Capitolo 7: Cosa farei per lui
- Buongiorno, giovani Cacciatori! Alzatevi, la colazione vi sta aspettando.
Sorrido aprendo gli occhi, mi stiracchio un po' e mi siedo. È passato un mese da quando mio padre è morto e devo dire che la presenza di Derek non fa altro che aiutarmi a non pensare sempre e solo a lui. La mia paura che col passare del tempo le cose tra me e lui potessero diventare più complicate si è rilevata infondata. Derek, nonostante la sua natura da vampiro, non è mai stato cattivo o difficile da comprendere.
Da un mese a questa parte è la parte migliore della mia giornata, quella parte che riesce a rendere tutto più semplice e più fattibile. Tutto con lui sembra diventare meno nero. Non penso di aver mai conosciuto una persona più disponibile e più positiva, riesce sempre a scrollarmi di dosso la mia negatività.
Non abbiamo ufficializzato niente, tuttavia da poco più di una settimana abbiamo portato la nostra "situazione" a qualcosa di più importante: ci stiamo frequentando esclusivamente, in poche parole siamo fidanzati.
Non l'ho detto a nessuno, l'ho tenuto per me come un piccolo segreto. Mi fido di Ivy ed infondo anche di Isaac... ma loro sono amici di Jeremy e lui è... complicato. Tutto in lui mi spinge a non approfondire quello che provo appena lo vedo, che sia in presenza di un'altra ragazza o meno. La nostra situazione è decisamente più complessa ed ormai sembra esserci un distacco da parte di entrambi. Non tentiamo più di avvicinarci, tendiamo ad evitarci e non parlare.
Penso sia meglio così, con tutto quello che è successo e sta succedendo... comprendo fin troppo bene che la sua presenza porterebbe solo confusione e caos nella mia vita. La mia vita è stata così stravolta che a volte mi sembra di essere alla ricerca disperata di semplicità e pace, ed è quello che sembra darmi Derek.
Mi fido di Derek. Gli ho affidato la mia vita e lui è sempre sembrato pronto a salvarla. Gli sarò sempre grata per questo.
Guardo il cellulare e mi accorgo di avere un messaggio da Derek:
"Ho una sorpresa per te, ci vediamo oggi pomeriggio a casa mia."
Sorrido ancora una volta e mi decido ad alzarmi un volta per tutte dal letto. Mi preparo e scendo per fare colazione.
- Ehi! - esclama Ivy.
Come sempre è bellissima, con il suo viso angelico e gli occhi grandi, ma anche oggi ha quella scintilla negli occhi che mi fa capire che è ancora arrabbiata. - Buongiorno. Allora? Hai chiarito con Isaac?
Scuote la testa. - È un cretino - borbotta mettendo il broncio. - Continua a vivere la sua vita e indovina? Ho intenzione di fare la stessa, identica cosa che fa lui. Poi diciamocelo, non è nemmeno così carino! Mentre io ho già in mente un ragazzo con cui potrei stare, mi fa la corte da un bel po' di tempo ormai.
Rido guardando il povero Isaac, sicuramente se non chiariranno al più presto Ivy glie le farà vedere di tutti i colori, sa essere una vipera quando si parla di vendetta contro il suo caro Isaac. Ed eccolo là, vicino al suo amico Jeremy. Stanno parlando, o almeno Isaac sta parlando mentre Jeremy sembra in un altro mondo. Mi è quasi sempre impossibile non osservarlo, non fare caso alla sua bellezza ed irrequietezza. Alza lo sguardo e inciampa praticamente nei miei occhi, un brivido percorre tutta la schiena e per non fare la figura della scema alzo la mano per salutarlo abbozzando un sorriso. Lui fa un finto sorriso e poi torna a guardare Isaac, cercando di seguirlo il più possibile.
