Capitolo 11: Gli Anziani
Apro gli occhi e sento la mia guancia appiccicata a qualcosa di caldo e un po' sudaticcio. Aggrotto la fronte e cerco la forza per ricordare tutto quello che è successo. – Oh... no – borbotto ricordandomi il tutto. Mi accorgo che il bio braccio destro è attorno a Scott e così lo tolgo di scatto. – Oh, no! – esclamo io alzandomi dal letto. – Ehi, sveglia!
– Cas... Oddio, che mal di testa! – bofonchia toccandosi la testa. – Oh, santo Dio, aiutami te. – Apre un occhio e mi guarda. – Oh, Cassie.
– Si, sono qua – borbotto io mettendomi bene il pigiama.
– Che figura di merda – bofonchia lui mettendosi di spalle. Prende il mio cuscino e se lo mette sopra la testa, come se si volesse sotterrare. Glie lo devo dire io che è un po' troppo grande per diventare invisibile coprendosi con solo un cuscino?
– Tranquillo, non fa niente – dico io ridendo. – Facciamo così: ti porto la colazione qua e una pillola per il mal di testa. Ma dopo sarai in debito con me, tipo moolto in debito con me.
– Tutto quello che vuoi, se proprio devo ti lavo pure i piedi, basta che mi porti quella dannatissima pillola. La mia testa si sta spaccando in tanti piccoli pezzettini. Oh, Dio, che male! – si lamenta Scott.
– Bene! – esclamo io prima di andarmi a vestire in bagno.
Mi metto dei jeans a casaccio e un maglione, mi lavo i denti ed esco dalla camera senza dire niente a Scott, che non capisco se sta dormendo o sta cercando di dormire. Faccio colazione e preparo un vassoio per il povero Scott, che starà entrando molto lentamente in coma. Così s'impara a bere così tanto, perché sicuramente quello che abbiamo bevuto insieme non era il primo drink che beveva.
– Che fine hai fatto ieri sera?
Faccio un balzo e quasi faccio uscire il caffè dalla tazza. Metto tutto apposoto e asciugo quel poco che è uscito dalla tazza, poi mi giro. – Dio! – esclamo guardando Ivy. – Che colpo. Comunque sono andata a dormire. Ero stanca morta.
– Con quel ragazzo? – chiede Ivy facendomi sbiancare. – Isaac ti ha vista salire con un ragazzo – aggiunge, come per giustificarsi. In effetti deve, perché queste sue continue uscite stanno iniziando a darmi fastidio. È come se avesse diritto di spiarmi, cosa che non ha.
– Scusa ma devo proprio andare adesso – borbotto andando per la mia strada. Ivy questa volta per fortuna capisce che si deve fare da parte e non m'intralcia, lasciandomi andare.
Per fortuna Isaac non è ancora venuto a parlarmi, cosa che credo farà tra poco. Gli do un'ora. Mi giro per guardare Jeremy, visto che sta parlando con Isaac – appunto. Entro in camera più silenziosamente possibile, così da non farmi vedere dai due ragazzi.
– Oddio, non so come ringraziarti – esclama Scott sedendosi sul letto.
Rido. – Non devi ringraziarmi, dopotutto sei in debito con me – scherzo io.
Fa una risatina. – E... la pillola? – chiede guardandomdi un po' perplesso.
– Ah, giusto – borbotto dandomi una pacca sulla fronte. – Vado a prenderla in infermeria e torno.
Entro in infermeria e la mia infermiera preferita mi saluta. – Cassie, è successo qualcosa? – Come sempre si preoccupa troppo per me. È una donna dolce, dice di non poter avere figli ed è un vero peccato, visto che con i ragazzi e i bambini è fantastica.
– Sto bene, tranquilla. Mi serve solo una pillola per... – Mi fermo sentendo i passi di qualcuno dietro di me. Mi giro e faccio un passo indietro: Isaac e Jeremy mi stanno guardando, entrambi con la fronte aggrottata. Ed ecco che inizia.
– Una pillola per cosa? – chiede l'infermiera.
Jeremy spalanca gli occhi facendomi diventare rossa come un pomodoro. Fantastico, ora pensa che io sia incinta o cosa?—Per il mal di testa – rispondo io guardandola.
Quest'ultima socchiude gli occhi, non tanto convinta della mia risposta. – Sei sicura? Se c'è qualcos'altro a me puoi dirlo...
– Certo, sono sicurissima – la interrompo io, prima che sia troppo tardi.
– Va bene – dice lei andando verso l'armadietto, rovista un po' dentro e poi prende una pillola e me la porge. La prendo subito. – Se ti serve qualcos'altro basta che me lo dici – mormora lei cercando di non farsi sentire da Jeremy e Isaac, inutilmente visto che mi stanno praticamente attaccati al didietro. Annuisco, imbarazzata. – Qualsiasi cosa – ripete lei.
