9.E GUERRA SIA
LARA POV
Tanta era l'agitazione per questa mattina che sono arrivata al lavoro con l'intenzione di dare un preavviso di licenziamento con i contro fiocchi, poche ore fa, ho preparato la lettera di dimissioni e con tutta sincerità credo sia stata una delle cose più complicate che io abbia mai fatto.
Da quando mi sono scontrata con quegli occhi verdi, ne è successa una più del diavolo, ma dato che non si riesce ad arrivare ad una soluzione con le buone, ho dovuto ricorrere ai rimedi più drastici.
Entro nel Silver, leggermente in anticipo e vengo accolta da una musica di sottofondo che gioca su diversi mix e subito mi viene da pensare a Raoul, il nuovo dj. Non ne capisco molto di questo genere di musica, ma sembra bravo. Mi avvicino cautamente e comincio a fissare i suoi movimenti, sembra completamente a suo agio con quelle cuffie e quegli strumenti, si legge chiaramente sul suo volto che ama quello che fa. Mentre sono intenta a indovinare di che nazionalità possa essere, vengo beccata in fragrante dal suo sguardo.
«Ciao, Lara giusto?» mi dice per poi sorridermi con quei denti bianco fluo.
Dice davvero? Ha già dimenticato il mio nome? Ieri per poco non mi faceva collassare e ha già dimenticato il mio nome? «Si giusto, ciao Raoul, come stai?» gli chiedo per cortesia.
Lui solare si stacca le cuffie e mi si avvicina. «Abbastanza bene grazie, sto provando per questa sera, questo luogo ha una percezione del suono incredibile» e indica con un dito la zona circostante a noi.
Io annuisco e cerco di sorridere nel miglior modo possibile. Tanto in confronto a lui sarà sempre poco, quindi non concentrarti. Ma tu stai sempre ad attaccarmi? Si, ora rispondigli.
«Si, effettivamente ogni dj che abbiamo avuto ha notato questo particolare»
Raoul assottiglia lo sguardo e si tocca il mento, assumendo un'espressione strana. «Mi stai dicendo che c'è la seria possibilità che mi licenzino presto? Pensi che valga così poco?»
Che hai detto? Ma io niente.
«Cosa? No, assolutamente! Non volevo dire questo, io...»
«Non volevi dirlo ma l'hai pensato, conosci sicuramente le dinamiche di questo posto e hai alluso al fatto che se non sarò abbastanza bravo mi cacceranno senza pensarci più di tanto»mi dice serio.
Nervosa come sono prendo la molla che ho sul polso e comincio a legarmi i capelli in una crocchia confusa. «No Raoul. davvero, io...io...»
Io, io, io, io, io, ma io cosa? Sembri un asino. Vuoi calmarti o vuoi rovinarci la reputazione passando dalla categoria umana a quella animale?
All'improvviso una risata esplode dalle sue labbra, resto basita fino a quando non ricomincia a parlare. «Oh Dio Lara, dovresti vedere la tua faccia in questo momento, sei rossa come un pomodoro, stavo solo scherzando, il signor Silver è venuto a prendermi direttamente da Liverpool, conosce perfettamente il mio curriculum, per cui non credo che andrò via molto presto.»
Come fossi un palloncino gonfiato al massimo, rilasso la postura e rilascio un respiro di sollievo «Raoul, tu sei un pazzo, mi hai fatto prendere un colpo. Ti diverti a spaventarmi per caso? Non hai la minima idea di quanto io sia ansiosa, ero entrata già nel panico» gli dico gesticolando.
Continuando a ridere accorcia le distanze tra noi e mi posa una mano sulla spalla. «Lo vedo, lo vedo, ti prego perdonami, mi piace scherzare e quando comincio non riesco a fermarmi facilmente»
Ce ne siamo accorte deficiente. Non essere crudele. Ma se stava attentando alla nostra vita. Ah già! Svampita che non sei altro. Adesso vuoi litigare?
«Dai tranquillo, ti perdono» dico sorridente al moro, cercando di ignorare la mia coscienza malata.
Nonostante i colpi al cuore che mi ha fatto prendere in soli due giorni, devo ammettere che il ragazzo è simpatico.
«Cercherò di farmi conoscere meglio... A proposito, quando è il tuo giorno libero?» mi chiede ammiccando.