- Ok, basta. Io vado da lui - ringhia Ivy. Prende la mia colazione, la mette su un banco a casaccio e mi trascina verso Isaac... ma soprattutto verso Jeremy. - Dobbiamo parlare - annuncia lei sedendosi vicino ad Isaac. Decido di rimanere in piedi aspettando l'occasione giusta per parlare e quindi andarmene.
- Sono tutto orecchie - ringhia Isaac, arrabbiato tanto quanto lei.
Capisco che non ci sarà un momento giusto per annunciare il fatto che me ne voglio andare, così lo faccio subito. - Ok, io me ne vado.
- No, tu ora ti siedi vicino a Jeremy e ci ascolti - mi ferma lei fulminandomi.
Aggrotto la fronte non capendo il mio collegamento con la loro relazione. - Questi problemi sono vostri, non nostri... Mi dispiace, ma li dovete risolvere da soli.
- Perché siete così stupidi? - esclama Isaac, ancora più arrabbiato.
- Come, scusa? - chiede Jeremy, svegliandosi.
- Siete destinati. Vi guardate ogni singolo secondo eppure tu, Jeremy, stai con una ragazza che non è lei e tu, Cassie, stai con un vampiro! - tuona Isaac. Il viso rosso dalla rabbia potrebbe spaventare, eppure lo trovo quasi adorabile. Non penso di aver mai incontrato un ragazzo più emotivo di lui. - Quindi adesso mi chiedo: quanto potete essere stupidi?
Abbasso lo sguardo e così Jeremy prende parola. - Questi non sono affari tuoi, Isaac! E ora sistemate le vostre faccende amorose perché mi sono rotto le palle di farti da psicologo. - Si alza, arrabbiato. - Andiamo - borbotta guardandomi, annuisco.
Dopo esserci messi da parte per guardare Ivy ed Isaac da lontano, Jeremy inizia a parlare. - Allora, come va? - chiede, più freddo che mai.
- Tutto bene, grazie - rispondo. Lo osservo mentre continua a guardare davanti a sé.
Continua ad essere il mio angelo preferito. Bleah! Fermi tutti. E questa da dove mi è uscita? Devo cancellare definitivamente quel commento sdolcinato. Che schifo, mi viene da vomitare. - Tu? Come stai? - chiedo guardando un'altra volta avanti capendo che lui non ha intenzione di staccare l'attenzione dai suoi amici.
- Bene - risponde lui freddo come prima.
Abbasso lo sguardo, imbarazzata. - Oggi ti devi allenare?
- No - risponde lui continuando ad evitare il mio sguardo. - Devo uscire dall'Istituto per un po'. Non ce la faccio più a stare qua dentro, ad un certo punto mi sento come soffocare.
- Ah, capito - rispondo semplicemente io. Aggrotto la fronte ripensando alla mia risposta e questa volta credo veramente di star per vomitare. Scuoto la testa ed è già tanto che non stia andando davanti un muro per avere una lunga conversazione a base di testate. Quando i due piccioncini si abbracciano esclamo un - Finalmente - e me ne vado prendendo la colazione per mangiarla ancora una volta in camera mia.
Finita la colazione apro la porta, per uscire dalla mia camera, e sussulto vedendo a pochi centimetri da me Isaac. Abbassa la mano con cui molto probabilmente stava per bussare e mi sorride. - Emh... che ne dici se ci alleniamo un po'?
Lo guardo in silenzio per un po', poi mi decido ad annuire. - Va bene. Andiamo.
Prendo la spada che è riposta nella sala dove i Cacciatori si possono allenare. Questa stanza è una delle mie preferite, subito dopo la sala delle armi. Mi rifugio spesso qua dentro, quando tutto inizia a prendere una piega diversa, quando i ricordi sembrano soffocarmi. Mi guardo intorno. - Sembra quasi di stare in una sala di danza - borbotto ridendo. - Strano, se calcoliamo il fatto che ci stiamo per puntare le spade addosso, non credi?
- Pronta a morire? - chiede puntandomi la spada contro sorridendo e cambiando completamente discorso.
