Una nuova famiglia
"Dov è nostra figlia?" chiede Sonia.
Umberto guarda Mimmo, poi sposta lo sguardo alle sue spalle facendo un cenno a sua moglie. Sonia squadra la ragazza, che comincia a sentirsi a disagio.
"Lei è Arianna...per quanto riguarda vostra figlia non dovreste chiedere a me, ma a lei..."
"Lo faremmo se ci rispondesse al cellulare, Domenico!" spiega Sonia.
A quel punto Arianna si avvicina di qualche passo, attirando di nuovo l'attenzione di quelli che ha ormai capito essere i genitori di Marica.
"È per lei che hai lasciato nostra figlia?" domanda ancora Sonia.
Mimmo non risponde, si limita a spostare lo sguardo sulla ragazza che si è avvicinata alle sue spalle: è terribilmente a disagio, lo percepisce anche solo guardandola. Chiede ai due ex suoceri di entrare e chiude la porta alle loro spalle.
"Io sono sempre stato innamorato di Arianna, ma dopo la scuola le nostre strade si sono divise per dieci lunghi anni..."
"Quindi Marica cosa è stata, un modo per occupare il tempo? Se non fosse tornata questa ragazza ti saresti preso le tue responsabilità, avresti cresciuto tuo figlio?" chiede ancora la madre, iniziando a piangere.
Domenico e Arianna si guardano, il dubbio nei loro occhi.
"Voi come fate a sapere del bambino?"
A quel punto Umberto si mette una mano in tasca e ne estrae uno scontrino, che consegna all'ingegnere. Domenico dà una rapida occhiata, legge l'oggetto acquistato: test di grav. Clear blue.
"Sono un ex poliziotto, non mi è stato difficile trovare delle tracce: Marica ha fatto sparire tutto, tranne lo scontrino accartocciato nella pattumiera, che deve aver buttato nella fretta di andarsene di casa..." spiega Umberto, parlando per la prima volta.
"Cosa volete da me?" chiede Mimmo.
"Voglio che sposi mia figlia!" risponde Umberto.
"Il bambino che aspetta Marica non è di Domenico!" chiarisce Arianna, facendo voltare tutti verso di lei.
"Che vuoi dire?" chiede Sonia alla ragazza.
"Quando Marica e Domenico si sono lasciati lei è andata a letto con un altro uomo..." continua a spiegare l'influencer.
Lo sguardo di Umberto, rimasto impassibile fino a quel momento, muta in rabbia: si avvicina alla ragazza, minaccioso.
"Che stai dicendo, eh? Che mia figlia è una sgualdrina?"
L'ingegnere si frappone tra l'uomo e la ragazza, prima che questa venga raggiunta dal furente ex poliziotto.
"Fa un passo indietro, Umberto! Arianna sta dicendo la verità: Marica non aspetta un figlio da me, non sono io il padre del bambino che porta in grembo!"
Sonia si appoggia al muro, Umberto fa un passo indietro.
"Parlerò con Marica e la pregherò di chiamarvi..." dice Mimmo, rivolto ai due genitori.
"Vuole un bicchiere d'acqua, signora?" Chiede Arianna, avvicinandosi a Sonia.
La donna si raddrizza, staccandosi dal muro. Poi si avvicina a suo marito e lo prende sotto braccio.
"Andiamocene Umberto...andiamo a casa..." lo quasi supplica. Ma l'uomo non si muove e continua a fissare Mimmo.
"Ho le mie colpe in questa storia, è questo che vuoi sentirmi dire? So che Marica mi avrebbe sposato e che avrebbe voluto costruire una famiglia con me; so che se non l'avessi lasciata probabilmente non le sarebbe mai passato per la mente di andare a letto con un altro uomo; ma non chiedermi di sentirmi in colpa perché vostra figlia è rimasta incinta di un altro nell'unica volta in cui sono andati a letto insieme e soprattutto non chiedetemi di prendermi la responsabilità di un bambino che non è mio!"
A queste parole Umberto pare incassare il colpo e, ancora con sua moglie sotto braccio, cede a quel minimo di forza con cui la donna cerca di accompagnarlo verso la porta, per uscire.
Una settimana dopo.
Marica e Ilario arrivano in ospedale: l'appuntamento è fissato alle dieci, ma loro hanno passato la notte in bianco e alle otto sono già nel bar, dove Ilario consuma il terzo caffè della giornata appena iniziata. Paradossalmente, tra i due, quello più in ansia sembra lui e non lei. Entrambi continuano a controllare l'orario sul display del loro smartphone, senza parlarsi, rivolgendosi delle rapide occhiate di tanto in tanto. Marica si alza di scatto.
"Dove vai? È ancora presto..." le dice Ilario in modo agitato.