Rido. – Va bene, grazie ancora. – Mi giro e senza guardare nemmeno di striscio uno dei due ragazzi me ne vado praticamente correndo.
– Cassie – mi chiama Jeremy.
Alzo gli occhi al cielo ma continuo a camminare velocemente senza fermarmi. – Scusami, ma ho da fare – dico io. Ma ovviamente a lui non va bene, perché mi prende il braccio e mi fa girare. Lo guardo allarmata e imbarazzata.
– Che succede? – chiede lui con le sopracciglia aggrottate.
– Emh... che deve succedere? – chiedo io, ancora più imbarazzata. Dio, vuole veramente sapere se sono incinta? Come può credere una cosa del genere? A quanto pare non ha capito molto di me, tanto quanto io non ho capito niente di lui. O forse semplicemente entrambi non sappiamo come comportarci.
– Sai benissimo di cosa sto parlando. Non fare la finta tonta, perché non lo sei e odio quando fingi in questo modo. Dimmi cosa sta succedendo.
–Oh, quindi mi stai dicendo che non sono stupida! – esclamo io per cercare di cambiare discorso. – Bene, allora hai cambiato idea. Mi fa veramente piacere sapere che non sei così ottuso da pensare che una persona ti sta antipatica senza nemmeno averla conosciuta. Spero tu abbia imparato la lezione.
– Smettila – ribatte lui, serio.
– Senti, devo andare, sul serio – borbotto io guardandolo forse per la prima volta questa mattina negli occhi. Quando non sento più la mano di Jeremy stringermi il braccio mi sento meglio.
– Devi andare dal tipo? – chiede lui, scuro in viso.
Lo guardo male. – Prima di tutto il tipo ha un nome, e poi non sono affari tuoi dove devo andare, o con chi, o da chi. Ti è chiara la cosa?
– Cristallina – ringhia lui prendendomi in giro.
– Bene – ribatto io per poi andarmene senza guardarlo più. Non può fare così, non può baciare Biancaneve e poi fare la scenata di gelosia. Cosa sono io, un giocattolo? So che ieri sera abbiamo sbagliato entrambi, ma al contrario di lui io non sto facendo nessuna scenata.
Dopo aver portato la pillola per il mal di testa a Scott me ne vado dalla camera per lasciarlo un po' da solo, penso che tra un po' se ne andrà dalla mia camera, o almeno lo spero. Inizio a vagare per l'istituto, pensando a cosa fare, ma proprio non lo so e sto iniziando ad annoiarmi.
– Possiamo parlare? – chiede Ivy facendomi segno di sedermi su uno dei mille divani nel soggiorno dell'Istituto.
– Di cosa dobbiamo parlare? – chiedo io facendo come dice lei. Sembra abbastanza preoccupata e forse è meglio non farla stare sulle spine come sto facendo un po' con tutti. La verità è che mi sembra uno di quei piccoli paesini dove tu non puoi fare una cosa che la vengono a sapere tutti. E questo lo odio.
– Del ragazzo – risponde lei sedendosi verso di me.
– Ok, allora chiedimi quello che vuoi – borbotto io incrociando le gambe e girandomi verso di lei per guardarla negli occhi.
– Avete dormito insieme? – chiede.
Rispondo senza nemmeno pensare. – Si.
– Cassie! – abbaia lei facendomi sussultare e ovviamente facendo girare tutti i ragazzi che stanno nel salone e nella sala da pranzo che stanno ancora facendo colazione.
– Cosa? – chiedo io, arrabbiata. – Potresti non urlare? Hai fatto prendere un colpo a tutti e poi si sa che la gente è molto curiosa quando non si parla di affari loro. In questo modo gli dai una ragione per ascoltare le nostre conversazioni. – Guardo male tutte le persone che ancora ci guardano, confuse e incuriosite.
– Sei andata a letto con quel tipo. Come dovrei reagire secondo te? – chiede a bassa voce Ivy, infastidita.
– Wo! – esclamo io facendo una smorfia disgustata. – Cosa? Andata a letto... Ehi, non sono andata a letto con nessuno io!
– Tu... sei strana. Veramente strana – borbotta lei alzando l'indice.
Faccio spallucce. – Lo so, questa frase l'avrò sentita almeno mille volte. Che dire, la normalità è sopravvalutata.
– Ti rendi conto che ti poteva stuprare? – chiede lei, alzando un po' il tono di voce.
Spalanco gli occhi. – Ivy, ma ti sei impazzita?! A malapena ha cercato di baciarmi, tra un po' non si reggeva nemmeno in piedi. Non aveva proprio la forza per fare una cosa del genere e poi è un bravo ragazzo nonostante tutto.
–Oh, intendi a parte il fatto che era ubriaco fradicio e ha fatto in modo di dormire nella tua camera? Si, un bravissimo ragazzo! – esclama lei, arrabbiata. – Comunque, Jeremy pensa che tu possa essere incinta di quel tipo.
