3.IL PECCATO MI TENTò

LARA POV

Per la prima volta da molto tempo, passo una notte tranquilla senza intoppi neanche nei sogni, sto così bene nel mio letto che il solo pensiero di alzarmi mi provoca non poca angoscia, ma non faccio in tempo a formulare il pensiero che proprio quando sono sul punto di riaddormentarmi, sento la fastidiosissima musica del mio cellulare. Provo ad ignorarlo ma purtroppo mi è impossibile, così esco riluttante dalle coperte e prendo il cellulare dal comodino e la prima cosa che noto è da dove arriva la chiamata e per un attimo resto pietrifica nel constatare che mi chiamano dall'Italia. Mille pensieri mi passano per la mente e quasi mi costringo a rispondere prima che il telefono finisca di squillare. «Pronto?» rispondo insicura e con un filo di voce, mi spaventa davvero conoscere il mittente di questa chiamata.

«Buongiorno, parlo con la signorina Ferrari?»

Il mio cuore prende un ritmo insostenibile ogni secondo che passa. «Si, sono io, con chi parlo?

«Sono l'avvocato Rossi, chiamo dal Carcere dell'Ucciardone di Palermo»

Improvvisamente sento il pavimento mancarmi sotto i piedi, sono completamente terrorizzata da cosa questa telefonata potrebbe comunicarmi. «È successo qualcosa di grave? Sta bene?»

Dopo un iniziale silenzio, l'avvocato riprende parola facendomi rimanere sull'orlo del baratro. «Si signorina, sta bene vorrebbe solo parlarle, sa...»

«Non voglio saperne nulla, non dovete contattarmi a meno che non ci sia qualcosa di grave, vi ho avvertito mille volte, non chiamatemi mai più» Lo interrompo senza dargli il tempo di continuare e chiudo il telefono sbattendolo poi sul letto.

In questo momento l'ira pare voglia prendere pieno possesso del mio corpo, vorrei lanciare tutto in aria, ma prima che possa fare la rivoluzione in questa casa, penso che sia meglio scaricare i nervi in altro modo, per cui dopo una breve rinfrescata infilo la prima tuta che trovo e le mie scarpe da ginnastica kayano22 gialle, prendo le cuffie e corro fuori casa, con la speranza di riuscire ad alleviare questo peso che mi opprime il petto.

Accendo la musica all'iphone, infilo le cuffie  e comincio a correre per le strade di Londra, corro, corro, corro finché sento il fiato mancarmi e penso a quanto la mia vita sia complicata, a quanto i problemi mi rincorrono anche a migliaia di chilometri di distanza, ma impongo a me stessa di non rivangare il passato, anche se fa ancora così male da spezzarmi il cuore.

Dopo circa un'ora rientro a casa e di Nina neanche l'ombra, avrà sicuramente da fare la spesa, questa settimana era il suo turno, così ne approfitto per farmi un bel bagno rilassante, anche se il colmo è che cerco relax ovunque ma non lo trovo neanche a pagarlo. Finito il bagno, mi osservo allo specchio e la prima cosa che mi viene da pensare è che i miei capelli sono troppo lunghi, arrivano fin sotto il sedere, vorrei tagliarli, ma non posso, questi capelli sono importanti per me, mi ricordano lei ed è l'ultima cosa che mi è rimasta.
Nina ha ragione, sono una ragazza ingenua con il corpo peccaminoso, per questo evito sempre di mettermi in evidenza, mascherandomi con vestiti comodi, tranne a lavoro, li una lastra sicuramente metterebbe in mostra meno roba.
Oggi è la nostra serata libera e stranamente ho una dannata voglia di uscire. Decido di chiamare Nina, che lascia squillare il telefono per un bel po', ma proprio quando, stanca, stavo per metterlo giù, la su voce mi fa riavvicinare il telefono all'orecchio.

«LARA, scusami avevo le buste in mano e non potevo rispondere, ho fatto la spesa, tra dieci minuti sono lì, il tempo di arrivare con l'autobus»

«Stai tranquilla tesoro, volevo solo chiederti una cosa per stasera, so che ti sembrerà strano, ma ho davvero tanta voglia di uscire»

«Oh mio Dio, non posso crederci, hai sbattuto la testa? Ti sei fatta male? Hai usato qualche sostanza stupefacente?»

