Capitolo 21: Paura
La stessa donna che mi ha dato quella bevanda mi sveglia dicendomi che stiamo per atterrare. Sbatto più volte le palpebre per cercare di vedere meno sfogato, la gola è secca e così anche le labbra, che mi bagno con la lingua. Mi gira la testa e mi sembra di avere un mitra dentro il cervello, mi siedo bene visto che sto per cadere a terra e quando mi ricordo bene tutto quello che è successo mi giro verso la poltrona di Jeremy. Sussulto accorgendomi che mi sta guardando in modo strano. - Oh, sei viva allora. Pensavo fossi morta - borbotta guardandomi più serio che mai.
- Dio, mi fa male la testa - mormoro io tenendomi la testa tra le mani, perché mi fa veramente male, non sto facendo la vittima. Faccio un respiro profondo e mi metto indietro i capelli. - Non capisco... Dio...
- È la bevanda - risponde Jeremy fermandomi. Aggrotto la fronte togliendo le mie mani dai capelli dopo aver capito che è inutile cercare di lisciarli. Ride. - La bevanda che ti hanno dato prima serve a dormire, ma ad alcune persone può fare male. A quanto pare non tolleri alcune erbe che ci sono dentro. Sono in molti veramente, ecco perché Louis cerca di darci altri tipi di pozioni per dormire meglio.
- Ma... perché cazzo non me l'hai detto? - sbotto io, scocciata.
- Modera i termini, sei una ragazza! - esclama lui, solo per infastidirmi ancora di più. Faccio per mandarlo a fanculo quando mi ferma. - Magari volevo che dormissi tutto il viaggio. Mi rilassa molto non sentire la tua voce. - Le mie labbra diventano una linea sottilissima, per un paio di secondi lo guardo malissimo, poi però mi giro verso il finestrino. Sta esagerando, sta proprio esagerando. Non ha il diritto di trattarmi in questo modo ed io di certo non devo fargli capire che mi sta facendo male. Quando atterriamo Jeremy è il primo ad alzarsi, ma io proprio non ci riesco: siamo arrivati e questo significa che sta per succedere quello per cui sono nata, ma ho veramente paura. - Hai intenzione di rimanere su quest'aereo? - chiede Jeremy acidamente riportandomi sulla terra. Sussulto e divento subito rossa in faccia, mi alzo e rimaniamo per un po' a guardarci, cerco di fargli capire quanto cazzo lo sto odiando in questo momento, poi quando capisco che non sarà lui ad abbassare lo sguardo gli do una spallata e me ne vado.
Dopo essere usciti dall'aereo entriamo dentro una macchina, alla guida c'è un uomo ma non sembra un vero e proprio uomo visto che ha delle mani bianchissime con le unghie lunghe e sporche; stringo la mia maglietta sentendo un brivido passare per tutto il mio corpo: fa freddissimo.
- Te l'avevo detto che saresti morta di freddo - annuncia Jeremy quasi sorridendo.
Faccio finta di niente e prendo il mio zaino per prendere la felpa. - Jeremy - inizio io sospirando, - te lo dirò una volta e basta: se non la smetti di darmi fastidio in questo modo non solo ti lascerò ma farò anche in modo che tu domani mattina non venga con me dentro quella fottutissima grotta. - Mi giro verso di lui per vedere la sua reazione: mi sta guardando male con la mascella pronunciata. - Sono stata abbastanza chiara? - chiedo quindi.
- Cristallina - risponde Jeremy continuando a tenere lo sguardo fisso su di me.
- Bene, ne sono felice - ringhio io accettando in silenzio la sfida degli sguardi assassini. Poco dopo però la macchina si ferma e siamo costretti a smetterla, quindi usciamo dalla macchina e se ne va subito sgommando. Faccio a malapena in tempo ad indietreggiare, troppo spaventata per tirare lo zaino e cercare quindi di danneggiare quella maledettissima macchina.