Scoppio a ridere. – Che cosa? – chiedo continuando a ridere. – Oh, allora è veramente così stupido!
– Già – borbotta lei. – Tra un po' gli prendeva un colpo quando ti ha visto in infermeria. O almeno questo è quello che mi ha detto Isaac, che a quanto pare stava con lui. Che ti ridi?! Gli stava veramente per prendere un colpo! Isaac non scherza su queste cose.
– Oddio, t'immagini? "Whitesun di quindici anni (tra un mese sedici) incinta e il padre non è l'anima gemella che si ritrova davanti ogni giorno, ma un ragazzo qualunque" – dico io continuando a ridere facendo la voce di un giornalista che dice una notizia importantissima.
– Non c'è niente da ridere!
Smetto finalmente di ridere. – Oddio, non ce la faccio più – bofonchio con il fiatone per aver riso così tanto. – Ok, ci sono.
– Devi parlare con Jeremy. – Questa notizia non fa altro che farmi ridere ancora una volta e ancora di più. Forse c'era qualcosa nel caffè, non lo so, però non riesco a smetterla di ridere. Oh, ci sono. A quanto pare sono nervosa. – Ma che ti prende oggi?
– Io vado in camera mia – annuncio andandomene. – Ci sentiamo dopo – aggiungo tra una risata e l'altra. – Io... incinta.
– Comunque appena hai finito vai da mio padre. Ti vuole parlare! – mi urla dietro Ivy. Alzo il pollice andando verso l'ascensore.
Sto andando in camera mia quando Biancaneve esce dalla camera di Jeremy e scoppio un'altra volta a ridere. Quest'ultima mi guarda male per un bel po'. – Qual è il tuo problema, ragazzina?
– Oh, tesoro, sta tranquilla. Di certo non sei così importante da farmi ridere – esclamo io tra una risata e l'altra. – È solo che... – Scoppio a ridere un'altra volta. – Niente. Ci vediamo in giro. – Sto per aprire la porta quando essa si apre da sola e mi ritrovo a pochi centimetri da Scott. Quando sento la voce di Biancaneve mentre bisbiglia qualcosa sogghignando mi giro verso di lei e le urlo: – Fatti gli affari tuoi. Posso darti un consiglio? La tua pelle. Fa paura, veramente. Dovresti farti una lampada.
– Le tue critiche mi entrano da un orecchio e mi escono dall'altro, cara – ribatte Biancaneve.
Alzo le mani in segno di resa. – Peggio per te. Significa che rimarrai bianca cadaverica a vita. Quando ti uccideranno con una pistola per i vampiri non iniziare a frignare. Io te l'avevo detto. – E così lei mi lancia un'ultima occhiata torva e poi se ne va. Mi giro verso Scott e lo spingo dentro. – Se stai cercando di andartene fermati, ti devo parlare di una cosa.
– Che succede? – chiede lui, preoccupato.
– Alcune persone credono che io sia incinta e che tu sia il padre del bambino di... nemmeno un giorno – rispondo io trattenendomi dal ridere per l'ennesima volta. Faccio per uscire dalla camera, visto che sono salita solo per avvertirlo, ma lui mi ferma.
– No, no, no, aspetta – urla lui facendomi girare. – Sei incinta? Ma ieri non abbiamo fatto niente... o sbaglio?
Faccio una smorfia disgustata. – Oh, santo Dio! Certo che no! Non sono nemmeno incinta – esclamo io, schifata. – Ti pare che vado a letto con uno che è ubriaco?! Ma come diavolo pensate voi ragazzi? Solo perché tu lo sappia, io sono una ragazza molto orgogliosa. Di certo non mi accontento di un ragazzo ubriaco che non si regge nemmeno in piedi. – Apro la porta e me ne vado, arrabbiata.
– Cassie! – mi chiama lui, esasperato. – Dai, non fare così! – borbotta senza convincermi. – Guarda che io non me ne vado fino a quando non mi dici di non avercela con me! Mi metto proprio qua davanti...
– Ok, noi due dobbiamo parlare – ringhia Jeremy stringendo le mie spalle, – perché io sto dando di matto e indovina? Non mi piace dare di matto, quindi dimmi cosa sta succedendo e facciamola finita una volta per tutte.
Sbuffo, più esasperata che mai. – Non è il momento, Jeremy – dico, arrabbiata. – Devo andare da Louis. Mi vuole parlare e di certo non lo posso far aspettare. Un'altra volta, ok?
– No, non è ok. Tu ora ti fermi e fai capire qualcosa – ringhia lui.
Alzo gli occhi al cielo. – Oddio! – esclamo girandomi verso di lui. – Quello che faccio non sono affari tuoi, Jeremy. E sai perché? Perché tu continui ad incasinarti con Biancaneve e questo significa che non c'è niente tra me e te, perché di certo io non faccio parte di quel gruppo di ragazze che farebbero di tutto pur di stare con te.
Ride. – Incasinarmi? – ripete, prendendomi in giro.
