51.LATITANZA DAL MALE

Parte di questo capitolo è stato scritto con la collaborazione della mia cara amica Niki_Rose, passate dall'angolo autrice prima di chiudere il capitolo

NATHAN POV
Ho creduto di provare odio per tutta la mia vita, ho creduto che esso fosse l'unico sentimento in grado di spigare il sentimento che ho sempre nutrito per mio padre. Ho sempre pensato che fosse ricambiato, che mio padre non abbia mai provato amore per me, d'altra parte non mi ha mai regalato una carezza, non mi ha mai detto di essere orgoglioso di me e cosa peggiore, non ha mai detto di amarmi, come può un padre non dire mai le parole "ti voglio bene" ad un figlio?C'era mia madre a regalarmi amore anche per lui e nonostante lei meritasse quello e molto altro, io sono cresciuto quasi con la  stessa freddezza di quest'uomo. Ma ora vederlo qui tra le mie braccia, ricoperto di sangue, dopo il sacrificio d'amore che ha fatto, ha mandato in frantumi tutta la mia corazza e mi trovo ad aver paura, a tremare per quello che sta e potrebbe succedere...

«Papà resisti ti prego»

Nonostante io stia premendo più che posso la ferita sul suo petto, il sangue continua a fuoriuscire in una maniera impressionante, non so cos'altro fare, se non aspettare i soccorsi, sperando che Enrico mi abbia dato ascolto...

«Na...Nathan... figlio mio»

La sua voce è carica di dolore, lo sforzo che sta facendo per riuscire a parlare è inaudito, nessuno riuscirebbe a farlo con un proiettile nel petto, se non un'uomo forte come lui, perché nonostante tutto è questo quello che è, un uomo forte e rispettato da tutti quelli che lo temono...

«Papà non affaticarti, stanno arrivando i soccorsi, devi solo stare calmo, ti prego»

Mio padre più ostinato che mai solleva il braccio e incontra il mio viso con la mano...

«No, sarà troppo tardi... io... tu... ti prego figlio mio devi perdonarmi per tutto»

Perdonarlo? In altri casi sarebbe complicato, ma ora in queste condizioni, non posso far altro che eclissare ogni sorta di rancore passato, ma la domanda che faccio immediatamente a me stesso è se questo perdono da parte mia sia sincero e la risposta non tarda ad arrivare. Lui ha dato la sua vita per salvare quella dell'amore della mia vita, l'ha fatto sensa pensarci, le si è parato davanti istintivamente ed io non ho potuto fare nulla, avrei voluto che nessuno si ferisse, ma purtroppo non è andata così, mio padre è in fin di vita, mentre Carl è morto per mano di Enrico, che ha sparato per difendere Lara, la stessa che poi ha trascinato via con se...

«Papà io ti perdono, ma ora ti prego, non parlare, non muoverti e resisti, tu sei forte e puoi farcela»

Un sorriso spunta sulle labbra di mio padre e dire che ne sono sorpreso è poco, credo non abbia sorriso neanche quando sono nato, ma questo gesto anziché rendermi felice, mi spaventa a morte. Improvvisamente cerca di tirare su la testa ma fallisce miseramente, la debolezza ormai ha invaso il suo corpo ed ogni azione se pur minima, sta diventando sempre più pesante per lui. Questo è un incubo, ma nell'oscurità di quello che sta succedendo le mie orecchie captano il suono delle sirene e una sorta di entusiasmo prende possesso della mia persona...

«Hai sentito papà? stanno arrivando, devi pazientare solo un pò»

Mio padre chiude un attimo gli occhi, come se stesse pensando a qualcosa, per poi riaprirli immediatamente...

«Nathan devi andare via, ti prenderanno e tu... tu devi trovarla»

«No io non ti lascio, che mi prendano, non li temo»

Mio padre in modo strano recupera un pò della forza che gli era mancata e mi afferra la giacca per poi tirarmi verso di lui...

«Devi trovare Lara, perché lei... devi trovarla a tutti i costi e non puoi farti prendere, non puoi... non me lo perdonerei mai... tu vai, vai via immediatamente è il mio ultimo desiderio»

Le sirene sono sempre più vicine e io cerco di dare un senso alle sue parole ma non ci riesco, mi piego verso di lui e lo stringo forte a me, stando attento a non fargli male...

«Promettimi che sarai forte papà»

Ancora una volta la sua mano raggiunge il mio viso per lasciarmi la seconda carezza della mia vita, un gesto così estraneo ma contemporaneamente così intimo...

«E tu... promettimi che sarai un padre migliore di me»

Queste sono state le sue ultime parole prima di svenire, parole che non capisco, che non hanno il minimo senso logico in questo momento così delicato...

