40.CAPODANNO D'ARGENTO 🔴

ATTENZIONE!!
CAPITOLO CON CONTENUTI PER ADULTI!!!
NON LEGGERE SE FACILMENTE IMPRESSIONABILI!!!

LARA POV
È nei momenti come questo che vorrei avere un attacco di "Ninite", alzarmi e urlare in faccia a tutta questa gente di non fissarmi in questo modo, come se fossi un fenomeno da baraccone, ma purtroppo mi manca il coraggio necessario e resto muta a testa bassa a fissarmi le mani, mentre sento lo sguardo di quel Michele fisso su di me. Tra tutti, il suo è quello che mi innervosisce di più e se per errore alzo gli occhi,  trovo il suo ghigno pronto nella mia direzione. Sono sull'orlo di implodere e ho estremo bisogno di uscire da questa situazione imbarazzante, così mi volto nella direzione di Nathan e lo trovo intento a fissare lo stesso tizio con sguardo poco amichevole.
Per cercare di stemperare l'atmosfera, faccio scorrere la mano sotto il tavolo e gli stringo la gamba per attirare la sua attenzione, dopo alcuni secondi dove non ha fatto altro che guardare in malo modo Michele, finalmente si decide a voltarsi verso di me e con difficoltà addolcisce di poco il suo sguardo per poi rivolgermi un'espressione interrogativa. Mi volto di poco e cerco di sussurrargli alle orecchie senza che nessuno se ne accorga...

«Cosa ci fa lui qui?»

«Lui chi?»

«Nathan non prendermi in giro... sai benissimo a chi mi...»

«Ragazzi invece di bisbigliare tra di voi, siate educati e teneteci partecipi della vostra conversazione»

Vengo interrotta dalla voce forte e rude del padre di Nathan che ora mi osserva con un sorriso divertito in volto mentre il mio cambia mille sfumature di rosso. Lara dannazione parla, arrossire in questo momento è una sconfitta, avanti...

«Veramente noi...»

«Papà non mi sembra il caso»

Tale padre, tale figlio. Come interrompe uno lo fa l'altro in egual misura, non vedo l'ora che finisca questa serata...

«Perché figliolo?»

«Perché sono affari nostri personali»

Ben accentua ancora di più il suo sorriso e dopo essersi scambiato una fugace occhiata con Carl, lascia che quest'ultimo prenda parola al suo posto...

«Ben, lascia in pace i ragazzi...»

Possibile che il padre di Miss Karotte abbia un cuore? Certe volte mi dispiace per tutti i soprannomi che le rifilo a quella poveretta. Lara? Ok, ok non mi dispiace per nulla...

«... se non vogliono dirci quello di cui parlavano, allora potrebbero parlarci delle loro passate vacanze natalizie, caro Nathan come hai trovato l'Italia?»

Cosa? Credevo che nessuno sapesse... aspetta un attimo... Michele. Quel tizio ogni minuto che passa mi sta più antipatico. Nathan inutile dire che si sta innervosendo sempre di più, tanto che sta strizzando quel povero tovagliolo in maniera così forte che ho paura possa disintegrarsi sotto il suo tocco, anche se tecnicamente non sarebbe possibile. Riposo  la mano sulla sua gamba e comincio ad accarezzarlo sperando di riuscire a tranquillizzarlo...

«Siamo stati bene grazie»

In questo momento sentire la sua voce e vedere il suo viso mi manda in confusione, la differenza tra essi è così tanta da non capire quale delle due parti sia sincera, se il suo viso incazzato o la sua voce calma e pacata.
Carl più strafottente che mai decide di incrementare il nostro disagio rivolgendo ora tutta la sua attenzione su di me...

«Clara, non sapevo che avessi origini siciliane»

Il modo in cui ha cominciato a pronunciare il nome mi ha messo i brividi, ma non devo cedere su questo argomento, devo riprendere il pieno controllo di me stessa...

«Lei...»

Nathan a denti stretti cerca di intervenire, ma io gli afferro la mano e lo interrompo prima che possa continuare, porca trota, non sono una bambina, so parlare e soprattutto so difendermi da sola...

