42.LO FACCIO PER PROTEGGERTI
LARA POV
«Torno presto un corno»
Ok forse dovrei evitare di parlare da sola mentre cammino come un'oca delirante per il gigantesco appartamento di Nathan, ma sono le 2:00 pm, e devo andare al locale, mancano poche ore all'inaugurazione e il signorino ha deciso di smagnetizzarsi nel nulla e di non rispondere al telefono.
Una parte di me, mi dice di non preoccuparmi, che non è successo nulla e che lui stia bene, l'altra invece immagina gli scenari più inquietanti, dove Nathan sta da qualche parte squartato da un serial killer o cose del genere.
Ora che ci penso... forse sarebbe più probabile che lo squartasse Nathan il serial killer, ma... oddio sto veramente delirando, devo calmarmi. Ho cercato di passare il tempo come potevo, ho chiamato mia nonna per gli auguri, mi sono cucinata qualcosa, ma nulla è riuscito a distrarmi.
Quando credo di essere sul punto di esplodere come una minerva, sento il telefono squillare e mi riprecipito nella stanza a rispondere il più velocemente possibile...
«PRONTO?»
La voce mi è uscita più stridula del normale, tanto da spaventarmi io stessa, non oso neanche immaginare la reazione di chi si trova dall'altro capo del telefono...
«Mi hai perforato un timpano, BUON ANNO»
«Nina?»
«Si sono sempre io, certo ora ho un timpano in meno, ma resto sempre io»
Poverina, ha ragione, probabilmente io al suo posto avrei chiuso il telefono d'istinto...
«Scusami, buon anno anche a te, sono solo un pochino nervosa»
«Un pochino? Se lo eri tanto cosa facevi? Mi facevi uscire anche gli occhi dalle orbite?»
E finalmente ecco il primo sorriso della giornata, grazie Nina...
«Addirittura... non credo di avere una potenza così grande nelle corde vocali»
«Va bene, va bene, comunque sei pronta? State arrivando? Io e Mark siamo già al locale e stiamo sistemando qualche dettaglio, la caffetteria è venuta benissimo, a proposito, c'è Eric, cosa faccio con lui?»
Mi sento confusa in maniera incredibile, anche Nina è agitata, me ne rendo conto dal modo in qui sta parlando...
«Se ti dicessi che ho dimenticato la prima domanda?»
«Beh ti capirei... non me la ricordo neanche io»
Ecco appunto, le manca di soffrire della sindrome di memoria a breve termine e abbiamo completato il quadro clinico...
«Risponderò a quello che ricordo... prima cosa, non sto arrivando perché Nathan è sparito, adesso chiamò un taxi e vi raggiungo tanto sono già pronta»
Forse ho impostato male la frase, adesso come minimo chiamerà la polizia per cercarlo...
«È sparito?»
«Stamattina è uscito presto, aveva un impegno ed ancora non è rientrato»
Sento silenzio dall'altro lato della cornetta e devo ammettere che non mi trasmette nulla di buono...
«Può essere che non abbia terminato di fare quello per cui è uscito, non credi?»
Aspetta, Nina che non sclera? Non mi starà nascondendo qualcosa? Quei due sono soliti farmi questo genere di scherzi in comune accordo...
«Nina, tu non ne sai niente vero?»
«Perché devo esserci di mezzo sempre io? Ormai non posso fare più nulla che la colpa finisce sempre dalla mia parte... sono così angelica io, comunque muoviti, ah... Eric?»
E adesso che ci faccio con quel tizio, non ci capisco nulla...
«Prendi il curriculum e non so, facciamogli fare una prova a partire da oggi che ne dici?»
A Nathan non gli farà molto piacere, ma vada a quel paese. Sparisce sempre quando mi serve il suo aiuto, che si arrangiasse...
«D'accordo, tu però muoviti davvero, abbiamo bisogno di una mano, nel frattempo dirò a Mark di provare a chiamare Nathan»
«Va bene arrivo»
Chiudo il telefono senza neanche salutarla, e subito dopo mi viene da ridere nel pensare a quante me ne abbia potute dire per questo. Chiamo un taxi e nel giro di dieci minuti me lo ritrovo sotto casa.