– Oh, fai come ti pare! – esclamo io andandomene.
Busso alla porta dell'ufficio di Louis Dempson e la sua voce mi urla di entrare, così apro la porta. L'uomo sta proprio davanti a me, in mezzo alla stanza, seduto sulla sua sedia e chino sul libro posato sulla sua scrivania. – Cassie, eccoti qua! – esclama lui chiudendo il libro e mettendolo da parte. – Prego, siediti. Ti ho fatta chiamare perché...
– Non sono incinta – mi sbrigo a dire. – Se è per questo mi hai chiamata te lo dico subito: non sono incinta.
–Perché... – Si ferma per schiarirsi la voce. – Non... Veramente non ti ho chiamata per questo, Cassie. Mi devo preoccupare? Cos'è successo? Pensavo di non dovermi preoccupare di te in quel senso.
– Oh – mormoro io, imbarazzata. – Oh, no, no. Ok, no. Mio errore. Emh... Allora perché mi hai chiamata?
Si schiarisce un'altra volta la voce, imbarazzato forse quanto me. – Gli Anziani ti hanno convocato.
Aggrotto la fronte, ho letto qualcosa sugli Anziani e l'unica cosa che ho capito è che decidono loro cosa fare di noi, le leggi le hanno inventate loro e sembrano immuni a qualsiasi sentimento. Amore compreso. – Perché? – chiedo quindi.
– Per conoscerti. Come sicuramente avrai capito non si vedono molte Whitesun in giro – risponde Louis. – Puoi stare tranquilla, vogliono solo vederti e farti qualche domanda sulla tua vita. Io non mi preoccuperei se fossi in te.
– Si, lo so – ribatto.
– Dovrai partire dopo pranzo. Credo debba venire anche Jeremy, a quanto pare vogliono vedere le anime gemelle insieme. L'ho chiamato da un po', sinceramente non so tra quanto... – Qualcuno bussa alla porta e così mi metto una mano sulla fronte, troppo stupita per fare altro. – Avanti – esclama Louis.
La porta si apre e così mi giro e vedo Jeremy. – Che... succede? – chiede Jeremy fermandosi all'entrata dopo avermi vista. – È per il fatto che è incinta? – chiede indicandomi con l'indice. – No, perché io non c'entro niente. Non sono così stupido da non usare protezioni per...
– Cosa? – chiede Louis, un'altra volta imbarazzato. – Comunque no... non è per questo. Gli Anziani vi hanno convocato. Entrambi. Vi vogliono vedere.
Anche Jeremy sembra abbastanza contrario a quest'idea. – Perché?
– Vogliono conoscere Cassie e vedervi insieme – risponde Louis pazientemente. – Ovviamente siete obbligati ad andare. Non si può dire di no ad un invito degli Anziani.
– Ok, come vuoi – borbotta Jeremy. Iniziano a parlare di quando dovremo andare e di cosa dovremo dire una volta là, mi dicono più volte che non devo mentire perché così facendo l'innervosirei e basta, cosa che a quanto pare non mi conviene fare. – Va bene. Possiamo andare? – chiede alla fine.
– Si, potete andare – risponde Louis aprendo un'altra volta il libro che stava leggendo prima.
Mi alzo e me ne vado per prima, troppo arrabbiata per salutare Louis. – Cassie – mi chiama ancora una volta Jeremy. La rabbia bolle dentro le mie vene e così quando fa per prendermi la mano per girarmi lo faccio di mia spontanea volontà e gli tiro uno schiaffo. Rimane a bocca aperta per qualche secondo, che io assaporo come non mai. – Ma che sei matta? – chiede, esterrefatto.
– Come ti viene in mente di dire a Louis che sono incinta? – chiedo, alzando il tono di voce.
– Pensavo veramente fosse per quello! – esclama Jeremy, anche lui è arrabbiato ma di certo non può esserlo più di me. Dopotutto sono io quella che ha fatto la figuraccia a causa sua.
– Cosa vuoi da me, Jeremy? – chiedo quindi.
– Perché adesso fai così? – sbotta lui. – Ieri sera non mi sembravi molto contraria all'idea di uscire con me. Anzi, mi hai invitato te ad uscire!
– Perché tu ti fai i film mentali e perché dopo aver baciato Biancaneve continui a venire da me, come se io fossi aperta a qualsiasi relazione. Bé, notizia del momento, carino: non sono aperta a nessuna relazione con te!
– Perché? Perché così puoi stare con quello? – chiede Jeremy.
– Quello ha un nome, e comunque no – rispondo io, arrabbiata.
– E allora perché?
– Perché in fin dei conti quello lunatico sei tu, non io.
– Ma se sei tu quella che ieri sera sorrideva e tutto, poi mi ha detto che non le piace ballare per poi andare a ballare con un altro! – esclama lui. Ok, è vero. Non si sa chi è più lunatico tra me e lui... Facciamo una bella coppia di lunatici. – Quindi si, forse io avrò pure baciato Allison, ma tu sei andata a letto con quello! – urla lui.