Giustamente adesso mancava anche il fatto che mi drogassi.

«Nina, calmati niente di tutto quello che hai detto, ho semplicemente voglia di divertirmi un po' e distogliere i pensieri dal caos che ho in testa» le dico con tranquillità.

«Ripeto questo è un miracolo, segnerò questo giorno sul calendario come festa nazionale.»

Da una parte ha ragione, non sono molto propensa per le uscite, ma c'è bisogno di fare questo teatrino ogni volta che mi decido?

Il problema è che nonostante tutto, non riesco a trattenermi dal ridere. «Tu mi farai morire dalle troppe risate un giorno» le dico con le lacrime agli occhi e sentendomi il fiato mancare. Lei è l'unica che con i suoi modi e la sua simpatia riesce a farmi passare ogni pensiero negativo dalla testa.

«Ok Lara tra poco sarò lì e preparati, stasera ti concio per le feste»

Cosa? Non devo permetterle di mettermi le mani addosso, ne va del mio onore.

«No, Nina non pensare minimamente di...» Duu...duu...duu...

Il suono fastidiosissimo della chiamata interrotta, mi fa capire che questa sera non potrò far nulla per impedire a quella folle della mia amica, di combinare ogni sorta di cosa a suo piacimento sul mio viso e sul mio corpo.
Dopo circa dieci minuti, quando ancora ero intenta a pensare a quella chiamata, la sento entrare e dopo poco mi raggiunge parlando così veloce da non farmi i capire nulla...

«Nina calmati non ho capito nulla»

Con l'affanno e ancora le borse della spesa in mano, cerca di riprendere fiato. «Ok rallento, ho bisogno di un polmone nuovo, sono salita a piedi. Comunque dicevo: visto che hai già lavato i capelli lascia che ti metta i bigodini larghi perché altrimenti con la tua lunghezza se li facciamo direttamente stasera, non regge nulla.»

«Ah ok, ti giuro pensavo avessi detto molto altro.»

Nina improvvisamente lascia cadere le borse della spesa per terra e incurva le sopracciglia per poi regalarmi uno dei suoi sguardi più raccapriccianti. «Sei spiritosa Lara, vediamo chi sarà l'ultima a ridere questa sera»

Mi ha lanciato una sfida, il suo sguardo non promette davvero niente di buono, penso che l'aspetto angelico di Nina sia solo una facciata, sotto quel visino dolce si nasconde una personalità esuberante.

Dopo esattamente venticinque minuti passati a mettermi i bigodini, Nina decide di preparare una cosa leggera per pranzo, proprio in occasione della nostra serata, opta quindi per una bella insalata mista. Così pranziamo e chiacchieriamo per ore, dopodiché la mia cara, carissima amica ha dato il via alla mia tortura personale... ceretta, anche se a me pareva di non averne bisogno, sopracciglia, che a me pareva stessero bene, maschera idratante, smalto ai piedi e alle mani. Questo pomeriggio non mi sarei meravigliata se avessi trovato anche un massaggiatore coreano in camera.

Dopodiché siamo passate al trucco, ci ha impiegato circa trenta minuti a differenza dei due che utilizzo io solitamente e infine ai capelli... è stata li a tirare, cotonare ed acconciare per un tempo indefinito. Una volta finito il lato estetico mi trascina nella sua stanza per cercare un vestitino adatto per la serata, optando poi per un tubino corto nero con lavorazioni argentate sul corpetto, ai piedi un paio di décolleté nere, tutto contornato da accessori e pochette argentati.