Una volta a bordo, nel percorso verso il White, lascio un messaggio a Nathan dove lo informo di essere andata via, ma di una sua risposta neanche l'ombra. Arrivata, lancio il telefono nella borsa e tiro un urletto di frustrazione, così acuta da ricevere un'occhiataccia dal tassista. Imbarazzata al massimo, lo pago ed esco come un fulmine dall'auto, imbattendomi in qualcosa di così bello da togliermi il fiato. Le vetrine del locale sono completamente trasparenti e dal di fuori riesco a intravedere quasi tutto il locale, compresi Nina e Mark che si scambiano saliva come due adolescenti e questo non é uno spettacolo così bello come pensavo poco fa. Quei due devono sempre essere seguiti da qualcuno, altrimenti come minimo finirebbero per accoppiarsi in ogni angolo possibile.
Entro nel locale a testa bassa pensando velocemente ad un modo per dividerli...
«Prendetevi una stanza»
Nina che non si é minimamente accorta della mia presenza fa un un salto indietro spaventata, come se avesse preso la scossa e fa saettare il suo sguardo smarrito verso di me...
«Ma io dico, sei impazzita?»
Mark ormai in preda a risate isteriche, probabilmente dovute alla reazione della sua ragazza, si piega su uno dei tavoli bianchi del locale per sorreggersi...
«Io sono impazzita? Se non fossi entrata, le vetrine di questo locale sarebbero state più scandalose di quelle di Amsterdam»
Un urletto effeminato mi fa voltare ancora una volta lo sguardo verso Mark che pare possa morire da un momento all'altro, con la forza delle sue risate...
«Mark amore mio, così perdi tutta la tua virilità, dovresti imparare a limitare queste risate»
Mark quasi offeso dalle sue parole si alza e comincia a sistemarsi la camicia bianca, provando a ritornare in se, ma nel momento in cui i suoi occhi incontrano il mio sguardo sconvolto, ricomincia a ridere facendomi sbattere una mano sulla fronte per la frustrazione...
«Credo che il tuo fidanzato stia per morire»
Nina si avvicina a lui e comincia ad accarezzargli la schiena per cercare di tranquillizzarlo...
«Amore, non farmi sperare nella tua morte, avanti smettila ora»
Appena Nina ha pronunciato la parola "morte", Mark torna immediatamente serio non prima di essersi quasi strozzato con la saliva...
«Bravo così tesoro»
Questi due insieme fanno male alla gente, non saprei dire chi tra loro due sia il più sano di mente, ma li adoro.
Dopo essermi trattenuta dal sorridere mi tornano in mente le parole di Nina di poco prima al telefono...
«Mark prima di tutto buon anno, per caso sei riuscito a contattare Nathan?»
Lui mi guarda e addolcisce lo sguardo e senza che lui me lo dica conosco già la risposta...
«Buon anno anche a te, comunque no Lara, ho provato a chiamarlo un paio di volte... la terza volta ho trovato il telefono spento»
La preoccupazione ritorna a farsi strada in me, ma non devo abbattermi, avrà sicuramente una spiegazione per tutto questo. Mark captando i miei pensieri, mi posa una mano in testa e comincia ad accarezzarmi come si farebbe con i cagnolini...
«Avanti sta tranquilla, vedrai che è tutto a posto, Nathan ha la brutta abitudine di sparire ogni tanto, ma poi torna sempre»
Continua a scuotermi i capelli non preoccupandosi minimamente del casino che mi sta combinando in testa...
«Mark ok, ma ora smettila»
«Oh sì certo, ero convinto che ti avrei vista scodinzolare dalla gioia per il mio commuovente discorso, ma qualcosa non ha funzionato»
«Il tuo cervello non funziona, fattene una ragione»
Mi lascio andare ad un mezzo sorriso e mi avvio verso il laboratorio a vista costruito dietro i banconi, qui è stato abbattuto il muro facendo si che da esso noi avremo completa visuale della sala principale. Grazie al cielo nessuno dei due pazzi mi segue e una volta dentro, ammiro l'ordine che regna nella stanza e la qualità delle attrezzature, grazie a Nathan questo posto è più bello di quello che sarebbe potuto essere. Certo io non gli ho permesso di metterci una sterlina, ma solo lui sa quello che ha fatto davvero, non mi meraviglierei se avesse aggiunto altro denaro a parte quello che sono convinta abbia messo di mezzo per mobilitare gli operai a fare più veloce il loro lavoro.