- Schiavi ingrati - ringhia Jeremy. Lo guardo scioccata, come per chiedergli chi sono. - Dio, a volte mi chiedo veramente con quali criteri ti hanno proclamata Cacciatrice. - Alzo gli occhi al cielo. - Dai, entriamo.
Sbuffo raggiungendolo. L'idea di stare in una casa con solo Jeremy ora come ora non mi fa impazzire di gioia, anzi. Sono sicura che questa nostra discussione sia solo perché entrambi siamo molti nervosi all'idea di entrare in quella maledettissima grotta, ma resta il fatto che oggi ha continuamente cercato di ferirmi. - Aspetta, Jeremy - ringhio io, si gira verso di me con le chiavi in mano. - Non... non me la sento di entrare in questa casa, sinceramente.
Aggrotta la fronte e ride, ma si vede che è comunque nervoso. - Mica dobbiamo fare sesso, Cassie! - esclama. - Dobbiamo solo stare qua dentro fino a domani mattina, quando inizieremo a cercare questa grotta. Rilassati, ok? - Lo seguo dentro casa e chiude la porto dopo che sono entrata. La casa è piccola ma molto carina: all'entrata c'è un piccolo divano con una televisione, puoi già vedere da qua che poco più avanti c'è la cucina mentre a destra c'è una camera da letto. Una sola camera da letto.
Entro là dentro e vedo un letto matrimoniale con dei petali rossi su di esso. - Oh, ovviamente! - esclamo io, esasperata. - Che razza di scherzo è?! - tuono io. Jeremy mi guarda male dal salone e poi mi raggiunge, ma si ferma di scatto una volta accanto a me e digrigna i denti ringhiando come un animale. Mi fa quasi ridere.
- Molto divertenti - ringhia lui aprendo a malapena la bocca. - Io dormo sul divano - annuncia svelto per poi andarsene.
Sbuffo e mi metto a togliere tutti i petali rossi di una povera rosa. - Perché a me? - borbotto a bassa voce tra me e me. - Con tutte le ragazze che ci stanno...
- Molto carina - esclama Jeremy venendo nella mia nuova camera. - Sai, molte ragazze sarebbero onorate di stare qua con me.
Alzo gli occhi al cielo mentre si chiude dentro il bagno. - Se vuoi te le chiamo! - urlo io buttando tutti i petali dentro il cestino, in cucina.
- Oh, non ce n'è bisogno. Ma ti ringrazio, cara - risponde uscendo dal bagno, adesso indossa dei jeans scuri e una maglietta nera a maniche corte. Tanto per ricordarmi che fa freddo...
- Dove vai? - chiedo, credo di non essere mai stata così tanto gelosa in vita mia. E così attratta da un ragazzo. Ogni secondo che passa vorrei sempre di più prenderlo e baciarlo come non ho mai fatto in tutta la mia vita.
- Esco - risponde lui mettendosi un giaccone. - Ho una serata libera, di certo non la spreco così. Se vuoi vieni, ma non ti obbliga nessuno.
Mi sta sfidando, ma l'unica cosa a cui riesco a pensare è: Oh, aspetta... Cosa? Dove? Quando? Come? - E dove vorresti andare?
- In un pub penso - risponde. - Dai - inizia prendendo la mia valigia, - tieni. - Mi tira un qualcosa che mi ricorda vagamente un vestito di Ivy. Faccio per dire qualcosa quando mi ferma. - Lo so, non l'hai messo tu. Ho chiesto ad Ivy un aiutino e a quanto pare ha fatto molto di più visto... che ti ha messo pure un bel cappotto! Ti avverto: se ti metti una cosa che non ti mette in evidenza il corpo che hai rimani qua.
Guardo quello che ho in mano e mi rendo conto che è un pantalone a vita alta con una maglietta corta elegante. Aggrotto la fronte e guardo Jeremy. - Sono una Cacciatrice, posso benissimo farcela a rimanere qua per una sera - dico freddamente.
