Livello 9 - Chiarimenti

-Eh?- Håkan si voltó, squadrandola mentre si arricciava un ciuffo dei capelli rossi tra le dita. -Non dire cazzate, è evidente che siate la medesima persona. Impossibile tu ti sia rotta le stesse ossa impattate da lei.-
-Lasciami spiegare. Io non sono Stelle Cadenti, noi siamo Stelle Cadenti.
Non a caso il nostro pseudonimo è al plurale.-
-Noi chi?-
-Io, Yuichi e Krigsgaldr.-
-Non riesco a capire perchè continui a riferirti a quel mostro come se fosse una persona reale, ti è dato di volta il cervello?-
-Lui è reale. Krigsgaldr mi parla, mi consola e canta insieme a me. Non è solo una carta, vive negli specchi e nei riflessi, basta specchiarmi e posso vederlo...- mentre diceva quelle parole, il suo sguardo sembrava perso nel vuoto, ció inquietó abbastanza il biondo. -È proprio lá.- disse all'improvviso, indicando lo specchio appeso al muro. Håkan guardó, ma non vide nulla oltre al riflesso della stanza.
-Non c'è niente.-
-Solo io posso vederlo, tu non sei stato scelto per controllarlo.-
-Immagino sia un discorso troppo complicato per me.-
-Stelle Cadenti è composta da tre membri.- cambió improvvisamente argomento, tornando sui suoi passi. -La prima sono io, l'unica in grado di evocare Drago Divino dello Specchio Primordiale e parte "visibile" del trio, guido anche la duel runner. Il secondo è Yuichi, il quale dirige il duello attraverso una telecamera ed un microfono posti all'interno del casco che indosso, lui mi dice cosa fare ed attua le strategie. Terzo ed ultimo, Krigsgaldr, movente di tutto.-
-Lui cosa fa?-
-In sostanza nulla, ma forse è meglio che io racconti la sua storia per farti comprendere.
Circa cinque mesi fa, mi trovavo, da sola, in giro per Nuova Domino, credo fossero le sette di sera. Era un quartiere poco abitato, quindi a quell'orario in giro non si trovava più nessuno, complici anche la brezza gelida di ottobre ed il buio. Mentre percorrevo la strada di casa, mi è piombato un deck in testa; ho provato a voltarmi e cercare un qualche colpevole, ma non c'era nessuno... quel mazzo di carte era letteralmente piovuto dal cielo. Non sapendo che farmene, ho deciso di portarlo a Yuichi, a me non è mai piaciuto giocare a Duel Monsters, mentre a lui si.
Solo durante la notte ho cominciato a sentire una voce chiamarmi, scoprendo successivamente venisse proprio dal mazzo di carte, in particolare dal mostro synchro che vi era in cima: Drago Divino dello Specchio Primordiale. La voce spiegò che qualcuno aveva imprigionato lui e gli abitanti del suo regno nel deck e solo io, con la mia voce ed i miei poteri psichici, avrei potuto aiutarlo.
Non so perchè, ma decisi di accettare e, con l'aiuto di Yuichi, abbiamo creato Stelle Cadenti.-
-A-aspetta.- Il biondo sbatté più volte le palpebre, in stato di confusione. -Poteri psichici?-
-Non sapevi nemmeno questo? Io e mio fratello siamo nati con questi poteri, io li considero solo un peso, ma se alla fine possono servire per aiutare Krigsgaldr, posso accettarli un po' di più. Anche se si sono rivelati un tantino disastrosi per quanto riguarda i fan di Stelle Cadenti. Cantare il Galdr della Liberazione non raccoglie solo la loro energia, ma finisce per farli ossessionare, come se fosse il canto di una sirena.
Finora solo tu non sei stato stregato, sarà perchè hai la testa vuota.-
-Hey, guarda che non sono sordo!-
-Ho mai tentato di non farmi sentire?- gli lanció un occhiolino, ricevendo come risposta uno sguardo truce.
-Oh, a proposito.- aprí il cassetto del comodino e, dopo aver frugato un po', tiró fuori una lettera. -Che c'è scritto, qui? Non sono mai riuscito a decifrare il messaggio.-
-"Primo atto concluso;
Il Divino canta affermazione.
Le ali saranno spiegate
Attraverso lo Specchio.

Spezzeró le catene,
Permetteró la tua venuta.
Oh, Drago Mitico, Divinità!
Prostrandomi, con il mio Galdr,
Imploro salvezza.
Offro in dono la mia anima,
Per la vita degl'Innocenti.