«Il mio nome è Lara e non ho origini siciliane, ma milanesi, siamo stati in Sicilia per visitarla»

Carl tutto d'un tratto diventa serio e se possibile intensifica il suo sguardo, socchiudendo gli occhi, come se volesse scrutarmi l'anima...

«Pensa te... allora avrai avuto un'ottima guida, Nathan conosce quella zona meglio delle sue tasche... non è vero? Mi chiedo solo chi tu sia andato a visitare in quel cimitero di Palermo, dato che i tuoi nonni sono...»

«Adesso basta, questa cena è stata organizzata per festeggiare il nuovo anno insieme, non per interrogare la gente»

Katy, rossa come non l'ho mai vista, spara queste parole in maniera veloce e nervosa per poi cercare di ritrovare il controllo di se stessa. In questo momento mi ha ricordato molto il figlio nei modi di fare, ma il mio pensiero principale ora sono le parole di Carl, a cosa voleva alludere? Cosa c'entrano i nonni di Nathan? Tutta questa situazione mi sta ammazzando psicologicamente, l'ho già detto che non vedo l'ora che finisca questa serata? Pensare che è tutta colpa di quella sottospecie di carciofo ripieno di Michele, perché non c'è dubbio che sia stato lui a dare queste informazioni. Mi volto lentamente per lanciargli un'occhiata omicida, ma come previsto già mi fissava, così devio lo sguardo verso Nathan e fisso il suo profilo rigido...

«Mia moglie ha ragione»

Ben stranamente appoggia Katy e si volta verso una signora in uniforme da cameriera e le fa un cenno con la testa e la poverina immediatamente scatta verso quella che dovrebbe essere la cucina e dopo neanche trenta secondi tre ragazzi anche loro in uniforme spuntano dalla stessa porta con dei carrelli stracolmi di cibo. Dopo aver distribuito gli antipasti si dileguano, posizionandosi di fianco alla porta, pronti e attenti ad ogni nostra esigenza, roba che neanche nell'ottocento. A interrompere le mie critiche mentali è Ben che si alza con il calice del vino, seguito a ruota da tutti gli ospiti e di conseguenza per non fare la parte degli asociali, controvoglia ci alziamo anche noi e nonostante io odi il vino in maniera incondizionata lo afferro per non dargli il pretesto di attaccarmi su un'altra cosa...

«Brindiamo alla fine di questo 2017, un anno che ci ha portato soddisfazioni incredibili, ma soprattutto brindiamo all'imminente 2018, che sia un anno più soddisfacente dei passati e che sia illuminante per chi ancora viaggia nell'incerto, per chi ancora non ha capito quale sia la sua vera famiglia e per chi ha scelto di essere parte della famiglia dal primo giorno»

Decisamente un brindisi alquanto strano, io non ci ho capito un cavolo di niente, ma alzo il bicchiere insieme agli altri, l'unico ad essere in piedi, ma con il calice ancora sul tavolo è Nathan che non distoglie per un solo secondo gli occhi dal padre, che a sua volta ricambia ed io non saprei da quali esca più fuoco. La situazione sta degenerando ed io non so per quale botta di adrenalina bevo un lungo sorso di vino, disgustandomi come non mai, ma nonostante io abbia il desiderio di vomitare mi sforzo per tornare ad avere un'espressione quantomeno decente...

«Tutto ok?»

Mi volto verso Nathan che mi guarda attentamente negli occhi...

«Tutto benissimo»

Mi scappa una risata con tanto di pernacchia e immediatamente mi copro le labbra con la mano...

«Forse è meglio smetterla con questo, anche perché ricordavo che tu non bevessi vino »

Afferra il calice dalla mia mano e lo posa sul tavolo prima di sedersi insieme a tutti gli altri ospiti, così prima di dare ancora nell'occhio mi accomodo anche io...

«Infatti non bevo molto, anzi odio il vino in particolar modo, per non dire che non reggo affatto l'alcool»

Finisco la frase accompagnata da un singhiozzo, mi mancava anche questo...