- Non esserne convinta, ragazzina - risponde lui. Sa benissimo che mi da fastidio quando mi chiama "ragazzina", sa benissimo che facendo così accetterei qualsiasi sfida.
Trattengo il respiro sentendo un qualcosa che ricorda vagamente la rabbia stringermi lo stomaco... - E va bene! - sbotto io entrando in bagno per cambiarmi. I pantaloni sono veramente alti ma non abbastanza visto che s'intravede un po' di pelle. Questa maledetta maglietta è veramente corta, però questi pantaloni mi fanno veramente un bel sedere... Giusto per dire, eh. - La maglietta è troppo corta - borbotto uscendo dal bagno. - Guarda cosa succede se alzo le mani - ringhio alzando le mani, sono consapevole del fatto che facendo così la maglietta si alzerà ancora di più scoprendo ancora più pelle.
La sua mascella diventa più pronunciata e i suoi occhi ridotti a fessure. - Stai molto bene invece - mormora alzandosi dal letto, inizia a girarmi intorno non facendomi sentire a mio agio. Un conto è quando mi guarda con occhi adoranti e un conto è quando mi guarda come se fossi cibo da mangiare. Sento il suo sguardo fisso sul mio corpo e così è più forte di me e rabbrividisco. Sento il suo respiro battere sui miei capelli e riesco solo a pensare a cosa potrebbe succedere se solo mi girassi. - Hai delle scarpe da mettere? Tacchi, possibilmente.
Non ce la faccio più e sono costretta a girarmi verso di lui. È così vicino a me che potrei baciarlo in meno di due secondi. Oddio, quei occhi. Oddio, quelle labbra. Oddio, Jeremy. Questo ragazzo finirà per uccidermi, ne sono sicura. - Delle ballerine, credo - sussurrio io. Prima che sia troppo tardi mi allontano e prendo le ballerine dalla mia valigia, me le metto senza alzare lo sguardo, ma quando sento le sue mani toccarmi i capelli trattengo il respiro. Sono troppo spaventata da me stessa e da lui per accorgermi che già si è allontanato e che voleva solo sciogliermi i capelli.
- Stai meglio con i capelli sciolti - annuncia lui con un tono di voce abbastanza basso.
Rimango in silenzio per un po' sentendo sia il mio cuore che il suo andare più veloce del normale. Penso a come continua a guardarmi, a come tiene le sue mani chiuse a pugni, a come ogni tanto abbassa lo sguardo sulle mie labbra. - Vado a ripassare il trucco - mormoro prima di scappare dentro il bagno. Cerco di respirare normalmente, di calmarmi un po' e poi mi trucco.
Appena esco dal bagno Jeremy si alza dal letto, ha i capelli molto più disordinati come se se li fosse spettinati con le sue stesse mani. - Io - mi fermo rossa in viso cercando di non pensare a lui. - Io... ecco... credo proprio che berrò qualcosa e poi me ne tornerò a casa. - Meglio starti lontano per un po', volevo dirgli. Non è colpa tua, né mia immagino.
- Come vuoi - mormora lui, si alza. - Andiamo ora. - Mi aiuta a mettermi il cappotto e senza nemmeno ringraziarlo corro praticamente fuori dalla casa, cercando di allontanarmi il più possibile da lui.
Dopo il quarto pub che vediamo però non ce la faccio più, continua a dire di no ed io sto morendo di freddo. - Si può sapere cos'ha questo che non va? - chiedo, esasperata. - Sembra carino dentro e soprattutto c'è una stufa! Una bellissima stufa che sta aspettando solo che io entri dentro quel pub per avere un qualcuno davanti a lei.
- Ci sta... ci sta troppa gente - bofonchia lui guardando dentro, mi giro e mi accorgo che in verità non ci sta così tanta gente, solo un gruppo di ragazzi e altri due di ragazze. Aggrotto la fronte guardandolo. - Ci... ti stanno fissando tutti - mormora dopo guardando sempre dentro il locale. Mi giro ancora una volta e vedo che solo il gruppo di ragazzi mi sta guardando, nessun altro.