Stelle Cadenti"

Non chiedermi cosa voglia dire la prima parte, perchè non lo so nemmeno io. A Krigsgaldr piace parlare in codice tante volte.-
-Mhhh.- il biondo si portó due dita al mento, fissando le rune scritte a penna sul foglio. -È strano che abbia fatto scrivere tutto questo per me. Cosa c'entro io?-
-E dovrei essere io a saperlo?-
La rossa chiuse gli occhi, la luce del lampadario stava cominciando ad infastidirla parecchio. Ovviamente, lei conosceva benissimo il motivo di quella lettera, ma preferì non dirglielo, ancora non si fidava di lui.
-Ma comunque, ancora non capisco perchè dovresti aiutare questo drago, a cosa gli serve l'energia che raccogli recitando il galdr?- chiese, lanciando la lettera sul comodino.
-Ha bisogno di ripristinare al massimo i suoi poteri e liberarsi dalle catene che lo avvolgono, cosí da poter salvare il mondo da cui proviene.
Io ho intenzione di aiutarlo perché è stato il mio primo amico, l'unico al di fuori della mia famiglia a non essersi fermato al mio carattere di merda, voglio soltanto ripagare la sua gentilezza e sono disposta anche a duellare per farlo.-
-Mh... rubare l'energia alle persone e trasformarle in zombie ossessionati dalla tua canzone non mi pare un bel modo di aiutarlo.-
-Ma quando lo faceva Stelle Cadenti, con la sua tutina attillata bianca, le forme belle in vista, in sella ad una moto e con una voce da angelo ti andava bene. Sei un ipocrita.-
-Ti ricordo che quella in tutina attillata sei proprio tu- ... e comunque, non sapevo affatto tutto il casino provocato da una canzoncina di pochi secondi, sono forse un sensitivo?! Quando ti ho salvata da quella folla assatanata, l'ho fatto pensando volessero farti del male perchè non avevi cantato! Secondo te sarei andato a pensare che fossero attirati da una forza magica o quel che è?!- aveva alzato decisamente troppo la voce. Ferita o no, quella ragazza lo faceva ammattire più di chiunque altro. Perché la bella Stelle Cadenti doveva essere proprio lei?
-Smettila di urlare quando non ce n'è alcun bisogno, non ti farà guadagnare la ragione.-
-Hai anche il coraggio di farmi la ramanzina perchè mi sono messo ad urlare? Tu, che sai solo strillare? Ogni volta che apri bocca i miei timpani iniziano a chiedere pietá.-

-"Perché il nostro muro per ragionare cade, solo tra gli umani...?"-

All'improvviso, la voce di Ryoko, estremamente dolce e melodiosa, risuonó in tutta la stanza, zittendo Håkan e facendolo voltare lentamente, con la bocca spalancata. Senza quel casco addosso, il suo canto risultava ancor più ammaliante, sembrava provenire da un altro mondo, di certo non da lei.
-La tua... voce...- mormoró, fissandola.
-I tuoi timpani chiedono pietà, giusto?- disse, acida.
Il biondo scosse il capo, rivolgendo lo sguardo verso il panorama che si vedeva dalla porta-finestra.
-No... ehm... scusami, non era mia intenzione urlarti addosso.-
-Se mi avessi fatto continuare il discorso, avrei aggiunto che l'energia presa da ogni persona è minima, inoltre l'effetto "collaterale" dura al massimo mezz'ora e alla fine torna tutto alla normalità. Il Galdr della Liberazione è innocuo.-
-Ho già detto che mi dispiace, vuoi anche che mi inginocchi al tuo cospe- un momento, quindi sei stata tu a causare quell'enorme blackout a Nuova Domino?-
-E chi, sennó? Ho cantato un'altra canzone per liberare Krigsgaldr nel cielo, ma a quanto pare il suo effetto è stato così potente da assorbire una quantità abnorme di energia.-
-Mi sembra incredibile che si possano fare cose del genere solo con la voce.-
-Accadono solo per via dei miei poteri, chiunque altro non potrebbe.-
La conversazione continuó fino a tarda notte; terminato l'argomento "Stelle Cadenti", i due parlarono dei più svariati argomenti, con una tranquillità tale da risultare incredibile dato che, solitamente, una parolina di troppo faceva scattare un furioso litigio. Forse il motivo era per via della stanchezza di Ryoko: nonostante non volesse dimostrarlo, era ancora rintronata sia dai farmaci che dalla caduta stessa, dopotutto il volo era stato altissimo.
Quando finalmente smisero di parlare, la ragazza si accorse dell'orario dopo aver guardato per caso l'orologio a muro accanto all'armadio.
-...Ma sono le tre!-
-Di già?- il biondo controlló sullo schermo del cellulare in modo da esserne sicuro. -Come abbiamo fatto a parlare per così tanto?-
-Non lo so, peró è tardi e non ho ancora avvertito mio fratello di quello che ho fatto.-
-Ryoko, non lo svegliare proprio adesso--
-Tranquillo, gli mando solo un messaggio, non lo sentirá.- afferrò il telefono e, con un poco di difficoltà per via della mano sola, riuscí a digitare il messaggio e ad inviarglielo.
-Sicuramente domattina si fionderá qui nonappena lo leggerá, quindi penso sia meglio dormire.- disse, sbadigliando.
-È probabile, conoscendolo.- ridacchió, per poi continuare. -Ti serve qualcosa prima che mi addormenti?-
-Solo una mano a coprirmi con il lenzuolo.- Håkan annuí, aiutandola a tirarsi la coperta fino al petto. Subito dopo, lei si distese e gli diede le spalle.
-...Hey. Grazie di avermi aiutata, buonanotte.-
-Buonanotte, scema.- rispose lui, spegnendo la luce. Prima di chiudere gli occhi ripensó a quello che gli aveva detto poco prima; Ryoko che lo ringraziava sembrava un paradosso.