Rido. - Ti piacerebbe, Isaac - rispondo io impugnando bene la spada. - Ti avverto, non sono abituata a perdere e qualcosa mi dice che non succederà nemmeno oggi.
Scoppia a ridere. - Beh, preparati mentalmente a perdere oggi, mia cara. Io e Jeremy siamo i migliori Cacciatori di tutto l'Istituto e tu sei nuova. Ma non ti abbattere, puoi sempre migliorare. - Fa un affondo, mi allontano subito e attacco prima di lui. Le due spade si toccano, entrambi facciamo forza per avvicinarci di più e, quando capisco di non farcela, mi allontano di scatto, facendo perdere leggermente l'equilibrio ad Isaac, dandomi la possibilità di colpirlo. - Ci stiamo solo riscaldando. Non montarti troppo la testa.
Rido. - O forse sei tu che non riesci a capire che io sono più brava di te?
- Comunque... mi volevo - borbotta ricominciando a combattere, - scusare per questa mattina. Ero arrabbiato e me la sono presa con te e Jeremy. - La sua lama si ferma sulla mia coscia e sorride. - Morta.
- Se continui a parlare è normale! Mi distrai! - esclamo io impugnando bene la spada.
Isaac ride. - Tutte scuse - mi prende in giro, per poi ricominciare a darmi dei colpetti solo per farmi innervosire ancora di più. - Lo so che quello che c'è tra te e Jeremy è complicato, ma...
Gli faccio lo sgambetto e cade a terra con un tonfo, non perdo tempo e gli punto la spada al collo. - Morto - dico io cercando di non ritornare alla conversazione. Non mi va di parlare con lui della possibile relazione con il suo migliore amico, è imbarazzante.
Ride, si alza e alza la spada facendomi capire che non è ancora finita qua. - Quello che sto cercando di dirti è che tutti sappiamo che vi state solo prendendo in giro da soli perché - si ferma mentre schiva un mio colpo. - Non so perché - ammette lui con il fiatone.
- Lasciamo stare Jeremy, Isaac - borbotto io cercando di colpirlo, ma lui fa uno strano movimento con la spada ed essa mi cade a terra.
Sorride. - Come vuoi tu. Comunque sei morta un'altra volta.
Dopo ore ancora ci stiamo allenando, è abbastanza divertente perché ogni tanto parliamo, facciamo battutacce e nonostante lui continui ad "uccidermi" non mi fermo e cerco di rimediare. Per fortuna non sono così male, riesco ad ucciderlo anch'io ogni tanto.
La porta si spalanca e così io ed Isaac ci giriamo di scatto, ancora con le spade puntate. - Mi dovete aiutare! - esclama Biancaneve. Sento subito la rabbia cercare di vincere e possedere il mio corpo, ma faccio un respiro profondo e mi limito a guardarla.
- Che succede? - chiede Isaac abbassando la spada.
- Qualcuno ha preso Jeremy - risponde subito la ragazza, in preda al panico.
Sento l'aria mancarmi e il mio corpo si fa più pesante. La spada cade a terra mentre tutti il mondo inizia a girare. - Cosa? - chiedo io prendendo la spada da terra e mettendola nel fodero. - Com'è successo? Com'è potuto succedere?
- Stavamo passeggiando, poi un ragazzo si è fermato per salutarlo e Jeremy ha fatto lo stesso ma sembrava molto arrabbiato, poi qualcuno è arrivato da dietro e mi ha preso. Hanno fatto lo stesso con Jeremy, però se ne sono andati prendendo solo lui. Io non so come sia potuto succedere, stavamo cercando di divertirci come...
- Ok, aspetta. Erano vampiri? Mostri? Cacciatori? - chiedo fermandola. Qualcosa dentro di me scalpita, e non è il cuore. Non capisco come sia potuto accadere. Non capisco perché prendere lui. Gli vogliono fare del male? Forse sanno che è l'anima gemella della Whitesun. Vendetta?
