43. NON ESISTE PIÙ UN NOI?
LARA POV
Gli zombie avrebbero avuto sicuramente più grinta di me in questo momento, sto tornando al White e onestamente non ci sto capendo molto, o meglio, non voglio capirci nulla.
Entro nel locale e vengo accolta da tre paia di occhi preoccupati. Il primo ad avvicinarsi è Eric, mentre sento lo sguardo di Nina penetrarmi fin sotto le ossa...
«Lara mi dispiace, spero di non averti dato problemi con il tuo fidanzato»
Alzo una mano per fermare le sue parole e cerco di sorridergli il più dolcemente possibile per rassicurarlo, quando in realtà vorrei essere rassicurata io. Nina più seria che mai mi si avvicina e mi solleva il polso in modo da poter avere una visuale più precisa, lasciando me più sbalordita di lei, nel constatare il segno della presa di Nathan sul mio polso. Solleva lo sguardo verso di me e noto le fiamme lampeggiare nei suoi occhi e sono sicura che questo non porterà nulla di buono...
«Avanti vieni un attimo fuori con me»
Non mi muovo di un millimetro, non ho voglia di parlarne in questo momento...
«Lara non farmelo ripetere due volte, lo sai che sono restia ad accettare un no come risposta»
Prima che si metta ad urlare o a fare scenate, decido di seguirla, ho già dato abbastanza spettacolo oggi.
Una volta fuori incrocio le braccia al petto come a volermi proteggere, ma non dal freddo, voglio proteggermi dalla cascata di emozioni che potrebbero esplodermi nel petto da un momento all'altro. Non guardo Nina, non ne ho il coraggio, ma sento il suo sguardo che mi perfora anche l'anima...
«Insomma me lo dici cosa succede? O aspetti che in qualche modo ti legga la mente?»
La guardo per un attimo, ma non trovando il coraggio di risponderle, devio ancora una volta lo sguardo verso la strada.
«Lara... tesoro... io voglio aiutarti, ma se non collabori è impossibile»
Ha ragione, ho bisogno del suo sostegno, ma praticamente non so cosa sia successo, non mi ha lasciata, o meglio, io penso che l'abbia fatto dato il suo atteggiamento e le sue poche parole, ma come glielo dico a Nina?
«Non... non so cosa sia successo»
Nina confusa fa un passo verso di me e piega la testa di lato...
«Come puoi non sapere cosa sia successo?»
Mi chiede con ovvietà...
«Non lo so perché lui è andato via ed io ho pensato che mi stesse dicendo addio e quando gliel'ho fatto notare mi ha risposto con un "in bocca al lupo per tutto"»
Effettivamente è andata così, inutile che mi guarda come se fossi un alieno...
«Lara mi stai dicendo che ti ha lasciata? Cioè ieri siete stati insieme, probabilmente avete anche scop... ok, ok, non guardarmi così... probabilmente avete anche fatto sesso e oggi ti ha lasciata?»
Abbasso la testa sconfitta, non ha ancora capito che non so cosa diavolo sia successo...
«Nina, non lo so ok? Possiamo andare dentro ora? Tra poco ci sarà l'inaugurazione e vorrei godermela se permetti»
Solleva le mani pronta a gesticolare come suo solito, ma non gliene do il tempo e mi affretto ad entrare incontrando lo sguardo confuso di Mark.
Nina che è rientrata subito dopo di me, si avvicina al fidanzato e con il palmo della mano gli colpisce la fronte, questa volta lasciandoci tutti sconvolti, compreso Eric che dal laboratorio sta lavando dei bicchieri...
«Il tuo amico è un coglione Mark»
Mark ancora più confuso fa oscillare il suo sguardo da me a lei più volte...
«Scusami... ma io che c'entro?»
Si massaggia la fronte e sono sicura che se la situazione non fosse così drammatica per me, sarei morta dal ridere solo guardandolo...