– Non urlare – ringhio, arrabbiata. – E comunque mi vuoi dire che non sei andato a letto con Biancaneve, ieri sera? – Rimane in silenzio guardando per terra e il mio cuore diventa pesante, le labbra secche.... Il bello è che io non ho fatto niente di niente con Scott. – Appunto, quindi lasciami stare, Jeremy.
Dopo un'ora di macchina arriviamo. Il viaggio è stato abbastanza imbarazzante, siamo entrambi arrabbiati quindi non osiamo dire una parola e il massimo che facciamo è lanciarci delle occhiate torve ogni tanto. Questo è tutto.
Usciamo dalla macchina e così Jeremy inizia a parlare. – Non rispondere male, ok? Loro ti daranno fastidio apposta per vedere quanto li rispetti. Più sei stronza con gli altri e più loro ti daranno fastidio. Fanno loro la legge quindi ti possono anche mettere in prigione o uccidere se lo vogliono. Di solito non lo fanno se tu hai rispettato la legge, ma devi stare comunque attenta. – Stiamo avanzando verso questo palazzo enorme ed estremamente vecchio. – Loro hanno una spada a vicenda, ma tutte le spade sono collegate quindi ogni volta che uccidono qualcuno, i poteri di quest'uomo vanno a loro ed è per questo che hanno tutti i poteri possibili ed immaginabili. – Aspetta che io annuisca prima di bussare, per essere sicuro che io abbia capito e che sia pronta.
La porta si apre ma non c'è nessuno ad accoglierci ne ad aprirla. – Jer...
– Silenzio – ringhia lui per poi entrare; lo seguo, un po' impaurita. – Se proprio devi prendi la mia mano – mormora accennando un sorriso malizioso.
Gli lancio un'occhiataccia ma lui sembra non notarlo visto che continua a guardarsi intorno. – Preferisco morire di paura – borbotto io guardandomi in giro tanto quanto lui.
Cerca di non ridere. – È una brutta morte, non credi?
– Lo so – ringhio .
– Venite – ci ordina qualcuno. Sobbalzo e mi metto dietro a Jeremy senza pensarci due volte. Un uomo viene verso di noi, sembra più un maggiordomo. – Salve, io sono un amico degli Anziani. Venite quindi, vi porto da loro. Vi stanno aspettando.
Jeremy annuisce e così l'uomo inizia ad avanzare. Jeremy fa una mezza risata e si abbassa verso di me. – Per fortuna che preferivi morire di paura – mi sussurra all'orecchio.
– Non ti ho preso per mano! – esclamo io, però sono imbarazzata. In effetti potevo evitare di fare la cacasotto, ma quest'uomo è sbucato dal nulla e la sua voce è abbastanza inquietante.
– No infatti, stai dietro di me, il ché è peggio – mi prende in giro lui.
Mi metto accanto a Jeremy facendo finta di non sentirlo ridere. Guardo l'enorme porta davanti a noi, grossa quasi due volte come una porta d'ingresso normale. – Ma tu ci sei mai venuto qua? – mormoro guardando Jeremy.
– Quando mi hanno proclamato Cacciatore.
– Quindi io non sono ancora una Cacciatrice – borbotto, non molto felice della nuova scoperta che ho fatto.
– No, non ancora – risponde lui a bassa voce. Il maggiordomo apre la porta e una folata di vento attraversa il mio corpo. È così potente da farmi quasi cadere all'indietro, ma una mano mi afferra e mi tiene dritta. – Sei proprio una piuma, ragazzina – mormora Jeremy posando quasi le sue labbra sul mio orecchio. Lo sta facendo apposta, lo so, ma quel ragazzino proprio non mi va giù, è da quando ci siamo incontrati che mi chiama così. Il gioco è bello quando dura poco e questo gioco sta durando fin troppo. Scuoto il braccio fino a quando lui non toglie la mano.
– Sei proprio...
Mi mette un dito davanti alla bocca. – Non si possono dire brutte parole qua. È vietato.
Faccio per dirle lo stesso quando il maggiordomo c'interrompe facendomi sussultare un'altra volta. – Allora? Volete entrare o avete intenzione di continuare a flirtare? – chiede.
Entro con Jeremy al mio fianco, perfettamente coordinata a lui. Quattro uomini sono seduti su delle sedie che sembrano più dei trovi. Jeremy avanza e quando è a pochi metri da loro inizia a parlare. – Buonasera – li saluta accennando un sorriso. Si gira verso di me e mi fa segno di andare da lui e così a passo lento faccio come mi dice.
– Jeremy Ruterful, ci ricordiamo di te. Come stai andando? – chiede uno dei quattro uomini seduti, precisamente l'uomo seduto sulla terza sedia.