- Non mi stanno fissando tutti, Jeremy - borbotto io. - Dai, entriamo. Sto morendo di freddo, vedrai che ci saranno un sacco di ragazze pronte a saltarti addosso - dico cercando di farlo ridere, e ci riesco. Sospiro e lo ringrazio quando mi tiene aperta la porta per farmi entrare. Ma mi sento benissimo solo quando sento il caldo di questo pub, sorrido.
- Ciao - dice uno dei ragazzi, non sembra molto sobrio e la mia prima reazione è quella di avvicinarmi a Jeremy come se non fossi capace di difendermi. Mi maledico da sola quando sento una mano di Jeremy stringermi il fianco facendomi avvampare ancora di più.
- Lei è con me - ringhia quest'ultimo stringendomi ancora di più a lui. Riesco quasi a sentire i suoi polpastrelli toccare la mia pelle, se non fosse per il fatto che in realtà ho dei pantaloni che ci separano. Solo lo sguardo assassino che lancia al ragazzo riesce a farmi tornare sulla terra.
Il ragazzo ride e si alza. - Ah, si? Peccato - bofonchia guardandomi, per poi farmi l'occhiolino.
Tutto il corpo di Jeremy s'irrigidisce ancora di più, la sua mano non mi ha mai tenuto così stretta, tutto questo ovviamente prima che lui mi lasci per fare un passo verso il ragazzo. So che sta per fare un qualcosa di brutto, lo capisco dalla postura del suo corpo e so riconoscere ormai quando finge di scattare e quando invece è pronto a farlo. - Jeremy, lascai stare - borbotto io guardando male il ragazzo e prendendo l'orlo del cappotto di Jeremy, tirandolo verso di me. - Dai, sediamoci - lo incito prendendolo per mano, mi lancia un'occhiata furiosa e così accenno un sorriso, per poi mettergli una mano dietro il collo per fare in modo che mi guardi. - Andiamo, ok? - chiedo guardandolo dritto negli occhi. Per fortuna annuisce e mettendo un braccio sulle mie spalle ci andiamo a sedere sugli sgabelli davanti al banco lasciando alle altre persone che stanno arrivando i tavoli e le sedie.
Appena ci sediamo Jeremy con ancora uno schifo di umore ordina qualcosa, ma io non lo ascolto e mi guardo in giro. - Ma lei non è maggiorenne - dice la barista bionda platino, sui vent'anni e con degli occhi chiarissimi. Lo guarda come se fosse la perfezione in persona e forse è così ma come lui è geloso lo sono anch'io e sono quasi tentata di posare una mano sulla sua coscia, o sulla sua mano, ma la cosa che mi fa essere diversa da lui è che non ho tutta questa sicurezza e, anche se so che non ci siamo lasciati, non ho il coraggio di tracciare il territorio come ha fatto lui poco fa.
- Io prendo solo una Coca-Cola, grazie - borbotto guardandola male, non mi guarda nemmeno per più di pochi secondi che sorride a Jeremy e se ne va. Jeremy la guarda per un po' cercando di smettere di sorridere e questo non fa altro che darmi ancora più fastidio. Rido nervosa. - La stai fissando.
- Lo so - mormora lui continuando a fissarla. - Lo sto facendo apposta. Ti da fastidio, per caso? - chiede infine guardandomi. Mi sta mettendo alla prova! Non ci posso credere. Dopo tutto quello che è successo oggi mi deve proprio dare fastidio fino alla fine.