A differenza della rossa, addormentatasi quasi subito, il biondo non riuscì a prendere sonno: tutte quelle informazioni lo avevano parecchio disorientato e, ad essere sincero, ancora non aveva capito appieno il senso dell'intera storia. Decise definitivamente di alzarsi dopo ben due ore di occhi spalancati e fissi contro la parete bianca della stanza, camminando in modo da non fare il minimo rumore; Ryoko aveva estremo bisogno di riposo, quasi si pentì per averla tenuta sveglia così a lungo. Raggiunse il bagno e si chiuse la porta alle spalle, prima di arrivare dinanzi allo specchio. Aveva un aspetto orribile, la stanchezza era fin troppo evidente sul suo volto e gli occhi erano gonfi e lievemente arrossati. Sbatté le palpebre più volte, avvicinando il viso alla sua immagine riflessa e ritraendo la testa alla velocità della luce per aver notato qualche altro dettaglio osceno. Sospiró, prima di spogliarsi e buttarsi sotto la doccia, sperando che potesse essere d'aiuto a levargli di dosso quella sensazione di essere a metà tra la vita e la morte.
Rimase a farsi colpire la faccia dal getto d'acqua calda per un sacco di tempo, non facendoci nemmeno caso perchè troppo occupato a pensare, pensare e pensare a tutti i fatti accaduti negli ultimi mesi: da quando sentí per caso Stelle Cadenti alla televisione, il momento in cui l'aveva incontrata e lei aveva cantato per lui, la riunione con Yuichi, l'aver conosciuto sua sorella minore, quell'atroce morso al naso, Artemis ed Uroboro, la separazione e nuovamente il ritrovo, con annesso capitombolo della donna (o ragazza?) che aveva sempre creduto di amare. Infine, gli furono letteralmente vomitate addosso rivelazioni su rivelazioni, le quali avevano ribaltato tutti i suoi pensieri e messo in dubbio tante cose sempre credute ovvie.
Aprí l'occhio viola e lanció un'imprecazione soffocata quando una goccia d'acqua bollente ci finí all'interno. Scrolló la testa bagnata ed uscì dalla doccia, iniziando ad asciugarsi con un asciugamano, quando si accorse di non aver preso degli indumenti puliti. In effetti non aveva programmato di lavarsi quando era entrato in bagno, voleva solo osservarsi.
Scrolló le spalle, legandosi l'asciugamano in vita ed uscendo; avrebbe preso dei vestiti nell'armadio, sperando di non svegliare Ryoko. Entrato in camera, iniziò a frugare nei cassetti alla ricerca degli abiti giusti e, nonappena trovati, si alzó, pronto a sgattaiolare fuori, ma un urlo ed un successivo cuscino in faccia gli fecero perdere l'equilibrio e sbattere la testa contro una delle ante, per poi cadere in ginocchio.
-Ma dico, sei pazza?!-
-Per quale stramaledetto motivo ti metti a girare nudo per casa?!-
Massaggiandosi il capo, si rialzó, lanciandole indietro il cuscino.
-Primo: non sono nudo.
Secondo: è casa mia! Faccio ció che voglio.
Terzo: nessuno ti ha detto di svegliarti.-
-Ah, non saresti nudo? Non mi pari comunque molto vestito.-
-Vuoi vedermi nudo per davvero?-
-NO!-
In quel momento, il biondo slegó l'asciugamano, aprendolo leggermente.
-GIURO CHE SE TI TOGLI QUEL COSO TE LO STACCO.- urló lei, visibilmente imbarazzata ed a tratti inorridita da quella situazione assurda.
Håkan scoppió a ridere fragorosamente, sistemando il telo al proprio posto e dirigendosi verso l'uscita.
-Sarebbe stata una vista fin troppo magnifica per te, non posso concedertela cosí facilmente. Ora torna a dormire, buonanotte principessa.~- chiuse la porta, continuando a ridacchiare di gusto.
Tornato in bagno, si rivestí velocemente, asciugó i capelli, li pettinó alla menopeggio e si diresse in cucina per preparare una tazza di caffé. Ormai, non avrebbe più dormito, inutile tentare nuovamente di tornare a letto, non con Ryoko in quella stanza. Si chiese se avesse esagerato con lei, ma i lati della sua bocca finirono per tirare verso l'alto in modo incontrollato, formando un sorrisino. No, non aveva esagerato. Affatto.