Jeremy prende la mia mano e così io glie la stringo senza nemmeno pensarci. Al diavolo l'orgoglio, questi quattro uomini fanno paura più dell'uomo di prima. – Tutto bene. Continuo a servire – risponde Jeremy guardando l'uomo senza abbassare un attimo lo sguardo.
– Bene – esclama l'uomo sorridendo. I suoi denti sono troppo bianchi per essere veri. – Sapevo che non ci avresti delusi.
– È così – conferma il secondo uomo. Mi fermo a guardarli: hanno tutti dei mantelli neri come il carbone e dei cappucci, non riesco a vedere niente di loro, sono completamente nascosti da quei mantelli. – Quindi questa è la Whitesun.
– Buonasera – dico io cercando di non far tremare la mia voce. La verità è che sto morendo di paura e questo non è affatto da me.
Ma non è solo questo, giusto Jeremy? – chiede il Quarto.
– Esattamente – risponde Jeremy con un tono freddo. Si vede che non gli piace parlare di noi due.
– Ma c'è qualcosa che non va in voi – continua l'Anziano.
– Gelosia, paura – aggiunge il Terzo. – Si, le percepisco. – Stringo ancora di più la mano di Jeremy. – Cassie, non avere paura, non ti faremo del male. – Trattengo il respiro vedendo il Primo alzarsi. Faccio per indietreggiare quando Jeremy mi ferma, permettendo all'uomo di venire davanti a me. Si abbassa il cappuccio, mostrandosi. Ha dei lineamenti molto marcati, dei capelli neri e gli occhi bianchi. Mio dio, sono veramente bianchi? Si mette davanti a me e inizia a guardarmi. Non so se guardarlo dritto negli occhi o guardare a terra.
– Puoi guardare a terra, non è un problema – mi risponde l'uomo. Deglutisco e guardo per terra. – Non ti hanno parlato molto di noi, vero? Eppure Jeremy prima ti ha detto che abbiamo molti poteri, tra cui leggere nel pensiero. – Annuisco guardandolo negli occhi, mi fa venire i brividi... i suoi occhi mi fanno venire i brividi. – Sei molto coraggiosa, Cassie. Sei andata a salvare i tuoi amici vampiri senza pensarci e poco dopo anche a salvare il tuo amato, la tua anima gemella, da uno dei tuoi amici che alla fine non si è rivelato tale. – Annuisco e lo sguardo dell'Anziano passa da me a Jeremy. – Tutti e due avete un senso di protezione nei confronti dell'latro che quasi mi sciocca. – Torna a guardare me. – Faresti di tutto per Jeremy, non è verso Cassie? Eri pronta a morire pur di salvarlo. – Guarda di nuovo Jeremy. – E tu... sei quasi entrato in coma per lei, per salvarla da quel... Derek.
– È ammirevole. Il vostro amore è forte... Non ho mai visto un amore del genere – conferma il Terzo.
– Eppure tra voi due ci sono troppi scontri – ribatte il Secondo scendendo dal suo trono per venire da noi, guardo l'altro uomo che ha parlato fino ad ora, mi sorride e torna a sedersi. L'altro uomo si oglie il cappuccio rivelando i suoi lineamenti marcati, forse più dell'altro, con dei capelli castani e gli stessi occhi bianchi del compagno. Prende la mia mano che è ancora intrecciata a quella di Jeremy e trattengo il respiro, l'Anziano è freddissimo, quasi come il ghiaccio. Guardo Jeremy che ha lo sguardo fisso su di lui, come se non sentisse il freddo entrare nelle vene fino ad arrivare a consumare le ossa. – Tu, Jeremy... stai con un'altra ragazza, molto bella. Ma non è Cassie, giusto? – annuncia l'Anziano riuscendo a far abbassare lo sguardo a Jeremy. – Eppure tu continuo a stare con lei sapendo che sia te che Cassie provate un sentimento molto forte. – Si ferma facendo una smorfia. – Ieri sera siete andati al cinema! – esclama sorridendo. – Stava andando tutto molto bene fino a quando non siete tornati all'Istituto. – Inizio ad innervosirmi, perché sta facendo così? – Lei ha rifiutato di ballare con te e così sei andato a ballare con un'altra ragazza, ma dopo Allison vi ha interrotti e ha mandato via la ragazza. – Fa una faccia incredula. – Vi siete baciati e così Cassie è andata a bere qualcosa di molto forte e... Oh, riesco a sentire il suo dolore nel vedervi baciare. – Trattengo il respiro cercando di rimanere calma. – Così anche tu, Cassie, hai incontrato un ragazzo. Scott, giusto? La maggior parte dell'Istituto pensa che tu sia incinta di lui quando nessuno sa che tu l'hai solo aiutato visto che era ubriaco. Non c'è stato niente tra voi, ma ti piace stuzzicare Jeremy, soprattutto dopo quello che ti ha fatto ieri sera.