Vorrei dirgli che si, mi da fastidio, perché mi hai fatto mettere questi pantaloni che mi danno fastidio, con questa maglietta che non copre niente e quindi adesso il minimo che potresti fare è guardare me! - No, fai pure, dopotutto sei venuto qua per questo, no? - rispondo, anche se sembra più in ringhio che altro. - Anzi, se vuoi cene sono altre un po' più piccole là - aggiungo indicando un tavolo dietro di noi. Si gira verso le ragazze con meno entusiasmo, le stronzette gli sorridono e così Jeremy, da bravo ragazzo, ricambia. Alzo gli occhi al cielo ridendo. - Dov'è la mia Coca-Cola? - ringhio. Decido di togliermi il cappotto e qualcuno inizia a fischiare, mi giro e vedo gli stessi ragazzi di prima continuare a guardarmi. Arrossendo mi giro verso Jeremy che ha smesso di fare il provola per guardare male quei ragazzi. - Hai intenzione di guardarli fino alla fine della serata? - chiedo io abbozzando un sorriso.
Posa lo sguardo su di me e mi sorride. - no, certo che no - risponde lui prima di aver ringraziato la ragazza che ci ha appena portato da bere. Inizia a bere e così faccio lo stesso, guardandomi maliziosamente mi chiede se voglio assaggiare e così mi avvicino a lui e bevo un sorso, che quasi mi va di traverso per quant'è forte.
- Dio! - esclamo io distaccandomi completamente da lui che inizia a ridere. - Cretino! - esclamo ridendo. - Non voglio finire come l'ultima volta. - Mi strozzo ancora una volta mentre la risata di Jeremy scompare. Abbasso lo sguardo ricordandomi di essere andata a letto con Cody. La mia prima volta sprecata in questo modo. E pensare che con Austin ci ero andata così vicino... poi però gli avevo detto di no e lui aveva capito. Eppure Jeremy, Isaac e Ivy erano convinti che il mio primo era stato lui, non Cody, non una persona che nemmeno conoscevo. - Frase stupida - mormoro dopo un po'.
Mi preoccupo vedendo Jeremy che continua a guardare a terra senza dire niente o degnare di uno sguardo me o le altre ragazze. Mi sento male sapendo che è colpa mia e della mia schifosa bocca che ogni tanto non riesce proprio a chiudersi. - Comunque - inizia Jeremy prendendo il suo drink e finirlo, - mi dispiace per come mi sono comportato prima. Ero arrabbiato, geloso... Scusami. È che...
Lo fermo, non voglio affrontare un'altra volta quest'argomento. Una volta al giorno può bastare. - Non fa niente. È acqua passata. Lascia stare - dico quindi, finisco in fretta la Coca-Cola solo per avere una scusa per andarmene. - Io me ne vado - annuncio prendendo il cappotto. - Ti aspetto a casa. Fai con calma. - Mi alzo e vado verso la porta, ma quando sento i ragazzi fischiarmi ancora una volta è troppo. - Basta! - sbotto, arrabbiata. - Sono fidanzata, porca di quella puttana!
Tutti scoppiano a ridere ed io arrossisco ancora di più, tutti ci stanno guardando. - Sei sicura? Allora perché sei vestita così? - chiede uno.
Un altro si alza e mi stringe a lui con forza. - Te lo dico io perché: sono io il suo ragazzo - risponde l'altro avvicinandomi ancora di più.
Metto le mani davanti al suo petto per allontanarlo. - Lasciami - ringhio, arrabbiata, cercando d'indietreggiare. - Dico sul serio, se vuoi ritrovarti con un occhio in meno basta che me lo dici, caro. - Faccio per dargli uno schiaffo quando non sento più le sue braccia stringermi, chiudo gli occhi sentendo dei vetri rompersi, qualcuno poi mi prende il braccio e mi obbliga ad indietreggiare così apro gli occhi e mi accorgo che si tratta di Jeremy. Ovvio. Prende il ragazzo da terra per la maglietta e lo alza, con l'altra mano inizia a dargli dei pugni e quando il ragazzo cade a terra arriva la barista che ci ordina di uscire fuori dal suo locale.
Sono la prima ad andarmene, facendo finta di non sentire Jeremy che continua a chiamarmi, ma quando mi gira di scatto non posso fare nient'altro che guardarlo negli occhi. - Dove vai? - chiede lui con gli occhi spalancati.