Ci sta provando? Vuoi tacere un attimo? Sto cercando di capirlo.
«Il giovedì perché?»
Perché? Che domande fai?Il perché è logico. Magari chiede giusto per. Si e io sono la regina Elisabetta. No, quella è Nina. Ah giusto!
«Beh potresti portami a fare un giro a Londra, sai sono nuovo della zona.»
Rettifico, ci sta provando. E io logicamente non sono la regina Elisabetta.
Lo guardo confusa e comincio a giocare con una ciocca di capelli rimasta fuori dalla mia acconciatura approssimativa. «L'hai capito che sono italiana vero?»
«Certo che l'ho capito, Io sono colombiano e allora? Di certo sei qui da più tempo di me. Dai su Lara, devo dirtelo chiaramente? È solo una scusa per chiederti di uscire insieme... In amicizia ovviamente» mi dice schietto.
Guarda un po' è colombiano, abbiamo scoperto le sue origini. Lara ti ha chiaramente detto che ci sta provando e tu pensi alle origini? Cosa? Buongiorno principessa.
Raoul senza la minima vergogna, mi fa l'occhiolino e in automatico mi scappa un sorriso per la sua franchezza. «Beh, si potrebbe fare» gli dico, non riuscendo a rifiutare, ma vengo distratta da una presenza alle mie spalle.
«Lara, ti ricordo che questo giovedì, devi recuperare la serata persa l'altra sera.»
La voce profonda di Nathan quasi non mi fa venire una paralisi generale e colta di sorpresa mi volto verso di lui spaventata.
Beh, io vado, addio. Sei una vigliacca! Quell'uomo mi mette ansia e se sono ansiosa non posso fare il mio lavoro di coscienza.
«S...Signor Silver?» dico per poi posarmi una mano sul petto per contenere i miei battiti.
«Si, sono io.»
E come potrei non sapere che è lui? Ma domanda fondamentale: Chi si crede di essere? Pensa di uscire vittorioso da questa situazione? Si sbaglia di grosso.
«Ha ragione, non l'ho dimenticato, stavo proprio per dire a Raoul che questa settimana mi è impossibile di sera, ma al mattino per l'ora di pranzo sono quasi sempre libera.» Beng gigante di ghiaccio, uno a zero per Lara.
Nathan, mi guarda in una maniera assurda, credo che se potesse, mi decapiterebbe. Posso fare la coraggiosa quanto voglio, ma il suo sguardo pungente, mi costringe a deviare lo sguardo e torno a guardare Raoul in attesa di una risposta.
Il povero ragazzo, confuso da questo nostro teatrino fa scorrere lo sguardo, alternandolo da me a lui un paio di volte. «Beh, certo si può fare qualcosa per pranzo, che ne dici di domani?»
Cavolo ha accettato senza neanche pensarci più di tanto. No adesso ti rifiuta anche, dopo che te l'ha chiesto lui. Sei tornata? Mi costringi a farlo, ma ora mi volatizzo, codice rosso alle tue spalle.
«Domani? Beh si ok, va bene» rispondo non propriamente sicura di me.
Raoul come c'era da aspettarsi, mi sorride. «Perfetto allora.»
Sorrido anche io e mi volto per guardare Nathan che a passo deciso si sta allontanando verso il suo ufficio. «Signor Silver, devo parlarle di una cosa.»
Si volta e leggo confusione nei suoi occhi. «Di cosa?»
Incrocio le braccia sotto il seno e lo guardo orgogliosa. «Preferirei parlarle in privato.» Il mio sguardo non tralascia emozioni, mi sto sforzando terribilmente per far sì che la mia espressione in questo momento sia quantomeno seria e composta.
«Avrei del lavoro da fare, ma se proprio è importante seguimi nel mio ufficio» mi guarda e sono certa che stia cercando di studiare quale sarà la mia prossima mossa.
«Si, per me è molto importante» insisto per poi voltarmi verso Raoul che è chiaramente confuso per la situazione. «Raoul, ci becchiamo dopo.»
«Certo Lara, non dimenticarti del nostro appuntamento domani» e mi fa un occhiolino sexy.
Un occhiolino sexy? Come fa ad essere sexy un occhiolino? Non tormentarmi e torna a nasconderti.
«Tranquillo, non lo farò.»