Cerco dentro di me il modo per arrivare a lui, per parlarci, per guardare attraverso i suoi occhi, anche se non l'ho mai fatto, so dal Libro delle Ombre che rientra nelle capacità dei destinati. Tuttavia, non siamo preparati a questo. Non siamo allenati. Abbiamo tenuto così tanto le distanze in questo mese che probabilmente non riuscirei nemmeno a sentire il suo cuore con lui qua presente.
- Vampiri, assolutamente - risponde lei, preoccupata. - Uno l'avevo già visto da qualche parte...
- Pensaci bene. Dove l'hai visto? - chiedo avvicinandomi a lei. Mi guarda, un po' fuori di sé, cercando un appoggio, visto le gambe continuano a cederle, ma non posso di certo aiutarla, visto che tremo come forse non ho mai fatto. - Chiudi gli occhi e pensaci.
E così fa. - Uno l'ho visto un paio di volte davanti l'Istituto, era... - Spalanca gli occhi portandosi le mani alla bocca. - Oddio! - esclama. - È il tuo amico vampiro!
Barcollo con il fiato sospeso.
Cosa?
- Derek? - chiedo con le lacrime agli occhi. Quando annuisce sento le gambe cedermi, ma riesco subito a mettermi in sesto. - No - mormoro allontanandomi da lei. - No, non è possibile. - Guardo Isaac per avere una conferma, ma anche lui sembra scioccato. - Derek è il mio fidanzato. Non mi farebbe mai una cosa del genere. Perché dovrebbe farlo? Voglio dire, mi vuole bene. Non... Cosa significa? Non è possibile. Ti stai sbagliando. Insomma, come faccio a crederti?! Non ti conosco nemmeno! Non so nemmeno il tuo nome! E il fatto che tu mi abbia spiata dalla finestra non aiuta.
- Perché diavolo dovrei mentirti, eh? - tuona lei. - Non si tratta di te, Cassie Whitesun. È di Jeremy che stiamo parlando e non me ne fotte niente se tu provi qualcosa per quel vampiro, devi assolutamente aiutarlo. Non devi farlo per me, ma per lui e so che ci tieni.
Faccio per dire qualcosa quando il cellulare inizia a vibrare, corro all'angolo e lo prendo da terra. Rispondo senza nemmeno vedere di chi si tratta. - Sei pronta per la sorpresina? - chiede Derek. Riesco quasi a vedere il suo sorrisino soddisfatto, cosa che non ho mai visto... fino ad adesso.
- Brutto... Dov'è Jeremy? - tuono io.
- Ma come?! Già te l'ha detto la ragazza? - chiede, deluso. - Peccato... ti volevo fare una sorpresa con i fiocchi per il nostro mesiversario.
Sento ancora una volta la rabbia cercare di vincere, ma anche questa volta riesco a non dargliela vinta, soprattutto perché stiamo parlando di un vampiro. - Dove sei? - chiedo quindi.
- A casa mia, con Jeremy ovviamente - risponde lui quasi scherzando. - Perché non ci raggiungi?
- Certo che vi raggiungo, figlio di puttana - ringhio per poi attaccare. Guardo prima la ragazza e poi Isaac cercando di fare mente locale su dove si trova la casa di Derek, su com'è fatto Derek, su chi è e su tutte le cose che so su di lui. - Io devo andare - annuncio scansando la ragazza. - Tu vai a dire a Louis Dempson quello che è successo e digli che sono dovuta andare di corsa.
- Non pensarci nemmeno, io vengo con te - esclama Isaac stringendomi il braccio per fermarmi.
- Va bene - rispondo io, intanto la ragazza annuisce e corre da Louis.
Dopo aver preso la macchina ed essere andati proprio davanti casa di Derek, entro subito nel corridoio che porta alla casa di Derek. - Cassie? - mi chiama Isaac, così mi giro e lo trovo ancora fuori dal condominio. - Perché non posso entrare? - chiede. Aggrotto la fronte non capendo, e così decide di farmi capire quello che sta succedendo facendo un passo avanti, ma è come se ci fosse un muro che non lo fa avvicinare di più all'appartamento.