"In bagno..." gli risponde lei, quasi senza che la sua voce tradisca una qualche emozione.
L'ingegnere si passa una mano sulla fronte, quasi ad asciugarsi il sudore: ma non c'è neppure una goccia sulla sua pelle, sembra quasi svuotato. Eppure sente un peso al centro del petto, un malessere generale che non riesce a spiegarsi. In quel momento dall'ingresso del bar entra una coppia, una donna e un uomo che spinge una carrozzina di colore blu. Si siedono due tavoli dopo il suo, a circa tre metri di distanza da Ilario. La donna si siede, l'uomo le posiziona la carrozzina vicino; poi le dà un bacio su una guancia, lei sorride e lui va verso il bancone per ordinare. La donna si sporge con il busto sulla carrozzina, toglie la copertina e tira fuori il bambino: è molto piccolo, avrà poche settimane, di sicuro sono venuti per un controllo. Ha una tutina bianca e blu, non ha capelli, sbadiglia tranquillo. La madre lo tiene tra le braccia, lo guarda con sguardo carico d'amore mentre il marito torna con un vassoio con su due tazze fumanti e due cornetti. Ilario non si accorge di Marica che torna, che gli si risiede di fronte. Segue lo sguardo dell'ingegnere, inizia anche lei ad osservare quella famiglia felice.
"Iniziamo a salire al reparto?" chiede all'improvviso Marica, distogliendo la sguardo da quella scenetta felice e puntandolo su Ilario.
"E se invece ce ne andassimo?" le suggerisce lui, continuando a non perdersi neanche un movimento di quei neo genitori che mangiano e osservano innamorati il loro bambino.
"Ma che dici, Ilario?"
"Io non amo te e tu non ami me, Marica. E diventare padre era l'ultimo dei miei pensieri, ma..."
"Ma cosa, Ilario? Dai, smettila, andiamo!" ribatte Marica, alzandosi dal tavolo e prendendo la borsa.
"Ma se lasciassimo fare a lui, alla vita che porti in grembo? Se fosse lui, o lei, con la sua nascita, a tenerci uniti?"
Marica poggia di nuovo la borsa sul tavolo e si lascia cadere fiaccamente sulla stessa sedia su cui era seduta fino a pochi secondi prima.
"Guarda quella coppia, Marica: chissà come si sono conosciuti, magari in treno, o in un locale, o magari su una chat..."
"Magari li ha presentati qualche amico in comune, come è successo con me e Domenico..."
"Ecco, pensa se quel giorno, invece di Domenico, ti avessero presentato me: che avresti pensato vedendomi? Mi avresti dato una chance?" le domanda Ilario, guardandola dritto negli occhi.
"Sì, credo di sì..." risponde Marica, sempre più titubante.
Ilario si alza, aggira il tavolo e si posiziona di fronte a Marica.
"E allora diamocela adesso questa chance, Marica. Facciamolo per questo scherzo del destino, questo bambino che non era scritto da nessuna parte ma che c'è, che esiste e che in questa settimana, pur non vedendolo, mi ha imposto la sua presenza rendendomi nervoso, agitato e sempre più in ansia..."
"Non è un buon punto di partenza, Ilario..."
"E invece sì, perché solo quello che ci spaventa ci fa sentire davvero vivi. E io nella vita non ho mai avuto paura di nulla come l'aver scoperto di averti messo incinta e di dovermi prendere la responsabilità di un altro essere vivente che non fossi io!"
"Ilario, ti prego..."
"Sai quanto donne ho avuto? Tante, talmente tante che se alcune le incontrassi per caso in un negozio probabilmente le supererei senza ricordarle neppure. Tutte quelle scopate cosa mi hanno lasciato, Marica? Niente, il nulla più totale!"
"Se non fossi rimasta incinta anche la scopata con me non ti avrebbe lasciato nulla, Ilario..."
"Non è vero, riflettici Marica: quando hai confessato a Domenico che eravamo stati insieme non sapevi di essere incinta, come non lo sapevo neppure io..."
"Sei fuggito e ti sei nascosto dal tuo amico..."
"Perché me lo avevi detto tu, come mi avevi detto di tenere il segreto con Domenico..."
"Dove vuoi arrivare, Ilario?"
"Siamo finiti a letto insieme perché eravamo soli, Marica. Tu non avevi più Domenico, sapevi di averlo perso, e io non avevo mai avuto davvero nessuna come te..."
"Se Domenico non avesse incontrato di nuovo Arianna forse avremmo continuato a stare insieme e non saremmo mai finiti a letto insieme, Ilario..."
"Forse, forse! C'è stato un unico errore in tutta questa storia, Marica, e non è stato andare a letto insieme..."
"Ah no? E quale è stato allora questo errore?"