Una volta terminata l'opera e dopo essermi sentita un burattino nelle sue mani, Nina mi spinge di fronte lo specchio facendomi rimanere con il fiato sospeso, sono io ma non completamente, la mia figura pare molto più slanciata, questo vestito mi fascia il corpo mettendomi in risalto il seno senza risultare volgare, il trucco fa sembrare i miei occhi due fari luminosi ed i capelli sono fenomenali, grosse e voluminose onde che cadono morbide sulle mie spalle, non avrei mai pensato di dirlo, ma Nina ha fatto un ottimo lavoro. Mi giro e la stringo tra le braccia. «Tesoro mi piace tantissimo, non credevo che fossi così brava, dico davvero»

Come se l'avessi colpita nel profondo, solleva le mani e le posa sui fianchi, piega la testa di lato per poi osservarmi con il suo solito sguardo poco rassicurante. «Amore mio, cosa credevi? Sono una ragazza in gamba, so fare molte cose ma qui devo ammettere che madre natura ha messo la sua mano, sei uno schianto» assume finalmente una postura naturale e mi sorride, cosa che spontaneamente viene naturale anche a me...

«Troppo, troppo buona, ma anche tu non sei da meno, fatti guardare» le prendo la mano e le faccio fare una giravolta. Non so come abbia fatto, ma nel frattempo che sistemava me, si preparava anche lei, non smetterà un solo istante di stupirmi. Nina ha deciso di indossare un tubino rosso semplice con delle décolleté nere e una pochette dello stesso colore, ha stirato i capelli e ha preferito un trucco leggero, forse anche per il poco tempo...

«Sei bellissima biondona»

«Oh tesoro lo so, ma ti ringrazio lo stesso»

Inutile combattere con la sua schiettezza, vincerà sempre lei. «Fai Modesta di nome?»

«No, Realista però è il mio secondo nome.»

Touchè. Cominciamo a riedere come due cretine finché Nina all'improvviso torna immediatamente seria facendomi venire un colpo.«OH CAVOLO, SONO GIÀ LE 21:30 DOBBIAMO MUOVERCI!»

Ok è pazza, devo solo abituarmici. «Ma cosa urli? Mi hai fatta spaventare a morte, devi finirla, un giorno mi verrà davvero un infarto»

Mi si avvicina con un sorrisetto malizioso e mi da due colpetti sulle spalle per poi avviarsi verso la porta. «Su su, andiamo poche storie»

Adesso sono anche io che faccio storie, Lara lascia perdere, tanto ha sempre ragione lei.
Dopo trenta minuti in taxi siamo fuori al "Kent", locale notturno dallo stile molto simile al Silver e una volta dentro, decidiamo come prima cosa di andare a bere qualcosa.
Arrivate al piano bar ordiniamo due mojito al cameriere in divisa completamente nera. Mi giro intorno e noto che qui le cameriere sono molto più composte, indossano tutte un pantalone aderente nero e una camicia dello stesso colore, probabilmente il proprietario qui è molto più serio del nostro.

«È la mia impressione o questa sera non passiamo inosservate?» mi viene spontaneo porle questa domanda, avendo notato tutte le occhiate ricevute al nostro arrivo.

«Lara mi è sembrato che prima a casa ti fossi guardata allo specchio, sei bellissima» mi dice quasi urlando per sovrastare la musica...

«Sarà anche vero, ma quel maschiaccio che sta al lato opposto del banco ha puntato te da quando siamo arrivate»

Nina, curiosa si volta nella direzione che le ho indicato, cercando di individuare il tizio. «Quale, quale?»

Sembra una bambina che cerca lo zucchero filato, la sua agitazione in questo momento mi fa ridere. «Stai calma, girati alla tua destra, infondo al banco, il tipo biondino non ti ha tolto gli occhi di dosso neanche un secondo.» Noto immediatamente che ha capito dal suo sguardo soddisfatto.

«Ah beh... allora vado a parlarci.» Fa per allontanarsi, ma improvvisamente, come se avesse dimenticato qualcosa, torna indietro «anzi ho cambiato idea, tu vieni con me come supporto e poi magari ha un amico, chissà.»

È completamente fuori di testa se crede davvero che l'accompagnerò.

