15
Anno 6218 DID – Confine est delle Terre di Sente.
Lasti era seduto accanto al fuoco, insieme ai suoi compagni.
Era quasi ora di cena e le ragazze del gruppo erano andate a farsi un bagno nel lago vicino.
Dopo circa due mesi passati a prepararsi per il viaggio, erano finalmente partiti alla volta di Lissen.
Ora si trovavano in una zona di confine tra le Terre di Sente e quelle di Clarens.
Avrebbero passato lì la notte e l'indomani si sarebbero avvicinati alla frontiera, ripercorrendo la stessa strada battuta la prima volta.
"L'atmosfera è diversa senza le donne" commentò Lethis, intento a giocherellare con il fuoco usando un ramo raccolto da qualche parte.
Era uno dei nuovi membri del gruppo e doveva avere qualche anno più di Lasti. Aveva la carnagione bronzea e i capelli rossi, cortissimi ai lati della testa, mentre dalla fronte alla nuca erano raccolti in una treccia.
Poco prima, Nissa aveva messo dell'acqua a bollire per preparare il tè e ora lo stava servendo a tutti.
Yenri osservò la sua tazza con un'espressione di disgusto. La prese, stando ben attento a non sfiorare le dita del compagno, e ci infilò dentro delle erbe medicinali, perché fossero immerse nella bevanda calda.
Era il loro medico eppure era l'unico a stare male, di già.
Si passò una mano sulla chioma scompigliata color verde scuro, mentre il liquido si tingeva di una gradazione più intensa grazie alle erbe medicinali.
"Siamo in viaggio con due bellezze" continuò Lethis. "Guttla sembra avere un corpo da favola"
"Lei ha occhi solo per Lasti" precisò Nissa, divertito. "Dico bene?" gli diede una pacca leggera sulla spalla destra e si mise a sedere accanto a lui.
Non erano in confidenza, in realtà, ma Nissa era amichevole ed espansivo con tutti.
Il Primo Generale inarcò le sopracciglia, non si aspettava di essere tirato in causa.
"Vero. Sembra così interessata che potresti anche sposartela, mai pensato di farlo?" intervenne Mabiq.
Quest'ultimo era un ragazzo alto e dalle spalle larghe. Aveva i capelli castani e gli occhi di una particolare sfumatura arancione, rari per un Lin.
Lui e Lethis erano amici, e i due erano molto rumorosi quando parlavano tra di loro.
"Ammetto di non averlo mai fatto. Anzi, se penso al matrimonio... non riesco a immaginarmi con nessuna ragazza" ammise Lasti, abbassando lo sguardo e riflettendoci.
"Non ti immaginerai mica con un uomo?" chiese Lethis, ironico.
La sua voleva essere una battuta, ma Crux gli scoccò un'occhiata severa.
"Non si è mai visto un matrimonio tra maschi nel nostro regno" rispose il Primo Generale, dopo un attimo di silenzio che forse era durato un po' troppo.
Nissa lo osservò attentamente. Quella reazione lo aveva insospettito, ma non proferì parola a riguardo.
"Mi spiace Primo Generale, non volevo mancarti di rispetto" si scusò Lethis, temendo di aver esagerato.
L'occhiata di Crux e il tono compassato con cui Lasti aveva risposto gli erano sembrati messaggi molto chiari.
"Non hai detto niente di male" gli assicurò quest'ultimo.
"Di Frem che ne dite? Anche lei potrebbe nascondere qualcosa di interessante sotto i vestiti" commentò Mabiq, riportando il discorso all'argomento iniziale.
Il clima con questa compagnia era molto leggero e festoso, cosa a cui Lasti non era abituato.
Su di loro non sapeva un granché: ormai i Prescelti erano diventati così tanti che non poteva conoscerli tutti bene, e non era nemmeno sicuro di volerci entrare in confidenza, però doveva ammettere che non erano malaccio.
Kumika, il più silenzioso, rimaneva zitto e sorrideva di tanto in tanto, ascoltandoli parlare. Più che realmente divertito, però, pareva malinconico.