Mi metto indietro i capelli, esasperata. - Ci deve essere un incantesimo che non permette a nessun altro oltre a me di avvicinarsi al suo appartamento - rispondo io. - Vado da sola - aggiungo senza preoccuparmi più di tanto. Isaac annuisce, arrabbiato.
Busso alla porta, che si apre subito. - Ciao, amore mio - mi saluta Derek.
Mi viene da vomitare al solo pensiero di aver baciato questo essere non-vivente. - Dov'è? - chiedo entrando, mi guardo intorno ma non vedo nessuno. - Dov'è?
Derek ridacchia, divertito. - Oh, che dolce! - esclama lui. Il suo sorriso scompare quando lo sbatto al muro, grazie all'effetto sorpresa, dopo aver impugnato la spada ed avergliela messa ad un millimetro di distanza dal collo.
- Dimmi dov'è perché sennò ti giuro che ti stacco questa schifosa testa da vampiro che ti ritrovi e ti mando una volta per tutte all'inferno, succhiasangue di merda - ringhio a pochi centimetri di distanza dalla sua schifosa faccia.
Ride un'altra volta. - Cosa non faresti per il tuo amato?! - esclama lui. Avvicino la spada ancora di più al suo collo e lo ferisco, facendogli uscire del sangue.
Sono dietro di te, Cassie sento la voce di Jeremy nella mia testa e mi sento meglio.
Dove? chiedo io continuando a guardare Derek, attenta ad ogni sua singola mossa. - Se fai un singolo passo muori, sappilo - ringhio io. - E mi piacerebbe molto ucciderti, quindi ti consiglio di non fare niente di stupido o la tua testa finisce per terra.
In cucina mi risponde Jeremy. Lascio Derek e corro da Jeremy in cucina. Mi fermo di scatto vedendolo con lo sguardo a terra, gli occhi cerchiati di nero e le labbra prive del suo colore naturale. Corro da lui e cerco di slacciargli le corde. Sembra addormentato ma mi guarda quindi non lo è veramente. Non capisco, cosa gli hanno fatto?
Qualcuno per mi prende da dietro strozzandomi per farmi indietreggiare da Jeremy. - Non così in fretta - mi sussurra Derek all'orecchio facendomi rivoltare lo stomaco.
- Cosa vuoi? - chiedo io, arrabbiata.
- Un po' del tuo sangue, se vuoi liberare il tuo amore - risponde Derek.
Mi giro per guardarlo dritto negli occhi. - Facile - esclamo io. - Dammi il coltello - gli ordino. Cerco di sentire il cuore di Jeremy, batte normalmente, il ché significa che non è in pericolo di vita. Forse allora l'hanno sedato per farlo stare tranquillo. Si, deve essere così, non c'è altra spiegazione.
Derek ride riportandomi bruscamente alla realtà. - Josh! - urla. Mi giro e intravedo qualcuno uscire da una camera, uno sconosciuto. Non mi aspettavo di vedere una terza persona, o almeno non uno sconosciuto. Appena sono arrivata, dopo aver visto l'incantesimo fatto al palazzo, ho pensato subito alla maga. Mi devo essere sbagliata. - Libera il nostro amico, ma tienilo stretto. - Mi giro un'altra volta verso Derek che ha il coltello in mano. - Tieni, tesoro.
Prendo il coltello e mi giro verso Jeremy, non si muove e continua a guardare a terra. - Cosa gli avete fatto? - chiedo con il cuore a pezzi. Per fortuna sono troppo arrabbiata per piangere, sennò in questo momento sarei una fontana. L'hanno rapito per colpa mia, lo stavano per uccidere per colpa mia. Tutti quelli che mi stanno vicino finiscono per morire o per essere in pericolo di vita.
