Capitolo 25: Anime gemelle
È sera ormai, io ed Austin siamo stati tutto il girono fuori, tra un centro commerciale, il pranzo al cinese ed il parco mi sembra quasi che non sia cambiato niente e di averlo visto tutti i giorni da quando me ne sono andata, ma sappiamo entrambi che purtroppo non è stato così. Mi dispiace ammetterlo, ma purtroppo da quando è successa quella cosa a mio padre non avevo mai pensato sul serio ad Austin, non fino ad oggi. Comunque adesso stiamo qua ed Austin sembra aver capito... anche se infondo non sa praticamente niente.
Ci sediamo ad un tavolo da sei, tutti gli altri ancora non sono arrivati e questo non fa altro che agitarmi ancora di più. Non riesco proprio a capire il motivo di questa uscita a sei, potevo capire Ivy ed Isaac, ma Jeremy e Allison?!
– Come mai sei così agitata? – chiede Austin portandomi subito alla realtà.
Lo guardo. – Cosa? – chiedo. – Non è vero, non lo sono – rispondo io aggrottando la fronte.
– Cassie Moonic, ti conosco da sette anni, e tu sei agitata – ribatte lui sorridendomi, compiaciuto. Ed è vero! È imbarazzante quanto ogni volta riesca a capire cosa provo solo osservandomi, ma dopotutto è una delle mille cose che amo di lui. Nessun segreto, tanto è inutile.
Sbuffo. – È che... sta per venire questo ragazzo con la sua ragazza ma io... provo qualcosa per lui e mi ha detto che la stessa cosa vale per lui, ma per qualche motivo sta ancora insieme alla sua ragazza. – Scuoto la testa sentendomi ridicola, stare così per un ragazzo fidanzato o comunque per un ragazzo mi disgusta. Dov'è la vecchia me? Non ero così, non mi facevo affatto influenzare dal fatto di essere innamorata prima, quindi cos'è cambiato? Tutto in realtà, ma questo non significa che io debba cambiare.
– Ti ha detto che ti ama? – chiede, annuisco. – Non credi che se ti amasse veramente l'avrebbe già lasciata quella ragazza? – Sento il mondo crollarmi addosso e lui lo sa benissimo, mi mette una mano sopra la mia. – Mi dispiace dirtelo in modo così schietto, ma devi sapere quella che secondo me è la verità.
Faccio per dire che non fa niente e che ha ragione quando sento la voce squillante di Ivy esclamare: – Eccovi! – così alzo lo sguardo verso l'entrata e guardo Ivy con accanto Isaac e poi Jeremy ed Allison, entrambi però non sembrano molto felici di vederci e devo dire che la cosa vale anche per me. – Ciao! – saluta Ivy. – Piacere, Ivy. – Austin si alza per stringere la mano di Ivy e di tutti gli altri. Dopo tutte le presentazioni ci sediamo: Isaac a capotavola, Ivy tra lui e me, Austin accanto a me e davanti a noi ci sono Jeremy ed Allison.
– Allora, che prendiamo? – chiede Isaac prendendo il menù. – Amore, tu vuoi la pizza, giusto? – chiede guardando Ivy, che annuisce subito. – Margherita? – Ivy annuisce ancora una volta con occhi sognanti ricordandomi che anche il mio stomaco esiste, e sta borbottando per la fame.
Austin scoppia a ridere e così mi giro verso di lui, divertita. Appena capisco il perché rido anch'io ma cerco di trattenermi tanto quanto Austin. – Anch'io prendo la margherita – dice Austin, poi mi guarda, rosso in viso per lo sforzo dal trattenersi dal ridere. – Ce la dividiamo come sempre? Qua le fanno enormi.
– Cosa c'è da ridere? – chiede Jeremy, che sembra molto infastidito con la sua espressione distaccata e più fredda che mai.
– Una volta, quando stavamo ancora insieme, siamo andati a mangiare una pizza con i suoi genitori. Al padre non sono mai stato molto simpatico...
– Oh, non è vero! – esclamo io dandogli un pugno sul braccio.
– Si, invece – risponde lui ridendo. – Cercava di fare il carino ma continuava a fulminarmi con gli occhi. Comunque, io e Cassie c'eravamo messi insieme da poco e il padre ancora non si fidava di me, nonostante mi conoscesse da anni, e così quando ci portarono le pizze suo padre, che aveva una pizza margherita, mi disse "bando alle ciance, se fai soffrire mia figlia tornerò in questo ristorante solo per prendere la stessa, identica pizza che adesso ho tra le mani per tirartela in faccia. E sarà solo l'inizio".