«Lo vedo, ti faccio versare dell'acqua»

Lo guardo a bocca aperta, come se mi avesse appena detto la cosa più assurda nel mondo e la confusione sul suo viso raggiunge livelli non quantificabili...

«Posso versarmela anche io, non c'è bisogno che mettiate in mezzo quei poverini per ogni vostro vizio, di questo passo finirete per farvi passare anche la carta igienica in bagno»

Forse ho alzato troppo la voce, tanto che una delle signore seduta di fronte a noi mi ha guardata con un'espressione disgustata... tanto per cambiare...

«Lara è il suo lavoro»

Mi volto di poco e abbasso la voce per evitare di farmi sentire...

«A me non va che mi servano in questa maniera, ma per questa volta va bene, solo perché non voglio dare loro modo di parlare ancora di me»

Nathan annuisce ma d'un tratto il viso della rossa spunta dalla sua spalla con uno sguardo di sfida puntato nella mia direzione...

«Parlerebbero di te anche se stessi zitta, non c'è bisogno che tu faccia finta di essere quella che non sei»

Ma ce l'ha con me sto scaldabagno? Calmati, respira, attacca...

«Ti chiedo scusa Sarah»

Incurva le sopracciglia confusa prima di ricominciare a parlare...

«Di cosa?»

Le sorrido facendo la falsa timida...

«Di averti rubato la scena oggi, una come te si sentirà davvero mortificata a non essere al centro dell'attenzione... ma stai tranquilla... da domani tornerai ad essere il loro fenomeno da baraccone preferito»

Cosa diavolo c'era in quel vino? Non riesco più a controllare le mie parole, beh non solo quelle ma sono dettagli, certo però che vedere la sua faccia più rossa dei suoi capelli per la rabbia, vale più di qualsiasi altra soddisfazione. Nei frattempo bevo il bicchiere d'acqua che mi è stato versato e Nathan che di solito resta indifferente a questi nostri battibecchi, si lascia andare a un sorriso e mi regala un occhiolino mozzafiato. Come diavolo fa ad essere sempre così bello? Arrabbiato, serio, mentre sorride o quando ride di gusto, onestamente non saprei scegliere la sua espressione migliore...

«Tu...»

Ormai sono entrata nella scena e non mi ferma più nessuno...

«Sarah mangia che si fredda, inutile dilungarci sull'argomento, quando sappiamo chiaramente che ho ragione io»

Ho decisamente vinto l'incontro e stranamente senza l'aiuto di nessuno. Se questa gente già non pensasse normalmente che io sia strana mi batterei il cinque da sola. Sarah colpita dalle mie parole sbatte la forchetta sul tavolo, ricevendo un occhiata d'ammonimento dal padre per poi tornare a mangiare ciò che contiene il suo piatto a testa bassa.
La serata passa relativamente tranquilla e dopo aver assaggiato e lasciato nel piatto quella sottospecie di coso che loro chiamano dessert e che io chiamo spreco di soldi, ci avviamo verso il cortile, dopo riaver indossato le gocce, dato che la mezzanotte è vicina e ci prepariamo così alla spettacolo pirotecnico più bello di Londra, almeno queste sono le parole che ha sottolineato il padre di Nathan. Posizionatici nei posti in cui degli operatori, o quello che sono, ci hanno detto, aspettiamo con ansia la mezzanotte e così la fine di questa serata pazzesca... in senso negativo ovviamente...

«Benissimo signori mancano pochi secondi alla mezzanotte, gentilmente fate un passo indietro per sicurezza»

Come se un passo indietro potesse salvarci da un'esplosione imminente che comunque non avverrebbe data la distanza in cui sono affissi i fuochi. Ok oggi sono davvero troppo polemica. Faccio come dice e mi scontro con il petto di qualcuno...