- Diciamo che gli abbiamo dato un po' di tranquillanti - risponde l'uomo che lo tiene stretto e che mi sembra si chiami Josh. Jeremy alza lo sguardo per guardarmi negli occhi. Trattengo il respiro vedendo il suo viso pieno di tristezza.
- Scusami, ti prego - mormoro io continuandolo a guadare negli occhi. - Sarà finita in pochissimo tempo. Te lo giuro. Starai fuori tra pochissimo.
Entrambi gli uomini sbottano a ridere. - Forse per lui si - ribatte Derek. Mi giro verso il vampiro, con la fronte aggrottata, confusa. - Se vuoi liberarlo del tutto devi rimanere qua con noi - risponde Derek facendomi spalancare gli occhi.
Jeremy abbassa un'altra volta lo sguardo scuotendo la testa.
- Non vi basta il mio sangue? - chiedo con la poca voce che mi è rimasta. Quindi mi voglio uccidere, anche loro. Il mio fidanzato vampiro mi vuole morta. Tutti mi avevano avvertita ed io non li ho voluti ascoltare.
Addirittura il Libro delle Ombre mi aveva avvertita, ma ho preferito non credere nemmeno ad esso. Quel vampiro amava la Whitesun, erano destinati, eppure il suo istinto è stato più forte del suo amore verso di lei. Come ho fatto a pensare che, un vampiro che non è nemmeno la mia anima gemella, potesse amarmi nonostante tutto?
- No, veramente non ci facciamo niente - risponde Derek sorridendomi e facendo spallucce.
Guardo Jeremy. Devo farlo. Devo rimanere qua per salvare lui. Devo farlo. Niente dubbi. Lui è qua per colpa mia, di certo non posso lasciarlo qua a morire. - Non pensarci nemmeno - gracchia Jeremy fulminandomi con lo sguardo.
- Sta zitto - ringhia Josh prendendo un coltellino, lo avvicina alla sua gola.
Trattengo il fiato. - No! - urlo io andando da loro, ma Derek mi frema tirandomi per le braccia. - Lascialo stare! - continuo. - Toccalo e ti giuro che la tua vita sarà così lunga, dolorosa e lenta che ti suiciderai da solo!
Entrambi i nostri nemici si mettono a ridere, un'altra volta. - Fai quasi paura, amore mio - scherza Derek. Gli do uno strattone cercando di scappare per andare ad aiutare Jeremy e così l'uomo fa un graffio sulla maglietta di Jeremy, vicino il suo cuore.
Del sangue esce dalla ferita mandandomi in confusione e poi nel panico totale.
- No, no, no, no! - urlo io.
- Sto continuando - canticchia l'uomo. Jeremy chiude gli occhi, lasciandosi scappare delle smorfie a causa del dolore che sta provando. L'uomo continua a fargli tagli su tutto il petto...
- Ok, ok! - urlo io, tentando di andare da Jeremy, nonostante la presa salda di Derek sui miei polsi.
- Non ho sentito - ribatte l'uomo procurando a Jeremy un altro taglio. L'ultimo taglio, mi sono detta per cercare di mantenere la calma.
- Ci sto! - urlo, in preda al panico. - Rimango qua con voi, lo giuro - esclamo piangendo. - Solo... lasciatelo stare - balbetto buttandomi a terra, esasperata. L'uomo lascia andare Jeremy e così corro da lui e mi butto letteralmente tra le sue braccia.
Trattiene il respiro stringendomi a lui più del dovuto. - Ti odio - mi sussurra. Sento le sue labbra baciare la mia tempia e mi sento tutto d'un tratto in paradiso, ma purtroppo la realtà mi riporta subito con i piedi per terra.
- Lo so, scusami - mormoro con il respiro spezzato dalla paura.
- Non è per questo, non è per il rapimento - risponde lui scuotendo la testa. Mi prende il viso con entrambe le mani e mi guarda dritto negli occhi. - Non saresti dovuta venire.