«No no no, Nina lasciami subito andare»

«Inutile insistere guarda siamo già arrivate, MAGIA»

Effettivamente siamo davvero di fronte al biondino che ci guarda con una faccia abbastanza sorpresa e subito la mia spigliata amica prende parola mentre io abbasso la testa per l'imbarazzo. «Ciao, piacere io sono Nina» dice porgendoli la mano e lui senza farselo ripetere due volte gliela stringe. È davvero un bel ragazzo, bel colpo Nina.

«Piacere Nina, io sono Mark e lei è?»

E io cosa centro ora? Non te ne basta una?

«Piacere io sono Lara» gli stringo la mano e dopo ne approfitto per ordinare il secondo mojito, maledizione a me, di solito sono astemia, assaggio questi cocktail dolci, lasciandoli nel bicchiere la maggior parte delle volte, ma oggi non so cosa mi prende.

«Mark allora, la mia amica mi ha detto che non mi hai tolto un attimo gli occhi di dosso e sono venuta qui ad accertarmene» lo dice proprio mentre sto dando il primo sordo al mio ordine e non potendone fare a meno, mi va di traverso e inizio a tossire attirando l'attenzione dei tizi che mi sono intorno, barman compreso.

«Lara, stai bene?»

Dice picchiettandomi la schiena, ci metto qualche secondo per riprendermi e le lancio uno sguardo di fuoco. «Sto bene, anzi sto benissimo» dico a denti stretti e Nina vorrebbe ridere come una pazza, la conosco troppo bene, ma si trattiene per rispetto.

«Quindi Mark, è vero quello che mi ha detto Lara?»

E insiste... sono sicura che non uscirà viva da questa serata la bella bionda.

«Beh si, la tua amica ci ha visto giusto»

Eccone un altro schietto, come si dice? Dio li fa e poi li accoppia.

«Beh allora cosa aspetti? Offrimi da bere no?»

«Con piacere piccola, solo che sto aspettando un amico, cosa ne dite di accomodarci nel privè e magari passare una serata insieme?»

Nina digli di no, digli di no, digli di no.

«MA CERTO! È un'ottima idea, andiamo pure... vieni Lara su»

Ecco appunto...ho improvvisamente voglia di commettere un omicidio.

«Andate pure vi raggiungo subito, lasciare il mio nome alla sicurity, in modo tale che possa entrare senza problemi>>

Anche se voglia ne ho poca a dire la verità, ma questo meglio non dirglielo.

«Sarà meglio che tu venga Lara, sai benissimo che non mi farei scrupoli a trascinarti per tutto il locale»

«Oh tesoro non ne dubito, vado a prendere un po' d'aria nell'atrio e vi raggiungo»

«Stai attenta ok?»

Prima mi minaccia, poi si preoccupa per me... è incredibile.

«Si mammina»

Così dicendo scoppia a ridere come se avessi detto la cosa più divertente del mondo, credo proprio che l'alcool le stia cominciando a fare effetto.

Esco fuori dopo aver chiesto un bicchiere d'acqua al barman e respiro finalmente aria pulita, non sentire per un po' puzza d'alcool o di sudore, credo mi abbia fatto proprio bene.
Dopo una decina di minuti circa, decido di rientrare. Sento gli sguardi di alcuni uomini puntati sul mio sedere e alcuni sul seno, ma non ci faccio tanto caso anche perché sono una calamita per la sfortuna e non vorrei si creassero situazioni sconvenevoli. Mi avvicino al tendone del privé dove un bodyguard enorme, mi fissa spudoratamente facendomi un segno con la testa. Sicuramente sarà un modo alternativo per invitarmi a parlare, almeno credo. «Lara Ferrari, mi aspettano»

Il tizio grande e grosso mi scosta la tenda e cerca di farmi un sorriso gentile. «Prego signorina può entrare»

«Grazie mille»

Entro nel privè il più velocemente possibile e strabuzzo la vista per trovare il tavolo dove Nina e Mark mi stanno aspettando. Dopo qualche occhiata li adocchio e noto che di spalle con loro c'è già quello che dovrebbe essere l'amico di Mark. Mi avvicino cautamente e noto qualcosa di strano, la mia esuberante amica pare troppo tranquilla e tutto questo mi puzza. Quando sono ad un passo dal tavolo sbarra gli occhi e credo stia cercando di dirmi qualcosa, ma non capisco cosa, dai gesti pare stia avendo qualche specie di attacco schizofrenico, quando a certo punto mentre sto cercando di decifrare le movenze di Nina, l'uomo che mi da le spalle volta lo sguardo nella mia direzione e nel momento in cui i nostri occhi si scontrano una marea di brividi mi risalgono lungo la spina dorsale. «S...signor Silver?»