«Ti prego dimmi che sei te, oggi non potrei sopportare altre figuracce»

Mi stringe dalla vita in maniera salda e sono sicura che questo sia il suo modo di darmene conferma. Volto il viso verso di lui e mi scontro con uno dei suoi sorrisi più belli. Dolcemente si avvicina a me e sono quasi convinta che voglia baciarmi, invece si avvicina alle mie orecchie...

«Ho deciso di non tenere a lungo il gioco, non sia mai che ti venisse un'altra volta da vomitare»

«Sai che sei un campione olimpico? Hai vinto la medaglia d'oro per essere colui che rovina i momenti più belli con poche parole»

Gli sorrido divertita e torno a guardare i fuochi convinta di aver messo anche lui al suo posto, ma chiaramente Nathan non è Sarah e in un attimo mi attira ancora di più al suo petto eliminando completamente la distanza tra noi. La sua erezione preme contro la mia schiena ed il mio imbarazzo torna a crescere nella mia persona come se fosse la cosa più naturale al mondo. Si avvicina ancora al mio orecchio scatenandomi una marea di brividi solo con il suo respiro che sfiora il mio collo...

«Anche tu sei una campionessa... riesci a farmi eccitare anche nei momenti meno indicati»

Cerco di staccarmi ma lui mi stringe ancora di più a lui impedendomelo...

«Non ti conviene toglierti proprio ora, non vorrai mica che io dia spettacolo?»

È buio, troppo buio, quando siamo arrivati era tutto così luminoso ed ora devono aver spento per dare una visione migliore dello spettacolo pirotecnico, da una parte vorrei avere più luce per capirci qualcosa e cercare il modo di liberarmi da questo imbarazzo, ma dall'altra credo sia meglio così, il mio viso in questo momento sarà l'apoteosi della vergogna...

«Bene signori ci siamo... 10...9...»

Tecnicamente in questi momenti parte il countdown generale, tutti che urlano come i pazzi i numeri per aumentare la souspance e invece qui lasciano che sia il tizio a farlo per loro. Comincio a dubitare davvero che chiedano aiuto anche per andare in bagno...

«5... 4... 3... 2... 1...»

Non riusciamo neanche ad urlare gli auguri che una raffica di fuochi parte all'impazzata, creando degli spettacoli davvero incredibili, questa volta non posso dire nulla, restò incantata a fissare questi giochi di luce, almeno finché, non so neanche come, mi scontro frontalmente con il petto di Nathan e vengo avvolta da un bacio dolcissimo che pian piano si intensifica diventando estremamente passionale. Sono tutti distratti e probabilmente nessuno si è accorto di noi, ma anche se fosse, onestamente me ne fregherei. Ci stacchiamo per riprendere fiato ed io alzo le mani e gli afferro il viso...

«Buon anno Nathan»

«Buon anno amore»

Inutile, non riuscirò mai ad abituarmi a queste sue dimostrazioni d'affetto, ma di una cosa sono sicura, ormai non rinuncerei a questo neanche per tutto l'oro del mondo.
Restiamo abbracciati almeno finché una mano sulla mia spalla mi fa trasalire dal mio stato di beatitudine, mi volto e mi scontro con il sorriso affettuoso di Katy e istintivamente la prendo tra le braccia e la stringo un un forte abbraccio...

«Auguri Katy»

«Auguri tesoro e ti prego non dargli retta, loro sono... insomma sono diversi... ti chiedo scusa per loro»

Abbracciare lei mi fa risentire il profumo materno, il suo sorriso confortevole mi ricorda quello di mia madre e faccio davvero fatica a capire come una come lei possa aver sposato un uomo del genere. Certo a prima impressione si potrebbe dire lo stesso di mio padre, ma posso assicurare che prima del fattaccio, mio padre era uno degli uomini più affettuosi ed amorevoli che ci fossero sulla faccia della terra, amava me e mia madre in maniera assoluta e lo dimostrava in ogni momento, rispettava la gente che lo circondava, non era mai arrogante, ma Ben... Dio non avrei un termine per descriverlo...

