Non ti tratterò male come fa lui. Nessuno dovrebbe trattarti così male; lo vedo da come mi guardi in questo preciso momento che quel ragazzo non ti merita. Tu meriti un qualcuno che ti tratti bene, come ogni donna deve essere trattata. Si avvicina un'altra volta a me e la mia mano sul suo petto se ne va ed io, convinta ma anche impaurita, elimino la distanza baciandolo. Sento dell'aspro in quel bacio, ma c'è anche qualcosa di dolce. È un bacio strano, forse perché sto baciando una sirena. Sento un'altra volta la canzoncina, quella che ho sentito nella biblioteca. Faccio una mezza risata posando le mani sul suo collo e stringendolo a me, anche lui si mette a ridere ma si ferma subito e mi bacia un'altra volta. La sua mano dietro la mia schiena fa in modo da farmi avvicinare ancora di più mentre io apro le labbra per baciarlo ancora una volta.

- Cassie - ci interrompe Ivy uscendo dall'Istituto. Mi distacco di poco da lui continuandolo però a stringerlo a me. - Io mi vado a preparare. Forse dovresti fare la stessa cosa anche tu. Sta sera c'è il ballo, ricordi? - chiede guardandomi un po' incerta.

Annuisco. - Ti raggiungo tra un po' - rispondo guardandola. Annuisce, un po' rossa in faccia ed entra dentro l'Istituto scuotendo la testa. A quanto pare ha visto che stavamo baciando, mi da fastidio sapere che qualcuno ci ha visti, ma alla fine non m'interessa più di tanto. Voglio rifarlo.

Liam ride facendo sussultare il suo corpo, attaccato al mio. - Qualcosa mi dice che non sto tanto simpatico alla tua amica - commenta accarezzandomi distrattamente la schiena.

- È solo che crede a questa storia dell'essere destinati - borbotto io guardando ogni centimetro del suo viso perfetto. Gli traccio il confine delle labbra e poco dopo gli angoli s'incurvano verso l'alto facendomi capire che sta cercando di non sorridere, inutilmente.

- Perché, tu non ci credi? - chiede lui.

- Si, ma è comunque una cosa stupida... Non credo cambi veramente qualcosa - dico io avvicinando il mio viso al suo, pronta a baciarlo un'altra volta.

- Perché ora hai incontrato me? - chiede lui.

Rido dandogli una spinta. - TI piacerebbe!

- Già - conferma lui posando la sua fronte sulla mia. Chiude gli occhi e mi bacia a stampo mentre le sue mani accarezzano le mie braccia facendomi venire la pelle d'oca.

Poso le labbra sulle sue ma non lo bacio. - Lo so quello che fate voi sirene - dico. - So che è l'ultima volta che ci vediamo e sai una cosa? Mi sta bene.

Si distacca da me e mi guarda negli occhi. - Potremmo andare avanti, se vuoi.

- No, meglio di no - rispondo io.

- Vedo che riesci a dirmi di no - esclama lui sorridendo. - Mi piace. Mi piacciono le sfide e tu sei una di queste. Non ho mai incontrato una ragazza che mi attira come mi attiri tu, Cacciatrice.

Sorrido, imbarazzata. - Già, riesco a dirti di no. Scommetto tu non sia abituato a questo.

Scuote la testa ridendo. - Che ne dici del bacio dell'addio? - chiede lui avvicinandosi a me. Rido facendo la stessa cosa e poso le mie labbra sulle sue, scompiglio un po' i suoi capelli e gli permetto di far diventare un'altra volta il bacio più reale. Ancora una volta dentro la mia bocca esplode uno strano sapore aspro misto a qualcosa di dolce. Continuo a chiedermi di cosa si tratta ma dopo poco tempo smetto di pensare e lo bacio senza pensare ad altro che alle sue labbra soffici. Mi stringo a lui facendo in modo che i nostri corpi si adattino. Dopo un tempo indeterminato mi distacco da lui, gli metto indietro una ciocca di capelli, gli do un ultimo bacio a stampo e rientro dentro.

Isaac è il primo a venire da me. - Ti prego, dimmi che non vi siete baciati.

Penso ai baci che ci siamo dati e a quanto mi è piaciuto per una volta. - Ci siamo baciati - rispondo io andando avanti come se niente fosse. In questo momento sono felice, quindi di certo non mi fermerò a litigare con lui perché il suo migliore amico è la mia anima gemella.

Sbuffa. - Sei tra noi? - chiede entrando nell'ascensore insieme a me.

- Certo che ci sono - rispondo io. - Ho fatto come mi avete detto voi e mi sono concentrata. Alla fine non sono poi così cattive queste sirene. E per la cronaca baciano da Dio - scherzo io ridendo. Esco dall'ascensore e mi dirigo verso la mia stanza.

- Cassie - mi ferma Isaac mettendosi davanti a me. - so ce quello che sta succedendo è strano, ma voglio che tu sappia che hai fatto male.