- Lasciami stare! - tuono io così arrabbiata che riesco a spingerlo così forte da fargli fare due passi indietro. - Vai da quelle galline e lasciami stare! - continuo indicando le ragazze che ci stanno guardando dalla vetrata da dentro il pub.
- Ma cos'hai? - chiede lui.
- Cos'ho? - urlo, arrabbiata. - Cos'ho?! Ho paura! Ho paura di morire domani e poi ci sei tu! Tu che mi dovresti fare bene quando in realtà continui a trattarmi come se fossi una delle tue puttane! Vuoi sapere una cosa, Jeremy? Non lo sono. Te lo puoi scordare. E ho quelle schifose immagini di te che stai a letto con la tua puttana preferita: Allison. E... e continuo a vedere lei che ti fa indietreggiare per poi buttarti sul letto. E poi ci sono io! Io, che continuo a pentirmi di quello che è successo con Cody, e sai perché? Perché io avevo detto di no ad Austin. - Faccio un sospiro cercando di tranquillizzarmi mentre ormai Jeremy sembra che stia per svenire. - Mentre tu continui a fare lo stronzo fino a quando non decidi di far finta di niente e proteggermi come se io fossi una ragazzina indifesa. Quindi lasciami stare, per favore. Lasciami solo stare. - Indietreggio e quando rimane fermo ed in silenzio mi giro e me ne vado.
Arrivo a casa e lascio la porta aperta sapendo che Jeremy è dietro di me, tutto il tragitto dal pub ce lo siamo fatti a piedi in silenzio, lui stava molto più dietro di me lasciandomi lo spazio che mi serviva. Sento la porta chiudersi dietro di me ma faccio finta di niente e avanzo verso la camera per andare in bagno e mettermi il pigiama. Una volta uscita Jeremy è seduto sul letto dove in teoria dovrei dormire e guarda a terra. Sbuffo mettendo il vestito dentro la valigia senza degnarlo nemmeno di uno sguardo.
- Mi dispiace - inizia lui. Alzo lo sguardo verso di lui, inizia a ridere giocando con le sue stesse mani. - Non so nemmeno io perché ti ho voluto farti vestire in quel modo. Forse... forse perché dentro di me so che non ce la faccio ad avere questa relazione. Forse perché volevo farti conoscere qualche ragazzo così magari sarei riuscito a conoscere qualche ragazza. - Abbassa lo sguardo mentre io ormai sono in piedi davanti a lui. - Perché volevo provare a baciare un'altra ragazza che non fosse Allison o te. Volevo provare a sentire almeno la metà di quello che provavo prima di baciare te e realizzare quanto possa volerti con me e baciare solo te, perché giuro che quando ho baciato Allison non sento più niente. Non riesco proprio a... - Ride. - Non riesco a sentire quello che sentivo prima. Non riesco ad andare a letto con una ragazza qualsiasi, perché semplicemente non ne sento più la necessità e questo mi fa incazzare. - Alza lo sguardo per vedere la mia reazione e quindi socchiudo la bocca che poco prima era spalancata. Quando incontro i suoi occhi e mi sembra di riuscire a sentire tutta la tristezza che sta provando abbasso lo sguardo. - A volte penso: ma lasciala stare Cassie. Falle fare quell'incantesimo anche se morirà. Ma dopo cinque secondi penso a quanto stia impazzendo e a quanto starei mai senza di te. - Mi siedo accanto a lui. - E quando ti tratto male... ti giuro che sento il mio stomaco stringersi fino a quando sto per vomitare. E mi dispiace. Mi dispiace così tanto...
Deglutisco alzando una mano per accarezzarlo, chiude gli occhi sentendo la mia mano sulla sua guancia. Passo le dita dalla sua guancia alle labbra tracciandone il confino. Un brivido passa per tutto il mio corpo ricordandomi che ho davanti l'amore della mia vita. - Apri gli occhi - sussurro, e così fa. Gli sorrido accarezzando un'altra volta la sua guancia. - I tuoi occhi sono stati la prima cosa che ho visto dite. Quando sono quasi morta tra le tue braccia ho visto i miei genitori. Mi hanno detto che dovevo scegliere se stare là con loro e quindi morire, o tornare qua... da te. - Sorrido ancora di più. - Indovina cosa o chi ho scelto.
