Capitolo 10: Le sirene

Sorrido. – No, no. – Mi accorgo troppo tardi di non tenere più il suo viso con le mani; mi allontano ancora di più. – Tranquillo, io... – Non riesco a parlare, non riesco a crederci. Davvero mi ha appena detto "se c'è qualcuno che morirà qua sei te"? No, non è possibile. – Si, emh... io devo andare.  – Mi allontano sempre di più e gli lancio un'occhiata torva quando cerca di prendere la mia mano; apre la bocca, pronto a parlare, ma la richiude subito e così riesco ad andarmene. Alzo un po' il vestito, più per paura di cadere che per necessità, e salgo le scale invece di prendere l'ascensore. Entro in camera mia chiudendo subito la porta, mi ci appoggio e sospiro.

Qualcuno però bussa subito alla mia porta senza lasciarmi nemmeno un minuto di paura dalla vita reale, così sbuffando  la apro. Dentro di me so di aver sperato fino all'ultimo che fosse stato Jeremy a bussare, pronto a scusarsi un'altra volta per poi abbracciarmi. Stringermi così forte da non farmi respirare e mormore che provava esattamente quello che provavo io, ma che non sapeva come fare. Invece davanti a me trovo solo un'Ivy molto arrabbiata.

– Ora tu scendi con me e ti diverti. Una sera, non chiedo tanto. Non puoi stare sempre qua dentro, hai bisogno di sfogarti in qualche altro modo. – Alza il dito quando faccio per dire che in verità io già ho un mio modo per sfogarmi. – Non iniziare. Non puoi sfogarti solo usando una pistola e uccidendo demoni. Dio, è inquietante!

Chiudo la bocca e la riapro più volte, pensando a cosa dire. – Morirò, non è vero?

Mi guarda con gli occhi spalancati. – C-cosa?

– Morirò, è questo quello che mi aspetta! Tutti mi vogliono morta e qualcuno riuscirà ad uccidermi! Non posso sopravvivere a lungo quando così tante persone mi vogliono morta! Ah, no, aspetta... Indovina? Non sono nemmeno persone! Delle persone morte mi vogliono morta!

– No, ma... Cosa? Tu non morirai, Cassie – dice lei con una voce decisa guardandomi dritta negli occhi.

– Si, morirò. Morirò e Jeremy starà male, e tu starai male e... e Jack! Oh, mio Dio, Jack! Si sentirà in colpa mentre la colpa è solo mia. Ma no, ovviamente non è nemmeno mia! Non so di chi sia la colpa perché se ci pensi non sarà nemmeno colpa mia. Forse la colpa sarà di quelli che mi uccideranno e di questo maledetto destino che ha reso la mia vita un inferno.

– No, ok, stai dando di matto, Cassie. Calmati! – sbotta Ivy mettendomi le mani sulle spalle pensando che in qualche modo possa aiutarmi, cosa non vera.

– Succederà e Jeremy starà male e Jack si sentirà in colpa! – urlo io con le lacrime agli occhi, mi metto indietro i capelli. Mi rendo conto di quello che sto dicendo: mi sto preoccupando di più per Jeremy che per gli altri. È la seconda volta che ripeto che lo farò stare male dopo la mia morte, lo nomino per primo.... Mi sento ancora più ridicola adesso. – Perché tutto questo è iniziato quando sono arrivata qua? – chiedo io, pensierosa. Scuoto la testa. – No, no, io me ne devo andare da qua. – La scanso e senza nemmeno prendere un giacchetto scendo le scale praticamente correndo.

Appena esco dall'Istituto l'aria mi sfiora la pelle, non fa molto freddo ma abbastanza da farmi venire la pelle d'oca. Chiudo gli occhi e lascio andare l'aria che mi ero trattenuta dentro da quando sono uscita dalla camera. È come... una liberazione uscire ormai, invece mesi fa odiavo uscire, odiavo prendere freddo. Odiavo praticamente tutto quello che non fosse casa mia. Casa mia. Apro gli occhi cercando di tranquillizzarmi, come tutto quello che era davanti a me d'altronde. Sorrido avanzando verso la strada dove sono parcheggiate tutte le macchine: sono in mezzo al nulla. Inizio a ridere, nervosa, guardandomi intorno: non c'è nessuno. Nessuno che mi voglia uccidere. Nessuno. Nessuno. Nessuno.

– Cassie? – mi chiama Ivy preoccupata mentre si abbraccia da sola, tremando un po'. – Vieni dentro, fa freddo. Ti prenderai un malanno!

– Perché? – chiedo ridendo. – Si sta così bene qua! – Mi giro per guardare la foresta. In molti dicono che non ci si può entrare, perché è là dove si nascondo i demoni visto che è sempre buio là dentro. Molti demoni non possono stare alla luce del giorno.

– Mi stai spaventando – piagnucola lei passandosi le mani sulle braccia scoperte.

