48. DEMONI SMASCHERATI🔶

ATTENZIONE!!!
In questo capitolo c'è la presenza di una scena che potrebbe urtare la vostra sensibilità. Non leggete se siete facilmente impressionabili.

LARA POV
Cosa diavolo è appena successo? Vorrei avere uno specchio adesso, per vedere l'espressione che in questo momento ho sul viso, sono completamente sconvolta dalle vicissitudini di queste poche ore. Prima scopro di essere incinta e si può dire che ne sia rimasta traumatizzata, poi decido di dirlo a Nathan, lo raggiungo e finiamo per consumare un rapporto nel suo ascensore privato, quando solo ieri ci siamo urlati contro frasi poco piacevoli, o meglio, lui mi ha urlato frasi poco piacevoli, io le ho subite  per poi svenire subito dopo. Poi ho provato con fatica a dargli la grossa e impegnativa notizia, ma sono stata interrotta da uno dei suoi attacchi schizofrenici e ora mi ritrovo su un taxi che mi sta riportando a casa mia, sempre sotto suo comando. Continuo a fare i miei film mentali, almeno finché il mio cellulare non squilla e finalmente ripresami dal mio stato di trance, infilo una mano nella giacca, afferro il cellulare e rispondo...

«Si pronto?»

«DOVE DIAVOLO SEI FINITA?»

L'urlo era talmente forte che ho dovuto allontanare il telefono dal mio orecchio e persino l'autista ha alzato la testa verso lo specchietto retrovisore, distratto dalla pazza della mia migliore amica all'altro capo del telefono...

«Nina sto tornando a casa»

«IO PERò TI HO FATTO UN'ALTRA DOMANDA, DOVE SEI FINITA?»

Forse ho appena capito il motivo della sua agitazione, dopo il discorso di questa mattina, probabilmente ha avuto paura che potessi commettere qualche follia...

«Il bimbo c'è ancora e rimarrà qui per i prossimi sette o otto mesi, non so neanche fare i calcoli, avrò un bambino e non so neanche di quanti mesi sono, non ti sembra strano?»

Questa volta quella agitata sono io, ma cerco di contenermi, anche se ora quello ad essere strano è il silenzio che regna al telefono, seguito subito dopo da un singhiozzo...

«Nina stai piangendo?»

Dopo qualche secondo, probabilmente servitole per riprendersi, torna finalmente a farsi risentire...

«Perché dovrei piangere? Cioè sto solo per diventare zia e sono felice, che motivo avrei per piangere? E' solo colpa dei miei occhi che sono maledettamente maleducati e prendono iniziative senza il mio controllo e del mio naso che si lascia influenzare, in pratica ho il naso senza personalità ed è strano perché appartiene ad una che di personalità ne ha da vendere»

Avrei voluto cronometrare la velocità con la quale ha pronunciato tutte queste parole assurde, anzi ora che ci penso... cosa diavolo ha detto? Scoppio a ridere come una cretina cercando di capire il senso delle sue parole, ma non ci riesco e rido ancora di più, perdendo quasi il fiato...

«Nina potresti tradurre?»

«Non posso... non ricordo niente di quello che ho detto»

Scoppia a ridere anche lei, ma onestamente credo che la sua sia più una risata mischiata al pianto, non l'ho mai sentita fare certi versi...

«Tu non stai bene Nina, davvero... te lo dico con affetto»

«Figurati se me lo dicevi con cattiveria... Comunque puoi dirmi dove sei andata? Sono tornata dal locale un attimo per vedere come stavi e non ti ho trovata, non ti dico di immaginare la mia reazione e i miei pensieri perché l'hai già fatto da sola»

Ringrazio il cielo ogni giorno per aver messo Nina sulla mia strada, senza di lei oggi, niente sarebbe lo stesso. Lei è quella manciata abbondante di allegria e spensieratezza che hanno reso i miei ultimi mesi qui meno pressanti. Solo una persona in passato la eguagliava, mio cugino Samuel e ora che ci penso, mi manca da morire. Se oggi sono riuscita ad aprirmi al mondo è merito suo ed ora di Nina che continua la sua opera non permettendo che io torni a chiudermi come in passato...