Saluto Raoul con un gesto della mano e mi volto per seguire Nathan, ma ovviamente è già sparito dalla mia visuale, così senza perdere tempo, alzo il passo per raggiungere il suo ufficio il prima possibile. Quando sono a pochi metri dalla stanza ovale lo trovo appena oltre l'arco della porta ad aspettarmi.
«Prego... entra pure» mi invita con la mano.
«Grazie!» entro nel suo ufficio e lo sorpasso, ma prima che sia tardi mi giro verso di lui. «Signor Silver, lasci la porta aperta.» La mia è chiaramente una provocazione nei suoi confronti, dati gli eventi passati e sul suo viso vedo balenare l'ombra di un sorriso malizioso.
«Ma certo signorina Ferrari. Anche se ricordo che l'ultima volta non le è dispiaciuto che io la chiudessi» mi dice provocatorio.
Non posso controllare il rossore sulle mie guance, ma di certo posso controllare le mie parole. «Signor Silver, l'ultima volta mi è piaciuto così tanto da essere qui oggi a lasciarle questa» Estraggo la lettera dalla borsa e la ripongo con cautela sulla sua scrivania. Nathan guarda il pezzo di carta confuso per poi tramutare la sua espressione in pura malizia.
«Lara, sono colpito, addirittura una lettera d'amore per me? Non me l'aspettavo» si mette una mano sul cuore, fingendo di essere emozionato.
Giuro che in questo momento vorrei avere una telecamera in mano per registrare la sua reazione una volta letta la lettera, voglio proprio vedere in quanto tempo quel sorrisetto furbo sparirà dalle sue labbra. «Signor Silver, le converrebbe leggerla ora, prima di arrivare a conclusioni troppo affrettate» gli dico determinata e orgogliosa di me stessa.
Vedo qualcosa cambiare nel suo sguardo, ma dura solo qualche secondo, almeno finché si siede dietro la sua scrivania, prende la lettera tra le mani e dopo averla aperta, comincia a leggerla ad alta voce: «Io sottoscritta Lara Ferrari, con la presente intendo risolvere il rapporto di lavoro che intercorre con questa spettabile attività dal 13 luglio 2017 e rassegnare le mie dimissioni in data odierna. Intendo prestare il periodo di preavviso di 15 giorni come stabilito dalle norme contrattuali, vogliate considerare come ultimo giorno del rapporto lavorativo la data del 24/10/2017 cordiali saluti Lara Ferrari»
Come sono stata raffinata. Ma se hai fatto copia e incolla da internet. Sono dettagli. Lasciamo perdere, ora preoccupati di come ti sta guardando.
Lo sguardo che mi lancia effettivamente, trasmette ira profonda, tutta la sicurezza che stavo dimostrando finora sta cominciando pian piano a vacillare.
«Cosa sarebbe questa?»
«Una lettera di dimissioni?» Rispondo forse con troppa ovvietà, lui d'altro canto se possibile mi guarda ancora peggio e mi sento sul punto di scappare a gambe levate.
«Lara, non offendere la mia intelligenza, so benissimo di cosa si tratta, voglio capire il motivo per il quale tu abbia preso questa decisione.»
«Non volevo offendere la tua intelligenza, ma sai benissimo la motivazione, non farmela ripetere» gli dico abbassando notevolmente la voce.
Lui si alza e piegandosi in avanti appoggia le mani sulla superficie trasparente della scrivania. In questa posizione può centrare meglio i miei occhi. «Invece non so proprio nulla, illuminami Lara.»
Sta chiaramente facendo il finto tonto di proposito.Vuole portarmi agli estremi della mia pazienza. «Dici sul serio?» gli chiedo retorica.
«Mai stato così serio in vita mia» mi risponde di getto e facendo sembrare questa conversazione, più un dibattito che il resto.