Rimase sul divano a guardare la televisione per un bel po', finché alle sette non suonó il campanello. Sbadigliando andó ad aprire la porta, trovandosi dinanzi la madre.
-Mamma? Che ci fai qui a quest'ora?-
-Ciao, tesoro! Oggi sei mattiniero vedo, comunque sono appena andata a prendere Shinji dal suo amico e, dato che passavo di qui, volevo parlarti di una cosa, da soli.-
-...Shinji? E dov--
Si bloccó, all'istante.
In quel preciso momento si rese conto che niente sarebbe andato bene d'ora in poi, quel bambino era in grave pericolo. Un forte urlo femminile laceró il silenzio dell'intera abitazione.
-MA CHI È QUESTO BAMBINO?!-
Shinji Atlas; un nome, una garanzia. Fratello minore di Håkan, quel bambino di nove anni era l'incarnazione dell'iperattivitá. Furbo, imprevedibile, spesso assillante, poteva definirsi l'incubo di chi amava la tranquillità. I suoi grandi e profondi occhi viola, tanto adorabili quanto malefici, vantavano il titolo di "asso nella manica": "sono un angelo io, non posso fare danni", sembravano urlare da ogni sfumatura ametista che assumevano; i capelli corvini servivano solo a metterli in risalto.
E quel meteorite stava per andare in collisione letteralmente con il Sole, o il Demonio in carne ed ossa: Ryoko Fudo, la giovane donna più irascibile che avesse mai incontrato. La fine del mondo era vicina e stava per accadere proprio nella sua camera da letto.
Il biondo, dopo aver notato lo sguardo estremamente confuso di Carly, corse nella sua stanza alla velocità della luce. Quasi totalmente al buio, trovó Ryoko che tentava di afferrare il corvino per buttarlo a terra, il quale le stava letteralmente saltando sulla pancia.
-Shinji, che stai facendo?! Non vedi che è ferita?! Scendi subito!-
Ma il bambino non lo degnó di un ascolto, continuando a ridacchiare ed a saltare.
-Tappeto elastico! Tappeto elastico!-
-E smettila!-
In un impeto di rabbia, lo afferró per il collo della maglietta e lo sollevó di peso, liberando finalmente la povera Ryoko dalle sue grinfie.
-Ho detto basta! Devo prenderti a schiaffi o cosa per farti ragionare?-
Shinji si ammutolí e venne lasciato, per poi scappare nell'altra stanza.
-Stai bene?- si avvicinó alla ragazza, osservandola.
-Stavo meglio prima onestamente. Chi è quel moccioso, il tuo figlio segreto?-
-Per quale motivo dovrei avere un figlio segreto, per giunta di nove anni?-
-Cavolo, già a dodici anni ti sei dato da fare? Complimenti!-
-Ma che stai dicendo?!- nei suoi occhi si poteva leggere chiara la disperazione. Fortunatamente, quel discorso demenziale venne interrotto dalla presenza di Carly, che stava sostando sull'uscio ormai da un po', stranita.
-... volete spiegarmi perchè Ryoko è qui e non ricoverata in ospedale?-
-Beh...- il figlio non seppe cosa dire, ma subentró la rossa.
-Ho chiesto io ad Håkan di portarmi via, siamo scappati ieri sera. La colpa è mia, l'ho costretto a farlo.- il biondo si stupì della sua onestà, ma apprezzó comunque il gesto.
-La colpa è anche mia, non avrei dovuto assecondarla.-
-Heheh...- la madre, invece di mostrarsi arrabbiata, era arrossita e stava tentando, inutilmente, di trattenere una risatina. I due la osservarono senza comprendere.
-Håkan, tesoro...!- congiunse le mani, visibilmente contenta. -La prima volta che ho incontrato tuo padre, è stato quando l'ho aiutato a fuggire da un ospedale! È destino! È amore!-
-Avrei preferito ti arrabbiassi, ad essere sincero.- disse, con le mani tra i capelli e non degnando la rossa nemmeno di uno sguardo, onde evitare ulteriori fraintendimenti da parte della donna in piedi davanti a loro.
-E perché dovrei? È stato un bellissimo gesto il tuo, sono fiera di te.-
-No, no, no.- Ryoko inizió ad agitare le braccia, quello ingessato in modo piuttosto goffo. -Non accetto simili scemenze, gli ho chiesto di aiutarmi solo perchè era l'unico presente al mio risveglio. Niente destino, congiunzioni astrali o altro.-
-Ecco, vedi?- continuó lui.
Ma la risposta di Carly fu una risata, susseguita da una pacca sulla spalla.
-Vedremo cosa diranno le carte un giorno, ma ora devo andare! Tesoro, di quella cosa ti parleró poi, ora è tardi.-
-Va bene.- prima di lasciarla andare, le schioccó un bacio sulla guancia.
-Destino, eh?- disse la rossa, guardando il biondo di sbieco.
-Lasciala perdere, le piace mettere scompiglio nella mia vita quando si tratta di questo genere di cose.-

