39.LUI COSA CI FA QUI?

LARA POV

Corri corri corri, fuggi fuggi fuggi... queste sono le parole che mi sto ripetendo da cinque minuti circa, almeno da quando sono uscita di nascosto dal negozio dopo aver visto il mio fidanzato parlare con la carota, no non sono pazza, lui stava parlando davvero con una carota, una delle carote più marce e brutte che esistano, ok, forse brutta non è il caso di dirlo, ma marcia, isterica e ortaggio di poco valore sì... posso anche urlarlo al mondo.
Non riesco a capire però il motivo per il quale io la stia insultando ora qui, dopo aver lasciato Nathan in quel negozio, invece di andarle a strappare i capelli sul momentino.
Cerco di non pensare a quanto Nathan sia arrabbiato in questo momento, sempre che lo sia, può anche darsi che stia ancora parlando con lei... se così fosse sarei io quella ad arrabbiarsi, più di quanto già non lo sia .
Non mi ero accorta di star gesticolando come una pazza, almeno finché un bambino non ha tirato la giacca della sua mamma per richiedere la sua attenzione e indicarmi quasi spaventato, ho provato a sorridergli dolcemente, ma probabilmente il mio stato d'animo anziché farmi uscire un sorriso, mi ha fatto venir fuori una smorfia orrenda e il bambino è scoppiato a piangere.
Ed io che credevo di piacere ai bambini.
Continuo a camminare a passo svelto per raggiungere la stramaledettissima fermata della metropolitana che ovviamente non riesco a trovare quando all'improvviso una presa stretta sul mio polso mi fa bloccare sul posto. Non c'è bisogno di guardarlo per capire chi sia...

«Dove accidenti credi di andare?»

La voce non promette nulla di buono, ma c'era da aspettarselo, non oso immaginare il suo viso in questo momento, probabilmente avrà gli occhi stretti a due fessure come anche i pugni, tanto da sbiancarsi le nocche e la mascella così serrata da indurire ancora di più i suoi lineamenti. Proprio perché lo so, non mi giro, perderei tutto il coraggio che ho guardandolo...

«Dove accidenti mi pare, mollami»

Cerco di scuotere il braccio senza risultati...

«Si può sapere cosa diavolo ti è preso?»

Mi sta prendendo in giro? Non riesce a fare 2 + 2? Sa quanto io odi quella donna, ma nonostante questo si è messo parlare con lei quasi dimenticandosi della mia presenza. Io lo uccido.
Mi volto di scatto nella sua direzione e l'istinto mi dice di spintonarlo... lo faccio ma fallisco miseramente, dato che per la sua postura rigida non si è spostato neanche di un millimetro...

«Dici sul serio Nathan?»

I suoi lineamenti si distendono di poco, probabilmente è arrivato a capire il motivo della mia ira nei suoi confronti...

«Sarah... vero?»

«Sarah...vero?»

Scimmiotto le sue parole con un tono di voce buffissimo e vedo aleggiare sul suo viso l'ombra di un sorriso che fa sparire immediatamente resosi conto del mio sguardo agghiacciante...

«Lara non è successo nulla... sai com'è quella ragazza, mi si è incollata addosso e non sapevo come liberarmene»

«A noi invece sembrava che non ti desse così fastidio starle vicino, eravate così impegnati a parlare che non ti sei neanche reso conto che ero sparita e ne tantomeno che Margaret ha preso la mi roba dal camerino»

«Lara... mi sono distratto solo un attimo»

«Si... e con la persona più... più... più stronza della faccia della terra»

Resami conto della parolaccia mi tappo immediatamente la bocca sconvolta... non sono solita a lasciarmi andare a queste affermazioni e Nathan essendone consapevole mi scoppia a ridere in faccia...

«No, non è carino... non dovrei ridere, ma sei così ingenua da non crederci»

Se possibile inacidisco lo sguardo ancora di più e questa volta si sforza per tornare serio...

«TU...»