«Bene, l'hai voluto tu. Mi licenzio perché il mio capo non riesce a prendere le giuste distanze da me, cosa per niente professionale. Mi licenzio perché sempre il mio capo, mi attacca ai vetri del suo ufficio, mi bacia e mi tocca in parti che non dovrebbe. Mi licenzio perché dopo essermi lasciata andare, mi sono sentita dire più volte che sono un errore. Mi licenzio perché nonostante tutto... mi è piaciuto da morire e questo mi fa provare paura per me stessa.» Sento le vene della testa pulsarmi terribilmente. I nostri occhi in questo momento stanno affrontando una guerra, verde contro azzurro, nessuno dei due sembra aver intenzione di mollare per primo, almeno finché vedo Nathan scattare verso di me. Nei meandri della mia testa posso già immaginare cosa potrebbe succedere di li a poco e nonostante lo desideri da morire, devo fermarlo immediatamente. «No Nathan, non toccarmi!» alzo una mano per accentuare le mie parole e lui si ferma di scatto, chiaramente non si aspettava questa mia reazione e a dire il vero non me l'aspettavo neanche io. «Non toccarmi, se hai già pronte le tue solite frasi di circostanza, non farlo, perché io ho dei sentimenti Nathan e anche se può sembrarti strano, nutro ancora rispetto per me stessa. Una volta mi hai chiesto di non giocare con te, ora te lo chiedo io: se non sei sicuro di quello che vuoi, non giocare con me, ti prego»
É davvero complicato capire cosa stia pensando in questo momento, la sua espressione è così indecifrabile da farmi entrare ancora di più in confusione. «Vuoi sapere cosa penso in questo momento Lara?» mi chiede sicuro di se.
«Certo che voglio saperlo, non ti avrei detto queste cose altrimenti.«»
Si risiede tranquillo sulla sua costosissima poltrona di pelle e poggia le braccia sui braccioli. «Io penso che tu sia troppo rigida, penso che dovresti lasciarti andare un po' di più e goderti la vita per come viene.»
Ma è pazzo? Non è stato lui a tirarsi indietro tutte queste volte? Ora vorrebbe far passare la colpa sulle mie spalle? «Lasciarmi un po' andare? Mi hai appena chiesto di essere più leggera e di vivere la vita come viene?»
«Si, ho detto proprio questo.»
Più nervosa che mai gli punto il dito contro. «Tu non mi conosci Nathan e non puoi parlare della mia vita in questo modo, anche perché fino ad oggi sei stato tu a farti problemi, ma tralasciamo pure questo .Sai perché ho chiuso la mia precedente relazione? Beh, Luke mi ha tradita, l'ho trovato a letto con un'altra e sai quale è stata la sua giustificazione? "Lara stiamo insieme da 3 mesi e ancora non me l'hai data cosa ti aspettavi?"testuali parole. Io da Luke non mi sono neanche mai fatta toccare nella maniera in cui tu hai toccato me, non l'ho mai permesso a nessuno, ho conservato i miei valori parsimoniosamente per una vita intera, ma con te stavo mandando tutto al diavolo, cacchio Nathan ti stavo concedendo la mia verginità e neanche ti conosco. Cos'altro dovrei fare per lasciarmi andare?» Sono affannata dallo sfogo appena avuto ed il silenzio creatosi subito dopo è altamente imbarazzante, per cui decido di chiudere la conversazione definitivamente...
«Ok, lasciamo perdere, la lettera te l'ho data, ricorda che il 24 sarà il mio ultimo giornodi lavoro, buona serata.»
Faccio per andarmene quando la sua voce mi richiama facendomi voltare nella sua direzione.«Spero tu possa cambiare idea, questo posto ha bisogno di te.»
Fantastico io gli faccio una sparata madornale e lui se ne esce con la risposta più banale del secolo, ma infondo cosa mi sarei dovuta aspettare da un tipo come lui? Gli ho appena detto di essere vergine e...oh mio Dio gli ho parlato davvero della mia verginità? Quanto posso essere folle su una scala da uno a dieci?
CENTUNDICI! Sbuchi sempre nei momenti meno opportuni, dove eri quando mi stavo sfanculando con Nathan?
«No io non credo, ho preso la mia decisione Nathan.»
Annuisce con la testa, segno che ha esaurito le parole. Ad essere sincera mi aspettavo più carattere da quest'uomo, ma probabilmente la mia ultima confessione l'ha spiazzato, le parole mi sono uscite come un fulmine a ciel sereno, non era mia intenzione esplodere in quel modo ma quell'uomo, Dio mio che rabbia che mi fa.
Esco dall'ufficio come un missile e mi scontro con una Nina molto strana. «Ciao Nina, che succede? Mi fai un po' impressione.» Ed è vero, mi guarda come solo una folle assassina farebbe.
«Mi chiedi pure che succede?Ho sentito bene quello che hai detto li dentro? Hai consegnato la lettera di dimissioni?» mi chiede arrabbiata.