Scoppio a ridere mettendomi le mani davanti al viso, imbarazzata e divertita allo stesso momento. – Austin rimase in silenzio, era completamente bianco, non me l'ero aspettato nemmeno io quindi figuriamoci lui! – Scuoto la testa ridendo. – Così dissi a mio padre di smetterla e lui disse semplicemente "che c'è? Deve sapere chi ha davanti" – aggiungo io. Austin, Ivy e Isaac stanno ridendo, i soli a sembrare ad un funerale sono Jeremy ed Allison, che continua a lanciare occhiatacce a Jeremy.
Austin prende la mia mano che sta sul tavolo per poi stringerla forte, so benissimo che fa quel gesto solo quando si sente in imbarazzo così lo guardo e gli sorrido. A quel punto Jeremy si alza dalla sedia. – Scusatemi, devo andare un attimo in bagno. – Faccio per dire qualcosa, visto che sembra ancora più infastidito, ma mi fulmina con lo sguardo e così lascio stare. Poco dopo si alza anche Allison per raggiungere Jeremy e lo stomaco sembra rivoltarsi.
– Spero per te che non sia il ricciolino, perché quello è cotto della sua ragazza. Spero che tu prova qualcosa per quello che è appena andato in bagno, perché o ha problemi a controllare la sua rabbia anche quando non sta succedendo niente oppure è geloso. Io proporrei la seconda. – Il mio cuore fa un balzo e non posso fare a meno di sorridere.
– Dovevate amarvi molto voi, eh? – chiede Ivy con gli occhi che lanciano scintille. È questo che mi piace di Ivy: è sempre ottimista e romantica, così romantica che sembra quasi una bambina.
– Eravamo innamorati – risponde Austin, sorrido abbassando lo sguardo, imbarazzata. – Molto innamorati – mormora dopo poco tempo guardandomi con la coda dell'occhio. Allison si siede, più arrabbiata di prima, facendo innervosire ancora di più Austin. – Tutto bene? – chiede.
– Si – risponde lei sputando acido e sto per risponderle male ma arriva anche Jeremy e in più Austin capisce tutto e mi stringe la coscia facendomi sussultare. Jeremy abbassa lo sguardo su di me e poi ancora più giù, spalanco gli occhi rendendomi conto a quello che sta pensando e così tolgo la mano di Austin e la stringo per poco e poi la lascio. Intanto Jeremy fa una smorfia disgustata e guarda dall'altra parte, facendomi sentire ancora più in imbarazzo.
Poco dopo arrivano tutte le pizze ed iniziamo a mangiare, Ivy ed Isaac iniziano a parlare del più e del meno, di come si sono incontrati. – Stavo in salone in cerca di un libro decente, poi entrò Isaac e la prima cosa che vidi furono i suoi ricci. – Scoppiamo tutti a ridere. – Amavo quei ricci, amo questi ricci! – esclama lei ridendo. – E... non so, immagino sia stato amore a prima vista, o almeno per me. – Si gira verso il suo ragazzo e gli sorride, così lui scuote la testa sorridendo e la bacia, entrambi riescono a contenersi però... Grazie a Dio.
Rimango per un po' a pensare che quell'espressione ha fatto Isaac prima di baciarla assomigli tanto a quella che ha fatto Jeremy quand'eravamo in macchina, prima di dire: "tu non hai idea di quello che mi fai". Arrossisco un po' e alzo lo sguardo verso Jeremy, che già mi sta guardando. Entrambi sussultiamo e abbassiamo lo sguardo quando Austin chiede ad Ivy: – Scusami, ma che ci faceva nel tuo salone? Voglio dire, la gente non entra nei saloni altrui come se niente fosse, o sbaglio?
Sento il sangue gelarsi nelle mie neve e tutti al tavolo sbiancano tanto quanto me. – No, no, infatti ero il figlio degli amici del padre, che ci aveva invitato a pranzo – risponde subito Isaac, anche se abbassa lo sguardo continuamente.
Austin non sembra molto convinto ma fa finta di niente e tutti ricominciamo a mangiare, anche se l'atmosfera si è molto raffreddata. Stranamente è Allison a parlare per prima. – Come mai non parlate più delle vostre avventure amorose? – chiede guardando prima me e poi Austin.