«Papà ti prego non lasciarmi, ti prometto che questo tra noi non sarà un addio, non mollare»

Gli controllo il polso e se pur debole il suo cuore batte ancora, mentre i miei occhi si lasciano andare e sento scendere lacrime calde lungo il mio viso. Non voglio lasciarlo, ma la mia promessa era sottintesa. Con delicatezza poso la testa di mio padre sul pavimento e con tutta la forza di volontà che ho in corpo, corro verso le scale, cercando un'uscita alternativa a quella dalla quale tra qualche minuto verrà presa d'assalto da soccorritori e polizia. Esco da quel palazzo passando per l'appartamento del piano terra e fortunatamente riesco a fuggire da quel luogo infernale, quello che non avevo calcolato però è che la mia macchina sarebbe rimasta li e che se mio padre non si fosse svegliato, sarebbe stata una prova a mio sfavore.

Ma poco importa, ora il mio unico obiettivo è trovarla per spiegarle ogni cosa, per provare a farmi perdonare, voglio che capisca che sono colpevole solo in parte e che non avrei mai voluto rovinarle la vita. Ci riuscirò, sarà l'ultima cosa che riuscirò a fare, ma la troverò.

LARA POV

«Da quante cavolo di ore siamo in volo?»

Sono nervosa, arrabbiata, spaventata, ho male al cuore, o meglio non ho più un cuore, sono passati pochi giorni da quello che è uno dei più brutti della mia vita e non so ancora come farò a riprendermi da quest'altra batosta...

«Tesoro stai tranquilla»

Volto lo sguardo verso mia nonna che stringe tra le mani il crocifisso in maniera incredibile, la sua fobia per il volo penso sia la cosa che teme di più...

«Posso sapere almeno dove diavolo stiamo andando?, mi sento un ostaggio, un dannato ostaggio»

Mia nonna cerca di sorridere, ma tanta è la paura che ne esce fuori una smorfia che non le dona affatto...

«Devi solo stare tranquilla ok?»

Tranquilla? come se non sapesse cosa ho dovuto subire in questi ultimi sei giorni, come se non sapesse che la mia vita è finita proprio nel momento che credevo sarebbe cominciata. Non voglio essere sgarbata con lei, per cui decido che la cosa migliore sia quella di inclinare il bel sedile di questo inutile jet privato e riposare fino all'atterraggio. Ma si adesso litiga anche con il sedile dell'aereo, anzi meglio con lui che con la nonna, quindi continua pure Lara, al massimo ti rinchiudono per follia aggravata.

Io non capisco se sia normale partire e non sapere la destinazione, siamo atterrati già una volta, probabilmente per i rifornimenti, ma non siamo mai scesi ed io mi sento impazzire sotto ogni fronte...

«Lara?»

Apro gli occhi e mi scontro con il viso di Enrico a pochi centimetri dal mio...

«Cosa?»

Sollevo il sedile per tornare alla posizione normale e lui si allontana di un passo per guardarmi meglio...

«Sei sicura della decisione che hai preso? Io sto andando contro la legge per te, ma lo sto facendo con il cuore perché mi sono affezionato a voi come se foste la mia famiglia, ma lascia che ti dica che non sono molto d'accordo su questa scelta»

Neanche io sono d'accordo sulla scelta che ho preso, ma glielo devo, oggi sono qui solo grazie ad un sacrificio...al suo sacrificio...

«Enrico ne abbiamo già parlato, non voglio denunciarli, l'unica persona che voleva farmi del male è morta e Ben... beh Ben mi ha salvato la vita nonostante tutto>>

<<Ma Nathan>>

Mi alzo di scatto in piedi e faccio un passo verso di lui e impovvisamente vedo lo stupore formarsi sul suo viso...

<<Nathan è un capitolo chiuso, non ricordarmi il fatto che abbia ucciso mia madre, perchè questa cosa mi distrugge, ma lui... io non posso lasciare che finisca in prigione, voi dovete capirmi... io l'ho passato con mio padre e...>>

Mia nonna trova il coraggio e a piccoli passetti si avvicina a me per poi afferrarmi il viso tra le mani e lasciarmi un bacio sulla fronte...