«Tu c'entri sempre, lui è un tuo amico... ed è un coglione»
Ok il discorso di Nina non ha senso, ma chi ha il coraggio di dirglielo ora?
«Ma non ho il cordone ombelicale attaccato al cogli... cioè a Nathan, come posso essere responsabile delle sue azioni?»
«Stavi per chiamarlo coglione anche tu, quindi questo vuol dire che ne sei consapevole»
Questa volta è Mark a colpirsi la fronte con la mano, è esasperato, come dargli torto...
«Tu mi confondi donna»
La bionda più combattiva che mai gli afferra l'orecchio e lo costringe a piegarsi alla sua altezza...
«Non chiamarmi donna, adesso tu lo chiami e gli chiedi cosa cacchio gli è passato nella mente oggi»
Ma se non sa neanche il motivo, come può chiamarlo?
«Ma se non so neanche cosa è successo, cosa gli dico ?»
Appunto come dicevo io...
«Che è un coglione ecco cosa gli dici»
Si volta verso di me e si scusa con un cenno della mano per la parolaccia, o meglio per la terza di fila, senza sapere che in questo momento vorrei spararne io a più non posso. Stanca di tutta questa situazione mi volto per allontanarmi, fermandomi solo per rivolgere le mie ultime parole ai ragazzi su questo argomento...
«Vi prego di smetterla, adesso godiamoci questa nuova apertura, per quanto riguarda me e Nathan ci sarà tempo per affrontare questa situazione, d'altronde posso anche aver capito male io, non chiamatelo non ditegli niente, devo sbrigarmela io»
Vado via senza neanche il tempo di rispondergli e invece di prendere la strada per il laboratorio, prendo quella della toilette, una volta dentro mi fermo di fronte allo specchio e stranamente non vedo lacrime sul mio viso, ma solo delusione.
Ho detto ai miei amici che magari posso aver capito male le parole e le azioni di Nathan, ma è una maledetta bugia. Quello di Nathan era un addio, nonostante fosse combattuto, nonostante si vedesse chiaramente che non voleva farlo, l'ha fatto e nessuno mi toglie dalla testa che di mezzo a questa sua scelta ci sia suo padre. È andato lì questa mattina ed è andato via con il sorriso, gli avranno fatto il lavaggio del cervello, suo padre mi odia e avrà fatto di tutto per portarmelo via.
Come diavolo ha potuto lui però? Come ha potuto cedere così facilmente, dopo tutto quello che gli ho confessato? Dopo il pericolo nel quale mi sono messa raccontandogli della mia vita? Come ha potuto andare via dopo che mi ha confessato il suo amore? Ed io... come ho potuto andarmene senza lottare per lui, come?
Guardandomi allo specchio comincio a vedere la mia espressione indurirsi e nel petto sento una stretta così forte da togliermi il respiro.
Se lui ha rinunciato a me così facilmente, questo non vuol dire che devo farlo anche io.
Esco dal bagno alla velocità della luce raggiungendo Mark e prendendolo per la camicia...
«Vuoi picchiarmi anche tu?»
Rendendomi conto delle mie mani sul suo colletto lo lascio andare immediatamente...
«No Mark, voglio che tu scopra dove si trova quel coglione del tuo amico»
Silenzio nella stanza, la parola "coglione" continua a rimbombare nella mia testa con tanto di eco...
«La mia bambina sta diventando grande»
Mi volto di spalle e becco Nina intenta ad asciugarsi la finta lacrima sotto gli occhi...
«Nina non è il momento di scherzare»
«Sono solo emozionata, hai detto una parolaccia... capita così raramente... Mark porco pupazzo hai capito? Scopri dove cazzo è. E tu Lara non pensarmi proprio, se l'hai detta tu posso spararne liberamente, quante ne voglio»
La mia testa comincia a disegnare movimenti di negazione, cerco di non pensarci e torno a guardare Mark, che dopo le parole della sua fidanzata afferra il telefono e comincia il suo giro di chiamate. Lui non ha risposto, quindi ha cominciato a fare il giro dei conoscenti e dalle sue espressioni affrante capivo benissimo che la sua ricerca non stava andando bene, almeno finché alla ventesima chiamata almeno, un sorriso spunta sulle sue labbra e dopo aver salutato il tizio, chiude la chiamata e torna a guardarmi con un altro bel sorriso...