«È tutto ok»

Le sorrido e mi stacco da lei per darle la possibilità di stringere il figlio. È incredibile quanto si somiglino nei colori e nei lineamenti, non che non somigli al padre, da lui ha preso la voce e l'atteggiamento intimidatorio, ma a primo impatto credo che chiunque direbbe che somiglia più alla mamma.
Si stringono in un abbraccio affettuoso ma breve e vengono interrotti da Ben che richiede l'attenzione del figlio...

«Posso stringerti anche io o è una prerogativa di tua madre questa?»

Nathan torna serio e lo guarda impassibile...

«Siamo uomini, manteniamoci ad una stretta di mano, me l'hai insegnato tu»

Non dice nulla, nonostante mi sia sembrato di intravedere l'ombra di una smorfia infastidita sul suo viso, gli stringe la mano e poi si volta verso di me e afferra la mia per poi portarsela alle labbra...

«Buon anno Cla..ra...»

Per la seconda volta da quando sono qui ha enfatizzato sul mio nome e per la seconda volta il mio cuore è partito all'impazzata per la paura che qualcuno qui dentro conosca la mia vera identità.

NATHAN POV
Questo nuovo anno mi ha portato l'istinto omicida e cattivissime sensazioni come doni, ma ora vedere le labbra di mio padre sulla pelle di Lara, mi sta letteralmente mandando il cervello in tilt. Non sono gelosa di lui, non penso a loro in quel senso, non sono così pazzo o possessivo da credere che mio padre possa rubarmi la donna... È solo il modo in cui la guarda, come se sapesse... ed io mi sento impotente, vivo con la paura, quando fino a pochi mesi fa non sapevo neanche il significato di questa parola, ma ora è tutto cambiato, lei mi ha cambiato, ho giurato sulla mia stessa vita di proteggerla da tutto e tutti. La mia più grande paura in questo momento? Perderla... Sì è decisamente questa la mia paura più grande, dovrei lasciarla andare, sparire dalla sua vita e lasciare che viva in pace e in sicurezza, ma sono troppo egoista, per non dire che sono incapace e sprovvisto del coraggio necessario per farlo... in poco tempo lei è diventata il mio intero mondo, la mia unica ragione di vita, di solito non mi lascio andare a certi pensieri, le mie uniche preoccupazioni in passato erano i miei affari e come liquidare le donne una volta avuto quello che volevo, ma ora... il solo pensiero di non averla più al mio fianco, mi ammazza sia psicologicamente che fisicamente...

«Lei si chiama Lara e adesso può anche bastare»

La prendo dalle spalle e l'allontano da lui...

«Davvero? Oh scusami cara, sono così smemorato in questo periodo»

Come dicevo poco fa, sono invaso da cattivissime sensazioni, spero che siano solo tali e che non si rivelino reali...

«Ok per oggi può anche bastare, noi andiamo via»

Afferro la mano di Lara nella mia e la tiro delicatamente verso di me. Vedo balenare sul suo volto un sorriso di sollevazione, sono più che certo che non veda l'ora di scappare da questo posto. Ho notato come tutti la fissavano e come lei si sentisse in imbarazzo, per questo motivo avevo rifiutato l'invito di mio padre, proprio per non metterla in questa situazione, conosco questa gente ed ero più che certo che questo non fosse il suo ambiente, non perché sia lei sbagliata, sono loro ad esserlo, lo sono sempre stati...

«Ma come figliolo, non restate per il dopo cena?»

«No papà , domani abbiamo una giornata impegnativa, dobbiamo andare»

«Capisco, non dimenticare la nostra riunione di domani»