"Dirti che non volevo diventare padre, senza chiederti se invece tu volessi diventare madre..."
Ilario si sposta e rioffre a Marica la visuale di quella famiglia che tanto aveva attirato l'attenzione dell'ingegnere. Anche lui si volta di nuovo a guardarli e finalmente anche loro si accorgono di essere osservati: Ilario sorride a quegli sconosciuti che ricambiano senza sapere che involontariamente hanno salvato una vita.
"Stiamo per fare la cazzata più grossa della nostra vita, Ilario, lo sai, vero?"
"Sono sicuro che mi pentirei di più se adesso ti permettessi di salire al reparto e di abortire, Marica..."
Per la prima volta, dopo tanti giorni, sul viso di Marica riaffiora un sorriso. La ragazza prende la mano di Ilario, incrocia le sue dita con quelle di lui e con l'altra afferra la borsa sul tavolo.
"Andiamocene via, prima che cambi idea..."
Ilario le sorride a sua volta e stringendo ancora la mano di lei si avviano verso l'uscita. Passano davanti a quella famiglia e Ilario si ferma.
"Avete un bellissimo bambino, come si chiama? Se posso permettermi..."
"Vito, come mio nonno..." risponde l'uomo.
"Che te ne pare, potrebbe piacerti come nome?" chiede Ilario rivolgendosi a Marica.
"Potrebbe essere una femmina, mi pare prematuro pensare ad un nome..."
"Vita...mi piacerebbe ancora di più usato al femminile..."
"Vita...sì, piace molto anche a me..." risponde colma di gioia Marica.
"Grazie!" dice Ilario ai due ignari genitori.
Una volta fuori dal bar, ripreso possesso della macchina, sia Marica che Ilario provano un senso di sollievo, quasi come abbiano capito di aver fatto la scelta più pazza e giusta possibile.
"E adesso?" chiede lei, guardando ancora l'ospedale davanti a lei.
"Adesso andiamo dai tuoi genitori..." le risponde lui, mettendo in moto.
"Ilario, i miei genitori sono all'antica..."
"Lo so, per questo andiamo da loro: voglio chiedere la tua mano!"
Marica sente le lacrime prudergli gli occhi, la vista che inizia ad appannarsi.
"Quando Vita nascerà avrà un padre e una madre, sposati e che vivono sotto lo stesso tetto. E non so se ci innamoreremo mai, ma prometto che ci proverò con tutto me stesso..."
"Io ti amo già un po' per quello che hai fatto oggi..."
"Voi donne siete migliori di noi uomini. Per questo spero fortemente che tu porta in grembo una bambina..."
"Posso abbracciarti, Ilario?"
Lui la afferra dietro la nuca e la tira a sé, baciandola di sorpresa. Marica rimane solo pochi secondi interdetta, poi anche lei porta le mani sul viso di lui e ricambia il bacio. E poi si abbracciano, e restano così per qualche minuto. Si mettono in viaggio in direzione della casa dei suoi futuri suoceri. Una volta arrivati, appena scesi dalla macchina, vedono il portone aprirsi e i due apparire, con sguardo vitreo da parte del padre, intimorito quello della madre. Marica precede Ilario e guarda i genitori, senza parlare per alcuni secondi che sembrano interminabili.
"Stamattina sono andata in ospedale, per abortire..." dice d'un tratto la ragazza.
Sua madre si porta le mani davanti la bocca e sbianca, il padre alza un sopracciglio e guarda in cagnesco Ilario.
"Ma non l'ho fatto, non ho abortito...Ilario non ha voluto..."
La donna fa ricadere le mani, prende aria e fa un sospiro di sollievo. Lo sguardo dell'uomo si rilassa un po'.
"Tra me e Ilario è accaduto tutto al contrario: so che avreste voluto che io mi sposassi con Domenico e creassi una famiglia con lui, ma non è andata così. Sono incinta di un uomo che conosco pochissimo, di cui non avevo molta fiducia, fino a qualche ora fa. Però voglio fidarmi, vogliamo provarci davvero a creare questa famiglia..."
Marica si volta a guardare l'ingegnere, Ilario avanza di qualche passo e la affianca.
"Voglio sposare Marica, prima che il bambino nasca. Voglio prendermi le mie responsabilità di padre e di marito per vostra figlia..."
I genitori di Marica si guardano, lei sorride, lui anche. Umberto si avvicina al ragazzo, si presenta e gli porge la mano.
"Benvenuto in famiglia, Ilario!"
L'ingegnere stringe la mano di suo suocero, poi lo abbraccia Sonia, che si presenta a sua volta e li invita ad entrare a casa. Non è sempre un male ciò che non segue i piani, a volte riserva belle sorprese.
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