7.LA MIA LOTTA INTERIORE

NATHAN POV

Ancora una volta, la vedo andare via senza riuscire a far nulla per trattenerla. Sicuramente starà pensando di essere una delle tante donne che mi porto a letto, si sentirà umiliata come non mai ed è tutta colpa della donna che in questo momento mi sta guardando trionfante. Non riuscendo a trattenere i nervi, mi avvicino a lei in maniera poco amichevole e mi fermo solo a qualche centimetro di distanza.

«SARAH COME TI È VENUTO IN MENTE? CHI TI CREDI DI ESSERE?» le dico urlando.

Lei per niente scalfita dalla mia ira, retrocede di qualche passo e  mi lancia uno sguardo di sfida.«Nathan, stai parlando sul serio? Tu mi urli addosso per quella cameriera da quattro soldi? Ti rendi conto di quello che fai o ti sei bevuto il cervello??»

«No, non mi sono bevuto il cervello, tu non avevi alcun diritto di dirle quelle parole e soprattutto non avevi il diritto di entrare in questo ufficio senza invito.» Sono cosi nervoso che quasi mi strappo i capelli per quanto me li sto tirando, questa donna è una sfacciata, ma in fin dei conti è colpa mia, le ho dato io questa confidenza.

«Nathan, sono sempre entrata in questo ufficio senza il tuo permesso e ci siamo sempre divertiti. Ci avevo visto giusto comunque, a te piace quella, non è vero?» Incrocia le braccia sotto al seno e mi guarda come se le fosse dovuta una risposta.

Cammino per la stanza in presa all'ira più profonda e mi fermo solo quando ho raggiunto la scrivania, sulla quale poso le mani. «Io, non devo darti alcuna spiegazione, cosa non ti è chiaro di questa frase? Devo cambiare lingua o metterti i sottotitoli? Avanti, spiegami cosa devo fare per fartelo capire.»

«Io non posso crederci, messa al secondo posto per una cameriera» mi dice con disprezzo.

«Sarah, prima che io perda del tutto la paziena, vai via immediatamente. Sparisci dalla mia vista. » Le indico la porta d'uscita e lei l'osserva per un momento, prima di far tornare ancora il suo sguardo su di me.

«Ti pentirai di tutto quello che mi stai facendo in questo momento. Ti sono sempre stata vicina io. Questo è il tuo ringraziamento?» mi chiede cambiando tattica e tirando fuori il suo lato vittimistico.

«HO DETTO CHE DEVi ANDARE VIA.FUORI!» Con me non attacca, ormai ti conosco troppo bene.

Dopo avermi lanciato l'ultimo sguardo d'ira, esce come una furia e sbatte la porta come suo solito, ma a me in tutta sincerità non interessa, non mi è mai interessato. 

Ora l'unico pensiero che mi tormenta è quello di sapere come stia Lara. Nei suoi occhi ho visto così tante emozioni da non riuscire a quantificare Si è difesa benissimo anche senza il mio aiuto, ma quegli occhi lucidi che ho visto poco prima che varcasse la soglia del mio ufficio, mi portano il dubbio che tutto il coraggio che ha dimostrato nel difendere la sua persona con Sarah, sia una sorta di maschera per coprire il dolore che questa umiliazione le ha provocato.

Non posso starmene qui con le mani in mano. In un gesto rapido, afferro la giacca ed esco a passo svelto dal mio ufficio, ma appena fuori la porta, quasi non mi scontro con la figura di Nina che mi osserva con le mani sui fianchi e uno sguardo per niente amichevole.

«Cosa ha fatto alla mia amica? L'ho vista uscire senza neanche darmi una spiegazione mi ha mandato un messaggio dicendomi che fosse tutto a posto, capirà che non l'ho creduta per il modo in cui è andata via e in più ora non mi risponde al cellulare, mi può dire che cosa diavolo è successo?» Mi dice tutto d'un fiato e sono sicuro che si stia trattenendo da morire per non urlarmi contro.