Incrocio le braccia lanciandogli occhiatacce. - Perché? Perché ho baciato una sirena? O perché ho baciato un ragazzo che non era Jeremy, il tuo migliore amico? - Abbassa lo sguardo. - Perché lui può ed io no? Guardiamo in faccia la realtà, Isaac! Lui sta con Biancaneve ed io sarò sempre quella che tiene d'occhio.

- Non sei solo questo e lo sai. Lui è geloso di te, Cassie; sapere che hai baciato un altro di tua spontanea volontà lo ucciderà.

- Isaac, siamo nel ventunesimo secolo e di certo io non sono una di quelle ragazze che aspettano che un ragazzo strano si faccia avanti. Vado avanti sempre e comunque. Di certo non starò qua a vedere lui che si sbaciucchia una ragazza con le lacrime agli occhi. Non sono quel tipo di ragazza, assolutamente no.

- Quale tipo di ragazza? Quel tipo di ragazza che capisce di provare realmente qualcosa per un ragazzo? - chiede lui, innervosito.

- Non farlo, Isaac. Non te lo consiglio - ringhio io prima di entrare dentro la camera per farmi una doccia e quindi prepararmi per la serata.

Mi asciugo i capelli e mi faccio la piastra rendendo i miei capelli più lisci degli spaghetti. Mi guardo un'ultima volta allo specchio: i capelli mi arrivano ormai a metà pancia e le punte sono molto più bianche della base, che è ancora bionda scura; il vestito nero abbastanza corto davanti ma lungo dietro senza bretelle e i tacchi neri semplici.

Ivy bussa alla porta e quando entra mi chiede: - Tu trucco e scendiamo?

Dopo dieci minuti sono pronta. - Ecco fatto - esclama lei guardandomi. - Sei bellissima.

La guardo: ha un vestito viola molto corto, un trucco viola fantastico che mette in risalto i suoi occhi verdi e i suoi capelli color rame questa volta sono ondulati. - Anche tu - ribatto sorridendole. - E mi dispiace per come mi sono comportata prima.

- E così vi siete baciati - borbotta lei aggiustandomi un'ultima volta i capelli. Annuisco. - Ma ti vedo abbastanza lucida, o mi sbaglio?

- Non ti sbagli. Sono rimasta abbastanza concentrata, semplicemente lo volevo baciare anch'io. So che molto probabilmente era tutta scena e le cose che mi ha detto le ha dette ad altre mille ragazze ma sembra un ragazzo dolce. L'ho fatto per ripicca. Lo so che è una scusa, so che non è giusto e che dovrei stare con Jeremy, ma lui è così... strano. Un secondo prima è dolce e quello dopo è freddo. Anch'io sono così, credo sia per questo che non riusciamo ad andare d'accordo. Non starò qua a guardarlo stare con altre ragazze, anch'io mi merito un ragazzo che mi accetti per quello che sono.

- Non hai mai pensato che forse Biancaneve non è poi così brava? Io conosco Jeremy perché è il migliore amico del mio ragazzo. Isaac parla di lui e mi ha detto che quei due non fanno altro che andare a letto insieme. Infondo la loro non è una vera relazione.

- Non ce la faccio più! - urla qualcuno da fuori. Sia io che Ivy aggrottiamo la fronte e apriamo la porta. Biancaneve e Jeremy sono davanti la stanza di quest'ultimo e sembrano entrambi arrabbiati. - Sono stufa di vedere i tuoi occhi brillare per la Whitesun! Vieni da me solo per farle un dispetto quando litighi con lei perché sei geloso per ogni singola cosa!

- Allison, smettila - ringhia lui guardandola malissimo, sembra arrabbiato e imbarazzato allo stesso momento.

- Perché? Sto dicendo la verità, no? - chiede lei, esausta. - Mi sono vestita in questo modo per te, ma tanto è inutile perché so che stasera l'unica che guarderai con gli occhi incantati sarà la Whitesun! Non puoi capire quanto mi faccia male tutto questo - dice infine per poi andarsene.

- Allison, non fare così - borbotta lui prendendole il braccio, ma quest'ultima si gira verso di lui e gli lancia un'occhiataccia, quindi Jeremy le lascia il braccio e se ne va, lasciandolo solo e imbarazzato.

- Ma guarda un po'... Sei fortunato, Jeremy Ruterful! Due ragazze! - esclama il ragazzo con cui abbiamo litigato ieri.

- Già, mica siamo tutti brutti come te, amico - risponde Jeremy. Il ragazzo esce dalla sua stanza una volta per tutte e va davanti a Jeremy, pronto a menarlo, così mi metto in mezzo.

- Ehi, non iniziamo, ok? - chiedo io guardando prima uno e poi l'altro e tenendoli lontani. Il ragazzo sbuffa e se ne va così io, evitando lo guardo di Jeremy, me ne vado in camera mia. - Tu vai, io ti raggiungo tra un po' - dico ad Ivy che annuisce e se ne va.