Maledizione, l'avevo quasi rimosso. È arrivato il momento della mia scelta, devo decidere su come comportarmi in futuro. Ho già la mia risposta, ora più che mai, ma non posso dargliela in questo momento, con Lara e mia madre che mi fissano in questo modo, la prima con occhi confusi, mentre mia madre con occhi tristi, così l'unica cosa che riesco fare e annuire, per fargli capire che domani non sarei mancato a questo dannato appuntamento. Dopo aver salutato mia madre e gli altri ospiti con un cenno  della mano, afferro Lara e la trascino verso la macchina, lontano da questo posto così crudele, così sporco, così pericoloso. Non dovevo portarla qui, dovevo imporre la mia decisione e non farmi convincere da quegli occhi così cristallini, da quelle labbra così dolci e carnose, da quel corpo così peccaminoso nascosto da quella maschera angelica. Sto perdendo il controllo, ma perderlo con lei è la sensazione più soddisfacente che abbia mai provato.
La faccio accomodare il posto del passeggero della mia auto e raggiungo in tutta fretta il posto di guida, parto così in fretta che a Lara scappa un gemito di paura, un gemito che a me arriva dritto all'altezza dei pantaloni, non distinguendone la natura.
Guido per qualche minuto e ogni tanto la guardo con la coda degli occhi, finché il mio sguardo non arriva alla sua mano che scivola morbida sul suo collo fino a raggiungere il solco dei seni, una mossa naturale per una persona normale, ma per me sta a significare totale perdita del controllo, così freno improvvisamente allungando una mano verso il busto di Lara per evitare che si faccia male, il mio istinto protettivo me l'ha suggerito, anche se ora per quello che ho intenzione di farle, servirebbe qualcun altro a proteggerla...

«Nathan ma sei impazzito?»

Non le rispondo, non per maleducazione o per fare lo stronzo, ma semplicemente perché ormai il mio cervello è partito, i miei istinti si sono attivati e l'unica cosa che voglio è quella di averla sopra di me immediatamente, così più velocemente che posso le stacco la cintura e le tiro il braccio trascinandola sul mio petto. Questo vestito è decisamente scomodo, lungo e decisamente non pratico per queste mie voglie improvvise. Mi sbottono i pantaloni e nel frattempo noto un piccolo spacco nel suo vestito e improvvisamente mi viene un'idea che non le piacerà affatto. Nella frazione di qualche secondo mi libero del pantalone calandolo fin sotto il sedere e afferro il vestito da entrambi i lati dello spacco e in un gesto secco glielo strappo fino alla parte superiore della sua coscia. Dal suo sguardo deduco che voglia uccidermi, ma non le do il tempo neanche di pensarci, me la carico sulle gambe, le sposto le mutandine e in un attimo sono dentro di lei facendo scomparire  dal suo viso ogni sorta di fastidio per lasciare spazio al piacere puro. Non voglio nient'altro, se non stare qui dentro di lei, in questa stradina isolata a bearmi del suo calore, dei suoi gemiti, del suo piacere che le monta dentro sempre di più e a vivere nella speranza che tutto andrà bene e che lei sarà mia sempre, come in questo momento.

È presto, il sole è sorto da poco e nonostante le ore di sonno siano state poche per merito delle nostre acrobazie notturne, io sono in piedi e pronto per tornare in quella villa che tanto odio, pronto per annunciare la mia decisione. Mi incanto a guardarla dormire nel mio letto, il nero dei suoi capelli sparsi per tutto il letto contrastano con le lenzuola bianche dalle quali il suo corpo è avvolto, le sue labbra così rosee senza alcun trucco mi incantano e faccio veramente tanta fatica a distogliere lo sguardo da lei, mi impongo di farlo e di andare via. Mi alzo dal letto sul quale ero seduto e mi avvio verso la porta...

«Non avrai mica intenzione di andare via senza salutarmi»

Mi volto nella sua direzione e la trovo seduta al letto con una mano avvolta al petto mentre tiene su il lenzuolo per coprirsi e l'altra intenta a stropicciarsi gli occhi...

«Sarei tornato presto e probabilmente ti avrei trovata ancora a dormire»

«Beh come vedi sono già sveglia... i tuoi piani hanno fallito Mr Ghiaccioman»

«Non ho ancora capito perché mi chiami così»

Innocentemente alza un sopracciglio e mi sorride...

«Forse è meglio che tu non lo sappia»

Le sorrido di rimando e comincio ad avvicinarmi al letto...