Lo indico e non aspettandoselo fa una smorfia strana prima di guardarmi negli occhi...

«Tu... non ridi mai, ogni volta per farti uscire un mezzo sorriso devo sacrificare una capra ad Apollo e invece ora ti prendi gioco di me, ridendomi in faccia? Non ho parole, me ne vado»

Gli do le spalle e comincio a camminare a passo spedito e stranamente non vengo fermata subito. Continuo a camminare stranita da questo suo atteggiamento e distratta dai miei pensieri finisco in una stradina mai vista prima e non so neanche come ci sono arrivata ... mi giro intorno e non vedo nulla di famigliare... porca cacca mi sono persa.
Indecisa sul da farsi continuo a camminare titubante finché all'improvviso non mi sento sollevare dal pavimento e trascinare in un vicolo cieco, lancio un urlo di paura ed il mio aggressore mi spinge contro la il muro della palazzina. Sono di spalle a lui che mi tiene con una mano la testa salda alla superficie rigida mentre l'altra sul mio ventre.

«LASCIAMI TI PREGO»

Urlo con tutto il fiato che ho in corpo, ma il tizio non vuole saperne e intensifica ancora di più la stretta sul mio corpo...

«TI PREGO, LASCIAMI»

Ancora non risponde, ma fa risalire la mano che poco prima aveva sul mio ventre fino a sotto il mio seno. Cerco di darmi una controllata e respiro profondament... se urlare non serve, cambierò tattica...

«Senti, non è successo nulla, io non ti ho visto in faccia, vai via e giuro che lascerò correre, ti prego»

La mia richiesta fa un buco nell'acqua, dato che il tipo anziché darmi retta fa scivolare la mano ancora più su, questa volta raggiungendo il mio seno destro, in un attimo perdo completamente la pazienza e non ci vedo più dalla rabbia...

«Senti razza di energumeno, lasciami andare immediatamente, il mio fidanzato è grande grosso, ma soprattutto picchia forte e non vorrei che per questa tua bravata ti spaccasse quella sottospecie di cosa che ti porti sulle spalle e che tu chiami testa»

Forse ho esagerato, adesso mi ammazza me lo sento, il coraggio è tutta una maschera, le mie gambe stanno tremando da morire e ho seriamente paura di quello che potrebbe succedere...

«Mi meraviglio di come tu ancora non riconosca il mio tocco...»

Spalanco gli occhi sconvolta...

«... e come tu non percepisca il mio calore»

Allenta la presa dalla mia testa e dal mio seno ed io lentamente mi giro nella sua direzione...

«NON POSSO CREDERCI... NATHAN SEI UN... UN DEFICENTE... oddio... io devo...»

Il cuore comincia a pulsarmi in maniera incredibile e non mi sento per niente bene...

«... devo... oddio mi sento male»

Nathan preoccupato mi afferra dalla vita e con una mano mi afferra il mento tra l'indice e il pollice...

«Lara cosa ti senti? Cazzo parla»

Sento le gambe gelatinose, il cuore non smette di andare a mille e sento la fronte matida di sudore freddo, ed ecco che la mia fobia comincia a presentarsi in tutti i suoi sintomi... sto per vomitare e io ho il terrore di farlo...

«Io... io sto per...»

Mi stacco dal muro e corro fino al bidone della spazzatura infondo al vicolo piegandomi in due. L'odore nauseabondo della spazzatura aumenta il mio disturbo e in un attimo sento il panico prendere possesso di me per poi lasciarmi andare, rigetto tutta la colazione di questa mattina mentre Nathan mi aiuta tenendomi su i capelli...

«Porca puttana Lara, stai tranquilla, cerca di calmarti»

Facile a dirsi, prima mi fa venire un colpo così forte da rivoltarmi lo stomaco e poi mi dice di stare calma, quando lui stesso sta perdendo tutto il self control di cui era provvisto...

