Forza
Intanto Ilario riaccende il cellulare. Trova varie chiamate e messaggi da amici e parenti vari. Ci sono le chiamate di Mimmo e poi c'è un messaggio in particolare di Marica che lo mette subito in ansia e allo stesso tempo gli alleggerisce la coscienza: «Sa tutto...». Ilario chiama subito Marica e si fa raccontare cosa è successo. Dopo dieci minuti è in macchina per fare ritorno a Torino. Alle tre del mattino è sotto l'appartamento di Mimmo, arriva al piano e inizia a bussare fino a che la porta non si apre.
"Mi dis...piace...e tu chi sei?"
"Ilario, non è vero...? Io sono Luigi, il fratello di Domenico..."
"Devo assolutamente parlare con tuo fratello!"
Ilario entra come una furia nell'appartamento e inizia a chiamare il suo amico.
"Domenico non c'è, sono solo..."
"Dov'è, da Arianna?"
Luigi accende la luce e Ilario lo guarda finalmente per bene: ha un occhio gonfio e quasi completamente chiuso, un cerotto sul naso e uno zigomo spaccato.
"Chi ti ha ridotto così?"
Luigi non risponde e Ilario deglutisce pensando che quella sorte, tra poche ore, potrebbe toccare anche a lui.
"Se ci tieni alla faccia ti conviene non affrontare Domenico..."
Ilario capisce che Luigi è stato pestato da suo fratello e gli si gela il sangue nelle vene. Ha persino paura di chiedergli il motivo quindi prende e si getta a sedere sul divano prendendosi la testa tra le mani.
"Sono morto, sono morto..." ripete tra sé e sé.
"Se non ha ucciso me non credo ucciderà te...Marica era consenziente quando avete scopato, no?"
A quelle parole Ilario si alza e torna a guardare Luigi, che si è versato un bicchiere d'acqua e lo offre anche a lui.
"Ho stuprato Arianna...avevo vent'anni, lei diciotto come Domenico..."
Ilario sbianca, scola il bicchiere d'acqua e non proferisce parola.
"Domenico vuole che sparisca: non posso dargli torto, adesso che lui sta insieme ad Arianna. È stato uno sbaglio tornare e guarda caso il destino ha deciso di sistemare tutto la stessa sera. È stata Marica a convincermi a tornare per il compleanno di mio fratello. Ma prima di andarmene devo fare una cosa..."
Ilario continua a non parlare e si versa un altro bicchiere d'acqua. Vede il fratello del suo amico scomparire nella camera da letto. Gli squilla in cellulare nella tasca: è Marica che lo chiama. Non ha voglia di parlare con lei, quindi lo rinfila nei jeans ed esce di casa, senza neanche salutare il ragazzo. Non è mai stato a casa di Arianna, non ha neanche il suo numero. Ma manca poco ormai a farsi giorno e lui deve tornare a lavoro. Decide che incontrerà lì Nico, almeno ci saranno altre persone intorno e la rabbia del suo amico potrebbe essere più contenuta. O almeno è quello che spera.
Luigi torna in cucina: di Ilario non c'è traccia, ma quello è l'ultimo dei sui problemi. Sono quasi le cinque, il suo volo parte alle dieci, ha tutto il tempo per parlare con sua madre. È riuscito a cambiare il biglietto anticipando il rientro di un giorno. Chiude l'appartamento di suo fratello e raggiunge la casa in cui è cresciuto da bambino: nel mazzo di chiavi di suo fratello ci sono anche quelle della casa di sua madre, lui invece non le ha. Non ha più nulla di quella vita, solo dei ricordi d'infanzia che però scompaiono dopo quel terribile errore compiuto dopo la morte di suo padre. Va in camera di sua madre, che dorme: le accarezza la testa e inizia a piangere. La donna, che ha sempre avuto il sonno leggero, si sveglia di scatto e salta sul letto, accendendo la luce.
"Luigi, Dio mio, mi hai spaventata! Che ti è successo, chi ti ha picchiato?" chiede apprensiva guardando il viso tumefatto del figlio.
"Domenico mi ha detto che avrei dovuto andarmene senza dirti nulla, ma invece io credo che se voglio mettere davvero un punto sul passato ed andare avanti con la mia vita devo raccontarti tutto..."
"Raccontarmi cosa? Che c'entra tuo fratello?"
"Dieci anni fa, mamma, quando ho deciso di andarmene dopo la morte di papà, non l'ho fatto solo per il dolore che quella perdita mi aveva provocato. Avevo iniziato a fare uso di droghe, i pochi soldi che mi guadagnavo come barman li buttavo tutti in quella robaccia..."
Michela non parla, ascolta in silenzio e con un groppo in gola.
"C'era questo ragazzo che mi passava la droga...si vedeva con una ragazza da un mese ma questa non voleva ancora concedersi completamente a lui. L'ha drogata e l'ha portata in una cascina diroccata, per abusare di lei..."
"Oh Santo Cielo! È per questo che sei andato via, ti ha fatto schifo quel tizio?"
"No mamma, mi sono fatto schifo da solo: quella notte c'ero anche io, la ragazza l'abbiamo stuprata entrambi..."
A Michela si blocca il respiro: sente un dolore al centro del petto, qualcosa che si spezza.
"Non è vero, Luigi..."
"È tutto vero, mamma..."
Michela scende dal letto e inizia a camminare per la stanza.
"Quindi sei scappato perché avevi paura che ti denunciasse?"
"Esatto. E sto di nuovo per scappare, mamma, perché il destino ha voluto che tutto uscisse allo scoperto e si sistemasse..."
"Che stai dicendo, Luigi?"