Comunque meglio non pensarci, solo pronunciare il suo nome o pensarlo, oggi mi mette un nervosismo incredibile e non posso permettermi di stare in questo stato proprio oggi.
Sono così immersa nei miei pensieri e intenta a fissare i miei amici da qui dietro, mentre continuano a scambiarsi effusioni, che non mi rendo subito conto della presenza di qualcuno alle mie spalle, almeno finché questo non mi tocca la spalla ed io terrorizzata afferro la prima cosa che mi passa per le mani, mi volto e lo colpisco prendendolo poi in pieno volto...
«Calma, sono Eric»
Oddio l'ho colpito con il matterello di legno.
Eric, con una mano sulla guancia sinistra per contenere il dolore e l'altra aperta per tenermi lontana, retrocede di qualche passo ed io completamente sconvolta da quello che ho fatto lascio cadere il matterello sul pavimento...
«Oddio Eric... mi dispiace, ma cosa ci fai qui? Oddio fammi vedere cosa ti ho combinato»
Mi avvicino e gli sposto la mano dalla guancia per dargli un'occhiata e la sua guancia è così rossa da farmi salire immediatamente un senso di colpa incredibile...
«Nina dopo aver parlato con te, mi ha detto che potevo restare per cominciare la mia prova»
Dannazione ha ragione, me ne ero completamente dimenticata, l'ho quasi ucciso con quell'arnese da cucina per la mia distrazione, maledetto Nathan che sparisce. Si è sempre colpa sua...
«Hai ragione, ti prego scusami, io non volevo colpirti con il matterello... cioè... io non volevo proprio colpirti, mi è venuto spontaneo, mi hai presa alla sprovvista»
Eric mi sorride dolcemente, ma il mio senso di colpa è ancora troppo grande e le parole mi escono di bocca veloci e incomprensibili. Onestamente non riesco a capire come faccia a non ridere o a non arrabbiarsi con me...
«Tranquilla, insomma... infondo non è così grave»
Cerca di alleviare il mio disagio, ma non funziona affatto, ogni secondo che passa mi sento sempre più in difetto...
«Ti uscirà un bel livido li, lascia che ti metta del ghiaccio accomodati pure lì su quello sgabello»
Eric segue la direzione del mio dito e senza farselo ripetere due volte si avvia verso lo sgabello, mentre io a passo svelto raggiungo il congelatore ed estraggo il ghiaccio, mi volto nella direzione di Eric e incontro però le facce sconvolte di Nina e Mark...
«CACCHIO CHE BOTTA, SICURA DI NON ESSERE UNA GIOCATRICE DI BASEBALL?»
Ed ecco Nina che viene a versare benzina sul fuoco. La guardo in malo modo e Nina stranamente spalanca gli occhi e si volta verso Mark con un finto sorriso...
«Amore torniamo di li, qui tutto bene, Eric spero che la forma del matterello sparisca presto dal tuo viso, addio»
Afferra Mark dalla camicia e torna nella sala principale mentre io sono rimasta impalata a guardarla con il ghiaccio in mano...
«Sai quello dovrei proprio metterlo sul viso»
Indica qualcosa all'altezza delle mie mani e quasi non faccio volare anche il ghiaccio. Perché devo fare sempre queste figure di cacca?
«Si... si, scusami eccomi... ar...arrivo»
Ma si dai, comincia anche a balbettare, tanto oggi hai già dato il meglio di te.
Cerco di combattere contro i miei pensieri, mi avvicino a lui, gli sposto ancora una volta, la mano dal viso e in automatico gli poso il ghiaccio sulla guancia.
La posizione che abbiamo assunto non è molto consona, lui seduto allo sgabello con le gambe allargate e io in piedi tra di esse mentre con una mano gli tengo il ghiaccio e con l'altra mi appoggio alla spalla. In altri casi mi sarei scansata immediatamente, ma in questo momento non ci bado più di tanto, almeno finché, questa volta, la presenza che sento alle spalle non mi è così famigliare da scatenarmi una miriade di brividi lungo la schiena... il suo profumo lo riconoscerei ovunque... cacchio!