«Trovato bimba, in questo momento si trova alla palestra di Trevor»
«Trevor? Benissimo, ma chi è?»
«Ah giusto, dai andiamo che ti ci porto io»
Certe volte Mark parla convinto che io conosca ogni sfaccettatura di Nathan, ma la verità è che so lo stretto necessario, che fino ad oggi mi è bastato...
«Mark non puoi venire con me, c'è l'inaugurazione e Nina non può vedersela da sola»
Sto già facendo una cosa che mi porterà a non assistere all'inizio della nostra nuova attività, non posso coinvolgere anche gli altri nelle mie sventure...
«Tranquilla è qui vicino, ti lascio e rientro subito»
Nina annuisce ed io mi avvicino di un passo a lei per poi prenderle la testa tra le mani....
«Mi dispiace andare via proprio ora tesoro, ma cercherò di tornare presto ok?»
Con un sorriso appoggia le mani sulle mie e aumenta la stretta sul suo viso...
«A me dispiace se tu ora vai e non gli spacchi la testa e credimi se ora ti dico che verrei a godermi la bella, vai e stai tranquilla, sapremo cavarcela»
Annuisco e contemporaneamente lasciamo scivolare le nostre mani via dal suo viso...
«Ok Mark andiamo pure»
Mark prende le chiavi della macchina e la giacca dal bancone e si avvia verso l'uscita...
«Si andiamo tanto oggi mi ucciderà anche Nathan, giusto per fare bingo, ma io dico...»
Continua a borbottare frasi disconnesse fino all'uscita ed io lo seguo senza capirci nulla.
Raggiunta la macchina di Mark e salita a bordo, resto in silenzio per tutto il tragitto, se così si può dire dato che se non sbaglio, sono tre angoli dal nostro locale e ci avviamo in una stradina stretta a senso unico e isolata dal mondo, continuiamo a camminare finché la struttura di un palazzo abbastanza malandato ci si presenta davanti e l'insegna infissa al piano terra mi da la certezza che siamo arrivati.
Boxe by Trevor, ma che cacchio di nome è per una palestra e poi perché Nathan frequenta certi posti?
«Mark, perdonami... Nathan ha una palestra di tutto rispetto a casa sua, cosa diavolo viene a farci qui?»
Mark non aspettandosi questa domanda resta un po' spiazzato, guarda prima me, poi la palestra fino a far ritornare lo sguardo su di me...
«Trevor è il suo maestro, si conoscono da più di quindici anni, gli ha insegnato a contenere la rabbia e ad usarla nel giusto modo... e stato come un padre per lui, dato che il suo...
Lara mi spieghi come fai a tirarmi fuori le cose? Non posso dirti nient'altro»
Guardo l'espressione di Mark e capisco oggi di aver messo a dura prova la sua pazienza e ancora una volta mi trovo ad annuire, voglio conservare le parole per l'uomo più cocciuto del mondo, che in questo momento probabilmente starà tirando calci e pugni ad un sacco...
«D'accordo Mark, vai pure, ci vediamo tra poco»
Proprio mentre sto per uscire dall'auto Mark mi ferma dal polso e mi ritira nella macchina...
«Ti accompagno io»
Incurvo le sopracciglia e gli regalo uno dei miei sguardi poco amichevoli...
«Assolutamente no, tu devi tornare da Nina ed io so cavarmela, al massimo chiamerò un taxi al ritorno... e no Mark inutile che insisti, puoi andare ciao»
Sfuggo alla sua presa lasciandolo sbigottito ed esco dall'auto il più velocemente possibile fino a raggiungere la porta della palestra, quando la voce di Mark si fa sentire ancora una volta...