«Va bene Lara, va tutto bene, tu sei forte e insieme ce la faremo»

Le parole di mia nonna possono sembrare le solite frasi di circostanza che di solito si usano per sollevare l'umore ad una persona, ma i suoi occhi, gli stessi di mia madre, mi rassicurano più di qualsiasi altra parola che lei possa dire. Non piango, non lo faccio più da quel giorno, ho minacciato me stessa se in caso contrario mi lasciassi andare ancora una volta a lacrime di dolore. Devo dimenticare, non è facile, ma in passato sono già riuscita a superare i momenti bui ed ora a maggior ragione, mi impegnerò perché questo avvenga il prima possibile. Stringo mia nonna in un abbraccio per poi lasciarla andare e accompagnarla al suo posto dove vi si aggrappa con le unghie e proprio mentre sto tornando al mio posto, il pilota ci avvisa di allacciare le cinture poiché l'atterraggio è vicino, ma ancora una volta non nomina minimamente la destinazione. Lara calma.

Dopo circa una ventina di minuti l'aereo è fermo e stiamo aspetto con ansia che si degnino a farci scendere, ho intenzione di baciare il suolo con ardore, il viaggio è stato estenuante e non volavo così tanto da quella che mi sembra una vita. Finalmente pochi minuti dopo la porta dell'aereo si apre e vedo mia nonna catapultarsi fuori alla velocità della luce, ma non mi è sfuggito il sorriso che le ha illuminato il viso prima di varcare la soglia...

«Allora non vieni? Hai messo in subbuglio tutto l'aereo per la tua scarsa pazienza e adesso resti li impalata?»

«Enrico dammi un momento, sto solo cercando di abituarmi a... questo»

E con le mani indico lo spazio circostante, cercando di fargli capire che mi riferisco a questa nuova condizione. Lui stranamente pare capirmi e si avvia verso l'uscita, lasciandomi sola, ma io sono terrorizzata da me stessa e allora mi alzo e corro verso l'uscita, ma non appena supero l'arco mi scontro con qualcosa di estremamente rigido e per non finire di sedere per terra, mi sbilancio buttandomi in avanti e facendo scontare così le ginocchia al suolo...

«Dannazione Enrico»

«Laretta bella è possibile che tu sia rimasta la solita bellissima imbranata?»

Solo una persona al mondo mi chiama così e per un attimo ho creduto di aver urtato la testa, di aver avuto un'allucinazione, ma nel momento in cui ho alzato lo sguardo e ho incontrato quegli occhi così simili ai miei, in me è come se fosse esplosa una bomba. Non dico niente, mi copro il viso con le mani e scoppio in un pianto liberatorio, un pianto incontrollabile che manda la promessa che avevo fatto a me stessa, in frantumi. Improvvisamente mi sento avvolta da due braccia forti e quel calore famigliare comincia a dare sollievo a tutta la mia persona...

«Va tutto bene, adesso ci sono io con te, va tutto bene»

Continua ad accarezzarmi i capelli, finché il mio cervello pian piano arriva alla conclusione che sia tutto vero, che sono davvero nelle braccia della persona che forse ha fatto più del bene alla mia vita...

«Sammy, oddio Sammy»

Aumenta la stretta e mi bacia la testa con fare protettivo. Tra queste braccia mi sono sempre sentita al sicuro, queste braccia hanno sempre risanato le mie ferite passate e ora che ci siamo ritrovati, non so spiegare quanto il mio cuore ne sia felice...

«Si sono il Dio Sammy, non piangere in questo modo al mio cospetto, contieni l'emozione piccoletta»

Ok è davvero lui e questo non è un sogno, sono in Australia. Sollevo la testa dal suo petto e lui molla un pò la presa per far si che i nostri occhi si incontrino ancora una volta...

«Sei diffidente e volevi la prova visiva non è vero?»

Un sorriso non comandato spunta sulle mie labbra e completamente in preda alla felicità che lui sia davvero qui con me, gli lego le braccia al collo e lo stringo a me forte, quasi come lui aveva fatto con me prima...

«Si, mi sei mancata anche tu, Laretta»

Si solleva e tira su con se anche me e non ci penso due volte prima di agganciarmi a lui come un koala. Lui che pare non essere minimamente sofferente dallo sforzo fisico comincia a camminare fino all'uscita dell'aereo, scende la scala e si ferma senza provare minimamente a mettermi giù...

«Sbaglio o hai preso qualche chiletto?»

Il solito indelicato, ma non posso di certo arrabbiarmi, tiro fuori la testa dall'incavo del suo collo e lo fisso con un sopracciglio alzato...

«Forse sei te ad aver perso un po' di massa muscolare»

Se il mio sguardo poco fa era quello della finta arrabbiata, il suo ora è di una malizia suprema e improvvisamente mi tornano in mente una miriade di ricordi, primo tra tanti, quando lo accompagnavo in piscina ad allenarsi, all'epoca teneva più al suo corpo che a se stesso ed è stato per lui sempre un motivo di vanto e come dargli torto, le ragazze ne andavano matte...