"Quella sembra un maschio, meglio non dover controllare noi stessi" continuò Lethis, beffardo. "La verità, Mabiq, è che a te piacciono tutte, basta che respirino"
Nissa aggrottò la fronte, infastidito, ma evitò di commentare.
Qualche minuto dopo le ragazze si riunirono al gruppo. I lunghi capelli di Guttla erano ancora umidi e alcuni di loro osservarono con interesse i suoi movimenti, come ammaliati.
Frem fu la prima a sedersi, accanto ad Ijinia. Lui era rimasto silenzioso, in disparte, a leggere un libro che aveva portato con sé. I suoi capelli erano di color biondo scuro e gli indumenti grigi e azzurrini, che indossava sotto l'armatura leggera, davano l'impressione di non essere stati realizzati con materiali economici.
Guttla raggiunse Nissa per farsi dare due tazze di tè, una per sé e una per Frem. Aveva intuito che tra i due c'era dell'imbarazzo dopo ciò che era successo in passato.
Diede la tazza all'arciera, che la ringraziò per il pensiero, poi non trovando posto accanto a lei fu felice di potersi accomodare tra Lasti e Crux, chiedendo a quest'ultimo di farle spazio.
Dopo qualche minuto di chiacchiere intorno al fuoco, ora su argomenti più leggeri e adatti anche alle signore, fu proprio Guttla a proporsi di preparare da mangiare. Avevano delle provviste già pronte, ma sarebbe stato meglio farle durare e così Frem aveva abbattuto due abicult perché potessero farne la loro cena.
Si trattava di uccelli di piccole dimensioni che nidificavano nelle Terre di Sente e Clarens.
I ragazzi commentarono la bravura di Guttla mentre cucinava e lo fecero anche dopo, quando assaggiarono la zuppa.
Yenri si sentiva già meglio, ma per non sforzarsi si fece riempire la ciotola solo di brodo, lasciando la carne agli altri. La cosa fu molto apprezzata da chi, terminata la sua porzione, poté prenderne ancora.
La cuoca sorrideva, crogiolandosi nei complimenti. Le piaceva essere al centro dell'attenzione, avere sempre di più la conferma di essere ammirata.
L'unico con la mente altrove era Lasti e lei non ci fece nemmeno caso.
Il vento passava tra le fronde degli alberi, facendo da sottofondo alle loro voci. Faceva fresco quella sera.
Fu Crux ad organizzare i turni di guardia. Sarebbero rimasti svegli in due, poi altri due avrebbero dato loro il cambio. Notando che il Primo Generale era distratto, decise di non inserirlo nella rotazione per quella volta. Sarebbe toccato a Ijinia e Mabiq per iniziare, poi Guttla e Nissa li avrebbero sostituiti fino al mattino.
Anche Frem si perse nei suoi pensieri, sapendo di poter riposare tranquilla. Gli altri avevano ripreso a raccontare storie, ma lei non era interessata. Con lo sguardo abbassato sulla sua ciotola ormai vuota, si portò una ciocca di capelli mossi dietro l'orecchio sinistro.
L'attenzione di Lasti venne catturata da quel movimento.
Uno strano calore gli avvolse il bassoventre, mentre lui si alzava per raggiungerla. Lei sobbalzò, ritrovarselo all'improvviso accanto l'aveva fatta tornare alla realtà.
Schiuse la bocca per dire qualcosa, ma si fermò quando lui si fece ancora più vicino e le accarezzò una guancia. Rimase pietrificata da quel gesto del tutto inaspettato.
Si chiese perché all'improvviso si stesse comportando così nei suoi confronti, e per un attimo l'agitazione le svuotò la mente. Lo guardò meglio, accorgendosi che aveva qualcosa di diverso dal solito. I suoi occhi rossi sembravano più accesi, come se stessero ardendo.
Le prese una mano facendo intrecciare le loro dita. Abbassò lo sguardo, colpevole, perché era così che si sentiva anche se non aveva ancora fatto niente.
"Vieni con me" le chiese, con il respiro che si era già fatto faticoso.
Lei deglutì, la gola le si era seccata.
Quello sguardo, la mano calda che ora stringeva la sua... Aveva capito.
Annuì. Posò la ciotola e si alzò insieme a lui.