– Perché? – ripeto. – Insomma, ma non vedi tutto quello che c'è qua fuori? Perché dovremmo stare là dentro, rinchiuse dentro un Istituto a ballare con questi stupidi vestiti eleganti quando possiamo benissimo andarcene e respirare quest'aria!

– Cassie – borbotta lei, ancora più preoccupata. – Entra dentro.

– No – dico io, alzo un po' il vestito e vado verso la prima macchina parcheggiata che vedo. Sono tutte in fila, così apro quella più vicino a me, la prima della fila. – Possiamo andare dappertutto! – esclamo io girandomi per guardarla, ma sembra sempre più arrabbiata. – Dobbiamo solo prendere questa macchina e andarcene! – Si mette una mano sulla fronte e si gira un po' verso l'Istituto, sperando che qualcuno esca ad aiutarla, ma nessuno lo fa. Smetto di sorridere e la guardo, capendo che la sto mettendo veramente in difficoltà. – Entra dentro e divertiti – aggiungo quindi. – Io farò lo stesso, sta tranquilla. – Scuote la testa e alza le mani come in segno di resa entrando di corsa nell'Istituto.

Mi giro per guardare la macchina. Quindici anni, non posso ancora guidare. Ma chi le fa le regole? E soprattutto chi le segue? Entro dentro la macchina. Deve essere bellissimo guidare senza una meta... o almeno fino a quando non ti perdi ed inizi ad entrare nel panico. O forse ti sentiresti semplicemente libero di andare dappertutto, senza entrare nel panico, perché dopotutto non hai una meta.

– Cosa stai facendo?

Sobbalzo sentendo la sua voce dopo in tutto questo silenzio. – Dio – esclamo mettendomi una mano sul petto. – Mi hai fatto prendere un colpo.

Mi fa segno di scendere. – Scendi, su – borbotta aprendo lo sportello della macchina visto che io non do segno di avere intenzione di scendere da essa.

– Perché? – chiedo io guardandolo dritto negli occhi, giusto per sfidarlo un po'.

– Perché si congela qua fuori! – sbotta lui spalancando gli occhi per l'incredulità. – Dove credi di andare con questa macchina. Hai quindici anni, non puoi guidare e non puoi fare come ti pare. Scendi e rientra dentro, si muore di freddo.

Scoppio a ridere. – Non è vero, non fa freddo. – Lo guardo e gli sorrido. – Facciamoci un giro – aggiungo dopo un po'. Scuote la testa per poi girarsi verso l'Istituto, così gli prendo la mano e la stringo un po' per riavere la sua attenzione. – Godiamoci la vita, Jeremy.

Mi guarda, serio. – Hai paura e ti capisco, ma questo non è assolutamente il modo...

– Di fare cosa? – lo interrompo io. – Di vivere? E qual è il modo di vivere, Jeremy? – Sbuffa guardandomi con uno sguardo sofferente, facendomi quindi capire che è indeciso sul da farsi. – Andiamo a vederci un film. Andiamo a fare la spesa! – Rido, nervosa. – Andiamo a casa mia, andiamo a cenare fuori!

– Ok, smettila – risponde lui, ancora più serio.

Lo guardo negli occhi. – Io me ne voglio andare da qua, Jeremy. Questo posto mi sta facendo impazzire. Ho bisogno di fare qualcosa per conto mio. Qualcosa che mi fa capire che la mia vita è ancora mia e non di persone che mi dicono di non poter uscire o di persone morte che m'intimano a non uscire. Me ne voglio andare da qua, Jeremy.

– Non puoi – ringhia lui.

Alzo le sopracciglia. – Ah no? – chiedo io.

– Non fare quella faccia, Cassie. Non puoi – borbotta lui alzando gli occhi al cielo. – E non fare quella faccia ora! Non puoi... Oh, mi stai veramente facendo gli occhioni? – Si mette a ridere mettendosi indietro i capelli. – Dio, tu mi farai venire d'infarto uno di questi giorni – mormora lui, sovrappensiero.

Sorrido, pensando a quello che ha appena mormorato. Scendo dalla macchina e mi metto davanti a lui. – Divertiamoci, Jeremy – dico prendendo le sue mani. – Comportiamoci come tutti gli adolescenti. Non pensiamo per una sera al fatto che ci aspettano demoni e altri demoni da uccidere. – Mi guarda con così tanta intensità che l'adrenalina galoppa dentro di me. – Pensiamo solo a noi per una volta.

– Non posso – dice, chiudendo gli occhi, sembra veramente combattuto e triste. – Se ti succede qualcosa... Se...

– Non mi succederà niente – lo interrompo io avvicinandomi a lui cautamente, gli sorrido, prendo coraggio e mi appoggio completamente su di lui, alzo la testa per guardarlo dal basso e lui la abbassa per guardarmi dall'alto. Riesco a sentire il suo cuore andare veloce tanto quanto il mio, delle scosse di adrenalina percorrono tutto il mio corpo facendomi sentire euforica e confusa allo stesso tempo. – Quando sono con te mi sento al sicuro.