Nemmeno un'ora dopo, la porta di casa inizió ad essere colpita piuttosto violentemente; Håkan non fece in tempo ad aprirla che un Yuichi a metà tra la furia e la preoccupazione vi si fiondó all'interno, lasciando sull'uscio Artemis, Uroboro, i suoi genitori e Crow.
-E-entrate.- disse, ancora confuso.
Nel mentre, il corvino aveva trovato la sorella in camera da letto.
-Evita. Di. Smadonnare.- gli disse, nonappena la sua chioma scura fece capolino dal corridoio.
-Mi vuoi spiegare perchè ti sei fatta portare via dall'ospedale? Hai esagerato stavolta.-
-Yuichi, sapevo di dovermene andare, appena ho aperto gli occhi, ho capito di non essere al sicuro, e Krigsgaldr ha avuto la mia stessa sensazione.-
-... Ah, davvero?- improvvisamente, sembró calmarsi e si andó a sedere sul bordo del letto. -Ne sei sicura?-
-Sicurissima.- annuí.
-Mh, spero che le tue ipotesi non siano infondate, il tuo gesto è stato fin troppo sconsiderato. In moto, con due arti ingessati e senza casco, davvero?-
-Scuuusa.- ridacchió.
Poco dopo entrarono anche gli altri ed ovviamente vollero spiegazioni. Alla fine le accettarono, dopotutto anche i medici avevano detto che la situazione non era grave e le permisero di rimanere lí, a patto di partecipare alle visite mediche.
Ryoko non era proprio entusiasta di rimanere per un mese a casa con Håkan, ma lo preferiva all'ospedale.
... forse.

Angolo autrice
Hello guys. Alla fine non ho fatto in tempo a pubblicare per il quattro, ma sono comunque contenta di aver finito anche questo capitolo in fretta, finalmente la trama sta prendendo piede e questo mi permette di andare più spedita.
Perdonatemi la scena incredibilmente trash a metà capitolo, peró ho pensato che sarebbe stato meglio aggiungere qualcosa del genere per alleggerire la prima parte, la quale poteva essere sembrata noiosa. Spero comunque vi sia piaciuto, alla prossima!

Jigokuko

P.S.: vi ricordate quella carrd che avevo nominato qualche capitolo fa? Per ora i lavori sono in alto mare e procedono comunque bene, ma ne ho creata un'altra piú semplificata dove potete trovare alcuni in cui contattarmi al di fuori di wattpad EFP. Il link è jeeg.carrd.co, presente anche sul mio profilo. Date un'occhiata se vi va.
P.P.S.: Ho in mente di scrivere una long su Dragon Ball, negli ultimi mesi ho riscoperto la mia passione per quell'anime grazie al rewatch su Italia 2, assieme alla mia primissima OC mai creata: Tsuki, quindi volevo dedicarle una storia scritta quantomeno decentemente a quasi dieci anni dalla sua creazione, penso se lo meriti. Non preoccupatevi, questa storia non finirà affatto in pausa, giá sono lenta di mio a scrivere, figuriamoci se dovessi portare avanti due long, sarebbe la mia morte. Infatti inizierò a scriverla solo dopo aver finito questa, ho deciso di dirvelo solo come ""anticipo"". Bye.

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