Mi siedo mettendomi un'altra volta i tacchi. Mi guardo allo specchio rendendomi conto di essere una persona orribile. Ho la possibilità di stare con la mia anima gemella e che faccio? Bacio una sirena. Ma perché lui continua a respingermi? Non ti tratterò male come fa lui mi ha detto quella sirena, ed è bastato questo a farmi cadere ai suoi piedi. Lui non mi tratta male, o forse si, ma non è questo il punto. Lui ha paura di avvicinarsi a me, ma in qualche modo non ha paura di avvicinarsi a Biancaneve... Perché?

Decido di avviarmi scendendo per le scale; la musica si sente da qua e non voglio sapere quanto sarà alta una volta arrivata là, nel soggiorno. Come immaginavo infatti la musica è veramente alta una volta arrivata, quasi insopportabile. Tutti stanno ballando, o meglio tutti tranne un ragazzo al bar. Vado anch'io là sapendo già il nome del ragazzo. Ordino qualcosa da bere e mi metto accanto a lui.

- Mi dispiace per la scenata di Allison - inizia lui guardando il bicchiere mentre lo fa girare in continuazione. A quanto pare è veramente dispiaciuto.

- Oh, non è colpa tua - rispondo guardando il mio bicchiere.

Sento il suo sguardo su di me e arrossisco per la prima volta. - Stai benissimo con questo vestito - dice continuando a guardarmi con un sorriso dolce.

Lo guardo lasciando che il mio corpo inizi a sussultare insieme al mio cuore. - Anche tu - rispondo mentre il mio cuore va velocissimo; ma ho ancora un peso allo stomaco: è il senso di colpa per aver baciato quella sirena. E adesso lui è qua davanti a me e mi sta facendo un complimento.

- Gira voce che ti sei baciata con quella sirena oggi pomeriggio - se ne esce lui.

Bevo un sorso dal mio bicchiere cercando di perdere tempo. - Ah si? - chiedo, imbarazzata, pensando a cosa dire una volta che lui mi avrebbe chiesto quella domanda.

- Già - risponde lui guardandomi, incuriosito. Prendo coraggio e lo guardo anch'io; mi sta guardando dritto negli occhi. Mi chiedo come faccia a farmi venire la pelle d'oca senza nemmeno toccarmi. - So che è vero - aggiunge dopo un po'. Annuisco cercando di non fargli vedere quanto sono dispiaciuta. - Me lo sono meritato. Dopotutto continuo ad allontanarti da me, ma voglio chiederti una cosa: eri in te quando vi siete baciati o no?

Rimango in silenzio guardandolo. Ho due possibilità: 1) dire di no e mentirgli sapendo che lui in questo modo non ce l'avrà con me per e che forse - e dico forse - in questo modo sarà lui ad avvicinarsi a me; 2) dire di si e quindi dire la verità anche se sarà furioso e molto probabilmente se ne andrà per poi non parlarmi per minimo un mese. - Ero in me - decido di dirgli. Voglio fargli capire che non può comportarsi così, che anch'io prima o poi posso andare avanti e stare con qualcuno che non è lui.

Abbassa lo sguardo continuando a far girare il bicchiere. - Quindi l'hai fatto perché ti anadava, non perché sei stata praticamente costretta. - Lo guardo senza dire niente, la risposta è ovvia. - E allora perché sei qua? - chiede cercando i miei occhi.

- Perché voglio stare qua - rispondo io. Continua a non capire quanto sia importante per me. Mi alzo dallo sgabello, pronta ad andarmene, ma qualcuno mi prende il braccio. Mi giro e guardo Jeremy senza dire niente.

- So di non essere il ragazzo perfetto; so che sto continuando a scappare ma tu sai cosa provo per te - annuncia guardandomi dritta negli occhi con voce ferma e decisa.

Lo guardo, incredula; lo sta dicendo veramente, sta ammettendo di provare qualcosa per me. - Provamelo. Dimostramelo - dico io guardandolo.

La sua mano lascia il mio braccio e tutto d'un tratto mi guarda male. - Tu hai baciato la sirena.

Odio questo gioco. - E tu sei andato a letto con Biancaneve - esclamo io, arrabbiata.

- È complicato - risponde lui abbassando lo sguardo.

Alzo gli occhi al cielo. - Anche la mia storia è complicata - ringhio io. Deglutisco cercando i suoi occhi; cerco di calmarmi e gli alzo il viso con una mano. - So il perché fai così, Jeremy, ma tu ti puoi fidare di me. - Scuote la testa più volta chiudendo gli occhi. - E - continuo alzandogli il viso un'altra volta per far sì che mi guardi negli occhi, - io non morirò.

Mi guarda dritto negli occhi allontanando il suo viso dalla mia mano. - Se c'è qualcuno che morirà qua sei tu.

Rimango a bocca aperta. Me lo sono appena immaginato, vero? No, non può avermi detto questo. Non può.

- Scusami, ho sbagliato - aggiunge lui cercando di accarezzarmi il braccio, ma io mi allontano continuando a guardarlo stupefatta. Non può avermi detto una cosa del genere.

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