Il suo sguardo si addolcisce. – Mi dispiace averti detto quella cosa – mormora lui mettendo le sue mani dietro la mia schiena per farmi avvicinare ancora di più a lui, se solo fosse possibile. – Ho solo tanta, forse troppa, paura di perderti. – Annuisco. – Sei... la prima persona che m'interessa veramente da fin troppo tempo. – Fa un sospiro mettendomi indietro una ciocca di capelli. – Dove vuoi andare? Questa è la tua serata.

Sorrido e faccio un enorme sforzo nel cercare di non abbracciarlo. – Al cinema – mormoro io.

Annuisce e fa per entrare nella macchina, al posto del guidatore, facendomi capire  che non mi farà mai guidare. Non sta sera almeno. Si ferma e guarda Ivy, che a quanto pare ci stava guardando sin dall'inizio. – È al sicuro. Dì a Louis che sta con me. – Ivy annuisce e rientra dentro l'Istituto. Mi guarda e mi fa segno di salire.

Una volta arrivati alla biblioteca dove siamo state sta mattina io e Ivy scendiamo dalla macchina. Guardo Jeremy uscire dalla macchina e così faccio lo stesso, gli sorrido quando mi rendo conto che mi sta guardando. – Che ci andiamo a vedere? – chiede quindi, accennando un piccolo sorriso.

– Decidi tu – rispondo io chiudendo lo sportello. Guardo avanti a me e vedo che davanti all'entrata così mi fermo di scatto. Di certo non potevo immaginare che sarebbe stato qua anche di sera... cosa fa, ci vive?! Quando i nostri sguardi s'incrociano il mio cuore inizia ad andare veloce, più per paura di vederlo quando sto qua con Jeremy che per altro.

Si avvicina a noi con il suo solito passo da grande uomo e mi sorride. – Cassie – mi chiama, ormai davanti a me.

Deglutisco. Ok, questa non era affatto la situazione che mi aspettavo di trovare una volta arrivata qua. – Ehi – bofonchio, cercando di fare finta di niente, però Jeremy continua a guardare prima me e poi Liam e questo non fa altro che farmi innervosire ancora di più. Voglio solo entrare dentro la biblioteca e vedere un film.

– Che ci fai qua? – chiede avvicinandosi a me di proposito dopo aver lanciato un'occhiataccia a Jeremy, facendolo innervosire e quindi irrigidire ancora di più.

– Sto... emh, sto andando a vedermi un film – rispondo io cercando di concentrarmi il più possibile per non cadere ai suoi piedi, ma è sempre più difficile e ho paura che sia a causa del nostro bacio.

Liam si avvicina ancora di più e così Jeremy lo ferma dicendo: –  Con me. – Si avvicina ancora di più a me e posa un braccio sulle mie spalle, mentre io non riesco più a distaccare i miei occhi da Liam.

– Ah – borbotta Liam, ma senza allontanarsi. – Tu sei destinato a lei.

– Cassie, entriamo? – chiede Jeremy senza rispondere a Liam.

Guardo Liam che continua a sorridermi. – Emh... – Liam si mette a ridere vedendomi così in difficoltà a causa sua. – Si, andiamo – borbotto guardando finalmente Jeremy.

Entriamo e faccio finta di non accorgermi dell'occhiata torva che Jeremy lancia a Jeremy prima d'entrare. Una volta dentro e ben lontani da loro mi prende per le spalle e mi guarda negli occhi scuotendomi un po'. – Ehi, ci sei? – chiede.

– Voglio andare da Liam – rispondo senza nemmeno pensarci. Mi fermo a pensare. Non è vero, non voglio andare da Liam, voglio rimanere qua con Jeremy.... E allora perché ho detto così? Cosa sta succedendo?

– Cosa? – chiede, sembra molto deluso. – Sei in te?

Annuisco. – Sono in me, voglio solo andare da Liam. – Inizio ad entrare nel panico, ma non lo do a vedere. Questa non sono io, è qualcun'altra. Qualcuno sta prendendo le decisioni al posto mio e questo di certo non mi va a genio!

Si allontana abbassando lentamente le mani. – Ok, allora... ti aspetto qua. – Non posso fare altro che pensare: non lasciarmi andare, prendi le mie mani... Prendi le mie mani e non lasciarmi andare da loro, ti prego. E così gli prendo le mani di scatto, facendolo sussultare. Aggrotta le sopracciglia, confuso. – Cosa...?

Le mie mani però lanciano le sue con un altro scatto, mi giro e vado verso l'uscita, dritta da Liam. Cerco più volte di fermarmi con tutta la mia forza di volontà, ma non ci riesco. Dopo essere uscita vedo Liam girarsi e sorridermi. Sta con i suoi amici, ma ci sono anche delle ragazze e la prima cosa che mi viene in mente è che se provano solo a toccare Jeremy le ammazzo con le mie stesse mani.

– Eccoti! – esclama lui. – Ti stavo chiamando da un po'. Vieni con noi?

Mi stava chiamando da un po'...? E questo cosa significa? Quindi era lui la persona che mi controllava. Oh, ma certo! – No! – urlo io indietreggiando un po'.

