Oltre l'orizzonte, dentro di me.
Una volta arrivati a casa di Clara il clima era rilassato, non si parlava di guerra né di proprietari di ristoranti idioti.
Marta rideva di gusto alle mie stupide battute, come faceva sempre, mentre gli altri ridevano per il suo modo di ridere:
Arriccia il naso ed emette un verso simile ad un grugnito, dato che odia la sua risata cerca di soffocarlo ma proprio non ci riesce così si limita a mettere la mano davanti la bocca e socchiude gli occhi.
La trovo una cosa così tenera che, pur non potendola osservare più, ricordo ancora in ogni dettaglio.
Quel pranzo fu leggero e l'arrosto di mia sorella, stranamente, era buonissimo.
«Allora Sam» farfugliò mio cognato un po' brillo per il vino rosso «Hai visto com'è bella Brooklyn?»
«Fantastica!» rispose Sam mentre mandava giù l'ennesimo pezzo di arrosto «Oddio Clara, questa carne è così morbida.
Lei è un uomo fortunato»
«La prossima volta assaggia la sua zuppa, poi ne riparliamo» ribattei io provocando l'ennesima risata di Marta.
«Cos'hai contro la mia zuppa?!»
«Cos'hai tu contro di noi per farcela mangiare!»
Adoravo prendere in giro Clara.
Sono un tipo molto ironico e sarcastico, proprio come Marta, mentre lei è molto permalosa e perfettina ergo era davvero divertente osservare le sue reazioni alle mie sciocche battute.
Mi manca tanto.
Mangerei quintali della sua odiosa zuppa pur di rivederla almeno una volta.
«Steve, dovrei andare in città a fare la spesa.
Abbiamo finito tutto»
«Andiamo allora»
«Posso chiedere alla nostra vicina di casa di accompagnarmi.
Non sei obbligato a venire»
«Infatti nessuno mi obbliga, io voglio accompagnarti perché amo fare le cose con te»
Ho sempre fatto tutto con Marta fin dal primo momento in cui ci siamo conosciuti.
Non mi è mai pesato portarla a fare compere per i negozi, fare la spesa con lei, andare al cinema per vedere film sdolcinati ecc ecc..
Amo vivere la quotidianità con Marta.
Il giorno dopo il mio rientro dalla guerra ci fu la notizia della fine di essa ed il mondo intero esultò.
Ricordo che mi svegliai con le grida di gioia di Clara e suo marito che corsero nella mia stanza per darmi la lieta notizia.
«Che bello, sono felice»
Mentii spudoratamente, non ero felice ma incavolato con la vita.
Se la guerra fosse finita qualche giorno prima Jhon non sarebbe finito su quella mina, lui sarebbe ancora vivo ed io potrei vedere ancora il volto dei miei cari.
E invece niente.
Volevo guardare Marta negli occhi, lo voglio ancora in realtà, ed il pensiero di non poterlo più fare mi logora dentro ancora oggi.
Quel giorno Marta venne a casa di Clara e si sdraiò sul letto vicino a me, con la testa sul mio petto, mentre io le accarezzavo dolcemente i capelli.
La sentivo respirare in modo rilassato e la sua mano poggiata sulla mia pancia mi sfiorava dolcemente.
«Vorrei poterti osservare in ogni tuo dettaglio...» sussurrai di colpo.
Non volevo dirlo ma pensai un po' troppo ad alta voce.
«Steve...»
«Scusa, non volevo rovinare questo momento»
«Non l'hai fatto»
«Marta, dimmelo ti prego, ti vado bene anche così?»
Sì alzò di colpo, la sua testa non era più su di me.
«Che intendi?»
«Intendo dire che non posso più vedere!» mi alzai dal letto in preda ad una crisi di nervi «Non posso più osservarti e godere di te, della tua bellezza.
Non posso più osservare il mondo.
Sono un peso Marta, lo capisci?!»
«Un peso? Steve non capisco»
«Non lo capisci che dovrò essere aiutato per tutta la vita? Vuoi davvero stare con una persona che ha bisogno di una badante?
Avrò bisogno di aiuto per fare ogni cosa! Cucinare, mangiare, passeggiare, lavarmi, persino andare in bagno potrebbe essere un problema!»
Avevo le lacrime agli occhi, ero certo che dopo questa triste verità Marta sarebbe scappata spaventatissima da me e da tutte quelle responsabilità che rappresentavo.
La sentii alzarsi dal letto ed andare verso la porta, subito dopo la porta si chiuse ed io mi sedetti sul bordo del materasso mettendo le mani tra i capelli e lasciando cadere qualche lacrima.
Era andata via, non la sentivo più nella stanza.
Ma mi sbagliavo.
Marta si sedette accanto a me e mi diede un bacio sulla guancia.
«Non hai bisogno di una badante.
Tu hai bisogno di me ed io sono qui.
Steve io ti amo e un ostacolo non mi impedisce di continuare questa corsa con te.
Ce ne saranno altri lo sai? Avremo una vita bella e complicata proprio come tante altre persone nel mondo ma noi la vivremo insieme.
Io e te Steve.
Avrai bisogno di aiuto per cucinare? Cucineremo insieme.
Per mangiare? Ti imboccherò se necessario.
Avrai bisogno di aiuto per uscire a passeggiare? Passeggeremo insieme.
Per lavarti? Ti strofinerò la schiena per tutta la vita se questo ti può far stare meglio»
Poggiai la mia testa sulla sua spalla.
«Hai dimenticato il problema dell'andare al bagno»
«Non l'ho dimenticato.
Io il culo non te lo pulisco»
Scoppiai a ridere.
«Finalmente, ti vedo ridere»
«Finalmente, ti sento mentre mi ami»
Le diedi un bacio.
Le sue labbra mi erano mancate, lei mi era mancata.
Il suo profumo, la sua voce, il suo respiro.
«Marta..» le presi la mano «Ti amo lo sai?»
«Sì, lo so»
«Se questo ti basta io ti sposerei»
Fece un sussulto e con voce tremante disse:
«Steve, mi stai chiedendo..»
«Ti sto chiedendo se mi vuoi sposare, sì»
Si alzò dal letto.
«Sei sicuro? Steve, un matrimonio è..»
«É una vita con te, lo so.
Una vita senza te non sarebbe degna di essere definita tale» mi alzai e la cercai con le mani fino a prenderle un braccio e ad avvicinarla a me «Marta, sto attraversando l'orizzonte e ti vedo.
Sei ancora lì.
Voglio raggiungerti.
Oltre l'orizzonte è troppo lontano, io ti voglio dentro me per il resto dei miei giorni.
Sposami»
Mi strinse forte forte, non mi aveva mai stretto così, e disse:
«Okay, però resto sulla mia idea del non aiutarti in bagno...»
Ridemmo insieme.
Aprii un cassetto del comodino e tirai fuori una rosa rossa che avevo chiesto di prendere a Clara la sera prima.
«Non ho un anello al momento ma lo prenderò oggi stesso, lo prometto.
Per ora, ti prego, accetta questa rosa rossa»
«Steve, non c'è bisogno di..»
«Di fare cosa? Di donarti un fiore?
Marta, è solo uno stupido fiore.
Tra le mani hai molto di più di questo.
Hai il mio cuore»
Prese la rosa e la annusò mentre poggiò la fronte sul mio petto ed io annusai lei.
Non potevo vederla ma il suo profumo era ancora lì, potevo sentirla.
Non poterla osservare fa male ma c'è una cosa che nemmeno la morte potrà fermare:
Io posso amarla.
«Andiamo Steve?»
«Arrivo!»
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