«Sono andata da Nathan, io volevo dirgli del bambino... ho seguito il tuo consiglio, ma siamo finiti per...»

«PER? LO HAI DETTO?CHE HA DETTO? NON HA FATTO IL COGLIONE VERO? CIOÈ UN Pò COGLIONE LO È DI NATURA. OK MODIFICO LA DOMANDA. NON HA FATTO IL MEGA COGLIONE VERO?»

Con Nina è come avere il viva voce ad ogni santissima chiamata che ci facciamo, il problema però è che non riesco a starle dietro quando parte in quinta e in parte ha trasmesso questo modo di fare anche a me...

«Se invece di urlare mi lasciassi finire, vedresti che risparmieresti il fiato a te e i timpani a me»

«Va bene, scusa, ora però parla, su muoviti Lara, veloce»

Non ho parole, questa ragazza non cambierà mai...

«Dicevo che siamo finiti per... insomma per... dai hai capito, non farmelo dire»

«Come diavolo faccio a saperlo Lara? Io sono tante cose.. tipo bellissima, intelligentissima, simpatica, solare, sexy e tante altre cose che non ti sto ad elencare, ma non sono veggente tesoro»

Ok, il suo discorso non fa una piega, ma d'altra parte è troppo imbarazzante spiegarle la situazione così. Poi però immagino me a casa di fronte a lei mentre glielo racconto e arrivo alla conclusione che sia decisamente meglio raccontarglielo al telefono...

«Nina io e Nathan siamo stati insieme... nel suo ascensore»

«COSA? Come diavolo è possibile? Ieri per poco non vi affogavate a vicenda nella tazza del water e oggi avete scopato? Ma come siete combinati voi due?»

Ok, adesso ho capito da chi ho preso lo spirito di fare paragoni sarcastici assurdi, io ho alluso a una battaglia con gli spazzoloni, mentre lei che è decisamente ad un livello superiore del mio...

«Non ho idea di come sia successo, te lo giuro»

Ed è vero, non ho la minima idea di come ci siamo trovati dal litigare al fare l'amore in quella maniera...

«Ragazza mia, tu e quel tizio mi lasciate senza parole... e non so se riesci ad immaginare quanto sia difficile... ed ora? Cioè dopo il vostro orgasmo ad alta quota, glielo hai detto?»

«No, sono successe altre cose strane e non c'è stata l'occasione»

«Cose strane? Tipo?»

«Tipo che mi ha chiesto di sposarlo e che in un momento, allarmato mi ha messa con la forza su un taxi e mi ha spedita a casa»

Ripenso alla scena di poco prima e ancora non riesco a farmene una ragione, mi ha chiesto davvero di sposarlo? E soprattutto io gli ho detto si per davvero?

«Stai scherzando vero?»

Comincio a pensare che la gente in generale non prenda sempre sul serio quello che dico, ma non mi ci soffermo più di tanto...

«Ti sembro una che scherza?»

«TI HA CHIESTO DI SPOSARLO? MA COSA STRACAZZO STA SUCCEDENDO OGGI?»

Ed eccola che torna ad urlare come una pazza, mentre io mi arrendo all'idea che oggi perderò l'udito...

«Si, sono rimasta più sconvolta di te e lo sono stata ancora di più da fatto che gli ho detto di si»

Tecnicamente avrei dovuto rifiutare la proposta e chiarire la nostra situazione, ma come diavolo si fa a dire di no a Nathan? Certo mancherebbe anche il dettaglio del bambino, ma ora dovrebbe essere più semplice affrontare l'argomento o no?

«Roba da pazzi, in meno di ventiquattro ore mi sei rimasta incinta e sei quasi sposata, hai in serbo altre sorprese?»

«Veramente si... vorrei che tu...»

Vengo interrotta da una frenata improvvisa dell'autista che quasi non mi fa finire contro il sedile anteriore e nel mentre il cellulare mi sfugge dalle mani e finisce non so dove...