Tutti aggrottano la fronte, preoccupati e confusi, Liam compreso. – Vuoi dire si, vero? – chiede ridendo, sembra imbarazzato ora.

La porta dietro di me si spalanca e Jeremy esce dalla biblioteca guardandomi freddamente. – Cassie, che succede?

– Ma guarda un po' chi c'è! Un ragazzo! – esclama una sirena femmina.

Appena fa per avanzare verso di lui mi metto in mezzo, guardandola malissimo. – Toccalo e sei morta – ringhio io, pronta a scoppiare.

La sirena femmina però si mette a ridere. – Oh, cara! Credimi, se cercherai d'intralciare il mio cammino posso giurare che sarai tu quella a morire. – Smette addirittura di sorridere e mi guarda in un modo che mi da i brividi.

Poi però sento un dolore fortissimo alla testa, così forte che cado a terra. – Cassie! – esclama Jeremy mettendosi in ginocchio accanto a me. Mi guarda, preoccupato, e mi prende il viso cercando di capirci qualcosa.

– Oh, ti preoccupi per lei e non per me? – chiede la sirena mettendosi una mano sul cuore, facendo finta di essere addolorata.

– Smettetela, siamo qua per vedere un film. Cosa volete da noi? Siamo destinati, lasciateci stare, tanto è inutile – ringhia Jeremy guardandoli malissimo.

La sirena femmina si mette accanto a Jeremy e si avvicina a lui e gli accarezza la guancia. – Facciamo un gioco, eh? Io adesso proverò a baciarti e se tu riuscirai a non baciarmi... – Si mette a ridere. – Bé, a quel punto Liam proverà a baciare la tua ragazza e se lei riuscirà a non baciarlo potrete andarvene.

– Perché dovremmo giocare con voi? – ringhia Jeremy.

–Perché siete praticamente obbligati. Dovresti sapere, Cacciatore, che alle sirene è meglio non dire di no. Non lo sapevi? Sai perché? – risponde la sirena che continua ad accarezzarlo.

Ho paura, non tanto di baciare Liam quanto di vedere Jeremy baciare la ragazza-sirena. – No, per favore – bofonchio io cercando di rialzarmi.

– Ssh – mormora Liam mettendosi accanto a me, dall'altra parte, lontano il più possibile da Jeremy, ritrovandomi così in mezzo a due ragazzi. – Tranquilla, va tutto bene – continua accarezzandomi i capelli.

– No, non va bene – ribatto io, arrabbiata.

– Rimani a terra. Se ti alzi sverrai all'istante – dice Liam tenendomi a terra. C'è un po' di compassione nei suoi occhi ed è per questo che una volta tanto lo ascolto e rimango ferma.

Mi giro per guardare Jeremy mentre si avvicina alla ragazza, guardandola con quello sguardo sexy che solo a lui può riuscire così bene. Stringo la mano di Liam dopo aver sentito una stretta allo stomaco. – Non dire niente. Diana può essere veramente cattiva con le persone che s'intromettono. Se vuoi continua a stringere la mia mano, ma non dire niente sennò non finirà mai – mi sussurra all'orecchio Liam.

Continua a guardare loro due mentre Liam mi dice tutte queste cose. Jeremy continua ad avvicinarsi a lei guardandole le labbra. Non ce la faccio più e chiudo gli occhi girando la testa verso sinistra, e quindi verso Liam.

Sento la ragazza ridere. – Fantastico – esclama facendomi strizzare ancora di più gli occhi. Sta parlando del bacio? È stato "fantastico"? Sto per vomitare. – Così il tuo aamore per lei è così forte da riuscire a non baciarmi – continua lei. Apro di scatto gli occhi e guardo prima la ragazza e poi Jeremy, che abbassa lo sguardo verso di me accennando un sorriso malizioso. – È fantastico – ripete lei, anche se dal tono di voce non sembra così bello.

– Ho già avuto a che fare con voi – risponde Jeremy guardandola sorridendo. – So come rimanere concentrato.

 La ragazza ride un'altra volta. – E lei, ci riesce? – chiede guardandomi, sorride soddisfatta. – Non mi sembrava fino a poco fa.

Guardo impaurita Jeremy e poco dopo la sua voce è dentro la mia testa. Sta tranquilla, pensa solo a me. Con me ha funzionato.

Rimango in silenzio per un po', trattenendo un sorriso dopo aver capito che lui ha pensato a me ed è per questo che è riuscito a non baciare la sirena. Però ho comunque paura, quindi mi giro verso Liam. – Per favore, non farlo.

– Mi dispiace, ma devo – risponde Liam facendo ridere un'altra volta la ragazza. Deve essere proprio divertente per lei torturare in questo modo le persone. Vorrei tanto ridere anch'io... dopo averle strappato tutti i denti. Uno ad uno.

– In che senso "devi"? – chiedo praticamente ringhiando.

– È lei che comanda il gruppo – mormora lui facendo spallucce.