«Lara ti porto in ospedale avanti»

Dopo aver rigettato anche l'anima, mi sollevo e non so con quale forza cerco di riprendere il controllo di me stessa, interrompo il contatto fisico con lui e afferro la borsetta per prendere un fazzoletto, con il quale poi mi pulisco le labbra. Aspetto qualche attimo per riprendermi e poi parto in quarta...

«Vedi di calmarti, sto bene, mi hai solo terrorizzata a morte perché sei un brutto cretino che fa scherzi del cavolo, adesso portami a casa»

«Eri bianca come un lenzuolo e tremavi, ho avuto paura anche io »

«Tu paura? Fammi il piacere... tu sei bravo a mettere paura Nathan ed io ho la fobia di vomitare... ora ti prego portami a casa, ho bisogno di riposare»

«Sicura di riuscire a camminare?»

«Sicura, andiamo»

Lo sorpasso e comincio a camminare a testa alta...

«Stai andando nella direzione sbagliata»

Mi fermo di colpo e aspetto che mi raggiunta prima di girarmi nella sua direzione...

«Allora magari cammina, così ti seguo e finalmente riusciremo ad andarcene da questo maledettissimo posto»

Aggancia la sua mano alla mia e comincia a camminare ed io non ho la forza fisica neanche di toglierli la mano, anche se lo meriterebbe e non poco.

***********************

Sono passati due giorni dal mio malore, due giorni nei quali ho cercato di evitare Nathan invano, dato che il tipo ha un'alleata speciale che vive nella mia casa, per cui tutti inutili i tentativi di tenerlo fuori o uscire senza farmi beccare, tanto nel giro di poco me lo ritrovavo ovunque. Mi sento quasi tradita da Nina, ma volerle così bene fa passare tutto in secondo piano.
Ho chiesto spiegazioni a Nathan in merito a cosa volesse Sarah quel giorno e mi ha semplicemente detto che lo informava che questa sera ci sarebbe stata anche lei con la sua famiglia, ma il tono in cui me lo diceva emanava ghiaccio puro, come se fosse infastidito e preoccupato per questo. Giuro che se mi sta nascondendo qualcosa faccio un casino inaudito. 

A proposito, oggi è la vigilia di capodanno ed io non mi sento per nulla dell'umore giusto. L'unica cosa positiva sarebbe stata la presenza di Nina oggi, che era stata invitata insieme a Mark ma ha dovuto declinare l'invito poiché i genitori hanno insistito per conoscere il ragazzo della loro bambina... almeno queste sono le parole che loro  hanno pronunciato a detta di Nina.

Anche ora mentre mi acconcia i capelli, mi sento triste e inquieta, probabilmente per il fatto che questa sera sarò sola contro una massa di snob, esclusa la mamma di Nathan ovviamente, lei l'adoro...

«Lara potresti fare un sorriso, anche per sbaglio eh»

Mi risveglio dal mare agitato dei miei pensieri e alzo lo sguardo verso lo specchio del mio armadio, scontrandomi con lo sguardo comprensivo di Nina...

«Cosa scusa? Ero distratta»

«No... davvero? Sembravi così vigile e attenta... tesoro mi vuoi dire che ti prende?»

Che mi prende? Non lo so onestamente. Ho semplicemente poca voglia di andare a casa di Nathan. So che posso sembrare pazza dato che ho insistito io per andarci, ma da quando ho saputo che ci sarebbe stata quell'arpia, ho perso ogni sorta di interesse a partecipare a questa cena di fine anno...

«Non lo so, non ho voglia di andare, posso tirarmi indietro? Potrei inventarmi un altro malore magari»

Nina assottiglia lo sguardo e piega la testa di traverso per poi guardarmi in modo strano...

«Sei per caso impazzita? Dopo tutto il lavoro che ho fatto per truccarti e pettinarti?...»

Assottiglio a mia volta gli occhi, quasi sconvolta da questa sua mancanza di tatto, ma improvvisamente lei cambia espressione e mi sorride dolcemente...