«Forse... ma io lo scoprirò piccola strega»

Una volta arrivatole vicino mi piego alla sua altezza e le lascio un bacio casto sulle labbra allargando ancora di più il suo ed il mio sorriso...

«Quando fai così, il Ghiaccioman che è in te va a farsi benedire ad esempio... vai da tuo padre vero?»

Ritorno serio e lei si accorge immediatamente del mio cambio d'umore...

«Si, mi ha scritto di vederci presto questa mattina. Ma tornerò presto tranquilla»

Abbassa la testa e comincia a guardarsi e a intrecciarsi le mani in maniera insistente...

«Deve essere un incontro importante... almeno così mi è sembrato ieri»

Le afferro una mano e la porto al mio petto, vicino al cuore...

«Lo è... ma sappi che qualsiasi cosa io decida di fare oggi, lo sto facendo per te... per noi»

Dopo un leggero sorriso, annuisce e con l'altra mano mi afferra il collo e attira la mia testa verso la sua per poi lasciare un bacio veloce sulle mie labbra...

«Avanti vai, prima arrivi, prima torni»

Scuoto la testa divertito e mi avvio verso l'uscita, pronto a concretizzare il mio futuro.

Arrivo alla residenza della mia famiglia in perfetto orario. Suono e stranamente non vengo accolto da mia madre, ma da una delle loro cameriere che mi invita a raggiungere l'ufficio di mio padre dove già mi aspettano. Effettivamente una volta raggiunto trovo la porta aperta, così entro e mi chiudo la porta alle spalle, al suo interno trovo mio padre dietro la scrivania, Carl in piedi al suo fianco con una mano sulla sua spalla e Michele seduto alla poltrona posta sulla destra della stanza...

«Ben arrivato figliolo»

«Si ciao, ora però arriviamo al sodo, al vero motivo per il quale io sono qui oggi»

Carl fa il giro e si mette comodo ad una delle due sedie poste di fronte la scrivania e mi invita con un gesto ad accomodarmi a quella al suo fianco e così faccio, più sono accondiscendente, prima finirà questo teatro. Passo davanti a Michele regalandogli un altro dei miei sguardi più fulminanti e mi siedo riluttante alla sedia...

«Bene cominciamo... cosa hai deciso?»

«Vedo che anche tu vai subito al sodo papà»

«Me l'hai insegnato tu Nathan... vogliamo una risposta»

Con la coda dell'occhio vedo Carl annuire e il clima in questa stanza comincia a diventare insostenibile...

«Avevo preparato un discorso emozionante, ma se proprio volete che io sia diretto non c'è problema»

«Nathan ora sei diventato anche sarcastico? Avanti sii serio»

Questa volta è stato Carl a parlare, quest'uomo è più petulante della figlia...

«Bene... la mia risposta è no... non farò parte di tutto questo... ho altri progetti»

Mio padre colto di sorpresa da queste mie parole si alza di scatto dalla sedia e sbatte i pugni sul tavolo più nervoso che mai...

«COSA CAZZO DICI?»

«Quello che hai sentito papà, io me ne tiro fuori»

«TI RENDI CONTO DI QUELLO CHE MI STAI FACENDO? SEI SOLO UN INGRATO, DOPO TUTTO QUELLO CHE HO FATTO PER TE»

Questo non doveva dirlo, lui non ha fatto nulla per me, se non riempirmi la vita di problemi e ora vuole fare la parte del padre modello? Non ha capito niente. Mi alzo anche io con tutta la furia che ho in corpo e mi metto nella sua stessa posizione, palmi aperti sulla scrivania, schiena leggermente incurvata e testa rivolta verso di lui, ci separano pochi centimetri...

«TU NON DOVRESTI NEANCHE ESSERE CHIAMATO PADRE, HAI FATTO DELLE COSE ORRENDE E HAI PROVATO A FARLE FARE A ME, QUALE BUON PADRE USEREBBE IL PROPRIO FIGLIO PER I SUOI LOSCHI AFFARI? QUALE?»