Cerco di ucciderla con lo sguardo, ma purtroppo non ci riesco. – Non ci piace molto parlare mentre mangiamo – rispondo io continuando a fulminarla con gli occhi. È più forte di me: la odio.
– Wow! – esclama lei ridendo. – Avete molte cose in comune. – Che gioco sta giocando? Non riesco a capirla, maledizione!
Austin però fa una mezza risata. – Si, è vero – risponde lui guardandola. – Quando stavamo insieme tutti dicevano che, secondo loro, eravamo anime gemelle.
Ed ecco il finimondo. Ivy si strozza con un pezzo di pizza, Jeremy sembra diventare più bianco ogni secondo di più, Allison è rossa in viso... Chiudo gli occhi, mortificata. – Guarda su, amore – borbotta Isaac dando dei colpetti sulla schiena di Ivy, entrambi sono rossi in viso, la differenza è che lei si sta ancora strozzando con il pezzo di pizza.
– Ho... ho detto qualcosa che non va? – chiede Austin, immobile e nervoso. Odia fare qualcosa di strano, qualcosa che non va, anche se sa di essere strano.
Faccio per parlare ma Allison mi precede. – Oh, non la sai? – chiede Allison, furiosa. – I due piccioncini qua, Cassie e Jeremy, sono veramente anime gemelle. – Chiudo un'altra volta gli occhi e mi giro verso Isaac tenendo la testa tra le mani. Non l'ha fatto veramente, non può averlo detto. L'ammazzerei. Se non fosse un crimine l'avrei già ammazzata.
Austin ride, confuso. – Cosa? – chiede lui cercando il mio sguardo. Anche se sono ancora girata verso Isaac, chiedendogli aiuto in silenzio, so benissimo che Austin sta cercando i miei occhi.
– Non lo sapevi? – chiede Allison continuando a sputare acido.
– Allison, basta – mormora Isaac, arrabbiato. Sento lo sguardo di Jeremy addosso, in realtà sento praticamente lo sguardo di tutti addosso! So che Jeremy è infuriato tanto quanto me, ma per qualche motivo non sta cercando di fermare la sua ragazza. Forse lui sperava che questo accadesse.
– Cosa c'è? Perché non hai detto la verità, Cassie? – chiede Allison, apro gli occhi solo per guardarla male. – Per caso volevo provare ad andare a letto pure con lui, tanto per vedere se riuscivi ad innamorarti di qualcun altro, magari non impegnato?
Rimango senza parole, senza fiato. Non lo sta facendo veramente, non sta rovinando tutta la giornata. Questo è un incubo. Non sta succedendo davvero.
– Allison! – ringhia Jeremy, rosso in faccia; sta cercando di non urlare. – Non provare a rivolgerti a lei in questo modo!
– Cassie, che sta succedendo? – mi chiede Austin guardandomi con quei suoi occhioni neri.
Rimango in silenzio per un po' con il respiro affannato e il cuore a mille. – Austin, è... è una lunga storia – balbetto io cercando di mantenere la calma e di non iniziare ad urlare contro a tutti, Ivy compresa. Perché io non volevo fare quest'uscita, ma lei ha continuato a tartassarmi, come fa sempre, insieme al suo ragazzo. E adesso sono in difficoltà, Austin continua a guardarmi più confuso che mai, mentre m'implora silenziosamente di dirgli la verità.
– Oh guarda, in realtà non è poi così lunga... – continua Allison, ma Jeremy alza le mani per poi sbatterle sul tavolo facendo un rumore assurdo, tutti sobbalziamo e la gente che sta cenando si gira verso di noi.
– Ti accompagno a casa, Allison – ringhia Jeremy a denti stretti, ora è veramente furioso.
Allison gli fa un finto sorriso. – Grazie, ma ci vado da sola – risponde lei, per poi alzarsi ed andarsene.
Mi metto un'altra volta le mani davanti al viso, distrutta. – Cassie? – mi chiama Austin, ma adesso si sta arrabbiando e lui può essere crudele con le sue domandine quand'è veramente arrabbiato. Faccio un respiro profondo per non urlargli contro.
– Credo... vi serva un po' di tempo – dice Ivy alzandosi dalla sedia, tutti la seguono per lasciarci un po' di tempo a disposizione, ma come faccio a dirgli in un ristorante tutta la verità?!