«Dato che hai firmato la mia condanna a morte in questo momento, ricordati che voglio una bara che sia il più confortevole possibile, che ovviamente sarà un tuo regalo per la mia povera e triste famiglia»
Rido per le sue cretinate e scuoto la testa sconfitta...
«Tranquillo Mark non mi succederà nulla, e tu non morirai, ora vai»
«Mi raccomando Lara, non so chi mi farebbe più del male tra Nina e Nathan se ti accadesse qualcosa, quindi ti scongiuro torna sana e senza graffi»
Entro nella palestra senza più rispondergli, si comportano tutti come se fossero i miei genitori.
Una volta dentro, la poca luce nella stanza mi mette i brividi, la puzza di sudore è abbastanza pungente e da lontano distinguo le figure di qualche ragazzo che si allena al sacco, mentre guardando infondo alla stanza noto che l'unica luce presente è puntata sul ring dove al di sopra di esso c'è un ragazzo abbastanza robusto che saltella a destra e a sinistra e sbatte i pugni nell'aria. Non ne capisco molto, ma credo che questo sia una sottospecie di allenamento. Non faccio in tempo a formulare i pensieri che l'avversario sale sul ring ed io come una calamita faccio un paio di passi in avanti... Nathan. Mi fermo per non farmi vedere quando sul ring sale un terzo uomo sulla sessantina, basso ma muscoloso e non so per quale motivo mi viene da pensare che questo sia il famoso Trevor di cui Mark mi parlava poco fa. Il tizio dopo aver urlato ai due sfidanti di fare gioco pulito si allontana fino ad uscire dal ring e da via all' incontro.
Non c'è molta differenza tra i loro fisici, ma Nathan pare molto più veloce e sferra una serie di ganci contro il suo avversario che in un primo momento pare tramortito. Dopo avergli dato il tempo per riprendersi, l'incontro ricomincia e Nathan senza pietà colpisce il ragazzo e schiva i colpi di questo che pare voglia implodere per la frustrazione. Lui è come una calamita per me e ammaliata dal suo corpo, dai suoi muscoli tesi, dal sudore che gli imprime il torace, ma soprattutto dal suo sguardo, così serio e arrabbiato da sentirmene quasi responsabile, mi avvicino senza neanche rendermene conto, almeno finché i fischi d'apprezzamento di un ragazzo alla mia destra fanno si che la maggior parte dei presenti si volti nella mia direzione, incluso Nathan, che una volta resosi conto che il soggetto di questi apprezzamenti sono io, mi lancia uno sguardo tra il sorpreso e l'irritato. Mi guarda intensamente, almeno finché non gli arriva un gancio dritto in faccia dal suo avversario, che ha approfittato della sua distrazione per colpirlo. Mi avvicino ancora spaventata a morte per il forte colpo che ha ricevuto, sbagliando miseramente, dato che in questo modo ho attirato l'attenzione di un bel pó di gente che mi guarda come se fossi una pecora in mezzo ai lupi. Nathan dopo essersi massaggiato la guancia, non da più attenzione all'incontro, ma anzi esce dal ring e mi raggiunge afferrandomi ancora una volta dal polso e trascinandomi verso quelli che dovrebbero essere gli spogliatoi, facendo sì che i ragazzi dietro di noi lo incitassero con termini così volgari che non sto neanche a ripetere.
Questo polso pare essere diventata l'attrazione di tutti oggi.
Una volta arrivati, mi spinge dentro e chiude la porta con violenza alle sue spalle, senza mai distogliere lo sguardo dal mio...
«Che cazzo ci fai qui Lara?»
Abbasso la testa colpita dalla violenza delle sue parole, incontrando il mio polso ancora più rosso per quest'altra presa. Comincio a massaggiarmelo, non riuscendo più a guardarlo negli occhi...
«Sai quando ti ho conosciuto, non avrei mai pensato che tu fossi un tipo violento, ma ora...»