«Lara»

Resto completamente spiazzata non riesco neanche a muovermi, almeno finché il suo sguardo comincia a scorrere su tutto il mio corpo e questo mi spinge a muovermi di scatto per poi sedermi di fianco a Nina.

«Noto che già vi conoscete.» Mark evidentemente sorpreso, prende parola, forse per cercare di capirci qualcosa...

«Si Mark ci conosciamo, le conosco entrambe a dire la verità.» Nathan parla con Mark ma non distoglie lo sguardo un solo attimo da me.

Nina probabilmente resasi conto del mio imbarazzo prova ad autarmi uscendosene con la cosa più stupida della terra. «Che ne dite di andare a ballare?»

Io l'ammazzo, giuro che l'ammazzo, ma io dico, la situazione è già complicata di suo e lei ora pensa che ballandoci insieme mi sentirò meglio?
Mark che probabilmente deve essere fratello di Nina in quanto a furbizia si alza in piedi e le porge la mano. «Ottima idea, andiamo?»

«Certo che si.»

Gli risponde afferrandogli la mano ed io mi ritrovo a seguirli con lo sguardo a bocca aperta.
Dopo qualche minuto di completo imbarazzo la  voce del mio titolare mi rimbomba nelle orecchie. «Penso che potremmo andare anche noi, che ne dici?»

Aspetta adesso vuole ballare con me? E la sua professionalità dove l'ha nascosta?

«Beh, mi farebbe piacere ma non so se sia una cosa... giusta. Cioè devo dirle che tutto questo mi mette un po' in imbarazzo, lei è il mio capo, io sono la sua dipendente, cioè io lavoro per lei e se ci vedesse qualcuno che ci conosce io penso che...»

Un treno andrebbe meno veloce di me in questo momento... maledetto imbarazzo.

«Fermati, a volte dimentico come decolli quando vai in agitazione, per prima cosa, qui non sono il tuo capo, mi chiamo Nathan, seconda cosa andiamo solo a ballare e terzo penso dovresti smettere di bere per questa sera perché l'alcool ti rende più nervosa, ora possiamo andare?»

Resto a fissarlo per qualche secondo finché poi arrivo alla conclusione che sia arrivato il momento di darmi una svegliata, d'altronde l'ha detto lui che qui non è il mio capo, mi alzo di scatto faccio il giro del tavolo e gli offro la mano, lui senza convenevoli l'afferra e si alza. Non riuscirò mai ad abituarmi alla sua predominanza fisica, non sono una ragazza bassissima, ma con lui mi sento come tale.

Lui come se fosse la cosa più naturale del mondo, posa una mano sulla mia vita e mi accompagna verso la pista da ballo. La musica è un mix tra latino ed house ed io l'adoro, così presa dalla frenesia, o dall' alcool molto probabilmente, in un attimo mi ritrovo a dimenare i fianchi a ritmo di musica e Nathan se pur inizialmente titubante, dopo poco comincia ad accompagnare i miei movimenti.

Senza neanche rendermene conto mi ritrovo a dargli le spalle e lui senza pensarci troppo porta entrambe le mani sui miei fianchi. La sua presa, così salda, mi da il coraggio di osare un po' si più, inizio così a muovere il sedere in modo sexy, cosa sbagliatissima, dato che dopo qualche minuto qualcosa mi porta a pensare che qualcuno qui dietro si sia emozionato un po', in più in questa posizione sento il suo respiro sempre più affannoso sul collo. Ora mi violenta e sarà tutta colpa mia e della mia sfacciataggine.