«Oddio ma cosa succede?»

«Non lo so signorina»

Queste sono le ultime parole che sento prima di vedere un tizio di bassa statura con un passamontagna in testa, uscire da un furgoncino nero e avvicinarsi a noi armato di una pistola che punta all'autista senza pensarci più di tanto, il quale terrorizzato solleva le mani in aria ed io più impaurita che mai, mi spingo indietro sul sedile, come se esso potesse fondersi con il mio corpo e proteggermi. La prima cosa che mi viene da pensare è che sia una rapina, così senza pensarci piu di tanto mi svuoto le tasche ed esco le poche banconote che mi sono portata dietro questa mattina, ma il tizio pare non essere minimamente interessato al denaro, apre lo sportello anteriore e dopo aver dato un colpo secco con il manico della pistola all'autista, si avvicina al mio e dopo averlo aperto mi afferra dal braccio con forza...

«No la prego, prendete tutto quello che ho, ma non fatemi del male io sono...»

Sfortuna ha voluto che per arrivare a casa mia i taxi si inventano una scorciatoia poco trafficata, per non dire che qui in questo vicolo non passa quasi mai un anima e pur volendo non potrei chiedere aiuto a nessuno.
Non vengo interrotta dalle sue parole, ma da un fazzoletto bianco posto sul mio naso e sulle mie labbra e da lì tutto si spegne in un attimo, le forze improvvisamente mi mancano e pur non volendo mi lascio andare.
Non so per quanto tempo sono rimasta incosciente, so solo che un rumore assordante mi sta borbandando la testa, provo ad aprire un occhio, ma lo richiudo immediatamente, non ho ancora ritrovato le forze e son terrorizzata da quello che potrei vedere...

«Avanti bella addormentata, facciamogli un bel sorriso»

Apro gli occhi di scatto e comincio a ritrovare la percezione del mio corpo. Sono imbavagliata e legata da mani e piedi e per di più sono distesa in quello che dovrebbe essere il retro di un furgone, probabilmente lo stesso dal quale è sceso il mio rapinatore...

«Principessa non ho tutto il giorno, guardami»

Lo stesso tizio ancora con il viso coperto, cerca la mia attenzione ed io lo ritrovo fermo con un telefono puntatomi addosso e dal flash acceso deduco mi stia facendo delle foto o un video, ma non ne sono certa. Presa dal panico totale comincio a dimenarmi per quello che mi è possibile e provo ad urlare, ma invano, qualsiasi cosa io tenti di fare o di dire mi viene impedito dal bavaglio che ho tra le labbra e dalle corde che ho legate agli arti...

«Brava... così, facciamogli vedere quanto hai paura»

Ma di cosa diavolo sta parlando? Chi dovrebbe vedere lo stato in cui sono ridotta ora? Io so solo che sto morendo davvero dalla paura e temo per l'incolumità del mio bambino...

«Direi che può bastare, adesso ti porto in un posto fantastico bellezza, puoi anche ringraziarmi... ah no, non puoi»

Comincia a ridere con malvagità, come se fosse posseduto, poi mi afferra dalle braccia, mi solleva verso lui e mi issa sulla sua spalla, facendomi urtare il ventre con forza contro di essa. Non saprei dire se è più forte il dolore o la paura che stiano facendo del male a mio figlio, ma so di certo che non riesco a capire se sia giorno o notte, il luogo in cui siamo entrati è così oscuro da mettermi i brividi. Sembra una specie di magazzino abbandonato.
Continua a camminare con me sulla spalla, finché non raggiungiamo una scala che porta nel piano sotterraneo. Inizia  a scendere fino a quando non raggiungiamo una stanza, che se possibile è ancora più oscura e fredda rispetto a quella che si trova di sopra, dove al suo interno c'è una specie di cella con una coperta sul pavimento..

«Bene bambina, ti presento la tua nuova casa, è un po' minimalista, ma ci farai l'abitudine»

Torna a ridere come se avesse detto la cosa più divertente del mondo e mi mette giù con poca delicatezza. Il tremore che ho nel corpo è incredibile, tra la paura e il freddo, non saprei cosa mi stia scombussolando di più...