NATHAN POV
Dare un pugno a quel deficiente non mi è bastato, avrei voluto toglierlo dalla faccia della terra dopo quello che ha fatto, dopo che ha fatto scoprire il segreto di Lara... il mio segreto, si perché Lara è diventata cosa mia. Ma ora, mi hanno messo alle strette ed io non posso rischiare, non posso permettere che le venga fatto del male.
Uscito da quella maledetta stanza, dopo aver svoltato l'angolo verso l'uscita, quasi mi scontro con mia madre...
«Mamma, stai attenta maledizione»
Mia madre a testa bassa non mi risponde, ma fissa attentamente la mia mano o più precisamente le mie nocche insanguinate.
«Cosa hai fatto?»
«Ho fatto quello che era giusto mamma, ma tranquilla non ho ucciso nessuno»
Mai ho visto mia madre in questo stato, è come se si fosse spenta, come se non fosse più lei...
«Non saresti capace di uccidere nessuno tu Nathan, non sei come loro... io... io ho cercato di crescerti in maniera differente»
Le prendo il volto tra le mani e lo alzò verso l'alto facendo in modo che i nostri occhi si scontrino...
«Mamma che succede?»
Lei si ostina ad abbassare la testa, ma io non glielo permetto, se qualcuno le ha fatto del male, giuro che sarò pronto a sporcarmi le mani...
«Io... io ho sentito tutto... Nathan...Lara è davvero la figlia di Anita?»
Apro poco di più gli occhi e cerco di scrutare nei suoi per capirci qualcosa, ma stranamente la confusione sovrana nella mia testa più pesante che mai...
«La conosci?»
Come se le avessi chiesto la cosa più difficile del mondo, le si riempiono gli occhi di lacrime e con le mani fa di tutto per non farle cadere, asciugandosi gli occhi...
«Lei... lei era una mia cara amica Nathan... forse la più cara di tutte. Io guardavo Lara e vedevo l'impressionante somiglianza, ma non potevo crederci. Non potevo crederci, non volevo credere che la bimba di Anita fosse viva, ma soprattutto non potevo credere che sarebbe entrata direttamente nella tana del lupo. Nathan tu devi proteggerla, tu devi allontanarla da questo posto e se possibile proprio da Londra»
Resto completamente paralizzato dalle sue parole, lei conosceva Anita, lei conosce la tragedia che ha distrutto la famiglia di Lara e mi sta chiedendo di allontanarla da noi... e purtroppo non ha torto. Più mi sarà vicina e più sarà in pericolo. Io che ho promesso di restare, io che ho promesso di proteggerla da ogni cosa... quando io sono la cosa principale che deve temere in questo momento.
Mia madre leggendo come sempre i miei pensieri si butta sul mio petto e mi stringe a se come solo una madre può fare, mi accarezza la schiena con movimenti leggeri per tranquillizzarmi, apprezzo il gesto, ma in questo momento non mi tranquillizzerebbe neanche un sedativo. Quando sono sul punto di staccarmi da lei, un suo sussurro raggiunge le mie orecchie...
«Non devi abbandonare ciò che ti fa stare bene, per paura del male.
Puoi però abbandonare il male per ciò che ti fa stare bene»
Le sue parole sono molto profonde, ma come faccio a fare quello che mi dice. Se il male fosse così forte da non darmi altra scelta?
La stringo un' ultima volta, dopodiché l'allontano lentamente dalle spalle e faccio un passo indietro per andare via, ma mia madre più ostinata che mai mi afferra dal braccio trattenendomi...
«Nathan, le nostre storie sono diverse ricordalo sempre, io ho sposato il male di mia volontà, sbagliando, perché l'amore non guarda in faccia nessuno, tu invece sei fortunato... potresti legarti al bene per sempre, non sprecare questa opportunità»
Penso un po' alle sue parole e quasi mi costringo a non volerle assimilare e capite. Io non sono capace di stare lontano dal male, io sono nato nel male e chi ci nasce in questo ambiente la maggior parte delle volte ci muore. Le accarezzo una guancia e lei chiude gli occhi, forse per percepire meglio il mio tocco...
«Mamma ora devo andare»
Riapre gli occhi ancora colmi di lacrime ed una le sfugge sulla guancia ed io la raccolgo con il pollice asciugandogliela...
«Ciao tesoro, spero che farai la scelta giusta e con un dolore immenso al cuore, spero che questo tra noi sia un addio, per il vostro bene»
Ancora una volta non rispondo, le faccio un sorriso tirato e le do le spalle per uscire da quella casa, forse per poco o forse per sempre.