Gli afferro l'orlo della giacca e lo attiro verso di me in malo modo e sono sicuro che se non fosse stato per la mano di Carl sulla mia spalla, gli avrei spaccato la faccia. Lo lascio andare e lui cerca di sistemarsi nel modo migliore che può per poi riprendere il discorso apparentemente più tranquillo, ma con qualcosa negli occhi che se possibile lo rende ancora più cattivo...

«È per colpa sua vero? È lei che ti sta cambiando non è così?»

Stringo i denti e cerco di mantenere il controllo, ma ogni secondo che passa diventa sempre più difficile...

«Lasciala fuori, Lara non c'entra niente»

«Lara? Vorrai dire Clarissa Greco forse...»

In un attimo sento mancarmi il terreno sotto i piedi, loro sanno...

«Eh si... proprio così abbiamo scoperto il vostro segreto»

Stringo in maniera anomala i pugni e faccio un passo indietro...

«Tu stai delirando»

«Sai meglio di me che non è così, dovevo capirlo dal primo momento... è uguale a sua madre... identica direi, ma non potevo crederci, lei era morta, tutta la sua famiglia lo era, tranne suo padre, quel bastardo lo immaginavamo in carcere solo e senza più nulla per cui vivere. Se non fosse stato per Michele, non avremmo mai saputo la verità»

Non posso crederci, ogni mio tentativo di proteggerla sta andando letteralmente al diavolo...

«Non vi azzardate a toccarla, altrimenti...»

Carl restato in silenzio quasi per tutta la conversazione si alza e si volta nella mia direzione più tranquillo che mai...

«Altrimenti niente Nathan, i fatti sono questi, prendi queste mie parole come un avviso o una minaccia, insomma come meglio credi: o tu entri in tutto questo e prendi il posto che ti spetta o riveleremo la sua identità agli estremi vertici della famiglia e sai bene come andrà a finire, non ci sarebbe Santo in paradiso che riuscirebbe a salvarla»

Vorrei spaccare tutto, vorrei picchiare tutti i presenti in questa stanza come se fossero bambocci, ma infondo forse lo sono, sono tutti bambocci e sottomessi ad un'organizzazione superiore. Questo è un inferno ed io ora sono costretto a farne parte.
La proteggerò da tutto e tutti, ma se tra quei "tutti" ora ci sono anche io? Come potrò proteggerla da me stesso?

«Potrete anche avere me, ma non avrete mai lei»

Gli do le spalle e mi allontano, ma non lascio la stanza prima di aver affondato un gancio destro in pieno viso a Michele, lasciandolo a contorcersi come il verme che è, su quella poltrona.
Il problema é che comunque, nonostante questa piccola soddisfazione, quello ad essere fottuto rimango io  e difficilmente riuscito ad uscirne questa volta.

ANGOLO AUTRICE:
03/04/2018
Non ammazzatemi, lo so che mi avete odiata in questi giorni, ma sono stata davvero tanto impegnata, ho fatto anche la promessa di matrimonio, sto diventando una signora abbiate pietà😂🙈. Non funziona eh? Vabbè spero che con questo capitolo lunghissimo in qualche modo mi sia fatta perdonare🙈🙈🙈. A proposito cosa ne pensate? Quanti di voi avevano capito che Michele avrebbe procurato guai seri ai nostri protagonisti? (A proposito urge una ship, sono stati proposti questi abbinamenti: da Niki_Rose è uscito "Lathan", da me "Larhan e Nathara" voi cosa ne pensate? Ovviamente se avete altre idee sparate pure).
Questa settimana volevo ringraziarvi per le 45.100 visualizzazioni e le 4510 stelline, nonostante sia mancata per un po' il vostro affetto non mi ha abbandonata e ve ne sono doppiamente grata.
Per il prossimo capitolo preparatevi a qualcosa di diverso, vi do solo un indizio: torneremo indietro nel tempo per capirci meglio qualcosa...
Vi saluto e vi do un bacino, poi un bacetto e infine un bacione😘😘😘. DADDA VOSTRA VI AMAAAA ♥️♥️♥️

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