Ma come faccio a non dirgliela? Quindi quando per l'ultima volta mi chiede cosa diavolo sta succedendo gli racconto tutto, dalla prima cosa all'ultima, senza tralasciare niente. Ha il diritto di sapere ogni singolo dettaglio di questo casino; dalla "morte" di Iris e l'incontro di Derek agli orribili esseri che ho dovuto affrontare nella caverna. E ora è tutto bianco. – Ho bisogno di un po' d'aria – mormora alzandosi, faccio per seguirlo ma si ferma. – Da solo – aggiunge, lo guardo dispiaciuta. – Scusami ma non ti voglio accanto adesso. Prende ed esce dal ristorante, e io mi sento più pesante del solito.
– Qualcosa mi dice che non è andata molto bene – borbotta Isaac tornando insieme agli altri, sembrano tutti dispiaciuti ma ormai è troppo tardi per esserlo.
Guardo il mio piatto mentre sento la rabbia crescere dentro di me, guardo tutti e non ne salvo nessuno: cerco di fulminarli con lo sguardo ma purtroppo nessuno sembra morire. Non dovevamo fare quest'uscita, l'avevo detto ma loro no, dovevano farla per forza. – Grazie – esclamo io guardando Jeremy, che abbassa lo sguardo. – Grazie davvero! – Sposto in malo modo la sedia facendo un po' di rumore e me ne vado dando una spallata a Ivy visto che non sembra volersi spostare.
Appena esco dal ristorante per andare da Austin mi dice: – Cassie, devo stare un attimo da solo – senza nemmeno girarsi verso di me, sa già che sono io.
E per quanto possa capirlo non riesco proprio a dargli ascolto, non posso lasciarlo solo. – Ti capisco – ribatto io andando vicino a lui. – Ma devi sapere che l'ho fatto per proteggerti. Ho sempre pensato che fosse meglio così...
– Lo so ma come fai a proteggermi in questo modo? – chiede guardandomi ma senza girarsi del tutto verso di me, il mio stomaco si stringe a causa del senso di colpa. – Non ce l'ho con te, ok? È che... non riuscivo a capire cosa ci fosse di diversi in te, ma adesso ho capito: sei cresciuta tantissimo e il tuo coraggio, il tuo essere sempre così... Questo sta facendo di te una bellissima ragazza. – Sento le lacrime arrivare. – Vieni qua – mormora abbracciandomi. – Ti voglio bene, Cassie. So che non mi sono comportato molto bene, che non mi sono fatto sentire in questi ultimi mesi, ma...
Lo fermo mettendo una mano davanti la sua bocca. – Non ce n'è bisogno, Austin. So il perché. Eri distaccato per quello che avevo cercato di fare quando mi hai lasciato.
– Sei stata la cosa più vera, il sentimento più vero che mi sia mai capitato e quello che è successo quella mattina... – La porta dietro di noi si apre e quando mi giro vedo Jeremy, che ci guarda come se stesse cercando di capire se è tutto ok. – Tu eri già distrutta per la perdita di tua madre ed io non ho fatto altro che peggiorare le cose.
– Non è stata solo colpa tua, Austin; ho cercato di comprarti facendo sesso con te, è normale che questo ci abbia fatti allontanare più del dovuto. Mi dispiace, è solo che... non stavo bene. Avevo bisogno di aiuto ma non sapevo quale tipo di aiuto.
– Lo so, ma ero soprattutto arrabbiato con me! – esclama lui, aggrotto la fronte, confusa. – Io ti amavo e per quanto sapessi che fosse sbagliato... una parte di me voleva solo mandare a fanculo tutto e stare con te. Ero ancora innamorato di te e ti stavo lasciando! E... e ti ho fatto ancora più male, ma...
– No, smettila – mormoro io abbracciandolo. – Sapevo che mi amavi ancora, era per questo che ho agito in quel modo: non riuscivo a capire, ma poi ho capito ed è questo l'importante.
– Ti voglio così bene, Cassie – mormora lui stringendomi a lui e nascondendo il viso nei miei capelli.
Lo accarezzo chiudendo gli occhi, per la prima volta dopo tanto tempo in pace con me stessa e con il mondo. Tra le sue braccia riesco a respirare come se fosse tutto normale, come se la vita fosse ancora la mia e non si fosse sgretolata tanto tempo fa. – Anch'io ti voglio bene, Austin. Tantissimo.