Gli altri erano troppo presi dal discorso per rendersi conto della loro fuga.
Lasti si premurò di cercare lo sguardo di Crux, prima di sparire. Lo stava osservando, come si aspettava da lui. Bastò quello scambio a fargli capire cosa stesse succedendo, e che gli sarebbe stato affidato il resto mentre lui non c'era.
Smisero di camminare solo quando videro la luce del fuoco ormai distante. Un albero la nascondeva al loro campo visivo, e si appoggiarono proprio ad esso. Lasti poteva ancora sentire le voci dei compagni in lontananza.
Si concentrò come poteva per ascoltare i suoni del bosco lì intorno, mentre accendeva la lampada ad olio che aveva portato con sé. A parte il rumore del loro gruppo, tutto era silenzioso.
Fece per togliersi il Mirai, ma la ragazza lo fermò portando le mani sulle sue.
"No, non toglierlo... Potrebbe non essere sicuro"
La sua voce tremava leggermente, così come le sue dita.
Aveva capito cosa stava per succedere e non era tranquilla.
"Siamo al sicuro in questo momento" le assicurò. "Non voglio spaventarti, ti devo almeno questo"
Slacciò la catenina e la infilò in tasca.
Frem gli accarezzò il viso, ora riusciva a vederlo bene perché illuminato.
I suoi occhi bruciavano di desiderio, ma la sua espressione era triste mentre cercava di trattenersi per posticipare il momento.
"Tu non lo vuoi fare" commentò lei, rendendosene conto.
"No, io... farei volentieri a meno di costringerti... Probabilmente lo immaginavi in modo diverso, con una persona importante... Perché non l'hai mai fatto prima, vero?"
Frem corrugò la fronte e per un attimo Lasti credette che l'avrebbe vista piangere. Subito dopo, però, scosse la testa.
"No, va bene così. Sapevo già che sarebbe accaduto"
Sentirglielo dire non gli fece piacere, anzi fu un colpo al cuore.
Abbassò lo sguardo e strinse i denti. L'impulso stava diventando insopportabile, non poteva frenarsi ancora per molto.
"Pensa a qualcun altro. Chiamami con il suo nome, se ne sentirai il bisogno" le suggerì, parlando a fatica.
Lei aveva la schiena appoggiata al tronco ed era seduta sul mantello di lui, steso a terra. Si avvicinò alle sue labbra, ma cambiò idea e si concentrò sul collo. La stava obbligando, ma non intendeva baciarla, non l'avrebbe costretta a fare anche quello.
Mentre baciava quel lembo di pelle le slacciò la giacca e poi anche la maglia. Al di sotto di essa, le sue mani non incontrarono una sottoveste, bensì un tessuto ruvido. Si fermò e abbassò lo sguardo per scoprire cosa portava sotto ai vestiti.
"Ti fasci ancora il seno?"
Imbarazzata da tutta la situazione, Frem si prese un istante prima di rispondere.
"Sì, io... ci sono talmente abituata. Non farci caso, non c'è niente sotto"
Lasti sganciò la stoffa e iniziò a srotolarla.
"Nh!" lei gemette, tesa.
"Non ti toccherò, se non vuoi, ma lascia almeno che ti liberi da questa costrizione" le chiese.
"Va bene" rispose, dopo un attimo di esitazione.
Si coprì gli occhi con le mani lasciandolo fare, ritrovandosi presto a essere in grado di respirare senza fatica. Avvertì il fresco sulla pelle, rimasta avvolta dalla fasciatura per troppo tempo.
Lasti, a differenza sua, faceva sempre più fatica a prendere aria e sentiva di avere il corpo pervaso dal calore. La strinse avidamente a sé, consapevole che presto non sarebbe più riuscito a controllarsi.
Serrò i denti, dispiaciuto per ciò che stava facendo.
"Stai male adesso, non è così?" gli chiese lei, con la voce che ancora tremava.
"Sì, io... devo continuare"
Fece scorrere le mani sul suo corpo per slacciarle i pantaloni.
"Ti prometto che sarò gentile..."
"Mi fido di te" gli rispose, sentendo la mano destra di lui che si insinuava nei suoi indumenti.