«No, ma io dico, mi hai visto?»

E' sempre il solito, non cambierà mai e solo Dio sa quanto mi faccia piacere questa cosa...

«Si e come al solito vedo solo muscoli che blaterano frasi sconnesse»

Sorrido ancora una volta e questo solo ed esclusivamente grazie a lui, è il mio spacciatore di sorriso preferito...

«Ed io vedo la solita verginella antipatica che ama battibeccare con me»

Spalanco gli occhi alle sue parole e d'istinto scendo dalle sue braccia e faccio un passo indietro...

«Benissimo, allora dov'è Scarlett?»

Comincio a girarmi intorno, cercando di passare inosservata e incontro il sorriso di mia nonna coperto dalla sua mano e la faccia di Enrico imbarazzata e scocciata allo stesso tempo , non so come faccia quell'uomo ad esprimere più emozioni contemporaneamente. Ma con Samuel Sampson, non posso passarla liscia e improvvisamente mi afferra il viso tra le mani e comincia ad ispezionare ogni angolo del mio viso...

«Perché tu sei ancora vergine vero?»

Ma cosa cavolo sta dicendo? Come si fa ad andare da una persona, fare tutti questi chilometri di volo e non spiegare la situazione? Mia nonna avrebbe potuto dirglielo.
La risposta a tutto questo è una sola, questa gente mi odia e l'ha fatto di proposito per mettermi in imbarazzo. Dire a Samuel la mia condizione sessuale non farà altro che aumentare il mio disagio e la sua reazione mi darà il colpo di grazia...

«Io comunque ti ho chiesto dove sia Scarlett, sai non vedo l'ora di vederla, lei è così dolce, comprensiva, insomma è adorabile, quando la sposi? In questo modo diventerà mia cugina a tutti gli effetti e poi dovete darmi un nipotino, si lo so che sarebbe un cugino di un stamilionesimo grado, ma per lui io sarò come una zia, sai amo i bambini, li amo tanto e...»

Samuel confuso dal mio folle soliloquio mi tappa la bocca con una mano e mi guarda in una maniera che non fa altro che aumentare la mia inquietudine...

«Scar ci aspetta nella macchina fuori, non l'hanno fatta entrare qui dentro perché per l'ansia e la gioia che tu stessi arrivando ha dimenticato i documenti e adesso si è chiusa dentro con la paura che possano scambiarla per una terrorista. Ma adesso non tergiversiamo più sull'argomento. LARA FERRARI TU HAI FATTO SESSO?»

Sento chiaramente il rumore della mia dignità che si è disintegrata e un fuoco improvviso possiede il mio corpo...

«Io... ma c'è bisogno di urlare? C'è mia nonna l'avrai sicuramente sconvolta»

Ormai sono sicura che il mio viso sia andato in fiamme, con questo ragazzo è impossibile affrontare un discorso senza tirare in ballo queste argomentazioni imbarazzanti...

«Ho detto non tergiversare, tu non sei più vergine? E' così vero? La mia bambina è diventata una donna, sono così emozionato per te, ora da cugino maggiore devo spiegarti un sacco di cose, tipo l'utilizzo dei profilattici, sai sono molto importanti per...»

«Sammy sono incinta»

Via il dente, via il dolore...

«Esatto, servono proprio a far si che tu non rimanga inci... aspetta cosa hai detto?»

Il colore del suo viso cambia improvvisamente ad occhio nudo e se la situazione non fosse così delicata, sono sicura che riderei a crepapelle...

«Che insomma... io sono incinta»

Cerca di scrutare un segno che gli faccia credere che io stia scherzando, ma non lo trova, sono così seria che probabilmente metterei paura a me stessa se mi vedessi...

«Che insomma... tu sei incinta. Ok un attimo solo»

Lo vedo allontanarsi con passi lenti mentre si tiene le tempie con le mani e ad un tratto lo vedo sdraiarsi al suolo ed alzare le gambe verso l'alto. Un pazzo ecco quello che sembra...

«Samuel?»

Mi avvicino di qualche passo a lui e piego la testa di lato per cercare di capire cosa stia facendo...

«Un attimo, io mi sto sentendo male, mi sta girando la testa, devo aver avuto un calo di sale nel sangue»

«Vuoi dire di zuccheri?»

«Oh lo sai quello che voglio dire, invece di fare la maestrina, potresti aiutarmi e tenermi su le gambe, anzi no, non sforzarti, Enrico aiutami, chiama un'ambulanza io mi sto sentendo davvero male»

Enrico si avvicina e cerca di studiare la situazione, ma non si degna minimamente di dargli una mano...