Non so per quanto tempo ho guidato, so solo che dopo non so quante chiamate e messaggi ho spento il telefono in preda al nervosismo. Guidare senza meta e senza pensieri non dico che mi abbia rilassato, ma di certo ha attenuato la mia rabbia e il mio nervosismo. Senza quasi accorgermene e come se fosse la cosa più normale al mondo quando fermo l'auto sono fuori dal locale di Lara. Sono convinto che sia molto arrabbiata con me, ma da una parte forse è meglio così.
Sceso dall'auto, vedo il bel lavoro che il mio team è riuscito a fare e intravedo dalla vetrina Nina e Mark ridere come due ragazzini. Questo clima così spensierato, e questo locale che darà un nuovo futuro a Lara mi fa convincere ancora di più della scelta da prendere. Non posso portarla via da Londra proprio ora che sta imparando ad ambientarsi, proprio ora che finalmente ha deciso di mettere da parte il passato per farsi un nuovo futuro. Entro nel locale e i due ragazzi lasciano che il sorriso gli muoia sulle labbra. Nina mi si avvicina per prima, nervosa come l'ho vista poche volte...
«NATHAN»
«Si sono proprio io, perché sei così sorpresa?»
Sempre più agitata fa un altro passo verso di me e mi afferra dalle braccia facendomi voltare verso la vetrina, mettendosi di fronte a me...
«Insomma, ma che fine hai fatto? Lara era preoccupatissima»
Non mi lascia le braccia e noto le diverse direzioni che prendono i suoi occhi, in particolare si soffermano su Mark al quale regala strane smorfie ed io avendone avuto abbastanza, mi stacco da lei e mi volto verso il laboratorio, capendo immediatamente il nervosismo di Nina, facendo scorrere poi lo stesso nelle mie vene più forte che mai. Senza neanche pensarci le mie gambe si muovono in quella direzione e alle mie spalle sento Nina imprecare contro di Mark in maniera accesa, ma poco importa, adesso il mio pensiero principale è Lara, così vicina a quel cameriere da due soldi. Gli tiene fermo qualcosa sulla guancia e si appoggia a lui con l'altra mano, mentre il tizio pare completamente in estasi dal suo tocco. Lara come se avesse percepito la mia presenza si volta di scatto facendo cadere il ghiaccio per terra e mi guarda quasi impaurita...
«Na...Nathan?»
La mia faccia deve essere veramente adirata, poiché lei pare completamente in preda al panico. Devo stare calmo, non devo picchiarlo, non devo fare scenate. Lentamente mi avvicino a lei e l'afferro da un braccio per poi trascinarla fuori come se fosse un oggetto. Lo so sto esagerando, ma sto perdendo completamente il controllo...
«Nathan, mi stai facendo male»
Non le rispondo, continuo a trascinarla fino alla sala principale dove incontriamo la faccia di Mark sconvolta e quella di Nina che è un mix tra il dispiaciuta e l'arrabbiata...
«Nathan lasciala, le stai facendo male»
Non le do retta, continuo a trascinarla con me fin fuori al locale...
«NATHAN?»
«Nina, va tutto bene stai tranquilla»
La voce di Lara trema ed io mi maledico per quello che sto facendo, ma sono arrabbiato e cosa più importante devo approfittare di questo momento. La faccio salire in macchina e sbatto lo sportello, intravedendo con la coda degli occhi il suo sguardo impaurito. Faccio il giro e salgo in macchina, metto in moto e nel completo silenzio mi fermo a qualche isolato più avanti. Non voglio spettatori alla nostra discussione. Ho le mani sul volante e lo stringo in maniera così forte da essere quasi convinto di poterlo staccare da un momento all'altro. Il respiro di Lara è irregolare e sapere di essere io l'artefice della sua ansia mi fotte il cervello...
«Nathan... cosa ti prende?»
Un sussurro, la sua voce è così lieve da sentirla a fatica e giuro che sto lottando con me stesso per contenermi e ogni secondo che passa diventa sempre più complicato...
«Cosa stavi facendo prima?»