«Da quando sei diventata origliona? Comunque si Nina, non posso più stare qui dentro»
«Tu hai fatto una cosa così drastica e non mi hai detto niente?» sorvola il fatto che io le abbia detto di essere una ficcanaso, ma si impunta sull'argomento principale della nostra discussione.
Ha ragione, non è stato carino da parte mia tenerla all'oscuro di questa decisione, il problema è che avrebbe provato a farmi cambiare idea ed io non potevo permettermi di farlo, mi spiace vedere il suo sguardo così ferito, ma devo essere anche capace di proteggere me stessa. «Tesoro, cosa avresti fatto una volta che ti avessi comunicato la cosa?»
«Probabilmente ti avrei convinta a non farlo, perché non voglio che tu lo faccia!» risponde esattamente nel modo in cui avevo previsto.
«Appunto, ed io non posso permettermi di restare qui, quell'uomo sta attentando alla mia salute mentale» mi indico la testa per farle capire che quello che dico è nel vero senso della parola.
«Malefico Silver e malefiche le tue tette.»
Prima che possa farsi sentire, l'afferro dal braccio e la porto fino agli spogliatoi. «Nina sei pazza? Vuoi che ti senta e ti licenzi?»
Lei come una bambina di sei anni, incrocia le braccia e mi guarda imbronciata. «L'ho già minacciato una volta di spaccargli la testa, cosa ti fa pensare che io non abbia il coraggio di entrare ora li dentro e spaccargliela sul serio?»
Lo capisci ora perché ho paura di essere esiliata con la coscienza di Nina? Se io ti consiglio di essere prudente, la sua la spinge a fare peggio. Altrimenti come te la spieghi quella follia?
«Cosa hai fatto?»
Lara non ridere, Lara non ridere, Lara non ridere.
«Hai capito, hai capito» mi dice seria.
«Tu sei pazza, io l'ho sempre detto» le dico sconvolta.
Lei più determinata che mai mi si avvicina di un passo ancora più infuriata. « No Lara non sono pazza, sono solo schietta, forse in maniera troppo esagerata, ma sono fatta così e non posso farci nulla.»
Secondo me è pazza. Oh avanti, fai silenzio ora.
«Nina non devi cambiare, io stimo molto la tua persona e soprattutto la tua personalità, vorrei avere anche solo un quarto del tuo coraggio e sono sicura che vivrei meglio.» Sono sincera quando lo dico. Ho sempre stimato Nina e il suo saper affrontare la vita limpida come un cristallo. Il mio problema è che nella mia vita non è limpido proprio un bel niente.
«Si può sapere ora cosa ha scatenato però tutta questa ira?»
La mia? Ma si è vista? «Le solite cose lo sai.»
Nina socchiude gli occhi e mi fissa malvagiamente. «Li dentro stavate parlando di molte altre cose. Non ti credo!»
«Credici, comunque tutto il casino è cominciato con una sorta di sfida tra noi, Raoul il dj mi ha invitata ad uscire nel mio giorno libero, Nathan ci ha sentiti e ci ha tenuto a precisare il fatto che io giovedì dovessi recuperare il giorno di lavoro perso ieri. Credeva di essere furbo ma io lo sono di più, così ho proposto a Raoul di vederci la mattina e lui mi ha invitata a pranzo domani e non ho potuto rifiutare» le riassumo quanto accaduto.
«»Cioè, domani esci con il dj?» mi domanda incredula.
«Così sembra, non fare quella faccia.»
La bionda sorride e mi prende il viso tra le mani. «Quale faccia? Tu piuttosto, ti rendi conto che mi hai appena detto, anche se non direttamente, che domani uscirai con Raoul solo per fare un dispetto a Nathan?»
Annuisco ingenua alla sua domanda e cerco le parole giuste. «Beh, probabilmente all'inizio è nata così la faccenda, ma onestamente penso che Raoul sia un tipo simpatico ed interessante. Per quale motivo non dovrei uscirci?» Pongo una domanda retorica che pare più una domanda e basta.
Nina mi lascia il viso e si allontana il giusto per farmi prendere fiato. «Per nessun motivo, se non lo fai per dispetto problemi non dovrebbero essercene, ma se per caso dovessi renderti conto, che questa tua scelta sia dipesa soprattutto dalla voglia di stuzzicare Silver, ti consiglio di fermarti, non vorrei che tu giocassi con la persona sbagliata, rischieresti di ferirla o addirittura di farti male tu stessa» mi dice diventando improvvisamente seria. «Bene allora, ti preparo io domani?» mi chiede questa volta sorridente.