«Nina, ora devo raggiungerla, ti prego lascia che le parli, sarà lei stessa a spiegarti quello che è successo questa sera, se vorrà farlo, ma ora ti prego fatti da parte e lasciami passare.» Le dico cercando di sorpassarla, ma lei cogliendo la mia mossa, mi si para ancora una volta di fronte.

«Signor Silver, questo è il suo locale e lei è il mio datore di lavoro, ma questo non mi impedirà di spaccarle la faccia se anche solo col pensiero ha sfiorato la mia amica senza il suo permesso» mi minaccia determinata.

Io la osservo e leggo puro affetto nei confronti della sua amica e nonostante mi faccia piacere, in questo momento vorrei che si volatizzasse nel nulla e mi facesse passare. «Non mi sarei mai permesso di toccarla contro la sua volontà, è successo un casino e vorrei rimediare. Penso che abbia frainteso determinate cose e voglio chiarirle una volta per tutte.  Te lo ripeto un'ultima volta, lasciami passare.>>

Nonostante la differenza evidente di stazza tra noi due, mi tiene testa benissimo. 

«Signor Silver, conosco bene Lara, in questo momento mi creda, non è il caso di raggiungerla, sarà così arrabbiata da non essere in grado di ragionare. Le dia una nottata di tempo, domani se ne avrà voglia, sono sicura che le darà la possibilità di spiegarsi» mi dice tornando alla tranquillità.

La guardo un po' interdetto, fino a pochi secondi prima, mi ha minacciato di spaccarmi la faccia e ora pare essere entrata in un limbo di pace assoluta. Comunque, non so se fare come mi ha detto, oppure spostarla di peso per uscire da questa stanza e raggiungerla, ma sicuramente conosce meglio di me Lara e di conseguenza, se pur contro voglia, penso sia il caso di ascoltare il suo consiglio. «Va bene, ma domani non ci saranno scuse, verrò sotto casa vostra e farò di tutto pur di farmi ascoltare, c'è stato un fraintendimento  e voglio risolverlo il prima possibile.»

«Mi creda è la scelta più saggia, vedrà.  Domani Lara sarà più tranquilla, ora ha solo bisogno di stare sola.»

Questa ragazza credo abbia ragione, probabilmente una notte servirà anche a me per spiegarle la situazione nel modo migliore. Ora come ora, sono più nervoso di lei probabilmente e potrei fare solo casini. «D'accordo, allora vado a casa, non ho voglia di restare qui, ho bisogno di allontanarmi da questo posto, se qualcuno dovesse cercarmi incarico te di dirgli che ho avuto da fare.»

Mi guarda intensamente negli occhi, come se volesse leggerci dentro, starà sicuramente dubitando della mia parola. «Mi dia la sua parola che non andrà da lei questa sera.»

«Ho già detto che non lo farò, puoi stare tranquilla. Quando prometto una cosa, la mantengo sempre, buona serata Nina» le dico serio.

Comincio a camminare per andarmene, ma lei mi ferma ancora, afferrando il mio braccio con la mano. «Anche io ora le prometto una cosa: Se la farà soffrire, se la vedrà con me.» mi sorride come se in questo momento non mi avesse appena minacciato. «Buona serata signor Silver» e va via tranquilla.

Sono un po' confuso dalla personalità di questa ragazza, così dolce all'apparenza ma forte e determinata fuori, Mark ha trovato una bella gatta da pelare non c'è dubbio. 

A proposito di Mark, una volta in macchina accendo il bluetooth e faccio partire la chiamata al suo numero. Dopo non so quanti squilli a vuoto, si degna di rispondere. «Pronto Nathan?» Un rumore di musica assordante per poco non mi fa scoppiare i timpani.

«Mark sei al locale? Vai subito in ufficio, devo parlarti immediatamente.» Nonostante io glielo abbia ripetuto mille volte che quando vede una mia chiamata deve andare in un posto tranquillo, lui si ostina a fare di testa sua.