«... tesoro ascoltami, Nathan ti ama, non farebbe mai nulla di male nei tuoi confronti, non devi temere quella scellerata, devi farlo per lui e per te, devi dimostrare di essere forte e di non avere paura di niente e nessuno. Tu sei forte e devi dimostrarlo»

Penso un attimo alle sue parole e arrivo alla conclusione che lei abbia ragione. Mi alzo di scatto dalla sedia e mi volto verso di lei...

«Hai ragione, sono forte, non ho paura di nessuno»

Nina non aspettandosi la mia reazione resta un po' interdetta, ma si riprende subito e posa le mani sui fianchi infastidita...

«Piccola megera, non devi avere paura di nessuno tranne che di me, soprattutto se non ti siedi immediatamente e non mi lasci finire la mia opera d'arte»

«Si signora, subito»

Mi risiedo velocemente sulla sedia e intravedo un sorriso soddisfatto sul viso della mia amica, fatto per cui ne scappa uno anche a me.
Dopo circa dieci minuti l'opera che lei definisce d'arte è pronta, mi ha legato i capelli in un semi raccolto liscio, i capelli scivolano lungo la mia schiena morbidi,  il viso è completamente scoperto , il che mette in evidenza il trucco semplice sugli occhi, mentre le labbra risaltano più del solito con questo rossetto rosso rubino. Ovviamente non mi dilungo sul dire che Nina è incredibilmente brava perché questo ormai è risaputo, ma comunque ogni volta mi lascia senza parole...

«Insomma, ti piace?»

Mi volto ancora nella sua direzione e la stringo a me in un forte abbraccio...

«Secondo te? Sei la migliore Nina»

«Grazie tesoro lo so, ora mollami che mi stai strozzando e corri a vestirti che è tardi ed io devo ancora truccarmi, avanti fragola»

Mi scollo da lei ridendo e mi avvio verso l'altro armadio dove prima ho appeso il mio bellissimo abito. Lo tiro giù e lo infilo velocemente. Grazie al cielo la cerniera è laterale per cui non devo rompere ancora a Nina per farmi aiutare. Sento il citofono e prima che possa raggiungerlo, la pazza della mia amica esce sparata in mutande e reggiseno e apre sia il portone che la porta prima di correre di nuovo verso la sua stanza.
Cosa diavolo è appena successo? Resto di sasso sul posto e la seguo con lo sguardo a bocca aperta finché non sparisce dal corridoio. Non riesco a stare dietro a quella montagna di vitalità.
Sono ancora voltata verso il corridoio quando una voce mi fa trasalire...

«Sei stupenda»

Mi volto verso di lui e sorrido per il suo complimento per poi ammirare tutto il suo splendore. Indossa un semplice smoking nero ed i capelli sono pettinati all'indietro ordinati...

«Beh anche tu non sei niente male»

Si avvicina a me lentamente, fermandosi poi ad un passo da me...

«Niente male?»

Non può farmi quest'effetto maledizione, mi sento una cretina ogni volta che mi si avvicina e che mi guarda in questa maniera...

«Beh si. Insomma sei...sei... insomma lo sai che sei bellissimo, c'è bisogno che te lo dica io?»

Mi guarda intensamente...e che sguardo... che occhi, ancora non riesco a definire la tonalità del suo verde, forse perché ogni volta non riesco a tenerci lo sguardo fisso per più di dieci secondi o semplicemente perché non si può definire...

«Ogni cosa, detta da te, ha un altro sapore»

Si piega verso il mio viso e scatta l'allarme nel mio petto, sta per baciarmi e non so per quale genere di motivo mi scanso all'ultimo secondo e gli lascio un bacio sul collo, lasciandogli così  la stampa del rossetto...

«Nathan è tardi andiamo»

Si allontana di un passo e mi guarda malizioso...

«Non me l'aspettavo... ma  va bene, mi sei piaciuta»

Non immagini quanto piace a me vederti con l'impronta del mio rossetto sul collo e mi piace ancora di più il fatto che non ti dirò nulla e ti farò andare in giro così. Versione Lara diabolica attiva.
Senza rispondergli prendo la giacca e la pochette e mi avvio verso l'uscita seguita subito dopo da lui.