Ho paura. Anche io.
Cerco di riprendermi dalla confusione mentale in cui mi manda con il suo bipolarismo. «Ehm, no tesoro, provvederò da me.»
«Disgraziata che non sei altro» dice per poi darmi uno scappellotto sulla fronte.
Grazie al cielo, fare pace con Nina è semplicissimo, questa ragazza non è capace di provare rancore nei miei confronti ed io ne sono felice. Non mi andava per niente di rovinare il nostro rapporto per colpa di quel... non saprei neanche come definirlo.
«Andiamo a lavorare ora.»
Io annuisco e la seguo fuori dagli spogliatoi. Oggi è stata una giornata stressante. Anzi che dico? Da quando è tornato Nathan non ho capito nulla.
Mi spiace tanto andare via da questo posto, ma le vicissitudini non mi hanno dato scelta, restare qui significherebbe lottare ogni singolo giorno contro i miei istinti e sinceramente sono stanca, terribilmente stanca.
Proprio mentre sto passando dall'ufficio di Nathan sento un rumore di vetri rotti. La tentazione di entrare e controllare che non si sia fatto niente di male è forte, ma il suono dei suoi passi mi da la conferma necessaria per pensare che quantomeno sia vivo. Purtroppo però la mia parte premurosa si sta ribellando e io pur di farla tacere cerco di trovare una soluzione. «Nina?» La chiamo e la vedo mentre si ferma e si gira nella mia direzione.
«Dimmi, che succede?»
«Ho sentito rumore di vetri frantumati nello studio di Nathan. Sai forse dovresti andare a controllare. Sai... io non posso perché...» Dio mandami una scusa valida.
«Va bene, va bene, non continuare, vado.» Vedo Nina allontanarsi verso l'ufficio mentre io mi dirigo a testa bassa verso un tavolo per prendere la loro ordinazione.
NATHAN POV
Non riesco a controllare i miei attacchi d'ira, ho lanciato quel posacenere di cristallo per terra senza neanche rendermene conto. La verità è che non mi sarei mai aspettato il gesto di Lara, non avevo capito si sentisse così tanto oppressa dalla situazione almeno non tanto da spingerla addirittura a licenziarsi, sono nervosissimo e ho la terribile voglia di rompere ogni cosa, compreso questo portaritratti che ritrae la mia macchina. Si, non sono un uomo da fotografie della famiglia. Lo afferro tra le mani e la tentazione di distruggerlo è tanta, sono in preda alla rabbia e questo potrebbe rasserenarmi, anche solo per un attimo.
«Signor Silver, non lo faccia, quel portaritratti deve valere una fortuna, sarebbe un vero peccato.»
Alzo la testa per vedere a chi appartenga questa voce e mi scontro con gli occhi azzurri di Nina che mi scrutano. «Cosa ci fai qui Nina?» le chiedo e poso la cornice al suo posto.
Ammettilo, quella ragazza ti fa paura. Io non ho paura di niente e nessuno. Si certo, come no.
«Beh ho sentito rumore di vetri e sono venuta ad accettarmi che fosse tutto a posto, ho anche bussato, ma deve avermi non sentita.»
«Va tuttu benissimo» le dico freddo.
Nina, completamente a proprio agio, comincia ad avvicinarsi a me. «Beh insomma, io non direi, ha appena distrutto un portacenere di cristallo o vuole dirmi che le è sfuggito di mano?» mi chiede per poi fermarsi a qualche metro da me.
Quanto è arguta questa ragazza. Fai silenzio. Non posso, la coscienza è stata inventata per questo.
Restiamo a fissarci per non so quanto tempo, ma sento la rabbia riprendere il pieno controllo del mio corpo.« Sapevi delle sue dimissioni?» le chiedo secco, cercando di controllarmi il più possibile.
«No, non lo sapevo, ci sono rimasta male quanto lei» mi risponde e leggo un filo di sarcasmo nelle sue parole.
«Io non ci sono rimasto male, ma non me l'aspettavo.»
Come mischiare una bugia a una verità. Non sto mischiando proprio un bel niente. Davvero? Logico!