Lo guardo scioccata. Che cosa stupida! Eppure a quanto pare non lo è per Liam, visto che sta iniziando ad accarezzarmi il viso, la sua mano è morbida ed invitante... ma mai come quella di Jeremy. Alza pure l'altra così da tenermi il viso con tutte e due le mani; lo guardo negli occhi, impaurita. Inizia la canzoncina dentro la mia testa, quella che ogni volta mi confonde fino a farmi perdere la testa. Si avvicina a me ed io faccio la stessa cosa: mi avvicino lentamente a lui. Chiudo gli occhi sapendo cosa sto facendo. Chiudendoli inizio a pensare agli occhi di Jeremy, a questa serata, al suo questa è la tua serata, alle sue mani appoggiate sulla mi schiena per farmi avvicinare ancora di più a lui.

Trattengo il respiro sentendo quello di Liam battermi sulla pelle. – No – mormoro allontanandomi da lui. Gli occhi di Liam si spalancano, sembra arrabbiato, invece la ragazza di mette a ridere... ancora una volta.

– Non ci posso credere! – esclama leei tra una risata e l'altra. Guardo Jeremy e mi accorgo che continua a fissare Liam, non sembra molto felice, anzi. – E così anche lei è riuscita a respingere un di noi. – Mi guarda e così faccio la stessa cosa, accettando la sfida. – E tutto questo perché siete destinati. – Sorride in un modo che non mi piace.

– Non ci posso credere – mormora una sirena.

– Non è possibile – mormora un'altra.

Guardo ancora una volta Jeremy e metto la mia mano sulla sua, che è poggiata sull'asfalto. Così alza lo sguardo e i nostri occhi s'incrociano, procurandomi una scossa. – Quindi possiamo andare, giusto? – chiede Jeremy guardando la sirena. Quest'ultima gli sorride dolcemente e lo accarezza un'altra volta. Vorrei alzarmi e prendere per i capelli come una ragazza che non sa menare.

– Purtroppo si, potete andarvene – borbotta lei continuando ad accarezzarlo e a fargli gli occhi dolci. Si alza da terra e così anche Liam. – Buon film – saluta lei continuando a sorridere a Jeremy.

– Ciao Cassie – mi saluta Liam. Lo guardo, arrabbiata, senza dirgli niente. Tutti entrano nella biblioteca dove dovevamo entrare anche noi.

– Stai bene? – chiede lui alzandosi da terra.

– Si – borbotto continuando a guardare la sirena andarsene. Vorrei correre da lei ed ucciderla. Il modo in cui lo guardava... mi manda in bestia. Odio sapere che lui potrebbe benissimo prendere e andarsene con una ragazza molto più bella e più simpatica di me.

– Vieni – dice lui porgendomi le mani. Lo guardo per un po' e poi metto le mie mani sulle sue e così mi aiuta ad alzarmi. Una volta alzata faccio per cadere ma riesco a non cadere. – Oh! – esclama lui reggendomi. O almeno credo. – Ce la fai a reggerti da sola? – chiede. Quindi si, è decisamente lui a reggermi.

– Si – rispondo guardandolo attentamente, è così vicino che mi fa male. Le sue mani mi lasciano andare e scivolano via dai miei fianchi. Rimango in piedi, un po' protesa verso di lui, come ammaliata dal suo corpo. Lui invece sembra allarmato, pronto a prendermi un'altra volta.

– Sei stata brava – se ne esce lui. – Con la sirena, dico.

– Oh, anche tu – bofonchio io, mentre la rabbia sembra far passare quella specie di stupidità.

– Non credevo ci saresti riuscita.

Rido. – Questo perché continui a sottovalutarmi – rispondo io.

Ride abbassando lo sguardo. – Si, è vero. Colpa mia – dice alzando lentamente lo sguardo. Fa un sospiro e mi accarezza la guancia facendomi sorridere ancora di più. – Non so cos'avrei fatto se avessi baciato quella sirena davanti a me.

Trattengo una risata nervosa. Non so esattamente cosa dirgli, voglio dire... questo è il suo modo di dire che anche per lui sono importante? Che è geloso tanto quanto lo sono io? Lo guardo dritto negli occhi, sembra così innocente quando mi guarda... e forse non lo è. O forse si, alla fine è un ragazzo, un umano, in grado di provare sentimenti che gli fanno paura.

– Vogliamo entrare? – chiedo quindi. Annuisce e così entriamo, saliamo le scale e vado dritta a vedere i film che ci sono. Mi giro verso di lui, che è esattamente dietro di me, alza le sopracciglia come per chiedere "cosa c'è?". – Azione? – chiedo. Non mi va di vedere qualcosa di romantico, so come va a finire e non lo voglio baciare oggi, non dopo quello che è successo. Rido nervosa e mi giro verso gli scaffali dove ci sono tutti i film per non guardarlo ancora di più.  Ho sempre paura di baciare qualcuno se quel qualcuno m'interessa veramente.

– Si, va bene – risponde lui, tranquillo.