Sfilo la mano dalla stretta dell'Anziano e faccio un passo indietro con le lacrime agli occhi. Mi sta facendo rivivere ogni singolo secondo, riesco a vedere tutte le immagini, sia mie che di Jeremy. Vedo Jeremy in camera con Allison e lei lo sta spogliando... Scuoto la testa, mi sta letteralmente scoppiando.
– Cassie? – mi chiama Jeremy guardandomi, preoccupato.
– È normale. È più debole di te, Jeremy – dice l'Anziano guardandomi. – Fai dei respiri profondi, cara, e vedrai che andrà tutto bene. – Annuisco e faccio come dice lui. – Bene... Comunque Jeremy, devi capirla. Non è solo più debole di te ma ha anche tutte quelle immagini brutte di te ed Allison da mandare giù.
– Vuole dire che non sono finite? – chiedo io.
L'anziano scuote la testa. – Ora vieni qua, Whitesun – mi ordina guardandomi negli occhi. Incontro lo sguardo di Jeremy, sembra preoccupato ma annuisce e mi fa segno di venire. L'uomo prende un'altra volta la mia mano e la fa intrecciare di nuovo a quella di Jeremy. Quindi... mentre Cassie si stava preparando per andare a dormire, vicino a Scott che stava già dormendo, tu, Jeremy, ti stavi... divertendo. – Riesco a vedere tutto. Tutto quello che non voglio vedere. Sento il mio viso bagnato dalle mie stesse lacrime, ma non mi posso muovere per asciugarle. – Poi la mattina Cassie si è trovata in una posizione molto dolce con Scott. – Questa volta è Jeremy a trattenere il respiro. – E Jeremy ovviamente ha dormito con Biancaneve .— Allison è appoggiata sul petto di Jeremy, riesco a sentire la pelle di Allison sulla pelle di Jeremy. – Continua respirare, Cassie, stai diventando molto pallida. Non vorrai mica perdere i sensi, vero? Comunque, poi c'è stata – ride, – la scena dell'infermeria. – Ride ancora una volta. – Jeremy, la tua faccia quando pensavi che Cassie dovesse prendere la pillola del giorno dopo è fantastica e, Cassie, il tuo imbarazzo riesce quasi a farmi imbarazzare. – Fa una smorfia dispiaciuta. – Il tuo cuore si spezza quando Cassie, oltre a darti una presunta conferma di aver passato una dolce notte con Scott, ti dice che quello che fa lei non sono affati che ti riguardano. Siete tutti e due arrabbiati, sia con voi stessi che l'uno con l'altro, ma più di tutto siete molto tristi.
Continuo a guardare per terra quando Jeremy cerca i miei occhi. Non sento più il freddo dell'uomo, la mano quindi mi cade vicino al fianco e faccio per cadere quando qualcuno mi prende al volo. Apro gli occhi e incontro, come sempre, quelli preoccupati di Jeremy. – Tutto bene? – chiede continuando a tenermi mentre io mi rimetto in piedi, gli faccio togliere con la forza le mani dai miei fianchi.
– Si – rispondo freddamente. Abbassa lo sguardo, colpevole.
– Non so se ti perdonerà facilmente, Jeremy – borbotta il terzo uomo. – Sei un abilissimo Cacciatore, ma in amore non sei affatto bravo e questo mi dispiace un sacco. Avete entrambi il cuore di ghiaccio, per fortuna si può sempre sciogliere, sta a voi decidere come.
– Ok, Jeremy, ora puoi aspettare di fuori – dice il secondo uomo.
– E Cassie? – chiede Jeremy mentre il mio cuore inizia a battere veloce.
– Dobbiamo parlarle, ma tu non puoi rimanere. Mi dispiace.
– Perché no? – chiede Jeremy guardo male l'Anziano. – Dopotutto siamo destinati, no?
– Jeremy, non farmi costringere a mandarti fuori con le cattive – s'intromette il terzo Anziano. – Non mi far rimangiare le parole, so che lei è importante per te ma non le faremo del male.
Guardo Jeremy, impaurita. Ti prego, non andare, penso.
La sua espressione si fa più dolce. – Per favore, fatemi rimanere qua. Mi metterò da una parte, ma, vi prego, non fatemi andare via – li prega Jeremy.
– Mi dispiace, mio caro Cacciatore – risponde il quarto uomo, – ma dobbiamo rimanere per forza da soli con Cassie Moonic.
Guardo ancora una volta Jeremy ma quando fa per dire qualcosa lo fermo. – Vai – gli ordino con una voce tremolante. – Tranquillo, hai sentito, no? Non mi faranno del male – continuo guardandolo.
Annuisce, si gira ma continua a guardarmi. – Sto qua, dietro questa porta – annuncia lui. Annuisco e così se ne va.
– Siediti pure. – Mi giro sentendo il rumore di una sedia che viene trascinata dietro di me, peccato che nessuno la stia trascinando. Trattengo il respiro e all'inizio sono tentata d'indietreggiare, ma alla fine mi metto seduta senza dire niente. – Allora... e così tu sei la Whitesun. Tu e Jeremy siete motlo carini insieme ma tu sai che lo scopo della tua vita non è quello di salvare lui, ma di salvare tutti noi dai vampiri e dai lupi mannari – conclude il Terzo.