«Lara non giocare con me»

Le sue parole, non so per quale motivo mi mandano in visibilio ed in un attimo mi volto verso la sua direzione e lego le mani al suo collo, incollandomi a lui completamente, per poi tirargli la testa verso il basso. «A me piace giocare con te»

Domani mi pentirò di tutto questo ne sono sicura. Sotto queste mie parole, sento le mani di Nathan farsi più salde appena sopra il mio sedere, mentre io, resami conto di quanto sia diventata sfacciata questa sera, rido in maniera forse un po' troppo esagerata e mi allontano di poco dal suo petto .«Devo andare un attimo ad incipriarmi il naso Nathan, torno subito.»

Un attimo, cosa ho appena detto? DEVO INCIPRIARMI IL NASO? Sono finita nel '700 o cosa? Comunque prima che possa ridere ancora di me stessa mi allontano, raccolgo la pochette dal tavolo e raggiungo il bagno. Una volta entrata mi fisso un po' allo specchio e noto che ho un aspetto orribile. Trucco semi sciolto, capelli spettinati, urgo di una sistemata immediata, così cerco di ravvivarmi i capelli con le mani, pulisco il trucco colato e cerco nella pochette il mio lucida labbra. Una volta trovato comincio ad applicarlo lentamente, quando senza capirci molto, mi ritrovo schiacciata contro il lavandino da una mano sul collo ed una sul ventre, mi spavento da morire, sono sull'orlo di una crisi isterica, almeno finché non incontro nello specchio quella palude verde così tenebrosa...

«Lara ti avevo detto di non giocare con me, stasera mi stai facendo impazzire.» Spinge il bacino verso il mio sedere e in quel momento sento chiaramente l'erezione premermi tra il sedere e la schiena... non dovrei essere felice di questa situazione, ma stranamente non mi dispiace affatto. Mi bacia il collo e questa volta sento che sto chiaramente perdendo il controllo di me stessa.

«Oh Nathan, io...io non posso» la mia voce non è per niente credibile, dico una cosa e il mio corpo ne comunica un'altra tradendomi miseramente...

«Certo che puoi... se lo vuoi puoi tutto.»

La sua mano comincia a salire lentamente fino a raggiungere quasi il mio seno, ma improvvisamente qualcuno esce da una delle toilette, facendoci così staccare uno dall'altro bruscamente. In una frazione di secondo Nathan è già fuori ed io, mi fisso ancora allo specchio sentendomi una perfetta cretina. Incontro lo sguardo della ragazza dispiaciuta per aver interrotto il momento e il mio viso se possibile diventa ancora più rosso.

Imbarazzata al massimo esco anche io come un fulmine e non trovandolo fuori, raggiungo Nina e le comunico di star andando via, tranquillizzandola che avrei preso un taxi e che non c'era assolutamente bisogno che venisse con me, lei se pur non totalmente convinta, ha ceduto con l'unica condizione di chiamarla una volta arrivata.

Dovevo correre via da quel posto, non potevo assolutamente incontrare lo sguardo di Nathan, stavo quasi per mandare all'aria tutto quello che avevo conservato parsimoniosamente finora con uno che mi ha lasciato lì, sola, ad affrontare l'imbarazzo senza neanche avere la gentilezza di aspettarmi.

Una volta uscita dal locale prendo il primo taxi che passa e mi dirigo verso casa.

Ancora non riesco a credere a quello che è successo, quell'uomo è riuscito a spingermi fin dove nessuno era riuscito a fare e io ho lasciato che lo facesse senza che mi opponessi minimamente.
Domani dovrò sicuramente fare i confronti con la realtà.


ANGOLO AUTRICE:
CAPITOLO REVISIONATO IN DATA: 03/09/2018
Ciao ragazzi, Lara ha ricevuto una chiamata dal carcere di Palermo, avete idea di chi possa essere il vero mittente di questa chiamata?
Poi, riuscirà Lara a guardare Nathan negli occhi dopo quello che è successo al KENT?
Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti. Attendo impaziente un vostro riscontro, inoltre se vi va ed il capitolo vi è piaciuto lasciatemi una stellina... bacioni a tutti da Dadda vostra❤️❤️❤️

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top