«Ora devo andare Dea, lo so che ti mancherò, anzi sono quasi indeciso sul rimanere o renderti una donna felice»

Fa scivolare il suo sporco sguardo su tutto il mio corpo, per poi sfiorarmi il viso con la punta della pistola...

«Trevor... Trevor... Trevor, stai per caso importunando la mia ospite?»

Una voce a me famigliare, ma che non riesco immediatamente ad identificare, si diffonde nella stanza ed io sollevo lo sguardo per cercare di capire a chi appartenga, ma l'oscurtà della stanza mi limita la visuale...

«Capo, io no... stavo solo giocando»

La voce del tizio è allarmata, segno che teme la persona alla quale si sta rivolgendo...

«Stavi giocando...dovresti sapere che non si gioca con le persone, soprattutto se sono belle donne come la signorina qui presente»

Trevor, questo è il suo nome, si allontana da me e fa qualche passo verso quella sagoma indefinita che vorrei tanto identificare...

«Mi scusi capo, cosa faccio con lei ora?»

Mi indica e dentro di me scoppia la guerra, ho davvero paura che questa per me sia la fine...

«Io direi di slegarla e toglierle il bavaglio prima di tutto, tu che dici?»

Il tizio senza rispondere si avvicina ancora una volta a me e fa come il suo capo gli ha comandato. Anche se in questo momento il mio istinto mi direbbe di urlare, mi contengo per la mia salvaguardia, ma soprattutto per lo stato in cui sono, non vorrei mai che mi facessero del male...

«Fatto capo»

«Bene, ora lasciamola sola, sarà stanca e vorrà riposare»

E così fa, si allontana da me, esce dalla cella e dopo aver chiuso la porta si avvicina all'uomo nell'ombra. Iniziano a parlare tra di loro con un tono di voce così basso da non riuscire a comprendere neanche mezza parola di quello che si stanno dicendo, ma riesco a distinguere l'arrivo di una terza persona più tozza rispetto le altre due. Sembrano dei demoni, emanano cattiveria ed io ho paura, davvero molta paura. L'uomo appena arrivato, una volta accortosi di me con lentezza comincia a camminare nella mia direzione, fino a rivelarsi chiaramente a me...

«Signorina Ferrari, che piacere vederla»

Resto completamente pietrificata dall'identità dell'uomo complice di questo mio rapimento e dalla mia bocca non esce neanche l'ombra di una parola. Carl, il padre di Sarah mi fissa intensamente e sul suo viso troneggia l'ombra di un sorriso malizioso e crudele...

«O dovrei dire signorina Greco?»

Il mio cuore si ferma completamente e nel petto mi si crea un vuoto allucinante, mi sento come se mi avessero dato una pugnalata, ma resto in silenzio, più confusa che mai...

«Non guardarmi con quegli occhioni, credevi che saresti passata inosservata per tutta la tua vita? Ti sei mai guardata allo specchio? Sei la reincarnazione di tua madre, uguale e precisa»

Sono sull'orlo di una crisi, non sto capendo niente, ma quest'uomo sa chi sono, in qualche modo lui sa la mia vera identità...

«C..c..come...»

Carl apre la porta, mi si avvicina e si piega sulle ginocchia per poi avvicinare il viso al mio e comincia ad accarezzarmi i capelli lentamente...

«Come? Vuoi sapere come faccio a sapere chi sia tu veramente? Beh, ti basta sapere che io so ogni particolare tuo e della tua famiglia, il resto stai tranquilla che lo scoprirai presto. Sappi solo che averti qui in questo momento, per me è un sogno che si avvera dopo dieci anni»

Deglutisco intimorita dal suo tono di voce, solo un folle non capterebbe l'odio nelle sue parole ed io sono convinta che lui per me ne nutri tanto, anche se non riesco a capire come si colleghino i fatti...

«Ti vedo confusa piccola Lara, vuoi che ti dia un piccolo indizio per chiarirti le idee? Vuoi avere un accenno del perchè tu ti trovi qui in questo momento?»