Nathan colpito dalle mie parole, mi si avvicina con due falcate e mi afferra il polso riscontrando in esso i suoi segni. Non so per quanto tempo è rimasto a guardarmeli, di certo però non posso continuare a sopportare il suo tocco, così alzo gli occhi e incontro i suoi ancora fissi nello stesso punto. Lo strattono dalla sua presa e faccio un passo indietro...
«Nathan guardami...»
Se pur con fatica fa scontrare i suoi occhi con i miei, scatenando l'inferno nel mio corpo. Come posso vivere senza di lui, ora che ne sono dipendente?
«Dimmi che non mi ami più e sparirò per sempre dalla tua vita, non saprai più neanche che esisto»
Nathan pare che stia combattendo una lotta interiore, ancora più accesa di quella che poco fa combatteva sul ring. Mi guarda, prova a parlare e si ferma, stringe i pugni e retrocede di un passo...
«Io non ti amo»
Ho letto molte volte sui libri che in momenti come questi, il cuore pare si fermi, ma non ho mai creduto che la sensazione fosse così reale...
«Tu non mi ami... anche se una settimana fa hai detto il contrario, perché Nathan? Potevi benissimo tenertelo per te, come hai fatto per tutti questi mesi, invece di... di illudermi che provassi davvero qualcosa per me»
Nonostante lui dica di non amarmi, una parte del mio cuore, mi dice che non è vero, che lui mi stia mentendo...
«Volevo tenerti contenta»
Questa volta sono io a stringere i pugni, ho voglia di colpirlo, ma rischierei di farmi male soltanto io, quindi meglio evitare a prescindere...
«Volevi tenermi contenta? Credi che io sia una bambina Nathan, io ti amavo anche quando non sapevo che tu ricambiassi, io ero contenta anche senza il tuo "ti amo" anche se desideravo che tu provassi almeno la metà dei sentimenti che provavo io»
Fa scorrere lo sguardo su tutta la mia persona per poi deviarlo e girarsi verso la parete alla sua destra...
«Cosa vuoi che ti dica Lara, sono fatto così, nessuno è riuscito a cambiarmi, non dirmi che hai sperato, anche solo minimamente, di essere tu la prima a farlo... avanti Lara, io sono tenebra e non esiste luce capace di illuminarmi»
Le sue parole fanno male, per tutti questi mesi mi ha fatto credere di essere l'unica persona che gli facesse del bene e ora se ne esce con le solite frasi di circostanza, no Nathan non mi sta assolutamente bene.
Faccio un altro passo verso lui con il dito puntatogli contro...
«Senti un po'... ho passato la vita a sentirmi in colpa per le sorti di tutta la mia famiglia, prima per mia madre, poi per i miei nonni, i quali hanno sacrificato tutta la loro vita per me e poi anche per tutta la gente che mi circondava e che ha dovuto mantenete il mio segreto. Per una volta che mi sono sentita libera da ogni costrizione, per una volta che ho creduto davvero di fare del bene ad una persona e non del male, tu vuoi farmi credere che è stata tutta una mia fantasia? Che sono pazza Nathan?»
Sento il cuore battere ad un ritmo incessante, ho voglia di prenderlo a pugni in faccia, peggio di quello che ha ricevuto poco prima...
«Non ho detto che sei pazza, ma che semplicemente non provo amore nei tuoi riguardi»
Ed ecco che il mio cuore torna a perdere battiti, come può dirmi queste cose con così tanta semplicità? Come può essere così freddo...
«È stato tuo padre vero?»
Le palpebre di Nathan si spalancano un po' di più, segno che ho colpito in pieno nel punto della faccenda...
«Cosa vuoi che c'entri mio padre? Questa è una cosa nostra»
«Nathan ma tu credi che io sia scema? Abbi almeno un po' di rispetto per la mia intelligenza. Ieri abbiamo passato la vigilia insieme, siamo tornati insieme, abbiamo fatto l'amore sul tuo letto più di una volta e stamattina prima di andare eri di buon umore, ora invece mi stai lasciando, siamo tutti bravi a fare due più due non credi?»
