Sincerità e sorprese

La vita a volte è così maligna, non trovate? Vi da qualcosa e poi ve lo toglie, vi racconta delle storie che poi finiscono male, e ti dona certezze che spesso vanno in frantumi.
Mentre quest'uomo mi parla di suo padre la mia testa viaggia altrove.
Marta, come hai potuto?
Il telefono che squilla interrompe i miei pensieri.

«Pronto?»

«Papà? Sono in aereoporto, sto arrivando..»

*****

Il mattino seguente a quella magica notte sulla spiaggia venimmo svegliati da una voce squillante di una donna.

«Steve? Marta?!»

Mi alzai un po' intontito e sentii Marta sbadigliare.

«Clara?»

«Sì! Cosa ci fate voi qui?»

«La casa grande e bianca, la vedi?»

«Io sì Steve....»

Feci un'espressione di odio.

«Simpaticissima...
Ad ogni modo quella è la casa che ho affittato per le vacanze.
Non te l'avevo detto che venivamo qui?»

«No, pensavo andaste dalla parte Nord! Noi siamo tre case più in là, siamo arrivati ieri sera e passeggiando vi ho visti dormire sulla spiaggia.
Mio marito è ancora a letto, dormiglione.»

Marta si alzò cercando di togliersi la sabbia di dosso.

«Ci siamo addormentati qui, siamo due imbranati»

Mi diede una mano ad alzarmi.

«Vuoi venire in casa? Facciamo colazione insieme dai»

Mentre Marta preparava la colazione in cucina con Clara io me ne stavo sotto la doccia a sorridere come un totale idiota ripensando alla serata precedente.
A volte ero così sciocco da sembrare un'adolescente, lo so, ma come non potevo non sorridere? Era stata una serata magica.
Era come se avessimo viaggiato nel tempo, come se fossimo tornati quei due adolescenti innamorati su quella panchina.
Scendendo al piano di sotto sentii Marta dire una strana frase a Clara:

«Cosa? Clara non scherzare.
Steve non deve sapere nulla di questa storia.
Non reggerebbe un'altra delusione»

Mi si gelò il sangue.
Cosa non dovevo sapere? Quale delusione?
Entrai in cucina fingendo di non aver sentito nulla.

«Allora? Questa colazione? Le stelle mi mettono fame...»

Clara fece una strana faccia.

«Le stelle?»

«Lascialo stare, tuo fratello un giorno di questi mi farà venire il diabete»

«Il diabete?»

Ridemmo entrambi.

«Clara non è che dobbiamo spiegarti tutto eh..
Comunque dov'è tuo marito? Non si preoccuperà nel non vederti a casa quando si sveglia?»

Si alzò di scatto.

«Hai ragione! Volo a casa, ci vediamo più tardi okay?»

Clara fuggì via, quasi fosse in fuga, ed io abbracciai Marta da dietro.
Stava lavando i piatti e adoravo abbracciarla e baciarle il collo mentre lo faceva perché avendo le mani bagnate ed impegnate non poteva ribellarsi tanto anche se quando si ribellava in realtà, lo so, le piaceva.

«Marta...»

«Steve ti prego sto lavando i piatti non fare l'appiccicoso»

«Se ci fosse qualcosa, qualsiasi cosa, che non va:
Tu me lo diresti?»

Si fermò un secondo e si voltò verso di me.

«Certo»

Sorrisi.

«Non chiedo altro»

Nel pomeriggio tornammo in spiaggia e Clara era di nuovo sola.
Disse che il marito stava poco bene e che aveva bisogno di riposare.
Si comportava in modo strano, era sempre molto agitata e nervosa ma tentava di nasconderlo.
Potevo sentirlo dalla sua voce che, però, c'era qualcosa che non andava.
Non chiesi nulla però, sapevo che Clara era una donna forte e che in caso di bisogno estremo sarebbe corsa da me.
Se non chiedeva aiuto era perché sapeva cosa fare.
Il giorno dopo fui svegliato dalle urla di Marta provenienti dal bagno:

«Steve!! Vieni qui!»