Si aggrappò alla sua schiena, in preda all'imbarazzo.
Quando Lasti riaprì gli occhi era ancora notte e la luce della lampada si era ormai esaurita, lasciandoli nel buio più totale. Avvertiva un vento freddo che gli soffiava direttamente sul viso, infastidendolo non poco. Probabilmente era stata la causa del suo risveglio.
Dopo ciò che era successo, si erano rivestiti e coricati l'uno accanto all'altra.
Non aveva rimesso il Mirai, decidendo che l'avrebbe fatto il mattino seguente.
Malgrado questo, con la bocca asciutta e la mente annebbiata dal sonno, gli parve che qualcosa non andasse. Non capiva cosa, ma un presentimento gli impose di aguzzare i sensi.
Riusciva a sentire soltanto il respiro regolare di Frem.
No, c'era un altro respiro, più veloce.
Per un attimo gli parve di vedere una sagoma scura che teneva alta una spada per abbatterla sulla sua compagna.
Scosso, scattò verso di essa e afferrò l'elsa senza preoccuparsi di ferirsi, riuscendo a spingere a terra l'assalitore.
La figura misteriosa si dimenò, senza però riuscire a liberarsi.
La forte stretta sui suoi polsi sottili le fece perdere la presa sull'arma, che cadde al suolo. Malgrado questo continuava a lottare per liberarsi, mentre con le ginocchia cercava di spingere via Lasti.
"Basta, è finita!" gli intimò il Primo Generale.
La sua voce fece svegliare Frem. Messa in allerta dal rumore ma incapace di vedere al buio, impugnò la sua spada e rimase ferma dove stava, impietrita.
Una luce si avvicinò velocemente dalle loro spalle.
Era Nissa con la sua lanterna, che illuminò per prima Frem, confusa.
Il bagliore ancora debole proveniente dalle sue spalle bastò a Lasti per riconoscere chi aveva davanti.
"Guttla..." disse, sorpreso.
La donna stringeva i denti, ma aveva smesso di dimenarsi. Nissa raggiunse la sua spada, abbandonata sul prato, e la raccolse per puntargliela contro, permettendo così a Lasti di alzarsi in sicurezza.
"Cos'è successo?" domandò il ragazzo dai capelli viola.
"Ha tentato di uccidere Frem" rispose Lasti, deluso.
"Non è vero!" esordì Guttla, alzando la voce.
Si mise a sedere facendo leva sulle mani.
Mentre assisteva alla scena, Frem continuava a stringere la sua spada, scossa.
"Io volevo solo... Nh! Perché hai scelto lei!?" sbraitò l'altra.
"Non l'ho scelta, non ho potere sui miei desideri" specificò lui, pur sapendo che non lo avrebbe ascoltato.
"Non è giusto! È colpa tua!"
Nissa aveva sgranato gli occhi, sconvolto dalla situazione di cui era testimone.
Si voltò verso l'arciera, alle sue spalle.
"Stai bene?" le domandò, allarmato.
Lei annuì, facendo rimbalzare lo sguardo tra lui e Guttla.
"Perché mi guardi così!? Hai rubato la mia occasione!" urlò quest'ultima, piena di rabbia.
Lasti aprì la sua borsa e prese una corda.
"Cosa vuoi fare con quella?" domandò, adesso preoccupata.
"Non ti fornirò un'altra possibilità per tentare di ucciderla" affermò, serio. "Se le succederà qualcosa, qualsiasi cosa, la colpa ricadrà su di te, quindi farai bene a non tentare niente... Perché in quel caso ti ucciderò personalmente"
La fissò, arrabbiato.
Guttla adesso sembrava dispiaciuta, o forse era solo scioccata dalla sua minaccia. Si lasciò legare i polsi senza opporre resistenza e venne portata dagli altri, dove le intimarono di fare silenzio e riflettere su ciò che aveva fatto.
Lasti rivolse lo sguardo a Nissa, rimasto con lui.
"La terrò d'occhio io per il resto della notte, se vuoi puoi andare a dormire" gli disse.
"Ma... sei ferito. Devo svegliare Yenri?"
"No, non serve" rispose il Primo Generale.