Arriviamo fuori la residenza Silver e devo ammettere di essere rimasta completamente ipnotizzata dalle luci e dalle decorazioni che contornano l'abitazione... è tutto così perfetto da risultare surreale. Mi sembra di essere in uno di quei film di Natale dove la gente si diverte ad addobbare le proprie abitazioni in maniera spropositata ma spettacolare.
Ci sono già quattro, cinque auto parcheggiate fuori la villa, segno che molti degli ospiti sono arrivati e mi sale l'ansia di essere arrivata in ritardo. Esco dall'auto e Sento Nathan sbuffare prima di raggiungermi e legare il mio braccio al suo...

«Non riuscirò mai ad aprirti lo sportello come prevede la buona educazione vero?»

«Avanti Nathan, siamo in ritardo e sono quasi sicura che tu qualche volta l'abbia fatto»

«Se lo dici tu»

Mi sento agitata e per niente a mio agio, ma devo ammettere che la vicinanza e il sostegno fisico di Nathan mi danno una buona dose di coraggio per affrontare questa serata.
Una volta arrivati all'ingresso veniamo accolti da un tizio in divisa che ci saluta cordialmente invitandoci a lasciare giacca e borsetta alla ragazza che si trova fuori la porta di quello che dovrebbe essere il guardaroba e così facciamo. Ci addentriamo in casa e raggiungiamo il salone dove una Katy tutta sorridente ci accoglie e mi stringe in un forte abbraccio...

«Tesoro sei un incanto, come stai?»

«Signora Silver, grazie... anche lei è bellissima»

Si stacca da me e mi guarda con il naso arricciato...

«Lara io mi chiamo Katy, ne abbiamo già parlato, non darmi del lei ti prego...»

Poi si avvicina al mio orecchio e comincia a sussurrarmi qualcosa...

«... non sono come mio marito»

Si allontana ancora una volta ed il sorriso che contorna il su viso mi ricorda tanto quello del figlio, il che fa sorridere anche me...

«D'accordo Katy, comunque scusaci per il ritardo»

«Oh non c'è problema, ora però muoviamoci, sono tutti a tavola che ci aspettano»

Ecco appunto, un motivo valido per farmi odiare ancora di più da questi tizi di alto borgo e soprattutto dal padre di Nathan.
Appena varchiamo l'arco della sala da pranzo si diffonde un silenzio inquietante, sento lo sguardo di tutti puntato su di me, ma non riesco a guardare nessuno per l'imbarazzo, almeno finché la voce del padre di Nathan mi fa alzare lo sguardo di colpo...

«Oh ragazzi finalmente, alla buon'ora, pensavamo che non sareste più venuti»

Nathan si irrigidisce e so per certo che il modo di porsi del padre non gli è piaciuto, per cui non so con quale coraggio decido di intervenire...

«Signor Silver ci scusi... è stata colpa mia»

Mi avvicino e gli porgo la mano in gesto di saluto e lui dopo avermi guardata intensamente, l'afferra e se la porta alle labbra...

«Perdonati... avanti accomodatevi pure»

Il modo in cui mi ha guardata non mi piace affatto, ogni volta che mi vede pare voglia leggermi dentro. Ci voltiamo nella direzione del tavolo e sfortunatamente la prima persona che incontrano i miei occhi è Sarah con il suo sorriso fastidioso e sfortuna nelle sfortune gli ultimi due posti liberi sono di fianco a lei.
Ci avviciniamo è proprio mentre sto per accomodarmi vicino a lei mi anticipa con la sua voce stridula...

« Nathan questo è il tuo posto, guarda è scritto qui»

Indica il segnaposto dove effettivamente c'è scritto il suo nome, mi gioco la casa che l'abbia spostato lei. Cretina, una grandissima cretina. Per evitare di far scenate e prima che Nathan possa rispondere mi siedo sull'altra sedia e lui fa lo stesso sbuffando...