Scuoto la testa. - Stai delirando - borbotto toccandogli per la prima volta il viso. Guardo ogni centimetro del suo viso, della sua pelle; gli accarezzo la mascella, passo le dita sulla barba che sta iniziando a crescere. Non mi fermo un attimo, ho paura che questa sia la prima e l'ultima volta che l'accarezzo in questo modo.
Rabbrividisce e posa le sue mani sulle mie. - No, sei tu la pazza qua.
Derek mi afferra malamente per le spalle, facendomi alzare contro la mia volontà. Caccio indietro le lacrime. Jeremy si alza e avanza verso di me, furioso. - No, no - lo ammonisce l'uomo mettendosi davanti a lui. - La ragazza ha fatto una scelta.
Gli sorrido per cercare di infondergli un po' di quello che sento io: accettazione. - Tranquillo - mormoro.
- No, non sto tranquillo - ringhia Jeremy dando una spinta all'uomo, che a sua volta lo spinge. L'unica differenza è che la forza dell'uomo manda Jeremy dall'altra parte della parete.
- Ehi! Lasciatelo stare! - urlo io andando avanti nonostante Derek continui a tenermi per le braccia. - Abbiamo fatto un patto! - gli ricordo io. L'uomo a quel punto alza le mani e poco dopo prende Jeremy e lo porta fuori. Mentre sta per andarsene ci guardiamo, lui continua a lanciarmi occhiatacce.
Bel modo per ringraziarmi di averti salvato la vita.
Una volta buttato fuori Jeremy dalla porta d'ingresso e averla chiusa davanti a lui ritorna verso di me. Lo fulmino con lo sguardo. - Allora? - chiedo io. - Cosa volete fare adesso?
Derek fa spallucce. - Ucciderti - risponde.
Ovvio. Lo guardo dritto negli occhi per sfidarlo fino all'ultimo momento. Ma che novità, qualcuno mi vuole uccidere! - Come? Non potete - rispondo io quasi con un sorriso stampato sulle labbra.
- Ah no? - chiede l'uomo impugnando un pugnale. Lo stesso pugnale che aveva la ragazza che mi aveva attaccata all'Istituto un mese prima. - Già, a quanto pare quel piccolo incantesimo non ha fatto altro che mandare in infermeria quella povera ragazza.
Abbasso lo sguardo mordicchiandomi il labbro inferiore. Jeremy, mi dispiace così tanto. Scusati con Louis da parte mia... Avevate ragione, non dovevo fidarmi di Derek... così come non mi dovevo fidare di nessuno.
Che stai dicendo? Sento la sua voce nella mia testa, è tesa.
Hanno il pugnale, Jeremy gli rispondo. Derek fa per ferirmi quando mi scanso così velocemente da farlo quasi cadere a causa del suo scarso equilibro. Sento Josh avvicinarsi velocemente, dietro di me, e quando sento le sue mani afferrarmi i fianchi gli do una testata.
Il rumore secco e cruento del suo naso che si rompe mi fa sorridere. Ammicco. - Oh, e dai! Non potevate pensare veramente che mi sarei lasciata andare come una povera piccola bambina indifesa! - esclamo prima di dare una gomitata a Josh per farlo cadere a terra. Con un pugno riesco a fargli perdere i sensi una volta per tutte, ma dare tutta questa importanza ad una sola persona è stato un errore colossale. Derek ne approfitta, mi gira e infilza il coltello proprio vicino al cuore. Trattengo il fiato con gli occhi spalancati mentre lui si gode la scena.
Tieni duro, stanno arrivando i rinforzi pensa Jeremy.
Intanto però Derek mi fa cadere a terra, senza alcun sostegno, con ancora il pugnale dentro di me. Non riesco proprio a respirare. Il dolore è soffocante. Mi ritrovo a piangere dal dolore.
Cassie? Cassie, che sta succedendo?