– Dai, entriamo, i tuoi amici ci stanno guardando – esclama lui accennando una risata, purtroppo però riesco a capire benissimo quando sta fingendo di stare bene e adesso è uno di quei momenti. So che è normale, qualsiasi persona sarebbe scioccata dopo una notizia-bomba come quella che gli ho dato, ma vorrei solo che mi guardasse e mi dicesse che deve andare a casa.
Jeremy è insieme agli altri e nemmeno ci guarda quando entriamo, cosa che invece fanno tutti gli altri. Stranamente la serata procede abbastanza bene, Austin sembra essersi ripreso e continua a parlare delle nostre "avventure" visto che Ivy continua a chiederne altre; ogni volta mi viene da ridere, perché purtroppo è impossibile dire di no ad Ivy, soprattutto quando entra in fissa con qualcosa. In questo caso sembra essere entrata in fissa con la relazione tra me e Austin.
– E così – continua Austin, – sua madre mi guarda e mi dice "so quello che avete fatto" ed io ero tipo"cosa?!". – Tutti scoppiamo a ridere, l'unico che non si sembra divertire è Jeremy ma faccio finta di non notarlo. – Così la madre, dopo un lungo momento di silenzio, mi dice "ho visto le foto, Austin".
Rido mettendomi le mani davanti al viso. – Vi giuro che in quel momento pensavo che Austin sarebbe svenuto davanti a mia madre! – esclamo io e così tutti si mettono a ridere un'altra volta.
– Si, è vero! Mi girava la testa e non sapevo come spiegare alla madre della mia ragazza che avevamo saltato scuola più volte per andare a sporcarci di fango con quelle strane moto! Insomma, pensavo non me l'avessero più fatta vedere e invece ad un certo punto si è messa a ridere.
– Mia madre era così – spiego ad Isaac e Ivy, visto che sembrano entrambi confusi dalla reazione di mia madre. – Prima faceva la parte della madre arrabbiata, solo per farti cagare un po' in mano, e poi iniziava a scherzarci su.
Ivy sorride con gli occhi sognanti. – Che bello – mormora, e mi rendo conto che anche a lei deve mancare molto la madre, o forse la figura materna in generale, visto che sua madre morì quando lei aveva solo cinque anni. Parla di lei molto raramente ed io cerco sempre di non obbligarla a farlo, perché so benissimo come possano fare male i ricordi.
– Devo proprio andare! – esclama Austin guardando l'orologio al polso che ha da così tanto tempo che mi sembra essere nato con quel coso al polso. – Se voglio rimanere vivo. Mia madre sarà incazzata nera, non le ho più fatto sapere niente! – esclama lui ed io mi rendo conto che ha ragione: non le abbiamo più fatto sapere niente. Mi da un bacio sulla guancia e saluta tutti gli altri con la mano. – Questi sono i soldi... – mormora lui posando sul tavolo dei soldi. – Ciao, è stato un piacere cenare con voi – dice lui andandosene. Si gira per guardarmi e mi fa segno di chiamarlo così annuisco, ma poco dopo va a sbattere contro un uomo che esclama un: – E sta attento! – Faccio una smorfia per poi scoppiare a ridere, così Isaac e Ivy si girano verso Austin, che è intento a scusarsi con l'uomo ma quest'ultimo non sembra dargli molto tempo visto che prende e se ne va. Austin mi guarda un'altra volta e fa spallucce, mi sorride e se ne va una volta del tutte.
– Che cretino – scherza Ivy guardandomi. – Comunque è migliorato molto.
– Ehi! – esclama Isaac stringendola a sé e così Ivy si mette a ridere. Quanto le piace farlo morire di gelosia?!
– Tranquillo amore – lo tranquillizza lei dandogli un bacio a stampo. – Tu sei il più bello di tutti. – Isaac sembra essersi calmato e così la bacia. Un'immagine mi passa davanti: io e Jeremy sul letto mentre ci baciamo. Mi giro per guardarlo ed incontro subito il suo sguardo, sento una scossa percorrere tutto il mio corpo. Da quant'è che mi sta guardando?
– Vabbé – esclama Isaac. – Andiamo? – Mette un po' di soldi sul tavolo e Jeremy fa lo stesso.
– Si – risponde Ivy alzandosi, faccio lo stesso anche se con meno entusiasmo.