"Mamma, la ragazza che ho stuprato quella notte, l'hai conosciuta stasera..."
Luigi si è alzato e ha raggiunto sua madre: piangono entrambi, uno di fronte all'altra. La donna pare riflettere qualche secondo, cercando un barlume di lucidità. E quando la trova pronuncia quel nome.
"Arianna!"
Luigi inclina la testa e copre il viso con una mano, singhiozzando. Michela cerca aria, va ad aprire la finestra e cerca di respirare. Il dolore al centro del petto è più forte di prima.
"Ho deluso tutti, mamma! Andarmene era l'unico modo per poter andare avanti senza avere il vostro sguardo magnanimo puntato addosso. Mi sentivo sporco, mi ci sono sentito per anni. Ma il tempo è un gran sedativo e più passava più io mi sentivo meglio. La vita però chiede sempre il conto e il mio è arrivato a distanza di dieci anni. Quell'errore mi è ripiombato addosso con più forza di prima e mi sento di nuovo uno schifo!"
Michela non si volta: ascolta le parole di suo figlio ma non riesce a pensare, non sa cosa dire e vorrebbe solo svegliarsi e scoprire che è stato tutto un incubo.
"Ho lasciato le chiavi di Domenico in salotto, restituiscigliele tu. Addio mamma!"
Sente i passi di suo figlio che si allontanano da lei e allora qualcosa la fa scattare: lo rincorre e lo blocca mentre apre la porta per uscire.
"Perché continui a scappare, Luigi? Perché non ti costituisci?"
"Perché Arianna non volle denunciarmi a suo tempo e non vuole farlo neanche adesso, e io sono troppo codardo per farlo, mamma..."
"Non puoi portarti questo peso dentro per sempre, non puoi vivere così!"
"Mi sento già più leggero, adesso che la mia famiglia sa."
"Luigi..."
"Sei stata una buona mamma, non incolparti di nulla, ok?"
"Luigi...ti voglio bene, hai capito? Ti voglio bene comunque, anche se odio quello che hai fatto!"
Luigi corre verso sua madre e la abbraccia. Quello è il loro addio e lo sanno entrambi. Si guardano qualche secondo, poi Luigi esce chiudendosi la porta alle spalle. Una volta sola Michela scoppia in un pianto disperato e non c'è nessuno in quella casa che possa consolarla.
Alle sette Mimmo apre gli occhi: Arianna dorme al suo fianco, beata. Sembra che tutto quello che hanno vissuto sia già un lontano ricordo e Mimmo spera che suo fratello sia in aeroporto in attesa dell'aereo che lo riporterà di nuovo lontano da lui e soprattutto lontano da Arianna. Va in bagno e si sciacqua il viso e poi si rinfila i vestiti che aveva il giorno prima. Non sa dove possa aver lasciato le chiavi suo fratello e non ha intenzione di chiederglielo, per cui pensa di andare da sua madre e trovare qualcosa lì: ha dei vecchi vestiti che non ha mai trasferito nel suo nuovo appartamento e di sicuro qualcosa da mettersi la troverà. Si fa un caffè, lascia un cornetto in microonde da scaldare per Arianna e le scrive un bigliettino: «Il caffè freddo fa schifo, ma il cornetto da scaldare posso lasciartelo. Vado a lavoro, ci vediamo stasera. Ti...». Torna in camera e glielo poggia sul lato del letto che ha lasciato vuoto. Intanto Arianna si è tirata le coperte fin su la testa e l'unica cosa che Domenico riesce a vedere sono delle ciocche bionde di capelli sparse sul cuscino. Sorride e resiste all'impulso di darle un bacio che la sveglierebbe del tutto.
Quando arriva a casa di sua madre bussa, non avendo con sé il mazzo di chiavi a cui ha attaccate anche quelle della sua vecchia casa. Passano alcuni minuti prima che la donna gli apra e gli compaia davanti con la faccia di una cha ha passato la notte in bianco e piangendo. Michela, non appena si trova l'altro suo figlio davanti si getta ad abbracciarlo di slancio, lasciandolo senza parole per qualche secondo. Poi, dando un rapido sguardo al salotto, Mimmo nota il suo mazzo di chiavi abbandonato nel portaoggetti accanto alla porta e capisce tutto.
"Luigi è stato qui..."
"Sì...e mi ha raccontato tutto..." gli dice Michela, a conferma dei sospetti dell'ingegnere.
Domenico tira sua madre in casa e chiude la porta.
"Mamma, nessuno deve sapere di questa storia!"
"So che Arianna non ha voluto denunciare a suo tempo e che non vuole farlo neppure adesso..."
"Esatto. Io non sono propriamente d'accordo, ma lei dieci anni fa ha chiesto dei soldi e l'altro suo aggressore è stato ucciso da qualche spacciatore. La sua carriera ne risentirebbe, quella violenza diventerebbe all'ordine del giorno e lei non vuole rivivere quei ricordi."
"Quella ragazza è più forte di quello che credevo..."
"È cresciuta senza un padre e con una madre mentalmente instabile...i soldi le sono serviti per pagarle le cure. Io non ho mai conosciuto una come lei, mamma...a volte non mi sento alla sua altezza..."
"Non dire così. L'amore rende tutti all'altezza. Tu la ami, non è vero?"
"Sì, la amo come non ho mai amato nessuna, Marica compresa. E credo che anche Arianna mi ami..."
"E allora vi auguro tutta la felicità del mondo...ve la meritate dopo quello che avete passato!"
Questa volta è Domenico ad abbracciare sua madre e poi va a farsi una doccia al volo e a cambiarsi per andare a lavoro.
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