Aveva il dorso delle mani pieno di graffi poco profondi e la maglietta gli si era tagliata sulla manica sinistra, dove aveva impattato con la spada di Guttla. Non si era ferito con la lama. Poteva medicarsi da solo, e aveva con sé ago e filo per emergenze di quel tipo.
"Non avevo idea che sapessi cucire" commentò Nissa, colpito.
Lasti aveva già tolto la maglia e preparato l'occorrente, anche quello per ripulire le ferite.
"Bisogna essere pronti a ogni evenienza"
Nissa aprì la bocca per chiedergli qualcosa, ma si trattenne.
"Dimmi pure" lo sollecitò la Voce della Dea, che lo aveva notato.
"No, forse un'altra volta... Non è il caso" rispose e spostò lo sguardo su Guttla.
Si trovava a pochi passi da lì. Sdraiata su un fianco, dava loro le spalle. Probabilmente non poteva sentirli, ma era meglio evitare di riaprire il discorso. Inoltre, non era davvero il momento adatto.
"Vai a dormire allora, sarai stanco. Ma prima... posso chiederti di andare a vedere se Frem sta davvero bene?"
"Certo, subito" rispose, seppur esitante.
Lo lasciò al suo lavoro di cucito e si avviò verso l'albero dietro il quale si trovava ancora la ragazza.
Frem sobbalzò quando lo vide comparire al suo fianco, illuminandola di nuovo con la lanterna.
Sospirò, sollevata nel vedere che era soltanto lui.
Era rimasta seduta e si stringeva le ginocchia al petto, ancora scossa.
"Come stai?" le chiese Nissa, accomodandosi a debita distanza.
"Bene, l'ho già detto..."
"Ne sei sicura?"
Sospirò ancora.
"No, io... Come potrei stare bene? Lei... si comportava in modo strano, ma credevo che fossimo amici. Di certo non mi aspettavo questo!" raccontò, tenendo basso il tono di voce.
Dopo aver parlato fece per raccogliere le sue cose.
"Che fai?"
"Torno dagli altri. Non voglio restare a dormire qui, isolato. Per stasera me ne sono successe già abbastanza"
"Resto io con te, se non ti dà fastidio. Rimarrò sveglio al tuo fianco... anche se Guttla ha i polsi legati e non può farti più niente"
"Perché vuoi farlo? Pensavo che io e te ci stessimo evitando"
"No, non voglio più evitarti" ammise. "Sono stato uno stupido" aggiunse e si zittì per un attimo, lasciandola sorpresa e senza parole.
"Com'è stato?"
"Com'è stato... cosa?" gli chiese lei, agitata.
Temeva di aver capito il senso della sua domanda, ma il modo calmo e distaccato con cui gliel'aveva posta era stato disarmante.
"Hai capito, no? Tu e Lasti vi siete appartati, è ovvio il motivo"
Rimase in silenzio un istante, imbarazzata. Continuò a guardare il terreno, ma sapeva che nemmeno lui la stava osservando.
"È stato... improvviso e strano. Lui non voleva farlo e nemmeno io, ma è stato gentile" rivelò.
"Non ti andava? Eppure credevo che ti piacesse"
Frem, sorpresa, si voltò verso di lui, ma il ragazzo aveva ancora lo sguardo rivolto altrove.
"Non è così! Cioè, è il nostro Primo Generale ed è un bravo Lin, certo che mi piace, ma non in quel senso!" sbuffò. "Perché mi sto giustificando con te?"
Nissa raccolse da terra la fasciatura e finalmente le rivolse lo sguardo.
"E questa cos'è?"
"L'ho usata finora, per non dare l'impressione di essere una donna..." rispose, torturandosi le mani per l'imbarazzo. "Ma adesso credo che non mi servirà più"
Lui sgranò gli occhi, tornò a osservare quella stoffa bianca e la posò cautamente sul prato, dove l'aveva raccolta.
"A volte parli ancora al maschile... È strano pensare che tu sia davvero una ragazza"
"Eppure lo sono ed è questo il problema" sospirò e gli rivolse un'espressione triste.