Una volta tornati all'istituto salgo su dopo aver salutato Isaac e Ivy, di Jeremy non c'è neanche più l'ombra o il suo profumo. Quando entro in camera e faccio per buttare il mio giacchetto sul letto faccio un balzo: Jeremy. Cerco di mantenere il controllo anche se con lui è praticamente impossibile. Ci riesco, riesco a non urlargli contro come una matta. – Che ci fai in camera mia? – chiedo freddamente chiudendo la porta dietro di me.
– Scusami – dice lui continuando a guardare per terra. –È che – alza lo sguardo e per la prima volta in tutta la serata sembra veramente triste, – mi volevo scusare per come si è comportata Allison prima.
Sbuffo buttando sul letto il giacchetto. – È stata veramente stupida – ringhio per poi allacciarmi i capelli e mettermi davanti a lui con le braccia incrociate. – Ora puoi andare.
– Mi dispiace che tu ti sia svegliata senza che io fossi lì, accanto a te. Ti eri appena svegliata e mi hai visto con lei, ma...
– Lascia stare, Jeremy. Non ho voglia di parlarne, in realtà non ho proprio voglia di parlare, quindi figuriamoci con te. Sei pregato quindi di andartene – lo fermo io, troppo stanca per iniziare un argomento come questo.
– No, tu continui a non farmi spiegare! – esclama lui, arrabbiato. – Io e lei non siamo mai stati insieme! Mai! E lei sa benissimo che tra noi due è finita, visto che le avevo già spiegato la situazione prima di partire, ma siamo comunque legati in qualche modo e quindi quella mattina stavamo facendo colazione insieme. Tutto qua. – Guardo il bagno, arrabbiata, senza aggiungere niente. – Sta sera ho pensato a quanto quel Austin sia stato fortunato. Si, insomma... ha incontrato la te spensierata, i tuoi genitori... Io avrei voluto conoscere i tuoi genitori e avrei voluto che tu conoscessi i miei, ma lui ha incontrato i tuoi genitori, lui è stato con la te spensierata. – Scuote la testa ridendo. – Hai scelto lui. E avrei voluto essere io quel ragazzo, quello con cui sei stata per più di un anno, quello che scherzava con i tuoi genitori. – Sbuffa. – È stata una serata orribile. C'eravate tu e lui, ridevate e continuavate a raccontare tutti i vostri momenti ed io non facevo altro che chiedermi se ti avrei mai avuto anch'io come la mia fidanzata. Mi sono chiesto ripetutamente cos'avesse lui in più di me. Mi hanno sempre detto che sono un bel ragazzo, perfetto, ma sta sera vi ho visti insieme e ho pensato "ne siamo sicuri?". – Abbasso lo sguardo per non fargli vedere che mi sto commuovendo. – Poi quando siete usciti volevo vedere se era tutto ok, visto che era colpa mia se Austin era sotto shock, ma quando sono uscito voi stavate semplicemente parlando. – Si ferma per un po'. – Non ho ben capito di cosa, se di sesso o altro e non lo voglio nemmeno sapere!
Mi si stringe il cuore a vederlo così, e so che in realtà vuole sapere la verità. – Stavamo parlando di come ci siamo allontanati da quando mi ha lasciata – rispondo quindi io. – Soprattutto perché io ho provato a comprarlo con il sesso, senza riuscirci però. – Scuoto le spalle. – Non riuscivo a pensare lucidamente in quel periodo, non m'importava poi così tanto la mia verginità dal momento che avevo problemi molto più gravi.
Mi guarda per un po' a bocca aperta, sicuramente pensando al fatto che in realtà io sono ancora vergine. Scuote la testa, rosso in viso. – Devi sapere che io e Allison non ci siamo più sfiorati da quando le ho fatto capire che non volevo nessun'altra relazione al di fuori di quella che avevo con te. – Si alza e va verso la porta. – Quindi... cos'è successo con Cody?
Alzo gli occhi al cielo. – Quello stronzo mi ha mentito. Sapeva benissimo che io non mi ricordavo niente di quella sera e così mi ha mentito dicendomi che eravamo andati a letto insieme solo perché secondo lui sono una bella ragazza.
Scuote la testa ridendo, ma si vede che è arrabbiato. – Coglione. – Mi guarda per un po'. – Mi dispiace però se ci stai male.
Faccio spallucce. – Sto meglio. E comunque questo mi fa sentire meno in colpa, visto come si era comportato prima di partire... pensavo quasi che l'avessi tradito. – Mi fermo a guardarlo pensando a quella sera. – Con te. – Scuoto la testa. – Anche se in realtà non stavamo insieme, lui lo sapeva benissimo, ma mi dispiaceva comunque per lui.
