Passarono un po' di anni, Rebecca aveva compiuto da poco ventidue anni e Jacob era ancora il suo fidanzatino d'oro.
Anche Stephanie si era fidanzata da qualche mese con, ironia della sorte, Steve! Che in comune con me, grazie al cielo, aveva solo il nome.
Era scemo come una spugna di mare ma amava Stephanie, non serviva altro.
Una sera d'estate, mentre passeggiavo sulla spiaggia, sentii la voce di Jacob chiamarmi.

«Signor Hoakley!»

Mi fermai così da farmi raggiungere.

«Signore, mi scusi, ho bisogno di parlarle in privato.
Lo so che è l'ora della sua passeggiata sulla spiaggia ma..ecco..io..»

«Calmati ragazzo, passeggia con me e dimmi»

Iniziammo a camminare lentamente, Jacob aveva ancora il fiatone per la corsa che aveva appena fatto.
In realtà aveva corso qualche metro, niente di che, non era molto atletico.

«Signore, io e Rebecca stiamo insieme ormai da qualche anno ed io la amo»

Si fermò e mi bloccò per un braccio.

«Steve, io..» prese un bel respiro «desidero sposarla»

Sapevo volesse arrivare a questa conclusione, quel fiatone non era generato dalla corsa ma dall'ansia.
Accennai un sorriso.

«Cosa vorresti? Il permesso?»

«Io vorrei la sua benedizione»

«Cosa ti fa pensare che io te la dia?»

Volevo tenerlo sulle spine.
Lo so, sono cattivo.

«Beh, ho sempre trattato Rebecca come fosse il fiore più bello e delicato di questa terra.
Voglio farlo per il resto della mia vita, voglio prendermi cura di lei.
Desidero amarla, viziarla, osservarla mentre dorme e domandarmi come diavolo io abbia fatto ad averla lì, ad averla con me.
Io non la ricordo più la vita com'era prima di Rebecca ma so con certezza che non era vita, era esistenza»

Mi strinse le mani e mi fissò in volto.

«Le prometto che ogni istante della mia vita sarà incentrato sul donarle amore, sul farla sentire essenza del tutto.
Le prometto che sarà il mio orizzonte»

Quel ragazzo era impressionante, mi somigliava troppo.
Gli diedi una pacca sulla spalla e gli dissi:

«Sono felice di averti in famiglia figliuolo, sei quello che desideravo per la mia bambina.
Se la ami come dici, allora hai la mia benedizione»

Il ragazzo esultò genuinamente e mi ringraziò mille volte.

«Stasera le chiederò di sposarmi! Grazie! Mille volte grazie!»

Continuava a saltellare anche mentre correva verso casa.
Ero felice per Rebecca, Jacob sarebbe stato ciò che meritava.
L'amore.

****

«Amore mio»

«Jacob! Finalmente»

«Ti ho raggiunto appena ho potuto, i ragazzi sono dalla mamma, come sta Marta?»

«La mamma è nella stanza, ha appena avuto un collasso.
Jacob...io...»

«Lo so amore, cerca di calmarti.
Sono qui.
Vedrai che andrà tutto bene»

Sono felice che sia arrivato Jacob, Rebecca ne aveva bisogno.
Per quanto riguarda me.. la tensione mi sta uccidendo, sento il petto pesante, ma devo essere forte per tutti noi.

«Qualcuno di voi sa che fine ha fatto Dylan?»

«C'é una tempesta di neve a Buffalo, papi, il suo volo è partito in ritardo ma ho ricevuto un suo messaggio qualche ora fa dove diceva di essere in viaggio e che per domani mattina ci avrebbe raggiunto»

«Perfetto, tutta la famiglia deve essere presente.
Quando la mamma si sveglierà, perché deve svegliarsi, vorrei vedesse tutti qui, tutti uniti per farle forza proprio come lei, nel corso degli anni, ne ha donata a noi»

«Certo papà»

«Assolutamente Steve, hai ragione»

Sento il dottore arrivare.

«Signori, Marta è di nuovo stabile.
Ha avuto un altro collasso poco fa ma a quanto pare nulla di grave.
Potete entrare nella sua stanza se volete»

«Vado io nella sua stanza, mi siederò un po' accanto al suo letto e le stringerò la mano.
Chissà che non si svegli per stringere la mia»

****

La sera stessa, dopo la chiacchierata con Jacob, ci ritrovammo tutti a cena in un ristorante sulla spiaggia.
Ospiti del ragazzo, ovviamente, che aveva programmato tutto alla perfezione.
Tavolo su una pagota in mezzo al mare, una passerella illuminata da candele per arrivarci, tramonto in sottofondo e brezza marina.
La tavola era bianca con qualche petalo rosso cosparso qua e là.
Una bottiglia di champagne, decisamente costoso, era posta in un secchiello con il ghiaccio al centro del tavolo.
Rebecca ne rimase colpita.

«Cavolo, Jaky, ma puoi permetterti questa roba? È meraviglioso!»

«Stasera pretendo la perfezione piccola mia»

Cenammo, fu tutto molto bello, tra una risata e l'altra arrivò il momento fatidico.
Jacob si alzò e battendo una posata sul bicchiere di cristallo, schiarendosi nervosamente la voce, disse:

«Un attimo di attenzione, grazie.
Sono felice di essere qui con tutti voi, le due famiglie riunite in un'unica grande realtà.
Ho organizzato questa cena perché volevo che tutte le persone che amo più di ogni altra cosa fossero qui per ascoltare una mia poesia»

Rebecca fece una strana espressione, avrà pensato:
Ha riunito la famiglia in una cena costosa per una poesia?
Pensiero lecito.

Jacob tirò fuori un foglietto dalla tasca che, lentamente, aprì.
Poi fissò Rebecca.

«Non c'è sole più caldo
Non c'è amore più profondo
Non c'è meraviglia più intensa
Di ciò che sei.
Mi hai toccato il cuore
Scaldato l'anima
Scacciato via le mie paure
Con tutto quello che mi dai.
Non esiste dono più incantevole
della quale potrei innamorarmi
ed è col cuore in mano che
ti chiedo
ti prego
vuoi sposarmi?»

Rebecca sgranò gli occhi che si fecero istantaneamente lucidi, poi si voltò di scatto verso Marta che aveva la sua stessa espressione.
Sentii la mano di mia figlia prendere la mia per stringerla, come se volesse conferme, come se mi stesse chiedendo:
Papà, posso?

Jacob era rimasto in sospeso, lo immagino sudato e teso come una corda di violino.
Così accarezzai la mano di mia figlia e sorrisi dolcemente.
Lei fece un sospiro leggero, quasi come avesse gettato via un peso dal corpo, e si alzò per andare da lui.
Prese alcuni petali di rosa sul tavolo e li posizionò sul tavolo in modo da formare la scritta “Ok”.
I due si abbracciarono e si baciarono amorevolmente mentre la famiglia intera applaudiva felice.
Quella sera capii che la mia bambina non era più una bambina.
Era una donna, ed era l'opera d'arte più riuscita e più bella della mia vita.