«Stai tranquilla»

Lo dice a bassa voce tenendo lo sguardo fisso in avanti, ma sono sicura che questo sia il suo modo per dirmi di non preoccuparmi, ma con la cosa dell'occhio vedo la rossa alzare un dito in direzione del collo di Nathan e mi sale il sangue alla testa, almeno finché non la sento pronunciare a bassa voce e nervosa quattro  parole...

«Sei sporco di rossetto»

Inutile dire che il sorriso che faccio è così grande da illuminare la stanza. Povera piccola ci è rimasta male... sto godendo. Nathan confuso la guarda e lei indica il suo collo ancora più acida se possibile e Nathan si volta verso di me beccandomi in fragrante nel mio momento di gloria...

«Lascia che ti pulisca»

Alza la mano con il fazzoletto ma Nathan la blocca e la riporta sul tavolo...

«Lascialo li»

Ok, sono sull'orlo di un esplosione imminente di gioia. Lo sguardo infastidito di Sarah saetta nel mio ed io più intrepida che mai le faccio l'occhiolino.

«Vi do il benvenuto a questa cena di fine anno, gentilmente organizzata dalla mia splendida moglie, quest'anno per non so quale miracolo, abbiamo anche l'onore di avere tra noi mio figlio e una sua amica»

Katy dopo il sorriso per il complimento iniziale nei suoi confronti, guarda male il marito ed interviene...

«Tesoro lei non è una sua amica, lei è la sua fidanzata»

Imbarazzo a parte, sono contenta che l'abbia fatto notare, io adoro questa donna...

«Fidanzata? La reputerò tale quando vedrò un anello al suo anulare»

Il cuore mi arriva in gola per la freddezza con cui ha pronunciato queste parole, ma come se non fosse successo nulla, ride facendola passare per una battuta e gli ospiti lo accompagnano facendo sì che finalmente io cominci ad osservare i loro volti che finora un po' per timidezza e un po' per tenere d'occhio Sarah non avevo notato. C'è il padre di Sarah alla destra di Ben che invece è seduto a capotavola, poi ci sono altri uomini che non ho mai visto in vita mia, accompagnati dalle loro mogli credo e infine il mio sguardo si posa su un uomo dall'aspetto famigliare...l'ho già visto... lui è... si è Michele, il tizio che abbiamo incontrato fuori al cimitero in Italia, che ora mi fissa intensamente...cosa ci fa qui?

ANGOLO AUTRICE:
21/03/2018
Eccolaaaaaaaa, Dadda è tornata, vi sono mancata?
No Dadda non ci sei mancata per niente!
Smettila di farti domande e rispondere da sola.
E tu smetti di parlare di te in terza persona.
Ma lo stai facendo anche tu.😂😂😂😂
Ok basta con la follia... è colpa dello stress prematrimoniale bimbi. Comunque come vi è sembrato il capitolo?
A me è piaciuto molto scriverlo, spero davvero che vi sia piaciuto.
Allora, Lara in questo capitolo ha rincontrato il tizio del cimitero, cosa ci fa lì? Ditemi cosa pensate di tutto questo con tanti commentini e lasciatemi una stellina se vi fa piacere.
Vi ringrazio anche questa settimana per le 42.100 visualizzazioni e le 4310 stelline. Ieri la mia storia ha festeggiato i sei mesi ed i traguardi raggiunti insieme a voi mi riempiono il cuore di gioia.
Ripropongo l'invito a coloro che leggono la storia e non commentano di farmi sapere la loro opinione, mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate, se vi sta piacendo oppure no o se la statte leggendo tanto per. Avanti tenetemi contenta 😂😘♥️.
Dopo questi attimi di profonda follia, vi saluto e vi do appuntamento al prossimo aggiornamento.
Bacini, bacetti e bacioni da Dadda vostra 😘♥️😍😘♥️😍

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