"No... Non voglio che lo sia. Ho dovuto rischiare di perderti due volte per capirlo... Mi piaci lo stesso, non perché sei maschio o femmina, ma perché sei tu. È assurdo ma è così"
Gli occhi di Frem si riempirono di lacrime, si sporse verso di lui per prendergli le mani.
"Non ci credo, non mi stai prendendo in giro?" lo studiò con lo sguardo, ma i suoi occhi erano seri e carichi di pentimento. "Anche tu mi piaci. Mi sei sempre piaciuto, finalmente posso dirlo!"
Nissa, sorpreso, la strinse in un abbraccio.
"Per me è tutto nuovo e non credo che sarà facile. Dovrai avere pazienza" precisò.
"Sono una persona molto paziente" lo rassicurò lei, veramente felice per la prima volta da mesi.
L'indomani, quando Lasti li raggiunse per svegliarli, li trovò che dormivano appoggiati l'uno all'altra e ne fu contento.
Prepararono la colazione e mangiarono tutti insieme allegramente, come se nulla fosse, ma si capiva che tra i due adesso c'era qualcosa. Guttla invece aveva l'umore sotto le scarpe e aveva perso del tutto la voglia di parlare, anche se era libera e nessun altro era stato informato di ciò che aveva tentato di fare.
Il Primo Generale, seduto accanto a lei, si era imposto di tenerla d'occhio, temendo che la sua collera non si fosse ancora placata. Portarla con loro era stato un errore.
"Mia Voce" si sentì chiamare.
Rizzò la schiena e si fece serio, concentrato ad ascoltare le parole della Dea.
"Sì, ti ascolto Mia Dea" rispose.
Posò la ciotola vuota e si allontanò dai compagni, che però lo avevano sentito e si erano allertati.
"Oggi varcherete il confine ed entrerete nelle Terre di Clarens. Prima di riuscirci, però, vi scontrerete con un piccolo gruppo di soldati guidato da Roser Sibri. Il comandante è stato incaricato di tornare sulle tue tracce ed è riuscito a infiltrarsi nella regione. Si sta muovendo verso di voi, intende sconfiggervi e ti ucciderà se ne avrà l'occasione"
Roser Sibri...
Lasti ripeté il nome nella sua testa, richiamando alla memoria la battaglia combattuta contro di lei.
Strinse a pugno la mano destra. Discutere con lei era stato solo un fastidio, una perdita di tempo.
Era sicuro che prima o poi si sarebbero incontrati di nuovo e ciò stava per accadere.
Ascoltati i dettagli, tornò dai Prescelti che nel frattempo avevano terminato il pasto. L'atmosfera rilassata era sparita, tutti erano in attesa di sentire cosa avesse da riferire.
"Partiamo subito. Aggireremo la città di Banae attraverso i boschi e, prima di varcare il confine ed entrare nelle Terre di Clarens, ci verranno incontro il comandante Sibri e i suoi uomini"
"Che cosa?" chiese Nissa, sorpreso.
"Sono riusciti a infiltrarsi nelle Terre di Sente e cercano me" continuò Lasti. "Sono un piccolo gruppo, sette Lin in totale. Siamo di più e sappiamo anche che attaccheranno. Voglio sfruttare al meglio il vantaggio che abbiamo, bisogna preparare un piano d'azione"
Raccolse le sue cose e gli altri fecero lo stesso, preparandosi a partire. Gettarono dell'acqua sul fuoco per spegnerlo e si misero in cammino.
"Al comandante penso io" annunciò, dopo qualche minuto passato in silenzio a riflettere. "I vostri Mirai, di che tipo sono?" chiese loro.
"Il mio mi rende perspicace, non ha utilità in battaglia" rispose Crux, confuso dalla sua domanda.
"Forse invece è il motivo per cui riesci a prevedere le mie mosse, quando duelliamo per allenarci. Continuiamo, Nissa?"
"Sono veloce"
"Il mio mi rende ancora più forte" si vantò Mabiq.
"Io ho quello della fortuna" svelò Lethis, generando stupore e ammirazione nei presenti. "Non sono mai stato ferito in combattimento, neanche una volta"
"Io sono furtiva" disse Frem.
"Kumika?" gli chiese Lasti.