– Non farò mai una cosa del genere – rispondo io.
Tutti si abbassano i capucci. – Oh si che lo farai – ribatte il Secondo. – Sennò la tua vita sarà piena di dolore.
– Sei nata per uno scopo ben preciso, Cassie – dice invece il Terzo.
– Non farci arrabbiare – continua il Secondo guardandomi in un modo che mi fa venire i brividi, sembra concentrato completamente su di me. Il mio cuore inizia a battere velocemente, il mio respiro accellera... Sto per avere un infarto?
– Smettila! – ordina il Quarto guardando il Secondo. – Scusalo – borbotta guardandomi. – Non gli piacciono le Whitesun.
– Già, forse perché non sanno fare il loro lavoro – ringhia il Secondo.
– Forse perché il lavoro che ci fate fare è orribile – ribatto io. Sobbalzo ritrovandomi il Secondo Anziano davanti a me dopo un secondo.
– Eppure Jeremy ti ha detto di non risponderci male – dice prendendo il mio viso con forza. Il freddo penetra nel mio cervello e le unghie mi rigano il viso. Apro gli occhi e il secondo dopo sono a terra, dopo aver sbattuto contro un muro. – Oh, il tuo amato sta cercando di entrare – comunica mentre io mi metto seduta.
– Non essere così scortese – lo ammonisce il Quarto. Il Secondo mi sorride e va a sedersi vicino i suoi compagni senza aggiungere altro.
– Stavamo dicendo? – chiede il Terzo. – Sei nata per questo, Cassie, e ora che Iris ti ha lasciata e hai capito che la maggior parte di loro sono cattivi, è ora di capire che devi trovare quella spada e ucciderli tutti. — Lo guardo. ? Loro ti daranno fastidio apposta per vedere quanto li rispetti. Più sei stronza con gli altri e più loro ti daranno fastidio. Fanno loro la legge quindi ti possono anche mettere in prigione o uccidere se lo vogliono aveva detto Jeremy, e aveva ragione. – Ci penserai? – Annuisco e l'uomo mi sorride. – Puoi andare allora. Il tuo amato ti sta aspettando e si è tranquillizzato.
– È stato un piacere conoscerti, Whitesun – mente il Secondo.
– Arrivederci – mormoro io.
Faccio per andarci quando il Terzo mi ferma, il mio cuore fa un balzo, me ne voglio andare da qua. – Oh no, aspetta – esclama. – Mi savo quasi per dimenticare di proclamarti Cacciatrice.
– Ma... così presto? – chiede il Secondo.
– È pronta, lo sento. Ha già uccido demoni e s'è cavata molto bene – risponde il Terzo continuandomi a guardare con un sorriso fiero.
– Va bene, allora... Jeremy Ruterful, entra – borbotta il Secondo Anziano.
Sento i passi di Jeremy e quando mi giro lo vedo, fa un sospiro guardandomi e poi si mette vicino a me. – Ditemi – dice lui.
– Devi fare da testimone – risponde il Terzo.
Jeremy spalanca gli occhi. – La nominate già Cacciatrice? – chiede.
Tutti annuiscono ma solo il Terzo si alza, prende la sua spada e quando la alza indietreggio. – Tranquilla – mi dice venendo più vicino a me. – Serve a farti Cacciatrice.
Guardo Jeremy. – Inginocchiati – mormora lui. Faccio come mi dice e il Terzo Anziano è davanti a me con la spada affiancata al suo bacino. La alza e la posa sulla mia spalla destra. – Io, Elija Terzo, ti proclamo Cacciatrice. – Sposta la spada dritta al cuore. – D'ora in avanti dovrai proteggere il mondo dal male e fare qualsiasi cosa pur di far tornare la pace in questo mondo pieno di demoni pronti ad uccidere chiunque per puro divertimento. – Si ferma per farmi uno strano segno sulla pelle. Faccio una smorfia, sentendo la spada ferire la mia pelle e bruciarla ma non mi muovo. – Puoi alzarti. – Mi alzo sentendo una strana energia dentro di me. – Ora puoi andare, Cacciatrice.
– Arrivederci – li saluta Jeremy, più serio che mai.
– Arrivederci – dico io continuando a sentire delle scariche di adrenalina.
Una volta entrati dentro la macchina, Jeremy fa un sospiro. – Ho sentito un botto prima, quando si rimasta sola con loro. È successo qualcosa?
– Niente di cui preoccuparti – rispondo io freddamente guardando tutto tranne che lui.
– So che sei arrabbiata con me, ma ieri sera pensavo veramente tu fossi andata a letto con quel ragazzo, Scott.
–Accendi la macchina, Jeremy. Voglio tornare all'Istituto.
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