Annuisco continuando a guardare tutti i film. Sospiro e mi giro, imbarazzata. – Emh... – Rido di nuovo. – Non sono molto brava nel trovare film decenti.

Mi sorride. – Spostati, faccio io – dice in modo gentile. Mi faccio da parte mettendomi dietro di lui, mi guardo intorno pur di non guardare lui. Tutto d'un tratto sono nervosa. Questo mi sembra un appuntamento e me ne rendo conto solo adesso.

– Che ne dici di questo? – chiede girandosi di scatto.

Sussulto vedendolo così vicino, così tanto da farmi trattenere il respiro. Gli guardo le labbra, la tentazione di baciarlo è forte, veramente forte. Credo di non aver mai avuto così tanta voglia di baciare qualcuno come questa volta. Cerco i suoi occhi ma mi rendo conto che anche i suoi puntano le mie labbra. Deglutisco e il suo sguardo si posa sul mio collo. M'immagino le sua labbra mentre baciano lentamente il mio collo e così prendo di scatto il film. – Va benissimo – esclamo prima di girarmi per cerca di non pensare a lui, ai suoi occhi, alle sue labbra... – Dove possiamo andare?

– Emh – borbotta lui schiarendosi la voce. – La porta numero dieci. – Annuisco andando avanti fino a trovare la porta con il numero dieci attaccato. Mi giro per guardarlo, preoccupata. – Puoi entrare, non ci sarà nessuno. – Così apro e mi rendo conto che questa è una vera e propria sala, identica a quella dei cinema. – Questa è per il nostro Istituto – annuncia lui mentre io continuo a guardarmi in giro. – E oggi stanno tutti alla festa, quindi è tutta per noi – aggiunge salendo i gradini, per poi sedersi all'ultima filma al centro.

Sorrido guardandolo. È bellissimo, ogni cosa è bella se è lui. Addirittura i pochi brufoli che ha non sembrano così brutti su di lui, addirittura alcune cicatrici sono belle su di lui, tutto... è bello su di lui. Ha questo potere di trasformare anche le cose brutte in cose belle. Non capisco, i ragazzi belli mi hanno sempre fatta sentire strana, come se non fossi mai abbastanza per loro, quindi mi stavano antipatici. Perché Dio, o chiunque abbia creato le anime gemelle, mi ha fatto questo? Non capisco proprio il perché... Perché a me uno così bello? Perché non l'hanno affidato a qualcuno che avrebbe potuto trattarlo come io non riesco a fare?

– Mi stai fissando – dice lui, sorride maliziosamente. – A cosa stavi pensando?

– A niente – borbotto salendo i gradini per poi mettermi seduta vicino a lui.

– Scordi che a volte ti posso leggere nella mente – ribatte lui. Mi giro, allarmata, lui invece si mette a ridere. – Ma questa volta non ci sono riuscito, purtroppo. – Faccio un sospiro di sollievo e mi siedo in modo più femminile. – Così però mi fai incuriosire! – esclama facendomi ridere. – Chi è che mette il film?

Abbasso lo sguardo sulla mia mano che tiene la copertina del film. Scoppio a ridere dall'imbarazzo.

– Dammi, faccio io – dice prendendo il film e scomparire dietro di me.

Non mi giro, non posso dargli l'ennesima soddisfazione. Lo scherzo diventa un'immagine così mi muovo un po' sulla sedia, imbarazzata.

Jeremy si siede vicino a me, ma faccio finta di niente e continuo a guardare lo schermo. – Popcorn? – chiede lui avvicinando i popcorn a me. Lo sta facendo apposta, sa che sto facendo di tutto per non guardarlo e lui sta cercando una scusa per farmi fare il contrario.

– Si, grazie – rispondo io prendendone un po'.


Dopo un paio d'ora il film finisce. Mi alzo dalla poltrona e lui mi segue dopo poco, mi guardo intorno per poi stiracchiarmi un po', assonnata. Mi giro rendendomi conto di essermi appena stiracchiata davanti a Jeremy, guardo la sua reazione: ha un sopracciglio inarcato.

– Cosa? – chiedo.

– Ti sei appena stiracchiata davanti a me.

– E quindi? – chiedo io accennando una risata.

– Non è molto affascinante da vedere.

Lo guardo per un po' e poi scoppio a ridere. – E chi vuole essere affascinante? – chiedo iniziando a scendere le scale per uscire dalla sala.

Ride e mi raggiunge subito. – Tu – risponde.

Mi giro verso di lui, incredula. – Io? – chiedo, annuisce. – No, ti sbagli – affermo ridendo. Usciamo dalla sala e mi fermo non vedendo persone in giro. Faccio una smorfia. – È inquietante – borbotto per poi guardarlo. – Non credi?

Smette di guardare davanti a lui e inizia a guardarmi, divertito. – Perché? – chiede continuando ad avanzare.

– Non c'è nessuno. È brutto.

Ride. – È  mezzanotte passata. E poi sei una cacciatrice e hai paura di questo?