Mi prende il viso con tutte e due le mani e mi bacia con un tale trasporto che rabbrividisco ancora di più. Mi avvicino di più a lui e tocco il suo petto per arrivare al collo. Sussulta e si allontana da me per accennare una risata che poco dopo mi contagia. È inutile dire qualcosa. Prende i miei fianchi per farmi avvicinare ancora di più a lui. Sento l'adrenalina e il mio cuore andare sempre più veloci. Mi distacco da lui per riprendere fiato e così sorridere, si avvicina ancora una volta a me e mi da un bacio a stampo, e un altro e un altro fino a quando non inizia a scendere. Traccia il confine di tutta la mia mascella mentre io cerco di rimanere ferma, mi sdraio e così lui viene sopra di me. Stringo così tanto le sue spalle che ho quasi paura di rompere con le mie unghie la maglietta mentre scende sempre di più. Mormoro il suo nome e questo non fa altro che peggiorare la situazione, mi stringe di più i fianchi baciandomi il collo e schiacciandomi per pochi secondi con il suo peso. Poso entrambe le mie mani sul suo petto, tralasciando il fatto che stia tremando come una foglia, per sentire il suo cuore andare più veloce che mai. Quando è troppo prendo il suo viso e lo bacio con più passione di prima, tocco ogni parte della sua schiena muscolosa, le sue braccia e afferro le sue mani e allaccio le mie gambe attorno al suo corpo per farlo avvicinare ancora di più.
Entrambi abbiamo il respiro affannato ma lui è il primo a fermarsi e a smettere di baciarmi. - Basta - mormora lui posando la sua fronte sulla mia, accenna una risata. - Non... non riesco a... - Ride ancora una volta e così ne approfitto per baciarlo ancora una volta. Gli mordicchio il labbro inferiore ma sento lo stomaco stringersi quando lo sento gemere. Per qualche strana ragione ho paura, nonostante io non sia più vergine e abbia già fatto queste cose con Austin. - Cassie - mormora lui allontanandosi da me, si siede. - Non voglio che accada nient'altro. Non qua.
Lo guardo imbarazzata. - Lo so, non intendevo...
- Lo so, ok, lo capisco, ma... - Ride e solo adesso mi rendo conto che è perché è imbarazzato. - Io non ce la faccio più.
- Non ce la... Oh - borbotto io, un po' dispiaciuta. Ok, molto dispiaciuta. Cerco di capire il motivo per cui non ce la fa più e dopo due minuti di stupidità capisco e arrossisco. - Oh, ok.
Accenna un sorriso. - Dobbiamo riposare, ci aspetta una giornata faticosa - dice. Mi bacia a stampo più volte fino a quando con un sospiro mi bacia un'altra volta. Mi prende e mi fa mettere a cavalcioni su di lui ed io lo lascio fare, perché adesso di certo non mi va di dormire. Sento le sue mani andare sotto la mia maglietta e percorrere tutta la spina dorsale, così rabbrividisco e inarco la schiena, lui s'irrigidisce e mi stringe ancora di più a lui, ma quando iniziamo a muoverci ancora di più si ferma di scatto. - No, ok, è decisamente ora di andare. - Ride spostandomi. - Buonanotte. - Mi da un bacio sul naso e se ne va praticamente correndo.
Giusto, il divano.
Dopo mezz'ora che mi giro e mi rigiro dentro il letto capisco che non mi addormenterò molto facilmente. Oltre ad avere freddo non faccio altro che pensare a quello che potrebbe succedere domani e una volta tornati all'Istituto e Jeremy... Jeremy. Jeremy sta sera. Mi alzo di scatto, nervosa, e vado in cucina a piedi scalzi. Rabbrividisco, se in camera fa freddo in cucina si congela. Prendo un bicchiere, apro il rubinetto e mi verso un po' d'acqua. Ne bevo un sorso e mi giro per guardare Jeremy: il suo vis è completamente rilassato, la coperta lo copre fino a collo e un suo braccio spunta fuori. Sorrido guardandolo, poso il bicchiere e mi avvicino. M'inginocchio. - Jeremy - mormoro prendendo la sua mano. - Jeremy.