Nina, chiaramente non convinta delle mie parole, si accomoda alla sedia di fronte alla mia e posa le braccia sul tavolo. «Signor Silver, mi può dedicare due minuti del suo tempo?»
La guardo per un istante e penso che parlare con lei potrebbe aiutarmi a capire un po' la situazione venutasi a creare. Le faccio cenno con la mano e lei intuisce che questo sia un segno per invitarla a parlare.
«Lara non è come le altre. Lei si è costruita la vita da sola, quindi ha le sue convinzioni e soprattutto i suoi principi. Capirà che non è stato carino per lei sentirsi dire più di una volta che quello successo tra voi due fosse stato un errore, soprattutto dopo essersi lasciata andare in quella maniera.»
«Io non sapevo che per lei fossero le prime esperienze, insomma lei è così...» lascio la frase in sospeso per paura di sbagliare a formulare le parole.
Lo vedi che hai paura? Lo sai che sul mio vocabolario non esiste quella parola? Nathan sei un caso perso!
Nina, grazie al cielo, non si rende conto del dibattito acceso che avevo cominciato con me stesso. «Certo che non lo sapeva. Non si offenda, ma non ha fatto nulla per conoscere Lara, gli è saltato addosso direttamente.» All'improvviso, la vedo scuotere le spalle come se avesse avuto dei brividi di freddo e capisco che sia in difficoltà, ma non so per cosa.
«Ascolta ti do momentaneamente del tu perché ora ho bisogno di parlarti in confidenza.»
Ed ecco il suo problema, vuole darmi del tu, ma se ben ricordo, l'ha già fatto quando mi ha minacciato di farmi del male. Non riuscirò mai a capirla questa donna. Comunque, prima che possa farsi prendere dal panico annuisco.
«Bene, dicevo che nonostante ti sia comportato da stronzo con lei, qualcosa mi dice che tu non sia così male come dimostri di essere. Vedo nei tuoi occhi il reale interesse per Lara e la paura di farla diventare qualcosa di più, ma lascia che ti dia un consiglio, se ci tieni a lei lotta, lotta contro tutto e tutti e se necessario anche contro te stesso, perché le cose belle arrivano poche volte nella vita. Lascia l'orgoglio da parte e affronta i tuoi demoni a mani nude» mi dice tutto questo con una serietà impressionante.
Resto sconcertato dalle parole di questa ragazza, ha ragione da vendere, non dovrei lasciarla scappare, Lara è diversa da qualsiasi donna che io abbia mai conosciuto. «Lei è così... pura.»
La biondina, più determinata che mai, si spinge avanti con il busto e accorcia le distanze da me. «Nathan, io non ti ho detto di macchiare la sua persona, ti sto semplicemente consigliando di pulire la tua. Non voglio giudicarti, ma leggo nei tuoi occhi qualcosa di oscuro che va contro i tuoi principi e sono sicura che Lara possa aiutarti in questo»
Come ha fatto a capire così tanto di me in così poco tempo? Sono letteralmente sconcertato da questa donna, ma non posso darle torto. Posso almeno provarci, posso cercare di cambiare il mio modo di agire per lei. «Farò di tutto per non farla andare via, proverò a parlarle e a convincerla, ma ho bisogno del tuo aiuto.»
Soddisfatta delle mie parole si lascia andare ad un sorriso enorme. «Ecco! Queste sono le parole che volevo sentirti dire.»
Dopo esserci accordati e salutati decido di prendere la mia roba e ritirarmi a casa, con la certezza che né Raoul, né nessun altro la sfiorerà anche solo con un dito.
ANGOLO AUTRICE:
CAPITOLO REVISIONATO IN DATA 08/09/2018
Eccomi con un nuovo capitolo tutto per voi ragazzi... Lara ha preso una decisione drastica dopo l'ennesima giustificazione di Nathan in merito alla loro "relazione"... voi cosa ne pensate?
Raoul che ruolo avrà in tutta questa faccenda? Riuscirà con la sua simpatia ad entrare nelle grazie della bella protagonista?
Mi farebbe davvero molto piacere se mi faceste sapere la vostra opinione con un commento o anche solo con una stellina, nel frattempo vi saluto e vi do appuntamento al prossimo aggiornamento.. baci baci da DADDA VOSTRA😘😘😘
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