Torna a guardare la parete alla sua destra più serio che mai...
«Che vuoi che ti dica? Io sono...»
«Oh non dirmi un'altra volta che sei fatto così, altrimenti anche a costo di spezzarmi tutte le ossa della mano, ti mollo un pugno»
Mi guarda per una sola frazione di secondo e mantiene il silenzio, un silenzio che secondo dopo secondo mi sta mangiando la poca pazienza che mi è rimasta...
«Va bene, sono stanca...»
Lo supero e mi avvicino alla porta dandogli le spalle, afferro la maniglia con forza e cerco di trattenere le lacrime che non so come sono riuscita a non far cadere finora...
«Dopo tutto quello che abbiamo passato, dopo tutto quello che sono riuscita a raccontarti di me... non esiste più un noi vero?»
Silenzio, solo silenzio è quello che riesce a darmi in un momento come questo. Mi ha delusa come solo una persona è riuscita a fare nella mia vita, con la differenza che questa volta me la sono andata a cercare. Proprio nel momento in cui apro la porta la mano di Nathan la richiude con forza da sopra la mia testa...
«Lara...»
Pronuncia il mio nome poco distante dal mio orecchio e nel mio cuore spero in un suo ripensamento...
«... mi dispiace»
«Queste sono le parole migliori che ti sono venute in mente? Ti dispiace? Dispiace anche a me di aver regalato il mio cuore a uno stronzo senza cuore come te...»
Vai con le parolacce oggi, chi più ne ha più ne metta...
«... e sai? Ora che ci penso... tu non sei molto diverso da Luke. Non mi avrai tradita fisicamente, ma hai tradito la mia fiducia e per me è ancora più grave»
Non ho alzato la voce, ho detto tutto d'un fiato, quasi sussurrando, ho perso le forze anche per lottare, non merita neanche un altro secondo del mio tempo.
Probabilmente colpito dalle mie parole lascia scivolare il braccio verso il basso liberandomi l'uscita e non sentendo più il suo fiato sul collo, ritrovo il coraggio per aprire la porta e per uscire. Mi fermo appena fuori la soglia e mi giro per guardarlo, è una lastra di ghiaccio, ma nei suoi occhi leggo il tormento e una piccola parte di me torna a pensare che forse non vuole davvero questo, ma quella parte più grande, quella contornata dall'orgoglio, ora vede solo l'ennesimo dolore...
«Io sono morta tanti anni fa Nathan, ma oggi per me lo sei anche tu»
Un ultimo sguardo nel quale leggo... dolore? No, non è possibile, Nathan non sa soffrire... è bravo solo a spezzare il cuore degli altri.
Ma non mi spezzerai, sicuramente starò male, ma ne uscirò, perché un giorno ho giurato a me stessa di non ricadere nel baratro del dolore e della solitudine.
Mi volto piena di rabbia e corro via da colui che mi ha promesso il paradiso e regalato l'inferno...
ANGOLO AUTRICE:
27/04/2018
Ed eccomiiiiii, era meglio se non pubblicavo vero?
Insomma non c'è pace per i nostri Lathan, cosa credete che succederà ora? Come affronterà Lara quest'altra delusione?
Aaaaah sto impazzendo anche io.
Fatemi sapere cosa ne pensate con tanti commentini e lasciatemi una stellina se il capitolo vi è piaciuto.
Grazie Anche questa settimana per le 53.100 visualizzazioni e per le 5.090 stelline. Vi adoro sempre di piùùùù♥️😘♥️😍♥️😘.
Ragazzi tra 24 giorni mi sposo, sto morendo consumata dall'Ansia, siatemi vicini 😂😂😂😍😍😍.
Ci risentiamo al prossimo aggiornamento, bacini, bacetti e bacioni da Dadda vostra 😘😘😘😘
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