Apre di scatto gli occhi facendomi quasi spaventare. - Cassie - esclama lui sedendosi. - Che succede?
- Scusami - inizio guardandolo imbarazzata. - È che... non riesco a dormire e ho freddo. - Apre bene gli occhi e mi guarda. - Quindi... mi chiedevo... - Mi fermo ancora più imbarazzata. - Dove fossero le coperte di riserva. - Non ho il coraggio di chiedergli se vuole venire a dormire con me. Per niente.
- Non ce ne sono, credo - risponde lui assonnato. Abbasso lo sguardo. - Tieni - aggiunge lui dandomi la sua pcoprta.
La prendo e lo guardo negli occhi. - Vieni con me? - chiedo senza nemmeno respirare, e lui s'irrigidisce visibilmente facendomi entrare nel panico. - Emh... sennò muori di freddo qua - aggiungo aggrottando la fronte, ma continua a guardarmi senza muovere un solo muscolo. - Vabbé, tieni. Non fa poi così freddo - sbotto lanciandogli praticamente la coperta, ma mi prende per mano e mi fa girare andandogli addosso. Trattengo il respiro vedendo le sue labbra così vicine... un'altra volta. Mi chiedo se lo stia facendo apposta.
- Vengo con te - sussurra sorridendomi. - È solo che non me l'aspettavo.
Cerco di non sorridere ma è più forte di me. - Va bene, allora andiamo - mormoro prima di andare verso la camera. Mi metto sotto le coperte e alzo lo sguardo verso Jeremy che sta ancora in piedi. - Nond evi farlo se non vuoi.
- No, è che... - Si mette sotto le coperte anche lui. - È la prima volta che dormo insieme ad una ragazza senza farci assolutamente niente. - Mi accarezza. - Attenzione: mi ci potrei quasi abituare.
Sorrido ancora di più e mi avvicino a lui, trattiene il respiro ma faccio finta di niente e mi fermo ad un centimetro di distanza da lui. Poso una mano sul suo collo, sorride. - Buonanotte, Jeremy - sussurro guardandolo dritto negli occhi.
- Buonanotte, Cassie - mormora lui.
Sorrido e abbasso lo sguardo. Sono imbarazzata. Tutto il mio corpo chiede di avvicinarmi a lui e stringerlo ma purtroppo mi vergogno. Insomma, adesso stiamo ufficialmente insieme? Niente più Cody, niente più Allison. Cosa succederà una volta arrivati all'Istituto? Lui si comporterà come se niente fosse oppure sarò io a farlo? Voglio stare con lui ma ormai l'Anziano ha convocato le maghe e il fatto che io abbia perso la verginità con... uno sconosciuto non fa altro che farmi sentire più incolpa.
Sussulto sentendo il suo braccio circondarmi, la sua mano sulla mia schiena per farmi avvicinare a lui. Sorrido sentendo l'ennesimo brivido passare lungo la schiena, metto un braccio attorno a lui, esattamente come ha fatto, e lo abbraccio appoggiando la testa alla fine del suo cuscino. Sento il profumo della sua maglietta e il mio respiro freddo sbattere su di essa. Siamo comunque imbarazzati ma almeno non abbiamo freddo e comunque stiamo facendo progressi. Fa un sospiro e riesce a far rilassare tutti i suoi muscoli. Quando alzo lo sguardo mi accorgo che si è già addormentato. Sorrido e avvicino ancora di più il mio viso fino ad appoggiare la fronte sulla sua maglietta.
- Buonanotte, Jeremy. Ti amo - sussurro prima di chiudere gli occhi e addormentarmi.
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