Digrigno i denti per il nervosismo e con la coda dell'occhio vedo che si mette dritta, sistemandosi poi il tubino nero che le mette in mostra le gambe. È così bella da togliere il fiato e se possibile questa cosa mi fa imbestialire ancora di più...
«L'ho colpito in pieno volto con un matterello e... insomma, ho pensato che fosse carino da parte mia aiutarlo»
L'ha colpito con un matterello? Giuro che se gli ha messo le mani addosso lo cancello dalla faccia della terra...
«Ti ha toccata?»
Lara si volta completamente nella mia direzione, cosa che automaticamente fa voltare anche me, facendomi scontrare con le sue pozze di ghiaccio...
«Cosa non ti è chiaro della frase "l'ho colpito con un matterello"?»
«Perché l'hai colpito?»
«Perché ero soprappensiero e mi è sbucato all'improvviso alle spalle, ti pare che l'avrei aiutato se mi avesse fatto qualcosa di male? E poi è colpa tua che sei sparito nel nulla»
La guardo un'ultima volta prima di deviare il mio sguardo in avanti, verso la strada e resto in silenzio, cercando di pensare alla mia prossima mossa.
Dopo non so quanti minuti, Lara mi afferra il braccio e in automatico chiudo gli occhi e mi sforzo per non guardarla...
«Ma che ti prende? Dove sei stato tutto questo tempo Nathan? Sei andato via in un modo e sei tornato come se fossi un'altra persona. Ti prego dimmi che succede?»
Come posso spiegargli la situazione? Come posso dirle addio proprio oggi? In uno dei giorni più belli della sua vita? Non posso e non voglio essere così crudele, anche se mi sento quasi corretto...
«Non posso rimanere stasera, non sto bene, mi dispiace Lara, buona fortuna per tutto»
Forse con questa mia ultima frase ho esagerato, perché senza neanche rispondermi esce dallo sportello e comincia a tornare indietro verso il locale e prima che possa sparire esco anche io e faccio qualche passo verso di lei fino a raggiungerla...
«LARA?»
Lei non si volta, ma di stringe tra le braccia come a volersi proteggere...
«Sai Nathan, ormai sono diventata un esperta a riconoscere gli addii, spererò fino all'ultimo che non sia così, ma ho come la sensazione...»
La voce le si incrina e spontaneamente faccio un altro passo verso di lei, notando una lacrima che scivola lungo il sul suo profilo...
«... ho come la sensazione che sparirai per sempre, magari non oggi, non domani... ma un giorno...»
Non ho parole per esprimere il dolore opprimente che mi attanaglia il cuore, non le ho detto niente, ma ha capito tutto ed io non posso far nulla per alleviare il suo dolore, posso solo incrementarlo con la mia presenza.
La vedo andare via e mi sento impotente come mai in vita mia. Avrei voluto tranquillizzarla, dirle che si stava sbagliando, almeno questo è quello che mi suggeriva il cuore, la mia testa invece continua ad urlarmi che è la scelta giusta, che è la scelta più sicura per lei.
ANGOLO AUTRICE:
18/04/2018
Ciao ragazzi, lo so mi odiate, questa lotta continua tra Lara e Nathan sta innervosendo anche me, purtroppo però questa è la storia.
Cosa ne pensate di questo capitolo? Vi è piaciuto almeno?
Molte cose stanno cominciando a capirsi, ormai è ovvio che la famiglia di Nathan sia immischiata nella tragedia di Lara, credete che Nathan riuscirà a trovare il modo di affrontare anche questo ostacolo? O finirà male? Troppe domande poche risposte 😂😂😂.
Comunque ragazzi grazie a tutti oggi festeggiamo le 50.300 visualizzazioni e le 4.860 stelline♥️😘♥️😘. Ma vi rendete conto? 50.000? Voi ci avreste mai creduto? Io no 😂😂😂. Grazie, grazie e ancora grazie per tutto l'affetto che mi regalate ogni giorno😘♥️😘♥️😘
Ragazzi ci vediamo la settimana prossima con un capitolo intensissimo, non mancate perché d'ora in poi saranno uno più folle dell'altro😂😂😂.
Bacini, bacetti e bacioni da Dadda vostra 😘♥️😘♥️😘
Ps. Ho aperto la pagina Instagram della storia, trovate l'indirizzo sulla mia bacheca, se vi facesse piacere, io vi aspetto
♥️😘♥️😘
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