Lo fulmino con lo sguardo. – Ho detto di avere paura, ho detto che è inquietante.

  – E vuol dire che hai paura.

Sbuffo, mentre lui si sta divertendo un mondo. – Non ho paura.

– Noo – risponde lui ridendo ancora di più.

Arrivati all'Istituto, entriamo. Tutti stanno ancora festeggiando. Cosa, ancora non si sa. Ci sono ragazzi che ridono, che scherzano, la musica a palla e altri ragazzi che stanno al bar. – Come fanno a bare? Voglio dire, non sono tutti maggiorenni – chiedo io avvicinandomi all'orecchio di Jeremy per farmi sentire.

Si abbassa un po' per ascoltarmi e poi fa la stessa cosa che ho fatto io. – Abbiamo fatto un patto con il barista. Sta con una Cacciatrice e lui è solo un barista, quindi non potrebbero stare insieme.

Lo guardo incredula. Ridicolo, ridicolo, ridicolo, ridicolo. – Che cosa stupida! Non siamo degli esseri superiori!

– No, non lo siamo ma la nostra vita è pericolosa e può mettere in pericolo anche l'umano che sta con il Cacciatore, quindi è vietato. Comunque, Louis non ne sa niente di questa cosa, siamo stati noi a ricattare il barista.

– Stronzi.

– Ehi, ti abbiamo fatto un favore! – esclama lui, indignato.

Faccio una smorfia, disgustata. – Io non ho bisogno di bere.

– Cos'hai fatto prima, alla festa? E anche a quella precedente?

Socchiudo gli occhi. – Un solo bicchiere.

– Se non fosse stato per noi non avresti bevuto nemmeno quel bicchiere – ribatte lui, sorridendo falsamente.

Scuoto la testa. – Sei odioso – dico per poi andare verso Ivy, che sta ballando con Isaac, ma qualcuno mi ferma prendendomi il braccio. Mi giro, arrabbiata, ma vedo Jeremy e tutta la rabbia si consuma fino a diventare qualcos'altro. Cerca di dirmi qualcosa. – Non ti sento! – urlo io indicando le mie orecchie.

Si avvicina a me, sento l'odore dei suoi capelli e mi stanno pizzicando il naso, ma non m'importa, perché è così vicino da poterlo baciare. – Lasciali stare – mi dice.

Sbuffo, infastidita e stanca, vado a sedermi sulla prima sedia che vedo ma Jeremy mi si mette davanti e mi porge una mano. Aggrotto la fronte sperando di aver capito male. Alza gli occhi al cielo. – Balliamo? – chiede, ma io scuoto la testa. Sbuffa. – Perché no? – urla così forte che riesco a sentirlo anche da una certa distanza.

– Non mi piace ballare – urlo io.

– Va bene, allora vado a chiederlo a qualche altra ragazza – annuncia lui, istigandomi.

Alzo le sopracciglia, ancora più infastidita. – Prego – esclamo guardandolo.

Mi sorride solo per farmi innervosire ancora di più e poi va da una ragazza, anche lei sta seduta ma al contrario di me accetta subito il ballo e afferra la mano di Jeremy con molto piacere. Vanno sulla pista e lui avvicina lei con un colpo secco, lei rimane senza fiato per un po' e poi ride. Jeremy posa le sue mani sulla schiena della ragazza e quest'ultima gli bacia il collo mettendogli le mani nei capelli.

– Vuoi ballare? – chiede un ragazzo dai capelli rossi.

Rimango a guardarlo per un po', pensando che i ragazzi dai capelli rossi hanno sempre avuto un certo potere su di me. In più, quando vedo Jeremy avvicinare le sue labbra all'orecchio di le per mormorale qualcosa di sicuramente sexy non ce la faccio più e scoppio. – Si – rispondo quindi. Prendo la sua mano e mi lascio condurre fino alla pista. Si gira e mi mette le mani dietro alla schiena, così io metto le mie dietro il suo collo.

Le ulrime canzoni sono veramente lente e ormai anche questa è quasi finita, tutti intorno a noi si stanno baciando ma io continuo a guardarmi intorno per guardare Jeremy. Aggrotto la fronte quando mi accorgo che la ragazza che sta baciando non è quella di prima ma Biancaneve... o dovrei chiamarla Allison? Sento la rabbia bollire dentro di me, quindi mi distacco dal ragazzo. – Vado a prendermi qualcosa da bere.

Annuisce – Vengo con te. – Mi prende per mano e mi porta fino al bar.

Dopo aver ordinato qualcosa da bere mi fermo a guardare il barista mentre prepara il mio drink. Ha i capelli sparati in alto neri come il carbone e gli occhi scuri. Non si vede bene il colore a causa delle luci che illuminano il bar, ma di sicuro è molto alto. Chissà chi è la ragazza che sta con lui.

– Comunque io sono Scott – annuncia il ragazzo, presentandosi.