Continua a giocare con i miei capelli ed io annuisco, anche perché non saprei cos'altro fare o dire e lui improvvisamente stringe la presa alla radice dei miei capelli e senza la minima delicatezza mi tira su, scatenando un dolore così forte da farmi rilasciare un piccolo urlo, dopodiché avvicina il suo viso al mio e posa la fronte sulla mia...

«Tu, tuo padre e tutta la tua famiglia, mi avete rovinato la vita»

Ha detto quest'ultima frase a denti stretti ed ogni singola parola trasudava odio puro. Improvvisamente mi lascia i capelli e mi da uno schiaffo sul viso così forte da farmi crollare di peso sul pavimento...

«CARL, non è il giusto modo di agire»

Mi massaggio la guancia dolorante e cerco di trattenere le lacrime che sono sicura vorrebbero uscire senza freni dai miei occhi, ma non posso mostrarmi completamente debole, non posso lasciare che vincano sotto ogni fronte, senza lottare minimamente. L'uomo ombra ha ammonito Carl, ma lui non si è mosso di un solo centimentro, anzi continua a guardarmi mentre digrigna i denti.
Il tizio che in qualche modo ha cercato di prendere le mie difese comincia ad avvicinarsi nella mia direzione e nonostante nella mia testa cominci a pensare seriamente alla sua identità, spero con tutta me stessa di sbagliarmi, ma le mie speranze vanno in fumo, una volta che anche lui mi è abbastanza vicino da riuscire a vedere chiaramente il suo viso. Non può essere vero, questo deve essere senz'altro un incubo. I suoi occhi di ghiaccio, spiccano nell'oscurità e dopo avermi guardata per un attimo, torna a dare tutta la sua attenzione a Carl che ora lo sta guardando con una punta di odio, che fino a poco fa stava regalando a me...

«Ben... siamo diventati sentimentalisti?»

La freddezza, ma soprattutto l'atteggiamento che ha, mi ricorda Nathan in una maniera incredibile, ma la domanda che ora mi tormenta è una: Cosa centra lui con me? Cosa centrano tutti loro con la mia famiglia?

«No semplicemente sono sicuro che tramortendola non raggiungerai nessuno scopo di quelli che ti sei prefissato»

Carl sembra pensare alle parole di Ben, poi si allontana e sparisce nel buio. Resto a fissare il punto in cui è sparito finchè la voce rude di Ben non richiede, ancora una volta, tutta la mia attenzione...

«Ti ha fatto molto male?»

Prova a sfiorarmi il viso, ma io mi ritraggo dal suo tocco, fa troppo male sapere che il padre dell'uomo che amo, faccia parte di questo orrore...

«Clarissa, sei caparbia proprio come tua madre»

Si alza di scatto e va via anche lui, lasciandomi ancora più confusa, con la sola consapevolezza di sapere chi sono gli artefici del mio rapimento. I miei demoni si sono smascherati e la cosa ben peggiore è che hanno smascherato anche me.

ANGOLO AUTRICE: 26/06/2018

Lo sooooo, ho fatto passare troppo tempo, vi chiedo umilmente scusa, ma la vita da sposata è più impegnativa di quello che credevo, Comuuuunque... vi è piaciuto il capitolo? Siete sconvolti? Siete arrabbiati? Avete gettato il cellulare contro il muro, pentendovene subito dopo? Raccontatemi le vostre reazioni e soprattutto ditemi come, secondo voi, si evolveranno le cose.
Grazie ragazzi per le 67,600 visualizazioni e le 6060 stelline, ogni giorno sono sempre più felice di aver intrapreso questo percorso qui con voi. E siamo a -4 capitoli ragazzi, più l'epilogo 5. Come vi fa sentire questa cosa? A me malissimo, dopo tutti questi mesi passati a lavorarci sopra, sapere che siamo arrivati quasi alla fine mi mette angoscia e non poca.
Bando alle ciancie, adesso vi saluto e vi do appuntamento al prossimo aggiornamento. Bacini, bacetti e bacioni da Dadda vostra.

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