«Vado vado, ma non agitarti» mi dice con il suo solito tono sarcastico. Man mano sento la musica diventare sempre più flebile e capisco che ci è quasi. «Ok, ci sono! Dimmi tutto!»

Cerco di trovare le parole giuste,  per poi decidere che probabilmente è inutile scervellarsi, tanto travaserà ogni parola a suo piacimento come sempre. «Credo di aver fatto un casino con Lara» gli dico secco.

Mark, quasi non mi fa finire la frase «cosa hai combinato?» mi chiede allarmato.

«In parole povere, stavamo per fare sesso, Sarah ci ha beccati e l'ha riempita di insulti, lei ha subito per un po' finché non è esplosa e ne ha dette di tutti i colori» gli spiego facendogli il riassunto del riassunto.

Troppo silenzio dall'altra parte del telefono. Troppo, finché poi una forte risata non mi fa quasi trasalire «Oh mio Dio, mi stai dicendo che la dolce e innocente Lara, ha messo al suo posto quell'oca tirata di Sarah? Amico con ci posso credere, non riesco a respirare.>> Non riesce neanche a parlare come si deve, per quanto sta ridendo.

«Beh, se smettessi di ridere, probabilmente ti riuscirebbe più facile respirare. Comunque in poche parole si, le ha risposto malissimo.» Non volendo, sorrido anche io ricordando la scena.

«Io adoro quella ragazza, finalmente qualcuno l'ha fatta cadere da quel piedistallo immaginario che si porta dietro.»

 Annuisco tra me e me«Il problema è che dopo aver avuto quella sfuriata è andata via, e nei suoi occhi ho letto così tanto dolore e umiliazione da essermi sentito a disagio io stesso.»

Dopo qualche minuto di silenzio, dove mi immagino stia pensando a qualcosa di giusto da dire, torna a farmi sentire la sua voce. «Nathan, non ti dirò nulla finché non avrai ammesso una cosa.»

«Mark, so dove vuoi arrivare e  puoi scordartelo» gli rispondo seccato.

«Beh, allora credo di dover chiudere, sicuramente a breve mi sorgerà qualche impegno improrogabile, ciao Nathan.» finisce la frase cantilenando il mio nome. 

Stingo il volante tra le mani e instintivamente aumento la velocità. «Non ti azzardare a chiudere il telefono, ho bisogno di un consiglio, che razza di amico sei, Nina mi ha minacciato di spaccarmi la faccia se avessi fatto del male a Lara e te invece mi chiudi il telefono per il semplice fatto che non voglio rispondere a una cosa senza senso?»

Ed ecco che ride di nuovo come un pazzo. «No dai, davvero ti ha detto che ti avrebbe spaccato la faccia?» mi chiede quasi singhiozzando.

«Si, testuali parole.»

«Quella ragazza mi piace ogni giorno di più. Comunque, tornando a prima io non credo sia una cosa senza senso, Lara ti piace, se così non fosse ora non saresti al telefono con me a parlare di lei»

Ha ragione, forse lei mi piace più di quanto io stesso voglia ammettere, ma  la mia paura è che quando realizzerò questa cosa nella mia testa e dirò a tutti che comincio a provare dei sentimenti nei suoi riguardi , possa succederle qualcosa di male. Non voglio che sia mischiata nella mia merda. Nel frattempo, arrivato,  sono fermo nel garage di casa mia,  con le mani sul volante mentre Mark aspetta una mia risposta.

«Nathan ci sei?»

«Si!» 

«Amico, non voglio spingerti a dire cose delle quali non sei sicuro, ma penso che quando arriverà il giorno che riuscirai ad essere sincero con te stesso, comincerai a vedere il mondo in maniera diversa.» Ecco la parte saggia che cercavo dal mio amico.

«Credi che non voglia farlo? Tu conosci la mia storia, sai che i miei problemi non sono cose semplici da affrontare e sai anche quanto sia pericoloso starmi accanto.» Sento il nervosismo tornare per prendere possesso del mio corpo.