– Non devi, è un coglione. Mentire per averti accanto è da stupidi, soprattutto se si tratta di mentire su sesso, visto che sei... vergine – ribatte lui arrossendo un po', lo trovo adorabile quando s'imbarazza. – Buonanotte, Cassie.
Abbasso lo sguardo ricordandomi quella sera, quando abbiamo dormito insieme. Quel suo "buonanotte, Cassie" era molto meglio di questo. – Quindi? – chiedo io, e così si gira chiudendo la porta. Vuole andarsene, si vede, ma devo sapere. – Mi dici tutte queste cose carini e dolcissime e poi te ne vai così? – Aggrotta la fronte, confuso. – Dici che vorresti essere il mio ragazzo ma poi non ci provi nemmeno!
– Perché non ha senso! – esclama lui alzando le braccia al cielo. – Perché dovresti stare con uno come me quando hai un tipo come Austin?! Bello, dolce e simpatico. Non ci provo nemmeno, perché che mi ami ma ha veramente importanza quando hai accanto uno come quello?!
Mi guarda tristemente. Jeremy senza autostima è come un bambino senza la mamma. Non può essere vero, e fa così male vederlo così. – Forse perché sei la mia anima gemella e ti amo veramente. Non amo Austin, amo te.
C'è un momento di silenzio, nessuno dei due si muove ed io m'innervosisco ogni secondo di più, continuo a pensare che ho parlato senza pensare e questo non va bene, calcolando il fatto che gli ho detto che lo amo. I miei pensieri si cancellano del tutto quando strizza gli occhi per qualche strano motivo e poi viene verso di me a passo deciso. Prende il mio viso con tutte e due le mani e mi bacia con trasporto, facendomi sentire tutto quello che sta provando, facendomi capire quanto sia amareggiato per la storia di Austin. Rabbrividisco sentendo ogni cosa, ogni emozione di lui.
Poi però mi ricordo che lui sta con Allison e lo allontano. – No, aspetta – borbotto io. – Tu e Allison. Mi devi spiegare cos'è successo perché non mi sembravate solo amici.
– Non ci siamo più toccati da quando io e te abbiamo deciso di provarci, nemmeno quando hai deciso che io e lei stavamo insieme solo perché stavamo nello stesso tavolo. Lei ha detto che prova qualcosa per me, non posso semplicemente cacciarla, Cassie, anche lei ha un cuore.
– E tu, provi qualcosa per lei? – chiedo io sapendo già la risposta. In teoria non dovrei saperla, ma l'ho sentito nel pullman quando le ha detto che prova qualcosa per lei, e che non era niente da sottovalutare. Infatti rimane in silenzio per un po' e quando fa per parlare lo fermo. – So già la risposta, è inutile che inizi a dire che è complicato. – Rimango a pensare un po' sul da farsi. – Non so cosa dire, non so cosa fare. – Sbuffo mettendomi indietro i capelli. – Ho bisogno di un po' di tempo per pensarci, Jeremy.
Aggrotta la fronte. – Ma... ma hai appena detto che mi ami, mi hai appena baciato...
– Lo so, lo so – esclamo io. – Ma l'ho fatto senza pensarci.
– E non potremmo semplicemente non pensare alle altre persone?
Scuoto la testa. – No, mi dispiace. Non è così che funziona. Allison esiste, dobbiamo pensare anche a lei e tu provi qualcosa per me. Io sono sicura che... Non ho mai provato niente di eccessivo per due persone nello stesso momento! – sbotto io. – E tu ora vieni qua e dici di amare me e di provare un qualcosa per quella che non è da sottovalutare. È ovvio che questa cosa non mi vada bene, Jeremy!
– Come puoi pretendere il contrario?! – esclama lui. – Dio, Cassie! È da un anno che andiamo a letto insieme, come puoi pensare che io non provi già più niente per lei?!
Scuoto la testa. – Ci devo pensare, perché se fosse per me ora come ora senza pensarci ti direi di andartene e tornare quando i tuoi sentimenti saranno solo per me.
– Quindi io ora cosa dovrei fare? – chiede.
– Non lo so, quello che ti dice il cuore? – chiedo io con ironia, questa battuta sembra farlo arrabbiare ancora di più, sbuffo. – Non lo so, Jeremy.
– Quindi devo aspettare il tuo responso – ringhia.