"Ne ho uno che migliora l'udito"
Il Primo Generale annuì, riflettendo su come sfruttare le capacità di tutti, e spostò quindi lo sguardo su Yenri.
"Anche io devo dirlo? Ma non vi servo a niente in battaglia!"
Gli altri si concentrarono su di lui, curiosi.
"E va bene" sospirò. "Credo sia un Mirai unico nel suo genere, io lo chiamo olfatto medico. Riconosco le erbe dal loro odore, le individuo anche da una certa distanza e capisco perché qualcuno sta male semplicemente dall'odore che emana. È qualcosa di prettamente legato al mio lavoro"
"Ma riconosci anche i veleni, non è così?" gli chiese Crux, improvvisamente interessato.
Yenri annuì, aggrottando leggermente la fronte.
Sembrava sempre infastidito quando parlava con gli altri, e stava ben attento che nessuno gli si avvicinasse troppo.
"Ijinia, il tuo?"
"Io... non lo uso. Ce l'ho in tasca..."
"Perché?" gli chiese Lasti, perplesso.
"Serve per convincere, ma... non sono bravo con le parole" rispose, a sguardo basso. Era chiaro che si fosse sforzato molto per riuscire a dire così poche cose.
Il Primo Generale adesso era sorpreso. Non sapeva che esistessero Mirai del genere.
"Come funziona?"
"L'ho provato... solo una volta. Quello che dico... r-resta impresso nella testa di chi ascolta"
"Questo sì che è pericoloso" commentò Nissa. "Potenzialmente, almeno" si corresse, mortificato per averlo interrotto e giudicato.
"Per chi parla a sproposito come te lo sarebbe di sicuro" aggiunse Lethis, prendendolo in giro.
"No io... n-non posso convincere di tutto, o a fare tutto" Ijinia sospirò, frustrato per non essere riuscito a spiegarsi meglio. "Se ho su il Mirai, senti per forza quello che dico e te lo ricordi"
"Puoi convincere qualcuno ad amarti? Io e te dobbiamo andare a rimorchiare insieme, qualche volta" gli propose Lethis.
Mabiq annuì, interessato a sua volta.
"No... Ma forse, se dicessi cose belle su di te, chi ascolta si convince...?" ipotizzò corrugando la fronte, titubante.
"A posto così allora, siamo d'accordo!" insistette il ragazzo dai capelli rossi, entusiasta.
Lasti rifletté sulle sue parole. Ijinia non si era spiegato benissimo, ma lui aveva comunque capito che, con una capacità del genere, convincere gli altri sarebbe stato molto più facile. Fu felice di averlo nel gruppo perché probabilmente si sarebbe rivelato utile.
"Guttla, il tuo Mirai?" le chiese.
Mancava solo lei e non sembrava intenzionata a parlare se non interpellata. Alzò lo sguardo su di lui, rivolgendogli un'espressione colpevole.
"Il mio mi permette di imparare in fretta. In pratica, sono brava in tutto ciò che faccio"
"Modesta" commentò Lethis, e lei gli mandò un'occhiataccia.
Non era in vena di battute.
"Mi sembrava che avessi imparato subito a combattere" commentò Lasti, colpito. "Sembra che tu lo faccia da una vita. Adesso però metti da parte tutto il resto e concentrati sulla battaglia imminente, mi servi al massimo delle energie"
"Sì, Primo Generale" rispose in tono rassegnato, abbassando lo sguardo.
"Cosa faremo?" chiese allora Nissa, teso.
"I nemici sono in sette e tra di loro non ci sono arcieri. Li affronteremo uno contro uno. Frem, Yenri e Kumika staranno in disparte, dove non potranno essere visti. Frem, voglio che tu attacchi da lontano, sfruttando la tua furtività. Kumika, ascolta ciò che succede e stai pronto a difenderli nel caso in cui qualcuno si avvicinasse alla vostra posizione. Se servisse, ti unirai a noi per darci una mano. Questo è il piano"
Continua nel prossimo capitolo
N.B. Lethis è, forse, l'unico personaggio per i quale non pronuncio il nome così come si scrive. Si pronuncia Lezhis.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top