«Avanti non fare la femminuccia e alzati»

Il tono rude di Enrico fa si che Samuel si metta seduto all'istante, ma non si alza, anzi comincia a fissarmi come se fossi la cosa più strana che lui abbia mai visto...

«E' vero? Aspetti davvero un bambino?»

Annuisco perchè mi sembra assurdo dirglielo un'altra volta e poi ancora posso abituarmici io a questa cosa...

«Sei consapevole di aver saltato una marea di passaggi vero? Quindi sono io che sto per diventare zio?»

Questo argomento fa ancora troppo male, perché in realtà non so come andrà a finire questa situazione. Dopo quell'emorragia fortunatamente non ho perso il bambino, ma la gravidanza resta comunque sul filo di un rasoio, non posso fare sforzi, non posso fare nulla di estremamente complicato o stressante se voglio che mio figlio abbia una possibilità...

«E' complicato, tu promettimi che non ti affezionerai molto all'idea. E' già abbastanza dura soffrire da sola»

Samuel ripresosi dal suo "calo di sale" si alza in piedi e si avvicina a me con passo svelto per poi posare la mano con delicatezza sul mio ventre...

«Mi dirai tutto dopo, ma sappi solo una cosa, tu qui non sarai mai sola e cazzo questo esserino vivrà e come, devi solo sperare una cosa»

Distolgo lo sguardo dalla sua mano e torno a guardarlo negli occhi...

«Cosa?»

«Che non sia femmina»

Sollevo un sopracciglio e lo guardo più stranita che mai...

«Brooke»

Come un flashback mi torna in mente la migliore amica di Scar, quel tornado con i capelli ricci, la ragazza che scommesse sulla natura del mio seno, la stessa che stressava quella poverina con discorsi inerenti alle sue future gravidanze. Gravidanze che per lei avrebbero dovuto dare come frutto solo bambine, per far si che lei e la sua immensa passione per la moda fosse tramandata di generazione in generazione, ma quello che non sa è che nel frattempo ho conosciuto una nuova zia per mio figlio, una zia che forse farebbe di peggio... Nina.
Ed ora non faccio altro che immaginare mia figlia che cresce traumatizzata da due pazzoidi come Nina e Brooke. Scuoto la testa come a voler cacciare il pensiero e stringo ancora una volta Sammy tra le braccia...

«Grazie»

Samuel ricambia l'abbraccio stringendomi come solo un fratello saprebbe fare...

«Adesso andiamo, mi racconterai tutto se vorrai... anche del padre, ma ora dobbiamo assolutamente raggiungere Scar, sempre che non l'abbia presa in custodia il servizio immigrazione»

Inizia a camminare verso l'uscita della pista e gli vado dietro, solo che nella mia testa non fa altro che risuonare la parola "padre". Mi ero decisa a dirglielo, ma ora le cose sono cambiate e probabilmente non lo rivedrò mai più e se posso essere sincera, non sono neanche più tanto sicura di volerlo vedere. Mi ha distrutto la vita e non permetterò che lo faccia anche con suo figlio.

ANGOLO AUTRICE:
16/07/2018
Eccoci con un nuovo capitolo, è tornato Sammy, il cugino di Lara che in passato è riuscito a farla tornare alla vita, che ne pensate di questo ragazzo? Io nello scrivere questo capitolo ho prima pianto e poi riso come una cretina. Il finale è un pochetto più soft del solito, ma penso che ci stia come cosa, dato che lo scorso era allucinante, dai vostri commenti mi è parso di capire che ho attentato alla vostra vita😂😂😂, ma sono felice che siate tutti ancora vivi. In questo modo potrete godervi il finale insieme a me, oddio se penso al finale muoio io, siamo a -2+ l'epilogo 😭😭😭.
Ps. Se dovessi morire davvero, il finale chiedetelo a mio marito che lo sa 😂😂
Comunque ragazzi spero che vi sia piaciuto e vi abbia regalato qualche sorriso.
Vi ricordo che il capitolo è stato scritto con le collaborazione di Niki_Rose, autrice di "Imprevedibile" una bellissima storia ambientata in Australia che ha come protagonista appunto Sammy e Scarlett, fossi in voi non me la perderei, io personalmente l'adoro, per non parlare del fatto che troverete anche la nostra cara Lara due anni prima della tragedia che ha il nome di Nathan.
Vi ringrazio per le 72.000 visualizzazioni e le 6490 stelline e vi do appuntamento alla prossima settimana con un capitolo 😱.
Bacini, bacetti e bacioni da Dadda vostra♥️😘♥️

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