- Sai - inizia Derek sedendosi vicino a me, - è stato facile farti pensare che provassi qualcosa per te. - Ride. - Fin troppo, dire. - Lo guardo, non riesco a parlare, solo ad emettere versi insignificanti. Il dolore è immenso, così forte da farmi capire a malapena le parole di Derek. - Oh, tranquilla. È normale - mi informa accarezzandomi dolcemente i capelli. - Il dolore, immagino. Anche perché stai perdendo molto sangue. - Mi toglie il pugnale facendomi sobbalzare per il dolore, fa un sospiro. - Ecco qua... Così dovrebbe andare molto più veloce. - Sento il sangue uscire dal mio corpo ancora più veloce di prima, bagnarmi tutta la maglietta e cospargere tutto il pavimento. Vedo tutto sfocato e ho così freddo che inizio a tremare. - Stai diventando pallidina, amore.
- Vaffanculo - gracchio io con fatica.
Ride. - La tua ultima parola. Carina - esclama.
Chiudo gli occhi, stanca, ma poi sento un rumore assordante e mi rendo conto che hanno sfondando la porta. Tutti iniziano ad urlare mentre i miei polmoni sembrano stiano per scoppiare, torturati e stanchi. Le urla cessano e così apro gli occhi, ma non riesco a vedere altro se non delle chiazze bianche e nere. Le mie labbra sono asciutte ed addormentate. Credo ci sia un sacco di gente, ma non riesco a riconoscerne nemmeno una.
- Cassie - urla qualcuno, dalla voce sembra Louis anche se mi sembra anche a rallentatore. Quel qualcuno non bene identificato mi prende in braccio facendomi ancora più male. Mi lascio sfuggire un gemito di sofferenza e guardo a terra: è pieno di sangue ed è tutto mio. Per la seconda volta mi rendo conto di quanto sangue ci sia in un solo corpo umano.
- Spostatevi - ringhia una ragazza. - Mettila a terra - ordina con ancora più convinzione. - Vi ho fatto entrare qua dentro, adesso me la fate guarire prima che sia troppo tardi - continua lei. Mi mettono a terra ma ormai non sento praticamente più niente, gli occhi ormai si chiudono da soli e sento solo a tratti quello che dice la ragazza. Sono troppo stanca per ascoltare e troppo debole per capire.
Da una parte sono felice, felice che tutto questo stia per finire. Non ho mai creduto alla vita dopo la morte, ma è bello pensare di rivedere mia mamma e mio papà. Sono felice perché questa non era la vita che avevo sempre voluto. La vita che mi sarebbe piaciuto avere era piena di bambini accanto all'uomo che amavo più della mia stessa vita; senza oscurità intorno, senza tutta questa paura.
Un mondo tranquillo, senza pericoli. Ma il mondo, la realtà, è tutt'altra cosa... è piena di pericoli. Pericoli che devi affrontare ogni giorno. È piena di dolore, ma a volte... A volte anche di felicità. Io ero felice con Iris, e forse... mi facevano ridere anche Caroline, Isaac ed Ivy.
Mi torna in mente la storia di Twilight e mi rendo conto di quanto anche la mia storia sia alquanto ridicola. In una cosa Bella aveva ragione: "la morte è serena - facile. La vita è più difficile". Forse non aveva tutti torti, forse quel libro non è veramente così stupido. Forse la verità è più stupida. Tutte queste leggende che alla fine si scoprono vere. In Twilight ci sono solo lupi mannari e vampiri, ma qua, nella vita reale, esistono molte più stranezze, come i Cacciatori e le Whitesun.
Ma quello che trovo più ingiusto, più ridicolo è l'amore, è il destino. Siamo davvero destinati ad una sola persona nella nostra vita, che potremmo anche non conoscere mai. Quella persona potrebbe essere nata e morta anni prima della nostra nascita.
Forse questo non è il mio posto.
Forse il mio posto non è qua, non con loro.
Non con la mia anima gemella e - adesso lo so - nemmeno con Derek.
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