«Hai ragione, ma non puoi privarti per sempre della felicità, rincorri ciò che ti rende felice non lasciare che fugga via. Hai una vita per redimerti dalle tue colpe.»

Le sue parole mi hanno colpito profondamente, mi trovo in una situazione complicata e sono combattuto come mai in vita mia. «Mark ora devo lasciarti, sono arrivato a casa. Grazie per tutto» gli dico con reale sincerità.

«Di nulla, pensa bene a quello che ti ho detto però.»

«Ci proverò, a presto Mark.»

«A presto Nathan» mi dice e io subito dopo chiudo la chiamata.

Sono a casa ormai da un'ora, mi giro e rigiro e non faccio altro che pensare  alle parole di Mark. Lui ha ragione,  non posso sempre lasciare che la felicità mi sfugga dalle mani, ma d'altronde mi trovo in grande difficoltà. Avere a che fare con me, potrebbe distruggere la vita della felicità stessa e non ho la forza psicologia di sopportarlo. Pare che il destino giochi a sfavore mio e di Lara. Prima quella ragazza nel bagno del Kent, poi Sarah nel mio ufficio. E' come se Dio ci stia urlando di stare lontani o comunque di non affrettare le cose.

Si, anche io faccio fatica a credere che tutto questo si sia verificato in così poco tempo, ma è difficile spiegare le sensazioni che quella ragazza mi fa provare, nessuna ci è riuscita, soprattutto Sarah. Quella ragazza, credo che infondo abbia sempre sperato che un giorno io mi innamorassi perdutamente di lei, ha creduto che il sesso fosse l'arma di seduzione ideale per rendermi suo, ma chiaramente non ha capito mai nulla di me.

Con Lara invece è tutto diverso, mi ha fatto provare emozioni che credo di non aver mai provato in tutta la mia vita. I suoi modi di fare, la sua timidezza che al giorno d'oggi è difficile trovare in una donna, il suo carattere dolce e introverso, ma capace di trasformarsi in fuoco puro quando perde il controllo, sono diventanti in poco tempo  una droga per me.  Per non parlare poi del suo corpo, penso che sia stato creato  apposta per stuzzicare gli uomini e mi rode tremendamente che qualcuno possa solo guardarla, soprattutto dopo questa sera che ho intravisto cosa c'è sotto quei vestiti. Sono sicuro che lei non sappia realmente quanto sia bella  e quanto il suo fascino sia influente sul genere maschile, lo vedo dai suoi movimenti, dal suo modo di fare, lei è innocente anche se il solo guardarla trasmette sensazioni di sesso puro.

Mi sento come un pazzo che non riesce a trovare pace, per cui decido che sia arrivato il momento di andare nella mia palestra personale a tirare due pugni al mio sacco da boxe. E' la prima cosa che mi viene in mente, per riuscire quantomeno a tranquillizzarmi.

Domani sono sicuro che  mi spetterà una giornata dura, riuscire a parlare con Lara sarà un'impresa, l'ho capito da come la rabbia ha preso il possesso di lei mentre  parlava con Sarah. I suoi occhi trasmettevano così tanto dolore da capire subito che non si trattava solo di quello che era successo in quella stanza. Dal primo giorno ho sospettato che qualcosa l'avesse ferita profondamente nella vita, ma questa sera con le sue parole, me ne ha dato conferma. Cosa ti è successo Lara?


ANGOLO AUTRICE:

CAPITOLO REVISIONATO IN DATA 06/09/2018

Ciao ragazzi, ecco il nuovo capitolo.
Per qualsiasi cosa io sono qui, pronta a rispondere alle vostre domande, e ad accogliere i vostri consigli...se il capitolo vi è piaciuto lasciatemi una stellina...
Vi saluto e vi do appuntamento al prossimo aggiornamento... BACIUZZI DA DADDA VOSTRA.❤️❤️❤️

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