– Non sei obbligato a fare niente – ribatto io sulla difensiva, scuote le spalle e se ne va senza dire niente, eppure non sembra arrabbiato ma scoraggiato. Non faccio in tempo a sbuffare che il cellulare inizia a squillare, il numero è sconosciuto. – Pronto? – chiedo guardando la porta ormai chiusa.
– Ciao – dice una voce strana che mi procura una strana fitta allo stomaco.
– Chi parla? – chiedo aggrottando la voce mentre il panico sembra farsi strada nella mia testa e nel mio corpo. Odio ammetterlo ma il mio primo impulso è quello di correre da Jeremy come una di quelle ragazze cretine e cacasotto che non riescono a difendersi da sole, ma io posso benissimo difendermi senza l'aiuto di un maschio.
– Ti è piaciuto il regalo di compleanno?
Il mio cellulare cade a terra e quasi penso che si sia rotto, ma non m'importa, ormai ho completamente perso la testa. Indietreggio fino a sbattere contro il muro e qualcuno inizia a ridere, mi metto una mano davanti la bocca, più scioccata che mai, e strizzo gli occhi per non far uscire le lacrime... o magari farle uscire, in realtà non lo so nemmeno io. Non riesco a respirare. – Fai con calma, ti aspetto – aggiunge la strana voce.
Faccio un respiro profondo e prendo un'altra volta il cellulare. – Chi sei? – chiedo con voce determinata, ora sono arrabbiata o almeno è quello che gli voglio far credere, non so nemmeno io cosa sto provando e ora come ora non lo voglio sapere.
– Un amico dei tuoi genitori – risponde l'uomo e il mio cuore fa un balzo. Ora mi gira la testa.
– Che vuoi dire? – chiedo io con voce tremante.
– Che ho ucciso io tua madre – risponde lui come se niente fosse.
Trattengo il respiro. – Cosa vuoi da me?! – urlo io per poi sedermi a terra con la testa che sembra stia per scoppiare.
Si mette a ridere come un matto. – Voglio che tu venga da me, voglio che mi porti il pugnale.
– Perché dovrei venire? Mi ucciderai di sicuro – rispondo io sputando acido.
– Vedi, il problema è che non ti farei mai del male. – Ride ancora una volta. – Mi ricordi troppo tua madre, ma dimmi, chi sarà il prossimo?
Attacco subito, sono troppo scioccata addirittura per capire se sto piangendo o meno, esco fuori dalla camera girovagando per i corridoi in uno stato confusionale per un po' di tempo, continuo a guardarmi intorno senza veramente vedere le cose intorno a me fino a quando un ragazzo, Harry non esclama: – Ma chi è che passeggia per i corridoi a quest'ora?! – Poi mi vede e ride. – Ah, Cassie Moonic! Come stai? L'ultima volta che ti ho vista sei scappata dalle mie braccia come Cenerentola. – Aggrotta la fronte. – Non mi sembri molto in forma. Non sarà mica per causa mia, vero? Se vuoi ci possiamo vedere uno di questi giorni, potrei benissimo far in modo che spunti un sorriso spontaneo. – Accenna un sorriso avvicinandosi a me in un modo che non mi piace.
– No, grazie. – Faccio per andarmene quando lui mi prende per il polso e lo stringe. – Lasciami andare subito – ringhio. – Ho da fare, non devi starmi tra i piedi.
Fa per dire qualcosa ma Isaac spunta dal nulla. – Che sta succedendo qua? – chiede incrociando le braccia e guardando male Isaac. – Cassie? – mi chiede quando Harry lascia andare il mio polso. Abbassa lo sguardo verso la spada che senza nemmeno accorgermene ho preso dalla sala armi. Ma cosa sta succedendo?! – Cassie, dove stai andando?
– Da Austin – rispondo io guardando Harry che sta tornando nella sua stanza, ogni tanto si gira e mi lancia occhiate come per avvisarmi che non è finita qua e che prima o poi andremo a letto insieme. Scuoto la testa ed esco dall'Istituto facendo finta di non notare i passi di Isaac.
– Da Austin? Ma è tardissimo! – esclama lui affiancandosi a me. – Che sta succedendo, Cassie? – chiede, ancora più preoccupato.
– Lo devo proteggere – rispondo entrando dentro la macchina.
– Da chi? – chiede lui aggrottando la fronte.
– Non lo so. – Accendo la macchina e parto, lasciando alle spalle l'Istituto.
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