Corsi al bagno preoccupatissimo.

«Eccomi, eccomi sono qui»

Trovai Marta intenta a vomitare.

«Chiama il dottore, sto malissimo»

Mi precipitai al piano di sotto e chiamai il dottore che ci raggiunse qualche ora dopo, d'altronde dovette fare un paio di ore di viaggio per raggiungerci al mare.
Marta nel frattempo sembrava stare meglio, si era sdraiata nel letto e riposava beatamente.
Ero preoccupato, l'ultima cosa che volevo era un altro problema di salute in famiglia.
Sentii suonare alla porta e scesi ad aprire.

«Salve dottore»

«Salve Steve, Marta è di sopra?»

«Terza porta a destra, dopo il bagno.
Vada, sono dietro di lei»

La visitò a lungo, le prelevò del sangue e fece diversi controlli.
Stava bene, non c'era nulla che non andasse.

«Allora Dottore? Cos'ho?»

«All'apparenza nulla Marta, scoppi di salute.
Sembra che tu abbia mangiato qualcosa che ti ha fatto male o magari hai preso freddo»

«Stanotte abbiamo dormito sulla spiaggia dice che sia possibile che abbia preso freddo lì?»

Il dottore si grattò la testa.

«Avete dormito sulla spiaggia? Siete una strana coppia lo sapete? Avete una bella casa ed un letto comodo ma preferite dormire sulla sabbia?» fece una risata sonora «Comunque è possibile, sì.
Ora porterò ad analizzare il sangue ed entro stasera o domani mattina vi farò avere le risposte.
Per il momento si riposi signora Hoakley, faccia fare tutto a quella talpa di suo marito»

Mi conosceva da anni quindi anche il dottore era autorizzato a fare dell'ironia su di me.

«Grazie dottore»

Marta si mise sul divano.
Passò la giornata a dormire e a guardare la tv mentre io, preso dal nervoso e dall'ansia per la situazione, passai ore intere seduto al tavolo in cucina a scrivere.
Dovevo liberare la testa dai pensieri negativi.
Marta entrò in cucina per prendersi un bicchiere d'acqua e mi trovò lì.

«Stai bene Steve?»

«Io sì, tu? Come ti senti? Hai bisogno di qualcosa?»

Prese il bicchiere d'acqua e si sedette accanto a me.
Mi prese la mano.

«Calmati, sto bene.
Probabilmente è stata l'influenza o, come ha detto il dottore, qualcosa che ho mangiato»

«Già...scusami, è che...»

«Lo so.
Che ne dici di andare a letto?»

«E se chiamasse il dottore?»

«Non credo che chiamerà stasera, è Mezzanotte passata.
Domani mattina ci chiamerà, vedrai, andrà tutto bene»

Ancora una volta era lei a stare male e lei a consolare me.

«Io sono una casa...»

«Una casa?»

«Sì.
Sono una casa costruita su un masso.
Le mie fondamenta si reggono grazie ad esso e se dovesse succedere qualcosa a quel masso, se qualcosa lo sgretolasse, sai cosa accadrebbe?
La casa crollerebbe.
Marta, io crollerei senza di te e di me rimarrebbero solo macerie»

«Nessuno crollerà.
Il masso non si muove di lì»

Andammo a letto e Marta si addormentò subito, era visibilmente stanca, mentre io rimasi sveglio fino all'alba.
Poche ore dopo suonò il telefono che mi svegliò, rispose Marta.

«Pronto?
Sì, certo»

Ci fu una pausa.

«Glielo dirò! Grazie dottore»

Mi alzai di scatto, volevo scendere ma Marta arrivò in camera prima che io mi infilassi le ciabatte.

«Steve...!»

«Che succede?»

«Succede che quella notte piovosa passata ad amarci ci allargherà la famiglia..»

Stavo per diventare padre, di nuovo.

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