Lo guardo e mi rendo conto che anche lui ha gli occhi scuri. – Cassie – mi presento stringendo la mano di Scott. La stretta non sembra nemmeno quella di un Cacciatore.

– Tu sei la Whitesun, giusto?

– Già – borbotto prendendo il bicchiere e bere un po' del contenuto. Strizzo gli occhi cercando di non sputare tutto. – Ma che è?!

– Oh, è troppo forte, per caso? – chiede lui, scoppia a ridere. – Sei così rossa che si nota anche con tutto questo buio. Vuoi veramente sapere cosa ti ho ordinato? È un miscuglio tra...

– No, no – lo fermo io. – Non dirlo, ti prego. Mi sono fermata a miscuglio. – Guardo il contenuto dentro il bicchiere e faccio una smorfia disgustata. – Da quant'è che vivi nell'Istituto comunque? – chiedo per cercare di fare conversazione, ma anche per non fargli capire che non mi piace affatto il drink e che quindi a mano a mano lo allontano da me.

– Da... tre anni, più o meno – risponde lui prima di bere il suo drink.

Mi giro per guardare la pista, o meglio, per guardare Jeremy. Il mio cuore si ferma un paio di secondi in più vedendo Jeremy e Biancaneve baciarsi ancora una volta, con più passione però; la mano di lui si abbassa fino alla fine della schiena e... Mi giro di scatto verso il barista che sta per prendere il mio drink, quindi lo fermo e mi bevo il contenuto tutto d'un sorso.

– Wow! – esclama Scott. – Non era un po' troppo forte per te? Sbaglio o prima quasi sputavi tutto quello che avevi bevuto?

– Non fa niente – ringhio mettendo tutte e due le mani sul banco. Sbuffo. – Che ore sono?

– L'una.

– Io me ne vado allora – annuncio alzandomi dallo sgabello.

Si alza anche lui e mi ferma subito, alzo il sopracciglio, infastidita. – Dove vai? – chiede, barcollando un po' per rimanere in piedi.

– Emh... secondo te? A dormire.

– Prima che ne dici di andare in cucina a mangiare qualcosa?

Lo guardo in silenzio pensando che in effetti non ho nemmeno cenato. – Ci sto.


Dopo aver mangiato un'intera scatola di gelato insieme a Scott e parlando del più e del meno mi rendo conte che non è molto sobrio, anzi. Continua a ridere come un matto alle sue stesse battute scadenti. Quando si avvicina accarezzandomi il viso guardo il suo sorriso e lo fermo sentendo l'odore insistente dell'alcol. – Sei ubriaco.

– Forse – risponde lui avvicinandosi ancora un po'.

Poso due dita sulle sue labbra per fermarlo e così lui apre gli occhi. – Ti accompagno di sopra, ok? – Senza nemmeno aspettare una sua risposta mi alzo e lo prendo per mano. Andiamo verso l'ascensore e quando capisco che dovremo aspettare un po' mi giro a guardare Jeremy, che sta ancora con Biancaneve, eppure mi sta guardando da un po' di tempo.

Arrivato l'ascensore trascino Scott dentro per farlo entrare e lui sbuffa, abbracciandomi. – Uff, ma io voglio rimanere. Non sono così ubriaco, in fin dei conti. – In effetti non lo è, ma lo è abbastanza per fare casini.

– Lo sto facendo per te – borbotto io continuando a tenerlo sottobraccio per farlo rimanere più dritto possibile. Una volta usciti dall'ascensore mi fermo e lo guardo dritto negli occhi, cosa molto difficile visto che sembra stare in un mondo tutto suo. – Qual è la tua stanza?

Ride. – Sinceramente? Non mi ricordo.

Lo guardo incredula. – Non fai sul serio. Come fai a non ricordarti la tua camera? Dai, non mi prendere in giro, sono stanca e voglio andare a dormire. Ti sto facendo un favore, quindi dimmi semplicemente il numero della tua stanza così la facciamo finita.

– Ti giuro, ho un vuoto! – esclama lui. – Forse hai ragione, non sono poi così sobrio.

Mi metto una mano sulla fronte, cercando di mantenere la calma. – E va bene! Allora andiamo da me. Ma se provi a baciarmi o a fare altro dormi in corridoio, è chiaro?

– Sissignora! – risponde lui prima di scoppiare a ridere. – Grazie – aggiunge quando si sdraia sul mio letto. – Non ti credevo così gentile. Perché sei così gentile con me?

Sbuffo. – Oh, non so. Forse sono i tuoi capelli – scherzo io togliendogli le scarpe con un espressione schifata. – Hai intenzione di toglierti questi vestiti? Puzzano di alcol.

Ma sta già dormendo profondamente. Alzo gli occhi al cielo e vado in bagno per prepararmi per la notte. Dopo aver finito mi metto vicino a lui ma senza avvicinarmi troppo, l'odore dell'alcol mi fa venire la nausea ma di certo non posso dormire sulla poltrona. Mi fermo pensando al fatto che sto per dormire con un ragazzo che conosco da sole poche ore.

Solo io posso essere così stupida.

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